La questione della gestione e dello smaltimento dei rifiuti ha assunto negli anni una dimensione sempre maggiore a livello internazionale e nazionale come conseguenza dell’attuale sistema economico e sociale fondato sulla continua crescita della produzione e del consumo. Il problema non è dato solo dalla quantità di rifiuti prodotti, ma anche dalla loro qualità: i rifiuti pericolosi creano, infatti, impatti devastanti sugli ecosistemi naturali. In Italia si è sviluppata nel corso degli ultimi vent'anni una vera e propria economia parallela fondata sul traffico illegale di rifiuti. Nell'Unione europea le politiche per la gestione e lo smaltimento dei rifiuti sono definite chiaramente già da molti anni da specifiche normative; ma è sempre più necessario promuovere un sistema economico in grado di minimizzare la produzione di rifiuti mentre si incentivano iniziative di informazione e formazione mirate al cambiamento degli stili di vita. Può essere utile definire cosa si intende per rifiuto. La più recente direttiva comunitaria definisce rifiuto "qualsiasi sostanza od oggetto di cui il detentore si disfi o abbia l'intenzione o l'obbligo di disfarsi" . Al di là della definizione giuridica che è stata ed è oggetto di discussione, ciò che possiamo generalmente definire come rifiuto sono tutti i residui della produzione e del consumo che si presentano in forma solida, liquida (se raccolti in un contenitore rigido) e i fanghi. Consultando la banca dati della piattaforma web della provincia di Latina, possiamo analizzare la produzione del rifiuto prodotta e/o raccolta dalla partecipata comunale per l’anno 2017, con una popolazione pari a 24.954 si è avuta una produzione di Rifiuti urbani 10.250,347 tonnellate pari a una produzione pro capite di Kg 410,85, di cui 2340 tonnellate di rifiuti differenziati pari al 23,3% circa, composta dalle seguenti frazioni merceologiche: organica 1.131 tonnellate pari al 47%, Carta e cartone 367, pari al 15%, vetro 471 pari al 17%, plastica 164 pari 7%, rifiuti ingombranti 141 tonnellate pari al 6%, le altre frazioni merceologiche di rifiuti differenziati pari a 164 (t) tra lo 0% e 1%.