Si è riunita questa mattina la commissione capigruppo del Comune di Sezze per ratificare alcune decisioni prese nei giorni scorsi inevitabilmente ai decreti ministeriali e alle misure di contenimento del contagio covid 19. Annullati quindi gli eventi più importanti della città, la Passione di Cristo in programma per il 10 aprile e la Sagra del Carciofo per il 19 di aprile. Nel corso della capigruppo tutti i consiglieri comunali hanno affrontato l’emergenza sanitaria causata dal coronavirus e le ansie e le giuste preoccupazioni dei cittadini. I consiglieri comunali invitano tutti a rispettare alla lettera le misure del Governo e a limitare gli spostamenti anche in territorio comunale. Molte le difficoltà emerse in questo periodo, soprattutto quella legata all’assistenza agli anziani in difficoltà maggiore rispetto agli altri. Il presidente del consiglio comunale, Enzo Eramo, proprio per andare incontro a molte richieste, ha deciso di donare una somma ai servizi sociali di Sezze per l’acquisto di mascherine per le persone in maggiore difficoltà, vista la scarsità del prodotto in questo periodo, molto richiesto ed ad un prezzo vergognosamente lievitato in questi giorni di emergenza.
Il sindaco di Sezze, Sergio Di Raimo, questa mattina, ha inviato un messaggio audio ai suoi cittadini. E' un messaggio che richiama al senso di responsabilità e all'unione in un momento così particolare per la città e per tutti. Ma è anche un messaggio di speranza e di coraggio, di condivisione in una fase storica delicata per i cittadini dell'intera nazione. Ecco il testo dell'audio del primo cittadino, che condividiamo e facciamo nostro, invitando tutti a fare altrettanto.
"Cari cittadini, sapete che stiamo attraversando un periodo storico particolare. Il momento ci chiede di tirare fuori tutto il buon senso e di avere atteggiamenti responsabili per preservare la nostra salute e quella degli altri. Dobbiamo ridurre e meglio ancora azzerare i contagi ed è quindi necessario ridurre i contatti sociali. Il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri stabilisce proprio questo. La mobilità è permessa solo ed esclusivamente per motivi di lavoro,salute e necessità, ed è severamente vietata a chi è stato messo in quarantena o è risultato positivo al virus. Gli spostamenti, anche quelli all'interno del paese ,devono essere limitati al massimo e devono garantire il rispetto della distanza minima di un metro. Inoltre occorre evitare gli assembramenti. Rispettate questi divieti,seguite tutte le raccomandazioni e restate il più possibile a casa, riducete i contatti sociali e sappiate che lo fate per voi, per la vostra famiglia e per tutto il paese. Infine è necessario ricordare che chi sa di essere stato in contatto con persone positive deve rimanere in casa e chiamare il medico di famiglia per ricevere le necessarie indicazioni".
Il sindaco di Sezze, Sergio Di Raimo, in una nota annuncia l’inizio dei lavori di rifacimento delle strade provinciali nel territorio comunale. Il primo cittadino ci tiene a ringraziare il presidente della Provincia di Latina Carlo Medici “a cui siamo legati da profonda stima e intensa collaborazione, soprattutto in questo periodo di emergenza”. Il Presidente Medici ricambia: “Mi corre l'obbligo – scrive - di estendere il ringraziamento alla commissione lavori pubblici che ha lavorato seriamente individuando criteri prettamente tecnici legati alle condizioni della strada ed al livello di percorrenza al fine di individuare l'elenco degli interventi da realizzare. I Tecnici della Provincia, nonostante la scarsità di risorse stanno portando avanti un grande lavoro ed anche a loro va il nostro ringraziamento. Ci vorrà tempo ma siamo sulla "strada giusta" per ripristinare la rete viaria per troppo tempo lasciate senza risorse”. Soddisfatta anche la consigliera provinciale di SBC Rita Palombi: “La commissione consiliare provinciale ha stabilito i criteri per la sistemazione delle strade provinciali – ha affermato la Palombi – anche la sottoscritta aveva segnalato lo stato di pericolosità della strada San Lidano. L’attenzione sarà rivolta alle strade più ammalorate e con maggiore flusso automobilistico”.
Sezze ai tempi del coronavirus è una città che ce la sta mettendo tutta per combattere un virus che solo un mese fa sembrava una emergenza sanitaria solo di altri. Sezze ai tempi del coronavirus è una comunità che non si arrende e che nelle difficoltà sta rispettando civilmente le misure urgenti di contenimento del contagio; è una città che ha visto la chiusura volontaria di molti negozi per evitare contatti diretti con la clientela e spingere i cittadini a non uscire di casa. Sezze ai tempi del coronavirus è una comunità fatta di commercianti che si sono messi in gioco ancora una volta proponendo consegne a domicilio di generi alimentari e servizi di ristorazione. E’ una città che non ha paura e che crede nelle istituzioni e nella importanza, in questo momento, dei corretti comportamenti individuali. Sezze è anche e soprattutto la comunità che nonostante i rischi vede molti medici, infermieri e operatori sanitari in prima linea, in trincea, per prestare cure e assistenza ai malati e alle persone in difficoltà. Ma è anche la città dei tanti camionisti che continuano a viaggiare per rifornire tutta la nostra Regione e la città degli operai che continuano a svolgere il loro lavoro con mille difficoltà. Sezze ai tempi del coronavirus è una città che non ferma la cultura e la didattica, seppur obbligata ad annullare le sue manifestazioni più importanti, Sezze è quella comunità intelligente fatta di docenti e dirigenti scolastici che si sono organizzati attraverso videochiamate e supporti informatici per non sospendere completamente le lezioni, per i tanti alunni che sono a casa, dando loro la possibilità di non restare indietro con i programmi ministeriali. E allora collaboriamo e restiamo uniti per far sì che tutto ciò resti solo una pagina della nostra vita.
“Sezze piena di beni porta l'insegna del bianco leone".
COMUNE DI SEZZE
MISURE URGENTI CONTENIMENTO CONTAGIO
In virtu’ del nuovo decreto firmato dal Presidente del Consiglio dei Ministri, viste le diverse restrizioni alla mobilità personale, IN ATTESA DI ELABORARE UNO STUDIO PIU’ DETTAGLIATO E AVERE CHIARIMENTI SU ALCUNI PUNTI DEL TESTO NORMATIVO
Si riportano di seguito alcune risposte a quesiti specifici:
-POSSO ANDARE IN ALTRI COMUNI ?
Assolutamente #NO,salvo motivi di lavoro o necessità.
-POSSO MUOVERMI PER MOTIVI SANITARI ?
#SI, sempre.
-POSSO SPOSTARMI PER LAVORO IN QUALSIASI COMUNE ?
#SI , gli spostamenti per lavoro sono sempre possibili ma è necessario avere un autocertificazione nel rispetto del modulo predisposto dal ministero.
-CHI DEVE ASSOLUTAMENTE STARE IN CASA ?
Soggetti con sintomatologia da #infezione #respiratoria e #febbre ( maggiore di 37,5° C ) ;
-PER CHI C’E’ IL DIVIETO ASSOLUTO DI MOBILITA’?
Soggetti sottoposti a #quarantena o risultati #positivi al virus.
-MESSE E ALTRE FUNZIONI RELIGIOSE SONO CONSENTITE?
#NO
-CERIMONIE CIVILI E RELIGIOSE,COMPRESO I FUNERALI SONO CONSENTITI?
#NO.
-BAR E RISTORANTI E SIMILI POSSONO RIMANERE APERTI ?
#SI , dalle 6 alle 18 e nel rispetto della distanza di almeno un metro fra una persona e l’altra.
-LE ATTIVITA’ COMMERCIALI DIVERSE DA QUELLE DI SOMMINISTRAZIONE DI ALIMENTI E BEVANDE POSSONO RIMANERE APERTE?
#SI, sempre facendo rispettare le distanze minime dei clienti
-MEDIE E GRANDI STRUTTURE DI VENDITA E GLI ESERCIZI COMMERCIALI PRESENTI ALL’INTERNO DEI CENTRI POSSONO APRIRE ?
#SI, ma saranno chiuse nei prefestivi e festivi TRANNE GLI ALIMENTARI E FARMACIE E PARAFARMACIE CHE POTRANNO APRIRE NORMALMENTE
-FARMACIE E PARAFARMACIE POSSONO APRIRE
#SI ,normalmente.
-ASILI,SCUOLE E UNIVERSITA’ ?
Sono #sospese le attività didattiche fino al 03 aprile.
-RIUNIONI,CONVEGNI,EVENTI,
MANIFESTAZIONI,
COMPETIZIONI SPORTIVE?
#VIETATE.
-CINEMA,PALESTRE,PISCINE,DISCOTECHE,
MUSEI,BIBLIOTECHE.
#CHIUSI
-UFFICI COMUNALI NEL COMUNE DI SEZZE ?
#Chiusi, salvo per i servizi essenziali e urgenti e su prenotazione.
-POSSO ANDARE A FARE LA SPESA?
#SI , una persona a famiglia.
-POSSO ANDARE A MANGIARE DA PARENTI ?
Non è uno spostamento necessario, quindi #NO
-POSSO ANDARE AD ASSISTERE I MIERI CARI NON AUTOSUFFICIENTI?
#Si, perche’ è una necessità.
-POSSO ANDARE A FARE LA SPESA IN UN ALTRO COMUNE ?
#No , la spesa va fatta nel proprio comune e in prossimità del proprio domicilio.
-I NONNI POSSONO ANDARE A CASA DEI FIGLI PER TENERE I BAMBINI QUANDO I GENITORI VANNO A LAVORARE ?
#SI , è una necessita’.
-SONO UN GENITORE SEPARATO POSSO ANDARE A PRENDERE MIO FIGLIO A CASA DELL’ALTRO GENITORE ?
#SI, lo spostamento è consentito per necessità.
-SONO LIBERO PROFESSIONISTA,POSSO SPOSTARMI LIBERAMENTE?
#NO, solo per esigenze lavorative da dimostrare
-HO I GENITORI ANZIANI DA ACCUDIRE,POSSO RECARMI DA LORO ?
#SI, spostamento consentito per necessità.
-SONO UN ARTIGIANO,POSSO APRIRE LA MIA ATTIVITA' LIBERAMENTE ?
#SI, facendo mantenere la distanza di un metro e se la tua attività è simile ad altre che subiscono maggiori restrizioni , queste si applicano anche a te.
-POSSO ANDARE A FARE UNA PASSEGGIATA DA SOLO O CON LA MIA FAMIGLIA RIMANENDO IN PAESE?
( domanda a cui ancora non sappiamo rispondere ma risponderemo presto).
Il 9 marzo 2020, durante la scorsa notte, in Sezze I carabinieri della stazione di borgo grappa, unitamente a personale del locale nor-sezione radiomobile, nell’ambito di servizio di controllo del territorio, su segnalazione pervenuta dalla centrale operativa, traevano in arresto in flagranza del reato di furto aggravato, due cittadini romeni che, mediante l’utilizzo di strumenti di effrazione ed atti allo scasso, venivano sorpresi dai militari operanti mentre erano intenti ad asportare grondaie di rame presso un’abitazione. Il materiale recuperato è stato prontamente restituito agli aventi diritto, gli arnesi posti sotto sequestro, mentre gli arrestati trasferiti presso il proprio domicilio in attesa delle successive determinazioni dell’a.g.
Nei giorni scorsi la segnalazione anche del nostro giornale:
Siamo tutti confusi e storditi per la velocità con cui si sta sviluppando la paura del covid-19 e l’ansia per il contagio anche nella nostra comunità. Le misure straordinarie adottate e l‘attivazione del Centro operativo Comunale sono necessarie ed è indispensabile che ogni cittadino rispetti le misure presenti nei decreti emanati per l’emergenza dal Governo. La Polizia Locale di Sezze e le forze dell’ordine della città stanno lavorando sodo per far rispettare le prescrizioni in ogni luogo aperto al pubblico e hanno attivato controlli sul rispetto della quarantena fiduciaria domiciliare. E’stata avviata la sanificazione degli uffici comunali e si continuerà nell’inasprimento delle restrizioni per evitare contagi e diffusione il virtus. Il consiglio principale è di restare a casa e non uscire, rispettando le regole igieniche e di sicurezza e soprattutto mantenere la calma. Si chiede quindi la massima collaborazione e buon senso da parte di tutti. Come ogni altra attività sospesa, anche la Passione di Cristo prevista per venerdì 10 aprile e la Sagra del Carciofo di Sezze prevista per il 19 aprile sono state annullate. Proprio questa mattina l’amministrazione comunale e gli uffici competenti hanno deciso giustamente di cancellare la kermesse e l’evento religioso a seguito dei decreti e per l’emergenza sanitaria. Mercoledì la commissione consigliare dei capigruppo ratificherà la richiesta avanzata oggi in commissione.
8 Marzo, il valore della Festa della Donna
Scritto da Luigi De Angelis
“Io non sono proprietà di nessuno. Nessuno può costringermi ad amare una persona che non rispetto”. Franca Viola
Alcamo, provincia di Trapani.
26 dicembre 1965.
Dodici uomini irrompono nella casa di una famiglia di modesti agricoltori, i Viola, e sequestrano una diciassettenne di nome Franca e il fratellino Mariano di otto anni. Il bambino viene rimandato a casa, mentre Franca è tenuta prigioniera per diversi giorni prima in un casolare isolato e poi in un’abitazione del paese. Il gruppo di aggressori è guidato da Filippo Melodia, nipote di un mafioso, il quale è stato fidanzato con lei per qualche tempo. Bernardo Viola, padre di Franca, in un primo momento aveva acconsentito al fidanzamento, ma venuto a conoscenza che il giovane apparteneva ad una banda di mafiosi ed era stato arrestato per furto, aveva preteso la fine della relazione. La sua era stata una scelta coraggiosa. La mafia però non dimentica, non perdona, soprattutto non poteva subire l’onta del rifiuto opposto al rampollo dei Melodia. Dopo essere emigrato in Germania e aver scontato un periodo di reclusione, il giovane torna alla carica. Sebbene venga minacciato con una pistola, gli venga incendiata la casetta di campagna e distrutta la vigna, Bernardo Viola non si lascia intimidire. E così scatta il rapimento. Seguono otto giorni di inferno per Franca, che viene ripetutamente violentata da Filippo Melodia. Il primo gennaio 1966 Bernardo Viola è avvicinato da alcuni parenti del giovane, i quali gli chiedono un incontro per mettersi d’accordo e sostanzialmente costringerlo ad accettare le nozze riparatrici tra Franca e il suo stupratore. È la cosiddetta “paciata”. Bernardo Viola e sua moglie fingono di accettare e, cosa inconsueta per il contesto culturale e sociale dominato dalle regole mafiose, si accordano con la polizia. Il loro obiettivo è scoprire dove Franca è tenuta prigioniera. Il 2 gennaio la polizia fa irruzione nella casa, libera la ragazza e arresta Filippo Melodia e i suoi complici.
Siamo a metà degli anni sessanta dello scorso secolo. La Costituzione Repubblicana è in vigore da quasi due decenni, ma i suoi principi sono rimasti sulla carta non solo sotto il profilo della mentalità e della morale dominanti, per cui una ragazza non più vergine a causa di uno stupro doveva sposare l’aguzzino per salvare il suo onore e quello della sua famiglia, ma anche sotto l’aspetto normativo. Infatti l’articolo 544 del codice penale allora vigente recitava: “Per i delitti preveduti dal capo primo e dall’articolo 530, il matrimonio, che l’autore del reato contragga con la persona offesa, estingue il reato, anche riguardo a coloro che sono concorsi nel reato medesimo; e, se vi è stata condanna, ne cessano l'esecuzione e gli effetti penali”. Insomma il reato si estingueva se lo stupratore avesse accettato di sposare la donna. Il matrimonio era riparatore per la fedina penale del colpevole e il beneficio si estendeva anche ai complici. Peraltro le pene erano assai più miti di quelle odierne e lo stupro era considerato un reato contro la morale e non contro la persona.
Franca Viola fu irremovibile nel rifiuto di sposare il suo stupratore, appoggiata in pieno dalla famiglia. Filippo Melodia fu processato e infine condannato a undici anni di reclusione. I magistrati non credettero alle sue accuse contro la ragazza, al suo tentativo di screditarla, di far credere che era stata consenziente e si era trattato della classica “fuitina” per costringere i genitori ad accettare il matrimonio con lui.
Pur segnata profondamente da questa esperienza, Franca Viola si riprende la sua vita e si realizza pienamente. A differenza di quello che tanti pensavano, si sposa con l’uomo che amava, si costruisce una famiglia e resta a vivere ad Alcamo con il marito, circondata dall’affetto dei suoi figli e dei suoi nipoti.
La vicenda di Franca Viola non è soltanto la storia del coraggio di una donna che si è opposta alle regole di una società patriarcale, alla cappa soffocante della mafia e ad una legge discriminatoria e umiliante, ma innanzitutto rappresenta un simbolo della lotta per l’emancipazione e la rivendicazione dei diritti delle donne. La sua scelta coraggiosa ha impresso una svolta, ha prodotto un mutamento profondo della cultura e della mentalità allora dominanti in Italia, caratterizzate da una grave arretratezza sul tema della parità di genere rispetto ad altri paesi europei.
Il cammino compiuto è stato lungo, irto di difficoltà e costellato di ostacoli, ha richiesto il coraggio e l’impegno di tante donne e anche di molti uomini che non le hanno lasciate sole e hanno considerato le loro rivendicazioni obiettivi irrinunciabili di civiltà. L’art. 544 del codice penale, dopo anni di dibattiti, è stato abrogato il 5 agosto del 1981, mentre solo nel 1996 lo stupro è stato riconosciuto reato contro la persona e non contro la morale pubblica, con conseguente aumento della gravità e delle pene.
La piena uguaglianza di genere ancora oggi è un obiettivo ben lungi dall’essere conseguito, soprattutto nel campo dell’accesso al mondo del lavoro, della parità salariale, della possibilità di occupare posizioni di responsabilità nell’economia, nelle istituzioni e nella politica. La giornata dell’8 marzo deve rappresentare l’occasione per fare il punto della situazione, per riflettere sul percorso compiuto e mettere in campo idee e progetti finalizzati ad abbattere definitivamente le tante forme di discriminazioni di genere.
È tempo non di festeggiare ma di lottare, raccogliendo il testimone di tante donne che con il loro impegno e il loro sacrificio hanno speso tutto se stesse per rendere più giusta, accogliente, rispettosa e umana la nostra società.
Buon 8 marzo e buona lotta per i diritti a tutte le donne e a noi tutti che combattiamo contro ogni forma di discriminazione e per la libertà, l’uguaglianza e la giustizia.
"A Sezze c'è un caso positivo ed è per questo che nel pomeriggio di oggi è stato attivato il COC (Centro Operativo Comunale) che potrà essere di aiuto nel caso la situazione futura lo esiga. Chiaramente tutti gli interventi sanitari di controllo, monitoraggio e cura sono gestiti direttamente dalla ASL e non da altri. I cittadini debbono stare tranquilli e rispettare le raccomandazioni che sono state elaborate dalla Presidenza del Consiglio, largamente pubblicizzate in questi giorni e pubblicate anche su questa pagina. Ad oggi non ci sono criticità tali che presuppongano altro se non la prudenza necessaria ad evitare altri contagi". E' il sindaco di Sezze Sergio Di Raimo che poco fa ha ufficializzato la notizia di un primo caso di positività al coronavirus per una donna di Sezze. Di Raimo ricorda che "da qualche giorno è stato istituito presso la prefettura di Latina il CCS (Comitato Coordinamento Soccorsi) con la presenza, tra gli altri, di Prefetto, Questore, Comandante provinciale dei Carabinieri, Comandante provinciale Guardia di Finanza, Direttore Generale ASL". Si tratta di un un comitato che si riunisce due volte al giorno (ore 12 e ore 18) per fare il punto della situazione e coordinare tutti gli interventi necessari a contrastare l'emergenza coronavirus. "La polizia di Stato, i Carabinieri e la Guardia di Finanza - aggiunge il primo cittadino - controlleranno le notizie postate su facebook che non corrispondono al vero e/o creano allarmismo e i responsabili saranno puniti severamente".
Molto probabilmente primo caso di coronavirus anche a Sezze, come in altri paesi dei Monti Lepini, anche se l'amministrazione comunale è in attesa giustamente della ufficialità. La notizia non è stata del tutto confermata ma il caso di Sezze potrebbe essere veritiero come in altri paesi della Provincia di Latina dove il contagio si è diffuso. Intanto si invitano tutti i cittadini alla massima calma e a mettere in atto tutti i protocolli di sicurezza presenti nel decreto del Governo.
Altro...
Giornata particolarmente delicata anche per Sezze, alle prese con l'allarme coronavirus in Provincia e con l'aumento dei contagi nei comuni del Lazio. Anche in città questa mattina un caso sospetto di una donna che aveva accusato sintomi simili al virus, subito trasferita in ambulanza e poi risultata fortunatamente negativa al tampone. Intanto il sindaco Sergio Di Raimo, che sta seguendo passo passo la vicenda a stretto contatto con Asl e Prefettura, poco fa ha diramato le "Misure per il contrasto e contenimento del VIRUS COVID -19, presenti nel DPCM del 4 Marzo 2020. Il sindaco ai sensi dell'articolo 1 del DPCM annuncia che sono sospesi congressi, riunioni,meeting ed eventi sociali in cui è coinvolto personale sanitario. Sono sospese le manifestazioni ed eventi di qualsiasi natura,svolti in ogni luogo,sia pubblico che privato, che comportino affollamento di persone a meno di un metro di distanza. Sono sospesi eventi e competizioni sportive. Sono sospesi fino al 15 marzo 2020 i servizi educativi per l'infanzia,le attività didattiche nelle scuole di ogni ordine e grado e ono sospese le visite guidate e le uscite didattiche. Mentre ai sensi dell'articolo 2 del DPCM "è fatta espressa raccomandazione a tutte le persone anziane o affette da patologie croniche o con multimorbilità ovvero con stati di immunodepressione congenita o acquisita, di evitare di uscire dalla propria abitazione o dimora fuori dai casi di stretta necessità e di evitare comunque luoghi affollati nei quali non sia possibile mantenere la distanza di sicurezza interpersonale di almeno 1 metro".
Ha fatto bene il consigliere comunale Serafino di Palma a presentare una giusta interrogazione sulla delibera di Giunta comunale relativa al programma triennale delle opere pubbliche approvata nei giorni scorsi. L’esponente della coalizione Biancoleone fa bene a chiedersi perché mai l’allegato B della delibera non risulta compilato, un allegato nel quale l’amministrazione comunale avrebbe dovuto inserire le cosiddette “opere incompiute”. Di Palma, Martella e Moraldo hanno fatto bene a chiedere spiegazioni in merito perché, se nello schema adottato dalla Giunta non figurano opere da completare per il 2020 2021 e 2022, ciò significa che alcune opere, edifici e strutture in attesa di essere completate, per i prossimi tre anni non saranno sicuramente completate, anzi, tra tre anni quello che è stato realizzato sarà ulteriormente deteriorato dal tempo, da possibili atti vandalici o dalla mancata manutenzione. Eppure, nonostante ci siano diverse strutture che aspettano solo di essere completate, la Giunta guidata dal Sindaco Di Raimo, il 28 febbraio scorso ha approvato il programma triennale dei lavori pubblici, lasciando in bianco quello delle opere incompiute. Che ne sarà allora, ad esempio, del mastodontico Monastero delle Clarisse ristrutturato esternamente dalla Provincia di Latina ormai 10 anni fa e consegnato al Comune di Sezze? Stiamo parlando di un immenso patrimonio architettonico di oltre 15 mila metri cubi abbandonato alle ortiche. E la casa dei Giovani? Iniziata e abbandonata dal 2015? Per non parlare poi dell’Anfiteatro e di altre opere rimaste cattedrale nel deserto. Lo schema adottato dalla Giunta Comunale, adesso, dovrà essere ratificato dal consiglio comunale. Si spera che ci sia la sensibilità e la lungimiranza di inserire nell’allegato B delle opere da salvare. Quantomeno avremo la speranza che si possano chiedere dei finanziamenti per iniziare qualche opera di completamento.
I consiglieri comunali del Biancoleone
L'allegato B non compilato
L'Anfiteatro di Sezze
La Casa dei Giovani
Raccomandano risposte puntuali e non evasive. I consiglieri comunali della coalizione Biancoleone di Sezze tornano a presentare una serie di interrogazioni che saranno affrontate nel prossimo question time. Tra le diverse protocollate quella relativa agli eco-compattatori sparsi sul territorio comunale. L’amministrazione comunale recentemente è stata protagonista di una passeggiata ecologica voluta anche dalle opposizioni ma nonostante gli sforzi le difficoltà riguardanti la raccolta differenziata sono tante e l’obiettivo della raccolta differenziata al 65% nel nostro Comune resta un miraggio. “L’incentivo utile ad alzare la percentuale di raccolta differenziata sul nostro territorio – si legge nella interrogazione firmata da Serafino Di Palma, Paride Martella e Giovanni Moraldo - potrebbe essere anche l’utilizzo di box eco-compattatori per la raccolta di bottiglie di plastica e vetro, lattine di alluminio. Mentre l’eco-compattatore per tutte le città italiane è una realtà con concreti riscontri positivi, sul territorio di Sezze sono quasi tutti non funzionanti e deturpano il decoro urbano”. Il Biancoleone in merito chiede il numero degli eco-compattatori sparsi sul nostro territorio e dove sono installati. Si chiede altresì se sono funzionati o meno, anche perchè ne vediamo diversi abbandonati e pieni di immondizia varia. “Esiste un accordo con le attività commerciali al fine di permettere al cittadino, ad integrazione del sistema di raccolta differenziata, di poter conferire negli eco-point, dislocati nel territorio comunale, bottiglie di plastica e vetro, lattine di alluminio, ricevendo in cambio l’emissione di uno scontrino pari ad un tot di centesimi per ogni singolo pezzo, da spendere presso attività commerciali locali convenzionate, facendo in modo che anche le attività commerciali convenzionate abbiano ritorni economici realizzabili attraverso la fidelizzazione della clientela; soprattutto in un momento di forte crisi economica come quello in cui ci troviamo a vivere?”. Sembra al contrario che gli eco compattatori assomiglino ai vecchi secchioni dell’immondizia, ricettacolo di tutto e di più.
Serafino Di Palma del Biancoleone
Siria: il coraggio di un padre e la tragedia di un popolo
Scritto da Luigi De Angelis
“Nel caos delle armi e della devastazione, il campo è perduto e con esso tutti i sogni dei bambini. Sognavamo un paese, una casa, hanno sfregiato la casa dentro di noi. Sognavamo l’amore, hanno sbriciolato l’amore dentro di noi. Amavamo la musica, hanno giocato con le nostre note musicali e l’alfabeto della pace” – Aeham Ahmad, il pianista di Yarmouk, campo profughi alle porte di Damasco.
Abdullah Al-Mohammad e Selva. Un padre, sua figlia e il loro gioco.
È accaduto a Sarmada, città nel distretto di Harem, Governatorato di Idlib nell’estremo nord-ovest della Siria, vicino al confine con la Turchia. Abdullah Al-Mohammad e la sua famiglia sono fuggiti da Saraqib e si sono rifugiati a Sarmada nella casa di un amico, lasciandosi alle spalle i luoghi del loro vissuto, gli affetti e le amicizie, quanto avevano di più caro, profughi nel loro paese a causa della guerra civile che contrappone l’esercito del regime di Bashar al-Assad all’opposizione armata. Un conflitto spaventoso che da anni devasta la Siria. Città ridotte a cumuli di macerie, storie annientate, atrocità. Migliaia di morti, uomini, donne, vecchi e bambini, pedine sacrificabili sulla scacchiera dei giochi di potere e degli interessi dei grandi del mondo, praticamente nel silenzio dei media e nell’indifferenza di noi tutti.
La speranza di allontanarsi dalla guerra si rivela però solo una illusione. I combattimenti e i bombardamenti tra le forze turche e i loro alleati locali da una parte e le truppe governative appoggiate dall’aviazione russa e dagli iraniani dall’altra sono incessanti anche a Sarmada. Nell’infuriare degli scontri che non risparmiano nulla e nessuno, Abdullah Al-Mohammad riesce nella magia di presentare a sua figlia la guerra con gli occhi della pace, di tenerla abbracciata sotto la pioggia devastante di missili e bombe facendole credere che si tratta di mirabolanti fuochi d’artificio, che le armi micidiali sono innocui giocattoli per ingaggiare finte battaglie al ritmo di burle e risate, tenendo viva la fiamma della sua innocenza, cercando di non farla spaventare, di preservarla dall’orrore della violenza e della morte, di risparmiarle traumi che la segnerebbero indelebilmente per tutta la vita e di garantirle, per quanto possibile, una infanzia normale.
“E’ un aereo o un proiettile?” domanda Abdullah Al-Mohammad alla piccola Selva. “Un proiettile” risponde la figlia. “Sì e quando arriverà, rideremo” dice il padre. Ogni volta che una bomba viene lanciata a Idlib la risata di Selva deflagra potente, annulla d’incanto le detonazioni delle armi, riesce per qualche istante a cancellarne la forza maligna e sconfigge la guerra. E Abdullah Al-Mohammad ride con lei. La realtà, come in una bellissima fiaba, si inverte e consente loro di sopravvivere all’orrore.
L’inventiva di colorare la crudezza della guerra di questo padre coraggioso, che ha trasformato in poesia che spezza il cuore l’atrocità, ha avuto la meglio sulla violenza inaudita e distruttiva che ricopre con la sua coltre funerea e senza speranza il popolo siriano. Le sofferenze e le angosce che hanno sopportato sono oggi per loro un bruttissimo ricordo. Abdullah Al-Mohammad, Selva e la loro famiglia hanno attraversato il confine e sono in salvo in Turchia. Le loro immagini, così cariche di umanità, commoventi e dolcissime, sono rimbalzate in ogni angolo del mondo e hanno conquistato la nostra attenzione grazie ai social, ma la loro storia è solo un piccolo episodio, sia pure importante, di una tragedia di dimensioni enormi.
Milioni di siriani subiscono violenze inaudite, sono costretti a lasciare le proprie case, a prendere le proprie povere cose e fuggire, rischiando in ogni istante di morire per i bombardamenti, i colpi di mortaio e i combattimenti. Le strutture di accoglienza sono al collasso. Centinaia di migliaia di persone, soprattutto donne e bambini, cercano rifugio in campi improvvisati, nei quali patiscono fame, freddo ed epidemie. Un incubo atroce e senza fine. Da dicembre ad oggi, secondo l’Onu, sono circa 948 mila gli sfollati da Idlib a causa dei raid del regime siriano appoggiato dalla Russia e dall’Iran contro il nord-ovest dei ribelli appoggiati invece dalla Turchia, e di questi 569 mila sono minori. Violando il diritto internazionale umanitario l’esercito di Bashar al-Assad attacca deliberatamente ospedali, strutture sanitarie e scuole in nome della riconquista della provincia di Idlib. L’esercito turco, che ha invaso per larghi tratti il territorio siriano con la scusa della lotta al terrorismo jihadista, e le milizie dei ribelli sue alleate non sono da meno quanto ad atrocità, distruzioni e brutalità. La Turchia invero persegue l’annientamento dei curdi e la loro sostituzione etnica nel nord della Siria e, per avere mano libera, non esita a ricorrere alla minaccia di far arrivare in Europa ondate di profughi siriani provenienti dalle zone del conflitto.
Non esistono parole abbastanza forti per descrivere l’immane tragedia in atto nella provincia siriana di Idlib e soprattutto sembra che nessuno voglia ascoltare, reagire e intervenire.
In gioco non è solo il destino della Siria, di un popolo, ma dell’intera umanità e non è vero che personalmente siamo impotenti di fronte a quanto accade. Possiamo alzare lo sguardo dalla contemplazione del nostro egoismo, abbandonare le nostre vedute ristrette, l’incattivimento che ci sta rubando l’anima e disumanizzando, che ci induce a negare disponibilità e solidarietà verso gli ultimi e i diversi, a considerare nemici e a respingere quanti cercano di fuggire dalle tragedie, a non provare sentimenti di umana pietà verso chi soffre, e far sentire la nostra voce non solo per rincorrere il futile, l’inutile e le polemiche sterili, ma utilizzare da una parte i tanto amati social come uno strumento forte di pressione verso i potenti che hanno in mano il destino nostro e dell’umanità e dall’altra rivedere tanti nostri comportamenti, dimostrarci capaci di scelte solidali e concrete, combattere i seminatori di odio e fanatismo ad ogni livello con le armi potenti della ragione, dell’umanità e della democrazia.
Anche se la guerra, la violenza e l’intolleranza sembrano far più rumore, l’amore, la solidarietà e l’accoglienza sono più potenti e alla fine prevarranno.