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Congratulazioni a Valentina Corsetti, allieva dell’Istituto Alberghiero Pacifici e De Magistris di Sezze per il suo terzo posto strameritato nella competizione Coffee Competition 2021. Si tratta di una manifestazione nazionale nata da un progetto ormai più che decennale che interagisce con numerose scuole proveniente da diverse parti di Italia. Una vera e propria competizione sulla preparazione di bevande e alimenti a base di caffè, composta da quattro gare in cui giovani ragazzi si scontrano: espresso, latte art, cocktail e dolci a base di caffè. Una giuria altamente qualificata permette ai ragazzi di imparare dai consigli e dalle numerose indicazioni di esperti nel settore. Brava Valentina, anzi bravissima, per il risultato raggiunto. Valentina, tra l'altro, è figlia d'arte, figlia di pasticceri di lunga esperienza di Sezze. L'Istituto Alberghiero di Sezze sempre più eccellenza nel panorama provinciale, una scuola che sta sfornando talenti e sta dando occupazione e alta professionalità a molti ragazzi.

 

Seconda raccolta di aforismi di Roberto Campagna. La prima ne contava 185, questa 200. “Si comincia pertanto a profilare - scrive nella nota introduttiva Gino Ruozzi - una confermata predilezione stilistica e un metodo riflessivo che prende corpo. Ragionare per aforismi richiede profondità e rapidità, uno sguardo acuto e insolito sulle cose della vita. Le parole, che sono poche, devono però racchiudere tanto, sia in termini di continuità e verifica dell’esperienza sia in fulmineità eloquente e riassuntiva”. Pubblicata dalla Nuove Edizioni Aldine, s’intitola “Di bugie campano tutti”. Come avevano compreso gli Antichi, e come ha riportato Freud nel tempo moderno, il proverbio, la sentenza, il motto di spirito e lo stesso aforisma, rinunciano alla perfezione del periodo ampio, spesso ridondante, per esprimere, attraverso la via breve, il significato lungo e largo, nel tempo e nello spazio, delle cose del mondo. L’ operazione verbale che congegna il discorso corto si trasforma nell’azione vitale che congegna la sequenza della vita. Così come nella prima, in questa seconda raccolta di aforismi c’è tutto e il contrario di tutto: la saggezza popolare, spesso rischiosamente collimante col “senso comune”, e la distillazione faticosa della sintesi intellettuale, “filosofica”. Scrivere aforismi è impresa ardua perché occorre trovare e inventare ogni volta, nel giro di poche parole, un’affermazione illuminante e rivelatoria. “Roberto Campagna  - sostiene Ruozzi - si è assunto  questo incarico morale  e terapeutico, in primo luogo  rivolto a sé stesso e poi alla società in cui vive e viviamo.  Senza inutili fronzoli e logoranti attese egli va subito al cuore dei problemi, cercando di denudarci delle maschere che così spesso amiamo indossare. I suoi aforismi sono minuscole lapidarie lezioni di vita, tanto più preziose perché contengono esperienze meditate e riscontrate di persona.  Il tutto condito di sagaci sali epigrammatici, divertenti giochi di parole, sorprendenti facezie linguistiche. Una lettura - conclude Ruozzi - piacevole, formativa e persino salutare”. Circa il disegno della copertina, è di Kiro, pittore di origine macedone. In particolare, le sue opere raccontano l’uomo, l’artista, l’esistenza colta nella pienezza della libertà e la saggezza di chi ha sempre seguito la necessità di esprimersi. Sono tele segnate dalla bellezza delle linee e delle forme, ampie pennellate che raccontano dell’essenza primordiale che dal nulla arriva al tutto e viceversa.   

Roberto Campagna, sociologo, giornalista e scrittore, di mestiere fa il comunicatore. Direttore della rivista “Noi/Altri”, scrive per il quotidiano “Latina Oggi” e “Le Monde Diplomatique - Il Manifesto”. Tra i suoi libri: “Alle fontane - Storie di panni di paese” (racconto breve), “E così fu” (racconti), “101 filastrocche in fila per 1”, “A Via Fontana dell’Oro” (fiabe), “Il Palato della Memoria” (romanzo), “Meglio povero che poveraccio” (aforismi) e “Le storie non volano” (romanzo). Suoi racconti compaiono nelle antologie “Buon Anno e Felice Anno Nuovo”, “Sorridi Siamo a Roma” e “Del Sacro e Del Profano”. Infine, è un esperto di enogastronomia: diversi i libri che ha pubblicato su questo argomento.

       

 

 

Sono trascorsi poco meno di due mesi dall’insediamento del nuovo consiglio comunale di Sezze ma è abbastanza chiaro il ruolo di alcuni consiglieri comunali. E’ sicuramente una sorprendente realtà, ad esempio, lo scatto all’interno della maggioranza - rispetto ai suoi colleghi -  del consigliere comunale Pasquale Casalini. L’esponente di Identità Setina sta dimostrando, al momento, di avere una marcia in più della sua squadra. Spesso detta il ritmo della squadra nonostante non sia il capogruppo, scala in solitudine le difese del sindaco e della sua maggioranza e affronta l’opposizione consiliare in testa al gruppo. Pian pianino si sta delineando la sua figura: schietto, diretto e determinato; non la manda a dire a nessuno e con parole semplici ma efficaci è riuscito a dare sostanza ai suoi interventi in aula badando nemmeno troppo alla forma e trascinando tutti gli altri sempre. Ad oggi, forse, è l'unica vera identità del movimento che gli ha permesso di essere stato eletto consigliere comunale. Il consigliere Casalini non si perde mai in post inutili o nella caciara dei social, parla dove è deputato a farlo, cioè in aula consigliare e lo fa con personalità. C’è chi lo avrebbe voluto relegato nel semplice ruolo di consigliere di zona ma sta dimostrando di essere di tutt’altra pasta. Nominato presidente della commissione consiliare permanente Lavori Pubblici è tra i candidati delle liste provinciali “Civiche Pontine” per il rinnovo del consiglio provinciale.

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa dell'opposizione consiliare di Sezze in merito all'emendamento per la riapertura del PAT h24.

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Incredibile! Dopo le belle parole di alcuni esponenti della maggioranza e dopo, che nell'ultimo consiglio comunale, l'opposizione consiliare aveva sollecitato il Sindaco a emendare l'atto aziendale ASL proponendo la riapertura H24 del PAT ( ex PPI ), alcuni comuni firmano e presentano l'emendamento mentre il Sindaco del comune di Sezze non é fra i firmatari. L'amministrazione uscente ( maggioranza e opposizione ) nel 2019 e 2020 e nei primi mesi del 2021 , si era distinta affrontando il tema attraverso la convocazione di consigli comunali, di commissioni consiliari, l'invio di lettere al Direttore Generale Asl, lettere al Presidente Zingaretti e all' Assessore D'Amato e anche attraverso riunioni in Regione, e ciò sia per evitarne la chiusura e sia per un funzionamento H24 anziché H12. Questa nuova amministrazione, invece, pensa alle frivolezze e non firma un emendamento cosi importante. Ci auguriamo che in sede di conferenza dei Sindaci il Sindaco voglia rappresentare questa nostra esigenza, che è l'esigenza di una intera comunità e non solo, e appoggiare in modo forte la proposta presentata di riapertura H24. Chiediamo scusa a tutti i cittadini per la poca attenzione dimostrata dal Sindaco e la sua scarsa sensibilità su un tema così delicato.

L'opposizione Consiliare.

Sergio Di Raimo

Armando Uscimenti

Serafino Di Palma

Alessandro Ferrazzoli

Dorin Adrian Briciu

Orlando Quattrini

Martedì, 30 Novembre 2021 07:41

SEZZE: non si speculi sui morti una seconda volta

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Durante l’ultima campagna elettorale abbiamo assistito a un lugubre tamtam sulla triste vicenda del Cimitero. Si sono sentite in giro battute al vetriolo, come quella “se i morti potessero parlare... si rivolterebbero nelle tombe". Affermazioni talmente vergognose e riprovevoli da ferire i sentimenti profondi di ognuno di noi e da condizionare il voto, sostenuti in ciò da una martellante propaganda di alcuni mass media locali e nazionali. Il colpo è andato a segno e molti elettori, sconvolti e sgomenti, anche per questa ragione hanno votato in un certo modo. Si è trattato di una immonda speculazione elettorale di cui qualcuno, prima o dopo, si dovrà vergognare e pentire. Il tempo è galantuomo. La ferita non si rimarginerà facilmente e la giustizia farà il suo corso e ristabilirà la verità dei fatti. Intanto tutta la vicenda è stata circoscritta a pochi responsabili. Ebbene, come se ciò non bastasse, la nuova amministrazione comunale si accinge a "farci pagare" una seconda speculazione. Il Commissario prefettizio, durante la sua permanenza a Sezze, ha adottato frettolosamente un aggiornamento del Regolamento cimiteriale con cui ordina ai proprietari di loculi, tombe e cappelle, di stipulare un contratto con l'esborso di somme di denaro, con tutto il regresso,  per il  mancato contratto di acquisto e di vendita. Si tratta di somme di denaro tese a sanare situazioni che risalgono molto indietro nel tempo(alcune persino agli anni 1940).  Al danno si aggiunge la beffa. La nuova maggioranza consiliare può e deve mettere mano al Regolamento del Commissario prefettizio, in virtù dei poteri e delle competenze che la legge le  attribuisce. In una lettera indirizzata al Sindaco, Rinaldo Ceccano gli chiede di modificare e di mettere mano al Regolamento cimiteriale affinché i costi previsti, a volte ingenti e non dovuti, non ricadano sui cittadini. Occorre impugnare l'Atto del Commissario mediante una sanatoria a costo zero, perché la mancanza di documenti e l'assenza dei relativi contratti, delle registrazioni e concessioni, non si può addebitare ai cittadini; nessuna responsabilità può ricadere su di essi, dopo un arco di tempo così lungo non dipendente da loro. L'Ente comunale ha dunque il dovere di dotarsi di un censimento puntuale sella situazione esistente, utilizzando tutti i dati in suo possesso e prescrivendo ogni addebito a carico dei cittadini. Non si può fare cassa sui defunti! Non è lecito né moralmente accettabile. Sarebbe la seconda volta che si speculerebbe sui nostri cari defunti! Per quanto mi riguarda, invito calorosamente i consiglieri comunali più sensibili a farsi carico della questione prima che sia troppo tardi. L'Avviso pubblico è già stato affisso all'Albo Pretorio ed è già in vigore.

 

 

Che fine ha fatto il quinto assessore della Giunta di Sezze? Se lo chiede il capogruppo del Pd Armando Uscimenti, intervenuto anche in aula consiliare. A quasi due mesi dall’insediamento della Giunta Lucidi del quinto assessore nessuna notizia. Nessuno ha mai comunicato nulla in merito. “Mi aspettavo la comunicazione della nomina del quinto assessore - afferma Uscimenti -  A quasi due mesi dall'insediamento non vorrei che si nascondesse un problema all’interno della maggioranza. E’ come affrontare un campionato di calcio con un giocatore in meno. Vedere la mia squadra del cuore senza un giocatore mi preoccupa molto. Avete una maggioranza – aggiunge Uscimenti -  la giunta deve essere formata da cinque assessore e oggi non sappiamo il motivo della mancata nomina. Dico questo perché è impensabile che la Giunta comunale di Sezze sia ancora incompleta. Invito la maggioranza a risolvere questo problema”. Da voci il quinto assessore della Giunta Lucidi dovrebbe essere Mauro Rezzini, commercialista di professione e già presidente del collegio revisore dei conti della SPL durante l'amministrazione comunale Di Raimo. Forse si è in attesa di qualche parere per capire se l’assessore può essere nominato nella Giunta?

Riceviamo e pubblichiamo comunicato stampa Comunità di Sant'Egidio di Sezze.

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Ci saremo anche quest' anno, noi della Comunità di S. Egidio, insieme a tutti coloro che vorrebbero fermare la violenza. Tutte le violenze che ci turbano ogni giorno: quella contro le donne, contro i migranti, contro i bambini contro le guerre.... Per tutto questo proviamo indignazione e ci sentiamo coinvolti. Ma esiste un' altra violenza meno disprezzata: quella dei governi che programmano macchine per la morte in nome della giustizia.
E noi ci saremo ancora, proprio nel nome del diritto e della giustizia, a testimoniare, come negli anni precedenti, per l'abolizione della pena di morte nel mondo. Noi che abbiamo ascoltato diverse esperienze di condannati, spesso innocenti, nel braccio della morte e nelle carceri di tanti paesi del mondo...Ma soprattutto dopo aver conosciuto Ruben come amico di penna dal Texas, e aver compreso con lui che ogni persona può cambiare e diventare migliore. Oggi torniamo a proporre un gesto simbolico a favore del diritto e della giustizia. Certo, viviamo ancora in un tempo sospeso. Ma il dramma comune del Covid non ha fermato la violenza e nemmeno la costruzione dei muri, non ci ha reso migliori di noi stessi, non ci ha salvato dalle ingiustizie, dalla rabbia e dall'esclusione. Anzi ha accresciuto la solitudine dei più deboli, come i malati e gli anziani, ha aumentato la precarietà dei futuro dei giovani e dei bambini; sembra addirittura essere un pretesto per giustificare la nostra indifferenza e la rassegnazione di fronte al male che ci circonda. Neppure la macchina della morte si è fermata.
In molti paesi si continua ad uccidere in nome della giustizia. Ma, grazie al nostro sostegno e ai nostri appelli, Ruben ha ottenuto la sospensione della pena. A cosa serve? Certo non basta. A cosa serve una firma o una lettera nel braccio della morte? Eppure, forse insieme possiamo salvare altre vite... Il 30 novembre, giornata internazionale contro la pena capitale, vorremmo far arrivare una luce, soprattutto a quelle persone vittime dei conflitti, torturate nelle carceri e nel braccio della morte. Perché non esiste giustizia senza vita. Perché anche la vita che consideriamo uno scarto possa essere salvata e trasformata. Sezze è da oltre dieci anni Città per la vita, accanto ad oltre duemila città del mondo. Invitiamo tutta la cittadinanza martedì 30 dalle ore 17.30 alle 19.00 presso il cortile del Museo comunale, ad accendere con noi una luce contro la pena di morte, per un mondo senza violenza. La Comunità di Sant'Egidio ringrazia il nuovo Sindaco, per il patrocinio dell' iniziativa, ma anche le precedenti amministrazioni, le istituzioni e le associazioni, gli amici e tutti i cittadini/e che in questi anni hanno condiviso il nostro impegno per la difesa di Ruben e per l'abolizione della pena capitale nel mondo. Vi aspettiamo!

 

Si è svolta domenica 28 novembre la Celebrazione della “Virgo Fidelis” (Patrona dei Carabinieri) organizzata dall’Associazione Nazionale Carabinieri sezione di Sezze. La cerimonia è iniziata con la Deposizione della Corona in onore ai caduti civili e all’appuntato Giuseppe Lombardo presso Porta Sant’Andrea alla presenza della consigliera Federica Pecorilli in rappresentanza dell’amministrazione comunale, del consigliere Gianluca Calvano, della neo-comandante della stazione dei carabinieri maresciallo Ilaria Somma, del presidente Lgt Lidano Pagani e dei soci dell’Associazione stessa. A seguire una solenne celebrazione eucaristica, momento centrale della cerimonia, è stata officiata dal parroco Don Giovanni Grossi presso la chiesa di Santa Lucia.

 

 

 

Purtroppo non cala il trend di positività al covid nella nostra provincia e anche a Sezze. Solo ieri 157 casi accertati in tutto il territorio provinciale. A rischio la fascia dei giovani e degli adolescenti. Anche ieri a Sezze lunghe code nella farmacia di turno, code per effettuare i tamponi. La situazione preoccupa, è necessario monitorare e prendere subito provvedimenti. A Sezze, ad esempio, per la somministrazione dei vaccini solo due le farmacie, la San Lidano e la Farmacia della Stazione.  L’offerta non riesce a rispondere alle pressanti domande sia dei vaccini ma anche dei tamponi. Sarebbe il caso che la farmacia comunale, per il benessere della collettività, si attivasse immediatamente. La domanda dei vaccini e dei tamponi è alta e le farmacie non riescono a rispondere alle richieste. Ieri fuori una delle farmacie code in attesa per tamponi. La farmacia comunale, gestita dalla società municipalizzata SPL, da subito dovrebbe rispondere a questa richiesta, il sindaco di Sezze Lidano Lucidi dovrebbe immediatamente provvedere con interventi di tempestività per coprire quel bacino di pazienti molto grande quale è la conca di suso. La farmacia comunale esiste anche per questo. Non si aspetti altro tempo e si intervenga subito.

Domenica, 28 Novembre 2021 07:17

Nessuna più!

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L’afferra per un braccio, la trascina nella sua stanza e la scaraventa sul letto. Nel buio echeggia perentorio un ordine: “Dormi!”. Suo padre esce e chiude la porta a chiave. Il cuore le batte all’impazzata, sembra esploderle nel petto. Resta lì immobile, il viso affondato nel cuscino, inzuppato di lacrime e singhiozzi. L’atterrisce anche solo il pensiero che quella porta si apra di nuovo e suo padre possa scaricare anche su di lei la rabbia oscura che cova dentro e gli avvelena l’anima.
 
Le aggressioni contro sua madre sono ormai quotidiane. Basta un banale pretesto, una camicia stirata male, un’incomprensione e suo padre si trasforma in una belva assetata di violenza.
 
Notti infinite, terrore che sale a ondate, dolore che gela il sangue. La violenza con gli occhi di una figlia ha il colore della notte, il rimbombo di una serratura che scatta, l’eco dei colpi inferti con violenza, il suono delle grida soffocate di sua madre.
 
Ha dieci anni quando la prima volta suo padre aggredisce sua madre in sua presenza. Le scaglia contro un oggetto pesante che la ferisce al volto. Cade a terra, si rannicchia su se stessa. Sangue, lacrime e urla e poi un silenzio irreale. Dopodiché suo padre va a sedersi sul divano e accende il televisore. Sua madre si rialza, in bagno si pulisce la ferita e copre l’ematoma con il trucco. Poi si veste con cura e tutti insieme vanno al ristorante, come una famiglia normale, come se nulla fosse accaduto. Racconta che l’occhio nero se l’è procurato cadendo per le scale e si sforza di sorridere. La mano di sua madre nella sua è calda e rassicurante. Suo padre invece rifugge il suo sguardo.
 
Bambina, fin lì ignara della vita, quel giorno scopre il supplizio silenzioso di sua madre. Svanisce in lei l’illusione di una normalità inesistente, prende coscienza di come la sua infanzia sia diversa da quella delle amiche, trabocchi sorrisi assenti, carezze mancate, parole d’amore mai pronunciate, sguardi di suo padre colmi di disprezzo. Si sforza di amarlo ed è solo un mostro.
 
Cresce aggrappata a sua madre che non riesce a reagire, a liberarsi da quel giogo. Trascorre il tempo ad asciugarle le lacrime, a consolarla con i suoi abbracci e a medicarle le ferite. Conduce un’esistenza doppia: fuori casa fatta di scuola, uscite con le amiche e allegria e dentro costellata di umiliazioni, botte e sangue. A casa non invita mai nessuno, ha paura che possano scoprire la verità sulla sua famiglia.
 
Divenuta adolescente suo padre inizia a prendersela anche con lei. La fa bersaglio di ogni sorta di offesa, la umilia, le urla in faccia che non vale nulla. È un irrefrenabile crescendo. Trascorre notti insonni nel terrore che suo padre possa ucciderla con sua madre. Le violenze psicologiche la sgretolano dentro, cannibalizzano le sue energie, la spingono alla depressione. Vivere per lei è un peso e guarda alla morte come una liberazione.
 
Sua madre subisce in silenzio, prigioniera del suo carnefice, anzi lo giustifica, ripete di amarlo e si rifiuta di capire che quell’inferno non è la normalità. Solo quando suo padre le mette le mani addosso, spaccandole la faccia, sua madre trova il coraggio di ribellarsi, di chiedere aiuto. Lo denuncia. Viene arrestato, ma la loro vita è devastata.         
 
Celebrare la Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne non serve a nulla se negli obitori delle nostre città giacciono i corpi di tante vittime. L’Italia possiede una legislazione in materia tra le più avanzate in Europa, ma evidentemente non bastano le leggi, le denunce, la repressione, la minaccia di sanzioni. La mala pianta della violenza di genere e della sopraffazione ha radici profonde nella cultura diffusa e nell’educazione familiare che finiscono per armare le mani dei carnefici.
 
Nella nostra società, ancora troppo declinata al maschile, si moltiplicano le condotte violente, è abituale ricorrere ad un linguaggio crudo, che toglie dignità e proietta immediatamente rabbia e frustrazioni contro colui che è identificato come il nemico. La violenza va di moda e serve coraggio per dire basta, per parlare senza paura contro di essa, per provare a fermarla. Promuovere la cultura della diversità e della tutela dei diritti deve essere un impegno costante e nessuna negoziazione, nessun compromesso è ammissibile: i diritti o sono di tutti o diverranno di nessuno.
 
Le campagne antiviolenza con le donne piene di lividi sono una rappresentazione semplicistica, che rischia di far passare un messaggio sbagliato. La violenza esiste non solo quando c’è una faccia sfregiata, un corpo massacrato e un referto medico, ma anche nel persistere delle diseguaglianze di genere, nelle discriminazioni nel mondo del lavoro, negli stereotipi sessisti, nelle tante forme di microviolenza accettate e tollerate, che costituiscono il substrato culturale che protegge e impedisce alle violenze più grandi di essere affrontate e debellate. Se il corpo delle donne è concepito come merce da usare e da vendere, se gli spazi di aiuto, consultori, centri di ascolto e antiviolenza, continuano ad essere chiusi, se soprusi e stupri sono ritenuti effetto del loro comportamento, del modo in cui si vestono, delle loro rivendicazioni, se non ci sarà un adeguato supporto economico e sociale per il doppio ruolo che svolgono tra famiglia e lavoro, nulla mai cambierà concretamente.     
 
Le parole della nostra quotidianità poi soffrono spesso dell’incapacità di narrare correttamente le vicende di cui le donne sono vittime. Quante volte abbiamo sentito raccontare del marito che ha ucciso la moglie perché era disperato e non accettava la fine della relazione? Perché non dire che il marito non accettava la scelta libera della donna o semplicemente che lui era un violento? Non si tratta di dettagli irrilevanti. Nel modo di informare e usare le parole si esplicita il retroterra culturale, la concezione delle relazioni e si misura il rispetto delle persone da parte dei singoli e dell’intera comunità.
 
Dobbiamo ripartire da noi stessi, educarci al sentimento, al rispetto della parità di genere e della diversità per educare le nuove generazioni, facendo attenzione alle parole che usiamo e all’esempio che diamo: un bambino maschio che vede maltrattare la madre introietta quella violenza come un comportamento naturale e lo ripeterà.
 
La catena della violenza invece va spezzata. Solo rinnovando le nostre idee e il nostro agire quotidiano, possiamo costruire una società più giusta, nella quale la libertà e i diritti siano garantiti e vengano a cessare discriminazioni e violenze contro le donne.
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