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Attenzione

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Sono sempre più serie le condizioni di pericolosità della Chiesa di San Bartolomeo di Sezze, edificio del XII secolo adiacente l'ospedale San Carlo. Il tetto della chiesa è praticamente crollato ed i muri perimetrali e la facciata presentano delle serie lesioni come da vari sopralluoghi tecnici comunali. Per impedire l'accesso alla struttura solo una rete metallica divelta e niente altro. Nei mesi scorsi la tela raffigurante il "Martirio di San Bartolomeo" all'interno della navata è stata messa in salvo dalle piogge, grazie all'intervento dei vigili del fuoco di Latina sotto la supervisione della Prefettura di Latina e del Mibact. Da allora la situazione del tetto è ulteriormente peggiorata ed alto ora è il rischio che la struttura possa cedere anche nei muri laterali. Ultimamente in consiglio comunale, in occasione di uno dei tanti question time, la pericolosità della Chiesa è stata posta all'ordine del giorno. L'assessore al patrimonio del Comune di Sezze, Pietro Ceccano, si è limitato a rispondete che la struttura, stando alle carte, è di proprietà del Fec (Fondo edifici di Culto), un fondo di proprietà del Ministero dell’Interno, nel cui consiglio di amministrazione ci sono delegati CEI. Un'informazione questa arcinota e inutile a risolvere il rischio di crollo della chiesa. Nella parole del delegato del sindaco nessuna parola in più. Insomma se la struttura è di altra proprietà il Comune di Sezze non può e non deve intervenire? Eppure la chiesa ricade in territorio comunale ed il pericolo che possa crollare è reale. Non servono atteggiamenti pilateschi, l'amministrazione comunale ha il dovere di sollecitare e di pretendere che i responsabili della struttura intervengano per mettere in sicurezza la Chiesa, in attesa dei fondi (se ne parla da anni) per la riqualificazione della stessa. La chiesa, nota anche come chiesa di Sant'Antonio, è attigua all'ex convento, oggi parte integrante del nosocomio setino e si trova in una posizione centrale e nelle immediate vicinanze della scuola media De Magistris. Il luogo ogni mattina è frequentato da centinaia di alunni dell'istituto e dai tanti pazienti che si recano presso la Casa della Salute di Sezze. Cosa dobbiamo attendere?

La giunta comunale di Sezze ha adottato lo schema del programma triennale dei lavori pubblici  2019-2021. Nell’elenco dei lavori previsti per il 2019 figura anche il restauro della Croce monumentale in località Anfiteatro di Sezze. Per la riqualificazione l’amministrazione comunale prevede 100 mila euro di spesa. Si tratta di un intervento che andrebbe a riqualificare un simbolo della città fortemente legata alla Passione del Venerdì Santo e un bene storico dell’intera comunità. Tutta la zona da anni è completamente abbandonata, soprattutto dopo la realizzazione del nuovo anfiteatro voluto dall’amministrazione comunale guidata dall’allora sindaco Zarra, opera rimasta incompleta e su cui ci sono ombre ancora da chiarire. Anche l’opera degli anziani, Viale delle rose, realizzata nel 1986, è stata completamente distrutta. Nella sua semplicità era una passeggiata sul belvedere della città molto suggestiva. Si spera che la Croce in ferro eretta nel 1956 grazie alla donazione delle acciaierie di Terni durante la realizzazione del Teatro Sacro Italiano, sia veramente riqualificata così come tutta l’area. Si spera che sia l'inizio di una nuova era per un luogo magnifico e invidiato da tutti. Un tentativo di rinascita del luogo lo fece nel 2009 l’allora sindaco di Sezze, Andrea Campoli, quando venne realizzato un impianto di 7200 led donato da una società che ridiede finalmente luce all’immensa croce. Nel giro di un anno però il progetto venne bruscamente interrotto a causa di un furto di rame. Da allora il luogo rappresenta uno scempio e un vergognoso esempio di spreco di denaro pubblico.

 

La questione della gestione e dello smaltimento dei rifiuti ha assunto negli anni una dimensione sempre maggiore a livello internazionale e nazionale come conseguenza dell’attuale sistema economico e sociale fondato sulla continua crescita della produzione e del consumo. Il problema non è dato solo dalla quantità di rifiuti prodotti, ma anche dalla loro qualità: i rifiuti pericolosi creano, infatti, impatti devastanti sugli ecosistemi naturali. In Italia si è sviluppata nel corso degli ultimi vent'anni una vera e propria economia parallela fondata sul traffico illegale di rifiuti. Nell'Unione europea le politiche per la gestione e lo smaltimento dei rifiuti sono definite chiaramente già da molti anni da specifiche normative; ma è sempre più necessario promuovere un sistema economico in grado di minimizzare la produzione di rifiuti mentre si incentivano iniziative di informazione e formazione mirate al cambiamento degli stili di vita. Può essere utile definire cosa si intende per rifiuto. La più recente direttiva comunitaria definisce rifiuto "qualsiasi sostanza od oggetto di cui il detentore si disfi o abbia l'intenzione o l'obbligo di disfarsi" . Al di là della definizione giuridica che è stata ed è oggetto di discussione, ciò che possiamo generalmente definire come rifiuto sono tutti i residui della produzione e del consumo che si presentano in forma solida, liquida (se raccolti in un contenitore rigido) e i fanghi. Consultando la banca dati della piattaforma web della provincia di Latina, possiamo analizzare la produzione del rifiuto prodotta e/o raccolta dalla partecipata comunale per l’anno 2017, con una popolazione pari a 24.954 si è avuta una produzione di Rifiuti urbani  10.250,347 tonnellate pari a una produzione pro capite di Kg 410,85, di cui 2340 tonnellate di rifiuti differenziati pari al 23,3% circa, composta dalle seguenti frazioni merceologiche: organica 1.131 tonnellate pari al 47%, Carta e cartone 367, pari al 15%, vetro 471 pari al 17%, plastica 164 pari 7%, rifiuti ingombranti 141 tonnellate pari al 6%, le altre frazioni merceologiche di rifiuti differenziati pari a 164 (t) tra lo 0% e 1%.

 

 

Il disgelo tra le due anime del partito democratico di Sezze sta portando inevitabilmente ad un’efficacia dell’azione politica e dell’amministrazione comunale su diversi settori: ambiente, politiche sociali e lavori pubblici. Dopo la fase iniziale di completo stallo la maggioranza sta iniziando, infatti, a partorire progetti concreti e a vedere i primi risultati rispetto al primo anno, anno zero per la maggioranza Di Raimo e inutile per la città. Oggi il presidente del consiglio comunale Enzo Eramo ed il primo cittadino Sergio Di Raimo hanno avviato un confronto politico impensabile alla vigilia delle elezioni comunali del 2017, quando tra i due la politica viaggiava su due binari differenti e in aula consiliare atteggiamenti e frasi di circostanza non lasciavano spazio ad altro. Oggi si respira un clima diverso, confronto e compromessi sono alla base dell’amministrazione comunale. E proprio di compromessi si riparlerà al giro di boa della consigliatura, quando il sindaco ed il presidente del consiglio comunale daranno probabilmente vita ad un rimpasto di giunta comunale. Pare, infatti, che alla base di questo disgelo ci sia proprio un accordo a rimescolare le carte a metà mandato. Nel corso di questi primi 21 mesi di governo, infatti, inesperienza da una parte e ambizione dell’altra hanno gettato fuori pista più di un assessore, delegati di settori strategici dell’amministrazione comunale. A questo atteggiamento è spesso subentrata l’ingerenza di qualche funzionario comunale nelle scelte politiche dell’Ente, creando dissidi all’interno dei gruppi politici di riferimento e problemi anche di natura istituzionale alla maggioranza. La giunta comunale, composta dal sindaco e dagli assessori Antonio Di Prospero, Vincenzo Lucarini, Paola Di Veroli, Sabrina Pecorilli e Ceccano Pietro, subito dopo la pausa estiva, potrebbe subire un rimpasto proprio alla luce degli scenari politici impensabili quasi due anni fa e soprattutto a causa di derive personali poco convincenti da parte di qualche assessore. Vedremo cosa accadrà.

“Le politiche di promozione turistica dei territori sono vincenti se riescono a consolidare e mettere a sistema strategie integrate unitarie. E’ quindi interesse comune delle parti cooperare per sostenere e promuovere lo sviluppo turistico territoriale dei Monti Lepini con il fine di accrescere il benessere economico delle comunità locali, delle imprese e dei lavoratori e di tutti gli stakeholders territoriali”. E’ con queste parole, contenute all’interno di un protocollo di intenti, che il presidente della Compagnia dei Lepini, Quirino Briganti, ha sottolineato la valenza di un accordo trovato tra la società consortile per azioni che si occupa del territorio della fascia lepina di tre province laziali e la CNA Lazio. Le due realtà hanno deciso di fare fronte comune, sottoscrivendo un documento che è diventato operativo sabato scorso a Carpineto Romano. A firmare l’accordo per la CNA Lazio, in rappresentanza del presidente Erino Colombi, il vicepresidente Marco Misischia. Il protocollo individua tra le due organizzazioni contraenti la condivisione che il turismo rappresenta un ambito importante per lo sviluppo economico dei territori e la consapevolezza che i mercati globali richiedono sempre più offerte e opportunità che coinvolgono gli stessi nella loro dimensione complessa. Secondo entrambi i soggetti l’area dei Lepini è dotata di enormi potenzialità di sviluppo turistico grazie a peculiarità di tipo naturali, ambientali, storiche, culturali ed enogastronomiche, oltre alla vicinanza con Roma.

 Il movimento civico Sezze Bene Comune ha protocollato diverse interrogazioni per il prossimo question time dell’8 marzo. Le consigliere comunali Rita Palombi e Eleonora Contento vogliono vederci chiaro su alcune questioni che riguardano il mondo della scuola, servizi ovviamente essenziali. In merito ai trasporti scolastici SBC interroga il sindaco sull’intenzione della maggioranza di aumentare le tariffe del trasporto.  “I bus scolastici hanno il deposito in via Valle Pazza  - scrivono le consigliere - e ogni giorno un certo numero di scuolabus partono dal deposito per prelevare i bambini per accompagnarli a scuola, gli stessi bus ripartono e tornano nel luogo individuato come deposito per poi ripartire in corrispondenza dell’orario di uscita delle scuole e riaccompagnare i bambini presso i luoghi di prelievo, per un numero di viaggi al giorno per tutti i giorni della settimana. Ma quanti bus scolastici sono destinati al trasporto? Qual è il percorso di trasferimento dal deposito al prelievo del primo bambino in termini chilometrici? Quanto carburante totale ogni anno viene consumato? Quali politiche si stanno promuovendo per incentivare le famiglie all’utilizzo dei bus scolastici?”. Quesiti  che meritano una doverosa risposta. In merito alla mensa scolastica SBC ricorda alla Commissione Cultura che ormai un anno fa era stato portato all’attenzione dei Consiglieri Comunali il regolamento mensa scolastica ed erano stati avviati i lavori per meglio definire la commissione mensa. “Ad oggi – affermano Contento e Palombi -  non si è saputo più nulla in merito al regolamento e tantomeno alla commissione mensa”. Ma esiste un regolamento? E quali sono le iniziative promosse per migliorare la somministrazione dei pasti? Altro tema quello dei buoni pasto che da questo anno possono essere ritirati solo presso gli uffici preposti del Comune. SBC torna a chiedere che venga ripristinata la distribuzione dei blocchetti dei buoni mensa anche a Sezze Scalo.

 

Costruire quartieri popolari nelle periferie di Sezze è stata sicuramente una scelta politica giusta, popolare, una politica per rispondere ai bisogni dei meno abbienti ma l’errore principalmente è derivato dal fatto che, dopo la realizzazione di questi quartieri di edilizia popolare, gli stessi sono stati dimenticati dalle amministrazioni comunali. Dalla fine degli anni Settanta, quartieri come Fontanelle e Crocemoschitto, infatti, sono rimasti privi di sviluppo, ghetti abbandonati dai rappresentanti istituzionali che negli anni si sono succeduti. Ancora oggi nelle numerose palazzine ERP (Edilizia Residenziale Pubblica) realizzate in queste zone del paese vivono molti nuclei famigliari, parliamo di oltre 300 famiglie, e diverse generazioni sono cresciute e hanno passato la loro vita qui, così come i loro figli e i loro nipoti. Tutti vissuti purtroppo in un contesto isolato, ai margini della società o quantomeno lì dove la politica ha cercato di mantenere quei servizi necessari alla persona. Ma nel quartiere di Fontanelle e in misura minore in quello di Crocemoschitto il tempo pare si sia fermato agli anni Settanta. Nessuna attenzione per i residenti, nessun occhio di riguardo, nessun progresso rispetto a 40 anni fa. Tutto è rimasto spoglio, misero, lontano dai centri abitati che in questi anni hanno fatto progressi. I ragazzi delle Fontanelle sono cresciuti con la speranza di un cambiamento che non è mai arrivato, e con le promesse dei politici che sono state sempre tradite e disattese. Adesso i ragazzi sono diventati degli adulti con famiglie e bambini alle spalle. I loro bimbi a distanza di anni ancora non hanno un parco giochi dignitoso, non hanno un centro di servizi, non hanno alcuna attenzione. Sono quartieri dormitorio e tali resteranno, sono zone dove la politica non vuole arrivare, dove non si propone cultura, non ci sono spettacoli, arte e gioco. Sono luoghi dove la politica puntualmente arriva solo per chiedere consenso e voti. 

Litri e litri di acqua dispersa. Sono sempre più numerose le perdite nelle conduttore obsolete nel centro storico della città con considerevoli e abbondanti sprechi di acqua pubblica. Ultima segnalata in ordine di tempo in via Pitti, in pieno centro storico di Sezze, a due passi dal Municipio, sotto gli occhi degli amministratori comunali. Nonostante le dovute segnalazione alla società che gestisce anche l’acquedotto comunale, qui, da giorni l'acqua si riversa per strada e già è arrivata fino a via Valerio Flacco. Spreco e disagi che ricadono sulle tasche dei cittadini e sperpero di risorse naturali preziosissime.

Per combattere le morosità relative al pagamento dei tributi comunali, la Spl Sezze e l'amministrazione comunale di Sezze hanno attivato una serie di procedure che intendono portare avanti, questa volta, fino in fondo. Sono già partiti avvisi di accertamento e seguiranno riscossioni coattive e pignoramenti contro tutti gli utenti che sono in ritardo con il pagamento della Tari. “Questa volta intendiamo portare avanti la lotta contro i morosi fino alla fine. La SPL, in questa procedura – afferma l'amministratore unico Giovan Battista Rosella - è considerata una agenzia di supporto all’ente comunale ed insieme intendiamo recuperare somme importanti. Nella maggior parte dei casi si tratta di morosità relative ad attività ed esercizi commerciali. Questo vulnus va eliminato perché non è giusto nei confronti di chi paga correttamente i tributi comunali. Siamo stati molto attenti  - aggiunge l'avvocato - a non far cadere in prescrizioni chi non paga da molti anni, inviando avvisi e procedendo ad ingiunzioni di pagamento”.  L’amministrazione comunale di Sezze, in sinergia con la Servizi Pubblici Locale, questa volta, pare fare sul serio. Negli anni passati, in molti casi, si era proceduto nella stessa direzione ma oltre agli accertamenti l’ente comunale e l’azienda che gestisce i rifiuti solidi urbani di Sezze non erano andati. In ballo ci sarebbero grandi attività commericali ed esercenti che non pagano l’immondizia da anni, a questi vanno aggiunti gli evasori, ossia tutti coloro che hanno dichiarato un cubatura ridotta rispetto a quella reale. Insomma gli ammanchi per il Comune di Sezze sono spaventosi. Si parla di oltre un milione di euro ogni anno, per una percentuale del 25% di morosi. In pratica il Comune di Sezze dovrebbe incassare circa 4 milioni ogni anno ma ne incassa solamente 3. Le mancate riscossioni, di anno in anno, hanno messo in difficoltà l’esercizio economico della società e lo stesso Comune che ha dovuto far fronte alle perdite. In misura minore le morosità riguardano i singoli utenti ma, anche per questi, la SPL ha proceduto allo stesso modo.

È di qualche giorno fa la notizia che la Giunta Comunale di Sezze con propria delibera ha approvato c.d. “PROGETTO AMBIENTE”, al fine di risolvere tutta una sere di problematiche collegate alla gestione dei rifiuti, alla pulizia del territorio, promuovendo progetti educativi ambientale attraverso incontri con esperti del settore per gli alunni di ogni ordine e grado delle scuole pubbliche locali, oltre a voler investire nella tematica le associazioni, le parrocchie, i centri sociali e le organizzazioni sindacali. Inoltre, il progetto prevede accordi con organismi del settore per il raggiungimento degli obiettivi di educazione al corretto conferimento, al controllo di zone critiche della città e alla segnalazione dei trasgressori. I Principi ispiratori di tale delibera sono contenuti già nel documento nato dopo la Conferenza ONU su Sviluppo e Ambiente tenutasi a Rio de Jainero, nel 1992, conosciuto nel mondo dei più come “AGENDA 21”, dove nel capitolo 28 della Agenda 21 invitano le autorità locali a giocare un ruolo chiave nell'educare, mobilitare e rispondere al pubblico per la promozione di uno sviluppo sostenibile. Le autorità debbono intraprendere dal 1996 un processo consultivo con le loro popolazioni cercando il consenso su un'Agenda 21 locale. Attraverso la consultazione e la costruzione di consenso, le autorità locali possono imparare dalla comunità locale e dalle imprese e possono acquisire le informazioni necessarie per la formulazione delle nuove strategie. I programmi, le politiche ed i piani assunti dalla amministrazione locale potrebbero essere valutate e modificate sulla base dei nuovi piani locali così adottati. L'Agenda 21 contiene proposte dettagliate per quanto riguarda le aree economiche, sociali e soprattutto ambientali: lotta alla povertà, cambiamento dei modelli di produzione e consumo, dinamiche demografiche, conservazione e gestione delle risorse naturali, protezione dell'atmosfera, degli oceani e della biodiversità, la prevenzione della deforestazione, promozione di un'agricoltura sostenibile ed altro ancora. Auspichiamo che dopo un ritardo oltre ventennale, finalmente, si voglia in qualche modo riannodare i fili di questo processo che porti alla costituzione dei forum costituito da tutti i soggetti portatori di interesse, al fine  di  approdare ad una elaborazione di un “PIANO di AZIONE AMBIENTALE”, il quale può solo portare vantaggi alla comunità tutta.