Il vicepremier Matteo Salvini vuole rendere obbligatorio per tutti gli studenti l'uso del grembiule a scuola. Si tratta di un vecchio cavallo di battaglia del leader della Lega per riportare ordine e disciplina: lo ha ribadito nei giorni scorsi in un comizio elettorale. Il ministro della Pubblica Istruzione Marco Bussetti si è immediatamente sintonizzato sulla stessa lunghezza d'onda dichiarandosi favorevole perché, secondo lui, il grembiule annulla le differenze sociali. Simili affermazioni, espresse con superficialità e disinvoltura da due importanti esponenti del Governo, hanno il sapore di mera propaganda e di demagogia. Si tratta di scorciatoie e di frasi banali finalizzate soltanto a suscitare applausi nei comizi da parte di chi vuole cavalcare gli istinti temerari della gente. In realtà, il grembiule, pure col fiocco, esiste già nelle scuole materne ed elementari. Solo che non è obbligatorio ed è diffuso in modo disomogeneo nelle scuole, secondo le decisioni adottate dai relativi Regolamenti di Istituto. Grembiuli di color rosa e bianco per le bambine, nero e azzurro per i maschietti. Purtroppo i due illustri Ministri ignorano o fanno finta di ignorare le norme scolastiche in vigore! Si tratta di ignoranza o di pura demagogia? Fatto è che i Presidi si sono immediatamente ribellati invitando i due Ministri a prendere sul serio i problemi della Scuola, soprattutto in merito all'edilizia scolastica che versa in condizioni pietose e alle condizioni precarie degli insegnanti, per nulla ripagati per l'impegno e il duro lavoro che giornalmente affrontano con passione e dedizione. Chi non desidera che nelle scuole ci sia più ordine e disciplina? Il problema è individuare i mezzi e le soluzioni didattiche ed educative adatte e concordate con le famiglie e con i soggetti istituzionali presenti sul territorio. Molto più ingannevole e subdola è l'altra tesi del Ministro della Pubblica Istruzione, secondo la quale il grembiule abolisce le disparità tra ricchi e poveri garantendo l'uguaglianza. Incredibile! Magari fosse così semplice abolire le diseguaglianze! In verità sono le condizioni di partenza, l'ambiente familiare e sociale molto spesso a determinare i successi o gli insuccessi finali. Anzi, il grembiule è stato e può essere la coperta che nasconde le differenze esistenti e le lascia inalterate. Niente contro l'uso del grembiule, dunque, deciso dal Consiglio di Istituto, ma bisogna essere chiari e decisi nel ribadire che il futuro dei ragazzi e l'ordine non si ottengono indossando il grembiule. La scuola riflette le differenze sociali ed economiche ma ha il dovere e il compito, sancito dalla Costituzione, di essere obbligatoria e gratuita per tutti e di consentire ai meritevoli e capaci, anche se privi di mezzi, di raggiungere i gradi più alti degli studi. I bambini non sono uguali e bisogna partire dal loro status per garantire loro pieno sviluppo educativo e formativo. Altra questione invece, è pretendere un abbigliamento decente e rispettoso di sé e degli altri: un abbigliamento dignitoso e idoneo per un luogo pubblico, che non urti la sensibilità altrui e concorra a creare una serena atmosfera di convivenza civile.