Di Raffaele Imbrogno
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“Fermate tutti gli orologi, isolare il telefono, fate tacere il cane con un osso succulento,
chiudete i pianoforte, e tra un rullio smorzato portate fuori il feretro, si accostino i dolenti"
W. H. Auden
Potrà sembrare blasfemo usare come esergo per un breve articolo dedicato alla morte di una edicola un brano famoso del poeta Auden. Ma ritengo che nell'orizzonte di una comunità non così estesa come quella di Sezze, ed ancor di più in quella di Sezze centro (o alto secondo alcune disposizioni relative alla spazzatura) questo decesso merita molta più attenzione di quanta ho visto finora in giro.
Forse l'estate, forse la poca attenzione alla cultura vera del nostro Paese da parte dei cosiddetti politici o forse una ingenua presunzione di molte associazioni intellettuali, hanno fatto sì che questo evento sia passato in rumoroso silenzio e sia stato immediatamente consegnato all'oblio di mente stanche e di corto respiro. Il 19 di agosto è stato l'ultimo giorno di apertura dell'edicola sita in via San Leonardo, subito dopo l'ingresso al paese dal lato di porta Sant'Andrea. Gli ingressi al Paese brillano più per buche stradali, caseggiati tristi che per altro. Passare davanti all'edicola era un primo, momento di conforto comunitario.
Sergio Accapezzato dopo anni di ottimo servizio sociale e culturale al Paese, ha chiuso per l'ultima volta le saracinesche della propria edicola. L'evento è molto triste.
Molte edicole chiudono in tutta Italia. È il dato subito macroscopico che emerge dalla ricerca del 2022 condotta dallo Snag, il sindacato nazionale autonomi giornalai aderente alla Confcommercio, in collaborazione con Format Research. Dati allarmanti emergono dalla recente indagine dello SNAG (Sindacato Autonomo Giornalai) condotta con Forma Research. “In Italia ci sono attualmente 12 mila edicole operative (11.904 per l'esattezza), con una contrazione lo scorso anno di 441 (pari al 3,5%), contro la chiusura di 844 punti vendita (-6,5%) avvenuta invece nel 2021.”
Una emorragia si in rallentamento (meno 13% 2019-2020, meno 3,5% 2020-2021 e meno 6,5% del periodo 2021-2022) grazie a misure di sostegno venute dal governo, ma il settore sconta ancora un gap forte , tanto che nel 25% dei Comuni italiani neppure una è in attività , aperta al pubblico.
Nel 2022 sono nate (o subentrate) quasi 500 nuove edicole e più di un quarto hanno come titolare un under 40, mentre le donne sono il 40% degli edicolanti. Tuttavia è forte il rischio desertificazione in molti comuni, soprattutto laddove è più fragile, esigua o addirittura inesistente la presenza di punti vendita, il 30% (circa 2.500 comuni) ha solo una rivendita. Presidente della FIEG Andrea Riffeser Montiha sottolineato di recente che: “…un italiano su tre va in edicola ogni settimana con una spesa media di quasi dieci euro; di questi la maggior parte ha un punto vendita di fiducia (per l'81,8%) e facile da raggiungere (per l'89,3%), oltre la metà preferisce le edicole chiosco; maggiore praticità (per il 56,9%) e maggiore scelta (per il 21,9%) sono i motivi principali per l'acquisto dei giornali in edicola; quotidiani (per il 69,4%), riviste di giochi (44,2%), periodici specializzati (37,8%) e biglietti per i mezzi di trasporto (34,7%) sono gli articoli più acquistati; servizio per fotocopie (48,8%), biglietti per trasporti locali (44%) e ricariche telefoniche (43, 7%) sono i principali prodotti diversi dalla stampa che si vorrebbero trovare sempre in edicola; oltre l'80% dei clienti sono interessati a servizi aggiuntivi come pagamenti di utenze o punti di ritiro pacchi; per la quasi totalità dei clienti (96,2%) le edicole rappresentano un presidio sociale e informativo; l'83% degli italiani ritiene importante l'informazione in edicola e per due clienti su tre la perdita del punto vendita di fiducia determinerebbe un minore accesso all'informazione.”
Andrea Innocenti , presidente degli edilizi di Confcommercio di recente ha sottolineato che: «Non è vero che il lettore non è più interessato ai giornali, ai prodotti editoriali. Ma il mondo è cambiato: ora la gente vuole le comodità, piuttosto che andare al cinema, per esempio, vede i film in casa. Non possiamo pretendere che un lettore faccia chilometri per andare a comprare il giornale, oltre a non essere comodo rischiando di spendere di più per il carburante che per il costo del giornale. Bisogna digitalizzare e abbellire le edicole. La categoria deve fare sforzi sul terreno della capillarità e attrattività: la strategia per tutti nei confronti degli utenti deve seguire il motto: “ti veniamo a cercare”».
Idee nuove per ridare respiro ed importanza ad una attività fondamentale e faticosa come quella di gestire una edicola. A noi setini non resta altro di sperare che l'ultima edicola sita nella parte alta del Paese e le altre due in località periferiche non scompaiano perché le edicole assomigliano alle biblioteche e come dice Yourcenar:
“Fondare biblioteche e come costruire ancora granai pubblici, ammassare riserve contro l'inverno dello spirito che da molti indizi, mio malgrado, vedo venire”.