Nel nostro Paese le aggressioni squadriste si ripetono con sempre maggior frequenza. La destra estremista e fascista ha rialzato la testa e non perde occasione di dimostrare la sua totale estraneità rispetto ai valori democratici sanciti nella Costituzione della Repubblica.
L’aggressione al giornalista de La Stampa Andrea Joly da parte di alcuni militanti di CasaPound a Torino, all’esterno del locale L’Asso di Bastoni, noto per essere un ritrovo di estremisti di destra, è un episodio gravissimo, un’azione squadrista in piena regola, compiuta per strada, e non ci sono dubbi su motivazioni e responsabilità.
A documentare l’accaduto e ad inchiodare tutti alla verità dei fatti ci sono numerosi video, diffusi sui social e acquisiti dagli inquirenti. Le immagini mostrano dapprima un gruppo di persone che fuori dal locale intonano inni al Duce e posano per foto di gruppo tra saluti romani, fumogeni e fuochi d'artificio. Ad un certo punto alcuni si dirigono verso un giovane, lo attaccano in modo violento e tentano di strappargli il cellulare, colpendolo con pugni e calci. Dalle finestre dei palazzi che si affacciano sulla strada alcuni riprendono la scena e giungono grida concitate contro gli aggressori. La scena dura parecchio. Il giovane viene tenuto per i capelli, stretto al collo, strattonato e gettato a terra. Finalmente quando riesce a divincolarsi, si allontana e corre in ospedale per farsi medicare. La colpa di Andrea Joly è di aver fatto il suo lavoro di giornalista, avvicinandosi per documentare la festa che andava avanti da ore e aveva già attirato l’attenzione degli abitanti del quartiere per la musica, i bengala, le luci e i fuochi d’artificio e soprattutto di non essere uno di “loro”, un camerata. La violenza è scattata di fronte al suo rifiuto di consegnare il telefonino ai fascisti di CasaPound.
Si tratta di un episodio che merita attenzione, di cui si sono resi responsabili alcuni esponenti di questo movimento di estrema destra che, ancora una volta, ha dimostrato di considerarsi al di fuori della legalità ed esente dagli obblighi che una democrazia impone a tutti i soggetti politici. Cercare di impedire, con la violenza, che fosse documentato quanto stava accadendo nel corso di una manifestazione pubblica è una infamia e un gravissimo segnale di pretesa impunità, prima che un’intollerabile violazione del principio costituzionale della libertà dell’informazione.
CasaPound e gli altri movimenti neofascisti, pensano evidentemente che il governo di estrema destra, alla guida del nostro Paese, possa garantire loro una sorta di salvacondotto e non debbano rispondere delle azioni violente di cui si rendono protagonisti e responsabili.
Le parole di condanna dell’aggressione e di sostegno alla libertà di stampa della Presidente del Consiglio e di alcuni esponenti della maggioranza appaiono molto di circostanza e non bastano più. Servirebbe il coraggio di marcare una cesura netta dal fascismo, da quanto il regime mussoliniano ha incarnato in termini di soppressione dei diritti civili e delle libertà democratiche, di violenze e di assassini degli oppositori politici, e soprattutto rispondere con atti concreti capaci di fugare l’impressione, predominante dall’inizio di questa legislatura, che alcune condotte siano guardate se non con condiscendenza quantomeno con tolleranza, intaccando in tal modo gli spazi di agibilità della galassia dell’estremismo di destra, nostalgica del fascismo nelle idee e nei fatti violenti di cui si rende responsabile.
Finora tutto questo non è avvenuto e la ragione risiede nel fatto che la Presidente del Consiglio e tanti esponenti della sua maggioranza non vogliono alienarsi i consensi di questa fetta di elettorato, senza contare poi che alcuni avvertono forte il dovere di comunità verso quei mondi dove affondano le loro stesse radici e di cui, in qualche misura, si sentono eredi.
Spetterà alla magistratura accertare e sanzionare le responsabilità penali personali di quanti sono coinvolti nell’aggressione ad Andrea Joly, ma contestualmente sarebbe necessaria un’azione del governo diretta ad appurare se esistono le condizioni per applicare la legge Scelba, che proibisce la ricostituzione di organizzazioni fasciste, o si debba comunque procedere allo scioglimento di CasaPound per la sua costante tendenza a promuovere atti di violenza.
Pura utopia ovviamente!
L’auspicio è che le derive estremiste di destra e neofasciste, sia quelle che hanno rappresentanza nel Parlamento sia quelle che si manifestano nelle piazze, siano disarticolate ed emarginate attraverso un’azione civica costante e forte dei cittadini democratici, finalizzata a preservare i valori antifascisti della nostra Costituzione.