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POVERA SANITÀ E POVERI CITTADINI. VOGLIONO TOGLIERCI ANCHE IL MEDICO DI FAMIGLIA

Feb 17, 2025 Scritto da 
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di Pierino Ricci

per Latina 2032

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Si continua a picconare il servizio sanitario pubblico a spese del cittadino. Si continua a dire che negli ospedali della nostra provincia mancano infermieri e medici , ma si fa finta di non sapere che nei vecchi presidi ospedalieri di Sezze, Cori, Priverno, Cisterna ecc c’è personale medico e paramedico da anni alle dipendenze di cooperative ( precario) o in carico del servizio pubblico , ma sottoutilizzato , come si fa finta di non vedere il pullulare di nuovi insediamenti privati con finanziamenti pubblici , privati che fanno una concorrenza spietata ( a pagamento) alle strutture pubbliche . Tutto questo sotto l'egida del governo, che attraverso le regioni continua a foraggiare le 21 sanità regionali spendendo oltre 840 miliardi di cui ben 50 miliardi per la regione Lazio di cui 22 miliardi vengono erogati a privati…immaginiamo con l’autonomia differenziata!!! Uno spreco e clientele elettorali… ecco cominciamo con il picconare questi privilegi anziché i servizi ai cittadini. L’ultima chicca della regione Lazio (su delega del governo Meloni ) è la proposta di l’utilizzare attraverso alcune ore i medici di famiglia assumendoli nel servizio sanitario nazionale, contribuendo così, alla distruzione dell’unico baluardo che rimane per il cittadino, con tutti i suoi limiti e contraddizioni.

Invece di fare una scelta politica chiara su una sanità pubblica, di togliere il numero chiuso in medicina nelle università e assumere in pianta stabile nel servizio sanitario nazionale tutte quelle figure mediche paramediche e infermieristiche che attualmente lavorano in cooperative o partite iva o a gettone, la Regione continua a perseverare e costruire scelte per distruggere la sanità pubblica. Il sistema privato va utilizzato per integrare ciò che non fa il pubblico, ma non può essere messo in competizione con il sistema sanitario pubblico e inoltre bisogna prendere atto che la regionalizzazione della sanità è stato un fallimento e va riconsiderato l ‘art. V che ha determinato la nascita di 21 sanità regionali: è un lusso che non possiamo permetterci, ne basta una unica di sanità, pubblica e universale, ricostruendo i filtri territoriali ( la cosiddetta medicina territoriale per fare prevenzione )… ci costerebbe meno, funzionerebbero i pronto soccorso con i reparti ospedalieri e non ci sarebbero le liste di attesa, che oggi purtroppo, stanno determinando l’allontanamento dei cittadini dal curarsi o indebitarsi (sono 4,5 milioni di persone che hanno rinunciato a curarsi ), perché per curarsi o farsi assistere bisogna pagare di tasca propria.

Questa è la battaglia che debbono fare i nostri consiglieri regionali e i parlamentari nazionali, non continuare ad assistere passivi allo sfascio della sanità pubblica o continuare a mettere pannicelli caldi qui e là per garantirsi le clientele elettorali dei potentati della sanità…ma anche l’informazione…faccia meno cassa da risonanza con il potere e più informazione d’inchiesta nei reparti dei nosocomi e tra i cittadini.

 

Pubblicato in Attualità
Ultima modifica il Lunedì, 17 Febbraio 2025 12:21 Letto 320 volte

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