Per una vera rigenerazione urbana ci vuole una idea di comunità. Ne è convinto Vittorio Accapezzato, amministratore della città negli anni '80, oggi docente in pensione e attento osservatore delle logiche politico-amminitrative della nostra città.
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Una delle aree verdi di Sezze non usufruita da oltre mezzo secolo dalla cittadinanza è la "macchia" ossia bosco dei cappuccini. Adiacente ad esso, è posta la chiesa di S.Francesco (chiamata S. Giuseppe) unita al convento dei Frati minori Cappuccini, che successivamente venne trasformato in Colonia agricola pontina. Questo complesso è da tempo in stato di abbandono e degrado urbano. Il governo con la legge bilancio del 2022 ha stanziato ben 300 milioni di euro a questo genere di progetti. Lo scopo della rigenerazione urbana, infatti, è quello di restituire ai cittadini un territorio che possa essere vissuto sia dal punto di vista ambientale, sia da quello culturale. Operando in questo senso,si potranno attivare nuovi servizi e creare nuovi spazi necessari alla vita della cittadina e alla realizzazione di iniziative che offrono possibilità di socializzazione. Rigenerare bene, sta nel comprendere i bisogni dei cittadini. Progettare insieme gli interventi è un'occasione di coinvolgimento sociale dei cittadini che vivranno il territorio stesso e definire il modo migliore dell'opera da realizzare. Infatti, la rigenerazione urbana, si basa soprattutto di riutilizzare spazi urbani già presenti, senza consumare una maggiore porzione di suolo. L’obiettivo primario è restituire alla popolazione di Sezze degli spazi rinnovati, utili e partecipati. Dev'essere un progetto co-progettazione aperto con assemblee pubbliche in modo che i cittadini esprimono i propri bisogni, opinioni e suggerimenti. Non basta modificare il piano traffico o riqualificare alcuni edifici per poter parlare di rigenerazione urbana. Ci vuole un'idea di comunità e una visione di futuro e la voglia di realizzare.
Nella foto Vittorio Accapezzato