Giovedì 7 novembre scorso, alle ore 11.00, nel corso di una cerimonia svoltasi a Palazzo Chigi in Roma, Giancarlo Loffarelli, direttore artistico dell’Associazione culturale Le colonne, ha ricevuto la Menzione speciale del Premio nazionale “Giacomo Matteotti”, promosso dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, per il testo teatrale ERINNI. Si tratta di un Premio che viene assegnato a opere che “illustrano gli ideali di fratellanza tra i popoli, di libertà e giustizia sociale che hanno ispirato la vita di Giacomo Matteotti”. Lo scorso anno, ERINNI si era aggiudicato il premio nazionale di drammaturgia “Calcante” organizzato dalla Società Italiana Autori Drammatici, ed era stato pubblicato sulla rivista “Ridotto” edita dalla SIAD. Messo in scena dalla Compagnia teatrale Le colonne per la regia dello stesso autore, con Marina Eianti, Emiliano Campoli, Marco Zaccarelli e Luigina Ricci, audio e luci di Armando e Fabio Di Lenola, il testo segue l’andamento di un dramma realistico, a cui non sono estranei riferimenti simbolici e la volontà di individuare una sorta di nemesi storica applicata al privato, con risvolti che richiamano, fin dal titolo, il mito greco e la volontà ineluttabile di una oscura divinità abitata nell’uomo. La vicenda si svolge in vari anni: nel 1938, poi nel ’43, infine nel 2000. La scena unica è una trattoria romana di poche pretese. Nella prima scena una giovane donna - Sara - riceve la visita di un novantenne, Albert, tedesco che ritrova il luogo in cui anni prima era stato e si ferma a mangiare. Vedendo una foto incorniciata, mentre mangia, stramazza al suolo fulminato. Un complesso susseguirsi di eventi, attraverso dei flashback, viene rappresentato dall'inizio alla conclusione della storia in un finale tragico e fulminante.
IL PROF. LOFFARELLI
Giancarlo Loffarelli è drammaturgo, sceneggiatore e regista. Direttore artistico dell'associazione culturale "Le colonne". Nel 2017, con il testo teatrale Stupidi anni! (Vita e morte di Cesare Pavese) ha vinto il Premio letterario internazionale “Lago Gerundo”, nel 2014, ha vinto la 58ª edizione del Premio nazionale di drammaturgia “Vallecorsi” di Pistoia con il dramma Da quali stelle?, sugli ultimi anni di vita di Friedrich Nietzsche. Nel 2011, il suo testo teatrale Etty Hillesum ha vinto il Premio nazionale di drammaturgia “Calcante” organizzato dalla Società Italiana Autori drammatici ed è stato pubblicato sulla rivista “Ridotto”. Con il testo I Lieder di Schumann ha vinto il Premio Nazionale “Giorgio Totola” di Verona. Con il suo testo Un altro uomo ha vinto il Premio Nazionale di teatro “Fondi La Pastora”.
Una cerimonia sobria, molto sentita, profonda, accompagnata delle dolci melodie di un violino si è tenuta ieri mattina presso l'Aula Magna dell'Istituto Pacifici e De Magistris di Sezze. La dirigente scolastica Anna Giorgi ha consegnato ai genitori di Francesca Venditti il diploma di maturità che la giovane ragazza di Sezze non ha potuto conseguire per l’improvvisa morte avvenuta la mattina del 9 aprile scorso presso la sua abitazione a causa di un malore. La studentessa di scienze umane aveva solo 18 anni e quella mattina la sua vita si è spenta tra le braccia della mamma. Ieri la cerimonia di consegna del diploma alla presenza dei genitori, dei professori, dei compagni di classe e del sindaco di Sezze. Un diploma alla memoria di una ragazza molto amata, ricordata con affetto per la sua voglia di vivere, per la sua bontà e sensibilità.
Francesca Venditti
Il neo segretario del Partito Democratico di Sezze, Daniele Marchetti, interviene sulla vicenda del rogo ai danni della caffetteria/libreria «La Pecora Elettrica» di Roma. Ignoti nella notte appena trascorsa hanno dato nuovamente fuoco ai locali il giorno prima della sua riapertura. “Un rogo ha distrutto completamente un luogo dichiaratamente antifascista. Lo scorso 25 aprile sempre un incendio aveva - afferma Marchetti - distrutto lo stesso locale che avrebbe dovuto riaprire proprio domani. Nei giorni scorsi diverse sedi del Pd sono state oggetto di atti violenti spesso “firmati” con simboli nazi-fascisti. Dopo l’approvazione della mozione Segre in Senato che ha istituito la “Commissione straordinaria per il contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all'odio e alla violenza”, la stessa senatrice, sopravvissuta ai campi di sterminio nazisti, è stata oggetto di ignobili offese e minacce a sfondo razzista. Secondo l’Osservatorio sull’Antisemitismo, sono 200 al giorno gli attacchi contro la senatrice specie sui social e in generale sulla rete. Esprimiamo la nostra solidarietà e vicinanza alle vittime di questi ignobili attacchi e il nostro sdegno contro questa barbarie di inaudita violenza. É il momento di mobilitarsi e far fronte comune insieme a tutte quelle forze che si riconoscono nei principi sui quali si basa la nostra Repubblica Democratica, Liberale e Antifascista! È importante coinvolgere soprattutto i nostri ragazzi perché come dice Liliana Segre “ il futuro è nelle loro mani e la stella polare che li guiderà si chiama Costituzione ”.
Il segretario del Pd di Sezze Daniele Marchetti
Un doppio evento sabato 9 e domenica 10 Novembre presso il tensostatico di via Roccagora a Sezze. L’Asd Setia Sport e l’Asd Strays organizzano uno stage formativo "Setia Fight Night 2" con il legionario Alessio Sakara, campione di MMA (Mixed Martial Arts). Lo stage, che si terrà in città per la seconda volta, è aperto a principianti e avanzati e prevede un nuovo metodo di allenamento e combattimento proposto e sperimentato proprio dal campione ospite del team setino. Non mancheranno incontri di MMA kick boxing e muay thai con la partecipazione di team provenienti da tutta Italia. Inoltre bambini, juniores, seniores e semi-pro si sfideranno nella gabbia mach. Nel finale poi sono previsti tre incontri professionisti con il beniamino di casa Diego Antonelli e con la new entry di Setia Sport Pavel Diac. Un appuntamento molto interessante per lo spor e per gli amanti del genere. Inizio stage ore 16. Orario gara a partire dalle ore 14.
Un appello alla condivisione, un messaggio forte di apertura e di speranza, affinché vengano superate prese di posizioni che di fatto hanno solo occultato lo straordinario belvedere di Santa Maria. Il Comitato “Murodellatèra” di Sezze ha scritto e inviato questa mattina una lettera aperta al sindaco, al presidente del consiglio comunale e a tutti i consiglieri comunali a 5 mesi dalla sospensione dei lavori per la realizzazione del monumento dedicato a San Lidano. Nella lettera il comitato spontaneo chiede di uscire da una situazione di impasse per trovare soluzioni condivise e realizzabili. “Facendo seguito alle precedenti comunicazioni di questo Comitato “Murodellatèra” sorto spontaneamente a tutela del Belvedere a seguito dell’inizio lavori per il posizionamento di una statua di S. Lidano al centro dello slargo del belvedere di S. Maria, visti gli atti comunali resi pubblici, in considerazione del perdurare del blocco dei lavori disposto dall’Ufficio Tecnico del Comune di Sezze in data 21 maggio scorso, al fine di superare l’impasse politico-tecnico-amministrativo che sta di fatto impedendo “il più bell’affaccio” dei Monti Lepini – si legge nella lettera - ci sentiamo in dovere di rivolgere un appello. Pensiamo che sia ormai terminato il tempo delle chiacchiere, delle rigidità e della ricerca di soluzioni improvvisate e non coerenti con le vigenti normative urbanistiche e che sia giunto il momento di trovare una soluzione efficace, un nuovo progetto condiviso che metta al centro la tutela dei luoghi storici e dei beni pubblici, oltre che la statua. Chiediamo ufficialmente di ritirare il progetto iniziale e di sostituirlo con un nuovo progetto che preveda, al termine del doveroso iter di approvazione, il posizionamento della statua, se donata al patrimonio pubblico, sì in Piazza S. Maria ma nelle adiacenze dell’ingresso laterale destro della Cattedrale, subito prima dell’ingresso nei locali della canonica, o nello stesso spazio del belvedere ma posizionato sulla sinistra, di lato, addossato al muro della canonica del parroco, proprio sotto il balcone, in modo da tener il più possibile libera la magnifica visuale quando osservata dal centro piazza”. Nella lettera approvata dal comitato ci si impegna a sostenere il nuovo progetto e ad organizzare iniziative che possano portare, in collaborazione con il Comune di Sezze, ad una raccolta fondi tra i cittadini, con processi di crowdfunding, da destinare al restyling complessivo dell’area, magari attraverso un concorso di idee per progettisti di settore. “Il tutto - chiarisce l’appello del Comitato - affinché si restituisca ai cittadini e ai turisti la fruibilità del luogo così caro a tutti noi sezzesi, auspicando che il percorso concertato possa rimanere segno tangibile e duraturo di una condivisione di intenti e di amore per il nostro paese e per il suo copatrono S. Lidano”.
Lo stato attuale dei lavori al Belvedere di Sezze
Nuove discariche in periferia. Il coordinatore della Lega di Sezze, Roberto Reginaldi, attacca il sindaco di Sezze Sergio Di Raimo sui social pubblicando foto di rifiuti abbandonati in via Cerreta, località Crocemoschitto a Sezze e foto di eternit in località Quarto La Macchia sempre a Sezze. Sarcasticamente Reginaldi riporta una citazione del primo cittadino: “Sezze è un paese abbastanza pulito”. Il leghista rincara la dose poco dopo condividendo sempre sui social un video dove si vede un topo di grandi dimensioni fermo su via Roma in pieno centro storico, apostrofando il filmato con il seguente post : “ Sezze paese della Sacra Passione di Cristo, della Sagra del Carciofo, delle Baby Gang fantasme, del cimitero a luci rosse e delle “zoccole” nei vicoli”. Insomma i social sempre più veicolo di denuncia senza freni, strumento sicuramente utile ma spesso cassa di risonanza di malcontento e di polemiche inutili se non accompagnate da proposte e soluzioni concrete. In tal caso però i disagi e i fenomeni denunciati sono reali e in molti casi vengono totalmente trascurati e sottovalutati.
Roberto Reginaldi
Eternit a Quarto La Macchia
Topi in via Roma
Riflessioni sulla genitorialità. Storia di un ragazzino che gioca a calcio
Scritto da Luigi De Angelis
Un campo di calcio di periferia. Un gruppo di ragazzi rincorre un pallone. Un allenatore insegna loro i valori dello sport, il rispetto dell’avversario, la lealtà, le regole e i movimenti. I ragazzi guardano ai grandi idoli del calcio e sperano un giorno di poterne imitare prodezze e traguardi. Sogni di ragazzi. Allenamento dopo allenamento il mister li vede crescere: è fiero dei loro progressi. Il suo obiettivo è creare un gruppo e valorizzare talenti e capacità. La partita settimanale è un appuntamento importante. L’allenatore la prepara con cura, sceglie gli undici titolari, mentre gli altri staranno in panchina. È calcio dilettantistico, amatoriale. Una apparente noiosa normalità. Un papà e una mamma accompagnano regolarmente all’allenamento il figlio. Forse nutrono grandi aspettative o forse semplicemente vorrebbero vederlo sgambettare in campo tra i titolari della squadra almeno una volta. L’allenatore il loro ragazzo però sembra proprio non vederlo: non sarà Pelè, Maradona o Ronaldo (decidete voi liberamente quale) o magari Messi ma una maglia da titolare la merita. È da qualche tempo perciò che covano una rabbia cieca contro l’allenatore. È inverno, è sera. La coppia aspetta la fine dell’allenamento per riportare a casa il ragazzo. La rabbia a lungo covata esplode. Vandalizzano la macchina dell’allenatore. Così impara a trascurare loro figlio. Le telecamere di una banca riprendono la scena e inchiodano la coppia, che si ritrova a dover fare i conti con la giustizia per quella stupida bravata. Un fatto vero.
Fermiamoci un momento e riflettiamo.
Baby gang, bullismo, ribellismo adolescenziale estremizzato, devianza minorile e giovanile, uso di stupefacenti e alcool richiedono risposte e progettualità efficaci dalle istituzioni. Reprimere e sanzionare è necessario, ma da sole sono soluzioni insufficienti e soprattutto inefficaci. Occorrono cultura e servizi. I centri di aggregazione sul territorio in grado di integrare e coinvolgere, di aiutare lo sviluppo e la realizzazione dei progetti personali, di valorizzare doti e intelligenze sono la risposta giusta. Associazioni culturali, gruppi musicali e teatrali, parrocchie, ludoteca, società sportive, servizi sociali hanno un ruolo importantissimo e vanno sostenuti. La scuola è poi centrale e insostituibile non solo per trasmettere il sapere, ma anche per la lotta alla dispersione scolastica e l’integrazione. Tutto giusto, tutto vero, tutto indispensabile e urgente. Tuttavia la vicenda del giovane calciatore e dei suoi genitori, pur non raccontandoci una ordinarietà, certo palesa un sintomo, rivela una fragilità e ci sollecita a ragionare su ruolo ed esercizio della genitorialità. La famiglia è insostituibile nel processo di costruzione della personalità dei ragazzi, ma assistiamo ad un suo progressivo indebolimento non derivante solo dal superamento in atto della concezione naturale dei legami familiari. La penetrazione al suo interno del mito del successo e del profitto ad ogni costo, del soddisfacimento d’ogni desiderio senza limiti ne stanno minando il ruolo educativo, facendo passare la convinzione che tutto è accessibile senza sforzo: l’amore, il sesso, il desiderio, il denaro. Le figure genitoriali sono sempre più evanescenti, liquide, assenti. Nella cultura dominante che vede e propone la felicità in oggetti effimeri che vanno di continuo sostituiti con oggetti nuovi, hanno difficoltà a dire dei no, a far vivere ai figli l’esperienza del limite quando tutto intorno ci sono solo dei sì e tutto si consuma velocemente. Il compito educativo viene aggirato nel nome della felicità dei figli che solitamente corrisponde a fargli fare tutto quello che vogliono e la presenza, la vicinanza, l’amore si riducono alla soddisfazione materiale. La solitudine e i comportamenti dei ragazzi derivano dalla difficoltà educativa dei genitori, i quali o si perdono nello stesso mare dei figli in una regressione ad una immaturità spensierata e in una fuga dalla propria responsabilità, oppure sono pronti a difendere sempre e comunque le ragioni inconsistenti dei figli di fronte agli altri o alle prime difficoltà che la vita impone. Prova di ciò è il sospetto con il quale molti genitori osservano gli insegnanti che si permettono di giudicare negativamente i loro figli o di sottoporli a provvedimenti disciplinari, arrivando persino all’aggressione verbale e fisica.
Il confronto e il dialogo con i ragazzi e i giovani è indispensabile, a patto che questo non significhi dettare loro la nostra verità. Essi hanno bisogno di maestri testimoni, di qualcuno cioè che mostra, attraverso la propria vita. Il miglior modo per trasmettere l’amore è amare. Il miglior modo per trasmettere un sapere vivo è la vitalità di chi lo insegna. Il miglior modo di trasmettere valori, idee e progettualità è l’incarnazione, non nascondendo le difficoltà e i limiti inevitabili.
Pensare allora ad una progettualità diretta a recuperare il senso perduto in tanti del proprio essere madri e padri forse non sarebbe una cattiva idea.
Il 2 Novembre a Sezze... quasi dimenticato dai giovani
Scritto da Vincenzo Mattei
Sarà stata anche colpa del maltempo, ma quest'anno si sono visti pochi ragazzi. Per molti di loro la ricorrenza del 2 Novembre sta passando quasi inosservata. Spero di sbagliarmi, ma non vorrei che il ricordo e la commemorazione dei propri defunti venga da loro pian piano sottovalutata e trascurata. Fino a qualche anno fa non era così. Il 2 Novembre, festa dei defunti, ricopriva un valore particolare. La processione e la Messa solenne nella chiesa del Cimitero richiamavano una grande massa di cittadini. Le strade che circondano il Camposanto erano intasate di macchine fin dal primo mattino. Fiori e piante, da ogni parte. Era insomma un appuntamento imperdibile per grandi e piccoli. La visita ai propri cari defunti, un fiore depositato sulla tomba, un minuto di silenzio e di raccoglimento: piccoli gesti ma di grande significato che appartenevano a tutti. Dice il grande poeta Ugo Foscolo:" A egregie cose il forte animo accendono l'urne dei morti ...Non vive forse ei sotterra, quando gli sarà muta l'armonia del giorno se può destarla con soavi cure nella mente dei suoi?". Versi indimenticabili che vogliono esprimere la sopravvivenza, anche dopo la morte, di chi vive nel ricordo dei suoi parenti. Sia nella cultura pagana che in quella cristiana, infatti, la venerazione dei defunti induce a "una corrispondenza di amorosi sensi", a un legame che va ben al di là del tempo e dello spazio. Sarebbe un peccato, perciò, se i giovani non considerassero in maniera adeguata questa ricorrenza. Purtroppo la società di oggi spinge verso una rimozione del problema della morte. Il suo concetto viene cancellato, quasi esorcizzato. Il rapporto con essa (e con la vita) si va modificando. Il mito della efficienza e del successo fa percepire la limitatezza della vita come una anomalia. Invece, riflettere un pò di più sulla finitezza dei nostri anni aiuterebbe a gustarne pienamente il sapore e l'importanza. Il ricordo affettuoso di cari defunti è un segno di civiltà e appartiene a tutti, credenti e non credenti. Non si muore del tutto (non omnis moriar), dice il grande poeta latino Orazio.
Gli straordinari eventi meteorologici del 29 e 30 Ottobre 2018 hanno causato vittime, ingenti danni ad edifici pubblici, privati, aziende e coltivazioni. Una tragedia che difficilmente la nostra comunità provinciale riuscirà a rimuovere dalla memoria. Immediatamente, il 31 Ottobre, il Presidente Nicola Zingaretti aveva proclamato lo stato di calamità naturale per l’intero territorio della Regione Lazio, ai sensi della legge regionale 26 febbraio 2014 n. 2, art. 15, comma 2.
Il Governo accolse la richiesta della Regione stanziando in prima battuta 3 milioni di euro derivanti dal Fondo per le Emergenze Nazionali: somme a disposizione dei primi interventi urgenti di protezione civile. Di questi 3 milioni, circa 1,3 milioni hanno riguardato 16 Comuni della nostra Provincia: Cori, Fondi, Maenza, Monte S.Biagio, Pontinia, Roccagorga, Sabaudia, Sezze, Sperlonga, Terracina, Itri, Latina, Priverno, SS.Cosma e Damiano, Sermoneta e Gaeta.
STRUTTURE PUBBLICHE.
Ad oggi sono stati concessi i seguenti finanziamenti per i danni alle strutture pubbliche della Provincia di Latina.
- Con il Piano dei primi interventi urgenti, relativo ai primi 3 milioni (di cui sopra) assegnati al Commissario delegato, sono stati finanziati n. 125 interventi, riguardanti 11 Amministrazioni, per un importo complessivo di € 1.298.568,61;
- Con i successivi Piani degli Investimenti, annualità 2019, sono stati finanziati n. 72 interventi, riguardanti 13 Amministrazioni, per un importo complessivo di € 2.788.543,18
STRUTTURE PRIVATE.
Relativamente ai contributi e finanziamenti riconosciuti a privati, attività produttive ed aziende agricole della Provincia di Latina, sono previste due tipologie di misure ai sensi del DPCM 27.02.2019 e sono stati finanziati gli interventi finalizzati alla mitigazione del rischio idraulico ed idrogeologico nonché all'aumento del livello di resilienza delle strutture di proprietà privata.
All’Esito degli Avvisi Pubblici risulta quanto segue:
- Risultano ammesse n. 363 istanze (238 privati, 30 attività produttive e 95 aziende agricole), per un importo riconosciuto di € 2.929.884,24. [art. 3, comma 3, dell’OCDPC 558/2018]
- Ammesse ulteriori 276 istanze, di cui 15 ammesse con riserva (131 privati, 28 attività produttive e 117 attività agricole), per un importo riconosciuto di € 8.041.161,58. [DPCM - Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 27.02.2019],
Sono inoltre all’esame del Commissario Delegato altre istanze da valutare per un totale di circa 170 mila euro per titolari di attività economiche e produttive.
Continueremo a monitorare e a lavorare affinché la sinergia fra livelli istituzionali diversi riesca a dare risposte utili a mitigare i danni e le sofferenze conseguenti ad avvenimenti di questa gravità. Le grandi questioni del dissesto idrogeologico, dell’ambiente e dei mutamenti climatici diventeranno sempre più centrali nei prossimi anni. La Regione Lazio è pronta, con azioni amministrative e buone pratiche, a raccogliere la sfida.
Altro...
“La risposta che dobbiamo dare deve essere culturale. E’ un percorso lungo ma necessario che dobbiamo e possiamo fare tutti insieme, cercando sinergia e collaborazione con tutte le istituzioni e le agenzie presenti nella città”. Il sindaco di Sezze, Sergio Di Raimo, trova nell’idea e nel progetto di Don Antonio Loffredo, parroco del Rione Sanità di Napoli, la strada da seguire per affrontare a Sezze le situazioni di degrado, disagio e malessere sociale sfociate in alcuni episodi di microcriminalità. A conclusione del consiglio comunale sul fenomeno “Baby Gang”, dello scorso 28 ottobre, il primo cittadino lancia un messaggio forte alla città, alle Istituzioni, per creare forme di aggregazione culturale che possono aiutare chi sta vivendo momenti di disagio. La risposta è quindi culturale, interculturale, è nella collaborazione per creare uomini migliori. “Se da una parte ci deve essere il controllo e la repressione nelle diverse forme – ha detto Di Raimo - dall’altra serve una forma di aggregazione culturale che permetta di creare uomini migliori. I bambini di oggi dovranno essere la futura classe dirigente della nostra città. L’aspetto culturale è certamente lungo e difficile ma è la strada migliore. Dobbiamo parlare lo stesso linguaggio dei ragazzi che sono in difficoltà, mettendo in atto iniziative di aggregazione attraverso la sinergia delle scuole, dei centri sociali, delle parrocchie e di tutti i soggetti deputati alla crescita e alla formazione dei ragazzi”. L'amministrazione comunale di Sezze, in tal senso, ha avviato tutte le procedure per una serie di interventi tra cui il controllo di vicinato in collaboraione con il Prefetto e un centro polivalente di aggregazione culturale.
Un Liceo sportivo anche a Sezze. La Giunta comunale di Sezze, nei giorni scorsi, ha approvato la richiesta dell’Istituto Statale di Istruzione Secondaria Superiore "Pacifici e De Magistris" mirata all’istituzione presso questo istituto scolastico di un Liceo Sportivo. Dal 2014, infatti, nel panorama formativo della scuola è presente anche questo indirizzo scolastico che, come specificato all’art. 2 del DPR n. 52/2013, è volto “all'approfondimento delle scienze motorie e sportive e guida lo studente a sviluppare le conoscenze e le abilità e a maturare le competenze necessarie per individuare le interazioni tra le diverse forme del sapere, l'attività motoria e sportiva e la cultura propria dello sport". La Giunta comunale ha ritenuto che la proposta d’istituzione di un Liceo Sportivo nel nostro territorio può rappresentare un ampliamento dell’offerta formativa dei giovani di Sezze e di tutta l'area dei Monti Lepini e uno sbocco interessante nel campo dello sviluppo culturale, professionale, fisico ed etico dell’individuo. Si tratta di una proposta che potrebbe essere anche valido supporto alla crescita di una rete sociale e di valorizzazione dell'ambiente naturale. Il Liceo sportivo non è affatto una novità per gli studenti della Provincia di Latina. Esso è già stato istituito presso il Liceo GB Grassi di Latina dal 2014. Dopo il boom dei primi anni il calo degli iscritti però è stato spaventoso. Speriamo che Sezze sia controcorrente e che sia da modello per altri Comuni.
Vittorio Accapezzato ha scritto e inviato una lettera al presidente del consiglio comunale di Sezze Enzo Eramo in merito ai fatti di vandalismo avvenuti nel nostro centro da parte, probabilmente, di alcuni ragazzi. Proprio per oggi è stato convocato un consiglio comunale alle ore 18, richiesto delle consigliere comunali per affrontare la vicenda. Nella lettera l'ex amministratore della città scrive: " Al di là delle legittime posizioni politiche e delle opinioni dei singoli cittadini, è innegabile che sia necessaria un’azione che avverta alle proprie responsabilità, ogni istituzione e ogni singolo cittadino. Da queste peculiarità scaturisce la mia costante attenzione verso le istituzioni pubbliche ed in particolare verso il Comune ed i suoi amministratori, che mi auguro diano sempre più concretezza e spessore al principio di sussidiarietà e di effettiva valorizzazione delle esigenze dei cittadini e del territorio in cui vivono. L’episodio che si è verificato il 2 ottobre ad opera di un gruppo di ragazzi adolescenti, mi lascia un forte dispiacere perché la violenza e la microcriminalità non fanno parte della nostra Sezze e del nostro vivere civile. La vicenda rivela di comportamenti e gesti che, condanno fortemente e che non si possono in alcun modo sostenere o trascurare. Non siamo di fronte a baby gang, non utilizziamo parole forti e improprie come ‘baby gang che evocano disprezzo e spingono all’emulazione. Facciamo attenzione a non creare falsi allarmi perché quando si parla di ‘baby gang’ si intende un fenomeno strutturato e organizzato, non esistente nel nostro territorio. I problemi delle baby gang non nascono all’improvviso, hanno alle spalle un lungo periodo di gestazione. Qui a Sezze non è così per fortuna. Non si tratta di microcriminalità, quanto piuttosto di ragazzini senza limiti, incapaci di capire ciò che è bene e ciò che è male. Le gangs, presentano caratteristiche esistenziali diverse e criminose. Gli avvenimenti accaduti al nostro centro sono le cosiddette bravate giovanili. A mio parere - si legge ancora nella lettera - si tratta in prevalenza di gruppi di giovani annoiati che cercano di impegnare il tempo per potersi divertire. Credo che non dobbiamo premiarli per queste azioni inconsapevoli. Nemmeno però serve colpevolizzarli se prima non abbiamo insegnato loro cosa sono le regole e come si rispettano. Ai miei tempi i genitori le chiamavano brutte compagnie. Oggi, epoca moderna abbiamo sostituito cattive compagnie con un termine forte inglese baby gang che da noi non corrisponde al significato americano. In effetti, qui a Sezze, non sono baby gang ma solo gruppi d i giovanissimi che non provengono da realtà degradate e marginate, né da famiglie problematiche". Per Accapezzato occorre porsi della domande. Cosa manca a questi ragazzi? "La realtà è che questi giovani, non hanno stimoli, ideali, ideologie, amicizie, rapporti di vicinato, valori o qualcosa in cui credere. La mancanza di punti di riferimento stabili, dal vuoto dei valori sociali in braccetto con la noia, madre dei vizi. portano l’adolescente giorno dopo giorno alla devianza". Secondo Accapezzato l’amministrazione comunale deve attivare un progetto di “Sezze Sicura”, con l’intento di "prendere iniziative preventive e protettive nei confronti della popolazione minorile, con la creazione di uno “sportello di aiuto giovanile”, affiancato da operatori sociali, che miri al miglioramento delle varie realtà sociali che circondano i giovani e ad una maggiore qualificazione di quest’ultimi".
Negli ultimi 13 anni, dal 2006 al 2019, il numero degli italiani che se ne sono andati all'estero è aumentato del 70%: sono passati da poco più di 3 milioni a quasi 5 milioni e mezzo. In maggioranza giovani e laureati. Si tratta di un esodo che ha interessato tutte le Regioni ma in particolare il Meridione. Da sempre, statisticamente, gli italiani sono sempre stati al primo posto tra le popolazioni migranti dell'Europa. Chi non ricorda quanti giovani compaesani, negli anni Settanta, sono andati a lavorare in Germania? Questi dati sono forniti dalla Fondazione Europea Migrantes. Oggi la mèta più ambita è la Gran Bretagna. A breve, però, con la Brexit per chi si è trasferito e intende trasferirsi in Inghilterra le cose potrebbero cambiare in peggio. "Brutti, sporchi e cattivi", fino a qualche anno fa erano questi i pregiudizi e gli stereotipi che accompagnavano i nostri connazionali. Una avversione quasi connaturata nell'animo umano, a difesa della propria identità e del proprio suolo. Oggi, per fortuna, in seguito alla globalizzazione, le cose stanno cambiando. Generalmente l'emigrante gode del rispetto e degli stessi diritti degli altri cittadini. I motivi dell'emigrazione sono i più disparati e non è qui il caso di entrare nel merito della complessa vicenda, ma principalmente è la ricerca di un lavoro e di una sistemazione più certa e sicura che spinge i giovani ad andare via.. Purtuttavia, l'uomo, fin dalla comparsa sulla terra, è stato migrante. Eppure, nonostante ciò, oggi viviamo sotto la sindrome dell'assedio dello straniero. In Italia principalmente, si avverte paura e insicurezza, a fronte dei flussi migratori provenienti dall'Africa e dai Paesi del Medio Oriente. C'è voglia di legalità e di protezione. Bene. E' giusto e sacrosanto. Bisogna evitare di passare dai porti chiusi all'accoglienza indiscriminata di tutti. Occorre rigore, responsabilità e umanità: massima attenzione ai controlli e carcere duro per i trafficanti e gli scafisti della morte. Non si può più prescindere,poi, da una equa ridistribuzione dei migranti tra tutti gli Stati membri dell'Europa. E' necessaria una politica modulata su più livelli, basata non più sull'emergenza ma che affronti la questione nel suo complesso, perseguendo la lotta al traffico illegale di persone e attraverso una lotta senza quartiere contro l'immigrazione clandestina, rimpatriando in tempi celeri chi non ha diritto a restare. Affrontando, infine, in maniera efficace il tema dell'integrazione per coloro che hanno diritto a restare. Ben altra cosa sono i porti chiusi e la costruzione di muri e di barriere, che peraltro, in mare, sono impossibili. Mi domando: se anche verso i nostri connazionali alzassero muri e fili spinati?