Riceviamo e pubblichiamo una seconda lettera aperta di Franco Abbenda, cittadino che si riconosce nei valori del centrosinistra.
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Il 30 aprile scorso, alla luce della chiusura anticipata dell’esperienza amministrativa della giunta Di Raimo, terremotata dalle indagini e dagli arresti richiesti dalla magistratura per la questione cimitero, implosa per le dimissioni dei consiglieri comunali, in primis alcuni del partito di maggioranza relativa, avevo scritto una lettera aperta al PD setino.
Oggi, 13 agosto stesso anno, il Sindaco uscente è stato dichiarato quale nuovo candidato ufficiale del PD, secondo quanto riportato dalla stampa locale, pur non avendo potuto leggere ancora un comunicato ufficiale del neo candidato sindaco Di Raimo, torno a riflettere sulla questione, da cittadino che si riconosce nei valori del centrosinistra, non come iscritto ribadisco.
Chiudevo il mio precedente appello un po’ malignamente - in cui avevo auspicato ingenuamente l’apertura generosa di quel Partito ad una candidatura a Sindaco esterna, in modo da rinnovare ed allargare veramente la coalizione - in questo modo: “Se non rinnovato ed aperto all’esterno, il PD rischierebbe davvero di ripetere errori già fatti, dando ragione ai critici e più ostici avversari politici che malignamente sostengono l’impossibilità di un loro vero cambiamento; costoro sostengono, parafrasando la celebre citazione da Il gattopardo di Giuseppe Tomasi Lampedusa, che “I piddini (i siciliani, nel testo originale) non vorranno mai migliorare per la semplice ragione che credono di essere perfetti”.
Un mese dopo, il segretario del PD locale Daniele Marchetti, in un comunicato ufficiale in cui preannunciava l’avvio di una serie di incontri con altre forze civiche e di centrosinistra, in quel periodo caratterizzato da vicende giudiziarie, crisi politiche, strumentalizzazioni di sorta e radicate crisi valoriali, aveva precisato tra l’altro: “Ci siamo confrontati tra di noi, abbiamo ascoltato la voce dei nostri concittadini, ci siamo messi in discussione, sia come partito che individualmente, e siamo giunti alla conclusione che l’unico modo per mettere fine a una crisi è cogliere le opportunità di cambiamento che essa porta con sé, valorizzando ciò che di buono è stato fatto negli ultimi anni e facendo tesoro delle problematiche emerse recentemente nella nostra comunità”.
Dopo qualche giorno, incontrandolo al campo Le Fontane, discutendo amichevolmente di politica, cantautori e derby calcistici, avevo scommesso una birra con l’amico Daniele: io ero sicuro, comunque, che il prossimo candidato a Sindaco del PD sarebbe stato ancora una volta Di Raimo. Questo non perché io sia preveggente, ma perché so bene che alcune svolte sono difficili da percorrere, andrebbero attuate come prassi politica sul campo, a partire dalla discussione politica di sezione, non sbandierate nel quasi nulla dei comunicati ad effetto di quel periodo dove si cercava di non parlare dell’affaire cimitero. E contemporaneamente salvare capra e cavoli, contenere le diverse anime del partito, lanciando proposte a tutto e tutti all’esterno, senza aver mai però chiuso le analisi e i conti con la deludente esperienza amministrativa precedente.
Si sussurra che alcune delegazioni che hanno incontrato il PD dopo quell’invito, abbiano effettivamente aperto ad una qualche forma di intesa programmatica, richiedendo però un cambio di passo con una nuova candidatura a Sindaco, niente che avesse a che fare con la precedente. Non se n’è fatto più nulla, sembrerebbe, evidentemente non erano maturi i tempi…
Queste sono soltanto mie riflessioni, mi piace ragionare di politica ma non voglio convincere nessuno della verità e bontà di questo ragionamento, né avevo mai pensato di propormi io come candidato a sindaco della coalizione di centrosinistra, come malignamente qualcuno che non mi conosce bene mi ha rinfacciato. Non è così, non ero interessato a quella leadership (uno dovrebbe sempre tener presenti i propri limiti personali per evitare di commettere sfracelli), semmai avrei potuto dare una mano attivamente, mi sarei impicciato anch’io come richiesto da amici, ma solo nel caso in cui la strada del rinnovamento fosse stata praticata nei fatti, per cambiare finalmente facce, comportamenti e contenuti alla proposta di governo di un nuovo (anche nelle liste sostenitrici) fronte progressista, inderogabile dopo la triste chiusura anticipata di un’esperienza che passerà alla storia del paese ma non per meriti.
La democrazia interna al partito, le regole del PD, gli uomini che frequentano attivamente quella sezione - dopo acceso dibattito interno estivo, tra dirette online e mascherine anti-contagio, in cui pare sia emersa una importante quota di iscritti che non ha votato il documento politico alla base della ricandidatura mai proponendo un nome di candidato alternativo - si sono contati e hanno scelto Di Raimo. W la democrazia, è sempre un buon segno votare le proposte, in altri partiti si procede per acclamazione urlata, senza discussione e mozioni, con votanti perlopiù sconosciuti ad alzare la mano e apparsi all’ultimo minuto per l’occasione.
Ora si passa ad un’altra fase, alla formazione delle liste del partito e della coalizione, sotto la regia del nuovo candidato, ex Sindaco; poi sarà propaganda elettorale, legittima come sempre ma più dura e impegnativa questa volta, probabilmente attenta come non mai nel proporre letture alternative e glissare sui quattro anni di giunta precedente (diversi cambi di assessori, perdita di consenso con passaggio di consiglieri di maggioranza alla minoranza, diversi passaggi tecnico-amministrativi dubbi o addirittura nefasti, vice sindaco indagato, questione rifiuti drammatica, viabilità delle periferie insicura, un paese regredito in tutto e per tutto, anche nei toni della protesta), per un partito a storica vocazione di governo come il PD locale.
Certo, sarà un’impresa titanica dei comunicatori e dei pater familias piddini, ancora alle prese con il commissariamento provinciale per i noti fatti ASL in cui è rimasto incagliato e indagato a sua volta l’ex-segretario provinciale, quasi impossibile far passare come nuova e in controtendenza questa “non svolta”, quando anche i protagonisti annunciati e reggenti delle liste amiche sembrerebbero essere gli stessi già visti in azione da anni, indistruttibili e coerenti con il loro ruolo di primedonne, bravi a muoversi nell’ombra dei più disparati ambiti privati e associativi ma sempre senza prese di posizione o proposte illuminanti per la comunità. Staremo a vedere se dalla lista del PD usciranno nomi nuovi, giovani attivisti emergenti, sostenitori storici del Sindaco uscente e magari anche i suoi avversari dichiarati, anche da questi particolari si giudicano le liste di un partito di sinistra…
Al di là di come andrà la tornata elettorale, che prevedo dura e senza esclusione di colpi come non mai, io mi auguro sinceramente che Sezze migliori, che possa rinascere, che cambi prospettiva e possa ripartire, chiunque indosserà la fascia tricolore. Spero inoltre che da novembre prossimo si continui a parlare di politica, non già di candidati, leadership e voti che tanti dicono di avere in dote, chissà con quali meriti speciali poi… Si parli di idee, di futuro, di innovazione, di prospettive, magari con molti giovani, i veri assenti della discussione politica. E questo non solo nel PD ma anche in altri contesti associativi, magari ancora da costituire e da far progredire, ma aperti ai molti delusi.
Perché al di là dell’umoristico appello “vota Antonio” di cinematografica memoria, sintesi dell’impegno attivo ai tempi supplementari, una comunità può migliorare solo se la politica rimane attiva sempre, fondata sull’incontro/scontro di idee tra uomini e donne che si impegnano alla costruzione di una città migliore, quella che dovrà diventare da qui a venti anni, nel rispetto continuo della Costituzione, delle leggi, senza interessi personalistici né gestione vecchio stampo del potere.
PS.
Mi aspettavo di più, molto di più dal PD locale nella promessa di rinnovamento, non lo nego, avevo sperato davvero. Mi accontenterò di una bella birra ghiacciata, offerta gentilmente dal segretario Marchetti, che magari mi racconterà qualche retroscena, a bocce ferme.