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La nota del sindaco di Sezze Lidano Lucidi in merito al progetto di valorizzazione dell’area a ridosso dell’ex cava Petrianni all’interno della quale sono contenute diverse impronte di dinosauro.

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“Si sta procedendo alla stesura del progetto esecutivo con l’ausilio e il fondamentale supporto del dipartimento di Scienze della Terra dell'Università La Sapienza con cui il Comune di Sezze ha, nel frattempo, stipulato un protocollo di intesa. Stiamo inoltre lavorando alla predisposizione del progetto per la fruizione del sito mediante progettazione di un percorso didattico divulgativo. È stato dato incarico ad una società di perforazione e laboratorio geotecnico per il prelievo di campioni di roccia da sottoporre a specifiche analisi geomeccaniche per la predisposizione di un progetto per la messa in sicurezza della parete rocciosa prospiciente le superfici ad impronte, mediante imposizione di rete paramassi. Si sta predisponendo il progetto definitivo – ha concluso il sindaco di Sezze  –  per rendere esecutivo il progetto ci si avvarrà di ricercatori. L’area è stata acquisita dall’ente ed è stato approvato il regolamento del monumento naturale di cui il Comune di Sezze è responsabile”.

 

 

Così come l’anno passato, nell’ambito della Secolare Fiera di San Michele di Sermoneta, che si è svolta dal 28 settembre al 1 ottobre nell’Area mercato di Monticchio, si è tenuto il Concorso comunale “L’Olio delle Colline a Sermoneta”, organizzato dall’Amministrazione comunale in collaborazione con il Capol (Centro assaggiatori produzioni olivicole di Latina). Questi i vincitori: al primo posto si è piazzato l’Agriturismo La Valle dell’Usignolo, al secondo la Società  agricola Palmerini 1931 e al terzo l’Abbazia di Valvisciolo. Mentre le “Menzioni di merito” sono state assegnate alla Tenuta Paola Boffi, a Sergio Gobbi, a Diversamente Agricola di Carmela Parisi, a Loretta Proia, a Franco Santucci e a Impresa agricola Diamante Verde di Antonio Tombolillo. Il concorso era rivolto ai produttori e agli olivicoltori del territorio di Sermoneta. Gli oli in gara sono stati giudicati  da un panel di assaggiatori  dello stesso  Capol,  guidato da Luigi Centauri, capo panel. Alla premiazione dei vincitori, avvenuta sabato scorso, erano presenti Nicola Minniti,  Bruno Bianconi e  Antonio Di Lenola rispettivamente vicesindaco, assessore all’Agricoltura e presidente del Consiglio comunale di Sermoneta, Alberto Bono, agronomo,  e lo stesso Luigi Centauri, presidente del Capol.  Alla fine della stessa premiazione sono state consegnati gli attesti ai trentadue olivicoltori di Sermoneta  partecipanti al corso di gestione dell’oliveto. “Il successo di questo concorso hanno affermato il sindaco di Sermoneta Giuseppina Giovannoli e l’assessore Bianconi -  dimostra la grande varietà di eccellenze presenti sul nostro territorio. Come Amministrazione comunale  continueremo a promuovere e sostenere queste iniziative che mettono  in risalto le produzioni locali, esaltandone il valore e la tipicità . Congratulazioni a tutti i partecipanti, siete una risorsa preziosa per Sermoneta”. Durante i quattro giorni della Fiera, lo stesso Capol ha organizzato l’evento “Assaggiatore per un giorno”, la degustazione degli oli in gara abbinati alla zuppa di fagioli e l’assaggio professione delle olive Gaeta Dop e Itrana bianca. Circa l’evento “Assaggiatore per un giorno”, sono stati protagonisti i consumatori, che guidati dagli esperti del Capol, hanno cercato di imparare a riconoscere un olio di qualità. Anche riguardo alle olive, gli esperti hanno fornito il modo per riconoscerne la qualità, oltre a illustrarne le caratteristiche.  Da ricordare che la Fiera, come sempre, è stato organizzata dall’Amministrazione comunale di Sermoneta con il contributo dell’Arsial (Azienda regionale per lo sviluppo e l’innovazione dell’agricoltura del Lazio). Sono stati quattro giorni intensi tra mostra mercato, enogastronomia, prodotti tipici, ristorazione, convegni, presentazioni di libri, spettacoli equestri e concerti.

 

 

Da diversi mesi assistiamo ad uno scontro a pallonate per modificare lo statuto dell’ATO4. I partiti sono capaci di agitarsi per questioni di lana caprina mentre per quelle sostanziose si auto anestetizzano per divenire semplici spettatori. Ma i sindaci si rendono conto in quale stato si trovano i cittadini per tutto quello che subiscono? La vendita delle quote dei soci privati senza averla discussa nei consigli comunali, i difetti della gestione riguardanti tariffe che strozzano famiglie, per non parlare del caro bolletta e delle perdite in rete. Il comitato Acqua Pubblica chiede al sindaco di Latina e al presidente della Provincia di convocare un’assemblea provinciale per l’adeguamento dalle norme di legge per riavere il servizio come bene comune di questa Provincia. Per queste e altre ragioni, a partire delle voci pregresse in bolletta e dell’estorsione a Sezze di 4 milioni di euro, il portavoce del comitato Paolo Di Capua annuncia la cosiddetta operazione “Apache” per ottenere le somme dovute da Acqualatina.

 

 

La provincia di Latina ha risposto con entusiasmo alla chiamata di Plastic Frre, dimostrando un forte impegno nella lotta contro l'inquinamento da plastica. Grazie alla partecipazione di oltre 200 volontari distribuiti in 6 città, nel fine settimana appena trascorso è stato possibile raccogliere oltre 3 tonnellate di rifiuti.

A Sabaudia, con 110 volontari, nel suggestivo bosco in via Vicario, sotto la guida dei referenti Adriano e Silvia Salvatori, sono state raccolte ben 2 tonnellate e mezzo di rifiuti, tra cui oggetti ingombranti come televisori, frigoriferi, congelatori, WC domestici e persino uno scaldabagno. Questo successo è stato reso possibile grazie alla preziosa collaborazione di numerose associazioni, tra cui “Natura Noi,” “Circeo Attivo,” “Qua la Zampa Latina,” “Noi Siamo i Giovani di Sabaudia,” “Ludofantasy Sabaudia,” “AMare,” “Latinautismo,” “Polvere di Fate,” “Guardia Agroforestale Provinciale,” “Croce Rossa Italiana Comitato di Latina,” e “I Liberi Netturbini Potini. Inoltre nell’ambito dell’iniziativa a Sabaudia è stato presentato il libro “a scuola di rifiuti zero “ scritto e presentato da Filomena Compagno dell’associazione I volontari rifiuti zero e Giulio Verdecchia, dell’associazione Liberi netturbini pontini, ha mostrato il cartellone della sughereta di Mezzomonte con tutti i tragitti trekking e bici  ideato da lui con tanto di cartine .

A Latina, l’attenzione è stata focalizzata sul problema delle MICROPLASTICHE. Grazie all’impegno di Virginia ed Elena Fiorini, è stato organizzato un evento in spiaggia presso la località Rio Martino, con l’obiettivo di rimuovere il maggior numero possibile di microplastiche. Durante l’evento, sono stati raccolti numerosi bastoncini di cotton fioc , tappi di plastica, cicche di sigarette e frammenti di plastica, per un totale impressionante di 30 kg di microplastiche, con la partecipazione di 15 volontari

A Fondi, nonostante il caldo, 22 volontari  sotto la guida di Tina di Fazio hanno preso parte all’azione in Via Roma, località Ponte Selce, riempiendo oltre 10 sacchi di rifiuti equivalenti a 100 kg. La partecipazione entusiasta di cittadini, compresi i bambini, ha suscitato l’apprezzamento dei passanti. Alla fine della raccolta, ogni volontario ha ricevuto una borraccia NATURASI in segno di gratitudine.

A Lenola, durante il suo primo evento organizzato da Francesco Guglietta nel boschetto di via San Martino, i volontari hanno affrontato una situazione preoccupante: una famiglia di ricci aveva costruito la loro tana sotto a un vecchio materasso, circondata da buste di plastica. Con il lavoro di 35 persone e l’aiuto dei bambini, sono stati rimossi 250 kg di rifiuti, tra cui 9 copertoni, un lavandino da cucina completo e numerosi oggetti ingombranti. Questo primo evento è stato un grande successo e ha visto la collaborazione dell’associazione “Carpe Diem” e delle “Guardie Ambientali d’Italia.

A Pontinia, Daniela Lombardi ha organizzato una meravigliosa passeggiata ecologica nei dintorni di Piazza Roma, che ha portato alla raccolta di 400 kg di rifiuti, grazie alla partecipazione di oltre 50 volontari. È stato un segno tangibile della sensibilizzazione della comunità verso questa causa importante.

Purtroppo Maenza è stata colpita da una notizia tragica, la morte di un ragazzo di 24 anni mentre era a lavoro; per questo i referenti Eleonora Rossi e Gianfranco Iagnocco hanno deciso di annullare l’evento in programma e di rinviarlo alla prima data disponibile, per rispetto della famiglia e del caro amico Ludovico!

“Questi risultati  - affermano gli organizzatori - dimostrano l’importanza della collaborazione tra comunità, associazioni e volontari nell’affrontare la sfida dell’inquinamento da plastica e nell’educare la società verso un futuro più sostenibile e privo di plastica. Continueremo a lottare per un ambiente più pulito e salutare per tutti”.

Domenica, 01 Ottobre 2023 06:49

Giorgia alla crociata

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La notizia è rassicurante: Dio veglia su di noi, ma su di Lui veglia Giorgia Meloni!
 
La nostra Presidente del Consiglio, in visita a quel grande galantuomo e sincero democratico di Viktor Orbàn, Primo Ministro dell’Ungheria, ha proclamato di essersi assunto il gravoso compito di difendere Dio e la famiglia, di combattere l’imperante disfacimento dei costumi, opponendosi alle insidie portate alla mascolinità e alla femminilità dal malefico fenomeno dell’omosessualità, che rischia di condannare al decadimento irreversibile il popolo italiano e l’intero continente europeo, di sostenere i valori imperituri di un cristianesimo stile crociata, dove Dio e Patria sono tutto e la Patria è fatta di uomini e donne. Nulla di più o di diverso.
 
Giorgia Meloni non è il primo personaggio politico a proclamarsi difensore di Dio, a ergersi a paladino di una religiosità militante, che di cristiano invero ha ben poco e si caratterizza per essere solo ateismo devoto, ad appellarsi costantemente ai valori della tradizione, troppo spesso trascurati ed anzi calpestati.
 
La storia conosce da sempre politici ed esponenti religiosi che in nome della religione hanno perseguito obiettivi ad essa totalmente estranei, mediante un’indigesta e pericolosa commistione tra trono ed altare, un’alleanza finalizzata unicamente alla perpetuazione di ruoli e posizioni di potere personali a scapito del bene materiale e spirituale delle persone, destinate a subire inaccettabili condizionamenti della propria sfera di libertà e di esplicazione dei diritti.    
 
Le parole di Giorgia Meloni, nette e perentorie, suscitano parecchie perplessità e fanno insorgere interrogativi nient’affatto trascurabili. Qual è il Dio che intende difendere dal suo alto scranno di potere? Chi o cosa, a suo inoppugnabile avviso, minaccia l’Onnipotente al punto di dover assumere l’onere di divenirne difensora? Quali argomenti o strumenti intende usare in questa battaglia e quali fini perseguire?
 
L’intento propagandistico, il solleticare reazioni istintive della parte più retrograda e reazionaria della popolazione per raccogliere consensi elettorali spiegano in parte il ricorso a simili argomenti e piuttosto raccontano una idea precisa della politica e della funzione del governo della comunità, il perseguimento di un identitarismo che mira a scardinare, in maniera subdola ma inequivocabile, i capisaldi valoriali che permeano la nostra stessa Carta Costituzionale, la laicità delle istituzioni, il pluralismo etico, la tutela e la promozione dei diritti fondamentali e delle libertà personali. Insomma l’obiettivo vero della Presidente del Consiglio, campionessa del sovranismo in salsa italica, non è tanto difendere Dio, quanto piuttosto tentare di occupare spazi sociali e conquistare un’egemonia culturale, ricorrendo ad un’equazione che più netta non potrebbe essere: Dio = identità; difesa di Dio = difesa della nostra identità. Difendere Dio è difendere noi stessi, la patria, l’intera civiltà occidentale: Dio e Patria stanno e cadono insieme e ciò che consente loro di sussistere è la famiglia e la sua natalità. 
 
Il Dio che Giorgia Meloni associa a Patria e Famiglia, è capo degli eserciti, signore della storia, re dell’universo, reggitore del destino dei popoli, proiezione del pater familias e del suo potere, giustiziere implacabile, incarnazione dello stereotipo maschile occidentale e bianco, pietra angolare della civiltà cristiano / cattolica, la sola degna di considerazione. Poco importa ovviamente che un Dio siffatto non abbia nulla di cristiano, anzi sia pericoloso e detestabile in quanto reitera uno spaventoso tribalismo religioso che ha prodotto nella storia solo distruzione, persecuzione, terrore, guerra, morte e nefandezze di ogni sorta, il tutto giustificato dalla affermazione: “Dio lo vuole”. Invocare Dio in nome della salvaguardia dell’identità etnica e religiosa, pretendere crocifissi appesi ovunque come manifesti pubblicitari della propria atea devozione, stravolgendone volgarmente il significato, organizzare preghiere di riparazione per placare l’ira divina provocata dalla depravazione dell’omosessualità, evocare le fiamme dell’inferno per i peccati, in primis quelli attinenti alla sfera sessuale, rigorosamente degli altri ovviamente, alzare lamenti per il contagio e l’invasione islamica, inorridire di fronte al multiculturalismo, considerato un inquinamento della razza, non può che condurre di nuovo l’umanità al fallimento, alla violenza e allo spargimento di sangue innocente.
 
Gesù Cristo ha assunto la nostra umanità, ci ha rivelato il volto di un Dio che è padre e in lui noi siamo tutti fratelli, ha fatto del superamento di tutte le barriere etnico-religiose, sociali e culturali la sua missione, ci ha donato la speranza che la nostra vita ha un senso e un fine, che parole come giustizia, verità, bellezza, armonia non sono un’illusione ma la nostra dimensione più autentica, ha operato sempre a difesa dell’uomo, di tutti gli uomini, ci ricorda continuamente che saremo giudicati sull’amore verso i più piccoli, i disprezzati, gli ultimi, i reietti e i crocefissi, non sull’arrogante rivendicazione della nostra superiorità. Difendere una simile prospettiva è fondamentale particolarmente in questo nostro tempo dominato dal nichilismo, in cui assistiamo alle nefande conseguenze del crescere della gran parte delle persone lontane da qualsiasi relazione educativa con la fede e in generale con una prospettiva etica, che sta provocando uno sfaldamento progressivo della società, non più insieme di uomini e donne incamminate verso un futuro comune, ma sempre più massa amorfa e rissosa di rivali.
 
La fede è cosa ben diversa dalla bigotta adesione a rigide regole moralistiche, non è devozionismo e ritualismo fuori dal tempo, ma apertura, riconoscimento dell’altro, è fecondazione del mondo attraverso la Parola da portare all’interno di ogni rapporto e opera umana, affinché li trasformi profondamente, impedisca le abominevoli derive dell’auto-distruzione e si faccia propugnatrice di una liberazione integrale. 
 
L’affermazione della Presidente del Consiglio rappresenta un’enorme stupidaggine poi sotto il profilo teologico. Dio si è consegnato agli uomini ed ha scelto di essere trattato da malfattore per redimerci, ha svuotato la distanza abissale tra noi e Lui, siamo stati salvati dal suo annientamento e ora Giorgia Meloni assume il compito di ristabilire la sua immagine presso gli uomini?
 
Dio non ha bisogno di essere difeso, né placato, ma di essere ascoltato e amato!
 
Se uno dice: «Io amo Dio» e odia suo fratello, è un bugiardo. Chi infatti non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede. E questo è il comandamento che abbiamo da lui: chi ama Dio, ami anche suo fratello” (1 Gv 4, 20 – 21).
 

 

 

Il 30 settembre e l'1 ottobre, in occasione dell'evento nazionale Sea & Rivers di Plastic Free, i volontari saranno in 246 città italiane per una grande azione di pulizia ambientale, coordinata da nord a sud ."Sei città della Provincia di Latina si preparano a unirsi in uno sforzo eccezionale per la salvaguardia dell'ambiente - afferma Silvia Salvatori, referente Plastic Free di Sabaudia - organizzando eventi di pulizia ambientale.Latina, Sabaudia, Pontinia, Lenola, Fondi e Maenza, il quale è stato riconosciuto come comune Plastic Free, invitano tutti i cittadini a partecipare a questa iniziativa ecologica.Questi eventi mirano a sensibilizzare l'opinione pubblica sulle gravi conseguenze dell'inquinamento da plastica sull'ambiente e a promuovere comportamenti più sostenibili.L'obiettivo principale è quello di rimuovere rifiuti di plastica da parchi, spiagge, strade e altre aree pubbliche, contribuendo così a preservare la bellezza naturale della Provincia di Latina". Insomma un fine settimana dove il volontariato dei fatti farà pulizie vere, rispetto ai bla bla dei tanti che potrebbero al contrario intervenire su tutto il territorio.

*Dettaglio degli Eventi*

- Latina: 30/09/2023 ore 9:30 ritrovo al parcheggio di Rio Martino (b.go grappa) https://www.plasticfreeonlus.it/eventi/5463/30-set-latina

- Sabaudia: 30/09/2023 ore 9:30 ritrovo in Via Vicario https://www.plasticfreeonlus.it/eventi/5238/30-set-sabaudia

-Maenza: 30/09/2023 ore 10:00 ritrovo in Piazza Santa Reparata https://www.plasticfreeonlus.it/eventi/5507/30-set-maenza

- Pontinia: 10/1/2023 ore 9:30 ritrovo alla ex torre idrica piazza Roma https://www.plasticfreeonlus.it/eventi/5510/1-ott-pontinia

- Lenola: 10/1/2023 ore 9:00 ritrovo in Via San Martino https://www.plasticfreeonlus.it/eventi/5275/1-ott-lenola

- Fondi: 1/10/2023 ore 9:30 ritrovo in Via Roma,212 (località Ponte Selce ) https://www.plasticfreeonlus.it/eventi/5453/1-ott-fondi

*Vieni a Partecipare*

Tutti i cittadini, giovani e adulti, sono invitati a partecipare attivamente a questi eventi iscrivendosi gratuitamente tramite il link.
È facile unirsi alla causa per un ambiente più pulito:

1. *Presentarsi sul luogo dell'evento*: Portatevi dietro un paio di guanti riutilizzabili e la vostra determinazione a fare la differenza, al resto penseremo noi .

2. *Seguire le istruzioni degli organizzatori*: Saranno fornite istruzioni per la raccolta dei rifiuti e la separazione corretta dei materiali.

3. *Divertirsi e contribuire*: Pulire l'ambiente può essere divertente quando lo facciamo insieme. Invita amici, familiari e colleghi a partecipare.

*Perché è importante*

L'inquinamento da plastica è una minaccia crescente per l'ecosistema e la salute umana. Riducendo le forze, possiamo ridurre in modo significativo l'impatto negativo della plastica sull'ambiente e preservare la bellezza naturale della nostra provincia.

Per ulteriori informazioni potete contattare i referenti ( il recapito lo trovate in locandina )

Unisciti a noi per rendere la Provincia di Latina più pulita e sostenibile. Insieme, possiamo fare la differenza!

 

 

Grande attesa per “Aldus”, lo spettacolo teatrale scritto e diretto da Orazio Mercuri. Sold Out per le prime due rappresentazioni che si terranno sabato 30 settembre alle ore 21 e domenica 1 ottobre alle ore 18 presso l’auditorium comunale di Bassiano. Per chi conosce il Maestro Mercuri sa perfettamente che la pièce è stata scritta e curata con dovizia di particolari, perchè la passione per il teatro lo travolge da anni ed è stata sempre una costante nella sua vita. Mercuri non scrive tanto per scrivere, per diletto. Anche in questo caso, infatti, usa il teatro per raccontarci la storia di Aldo Manuzio.  E’ lo stesso autore che ce ne parla: “Si vuole portare a conoscenza l’opera di Aldo Manuzio, nato a Bassiano nel XV secolo: è stato grammatico, umanista ed editore. Sicuramente tra i primi in Europa in senso moderno. Introdusse il carattere corsivo e il formatoin ottavo.  Con le sue innovazioni  - ci dice Orazio Mercuri - segnò la storia dell'editoria e promosse avanzamenti in tipografia insuperati fino ai nostri giorni. Morì il 6 febbraio 1515, dopo aver stampato circa 130 edizioni in greco, in latino e in volgare. I libri stampati da lui, a quasi cinque secoli di distanza, sono ancora oggi oggetto di studio. Introdusse il cosiddetto formato in ottavo che per le sue piccole dimensioni, per la maneggevolezza e trasportabilità, fu precursore dei libri tascabili odierni. Permise quindi il diffondersi della cultura. Fu il primo a stampare un libro con i fogli numerati su entrambe le facciate (recto e verso), ossia con numerazione per pagine e, tra l’altro, introdusse anche la punteggiatura e il titolo nelle opere”. Insomma un testo che celebra un grande umanista, un innovatore che fu da apripista per la futura stampa moderna. Mercuri bassianese doc vive da molti anni a Sezze, è autore e regista di molte opere teatrali, scrittore di libri e riflessioni di attualità.

 

In scena ci saranno:

Orazio Mercuri (Aldo Manuzio), Daniele Turriziani (Principe/ Pico della Mirandola/ Innocenzo primo uomo nella locanda), Cinzia Pacilli (Maria, moglie di Aldo), Alessandro De Simoni (Marin Sanudo), Giacomo Bernabei (Andrea Torresani), Lidano Valleriani (Erasmo Da Rotterdam), Pietro Panfilio (Pietro lavoratore stamperia), Cesare Bonelli (Nicola lavoratore stamperia), Ermanno Curti (Bartolomeo lavoratore stamperia), Lorenzo Ciotti (secondo uomo nella locanda) ed Elisa Zaccheo (locandiera). Voce fuori campo Riccardo Visentin, scenografia curata da Adolfo Bigioni e Vincenzo Bonelli, disegni in diapositive di Gaspard Njock, costumi di Mimmi Manzoni,  colonna sonora di Bruno Cifra e Mauro Di Capua. Le musiche medioevali saranno eseguite dai Musici Viatores, staff tecnico Cesare Iozzi e Marco Pinto. La canzone “Manuzio a Vassiano” è di Quirino Cifra.

 

 

E’ una proposta già protocollata nel 2018 e poi ancora nel 2019. Ed è una proposta che vuole affrontare un problema che nel corso degli anni sta interessando sempre più famiglie. La materia è quella della “Disposizione in materia di cremazione e dispersione delle ceneri” regolata dalla legge del 30 marzo del 2001. A rifarla è Giancarlo Liberatori. “Nel nostro Comune chi volesse celebrare il funerale in forma laica non sa dove poterlo fare in quanto non è stabilito alcun luogo. Altresì chi decide di essere cremato  - aggiunge Liberatori – è costretto ad andare fuori provincia in quanto la nostra è sprovvista di un impianto idoneo: non sarebbe male cercare di creare questo servizio con apposito bando”. In merito invece alla dispersione delle ceneri, Liberatori ricorda che il Comune di Sezze è già proprietario di una parte di spiaggia nel litorale di Latina che potrebbe essere usato per la dispersione in mare, mentre per la dispersione in montagna suggerisce di stabilire un luogo in Semprevisa, come pure per la dispersione all’interno del cimitero come avviene per altri comuni. Nelle lettere protocollate a suo tempo Liberatori ha allegato la legge di riferimento. La lettera venne inviata all’allora sindaco di Sezze Sergio Di Raimo e oggi viene indirizzata l’attuale sindaco Lidano Lucidi.

Domenica, 24 Settembre 2023 06:51

Mahsa Amini moriva un anno fa

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In Iran dal 1979 l’hijab è obbligatorio per le donne in forza di una legge introdotta da Ruḥollāh Khomeynī, il leader supremo della rivoluzione islamica, e inasprita negli anni fino a diventare strumento di persecuzione e motivo per giustificare i peggiori crimini nei loro confronti.
 
Poco più di un anno fa Mahsa Amini viene fermata e portata in caserma perché non indossa correttamente l’hijab. Ha 22 anni e una ciocca di capelli fuori posto. La polizia morale l’arresta per rieducarla. Avrebbe dovuto essere rimessa in libertà entro poche ore, giusto il tempo per una strigliata. La ragazza invece viene pestata selvaggiamente, massacrata. Uscirà dalla caserma dopo molte ore, portata in ospedale quando ormai non c’è più nulla da fare ed è in coma irreversibile. Tre giorni dopo, il 16 settembre 2022, i medici dell’Ospedale Kasra di Teheran ne dichiarano il decesso. Nel rapporto ufficiale la polizia sostiene che la causa della morte potrebbe essere un infarto, o una malattia celebrale conseguenza dell’intervento chirurgico subito all’età di otto anni, o una caduta durante la quale ha battuto la testa. La polizia non va per il sottile, una versione vale l’altra, tanto non importa. A nessuno importa.
 
Questa volta però a qualcuno importa.
 
La notizia dell’omicidio di Mahsa Amini e le immagini del suo viso martoriato rimbalzano sui social, sebbene la censura intervenga senza indugio. I cittadini iraniani si sollevano, le piazze esplodono in diverse città. Le proteste di massa si prolungano per settimane e mesi, ma alla fine vengono schiacciate dal pugno di ferro del regime. Durante gli scontri centinaia di manifestanti rimangono uccisi, molti sono minorenni, migliaia sono gli arrestati e vengono eseguite sette esecuzioni per impiccagione.
 
Per alcuni mesi dopo la morte di Mahsa Amini e le continue proteste di piazza, le squadracce della Gasht-e-Ershad, la polizia morale, non si fanno più vedere in giro. Tuttavia a partire dal mese di luglio tornano a pattugliare le strade e a vigilare sul corretto uso dell’hijab da parte delle donne.
 
Nei giorni scorsi i parenti degli attivisti vengono minacciati, alcuni arrestati. Il padre di Mahsa Amini, Amjad Amini e lo zio, Sali Aeli, finiscono in cella, mentre gli altri familiari subiscono intimidazioni per convincerli ad annullare la commemorazione religiosa nel cimitero di Saqqez. Il loro avvocato, Saleh Nikbakht, che fin dall’inizio ha contestato la versione ufficiale della morte di Mahsa Amini, è in prigione, accusato di propaganda contro il sistema. Rischia fino a due anni di carcere. Le giornaliste Negin Bagheri e Elnaz Mohammadi, del quotidiano digitale Ham Mihan sono condannate a tre anni per cospirazione. La reporter Nazila Maroufian è incarcerata per la seconda volta in un anno. I siti internet e i media indipendenti vengono sistematicamente oscurati. Artisti, cantanti e personaggi pubblici sono sotto stretta osservazione. Negli atenei, colpevoli di avere offerto rifugio e supporto ai dimostranti, decine di docenti sono licenziati, tra cui Ali Sharifi Zarchi, esperto di intelligenza artificiale, il quale perde la cattedra nella prestigiosa università Sharif di Teheran. Hamed Bagheri, attivista curdo, è ucciso dalle forze di sicurezza per aver incitato le persone a manifestare.
 
Nonostante la sanguinaria repressione le donne e gli uomini liberi dell’Iran hanno smesso di avere paura, non si arrendono e continuano a lottare in nome di Mahsa Amini, per i diritti fondamentali e la libertà. Il regime non riesce a far tacere il potente grido Donna, vita, libertà e la sua eco va ben oltre la quantità di capelli che possono essere mostrati. Le donne, con la loro lotta contro l’imposizione dell’hijab, sono la punta avanzata di un movimento più ampio, di cui fanno parte le minoranze etniche e religiose, i giovani che chiedono la libertà, le famiglie impoverite dalla crisi economica, tornata ad essere pesante per il ripristino delle sanzioni in seguito al ritiro unilaterale dall’accordo sul nucleare da parte del Presidente Trump, e i lavoratori nei diversi settori che periodicamente incrociano le braccia. La forza della rivolta sta proprio in questa saldatura tra le istanze sociali e la richiesta di diritti e libertà che, pur avendo perso il carattere plateale delle manifestazioni di piazza, si è fatta ostinata resistenza, disobbedienza civile, che cerca di minare il sistema nelle sue parti legate alla quotidianità. Tutto lascia presagire che da un momento all’altro la situazione possa tornare a deflagrare e ciò rende l’Iran una autentica polveriera.
 
In questo anno trascorso dalla morte di Mahsa Amini e contrassegnato dalla resistenza del popolo iraniano, abbiamo visto esplodere e pian piano sfiorire campagne social in ogni angolo del mondo a sostegno della richiesta di diritti e libertà. Migliaia di donne si sono tagliate ciocche di capelli davanti alle videocamere. Abbiamo letto report allarmati sulle migliaia di arresti arbitrari, sulle esecuzioni pubbliche, sulle violenze subite dai manifestanti arrestati. L’attenzione dell’opinione pubblica mondiale si è attenuata, ma non ha dimenticato del tutto le ragazze e i ragazzi iraniani, non c’è stato il blackout informativo, come accaduto per le donne afgane, cancellate dalla scena pubblica dai Talebani, le cui sofferenze, salvo rare eccezioni, hanno avuto scarsissima eco nei nostri paesi.
 
Sul piano internazionale l’indignazione pubblica e il clamore mediatico non hanno prodotto grandi risultati, ad eccezione della sospensione del seggio della Repubblica Islamica nella Commissione ONU sullo status delle donne. È mancato e manca al popolo iraniano il sostegno dei governi occidentali. L’uguaglianza e la pari dignità tra uomini e donne, la libertà di pensiero e di espressione, la democrazia e la giustizia sono valori irrinunciabili a casa nostra, ma a quanto pare facoltativi e sacrificabili laddove a prevalere sono gli interessi economici e gli affari. Gli ayatollah di Teheran giocano molto su questo cinismo dei governi occidentali per continuare a reprimere le proteste e a perseguitare il loro stesso popolo.
 
L’unica speranza di cambiamento risiede nel coraggio e nella tenacia di quanti lottano, nella resistenza e nel sacrificio della meglio gioventù di un intero Paese. Il prezzo da pagare per il popolo iraniano è altissimo, per noi Paesi occidentali invece è la vergogna.

 

Riportiamo l'intervento del consigliere comunale di Sezze Serafino Di Palma, dopo i fatti accaduti nell'ultimo question time, del 19 settembre scorso. Il gruppo di opposizione ha abbandonato l'aula a seguito della decisione del presidente del consiglio comunale Pietro Del Duca di rinviare agli uffici competenti le risposte dei quesiti posti in sede di consiglio comunale. 

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Sono stato sempre fermamente convinto che il ruolo del consigliere di opposizione in un sistema democratico sia fondamentale per garantire un adeguato controllo e bilanciamento del potere politico; i consiglieri di opposizione sono chiamati a svolgere un'importante funzione di vigilanza e criticità nei confronti della maggioranza al fine di garantire che le decisioni prese siano sottoposte ad una critica costruttiva.

Segnatamente, ai consiglieri di opposizione spetta il compito di mettere alla prova la maggioranza, sollevando domande, presentando alternative, chiedendo spiegazioni riguardo alle politiche e alle decisioni prese, promuovendo la trasparenza, la responsabilità e il dibattito; questo contribuisce a prevenire l'abuso di potere oltre ad essere un contrappeso vitale per evitare una "dittatura della maggioranza" e garantire una governance responsabile.

Ne consegue che il rispetto per i consiglieri di opposizione non è solo una questione di cortesia politica, ma un elemento chiave per il buon funzionamento della democrazia, fondata sulla diversità di opinioni e sul libero scambio di idee.

La maggioranza dovrebbe, pertanto, ascoltare le opinioni dell'opposizione senza pregiudizi; i dibattiti e le discussioni dovrebbero essere visti come opportunità per la riflessione e il miglioramento, non come sfide personali. La maggioranza dovrebbe, da ultimo, rispettare le regole dettate dalla legge, statuti e regolamenti che garantiscono un trattamento equo per tutti i membri.

Ebbene, la democrazia è fatta di regole e il consiglio comunale ha il suo regolamento che disciplina in maniere chiara il “question time” (art. 43 – regolamento comunale).

Il predetto art. 43, al comma 4°, prevede, in proposito, che a rispondere alle interrogazioni siano il Sindaco e/o Assessori; il resto, i commenti e le accuse rivolte in questi giorni ai consiglieri di opposizione di aver abbandonato il consiglio comunale sono libere interpretazioni errate e prive di cognizione dei fatti di causa, forse dettate persino da una polarizzazione politica verso uno schieramento amico.

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