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Sabato, 29 Febbraio 2020 09:18

Coronavirus davanti alla TV

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Siamo in molti, credo, a trascorrere queste ultime giornate di Febbraio incollati alla TV, sempre più in ansia e in attesa di notizie confortanti per i nostri connazionali e per tutti coloro che sono stati contagiati da questo terribile e sconosciuto virus. L'allarme e la psicosi si sono diffusi ovunque. Passano davanti agli occhi smarriti immagini spettrali come paesaggi lunari, città deserte, lunghe file davanti ai negozi. Torna alla mente l'assalto ai forni di manzoniana memoria. Fortunatamente noi siamo fuori e lontano dalle zone rosse. Non siamo in quarantena. Eppure non siamo affatto tranquilli: Il coronavirus è incontrollabile, è incontenibile, può arrivare da un momento all'altro. Non si conosce ancora esattamente il focolaio né tantomeno le cause. Nonostante l'impegno eroico di medici e di scienziati, il vaccino è lontano. Il virus, così, si infiltra nella nostra mente, nel nostro essere umano. E la eventuale infezione si trasforma in morbo, in peste: da allarme si trasforma in panico. Cosa c'è, del resto, di più impalpabile e misterioso? Di più globale e universale? Tutti i Paesi, prima o dopo, vengono in qualche modo contagiati. Esso attraversa mari e monti, si espande da Nord a Sud: non ci sono muri e barriere che lo possano fermare! Eppure, davanti alla TV, il nostro isolamento perde di colpo la sua consistenza. Così viene meno il coraggio e ogni filo di certezza. La prima riflessione che mi passa per la mente, stando davanti alla TV, è che il contagio mette in palese evidenza che nel mondo di oggi le distanze non hanno più nessuna consistenza fisica e materiale, che nessuno di noi uomini può considerarsi totalmente estraneo agli altri. Che la vita umana è avvero fragile se basta un virus a trasformare immediatamente il nostro modo di essere e la nostra esistenza. Ma, in secondo luogo, mi consola il pensiero che nessuno è solo, nel bene e nel male. Neanche restando chiusi in casa o rintanati in un bunker o in un eremo. Il pianeta Terra è diventato un "atomo" come recita il poeta G. Pascoli; sempre più piccolo e fragile. Inutile, quindi, affidarsi alle divisioni in Nazioni, Regioni, Province, Comuni: nessuno di noi è un'isola! Tappati a casa, davanti alla TV, ci si accorge di quanto abbiamo bisogno dell'altro, di quanto ci manchi l'altro: di quanto ci manchi il rumore della quotidianità, il vociare dei bambini, lo sguardo allegro dei nipotini. E allora, per concludere, non serve gridare al lupo al lupo, come ha fatto qualche eccellente uomo politico, se poi si è costretti a fare una grottesca marcia indietro, passando rapidamente dal"chiudere porti e frontiere" al "tana libera tutti." Il cittadino deve   sentirsi tutelato dalla scienza e venire correttamente informato, in modo da poter valutare il fenomeno per quello che è: grave ma non imbattibile. Bisogna far prevalere la scienza sui fantasmi. " Bisogna far prevalere la razionalità sulla irrazionalità!" (Sergio Mattarella, Presidente della Repubblica). 

 

 

"Crescete con i valori con cui è cresciuta lei e questo paese sarà un paese migliore". Una frase che racchiude il pensiero di una intera città che oggi, ricordando Linda Grassucci, le ha voluto intitolare l'impianto sportivo di via Roccagorga. Questa mattina la cerimonia di intitolazione alla presenza delle autorità locali, dei parenti, sportivi e amici della campionessa di karate scomparsa recentemente.  "Oggi abbiamo riportato il nostro pensiero a un giorno triste, il giorno in cui Linda è stata chiamata a portare altrove il suo sorriso, la sua forza, il suo coraggio - ha detto il sindaco a nome di tutta l'amministrazione comunale di Sezze -  ma lo abbiamo fatto con un gesto di memoria, di ricordo per una ragazza che a questo paese ha dato tanto, come donna, come madre e come sportiva. Pensiamo che oggi, nell'intitolare il tensostatico a Linda Grassucci, si sia riconosciuta l'importanza del valore umano che la caratterizzava e il valore e importanza dello sport. È stata, è e sarà, e siamo sicuri che il suo insegnamento rimarrà vivo e sarà per molto tempo stella cometa di tanti giovani che si avvicinano e praticano il Karate e discipline simili. Questa struttura sportiva è la scelta migliore per ricordarla perchè è simbolo di sport, sacrificio, rispetto, condivisione, lealtà, passione. Lasciamo una missione a tutti i giovani che praticano lo sport".

 

 

 

 

 

 

 

L'Amministrazione Comunale di Sezze, nella persona del sindaco Sergio Di Raimo, ha premiato gli alunni della scuola secondaria di primo grado I.C. Pacifici Sezze-Bassiano per la partecipazione alla Finale Provinciale di Corsa Campestre dei Campionati Sportivi Studenteschi di Latina a.s. 2019/2020. La cerimonia di consegna degli Attestati di Merito agli alunni si è svolta ieri. Oltre al primo cittadino, presente la Dirigente Scolastica Fiorella De Rossi e i docenti del Gruppo Sportivo Alessandra Corsetti, Gianfranco De Rocchis e Antonio Tasciotti. Tanta l’emozione per i ragazzi e le ragazze sportive che hanno preso parte alla gara agonistica e grande la soddisfazione della Preside e dei professori che hanno seguito gli studenti durante questa bella e formativa esperienza. Complimenti ragazzi!

 

 

“3 mesi dopo sono qui...è stata dura e continuerà ad esserlo, ma io ci sono per tutte e due e non mollerò mai!”. La campionessa di Karate Nilde Grassucci dedica questa nuova vittoria alla sorella Linda, scomparsa recentemente dopo una lunga malattia, anche lei indimenticabile campionessa del mondo. Il 15 e il 16 febbraio scorso, nel Palagolfo di Follonica, il Team Karate Grassucci ha partecipato alla gara internazionale open di Toscana Fijlkam 2020, a cui hanno preso parte oltre 1600 atlete. Il Team di Sezze ha riconfermato tutte le categorie WKF e riconfermata anche la categoria master di Kata nella quale Nilde Grassucci è salita sul podio con un argento. Altro importante risultato della Setia Sport quello raggiunto da Carlotta Morazzano per il Kata Junior a Velletri lo scorso 2 febbraio. L’atleta è riuscita a passare le qualificazioni regionali Fijlkam e ora si prepara per il campionato italiano che si terrà ad Ostia il prossimo 14 marzo. Ancora complimenti e avanti tutta!

 

Linda Grassucci

 

 

 

 

Siamo tutti indignati per quanto accaduto presso la scuola dell’Infanzia di Sezze Scalo. Nella notte fra domenica e lunedì ignoti si sono introdotti nei locali della scuola e hanno imbrattando un'aula con la tempera usata dai bambini, rovesciando giochi e rubando 3 mini-stereo e un lettore Dvd. La denuncia di quanto accaduto è stata fatta direttamente dalla dirigente scolastica Carolina Gargiulo. “Cosa pensavano di trovare in un asilo? Ho immediatamente denunciato l'accaduto  - ha scritto la preside sul suo profilo - e i Carabinieri ora indagano. La scuola, i genitori e l'amministrazione comunale si stanno prodigando per rendere sempre più bello ed accogliente il plesso ed è inaccettabile che vigliacchi nottambuli rubino sussidi e strumenti didattici che sono di grande utilità per le docenti e per i bambini. Una sola parola ancora: Vergogna!”. Vergogna e rabbia per il degrado che avanza allo Scalo e in altri quartieri di periferia. Vergogna per come sta crescendo una generazione di ragazzi e ragazze, senza valori, senza stimoli e senza una strada e una guida da seguire. L’atto vandalico nella Valerio Flacco non è il primo. Già in passato lo stesso Plesso era stato preso di mira per simili reati. Atti non da poco conto… e non definiamole "bravate" ma chiamiamole col proprio nome: microcriminalità, che va perseguita e punita.  

 

La Dirigente scolastica Carolina Gargiulo

 

E’ finito da poco l’incontro in Prefettura tra il Prefetto di Latina, Maria Rosa Trio, il direttore generale della Asl di Latina, Giorgio Casati, i Responsabili del dipartimento di igiene e prevenzione, il Questore, il Comandante provinciale dei Carabinieri, il Comandante provinciale della Finanza ed il Comandante dei Vigili del Fuoco. Presenti anche i sindaci della Provincia, tra cui il sindaco di Sezze Sergio Di Raimo. Il prefetto ha comunicato che nel territorio provinciale non c'è alcuna emergenza e ha invitato a mantenere alta l'attenzione, evitando di parlare di un rischio imminente. Lo stesso Di Raimo per il territorio di Sezze, dopo la comunicazione di ieri relativa al ritorno da Venezia di setini, ci tiene a tranquillizzare i cittadini dichiarando che “anche per i sezzesi al momento non ci sono rischi”. Anche il sindaco invita a non generare allarmismi inutili e pericolosi. “È emerso in modo chiaro - afferma - che la situazione di tutta la provincia è monitorata e ad oggi non ci sono casi di contagio e quindi bisogna stare tranquilli. Si è parlato anche del caso specifico riguardante i cittadini di Sezze rientrati ieri sera, come anche di casi riguardanti altri paesi della provincia, ed è emerso che l'atteggiamento dell'amministrazione comunale (fra l'altro condiviso con la ASL) è stato quello giusto”.

 

IL convegno sulla Vitis Setina, organizzato dalla Società Friulana di Archeologia in collaborazione con i Comuni di Moruzzo (Udine) e di Sezze, previsto per sabato 29 febbraio a Moruzzo, è stato rinviato a tempi migliori per l’emergenza del coronavirus. Lo comunica in una nota Vittorio Del Duca, promotore del convegno.

 

Manca poco più di un mese al 29 marzo al giorno del referendum confermativo della riforma del Movimento 5 Stelle che taglia il numero dei parlamentari. Il voto del popolo dovrà confermare o meno il taglio delle poltrone dalle attuali 945 a 600 totali (200 senatori e 400 deputati). Il referendum non avrà quorum, sarà sufficiente che il numero dei SI superi quello dei NO.  A Sezze il referente per il sì è Paolo Di Capua, il quale da oggi inizierà una campagna referendaria su tutto il territorio comunale.

 

Lunedì, 24 Febbraio 2020 06:51

Daniele Nardi voglio ricordarti così...

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Daniele appartiene alla storia insieme al suo compagno di scalata Tom Ballard, congiunto in un abbraccio senza tempo a quella montagna che tanto ha amato e inseguito, che gli è entrata dentro come una dolcissima ossessione, gli ha rapito l’anima e lo ha voluto parte di sé definitivamente.

Saperlo lì, sospeso in cordata con Tom, lungo quello sperone di roccia e ghiaccio battuto da tormente, cullato da venti gelidi che soffocano il respiro e che ha sfidato con rispettoso timore, immerso nel profondo silenzio di una natura ostile scalfito solo dal frastuono cupo delle valanghe, dal crepitare dei seracchi, degli accumuli di neve gelida che inesorabili e incessanti precipitano verso il fondovalle, indomito nel tentativo, sottratto ad ogni contingenza temporale, di scalarlo e superarlo per raggiungere la tanto sospirata vetta, in una fusione piena di spirito e materia, umanità e natura che rappresenta il senso ultimo di tutte le sue straordinarie imprese, non allevia il dolore ma rende più sopportabile la sua assenza.

Passeggiando nel giardino della memoria, rigogliosi fioriscono i ricordi dei saluti fugaci accompagnati dalla convinzione di un sicuro rivedersi, delle frasi scambiate a volte così per caso, dei racconti delle imprese che amava condividere con contagioso ed esuberante entusiasmo, trasmesso prima che con le parole con i suoi occhi roventi di febbrile passione per le cime solenni delle montagne e magnificamente capace di avvincere ogni interlocutore.        

Azzardo, incoscienza, ambizione di tentare una scalata estrema, calcolo ponderato di rischi e probabilità di riuscita per raggiungere un traguardo importante, una conquista senza precedenti e un punto di svolta per l’alpinismo….. Opinioni, convincimenti, parole, nulla più. Quanti hanno goduto della sua amicizia conoscono il sacro fuoco che gli ardeva dentro e che traluce dalle sue parole: “C’è un bisogno d’Assoluto che mi spinge a fare quello che faccio; c’è anzi la convinzione che un Assoluto esista, da qualche parte, magari solo un po’ più su di dove io riesco ad arrivare con le mie forze, al di sopra di nuvole e venti. Ma quel che sento, quando salgo per quelle pendici, non è tanto il Giudizio, ma l’Armonia, la libera Armonia con tutto ciò che mi circonda, e in fondo, con me stesso. Conquistare una montagna è anche, per me, conquistare quest’Armonia. Di più. Forse soltanto attraverso la montagna riesco ad arrivare all’Armonia con me stesso e con tutte le cose”. Ha voluto non accontentarsi della mediocrità e tentare l’impresa mai riuscita, probabilmente impossibile, una sfida per incontrare ed assaporare un pezzetto dell’agognato Assoluto, della desiderata Armonia.

Lo Sperone Mummery, “un dito di roccia e ghiaccio che punta diritto alla cima” del Nanga Parbat, in Himalaya, era il suo pensiero, il suo sogno, la sua ossessione, termine questo che associato alla sua passione per le ascensioni sulle grandi vette non possiede alcuna connotazione patologica, non palesa decurtazioni di lucidità e ragione, piuttosto racconta una spinta forte alla riflessione e alla ricerca. “Le vie più incredibili, le linee più eleganti nascono da due battaglie, una tecnica e una interiore, dentro le nostre parti più oscure. Ognuno di noi nasconde una paura atavica, inconfessabile, che ci teniamo stretti. Una paura con la quale ci confrontiamo e lottiamo costantemente ogni giorno. È un’amica? Ci salva la vita? Oppure ci annienta e ci blocca sempre di più?”. Parole inequivocabili le sue che testimoniano l’incessante lavorio su se stesso alla ricerca delle motivazioni ultime e delle energie indispensabili di cui fare scorta per scalare innanzitutto la montagna dell’interiorità, condizione preparatoria necessaria che rende possibile ogni impresa in qualunque campo. 

Un alpinista è un esploratore, non resiste a una via di cui si è innamorato, non può sottrarsi al desiderio di tentarla. Perché la visione iniziale è diventata un’idea, e l’idea un progetto a cui pensa tutti i giorni e a cui dedica le sue energie migliori”, ci ha lasciato scritto e questa sua convinzione rivela il senso pieno dell’impresa che ha tentato, cercando di percorrere “Una delle vie più eleganti che siano mai state immaginate”, armato di piccozza, di ramponi, di corda e di coraggio. 

L’alpinismo, il non sport della montagna, nel quale non ci sono regole se non quelle etiche, che come spesso accade nei consessi umani vengono dimenticate, tralasciate e trasgredite, lo ha incarnato pienamente pur vivendolo per lo più in solitaria. Umile ragazzo nato a Sezze, una città del Lazio arroccata su una collina verdeggiante, primo contrafforte dei Monti Lepini, dominata alle spalle dal Semprevisa, scalatore autodidatta e primo alpinista nato sotto il Po ad aver conquistato l’Everest e il K2, ha faticato molto per essere capito ed accettato dagli alpinisti del nord, i quali lo chiamavano simpaticamente Romoletto, un modo anche per marcare una distanza. Si è dannato l’anima per dimostrare quanto valesse, per entrare nel gotha dell’alpinismo attraverso la porta principale ed essere riconosciuto come professionista. E ci è riuscito, a dispetto di tutti e tutto. La geografia non è affatto un destino ed anche un terrone può scalare le montagne.

A noi che condividiamo con lui la nascita e il vivere in questa terra bella e ruvida, sospesa tra le asperità delle colline che si inerpicano verso gli Appennini e gli spazi infiniti della pianura che si apre verso il mare, non meraviglia affatto la sua tenacia, la sua determinazione, il suo coraggio, il suo desiderio di affermazione e riscatto: è la caratteristica identificante e qualificante la sua gente. Sul Nanga Parbat ha portato una parte di noi, che resterà con lui e con Tom per sempre.

 

 

 

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa del PD di Sezze.

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Abbiamo letto  con stupore le dichiarazioni rese alla stampa dal Consigliere Giovanni Bernasconi sui lavori di Acqualatina  relativi alla condotta che collega le Sardellane con Villa Petrara. Non abbiamo voluto rispondere alle ingenerose polemiche del consigliere Bernasconi anche quando, all’indomani della sua adesione ad ItaliaViva, ha preso le distanze dal Partito Democratico locale, partito che, dopo una lunga militanza, gli ha permesso di ricoprire incarichi di primo piano sia a livello comunale che provinciale.
Questa volta vogliamo fare alcune precisazioni. L’investimento da parte di Acqualatina di 800.000 euro per la sistemazione della condotta idrica Sardellane - Villa Petrara è il risultato di una lunga battaglia che ha visto coinvolti sia i rappresentanti della maggioranza che dell’opposizione attraverso convocazioni di Consigli comunali, commissioni consiliari ed incontri con i vertici di Acqualatina. Ricordiamo che il ritardo dell’inizio dei lavori sulla condotta in argomento ha portato il nostro Sindaco a non votare il bilancio di Acqualatina come forma di protesta. Non è la prima volta che il Consigliere Bernasconi cerca di  rivendicare meriti non propri, oppure di delegittimare l’impegno altrui.
Non ci aspetteremmo un comportamento tale da chi ha sperimentato in prima persona svolgendo ruoli di vertice all’interno dell’istituzione provinciale le difficoltà e le lungaggini nella risoluzione dei problemi che elegantemente non gli sono state addebitate, ad esempio siamo soddisfatti che dopo tante sollecitazioni negli anni da parte della nostra amministrazione comunale, si porteranno a compimento gli interventi di messa in sicurezza della strada provinciale degli archi di San Lidano. I lavori sulla storica condotta Sardellane - Villa Petrara, snodo fondamentale per la distribuzione idrica sul nostro territorio, rappresentano un risultato importante per l’intera comunità. Il tentativo di rivendicare i meriti personali ci sembra una polemica inutile e un modo per cercare un po’ di visibilità.