“Io credo che eticamente tutti debbano prendere il vaccino, è un’opzione etica, perché tu ti giochi la salute, la vita, ma ti giochi anche la vita di altri (…) Non so perché qualcuno dice: ‘no, il vaccino è pericoloso’, ma se te lo presentano i medici come una cosa che può andare bene, che non ha dei pericoli speciali, perché non prenderlo? C’è un negazionismo suicida che io non saprei spiegare, ma oggi si deve prendere il vaccino”. Papa Francesco
La pandemia si è abbattuta sulle nostre vite come una tempesta, ha sconvolto assetti e convinzioni consolidate, ha fatto emergere carenze strutturali dello Stato, a iniziare da quelle sanitarie, ma anche la debolezza culturale di tanti, la facilità di manipolarne le opinioni. Grazie ai vaccini abbiamo la possibilità di uscire dall’emergenza, di recuperare la normalità, anche se sarà sicuramente differente da quella che abbiamo conosciuto. Tuttavia sono molti gli italiani attendisti o che si stanno sottraendo a tale dovere etico per noncuranza, sottovalutazione del problema o contrarietà. I no vax militanti, pur rumorosi sui social, sono numericamente pochi, ma l’impressione è che certe loro teorie, per quanto inverosimili e irragionevoli, hanno fatto breccia o quanto meno hanno contribuito al formarsi di opinioni sbagliate.
Il vaccino non è vero che non si sa come è fatto. Basta andare sul sito dell’AIFA o anche su siti scientifici indipendenti per scoprire che non contiene né i 5G, né metalli pesanti, né cellule di feti morti, ma soltanto lipidi, acqua, sali minerali e particelle di mRNA, che in particolare hanno la funzione di stimolare la produzione delle proteine e non sono certo vettori che modificano il DNA. Se poi contiene solo acqua distillata, come qualcuno dotato di fervida fantasia afferma, allora non c’è nulla da temere.
Il vaccino è stato sperimentato su un numero ampio di persone e sono state seguite tutte le procedure previste dai protocolli. I tempi rapidi di realizzazione dipendono dal fatto che, per la prima volta, i governi hanno investito ingenti risorse nella ricerca scientifica per debellare una malattia che ha ucciso centinaia di migliaia di persone in tutto il mondo. Indubbiamente vaccinarsi comporta un margine sia pur piccolissimo di rischio e possibili effetti collaterali, ma non maggiori o diversi rispetto a qualsiasi altro farmaco che assumiamo quando abbiamo malattie banali o anche importanti.
Le teorie complottiste per le quali praticamente la totalità di scienziati e medici, con l’esclusione di qualche lupo solitario, propugnatore di idee scientificamente infondate e non provate con dati sperimentali certificati, sono al soldo e fanno gli interessi delle grandi case farmaceutiche mondiali sono inverosimili, a meno di pensare che siamo in presenza di una grande cospirazione ai danni dell’intera umanità, ordita così bene da non lasciare spazio a sbavature, crisi di coscienza e pentimenti.
È scientificamente dimostrato che il vaccino è uno strumento indispensabile per combattere e debellare malattie devastanti e mortali, che hanno fatto milioni di vittime nel corso della storia, dal vaiolo alla poliomelite, dal morbillo alla difterite, dalla rosolia alla parotite, dalla pertosse al tetano, dall’epatite B a tante altre ancora e che non esiste alcuna correlazione tra vaccini e autismo.
Le case farmaceutiche non sono esempi luminosi di etica e di perseguimento degli interessi generali, ma ora è prioritario salvare milioni di persone, la cui vita è messa a rischio direttamente o indirettamente dal Covid-19. La battaglia per la moralizzazione dell’industria farmaceutica è sacrosanta, ma l’impegno deve valere sempre, anche quando acquistiamo l’aspirina o magari il viagra. Peraltro la stessa propaganda contro i vaccini è spinta da interessi economici. Un rapporto del Center for Countering Digital Hate, un’organizzazione no profit, ha dimostrato che l’informazione no vax parte sempre da un numero definito di individui o di siti, i quali guadagnano enormi somme dalla grande pubblicità e dalla vendita di prodotti e trattamenti alternativi.
Vaccinarsi è un dovere civico e morale. L’etica deve sempre guidare le decisioni che coinvolgono gli interessi della collettività e non solo di colui che prende la decisione. Attraverso la vaccinazione proteggiamo gli altri, soprattutto i fragili. Il rischio e il costo individuale sono assai ridotti, mentre il danno che si può prevenire è grande: c’è perciò proporzione tra quanto si richiede al singolo e il beneficio pubblico dell’immunità di gregge o comunque di un livello alto di immunità collettiva. Il dovere personale di vaccinarsi è una responsabilità verso la comunità, che origina dall’esigenza etica di distribuire gli oneri equamente tra tutti i membri. Quanti si sottraggono al vaccino non cooperano all’uscita dalla crisi, ma beneficiano del fatto che gli altri lo fanno. Se nessuno si vaccinasse, ci sarebbe un costo collettivo aggiuntivo (da lockdown, per le conseguenze da Covid-19 o da entrambi) che anche chi rifiuta il vaccino pagherebbe.
L’obbligo vaccinale è assolutamente legittimo secondo la Costituzione che prevede all’art. 16 limiti alla libertà di circolazione per ragioni sanitarie e all’art. 32 la tutela del bene fondamentale della salute come interesse della collettività. Certo è meglio persuadere piuttosto che obbligare, ma la libertà di scelta è giusto accompagnarla con interventi diretti alla ricerca e alla convinzione dei riluttanti, a disincentivare le esternalità negative di quanti si mettono in condizione di danneggiare gli altri. Andare al ristorante, a teatro, allo stadio da vaccinato significa non mettere a rischio l’incolumità degli altri, anzi garantirla. I non vaccinati, frequentando luoghi pubblici, invece mettono a rischio la salute e ledono la libertà degli altri, che così non possono usufruire senza impedimenti degli spazi pubblici. I no vax e quanti non si vaccinano impongono la propria scelta agli altri. Vietare l’accesso ad alcune attività senza passaporto vaccinale è certo una limitazione, ma in una comunità i diritti e le libertà non sono assoluti, vanno sempre bilanciati e contemperati con il bene comune, con i doveri morali e con le esigenze di salute pubblica.
Peraltro l’emergenza sanitaria ci ha costretti a rinunciare a quote di autonomia in cambio della tutela della salute, ad accettare condizionamenti e un ridisegno mediante le restrizioni della sfera dei diritti e delle libertà che, pur restando beni assoluti e fondamentali della nostra civiltà, sono comprimibili in casi eccezionali. La scelta di non vaccinarsi comporta un costo, come il rischio minimo per chi lo fa: non può e non deve sorprenderci o scandalizzarci. Nella misura in cui c’è libertà di scegliere e le condizioni della scelta sono giustificate da ragioni di salute pubblica e di bene comune, ognuno è chiamato ad assumersi la responsabilità anche relativamente alle conseguenze della decisione assunta.
Nel mese di agosto la rubrica sarà sospesa. Riprenderà regolarmente a settembre.