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Crescono di giorno in giorno le adesioni a tutela del Belvedere di Santa Maria di Sezze. L’iniziativa social lanciata dal Comitato “MurodellaTèra” con la Cartolina “#Iosonounodeicinquanta” sta raccogliendo condivisioni straordinarie sui social a conferma che tanti cittadini sognano una Sezze diversa dove ancora esiste il rispetto della storia, delle tradizioni e di luoghi che fanno parte della nostra comunità. Goccia dopo goccia, ognuno a suo modo, sta esprimendo con passione e forza il desiderio di non vedere stravolto il Belvedere di Santa Maria. Pian piano, anche i meno appassionati, stanno rivedendo le loro posizioni e nelle ultime ore stanno capendo e dimostrando di tenere molto a quello che rappresenta, nella sua semplicità, l’ultimo baluardo di una Sezze che sta per essere completamente cancellata, insieme a vestige di un passato che tutti insieme dobbiamo tutelare e valorizzare. Uniti non saremo mai soli. La conservazione intatta del Belvedere rappresenta oggi l’emblema di un riscatto sociale rispetto ad un passato dove scelte politiche sbagliate hanno purtroppo cancellato buona parte della nostra storia, delle nostre radici. Semplici cittadini, docenti, operai, artigiani, cantanti, musicisti, alunni, pensionati si stanno unendo in una battaglia pacifica e trasparente contro quello che potrebbe rappresentare un nuovo scempio perpetrato ai danni della nostra città, come lo è stato in passato per l’Anfiteatro, per la Piazza dei Leoni, per Porta Pascibella, per il centro storico e per altri luoghi simbolo della nostra città. Non sapremo come andrà a finire, perché non saranno certamente i cittadini a potere e dover decidere se mettere o meno il Monumento di San Lidano al centro del Belvedere, ma certamente un bel giorno potremmo ben dire che siamo stati tra coloro i quali, ad un certo punto, hanno detto di No a gran voce.

La Cartolina del Comitato Murodellatèra

 Riportiamo integralmente la riflessione di Vittorio Accapezzato in merito alle dichiarazioni del sindaco di Sezze sul monumento di San Lidano che questa amministrazione comunale vuole edificare al centro dell'unico belvedere di Sezze.

 “Qui siamo 25mila abitanti e se 50 di questi sono contrari non possono pretendere di condizionare gli altri 24950”.  Parole dure e contrarie ai veri principi di democrazia popolare. È un linguaggio di retaggio di democrazia rappresentativa e non diretta. È da diverso tempo che la democrazia rappresentativa non funziona più.  Lo scollamento tra rappresentanti e rappresentati è aumentato notevolmente. L’epoca nella quale la democrazia rappresentativa riusciva a interpretare i bisogni della società è da tempo finita.  Oggi con i problemi non passano solo attraverso i rappresentanti eletti formalmente, ma attraverso una forma più democratica e partecipativa che vede il coinvolgimento diretto delle persone nelle decisioni che le riguardano.  In questi ultimi anni è cresciuta, in tante amministrazioni, l’attenzione nei confronti del coinvolgimento dei cittadini ai processi decisionali.  Infatti, lo scopo principale della democrazia partecipata è la capacità di ravvicinare l’atteggiamento delle istituzioni alle necessità dei cittadini, ma anche di migliorare l’efficienza della mansione pubblica rendendo il cittadino protagonista. La partecipazione diretta dei cittadini alle scelte di trasformazione non è solo una scelta politica o culturale, ma una componente importantissima nei processi di trasformazione urbana finalizzata alla coesione sociale, poiché la “città vera è quella degli abitanti che la vivono.  La democrazia partecipata è una risorsa per lo sviluppo e la coesione sociale. Con essa potranno essere prese in analisi le capacità, le professionalità dei cittadini e delle associazioni ottenendo un ruolo attivo e propositivo. Un’amministrazione comunale che si definisce democratica, deve promuovere la partecipazione attiva dei cittadini alla vita pubblica del paese. Non deve mirare all’esercizio esclusivo del potere bensì alla collaborazione con la popolazione amministrata per una scelta condivisa.  Ci si resta delusi, sia dai modi utilizzati per scelte così importanti che hanno notevoli ricadute sul territorio di Sezze già martoriato da precedenti scelte dovute a vecchie e irrazionali logiche gestionali. La democrazia viene dal basso, non calata dall’alto. La forza motrice della vera democrazia è la partecipazione collettiva nel pieno rispetto delle regole.  Occorre attivare il processo partecipativo tra i cittadini e i governanti, affinché ci sia un rapporto diretto di confronto per una scelta partecipata e liberale in modo da raggiungere contributi importanti ai processi di decisioni e il riconoscimento del cittadino quale protagonista delle scelte relative alla sua comunità.

 

#Sonounodeicinquanta. Una cartolina che nella sua bellezza e semplicità raffigura quello che era il Belvedere di Santa Maria. Il Comitato Murodellatèra ha promosso una iniziativa tutta social volta a sensibilizzare ulteriormente l'opinione pubblica sulla tutela di un patrimonio artistico e paesaggistico che fa parte della nostra storia, della nostra comunità, della nostra vita. Nessuna guerra, nessuna iniziativa contro qualcuno o qualcosa ma solo a favore del Belvedere, di uno dei luoghi più affascinanti di Sezze che merita di essere conservato così come i nostri avi ce lo hanno trasmesso. Alle ore 18 in punto di oggi, il comitato e tanti cittadini hanno postato sui loro profili facebook questa immagine che vuole essere anche una risposta al primo cittadino Sergio Di Raimo il quale, nell'ultimo consiglio comunale, in merito ai lavori, e rispondendo ad un consigliere comunale, aveva apostrofato la domanda dicendo appunto che non saranno cinquanta cittadini a fermare i lavori iniziati e sospesi al belvedere. Il sindaco di Sezze, Sindaco di tutti, così facendo, ha scelto di ignorare una parte dei cittadini che, a più riprese, hanno cercato di capire quale fosse veramente l'interesse di questa amministrazione nel fare proprio al centro del Belvedere il monumento dedicato al nostro amato Santo Patrono. Senza entrare nei dettagli dell'iter il senso di appartenenza è stato comunque ignorato. Il sindaco, infatti, ha scelto la strada dell'esclusione, della non considerazione di una richiesta di confronto sempre trasparente e legittima. Saranno Dieci, Cinquanta, Cento, Mille i cittadini contrari a quel progetto, ma sono pur sempre cittadini che pagano le tasse, rispettano le leggi ed esprimono il loro voto elettorale. Fare la conta, contarsi, facendo divisioni e sottrazioni, non è stato mai elegante né aiuta a ricucire oggi un tessuto sociale sfilacciato e in piena crisi. Promuovere cultura come ha detto bene il sindaco recentemente è anche ascoltare, confrontarsi e capire le istanze dei cittadini e del cittadino. Saranno dieci, cento, cinquanta, sempre cittadini sono. La cultura è tradizione, storia, passato... ma nei fatti.

 

Domenica, 17 Novembre 2019 06:47

Se si insegnasse la bellezza...

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Una città non è solo un agglomerato di costruzioni, case affastellate e strade. La sua dimensione materiale ha valenza simbolica, identifica una appartenenza.

Una città è un corpo vivo, possiede il cuore di chi la abita, il respiro di chi la vive, è rete di relazioni, patrimonio di storie collettive ed esperienze personali, è cultura e saggezza sedimentate e in permanente divenire e crescita.

Una città è comunità, convivialità delle diversità da comporre in un comune sentire che esalta la pluralità e non l’annulla, come i tasselli di un mosaico che hanno ognuno la propria originalità, non sono meramente giustapposti ma ordinati in delicata armonica mescolanza: solo così acquistano significato e possono costruire l’insieme.

Nel nostro tempo la parola identità è assai di moda, è uno slogan abusato e per questo fuorviante, è declinata secondo schematismi che la contraddicono nell’essenza. L’identità è coscienza di sé, della propria storia, dei propri punti di forza, delle proprie qualità e potenzialità e anche dei propri limiti e debolezze, ma è al contempo un magma incandescente, in continua trasformazione che non teme di farsi relazione, di aprirsi e accogliere. Solo includendo cresce, si irrobustisce, si rinnova e ha futuro.

Sezze, noi siamo una comunità millenaria e portiamo la responsabilità di questa nostra storia. Possediamo ricchezze architettoniche, artistiche, culturali, lingua e tradizioni il cui valore sta innanzitutto nella loro originalità. Possiamo contare su una miniera inesauribile di intelligenze, autentiche eccellenze in diversi campi, cui attingere per costruire insieme la città del futuro. È una fortuna non potenziale ma in atto, che ci fa essere ciò che siamo e che potrebbe renderci migliori, se solo fossimo curatori avveduti e appassionati di quanto abbiamo ricevuto in prestito dai nostri figli.

Se tale coscienza la tramutassimo in campanilismo sciocco, in un nostalgico sguardo rivolto all’indietro o peggio in un identitarismo settario, ne facessimo un mero strumento di contrapposizione, rifiuto dell’alterità, negazione del diverso e al contempo esaltazione della nostra autoreferenzialità, faremmo un cattivo servizio alla nostra città poiché tali atteggiamenti portano solo ed inevitabilmente disgregazione. Tuttavia parimenti deleterie sono l’indifferenza e la noncuranza verso le nostre radici, la nostra cultura comunitaria, i suoi simboli visibili, i suoi significati e contenuti in relazione al nostro vivere quotidiano, atteggiamenti questi sempre più frequenti trasversalmente a tutte le generazioni, che rischiano di condurci allo smarrimento e alla fagocitazione in un indistinto senza valori e riferimenti.

Fa male al cuore leggere di deturpazioni compiute ai danni di alcuni tratti delle mura poligonali che cingono la nostra città, testimoni e simboli della nostra antica civiltà. Si sono alzate grida indignate, si è invocato un maggior controllo del territorio e la giusta punizione per i responsabili. Prese di posizione condivisibili. Tuttavia sarebbe ipocrita limitarsi a considerare questo singolo gesto, peraltro di sicuro una bravata di ragazzi colpevoli innanzitutto di essere diseducati al bello e al rispetto dei beni comuni, e non vedere nell’insistente e reiterata vandalizzazione del nostro territorio, nell’incuria e nella progressiva dissipazione del nostro patrimonio materiale e immateriale la causa prima e scatenante di quanto accaduto. A meno di voler ritenere i responsabili di questo atto degli  alieni, avulsi totalmente dalla realtà in cui viviamo, quanto accaduto è il risultato immediato e diretto del nostro fallimento educativo. 

Indiscutibilmente le istituzioni pubbliche hanno una responsabilità primaria nel salvaguardare, conservare e rendere fruibili le nostre bellezze ed occorre che mettano in campo un’azione coordinata e continuata nel tempo a tale fine. Dissuadere mediante i controlli e sanzionare sono un aspetto non secondario, ma è impensabile e impossibile militarizzare un intero territorio. Bisogna ripartire dalle nostre scelte personali. Biasimare e condannare gli autori delle scritte su quei sassi millenari non ha senso se poi ci autoassolviamo ogni qualvolta con gesti e scelte eclatanti o piccole e irrilevanti ci uniamo alla sistematica deturpazione di Sezze: una finestra allargata, uno scarico abusivo, l’abbandono sistematico dei rifiuti, il pensare che una strada sia stata riqualificata e ripavimentata non per restituire qualità del vivere alle persone la abitano, ma per renderci più agevole il parcheggio della nostra auto fin sotto casa. E l’elenco potrebbe essere infinito, lo sappiamo bene.

Sezze ha bisogno non di bravi predicatori, ma di testimoni, capaci di tradurre l’amore per il bello e per la nostra storia, declamato con la bocca, in azioni e scelte quotidiane coerenti e conseguenti.

Ragionando e riflettendo sono riaffiorate nella mia memoria le parole di un grande italiano poco conosciuto, Peppino Impastato, giornalista, scrittore, poeta, attivista, ucciso dalla mafia a Cinisi (Palermo) in un finto incidente il 09 maggio 1978. “Se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà. All’esistenza di orrendi palazzi sorti all’improvviso, con tutto il loro squallore, da operazioni speculative, ci si abitua con pronta facilità, si mettono le tendine alle finestre, le piante sul davanzale, e presto ci si dimentica di come erano quei luoghi prima, ed ogni cosa, per il solo fatto che è così, pare dover essere così da sempre e per sempre. E’ per questo che bisognerebbe educare la gente alla bellezza: perché in uomini e donne non si insinui più l’abitudine e la rassegnazione, ma rimangano sempre vivi la curiosità e lo stupore”.

Lo strumento educativo più efficace è l’esempio.

Il Guglietto (foto Walter Salvatori)

Ennesimo furto ai danni della Banca Popolare del Lazio a Sezze Scalo. Questa notte intorno alle ore 4 una banda di malviventi è riuscita a smurare il Bancomat della filiale dello Scalo come già era avvenuto altre volte. Sul posto le forze dell'ordine. 

 

 

 

"Chi dorme di più, impara meglio!". Così titolava il giornale la Repubblica martedì 12 Novembre scorso. Non ci voleva molto a capire che quando si è riposati si lavora e si studia di più e meglio. Adesso, comunque, grazie alla ricerca e alla rilevazione di dati compiuti dall'Università "La Sapienza " di Roma, è scientificamente accertato che le cose stanno effettivamente così. Questo studio è servito all'ex sottosegretario alla P.I. Salvatore Giuliano, preside a Brindisi, a sostenere con forza l'ingresso posticipato di un'ora nelle scuole, alle ore 9 anziché alle ore 8. La sperimentazione che lui ha adottato in alcune classi della scuola che dirige ha dato buoni frutti. E' emerso, infatti, che gli studenti che hanno iniziato le lezioni alle ore 9 hanno conseguito nell'arco dell'anno scolastico un netto miglioramento nel rendimento, migliori prestazioni, maggiore attenzione e tempi di reazione più veloci. L'ex sottosegretario avvalora la sua opinione con motivazioni di carattere sociale e psicologico. L'inizio posticipato di un'ora sarebbe un valido strumento contro l'abbandono e contro la dispersione scolastica, diminuirebbe lo stress e farebbe stancare di meno gli studenti. Ritengo che ogni tipo di sperimentazione nella scuola vada incentivato affinché essa stia al passo dei tempi e risponda sempre meglio ai bisogni e alle aspettative dei ragazzi. Ma a me sembra che l'innovazione sperimentata dall'ex sottosegretario presenti alcune grosse difficoltà tanto da renderla inapplicabile. Le scuole, quasi sempre, sono collegate agli orari degli scuolabus, degli autobus, dei treni; gli orari degli uffici e delle aziende coincidono quasi sempre con l'entrata e l'uscita degli studenti. Il posticipo dell'ingresso scolastico comporterebbe necessariamente un diverso coordinamento e uno stravolgimento degli attuali orari. Infatti la scuola non è un servizio a se stante, avulso dal contesto sociale in cui vive. Ciò comporterebbe una modifica profonda delle abitudini e dei tempi di vita di un intero quartiere, di un intera città. Non sarebbe impossibile ma non è certamente facile, date le consuetudini e gli stili di vita ai quali siamo abituati. E allora? Non voglio semplificare troppo la questione che è all'attenzione del CNPI (consiglio nazionale della pubblica istruzione). Ma a mio modesto parere basterebbe che i genitori si adoperassero a mandare a letto i ragazzi un'ora prima. Basterebbe che i locali frequentati dai ragazzi anticipassero di un'ora la chiusura, almeno durante il periodo scolastico. Anche così i ragazzi avrebbero più tempo per dormire e per raggiungere migliori risultati. Vorrei comunque ricordare che per ottenere maggiore profitto a scuola non conta soltanto l'orario di ingresso ma soprattutto il tipo di insegnamento offerto. E' arrivata l'ora di non ripiegare sempre e soltanto sulla lezione frontale! E' arrivata l'ora di dare il giusto valore all'impegno e allo studio! E' arrivata l'ora di offrire pari opportunità a tutti i ragazzi meritevoli, anche se non abbienti e in precarie condizioni economiche!

 

Allagamenti in molte zone della città. Frazioni senza corrente. Alberi schiantati a terra. Strade bloccate per caduta massi. Sono bastati pochi minuti per mettere in ginocchio buona parte del territorio comunale di Sezze. Come in altri paesi raggiunti dalla forte perturbazione, Sezze è stata attraversata poco fa da una bufera di pioggia e vento tipiche ormai dell’ultimo periodo e di un meteo sempre più anomalo per l'intera nazione. Molti i disagi: località Colli senza corrente, via Ninfina bloccata per una frana, allagamenti in località Zoccolanti, Murolungo, via Valle Pazza e Madonna della Pace. Fossi straripati nei pressi di località Fontanelle. Alberi caduti nella periferia alta, in via Montagna e danni ingenti in pianura. Una città paralizzata, nonostante l'allerta meteo era stata comunicata con molto anticipo. Non c'è manutenzione. Non c'è sicurezza. Non c'è una programmazione. 

 

 

Il capogruppo del Partito Democratico di Sezze, Armando Uscimenti, nei giorni scorsi ha protocollato una richiesta per chiedere un ampliamento della fascia oraria di apertura degli Uffici Comunali ubicati a Sezze Scalo in Piazza della Stazione. "Riteniamo che sia importante dare maggiore attenzione ai territori e rispondere in modo adeguato ai bisogni delle persone. Buona parte dei residenti nel nostro Comune vive in pianura, una zona particolarmente estesa dove hanno sede alcune tra le più importanti realtà produttive del nostro territorio. Tali cittadini  - si legge nella richiesta di Uscimenti - sono penalizzati a causa della distanza che li divide dalle sedi degli uffici comunali, tra i quali l’ufficio anagrafe è uno dei servizi a cui i cittadini ricorrono con maggiore frequenza. Alcuni anni fa è stato attivato uno sportello a Sezze Scalo per agevolare l’accesso ai servizi anagrafici per i cittadini residenti in pianura. In questi anni sono stati numerosi gli accessi allo sportello il cui orario di apertura al pubblico è stato progressivamente ridotto a causa della carenza di personale. Tenendo conto delle assunzioni avvenute recentemente, abbiamo presentato come gruppo Pd una nota assunta al protocollo generale del Comune di Sezze in cui chiediamo formalmente al Sindaco e alla Giunta comunale di individuare le soluzioni migliori al fine di ampliare l’orario di apertura dell’ufficio anagrafe di Sezze Scalo per rispondere in modo efficace alle tante richieste dei cittadini e per facilitare loro l’accesso ai servizi anagrafici e alle certificazioni".

 

 

Il maltempo, con bufera di vento e pioggia, ieri è passato anche per il territorio comunale di Sezze. Diversi i danni alle abitazioni private per la caduta di alberi e tetti danneggiati. Alberi di alto fusto sono caduti su via Montagna, via Roccagorga e via Murolungo. Sul posto è intervenuta con tempestività la Protezione civile. Grazie al duro lavoro dei volontari solo nel tardo pomeriggio la situazione è tornata alla normalità anche per quanto concerne la viabilità nelle zone attraversate dalla perturbazione. Caduta anche una grande quercia all’interno del Parco dei Cappuccini. L’ente comunale in sinergia con i gestori del Parco sono al lavoro per la messa in sicurezza dell’area. Disagi causati anche da allagamenti di strade per la cattiva manutenzione di griglie e fossi di scolo.

Un intervento della Protezione Civile di Sezze

 

Per Venerdì 15 dicembre alle ore 15.30 il presidente del consiglio comunale di Sezze, Enzo Eramo, ha convocato il consiglio comunale con all’ordine del giorno il question time. Molti gli argomenti che verranno affrontati grazie alle interrogazioni presentate dai gruppi di opposizione. Significative quelle di Sezze Bene Comune sui lavori al Belvedere per la realizzazione del monumento dedicato a San Lidano, lavori sospesi dal maggio scorso per presunte irregolarità. Il responsabile dell’ufficio tecnico comunale, Vincenzo Borrelli, dopo l’accesso agli atti da parte della consigliera comunale Rita Palombi fu costretto ad emettere una ordinanza di sospensione, ma da allora un velo di mistero aleggia sul caso, con il fatto però che il belvedere di Santa Maria è diventato solo un cantiere abbandonato, ricettacolo di immondizia e soprattutto luogo snaturato. Un’altra interrogazione di SBC a firma della Contento e Palombi riguarda il Museo Archeologico di Sezze, il quale ancora presenta una serie di problematiche legate all’accessibilità ed alla sicurezza che avrebbero causato un danno erariale per i mancati incassi dal mese di marzo ad oggi.  Le consigliere comunali chiedono cosa intende fare il Comune di Sezze per risolvere i problemi legati all’accessibilità ed alla sicurezza del Museo e quali sono le azioni messe in atto per valorizzare, pubblicizzare e dare impulso alle visite presso il Museo. Altra interrogazione riguarda i servizi cimiteriali di Sezze. “Molti cittadini si trovano a dover subire la scarsa manutenzione dei loculi dei loro cari all'interno del cimitero a causa delle infiltrazioni di acqua piovana. E' da poco trascorso il 2 novembre, giorno della Commemorazione dei defunti e molti cittadini – scrivono le consigliere di SBC - venendo anche da lontano hanno dovuto assistere al livello di degrado in cui versano parecchie strutture all'interno del Cimitero. Le sottoscritte Consigliere Comunali del movimento politico SBC nella persona di Rita Palombi ed Eleonora Contento chiedono chi e' il funzionario tecnico comunale che si occupa dei lavori di manutenzione cimiteriali, quali sono le funzioni che svolge e quali sono le funzioni della SPL per i servizi cimiteriali”. Si chiede infine se è stata fatta una ricognizione sullo stato di deterioramento delle strutture esistenti e quando verranno effettuati interventi al fine di ripristinare le infiltrazioni.