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Pasqua è la speranza che fa la differenza

Apr 19, 2025 Scritto da 

 

 In un tempo così difficile, in cui non riusciamo spesso a comprendere quanto accade intorno a noi, in cui ogni giorno contiamo le vittime delle guerre e delle violenze che si consumano incessanti in ogni angolo del mondo, in cui a livello internazionale dominano perplessità e sfiducia, in cui le relazioni personali mancano della limpidezza degli sguardi e dell’immediatezza amorevole delle parole e dei gesti e i semi di pace e di speranza faticano a germogliare, la Pasqua ci sollecita a non essere semplici spettatori della storicità in cui siamo immersi, a non subirla passivamente, ma ad assumerla nelle nostre esistenze, a farcene carico, a trasformarla con la forza mite, paziente e tenace dell’artigiano e il coraggio instancabile del visionario.

 
Pasqua è la resurrezione di Cristo, la sua vittoria sulla morte, evento centrale della fede cristiana, è una Via di Vita pressante che ci invita a renderci protagonisti di un nuovo inizio, di una realtà che deve ancora accadere e non assomiglia in nulla al passato che abbiamo conosciuto e sperimentato.
 
Se crediamo che Cristo è risorto, non possiamo restare inerti e indifferenti e tantomeno continuare a fare le sentinelle di un sepolcro vuoto, immobili e apatici rispetto agli eventi che si susseguono a ritmo incalzante.
 
Pasqua non è un balsamo o una carezza per le coscienze assonnate, ma un sussulto destabilizzante, in grado di mettere radicalmente in discussione il piccolo mondo delle nostre convenienze.
 
Al di là delle singole fedi, dei credi e anche delle insofferenze superficiali o ragionate, Pasqua è scegliere da che parte stare, è una sfida aperta alla logica antiumana che divora i corpi, annichilisce la dignità, soffoca i pensieri, avvelena legami e relazioni e sgretola ogni valore.
 
Pasqua è speranza di rinnovare il mondo, nonostante tutto, ma richiede la disponibilità ad impegnarci, a dare il nostro contributo. Rimboccarci le maniche, fare volontariato, aiutare un vicino di casa, andare a trovare un ammalato, facilitare il confronto e il dialogo fra le persone significa cambiare in meglio la realtà a partire dal nostro piccolo, dalle nostre azioni, dalla nostra vita di tutti i giorni, è migliorare “dal basso” noi stessi e gli altri ed è tutt’altro che velleitarismo o sentimentalismo buonista a prezzi stracciati.
 
La passività, il ripiegarsi nella logica della semplice attesa, l’inerzia rappresentano una condizione a cui non possiamo e non dobbiamo adattarci e rassegnarci, altrimenti il mondo resterà immerso nella penombra e non riuscirà a rivedere la luce non solo della resurrezione ma neanche della speranza.
 
La speranza fa la differenza, significa essere fiduciosi nel domani, nei giorni che verranno. Non avere speranza è rannicchiarci come tartarughe nel coriaceo guscio dell’indifferenza, è chiuderci a riccio a protezione dei nostri privilegi, illudendoci che l’egoismo sia la dimensione migliore del vivere, dimenticando quanti vivono accanto a noi, trascurando le loro esigenze ed omettendo tutti quei piccoli gesti di amore che ci rendono persone migliori e costano solo una briciola del nostro tempo.
 
Dobbiamo alimentare dentro di noi la tensione all’idealità, alla giustizia, alla legalità, alla pace e alla libertà. Questi temi si scontrano con la vita quotidiana che certamente è fatta di arranchi, errori, impotenza ma anche di strade che si possono intraprendere, vie libere e luminose che aspettano soltanto di essere percorse. Dobbiamo renderci protagonisti di un rinnovamento culturale e di mentalità, avere la forza di vedere oltre, di guardare in alto e non abbassare gli occhi e soprattutto di non stancarci, di non demordere anche se le difficoltà sono tantissime.
 
Il mondo in cui viviamo non è puro, ma pieno di avversità, malvagità e scelte scellerate, che qualcuno ha fatto e altri purtroppo si accingono a fare. Passare all’azione è fondamentale. Forte è chi combatte, debole e inutile è chi invece, per paura o per calcolo, rinuncia all’idealità.
 
L’ideale di suo è irrealizzabile, ma l’agire concreto si nutre della sua linfa e l’utopia diviene percorribile e possibile come operatività imperfetta. L’imperfezione è una caratteristica di questo mondo, ciò che lo rende così come lo conosciamo. Rinunciare agli ideali lo impoverisce e uccide, mentre l’approssimarci ad essi, comprendere che esiste il piano dell’assoluto e quello del fattibile è il meglio che possiamo fare.
 
Pasqua è uno stimolo a riflettere sul senso del nostro vivere, è aprirci alla vita nuova che Cristo ci ha donato, è sperare in un futuro dove possono trovare realizzazione le nostre idee più belle, in una vita migliore sulla terra e nell’aldilà.
 
Buona Pasqua!
Pubblicato in Riflessioni
Ultima modifica il Domenica, 20 Aprile 2025 05:46 Letto 158 volte
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