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La scorsa notte a Sezze (LT), i Carabinieri della locale Stazione, sono intervenuti in questo centro storico poiché si è verificata una lite tra due soggetti in via di identificazione di cui uno di loro è stato trasportato presso il nosocomio di Latina dal personale del 118 intervenuto.

Domenica, 19 Maggio 2024 06:25

Il fascismo non è una ossessione

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Ciclicamente rispunta una teoria autoconsolatoria che sentenzia: il fascismo è finito in un preciso giorno di 79 anni fa. Per chi abbia familiarità con i tempi lunghi della storia, questa appare però, senza eccessivo sforzo mentale, come una sciocchezza” (Luciano Canfora).
 
In Europa, in questi ultimi anni, abbiamo assistito all’affermarsi del sovranismo e alla crescita esponenziale di consensi a favore di partiti promotori di ideologie xenofobe, discriminatorie, omobitransfobiche e maschiliste. L’etichetta del fascismo è stata spesso rispolverata per inquadrare e spiegare simili fenomeni.
 
Analizzando attentamente la nostra contemporaneità, emerge che il fascismo sotto il profilo ideologico e politico non è morto nel 1945, con la caduta delle dittature in Italia e Germania e la fine del secondo conflitto mondiale, ma ha continuato a prosperare nelle pieghe delle nostre democrazie ed oggi, approfittando della crisi sociale ed economica, sta rialzando la testa, ponendosi in antitesi e cercando di scardinare dall’interno i principi liberaldemocratici su cui si fondano. Non necessariamente dobbiamo attenderci che si riproponga con una nuova marcia su Roma, l’instaurazione di un regime autoritario, l’approvazione di leggi che impongono la censura o il confino e il carcere per gli oppositori, ma i suoi rigurgiti sono evidenti, palesandosi subdolamente nella limitazione degli spazi di democrazia e partecipazione, nella mentalità primitivista e retrograda che esprime odio per ciò che è estraneo alle radici e qualificabile come debole, nella malevola semplificazione e manipolazione della realtà mediante un’informazione asservita e servile e nella prevaricazione spesso spicciola di chi detiene il potere.
 
Il fascismo è questo. Il suo veicolo non sono solo partiti e movimenti che ad esso si richiamano apertamente, ma tutti gli altri che, pur non facendone esplicito rimando, simpatizzano con la sua ideologia e si guardano bene dal dichiararsi antifascisti, come imporrebbe la nostra Costituzione.
 
Il fascismo è un male oscuro e tossico, è agli antipodi dei principi della nostra Costituzione, mette radicalmente in discussione i processi democratici, riduce la partecipazione al vuoto formalismo dell’espressione del voto, inteso essenzialmente come la concessione di una delega in bianco al capo di turno, disconosce spazi di agibilità e operatività alle organizzazioni sociali nelle quali, in una società aperta e pluralista, trovano affermazione, estrinsecazione e realizzazione i cittadini, considera il pluralismo culturale, religioso ed etico un male.
 
La democrazia si fonda sulla dialettica tra alterità che si scontrano e si contemperano, ricercano sintesi sempre più avanzate in grado di aprire nuovi spazi per i diritti e le libertà, mentre il fascismo mira ad un controllo ferreo ed asfissiante di ogni ambito collettivo e individuale, all’imposizione della propria visione etica, l’unica ritenuta giusta e legittima.    
 
Il fascismo oggi si manifesta nel tentativo di conquistare l’egemonia culturale nel nostro Paese ricorrendo alla manipolazione e all’imposizione, all’occupazione sistematica di ogni spazio nelle istituzioni pubbliche.
 
Il fascismo oggi si manifesta nella campagna d’odio scatenata contro Liliana Segre, una donna immensa, memoria vivente degli orrori del nazifascismo, che con la sua testimonianza ci pone di fronte alla necessità di combattere l’antisemitismo, affinché quanto avvenuto non torni mai più a ripetersi.
 
Il fascismo oggi si manifesta nell’aggressione verbale e fisica nei confronti di Stefano Massini, uno dei più importanti intellettuali italiani, colpevole di aver presentato al Salone del Libro di Torino il suo testo teatrale, attraverso il quale ripercorrere l’ascesa al potere di Hitler e del nazismo e ne esprime la più ferma condanna.
 
Il fascismo oggi si manifesta nella campagna elettorale social di Atreju con la quale si prendono di mira la Redazione di Repubblica e alcuni personaggi pubblici come Roberto Saviano, Lilli Gruber, Luciana Litizzetto e Fabio Fazio, additandoli come i nemici e invitando i cittadini a votare “Giorgia” per farli piangere. Siamo in presenza di un attacco squadrista alla libertà di informazione e a quella personale di esprimere il proprio pensiero, che non possiede nulla di ironico o di satirico, condotto contro quanti provano semplicemente a raccontare una realtà che il potere oggi preferirebbe restasse nell’ombra.      
 
Il fascismo oggi si manifesta in tutto questo e in molto altro ancora e ci pone di fronte alla responsabilità storica di non restare indifferenti ed inerti, ma di combatterlo.
 
Il fascismo oggi non è una ossessione degli antifascisti, ma un problema serio per la tenuta delle nostre istituzioni democratiche. 

 

Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa di Impronta Setina rispetto alla posizione  definita "ambigua" del sindaco Lucidi e di una parte della sua maggioranza. 

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È giunto il momento per l’amministrazione comunale di essere onesta riguardo alla sua vera composizione politica. È ormai, infatti, evidente che diversi esponenti della maggioranza sono legati a partiti che peraltro hanno idee, contenuti e visioni del tutto divergenti, se non addirittura opposte. Questa situazione crea inevitabili dissidi e tensioni all’interno dell’amministrazione poiché i consiglieri devono seguire le decisioni e le direttive dei loro partiti.
È chiaro allora che questo non è più aderente all’idea civica rappresentata agli elettori da questa maggioranza. Forse è giunto il momento di smettere di parlare di un’amministrazione civica, poiché sembra che tale etichetta sia solo un modo per celare la realtà: un’amministrazione paralizzata, divisa e come tale incapace di prendere decisioni coraggiose riguardanti i veri problemi della comunità. Si recita una parte, mentre non si percepisce che lo spettacolo è giunto alla fine. È tempo di trasparenza e responsabilità: gli elettori di una maggioranza presentatasi come civica meritano di sapere chi rappresenta veramente i loro interessi e come tali esponenti rispondono alle agende dei propri partiti.
 
Impronta Setina

 

 

Diverse e importanti interrogazioni attendono una risposta nel prossimo question time. Tra queste quelle protocollate dal Circolo di Fratelli d’Italia di Sezze grazie al suo consigliere comunale Serafino Di Palma. Il circolo locale della Melone chiede ad esempio la predisposizione di un regolamento comunale per quanto riguarda l’installazione ed esercizio di impianti di telecomunicazione per la telefonia cellulare, dato che il territorio comunale è già dotato di impianti in funzione. Altra attuale questione quella riguardante il fenomeno della Ludopatia in città. Anche per ciò Di Palma chiede un regolamento, considerato che in città si registrano molti casi di dipendenza da gioco anche a causa della presenza di numerose attività frequentate da persone con disturbi comportamentali legali al gioco. Anche in merito ai controlli interni dell’attività comunale Fdi chiede un regolamento, dato che non si capisce perché i report semestrali per l’anno 2023 ancora non sono stati trasmessi. Infine si chiede ancora una volta di regolare il parcheggio ferroviario della stazione in via degli Archi.

 

 

“Adda passà 'a nuttata”!

Con questa battuta Edoardo De Filippo chiudeva la commedia Napoli Milionaria, nel terzo atto, quando ormai è sera e dopo estenuanti ricerche viene finalmente trovato il farmaco che promette di salvare la vita di Rituccia, la figlioletta di Gennaro e Amalia.

 Insomma una speranza in più al superamento di una crisi, di una difficoltà, una frase diventata un monito e che metaforicamente mi fa riflettere sulle diverse “crisi” che anche la nostra città e la nostra comunità sta soffrendo, come un po' tutti senza fare del vittimismo.

Dalla politica e alla fine di molti partiti, dalle manifestazioni di violenza a quelle di maleducazione e degrado cui stiamo vivendo, siamo un po' tutti disorientati, fortemente preoccupati, in un equilibrio instabile come recita una bella canzone.

Nel giro di pochi anni la Sezze che abbiamo conosciuto e amato è di nuovo cambiata in un giro vertiginoso di valzer. Siamo stati catapultati dentro un Luna Park impazzito e ne siamo usciti ubriachi di menefreghismo e indifferenza generale. Sembra un secolo ma solo ieri uscire di casa la sera non era così angosciante per i nostri genitori. Quando per la città, bene o male, ci si conosceva tutti e tutto era definito e prestabilito nell’ordine delle cose giuste e normali. Oggi non è più così, o almeno non è più scontato, e subire questa diversità fondamentalmente crea un ulteriore scollamento del tessuto della nostra comunità che rischia di diventare una frattura insanabile per le future generazioni.

E allora la politica, le tante associazioni di volontariato, la cosiddetta società civile deve urgentemente e necessariamente mettersi intorno ad un tavolo e trovare nei giovani le risposte ai bisogni dell’intera comunità. E’ un impegno inderogabile di tutti e di ciascuno interrogarsi seriamente sui cambiamenti velocissimi che non riusciamo nemmeno a percepire... figuriamoci a comprendere e affrontare.

Speriamo di essere tutti all'altezza, di trovare anche noi quel farmaco tanto cercato nella commedia napoletana, pronto a guarire queta nostra città che sembra sì ringiovanita, ma senza nessuna voglia di mettere la testa a posto. La buona politica e le giuste associazioni e categorie non devono aspettare altro.

 

 

I Carabinieri al termine di articolata attività di indagine hanno deferito alla Procura della Repubblica di Latina, cinque persone ritenute responsabili di una associazione per delinquere finalizzata alle truffe a persone anziane o comunque per altri motivi particolarmente vulnerabili. Il sodalizio composto da quattro uomini ed una donna, parte di un nucleo familiare rom di origine campana, è stato attenzionato dalla primavera del 2022, quando in provincia sono stati segnalati, alle forze dell’ordine, diversi sinistri stradali risultati poi simulati allo scopo di truffare ignari automobilisti. Il modus operandi utilizzato dal gruppo, che si avvaleva di autovetture noleggiate in Campania, era quello tipico della “truffa dello specchietto”, portata a termine individuando anziani soli alla guida e ponendo in essere un finto incidente con responsabilità del povero malcapitato. Con raggiro, avvalendosi di artifizi collaudati, riuscivano a convincere l’automobilista della bontà della loro richiesta di denaro, utile ad evitare un esorbitante aumento della polizza assicurativa e ad evitare l’intervento delle forze dell’ordine. Per farlo erano loro stessi a fingere telefonate alle forze dell’ordine, per richiedere un eventuale intervento sul luogo del sinistro, telefonando di fatto ad un loro complice che consigliava puntualmente un accordo bonario per evitare pesanti contravvenzioni.

La precisa e puntuale ricostruzione delle dinamiche, la individuazione delle autovetture, degli autori e dei compiti, ha caratterizzato la meticolosa attività di indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Latina, che ha potuto richiedere la misura cautelare degli arresti domiciliari per tre degli autori, ritenuti più attivi e pericolosi. Con tali presupposti il G.I.P. presso il Tribunale di Latina ha riconosciuto valide le motivazioni emettendo il provvedimento eseguito dai Carabinieri, deferendo in stato di libertà i restanti due complici dell’associazione.

 

 

L’associazione GAL Monti Lepini cerca due figure professionali di livello “middle senior” e “senior”, ossia un responsabile amministrativo finanziario (raf) e un direttore tecnico (dt). Il presidente Marco Carpineti ha infatti pubblicato un Avviso pubblico per titoli e colloquio orale per la selezione di n. 2 professionalità ad elevato profilo specialistico o settoriale, da inserire nelle posizioni apicali della struttura tecnico-amministrativa del GAL "Monti Lepini" per l’attuazione della Strategia di Sviluppo Locale (SSL) 2023-2027. L’incarico verrà conferito senza alcun vincolo di subordinazione. Il Professionista è tenuto al conseguimento degli obiettivi prefissati dal GAL coerenti alle azioni previste dal SSL del GAL “Monti Lepini”. Il compenso economico previsto per entrambi i profili da selezionare per le attività da rendersi è determinato in quota fissa pari ad € 50,00 per ora (oltre all’ IVA ed alla rivalsa della cassa previdenziale, se dovute e come dovute), per un monte orario lavorativo di massimo 1.000 ore/anno.

 L' Avviso è pubblicato in forma integrale sul sito istituzionale del GAL: www.galmontilepini2023-2027.it e sui siti Internet dei Comuni soci del GAL.

Il responsabile del procedimento della selezione del personale è il dott. Marco Carpineti, Presidente del GAL Monti Lepini – e-mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

Eventuali informazioni e/o chiarimenti sul presente avviso potranno essere richiesti esclusivamente a mezzo mail all’ indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

 

Lo stillicidio quotidiano di inchieste, coinvolgimenti eccellenti per le più differenti situazioni, per i più incredibili episodi di disonestà nella pubblica amministrazione, alimenta l’impressione che il nostro Paese sia governato da una classe politica tra le peggiori. I giudizi sommari sono sempre ingenerosi ed è sbagliato accumunare tutti in un indistinto. I politici e gli amministratori perbene che hanno a cuore il bene comune sono la stragrande maggioranza, ma certo fanno più notizia quanti rimangono impigliati nelle maglie della giustizia.
 
Da alcune settimane le forze politiche che sostengono il governo di Giorgia Meloni avevano imbastito una campagna mediatica martellante, sulla scorta di quanto era emerso dalle indagini della magistratura nei confronti di alcuni esponenti del Partito Democratico in Puglia e altrove, quando a guastare i giochi è arrivato l’arresto di un pilastro storico del berlusconismo, il governatore della Liguria Giovanni Toti. L’accusa è di quelle ricorrenti per certa politichetta arraffona: corruzione. 
 
Siamo nella fase delle indagini preliminari ed è necessario essere garantisti. Fino alla pronuncia della sentenza definitiva vale per tutti gli indagati il principio della presunzione di innocenza, anche se il quadro emergente dall’inchiesta è desolante e ciò a prescindere da eventuali responsabilità penali delle persone coinvolte.
 
Immancabile si è levata la voce dei solerti garantisti a convenienza, i quali hanno subito evocato la giustizia ad orologeria, la magistratura politicizzata e l’immancabile complotto, in ragione del fatto che gli arresti sono scattati a pochi giorni dalle elezioni per il rinnovo del Parlamento Europeo. Una querula litania e nulla più di quanti vorrebbero una giustizia funzionale agli interessi della politica.
 
Sono trascorsi oltre trent’anni dalla lavatrice di Mani Pulite, ritenuta un passaggio catartico, uno strumento purificatore. In tanti hanno sperato che potesse rappresentare lo strumento utile non solo per fare pulizia e allontanare i corrotti dalle stanze del potere, ma soprattutto per ripartire su presupposti altri e diversi. Si è trattato di una grande illusione. Concretamente non è cambiato nulla, anche perché si trattava di una strada sbagliata, di una scorciatoia inefficace, tanto è vero che il malaffare all’interno delle istituzioni ha continuato a riproporsi pervicacemente e con modalità identiche ai modelli illeciti di allora. Sicuramente qualcosa è mutato, ma purtroppo in peggio. La qualità media della classe politica si è livellata verso il basso e in passato non ha mai toccato livelli di mediocrità, sotto diversi punti di vista, come quella di oggi.
 
La responsabilità non è della magistratura, la cui funzione istituzionale è perseguire gli illeciti e garantire il rispetto delle leggi, piuttosto di noi cittadini, noi società civile che siamo rimasti incastrati dentro lo schema di tangentopoli, prigionieri di un modello e di una relazione sbagliata tra politica e magistratura e incapaci di esercitare appieno la nostra funzione di controllo e di scelta democratica.
 
Ci siamo fatti abbagliare dai populismi, affermatisi in questi anni, abbiamo fatto nostra non la proposta politicamente più adeguata, ma quella che più solleticava i nostri peggiori istinti e offriva soluzioni semplicistiche a problemi complessi.
 
I  partiti, ridotti a comitati elettorali, hanno poi delegato alla magistratura il controllo etico delle candidature. La dimostrazione più clamorosa di questa loro incapacità di selezionare la classe dirigente secondo standard qualitativamente alti e dell’assenza dentro di sé degli anticorpi indispensabili per individuare e rimuovere il marciume è rappresentato dalla cosiddetta black-list sfornata ogni anno dall’Antimafia, ovvero la lista degli impresentabili. È stata data una sorta di delega in bianco alla Commissione Parlamentare Antimafia, ridotta a ruolo di Questura, la quale anziché occuparsi in via esclusiva della comprensione profonda del fenomeno mafioso, ormai non fa altro che ispezionare il casellario giudiziario segnalando l’impresentabilità dei candidati.
 
È bene precisare che non tutte le condotte sono qualificabili come malaffare, anzi spesso è questione di opportunità, di stile e di moralità. Il problema è il contesto generale, in cui la normalità sembra essere violare le regole, anche quelle meramente comportamentali e non giuridiche, che però se osservate eviterebbero a un ministro di fermare il treno o ad altri personaggi pubblici plurindagati di restare al loro posto. Dominano l’idea dell’impunità e la vulgata che l’assoluzione da parte della magistratura, magari con un proscioglimento già in fase istruttoria, rappresenti un lavacro in grado di restituire l’onorabilità e si trascura che alcune condotte sono eticamente deplorevoli anche se non si qualificano come reato.
 
Nel nostro sistema politico c’è molto che non va.
 
Servirebbe un senso di responsabilità comune in luogo dell’abbandono all’impotenza e alla rassegnazione, che finiscono per costituire un sostegno diretto alla tracotanza e alla sicumera della politica politicante.

 

COMUNICATO STAMPA CARABINIERI

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Nei giorni precedenti a Sezze (LT), I Carabinieri del Nucleo Antisofisticazione e Sanità di Latina, coadiuvati dai colleghi della locale stazione Carabinieri, hanno effettuato un controllo ad un’attività di ristorazione del comune di Sezze (LT) nel corso del quale sono state rilevate numerose criticità. In particolare, il locale ispezionato, non era provvisto di un idoneo sistema di approvvigionamento idrico ovvero collegato direttamente alla rete idrica di distribuzione controllata da gestore autorizzato, bensì disponeva di due serbatoi per la raccolta di acqua potabile, rinvenuti con evidenti segni di carente manutenzione e con presenza di incrostazione e sporco sia all’esterno che all’interno degli stessi. L’acqua proveniente da tali serbatoi veniva utilizzata per le necessità del ristorante e per la preparazione e la manipolazione degli alimenti, con conseguente e potenziale pericolo per la salute degli avventori. Informato il dipartimento di prevenzione dell’A.S.L. di Latina, l’attività veniva immediatamente sospesa e sanzionata con una contravvenzione di euro 1.000,00.

Domenica, 05 Maggio 2024 05:38

Sezze tra illegalità e selfie

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Sezze è diventata la città dove tutto è possibile, dove ogni fantasia può avverarsi e trasformarsi nel peggiore degli incubi. Luoghi tradizionali di aggregazione sono divenuti zone franche, dove regnano l’illegalità, lo spaccio e l’abuso di alcol. Il controllo del territorio è inesistente e risse, pugni e perfino uso delle armi sono un modo per risolvere i conflitti, affermare chi comanda e convincere i riottosi.
 
Fa male al cuore la metamorfosi che Sezze ha avuto in poco tempo, dove è normalità  imbattersi in un cavallo “parcheggiato” all’ingresso del Parco della Rimembranza, il Monumento. Chissà se il proprietario avrà pagato il parchimetro. Ennesimo segnale che racconta una comunità smarrita. 
 
Imbellettarsi due tre volte l’anno, per la Sagra del Carciofo, la Notte Bianca o la Sacra Rappresentazione del Venerdì Santo, cercando di apparire altro, non basta. Quando le luci della ribalta si spengono, il trucco viene rimosso, le vesti della festa sono dismesse e si torna al terribile ordinario, la tristezza torna ad afferrare chi Sezze la vorrebbe bella, accogliente e sicura sempre.
 
In questi giorni la nostra città è assurta all’onore della cronaca, le sono stati riservati ampi spazi sui giornali, servizi nei notiziari e post sui social non per le sue eccellenze, la sua storia, i suoi monumenti, i personaggi passati e presenti prestigiosi per cultura, arte e scienza, ma per un atto di violenza inaudita e insensata, effetto del degrado culturale e sociale che ci assedia e rischia di soffocare speranze e voglia di futuro.
 
Subito alto si è levato il coro dei benpensanti, dei leoni da tastiera deploranti di professione, degli immancabili campioni di legge e ordine e delle soluzioni semplici a problemi complessi, dei professionisti del dito puntato che spaccano il capello in quattro, condannano gli altri e puntualmente si autoassolvono.          
 
La nostra città ha bisogno che venga ripristinato il rispetto delle regole. Non è questione di destra o di sinistra ma di civiltà.
 
La legalità tanti la invocano a casaccio, la confondono con una visione ideologica retriva e reazionaria, assai lontana dal sentire profondo della nostra comunità, da sempre aperta, tollerante e solidale.
 
La legalità è presidio irrinunciabile delle libertà e dei diritti delle persone, dei deboli, dei fragili, degli ultimi e dei diversi, non discrimina per il colore della pelle, la cultura, la religione e la nazionalità.
 
La legalità non è un maglio contro lo straniero. Tutti siamo stranieri e lo siamo rispetto a noi stessi, nel peregrinare nello spazio e nel tempo che abitiamo. Essere stranieri è essenza della nostra umanità che dobbiamo imparare a riconoscere, che ci contraddistingue, ci qualifica e definisce.
 
La legalità non è un concetto astratto, ma un percorso educativo su principi e valori che devono penetrare, permeare e trasformare il nostro agire individuale e collettivo. Non basta enunciare la regola, è necessario incarnarla rimettendo al centro la persona.
 
Illegalità e violenza non si sconfiggono con gli annunci mediatici, le parole contrite e le scorciatoie. La presenza delle forze dell’ordine è indispensabile e va bene anche la videosorveglianza, ma servono a poco senza l’impegno a ricucire il tessuto sociale lacerato.
 
Quanti hanno responsabilità politiche e amministrative la smettano di trastullarsi con i selfie, di sprecare il tempo in ridicole trame per conquistare posizioni di potere dentro e fuori i partiti, di escogitare modi e forme per garantire a sé e ai propri sodali laute prebende. Gli incarichi pubblici sono un servizio ai cittadini e non un modo per appagare le proprie ambizioni e il proprio narcisismo.     
 
La legalità richiede buoni amministratori della cosa pubblica, esperti non nell’arte dello scaricabarile, nella retorica stucchevole per cui è sempre colpa di quelli di prima, nonostante ricoprano ormai da tempo responsabilità importanti, nella querula e immatura ricerca del capro espiatorio a cui dare la colpa delle proprie incapacità e inadeguatezze, ma nel realizzare il bene comune.
 
La legalità va costruita concretamente e non bastano gli incontri con il Prefetto o un paio di pattuglie di Carabinieri, rigorosamente in divisa, che vagano per il paese qualche giorno e poi se ne perdono le tracce. I cittadini sono stanchi di belle parole scritte nel vento a cui non seguono i fatti.     
 
Se veramente vogliamo essere solidali con Martina, vittima innocente di un assurdo atto di violenza, dobbiamo impegnarci a cambiare Sezze radicalmente, pretendendo il controllo del territorio, senza alzare muri, richiuderci in una fortezza inespugnabile, ma coniugando legalità e accoglienza, rispetto delle regole e integrazione.
 
Non è più il tempo delle promesse, dell’indignazione estemporanea, delle inutili strumentalizzazioni e ancor meno dei biechi desideri di vendetta.
 
Serve altro, soprattutto servono politici attenti e lungimiranti.
 
Una merce sempre più rara, purtroppo.
 
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