Sabato 25 febbraio 2023, alle ore 18.00, presso il Centro sociale “Calabresi” di Sezze, la sezione ANPI di Sezze presenta il libro di Luigi Giorgi Giuseppe Dossetti. La politica come missione (Carocci editore, 2023). Con questa iniziativa l’ANPI di Sezze intende portare un contributo per far conoscere uno dei Padri costituenti che grande ruolo ebbe nel dibattito in Assemblea Costituente che portò all’elaborazione della nostra Carta costituzionale. Per Dossetti fu un impegno esigente al servizio dei più deboli, secondo un’idea di democrazia sostanziale testimoniata dalla sua figura di cristiano presente nella storia. Il libro ricostruisce il percorso politico di Dossetti dalla presa del potere fascista alla guerra e alla Resistenza, durante la quale fu comandante partigiano, per poi proseguire nell’Assemblea costituente, nella militanza nella Democrazia cristiana, nella stagione del Concilio Vaticano II, fino alla scelta di diventare sacerdote e al ritorno sulla scena pubblica negli anni Novanta in difesa della Costituzione insidiata, soprattutto nella prima parte, da iniziative di riforma pericolose per la tenuta dell’unità nazionale. Il dibattito attuale su presidenzialismo e autonomia differenziata rende particolarmente interessante approfondire il percorso politico di uno degli artefici della nostra Costituzione. Luigi Giorgi, setino, è coordinatore delle attività culturali dell’Istituto Luigi Sturzo. Ha scritto diverse monografie su Dossetti, sulla storia dell’Italia contemporanea e sulla storia del movimento cattolico.
Anche se non ancora ufficializzati sarebbero sei i consiglieri pontini eletti alla Regione Lazio dopo il voto del 12 e 13 febbraio che ha visto eletto presidente Francesco Rocca per la coalizione di centro destra. Tre seggi sono stati attribuiti a Fratelli d’Italia con Enrico Tiero, Elena Palazzo e Vittorio Sambucci. Per la Lega si conferma consigliere Angelo Tripodi, mentre per Forza Italia entra l’ex sindaco di Gaeta Cosmo Mitrano. Unico seggio attribuito alla coalizione che ha sostenuto Alessio D’Amato Presidente quello del Partito Democratico che conferma il consigliere regionale uscente, il setino Salvatore La Penna con 7.118 preferenze. Nulla per gli altri quattro candidati setini alla Regione Lazio: Antonio Costanzi (di Sezze Scalo e residente a Latina) per la Lista Civica Rocca Presidente; Michel Cadario per il Polo Progressista di Sinistra e Ecologia per Bianchi Presidente ; Giovanni Paolo Di Capua per la Lista dei Socialisti e Francesca Caschera per la lista D’Amato Presidente.
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Ecco le dichiarazioni del consigliere La Penna: "Grazie a tutte e a tutti! Sarà un onore per me continuare a rappresentare il nostro territorio in Consiglio Regionale. Continueremo ad #esserci, come negli ultimi 5 anni. L’impegno sarà massimo per essere all’altezza della fiducia che in maniera così straordinaria mi avete riconfermato, nonostante un turno elettorale complicatissimo che ha visto la vittoria della destra. Un sincero e grande ringraziamento ad Alessio D’Amato per la battaglia che ha condotto e alle candidate e ai candidati della lista del PD, il cui impegno è stato fondamentale per consentire la mia rielezione. Un abbraccio a ciascuna e ciascuno di voi!"
Organizzato dall'Associazione nazionale Vigili del fuoco in congedo - Città di Sezze e dall'Associazione “Valorizzazione ricerca e promozione onlus” di Sezze in collaborazione con la Parrocchia di Santa Lucia, il convegno “L'economia sociale, una prospettiva per il futuro” si terrà a Sezze, sabato 18 febbraio alle 18.30, presso la stessa Parrocchia di Santa Lucia. Interverranno: Giorgia Diletta Nigri, ricercatrice della LUMSA nonché membro del Comitato scientifico di Economy of Francesco, il movimento che raggruppa gli economisti under 35 di tutto il mondo convocati ad Assisi da Papa Francesco; Caterina Costa, presidente del Centro per la Pace di Assisi impegnata in progetti di cooperazione internazionale; Angela Pierli, Project Manager di Città di Castello esperta nella creazione di reti di economia sociale e civile; Massimiliano Porcelli, presidente della Cooperativa Utopia 2000 in giro per l’Italia a presentare il docufilm che racconta il progetto del Girasoli Tour. L'incontro si aprirà con i saluti di Don Giovanni Grossi, parroco della Chiesa di Santa Lucia, Paolo Casalini, presidente dell'Associazione nazionale Vigili del fuoco in congedo - Città di Sezze e di Lidano Lucidi, sindaco di Sezze. Modererà il convegno Andrea Gianolla, vice presidente dell' Associazione “Valorizzazione ricerca e promozione onlus” e direttore del coro dell'Associazione “Passione di Cristo” di Sezze. È prevista la partecipazione di alcuni sindaci dei Monti Lepini, i Dirigenti i degli Istituti scolastici di Sezze e i rappresentanti degli studenti. “Il convegno - hanno affermato gli organizzatori - punta a far confrontare alcuni esperti di settore. Confronto volto a esplorare in particolare le potenzialità future di un modo di fare economia più attento ai valori dell'equità e della giustizia sociale. In un’epoca storica come quella che stiamo vivendo, caratterizzata da grandi disparità e diseguaglianze che rischiano di deflagrare, riteniamo utile sperimentare, anche nel nostro territorio, nuovi percorsi legati a un’economia maggiormente redistributiva”. Al termine del convegno verrà proiettato il docufilm “Tutto quello che sarà” del regista pontino Renato Chiocca sul “Girasoli Tour”, il viaggio di 3500 chilometri che il presidente della Cooperativa Utopia 2000 onlus, in compagnia del giovane Dennis Lucarelli (ospite della Comunità educativa residenziale di Roccagorga), sostenuti dal Consiglio d'amministrazione della stessa Cooperativa, hanno percorso interamente in bicicletta, dal 10 giugno al 15 luglio del 2021, nell'Italia che resiste, come recita “Viva l’Italia”, canzone di Francesco De Gregori, nell’Italia empatica e innovativa. “Ringrazio gli organizzatori e la Parrocchia di Santa Lucia - ha sottolineato Massimiliano Porcelli - per questo invito davvero gradito. Ma in particolare ringrazio Maria Contento, consigliera della Presidenza del Consiglio dei Ministri, appassionata di queste tematiche, che sarà presente all'incontro”. In programma, durante la serata un collegamento con Dennis Lucarelli, il monore coprotagonista del docufilm. Questa di Sezze è la terza tappa, dopo Bevagna e Cori, del tour delle proiezioni dello stesso docufilm. Queste le altre tappe: Grosseto, Salerno, Roma, Verona, Fondi, Vasto, Assisi. Perugia, Ascoli e Milano.
Sezze ferma per una maggioranza incompetente e per una opposizione assente
Scritto da Luigi De Angelis
Sabato 4 Febbraio si è svolta una marcia per la pace promossa dalla Comunità di Sant’Egidio. Durante la manifestazione sono stato gentilmente invitato a portare un mio contributo che volentieri ho dato. Vista la grande partecipazione di cittadini e associazioni il tempo per i vari interventi è stato, giustamente, compresso. Porto qui pertanto qualche punto di ulteriore riflessione. La casa è in fiamme! Questo è terribilmente vero! Ma è anche straordinariamente vero che esistono i pompieri che instancabilmente continuano a lavorare e pensare come meglio attrezzarsi sia per spegnere gli incendi che per prevenirli. E noi? Noi che sicuramente pensiamo di non stare dalla parte degli incendiari ma che certamente non siamo concretamente neanche parte attiva nel corpo dei pompieri, cosa possiamo fare? Limitarci a manifestare per chiedere la pace? Esprimere a gran voce il desiderio di ottenere (da altri) la pace può sicuramente essere gesto lodevole ma può anche rivelarsi pura illusione. La pace non la si può chiedere, non la si può pretendere! La pace non la si può elemosinare. La pace non prevede scorciatoie. La possiamo solo esercitare. In prima persona. E per esercitarla bisogna assolutamente disporsi nel giusto atteggiamento, ovvero, coltivarla dentro noi stessi. Noi possiamo esercitare la pace nella misura in cui siamo in pace con noi stessi. Attrezzarsi per tendere a questo stato interiore, oltre che efficace, è un presupposto imprescindibile per manifestare la pace. Vediamo e ascoltiamo proclami che inneggiano alla pace anche da parte delle Istituzioni. Però, se davvero le Istituzioni volessero dare un contributo per la realizzazione della pace, come hanno istituito un Ministero per la Difesa potrebbero, ad esempio, istituire un Ministero per la Pace con il compito specifico di promuoverla in tutti gli ambiti e con tutte le modalità possibili. Formalizzando ciò darebbero sicuramente dignità e credibilità istituzionali a tutti coloro che operano per questo; come esiste, senza che nessuno si scandalizzi, un esercito pronto ad entrare in guerra (pronto, quindi, a distruggere e uccidere fin quando lo reputa opportuno), perché non lavorare per la costruzione di un “Esercito” (naturalmente senza armi) per la Pace?
Cosa ne abbiamo fatto dell’esperienza dei giganti che hanno operato concretamente per la Pace? Cosa ne abbiamo fatto del patrimonio lasciatoci da Maestri che, come il Mahatma Gandhi, hanno agito senza toccare armi ma con regole ferree? Queste regole potrebbero essere materia di studio, sia teorico che pratico, fin dalle scuole dell’obbligo? Per concludere, riteniamo opportuno dare credito e dignità a queste esperienze umane anziché liquidarle come fossero gesti fatti da persone un po’ pittoresche o romantiche? Potrebbe tutto ciò essere elaborato dai vari movimenti pacifisti e tradotto in proposta politica da sottoporre alle Istituzioni, agli enti preposti alla formazione dell’individuo che, inevitabilmente, condizionerà il nostro futuro, le nostre vite? Il tema non può essere quello di scegliere con quale arma morire e in che lasso di tempo, né scegliere se per poter vivere c’è bisogno che qualcun altro soccomba. Siccome la vita è un diritto di tutti, tutti devono essere chiamati a spogliarsi di qualunque tipo di arma e della propria aggressività. E lo Stato, ogni Stato deve essere come un padre che raccoglie tutte le sue energie sulle labbra per dare un affettuoso bacio al suo piccolo così da trasferirgli tutto l’affetto, la fiducia e l’amore del mondo. Ma non vogliamo neanche illuderci troppo perché, si sa, queste “so’ cos’e pazzi!”
Orazio Ananda Mercuri
Il rinvenimento nel 1980 del tempio arcaico di Giunone nel tratturo Caniò, come ebbe a sottolineare il prof. Luigi Zaccheo in un suo articolo su Il Comune Oggi rappresenta un fatto culturalmente molto importante, perché è il segno della penetrazione più meridionale di Roma durante la conquista del territorio dei Volsci. Con questo articolo il prof. Zaccheo, oltre ad informare su importanti reperti che erano tornati in luce, notava che se si fosse riusciti a scavare tutta l'area sacra del tempio ea ricomporre in loco le antiche strutture, Sezze avrebbe avuto il pregio di mostrare nel proprio territorio uno dei complessi più antichi del Lazio meridionale.
Il tratturo Caniò, unica via di accesso al Tempio di Giunone, era anticamente percorso dalla transumanza che scendeva dai Lepini attraverso le falde del M. Antignana, e raggiungeva la palude nei pressi del Foro Appio. Di questo tratturo non esiste più né il tracciato montano né quello pedemontano, anche se di quest'ultimo si può ritenere che in epoca remota passasse per le sorgenti di “acqua zolfa” in località La Catena, dove gli animali venivano fatti immergere. Ciò in virtù della funzione sanante e curativa dello zolfo per le ferite degli animali, specificatamente sui cavalli, ma anche sugli ovini, ai quali le acque solfuree conferivano un mantello di lana candido e pulito, che costituiva un pregio commerciale ed un valore aggiunto. Era un'opportunità cui difficilmente i pastori rinunciavano, e che con ogni probabilità aveva dato il nome al tratturo.
Caniò infatti deriverebbe dal nome latino di persona Canius , che significa uomo dai capelli bianchi o candidi, proprio come il candore che acquistavano le pecore detergendosi nell'acqua zolfa della sorgente della Catena. Gli umanisti ci hanno sempre ricordato che in greco a theion era lo zolfo, ma era anche la cosa divina (divinum): non a caso il verbo theióo significa «purifico con zolfo, disinfetto» ma corrisponde anche a «consacro agli dei». Lo zolfo era quindi sacro, anzi, era la «cosa sacra» con cui si curavano i mali degli uomini e degli animali, si candeggiavano lana e tessuti, si purificavano le case durante le cerimonie, si dava alla la vite e si preparava il vino eccetera.
Dall'area archeologica dei resti del tempio di Giunone, segnaliamo numerosi materiali bronzei e ceramici, fra i quali si distinguono gli ex voto, sia gli anatomici che rimandano chiaramente a una guarigione richiesta o ricevuta di persone malate, sia quelli riproducenti ovini, bovini e un cavallo. Si ritiene che la presenza di queste statuine di animali da pascolo potrebbe non essere casuale, ma legata proprio all'azione benefica delle acque sugli armenti e sulle pecore.
Della rilevanza dati a questi animali, parrebbero testimoniare puri gli strumenti da lavoro venuti alla luce durante gli scavi: una lama di coltello a mezzaluna per la lavorazione del cuoio, e vari pesi da telaio, evidentemente legati alla tessitura.
Dalle mappe del Catasto terreni di Sezze del 1929, che si rifanno a quelle ancora più antiche del Catasto Pontificio , il tratturo figura come strada vicinale Caniò con incrocio da via degli Archi, a circa 650 metri dal sito archeologico degli Archi di S. Lidano e si addentra alla campagna in direzione sud per meno di 500 metri, quindi curvando verso ovest attraversa con un ponte la fossella della Carrara e va ad incrociare, dopo circa 350 metri, via Murillo. L'accesso in via Murillo è da questa parte intercluso dall'aia di un fabbricato rurale, ma all'occorrenza potrebbe essere ripristinato perché non vi insistono manufatti..
L'orientamento verso nord dell'asse stradale del tratturo, nel tratto in cui inizia da via degli Archi, mostra la sua primitiva provenienza dalla sorgente dell'acqua zolfa della Catena, anche se tale percorso pedemontano potrebbe essere variato nei secoli, specie durante le contese medievali tra Sezze e Sermoneta e parzialmente deviato verso lo storico stradone dell'Arnarello (tuttora esistente e riportato nelle mappe del Catasto nelle immediate vicinanze del tratturo, presso via Archi).
Il tratturo Caniò è interamente in terra battuta come è sempre stato per millenni, si presenta molto sconnesso e può essere percorso solo a piedi oppure da trattori o fuoristrada.
Dall'intersezione di via Murillo (a circa 800 metri dagli Archi di San Lidano) e procedendo in direzione sud-ovest verso i resti del tempio di Giunone il tratturo Caniò scompare dalla planimetria catastale, ma la tradizione popolare lo indica ancora oggi nello stradone in terra battuta con grossi avvallamenti che conduce al tempio di Giunone, nel cuore della località “Quarto Campelli” un tempo chiamato Pantano Luvenere ovvero Pantano delle uve nere (cecubo)
Il tratturo termina alla cosiddetta Fossella della Selcichia, ma sino a pochi decenni fa immetteva in via Maina ed è stato raccontato di uno suo sbocco in prossimità del Foro Appio.
Le origini arcaiche del tratturo Caniò, sicuramente il più antico tra quelli che attraversarono il campo setino, sono testimoniate da alcuni oggetti rinvenuti negli scavi dell'area archeologica del tempio di Giunone che risalgono al XVI secolo a. C. (età del Bronzo Medio).
Da tali reperti si desume chiaramente come il tratturo fosse preesistente sia alla via degli Archi che alle altre strade del campo di Sezze, e persino alla stessa via Appia.
[1] Il Comune Oggi – Nov 1985 –anno VII
[2] Università degli studi di Padova, Dipartim. archeologia- Atti del convegno, Padova 21.06. 2010 - AQUAE PATAVINAE – Maddalena Bassani: Le terme,le mandrie e Gerione- Antenor Quaderni; 21 .
[3] Foglio catastale 53 del Comune di Sezze
[4] Foglio catastale 91 del Comune di Sezze
[5] MINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVITÀ CULTURALI E DEL TURISMO SOPRINTENDENZA PER I BENI ARCHEOLOGICI DEL LAZIO Atti del convegno Lazio e Sabina 9 – Roma 27-29 marzo 2012 -Ricerche geoarcheologiche nell'area di Tratturo Caniò (Sezze, Latina) 2007- Nicoletta Cassieri- Carmela Anastasia, – Martijn van Leusen – Hendrik Feiken – Gijs Tol -
Per una vera rigenerazione urbana ci vuole una idea di comunità. Ne è convinto Vittorio Accapezzato, amministratore della città negli anni '80, oggi docente in pensione e attento osservatore delle logiche politico-amminitrative della nostra città.
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Una delle aree verdi di Sezze non usufruita da oltre mezzo secolo dalla cittadinanza è la "macchia" ossia bosco dei cappuccini. Adiacente ad esso, è posta la chiesa di S.Francesco (chiamata S. Giuseppe) unita al convento dei Frati minori Cappuccini, che successivamente venne trasformato in Colonia agricola pontina. Questo complesso è da tempo in stato di abbandono e degrado urbano. Il governo con la legge bilancio del 2022 ha stanziato ben 300 milioni di euro a questo genere di progetti. Lo scopo della rigenerazione urbana, infatti, è quello di restituire ai cittadini un territorio che possa essere vissuto sia dal punto di vista ambientale, sia da quello culturale. Operando in questo senso,si potranno attivare nuovi servizi e creare nuovi spazi necessari alla vita della cittadina e alla realizzazione di iniziative che offrono possibilità di socializzazione. Rigenerare bene, sta nel comprendere i bisogni dei cittadini. Progettare insieme gli interventi è un'occasione di coinvolgimento sociale dei cittadini che vivranno il territorio stesso e definire il modo migliore dell'opera da realizzare. Infatti, la rigenerazione urbana, si basa soprattutto di riutilizzare spazi urbani già presenti, senza consumare una maggiore porzione di suolo. L’obiettivo primario è restituire alla popolazione di Sezze degli spazi rinnovati, utili e partecipati. Dev'essere un progetto co-progettazione aperto con assemblee pubbliche in modo che i cittadini esprimono i propri bisogni, opinioni e suggerimenti. Non basta modificare il piano traffico o riqualificare alcuni edifici per poter parlare di rigenerazione urbana. Ci vuole un'idea di comunità e una visione di futuro e la voglia di realizzare.
Nella foto Vittorio Accapezzato
Una festa per tutti i bambini del mondo che vivono a Sezze. Un sogno che si è realizzato quello della diciannovenne rumena Nadina Liliana, una ragazza che vive a Sezze da molti anni. In occasione delle festività natalizie, nel giorno del suo compleanno, Nadine ha deciso di promuovere e organizzare un evento che si è tenuto presso l’auditorium San Michele Arcangelo di Sezze. Una festa per i bimbi di tutte le nazionalità, un pomeriggio in allegria e di gioia e di integrazione. Nadine, che lavora come bracciante agricola nei campi di Sezze, ci tiene a ringraziare la Pro loco e il Comune di Sezze per aver accolto il suo progetto, un progetto che intende riproporre anche per il prossimo anno. La donna parla di questo evento solo ora perchè, avendo preso parte alla marcia per la Pace organizzata dalla comunità di Sant’Egidio di Sezze sabato scorso, anche in questa occasione è sentita parte di una comunità che cerca integrazione in un momento così difficile e pieno di incertezze. Due momenti insomma significativi per la donna e per tutti perchè aiutano a crescere la comunità in un percorso di collaborazione e speranza.
La messa in latino e i nemici del Concilio Vaticano II
Scritto da Luigi De Angelis
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Non sono quattro i setini candidati alla carica di consigliere regionale del Lazio bensì cinque. Oltre a Salvatore La Penna del Pd per D’Amato Presidente (centrosinistra), Antonio Costanzi (di Sezze Scalo e residente a Latina) per la Lista Civica Rocca Presidente (centrodestra), Michel Cadario per il Polo Progressista di Sinistra e Ecologia per Bianchi Presidente e Giovanni Paolo Di Capua per la Lista dei Socialisti con D’Amato Presidente, c’è anche la giovanissima Francesca Caschera per la lista civica D'Amato Presidente. Francesca ha 19 anni e frequenta il corso di laurea di Tecniche di laboratorio biomedico della facoltà di Professioni sanitarie a Latina: è la candidata più giovane nel Lazio. Impegnata nel volontariato e nel mondo dell'associazionismo nel corso della sua esperienza ha lavorato in diversi progetti per il sociale, a partire delle opportunità e razzismo. In bocca la lupo.
Non voglio lasciare che le fiamme brucino anche la mia Fede, voglio credere, e sperare, perché è tutto quello che mi rimane.
Il 12 e il 13 febbraio si vota per le elezioni regionali del Lazio. In corsa Donatella Bianchi del Movimento 5 stelle, Alessio D’Amato per il centrosinistra, Francesco Rocca per il centrodestra, Sonia Pecorilli per il Partito Comunista italiano, Fabrizio Pignalberi per Quarto polo e Insieme per il Lazio, Rosa Rinaldi per Unione Popolare di Luigi de Magistris. Tra i candidati alla carica di consigliere regionale ci sono anche quattro setini, di cui tre residenti a Sezze ed uno a Latina. Tra i candidati infatti non c’è solo Salvatore La Penna del Pd per D’Amato Presidente (centrosinistra) ma anche Antonio Costanzi (di Sezze Scalo e residente a Latina) per la Lista Civica Rocca Presidente (centrodestra), Michel Cadario per il Polo Progressista di Sinistra e Ecologia per Bianchi Presidente e Giovanni Paolo Di Capua per la Lista dei Socialisti con D’Amato Presidente. Insomma un poker di candidati alla carica di onorevole che punteranno a conquistare un seggio alla Pisana a colpi di soluzioni e proposte (si spera) anche per migliorare la nostra città. Volti noti e meno noti non fa tanta differenza, quel che conta veramente e che le tante istanze della comunità siano veramente rappresentate, e che Sezze abbia una voce sul tavolo dove si decidono le sorti degli enti locali.