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Battiato compie 75 anni. Auguri all'eterno sognatore

Mar 26, 2020 Scritto da 
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Il Maestro Franco Battiato

 

 

 

Qualche giorno fa, proprio il 23 marzo, ha compiuto 75 anni uno dei cantautori italiani più controversi, non amatissimo dal grande pubblico e difficilmente inquadrabile in uno stile, un genere prefigurato: Franco Battiato.

Siciliano di nascita, Battiato nella sua lunga carriera artistica ha pubblicato circa 30 album - oltre a diversi “live” e qualche raccolta di successi - passando dal rock progressive all’avanguardia pura, dalla musica etnica alla canzone d’autore.

È stato inoltre compositore, pittore, regista e anche assessore al turismo della Regione Sicilia nella giunta Crocetta, solo per 5 mesi. Il suo long playing più conosciuto forse rimane ancora La voce del padrone del 1981 (Bandiera bianca, Cuccurucucù, Centro di gravità permanente ecc.), primo 33 giri a superare la soglia del milione di copie vendute in Italia.

Ma c’è una canzone delle sue che in questi giorni di quarantena e di speciale afflato protettivo verso i nostri cari è tornata ad essere ascoltata e le cui frasi sono citatissime sui social.

LA CURA, inserita nell’album L’imboscata (1996) e scritta insieme a Manlio Sgalambro, è considerata una delle canzoni d’autore italiane più ascoltate ed apprezzate di sempre, insieme a quelle dei cantautori storici più apprezzati.

Ma cos’ha di particolare, di così accattivante questa vera e propria lirica di fine secolo?

È una canzone intima, sussurrata, quasi come se fosse una lettera scritta ad una persona cara. Una specie di rivelazione d’amore in cui l’io narrante, al termine di ogni ritornello, ribadisce un impegno duraturo con il suo amato: “…perché sei un essere speciale ed io avrò cura di te”.

Mi è capitato spesso di ascoltare questa splendida canzone come dedica di uno sposo alla sposa, o viceversa, in occasioni di feste di matrimonio o di ricorrenze speciali in cui si vuol rifondare l’amore di coppia, magari cantandola al karaoke dopo un brindisi festoso.

Ma parla davvero di amore tra due esseri umani questa canzone? Alcuni dicono di sì o così la vogliono leggere. “Ti solleverò dai dolori e dai tuoi sbalzi d’umore, dalle ossessioni delle tue manie. Supererò le correnti gravitazionali, lo spazio e la luce per non farti invecchiare”.

Sembrerebbe davvero una classica dichiarazione d’amore. C’è chi però ha voluto attribuire un altro significato al testo, un po’ più alto e spirituale seppur sempre d’amore, tenendo conto anche che il co-autore Sgalambro è conosciuto come filosofo.

Ecco allora altre due ipotesi. Una vorrebbe che il testo sia un’invocazione accorata della parte spirituale della persona, quella ritenuta più alta, rivolta alla componente materiale, più terrena e mortale.  “Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie, dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via. Dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo, dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai”. Sarebbe la coscienza,  l’anima della nostra personalità a dichiarare il suo costante impegno a proteggere l’altra metà, quella che spesso si lascia illudere dalle apparenze materiali, illusa dai sensi e dal voler inseguire sogni vacui per poi cadere in delusioni da cui è difficile rialzarsi.  

Un’altra ipotesi è invece più teologica. Sarebbe Dio stesso, il creatore del mondo e padre dell’umanità, a indirizzare quelle splendide parole a chi – persona - si trova a vivere momenti tempestosi, magari lutti, abbandoni o crisi spirituale, quasi a volerlo invitare alla meditazione, ad innalzare il proprio orizzonte, fino a stendere su di lui un’ala protettrice. “Ti porterò soprattutto il silenzio e la pazienza. Percorreremo assieme le vie che portano all’essenza”; “Conosco le leggi del mondo, e te ne farò dono. Supererò le correnti gravitazionali, lo spazio e la luce per non farti invecchiare”.

Non sembrano queste le frasi rivolte da Dio ai Profeti dell’Antico Testamento?

Queste sono solo impressioni personali, scaturite da un ascolto ripetuto e meditato del testo di questa canzone ammaliante, ma qual è la versione originale che ne hanno dato gli autori? Non lo so, forse non è nemmeno importante saperlo. Una volta che l’opera d’arte è completata e regalata al pubblico dall’autore, ognuno può farsi un’opinione personale, magari ripensandola ogni tanto alla luce del percorso artistico del cantante in questione e degli argomenti trattati in altre sue canzoni (cfr. E ti vengo a cercare).

Non rimane che ascoltarla e decidere quale delle tre ipotesi sia più verosimile e vicina alle nostre vite. O magari aggiungerne un’altra completamente nuova.

P.S. Questo mio testo, rivisto e integrato rispetto ad una precedente versione già pubblicata nel 2018, è dedicato all’amico Alessandro Mattei. Io e lui sappiamo perché.

 

Pubblicato in Attualità
Ultima modifica il Giovedì, 26 Marzo 2020 07:43 Letto 1158 volte

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