Il prossimo 24 aprile a Sezze si terrà la 51esima Sagra del Carciofo. Nel corso degli anni la produzione locale è precipitata e uno degli eventi più importanti delle città da vetrina per i produttori si è trasformato in una kermesse dove tutto si trova tranne che i carciofi locali. Ecco le domande che si pone Vittorio Accapezzato, consigliere comunale negli anni '80/'90.
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La sagra del carciofo a Sezze è nata nel 1970.Sono trascorsi 52 anni e si sono avute delle trasformazioni in tutti i settori compreso quello agricolo. Essa nacque con il desiderio e l'auspicio di valorizzare e diffondere il consumo del carciofo romanesco ritenuto una risorsa economica dell'agricoltura locale. Ai tempi la sagra era una vetrina per i produttori locali. Rappresentava la valorizzazione del lavoro degli agricoltori che, oltre a produrre qualità, garantivano la produzione di provenienza di coltivazione nel territorio locale. Oggi nel campo setino la produzione raggiunge circa 80 ettari che soddisfano appena il nostro fabbisogno. Mi chiedo quali carciofi si acquistano negli stand? Prodotti nostrani o importati da altri luoghi per venderli come carciofi romaneschi spacciati come locali? Perché nessuno scrive la verità. Si continua ad essere degli struzzi per quali ragioni?
Nella foto Vittorio Accapezzato