Un cuore di pastore non chiude mai la porta
Scritto da Luigi De Angelis
Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa a firma dei Consiglieri Comunali Quattrini, Di Palma, Di Raimo, Uscimenti.
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Il Presidente del Consiglio comunale di Sezze Pietro Del Duca, per la seconda volta nella storia politica del comune Lepino, si è trovato costretto ad annullare il Consiglio Comunale riservato al Question Time per assenza di interrogazioni da parte dei consiglieri comunali. La domanda sorge spontanea:" Quali motivazioni spingono i consiglieri di minoranza a non presentare interrogazioni rinunciando al principale strumento messo loro a disposizione per discutere le problematiche del paese, come il Question Time?" I consiglieri Orlando Quattrini e Serafino Di Palma di Fratelli d'Italia, Armando Uscimenti e Sergio Di Raimo per il PD, spiegano a chiare note che quella che stanno portando avanti è una protesta che mira a far rispettare l'articolo 43 del regolamento del Consiglio Comunale, il quale stabilisce che in sede di Question Time, le interrogazioni ( istanze/ voce dei cittadini, presentate cinque giorni prima della convocazione della stessa) ricevano risposta diretta da parte del Sindaco o Assessori delegati , diritto che nel Question Time di novembre è non è stato rispettato, ed è stata negata la democratica discussione su problematiche importanti, spesso bisognose di celeri interventi. Interrogazioni quelle di Novembre, definite poco rilevanti sotto il profilo politico e rimandate a risposta scritta verso gli uffici, dallo stesso Presidente del Consiglio Pietro Del Duca. Premesso che Il Presidente del Consiglio dovrebbe garantire la discussione di ogni istanza presentata dai rappresentanti eletti dal popolo senza selezione alcuna, va ricordato che le interrogazioni in questione, trattavano, o per meglio dire avrebbero trattato, tematiche importanti come, sicurezza, scuola, servizi sociali, atti amministrativi. Va inoltre sottolineato, affinché vi sia una maggiore chiarezza, che le stesse, seppur rimandate a risposta scritta, non hanno comunque trovato risposte, consumandosi di fatto, un azione di bavaglio alla voce dei cittadini, alla democrazia stessa. Era doveroso spiegare ai cittadini le ragioni che ci portatno ad agire in questo modo, perché crediamo che le problematiche dei cittadini debbano essere tutte ascoltate e non selezionate a piacere come accaduto. La politica ha il dovere di ascoltare e dare risposte, se ciò non accade gli amministratori dovrebbero solamente percorrere una strada, quella delle dimissioni. Così concludono i Consiglieri Comunali Quattrini, Di Palma, Di Raimo, Uscimenti.
Con Determinazione n. 13 del 12.01.2024 Lazio Crea ha approvato l’elenco degli assegnatari dei contributi per la Valorizzazione della Regione Lazio, il bando dedicato alle associazioni della Regione Lazio, mirava a contribuire a tutte le attività culturali che valorizzassero le tradizioni regionali nel periodo dal 1° giugno 2023 al 31 dicembre 2023, e che con soddisfazione di tutti gli addetti ai lavori ha visto il finanziamento della Pro Loco di Bassiano per € 20.000,00. Con soddisfazione prendiamo atto del finanziamento del Progetto “Senza Confini, Bassiano nel Lazio: collage territoriale di cultura e tradizioni” - esordisce la Presidente Anna Botta - , grazie alla collaborazione e alle competenze dei soci dell’Associazione, con i quali abbiamo realizzato eventi che hanno permesso di far risaltare le bellezze materiali e immateriali di Bassiano. La cosa che più mi rende contenta è il fatto che questa assegnazione testimonia lo spessore e l’importanza del lavoro svolto dall’Associazione durante l’intero arco dell’anno con eventi, conferenze, incontri, mercatini manifestazioni e concerti, attraverso cui i visitatori del nostro Borgo, una volta raggiunto, hanno avuto la possibilità di rimanere affascinati dalla storicità e dal contorno naturalistico che lo contraddistingue. MI auguro che questo risultato sia da stimolo per tutti i nostri soci e sostenitori e per tutta la comunità affinché anche per l’anno in corso ci sostengano con entusiasmo nelle iniziative che abbiamo in progetto che ci permetteranno di consolidare e superare i traguardi fin qui raggiunti promuovendo la bellezze di Bassiano e le tradizioni della sua gente.”
Il presidente del consiglio comunale di Sezze, Dott. Pietro Del Duca, ha revocato il question time previsto per venerdì 19 gennaio “ in quanto non sono pervenute al protocollo all’Ente interrogazioni da parte dei consiglieri comunali di opposizione”. E’ la seconda volta nel giro di poco mesi che una seduta di question time viene annullata per il medesimo motivo. C’è da parte dei consiglieri comunali di opposizione quello strascico alla polemica contro il presidente del consiglio comunale perché in passato - secondo le minoranze - non sono state date risposte alle interrogazioni presentate? C’è la polemica nata sulla mancata trasparenza degli atti e della documentazione richiesta? Probabilmente sì, stando ai silenzi da parte di qualcuno che siede all’opposizione mentre chi, sempre in silenzio, sembra essere già passato in maggioranza.
Questa raccolta di poesie dialettali, nata da trastullo poetico , è ispirata tuttavia alla poesia di un noto poeta dialettale romanesco , di fama nazionale ed internazionale : Gioacchino Belli. Questo grande poeta romano, dissacrato e rifiutato da molte persone di fede cristiana, dovrebbe in realtà essere riabilitato assolutamente da tutti non fosse altro perché, tra i suoi 2279 sonetti, ne ha composto ben 73 di puro argomento biblico. In questi, come peraltro in tutti i suoi sonetti, appare che questo poeta dimostra una minuziosa conoscenza biblica e degli usi e costumi religiosi cristiani.
Le poesie dialettali in sezzese, da me composte perlopiù durante l’anno giubilare del 2000, sono state riviste e corrette nel corso del dicembre 2001 e rivisitate nel 2008 e in quest’ultimo periodo di tempo che và dal novembre 2023 al gennaio 2024 , in verità non sono la semplice traduzione delle poesie religiose del Belli trasportate dal dialetto romanesco a quello sezzese. Infatti queste poesie sono state ricomposte con una struttura peculiare setina : la rima e l’assonanza di termini sono state tutte rimodellate in dialetto setino.
Oltre a questo aspetto linguistico le poesie sezzesi risentono molto della cultura setina religiosa di un passato non molto remoto , offrendo al lettore spunti di riflessione su usi e costumi locali tramite anche la funzione esplicativa di alcune puntuali note di commento che mano a mano porrò in calce ad ogni poesia.
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I vuinchicingo di nuvémbro
Fra otto dì , a Santa Catarina
le case ricche mettono le stòle pi'lle scale
da gli létto si levua la cupèrta fina
s'appicciano i fucugni drént' a lle sale.
I témpo che ffarà quélla dumano
Nnatalo lu téta fà talo i qualo.
I lunario, buciardéglio, chi ripòrta ?
La bbrina?
I la bbrina vidarai puro a Nnatalo !
I cuménzono ggià i sunaturi
a ccalà dalle muntagne allo piano
'mbuttichi cu quigli mantégli rattuppachi.
Chi bbelle canzuncine ! Chi bbelle nènie !
Pinzate cha i pasturi di Bèttalèmme
li cantòrno spiccicate, tali i quagli
dinanzi a gli prasèpio di Ggiasù Bambino
'n zéme a gli'angiulicchi cu' lli agli.
Carlo Luigi ABBENDA
I' primo di dicémbro
Finito è oramai i méso di nuvémbro
stanotte la Madonna aropre dicémbro!
pinsate ca fra quinici iurnate , bèno o malo
cuménza n’chiesa
la nuvèna di Natalo!
dapò, sintéte na cica, che succede:
finiscono di sunà i pifferai
e teccote le cummedie e gli carnovalo.
accusì si va nnanze a stu paéso!
I dapò quaresima...i dapò Pasqua
cu’ gli ovuo:
i a malapena finisce i ’uttavario
aricumincia la cummèdia, i scinario nouo!
Chiappa, n’zomma, i librétto
di gli lunario
i t’accurgi c’a tutto i’anno
tocca méso a Pulicinèlla e méso A Ddio,
senza divario!
Carlo Luigi ABBENDA
I otto di dicembro
Solo pi oi , Minicuccio méio,
nun sfutticchiamo;
nun sfutticchiamo , no,
facémo orazzione.
Nun sai oi che festa celebramo?
la Santa e Immacolata Cuncezione.
Tèta pinzà che quando padro Adamo
nun séppe vénce la tintazzione
i si magnaue la mela di quiglio ramo
n’paradiso si sprangaue i’ purtono.
Da quel dì madre natura
rimase sempre sotto la cundanna
i n’arisciue pura i santa manco mèsa criatura.
Tra tutte li uniugni che Ddio manna
n’ci stètte mai nu matrimognio casto i puro
si non quiglio di San Giuacchino i di Sant’Anna.
Carlo Luigi ABBENDA
Santa Lucia (tricidi di dicémbro)
ôi è Santa Lucia, ôcchi i cannéle!
Urbi et Orbi fào granne alligria.
Le fémmene chi si chiamano Lucia
ôi si magniano zucchero i mmièle!
dóppo musudì sor Caio offre a tucchi ‘nu pranzo
pi ddivuzzione a ‘sta santa
cu ppasta , vuino i carne di manzo ;
pi fistiggià la guariggione séia ,
pi rimettise dall’ittirizzia ,
da ‘na mmalatia di gli occhi , sèria sèria.
Pare che Ddio quattr’occhi ci abbia fatto
a ‘sta santa avucata di gli guèrci :
doua i porta ‘n fronte i doua a gli piatto.
Ma pirchémmai, dàpÓ , ni venne
i doua occhi chi ci avanzino a gli piatto
i chi stò pittachi a gli ritratto?
Teneta sapé : 4 Lucie pi 4 Cantugni,
ogni tridici di dicémbro su prucissiugni.
Carlo Luigi ABBENDA
La nuvena di Natalo
Eh , è propéta vero
a siconda ‘gli guschi, Filumèna !
si fao vuénì i ciechi zampugnari a cantà nuvèna !
Mariuccia i Maddalena
chiamino sempre i carciuffulari
cu gli mucchi ciechi i amari.
Ti dirò ch’a ‘mmì nun mi pare nuvena
si nun sento di gli pifferai ‘sta cantilena
i ppuro cÓstono assai:
tutta ‘sta musica i tutta ‘sta canzone
cÓsta accomme a ‘na pirdiscione!
Quando arriva la dì di Santa Catarina
( cioè i 25 di nuvémbro)
che s’arisènte ‘sta manfrina
io arinasco quasci a gli munno
i mi pare d’èsse di’lla terra la riggina.
Pinzate ‘mpò:
ci stao cèrchi povueri scemi
che i pasturi di notte nu ' volo.
Puvueracci loro!
Io ‘nvece, a gli létto mi giro i m’arivuòto
i tra la vueglia i gli sonno mi i gòdo!
Carlo Luigi ABBENDA
La viggilia di Natalo
Lillò, la viggilia di Natalo
micchite di guardia a gli purtono
di cache munsignoro o cardinalo
i vidarai intrà ‘sta purdiscione.
Mò entra ‘na cassetta di turrono,
mò entra ‘nu barilozzo di cavialo,
mò i porco, mò i pullastro, mò i cappÓno,
i mmò ‘nu fiasco di vuino ginuino i bbÓno.
Doppo ‘mpò entra i gallinaccio,
apprésso i’abbacchio,
le livue duci , i péscio di Fugliano,
l’oglio di livua, i tonno i l’anguilla di Cumacchio.
‘Nzomma fino a nnotte , magni mano,
tu t’accurgiarai, Lillotto caro,
quant’è ddivuòto i popolo cristiano.
Carlo Luigi ABBENDA
La fine di gli anno
Oi sémo alle trentuna di dicémbro
i ha finito i anno, caro Mattèo,
i a ogni chiesia tutto i popolo cristiano
pi renne grazzie a Ddio canta i Tadèo.
Addumano, dapò, si Cristo ci dà vuita ,
alla stessa cchiesia cu ‘gli prèto
s’intòna n’atra antifona gradita
a Sa’ Spirto Paraclèto.
Ma a cché seruono doppo tutte ‘ste funziugni:
i ogn’anno nòvuo porta cu’ ssé
tanchi atri trugni!
Addifacchi , putete puro cantà voi
che ggià Ddio Santo tè , ‘n paradiso,
atre cose da penzà piuttÓsto che ssentì a vvoi!
Carlo Luigi ABBENDA
La sculatura di gli 2001
Oi , trentuna di dicembro, c’ha ffinita
st’annata negra di BinLadeno,
la cumpagnia fratesca ggiasuita
pi renne grazzie a Ddio canta i Tadèo !
Addumano, dapò, si Cristo ci dà vuita ,
a gli stesso cunvènto farisèo
s’intòna n’atra antifona gradita
a Sa’ Spirto Paraclèto.
Ma a cché seruÓno dÓppo tutte ‘ste funziugni:
i distino, arammai, pare già diciso!
ca ogni anno nòvuo è peggio di gli vuecchi!
Addifacchi pu cantà ccquanto tu vvuoi
che ggià Ddio Bbiniditto tè ‘n paradiso
atri iacchi da pilà piuttÓsto che ssentì a vvoi!
Carlo Luigi ABBENDA
I bbóno Capo d’anno
Bbon capo d’aglio , a llei, sòra Maria!
Accummè! nun s’arisponne ? Le creste vi fanno ?
Eh, oi si téta campà in alligria
senza farese attaccà da niscun malanno.
Anzi , i’ stéua a pinzà, senza dice bbucia ,
che facessimo ‘nzéme ‘nu cuntrabbanno:
ca quello che ôi si cumbina , cummare mia
ddapò si seguita a ffà ppi tutto i’anno !
Tucchi i guschi tètano èsse missci a coppia
‘sta bella dì; i pirfino ‘n paradiso
agli sanchi si sèrue piatanza dÓppia.
I , lu sai , dapò , pirché i papa ha criato i ggiubbileo?
Pirché Ggiasù Bambino s’a circunciso ,
i Figlio di Ddio s’ha fatto Abbrèo!
Carlo Luigi ABBENDA
La viggilia di Pasqua BBifania
La Bbifana , a gli figli , è nicissario
di farcila addumano , eh , sòra Tòlla ?
‘N giro a ccumprà ci stà tanta fòlla.
A quigli mei ci la faccio tra otto dì, a gli ‘ uttavuario.
‘Ste di’ adecco , addÓ m’accòsto accòsto, quiglio mi bÓlla:
alle Piaggie Marine o a gli Piazzalo.
Accusì , pi Ótto dì ci pènzo i nun faccio malo
i alla fine si sa , chi vuenne cede i ammolla.
Pinzate ‘n pò che prezzi: a ‘nu giuchino
oi cétto quanto vulevano? otto scuchi !
I a ‘na pupazza ? ‘Nu béglio zicchino!
Mò ognuno che vuò vuenne
cérca di cacciarivu ‘ i ‘occhi.
Ma quando stà pì cchiude i buttechino
i clienchi i cercheno cu gli lanternino:
la mèrce vi la dauo pi ddò bbaiocchi !
Carlo Luigi ABBENDA
La nuttata di pasqua Bbifania
- Mà ! Mà !
- Addurmite!
- Nun ténco sÓnno!
- I ffà ‘mpò addurmì chi i tè, dimonio dimoniétto!
- Mà , mi vuoglio arizzà !
- Ggiù , ggiù , statte a gli létto !
- N’ ci arisisto ppiù , mò mi sprufonno.
- I nun ti vuesto , io mÓ chiamo Nonno !
- Ancora nun è iorno. I chi mi su detto :
chi ci mancaua poco ?
I ‘mbè t’aspetto.
- Uffa , chi su scucciante ; su scucciante assai !
- Mà , guarda ‘m pò si s’ha fatto giorno allòco drèto.
- Durmi ! ch ‘ancora è notte ! Ohia ! ch’ ha succésso ?
- Oh Ggiassummio ! E’ ‘nu granchio a gli pèdo!
- ‘N ‘zomma , statte zitto , mò appiccio i lumino.
- Finalmente:
Vichi ‘mpò cche m’ha purtato
la Bfifana a la cappa ‘gli cammino !
Carlo Luigi ABBENDA
La dumano di pasqua Bbifania
E’ pramente bbéglio vidène ‘ngiro ‘schi funghecchi,
‘sci mammòcci , ‘schi furbi ciumachégli ,
mméso a ‘na muntagna di giucarégli
zumpéttà accomme a spirichi fullécchi !
Arlicchigni , trumbétte , pulicinégli ,
cavagliucci , ssidiòle , cifalicchi ,
carittigni , ccuccù , schiÓppi i archicchi ,
sciabbule , bbirrittigni i tamburégli...
Quisto pòrta la còtta i la suttana ,
quiglio è vvuistito ‘n camicio i ppianéta
i quigli’atro è ufficialo di la Bbifana.
I ‘ntanto , o prèto , o chierico , o ufficialo,
le cose dduci cì tireno le déta ;
I mamma striglia che ffinisce a mmalo.
Carlo Luigi ABBENDA
Alle 17 di génnaro
(La Festa di Sant'Antògno Abbato)
Ieri, ch'era festa di Sant'Antògno Abbato
cu' moglima mi ni sò ito
a prisinzià di gli aglimari la bbinidizziòne.
Da Santa Parascevue a Ferro di Cavallo
finèntite alla cchiesia di gli Cappuccigni
è stata la nostra pirdiscione.
I' prèto era quiglio pézzo di dimonio
di' gli figlio Bbuttarazza:
dun Antonio era i prèto chi bbenidicevua
di gli aglimari la razza.
Ritto 'mpéchi, cu 'mmagni i' aspersorio
si ni stévua ad aspittà li bbèstie pi ggli mercimonio.
Porci, sumari, pecure i cavagli
s'accalcavuano, stricchi , bardagni
di fiòcchi bbianchi, rusci i ggiagli !
I dun Antonio, pitènne i raccullènne
di quatrigni 'na tòppa,
ha strigliato a tutta la ciurma :
" Figliogli méi, la Carità divuòta
nun è mmai tròppa ! "
Carlo Luigi ABBENDA
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"Il Lazio e la Campagna Romana" pubblicato nell'anno 2000.
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Dalla parte delle donne israeliane abusate
Scritto da Luigi De Angelis
Luigi De Angelis, esponente del centrosinistra di Sezze, interviene sulla notizia data nei giorni scorsi dal sindaco Lidano Lucidi relativamente all'inizio dei lavori di ristrutturazione del Monastero delle Clarisse di Sezze, senza che sia stato però specificato nel dettaglio quali e quante somme saranno utilizzate e che tipo di intervento di ristrutturazione verrà realizzato. De Angelis ricostruisce in breve la storia del Monastero della Clarisse e si chiede a cosa serviranno questi interventi di poco conto senza una visione e un progetto di fruibilità dello storico edificio. "Fino al 2014 il monastero delle clarisse è stato di proprietà della provincia di Latina. Nel 2014 i consiglieri provinciali del PD, pur all'opposizione della ventennale amministrazione di centrodestra, vista la paventata chiusura delle provincie e per evitare che cadesse in mano dei privati , votarono l'acquisizione del monastero al patrimonio comunale. Gli interventi eseguiti sulla struttura, di oltre 4000 mq, sono stati finalizzati a mettere in sicurezza tetto, mura e solai. È chiaro che il comune da solo non ha la disponibilità di milioni di euro necessari per completarla e servire l'intervento di Stato, Regione e Unione Europea.L'intervento di cui si parla in questi giorni è palesemente una goccia irrilevante e comunque serve a rendere fruibile un giardino esterno, mentre il resto della struttura continuerà a rimanere in abbandono.Bisogna dire le cose con chiarezza ai cittadini.Senza un progetto serio e una destinazione chiara nessuno, enti pubblici o imprese private, è disponibile a finanziare qualsivoglia intervento. Si parla di abbandono e degrado del centro storico. Il problema è che a differenza di tantissimi comuni italiani che grazie al PNRR stanno riqualificando il proprio territorio e ponendo le basi di un nuovo sviluppo, per il monastero delle Clarisse si è persa una occasione storica: attingere a questi fondi per realizzare un intervento importante di riqualificazione del centro storico”.
Comunicato stampa del Sindaco
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Hanno preso il via nei giorni scorsi i lavori per la ristrutturazione del Monastero delle Clarisse. A darne notizia è stato il sindaco di Sezze, Lidano Lucidi, che ha accolto positivamente i primi interventi su una struttura che l’amministrazione ha deciso di mettere in sicurezza e riqualificare: “Pensiamo che quel luogo possa essere il centro culturale del paese, un posto ricco di storia, un immobile enorme che con questi lavori ci accingiamo a restituire alla comunità di Sezze dopo moltissimi anni. Per onestà intellettuale – ha precisato il primo cittadino – occorre dire che anche nella precedente consiliatura il sito era attenzionato, e noi abbiamo seguito quell’idea che riteniamo giusta ottenendo ulteriori finanziamenti e facendolo inserire nella rete delle Dimore Storiche della Regione Lazio che apre altri fronti progettuali”. Il sindaco di Sezze, presente all’apertura del cantiere che si occuperà di riqualificare un’area importante del plesso, ha spiegato concettualmente come intende restituire anche fruibilità allo stabile: “La rivalutazione del centro storico passa anche attraverso l’apertura del Monastero che potrà ospitare eventi, attività culturali, turistiche ed economiche in genere, con possibilità di celebrare anche i matrimoni”. Un’azione di recupero importante cui, come confermato dallo stesso Lidano Lucidi, ne seguiranno altre, anche se l’attenzione dell’ente si concentrerà anche su alcune criticità purtroppo ereditate dalle passate amministrazioni: “Ci sono molte strutture inagibili e tante opere ancora incompiute, tra le quali spiccano la Futura Casa dei Giovani e il tensostatico adiacente al plesso scolastico di via Melogrosso, sui quali stiamo aprendo dei ragionamenti per evitare che ci vengano chiesti indietro i finanziamenti ottenuti. Saremo particolarmente attenti affinché queste somme non debbano essere risarcite dalla cittadinanza”.
Altro...
Riceviamo e pubblichiamo.
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Buongiorno, vi scriviamo con la speranza di portare alla luce ciò che sta accadendo in questi mesi a migliaia di docenti precari in Italia. E’ una vera e propria richiesta di aiuto. Quasi nessuno ne parla, ma ciò che stiamo vivendo, ha dell’assurdo! NON DOVREBBE ESSERE ASSOLUTAMENTE ACCETTABILE nel 2024 e, a maggior ragione in un Paese civile, non dovrebbe MAI accadere. Vi raccontiamo… Molti di noi hanno preso servizio presso istituti statali a settembre/ottobre 2023 e da allora NON ABBIAMO MAI ricevuto lo stipendio. EBBENE SI, LAVORIAMO GRATIS DA QUASI 5 MESI.
Siamo stati lasciati allo sbaraglio a sostenere una marea di disagi, quali:
1)bollette inevase;
2) rate di varia natura;
3) canoni di affitto;
4) spesa per il vivere quotidiano;
5) abbonamenti vari per trasporto pubblico;
6) carburante per recarsi sul posto di lavoro laddove le località da raggiungere non sono collegate o sono mal collegate.
In queste settimane abbiamo letto decine e decine di post di colleghi i quali: 1) non sanno più come sfamare la famiglia; 2) sono costretti a chiedere prestiti alle loro famiglie o ai loro amici per pagare 2.1) mutui; 2.2) visite e spese sanitarie; 2.3) abbonamenti per il trasporto pubblico necessari per raggiungere il posto di lavoro; 2.4) il carburante necessario per raggiungere il posto di lavoro; 2.4.1) si tenga presente che molte località, come ad esempio Terracina, non sono facilmente raggiungibili con i mezzi pubblici.
Nel frattempo, vengono finanziati progetti, Tutor e quant'altro anziché risolvere quest'annoso problema che da anni trafigge la categoria dei docenti precari. Abbiamo cercato di capire le varie fasi contattando i soggetti interessati: secondo le Ragionerie territoriali bisogna contattare NOIPA o le scuole, secondo i DSGA delle scuole e NOIPA non si possono autorizzare i pagamenti fino a quando risulta l'incapienza dei fondi nei capitoli di spesa. Pertanto, la sopravvivenza e la dignità di milioni di docenti precari dipende dal MIUR che prima li assume e poi non riesce a rispettare le condizioni contrattuali non essendo in grado di reintegrare nei termini di legge la disponibilità dei fondi nei rispettivi capitoli di bilancio Siamo lavoratori onesti e lo Stato non dovrebbe mai permettere di farci vivere in questo modo. Ogni mattina ci alziamo e andiamo a lavoro, come tutti gli altri (MA NOI GRATIS). Siamo professionisti, abbiamo pagato tasse universitarie salate per conseguire il titolo di studio, abbiamo investito i nostri soldi per l’ulteriore conseguimento di titoli e accesso ai concorsi.
E IL RISULTATO? SIAMO UMILIATI DA UNO STATO CHE CI LASCIA IL CONTO IN ROSSO, UNO STATO CHE CI COSTRINGE ALL’UMILIAZIONE DI CHIEDERE SOLDI IN PRESTITO, ALLA RABBIA DI NON POTER SOSTENERE ALCUN TIPO DI SPESA, ALLA PAURA DI NON POTERCI PERMETTERE UN CONTROLLO MEDICO, DI COMPRARCI UN FARMACO, AL FALLIMENTO DI DOVER NEGARE UN GIOCATTOLO AL PROPRIO FIGLIO. VENIAMO RIPAGATAI con una vita piena di umiliazioni morali che fiaccano lo spirito e il fisico. Ci sentiamo abbandonati, distrutti, umiliati. L’ 8 gennaio p.v. la maggioranza di noi, fiaccati nell’animo, non potrà raggiungere il posto di lavoro per motivi materiali. Le feste appena passate, per la maggioranza di noi, sono state un vero dramma. CON QUALE SPIRITO RITORNEREMO IN CLASSE L’8 GENNAIO? MI CORREGGO, OLTRE ALL’UMORE, CON QUALI SOLDI PER FAR BENZINA RITORNEREMO IN CLASSE L’8 GENNAIO? IMMAGINATE IL NATALE CHE ABBIAMO VISSUTO…IMMAGINATE LA RABBIA DI AVERE LE TASCHE VUOTE PUR FACENDO UN LAVORO ONESTO… E’ davvero una situazione INACCETTABILE! Vergognosa. Nessuno ne parla, nessuno ci tutela. Vi scriviamo con la speranza che qualcuno di voi ci tenda la mano e porti alla luce questa situazione e TUTTO CIÒ CHE STA ACCADENDO E TUTTO CIO’ CHE STIAMO AMARAMENTE VIVENDO.
A tal proposito io ed un collega abbiamo creato, da poco, un gruppo Facebook dove invitiamo tutti i colleghi italiani a scrivere ciò che stanno vivendo e hanno vissuto in questi terribili mesi. La pagina si chiama “Noi precari senza stipendio e diritti!” e sullastessa si puo’ iniziare a leggere qualche testimonianza al riguardo. I messaggi che ho letto sono strazianti e in essi traspare tutta la disperazione, l’umiliazione di chi ama il proprio lavoro espletato con dedizione e capacità. LEGGERE TALI POST FA MALE, SI STRINGE DAVVERO IL CUORE: TRA LE RIGHE SI LEGGE LA DISPERAZIONE, LA RASSEGNAZIONE, L’UMILIAZIONE DI CHI AMA IL PROPRIO LAVORO, LO PRATICA CON DEDIZIONE E AMORE MA HA LE TASCHE COMPLETAMENTE VUOTE ORMAI…DOPO 4 MESI SENZA RICEVERE RETRIBUZIONE. Siamo precari, ma ciò non è sinonimo di nullità. Anzi, noi sostituiamo colleghi garantendo continuità e stabilità agli studenti. Eseguiamo lo stesso lavoro degli altri e dovremmo avere gli stessi diritti degli altri. Siamo davvero al limite, vi chiediamo, per favore e con il cuore, di aiutarci. Dateci voce…voi che potete.
Con affetto e tanta speranza, Chiara De Nuccio, Campoli Dante Luca, Monica Vercelli Prof precari della scuola italiana
Anno nuovo vita nuova. La geografia politica setina ne dovrebbe tenere conto, soprattutto per quei partiti che oggi governano la nostra città, per chi sta all’opposizione e per chi dovrebbe lavorare per ricostruire. Tra questi il Partito Democratico di Sezze, da mesi e mesi diventato un fantasma, quasi immerso nella nebbia, sulle nuvole. Dopo l’ultimo tentativo di mettere su una segreteria eterodiretta, quello che per decenni è stato il più grande partito della città con un numero di iscritti e tessere che spaventava le direzioni provinciali, oggi è diventato una scatoletta vuota, senza contenuti, idee e progetti. Esiste un segretario? Esiste ancora una segreteria? Il direttivo si riunisce? Domande alle quali è meglio non avere risposte. La parabola del Pd degli ultimi anni è da archiviare, e a dirlo sono gli ultimi rappresentanti storici del partito. Chi ha voluto dare le carte nell’ultimo periodo si è ritrovato isolato: detto diversamente il re è nudo. L’unica speranza che si intravede è quella dei giovani democratici che con passione vorrebbero ripartire dalle ceneri di un partito dilaniato da correnti e da altezzose prese di posizioni. Lasciamo lavorare i giovani senza condizionamenti e veti. Spazio ai giovani!
I consiglieri comunali di Bassiano Domenico Guidi, Costantino Cacciotti e Piero Avvisati hanno presentato il 28 dicembre scorso un ricorso al Presidente della Repubblica contro il Sindaco del Comune Giovanbattista Onori per l’annullamento (previa adozione delle più opportune misure cautelari) della deliberazione n. 21 del 9 agosto 2023 con cui il Comune di Bassiano ha approvato il rendiconto di gestione dell’esercizio 2022; della deliberazione n. 22 con cui il consiglio comunale ha disposto “ripiano quota disavanzo da rendiconto 2022 e conseguente variazione di bilancio di revisione” e deliberazione n. 23 con cui è stata disposta la “Salvaguardia equilibri del bilancio - ricorso procedura riequilibrio di bilancio”. I firmatari chiedono l’annullamento degli atti in quanto considerati “illegittimi” per “violazione dei principi di Bilancio” e perché “ i consiglieri comunali ricorrenti “hanno avuto conoscenza sostanziale e legale delle deliberazioni impugnate solo in esito al compimento delle formalità di affissione all’albo pretorio”. Per quanto concerne la deliberazione n.22 i ricorrenti scrivono che “non si è disposta l’applicazione del disavanzo all’esercizio in corso e si è dato corso alla procedura di riequilibrio senza applicare all’esercizio in corso il disavanzo di oltre 900 mila euro accertato”.