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Le Edizioni del Roveto partono tra grande entusiasmo ed unanime plauso. Una folta platea ha assistito alla presentazione della nuova Casa Editrice, svoltasi ad Aprilia domenica 10 u.s. presso la Sala Minerva dell’Hotel Enea.

L’incontro, introdotto e coordinato dal Dott. Giampiero Fontana, Ufficiale dell’Esercito ed ex Sindaco di Grottaferrata, nonché Portavoce delle Edizioni del Roveto, ha visto susseguirsi gli interventi dell’Editrice, la Dott.ssa Maria Romano, psicologa e libera professionista, del Direttore Editoriale, il Prof. Maurizio Valtieri, scrittore e docente di lingua italiana, dello scrittore Roberto Campagna e del Maestro Antonio Veneziani, poeta, saggista e traduttore.

L’introduzione di Fontana ha posto in risalto l’obiettivo primario delle Edizioni del Roveto, ossia “Fare Cultura” tramite il dialogo creativo e lo “scambio” culturale che consentono i libri.

Fontana ha sottolineato come la Casa Editrice desideri garantire le identità storiche ma al tempo stesso fungere da stimolo di crescita e innovazione, favorendo l’inclusione e la partecipazione sociale attraverso il dono della propria specificità agli altri.

L’Assessore agli eventi del Comune di Aprilia, Dott.ssa Carola Latini, ha portato il saluto dell’Amministrazione comunale, esprimendo vivo compiacimento per la nascita del Progetto editoriale e fornendo la disponibilità del Comune a supportarlo nelle forme e nei modi possibili.

L’Editrice Maria Romano ha illustrato lo stretto legame dell’iniziativa con la Città di Racalmuto, paese di origine suo, dei figli Luca e Marco Mercato e dello Zio Aldo Liotta, poeta, scrittore e pittore scomparso nel 2018. La Dott.ssa Romano ha evidenziato la continuità tra il Progetto editoriale e le attività svolte sul territorio dall’Associazione di Promozione Sociale “La Giostra dei colori” e dalla Cooperativa sociale “Le Girandole”.

Il Prof. Valtieri ha presentato le sei Collane in cui è articolato il Progetto editoriale (“Uni-versi” per la Poesia; “Cartoline” per i Racconti; “Gran Tour per la Narrativa; “Ypsilon A”, Young Adult; “Girandole”, Letteratura per Bambini e “Sapiens” per le Storie Sociali), spiegandone contenuti e significato. Lo stesso ha quindi introdotto il Dott. Roberto Campagna, sociologo, giornalista e scrittore, il quale ha illustrato il suo libro ““Il sapore dei ricordi. 13 gustosi racconti 13”. Lo stesso Valtieri ha poi illustrato la silloge poetica di Aldo Liotta da lui curata, dal titolo “L’Estate incantata”. La raccolta di poesie di Liotta ed i racconti di Campgna sono le prime due pubblicazioni delle Edizioni del Roveto, già disponibili nelle librerie anche online.

Gli interventi in scaletta sono stati intervallati da pregevoli brani musicali interpretati dal Maestro Roberto Ferrara, alla tastiera, e da Milena Leone, con il suo flauto traverso, accompagnati dalla lettura di versi tratti dal libro di Liotta, splendidamente declamati dalla Poetessa Antonella Rizzo.

Profondo ed appassionato anche l’intervento del Maestro Antonio Veneziani, poeta, saggista, traduttore, il quale ha tributato il suo personale elogio alla vena poetica di Aldo Liotta, formulando grande apprezzamento per il neonato Progetto editoriale.

In conclusione sono stati anticipate tre pubblicazioni tratte dal Piano editoriale del 2024.

Il Dott. Fontana ha presentato “Lettere siciliane”, raccolta di scritti di Piero Bolzon (1883-1945), pubblicista, scrittore, poeta, pittore, idealista creatore di realtà di origine padovana, il quale trasfonde alla moglie Ninì, con passione e minuziosa descrizione, il racconto quotidiano di un suo viaggio in Sicilia nell’estate del 1922.

Olivia Gobetti, scrittrice e aforista bresciana che vive a Roma, ha annunciato la nuova edizione de “La Donna di vetro” con prefazione di Raffaele Morelli, storia tormentata di Emilia all'interno di un matrimonio difficile, donna di vetro, fragile ed invisibile agli occhi di chi non sa e non vuole vedere, ma aperta a chi desidera condividerne i sogni.

Sempre Fontana, ha presentato il terzo libro di prossima edizione, “La guerra dei piedi”, romanzo del reatino Avio Focolari, attore teatrale, sceneggiatore, musicista e cantante, oltre che fantasioso e creativo scrittore. Il libro narra di uno scienziato che inventa l’aspiratrice temporale, una macchina del tempo, ed ha la stravagante idea di invitare un Monsignore, uno Storico, un Giornalista, un Menestrello ed un Calzolaio per trasportarli nella Roma del 752 a.C. con un intento preciso, ossia quello di insegnare a Romolo e Tito Tazio il gioco del calcio e sostituire ogni guerra con una partita.

Da ultimo, la Dott.ssa Romano ha annunciato la futura indizione di un Concorso letterario per giovani scrittori (under 18), da organizzare in collaborazione le Scuole secondarie di secondo grado del territorio, al fine di stimolare l’amore per la scrittura e, al contempo, raccogliere testimonianze sul tema che sarà scelto quale oggetto del bando.

La presentazione si è conclusa con la sopraffina degustazione di vini, gentilmente offerta dall’Azienda del territorio “Casale del Giglio”.

 

Domenica, 10 Dicembre 2023 07:20

The Whale e l'abbraccio che mancherà

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Charlie è un professore universitario di letteratura inglese. Tiene le sue lezioni online. La sua voce viene fuori da un quadratino nero al centro dello schermo del computer, perché la sua webcam è sempre oscurata e la parola docente è l’unico elemento che lo identifica, lo distingue, il visivo che gli allievi hanno di lui.
 
Si nasconde a quanti seguono il suo corso, ma a noi si mostra nella sua realtà. La prima cosa che notiamo, anzi Darren Aronofsky, il regista del film The Whale, ci chiede di notare è la sua mole, pesa 270 chili, il suo corpo gonfio e ingrossato che occupa mezzo divano e il fatto che si stia masturbando mentre delle immagini pornografiche scorrono sullo schermo del suo computer.
 
Ad un tratto Charlie avverte forti dolori al petto ed è costretto a interrompere il suo gesto. Fortunatamente, proprio in quel momento, qualcuno bussa alla porta. È un visitatore sconosciuto ed inaspettato, ma rappresenta la sua salvezza. Si chiama Thomas, è un missionario appena ventenne, dalla faccia pulita e i modi gentili. Viene dalla chiesa locale New Life, predica l’imminente fine del mondo ed è convinto che Dio lo ha fatto arrivare nell’appartamento per consentirgli di salvare Charlie.
 
Le condizioni di salute del professore sono conseguenza di un disturbo alimentare grave, derivato dalla perdita mai superata del partner, l’uomo per il quale ha lasciato la moglie e la figlia.
 
L’unica persona che fa parte stabilmente della sua vita, ha le chiavi di casa, lo assiste nei momenti difficili ed arriva in quel frangente drammatico è Liz, l’infermiera e la sua migliore amica, nonché sorella del suo compagno defunto. La donna tenta di convincerlo a chiamare l’ambulanza e a farsi portare in ospedale. Le sue condizioni sono gravi, sta morendo e soltanto cure mediche adeguate possono salvargli la vita. Charlie suda e ansima, ma rifiuta categoricamente.
 
Il suo mondo è tutto racchiuso in quella casa, in quella stanza, in quel divano e nel suo computer. Si muove con estrema difficoltà, ha bisogno di un deambulatore per camminare ed anche i più elementari gesti quotidiani sono al limite dell’impossibile.
 
The Whale è un dramma da camera intenso, che non indugia in maniera gratuita sulla sofferenza, ma ripercorre a ritroso le tappe della vita di Charlie in modo lucido e naturale, indaga con sincerità il rapporto del protagonista con se stesso, con i testi dei suoi studenti e soprattutto con le figure chiave che entrano nel suo appartamento.
 
Il giovane missionario Thomas rappresenta il punto di svolta narrativo e il suo varcare la soglia di casa di Charlie dà il via a una girandola di eventi che, nell’arco di una settimana, lo mettono di fronte allo specchio, soprattutto quando decide di tentare di ricostruire i rapporti con la figlia adolescente Ellie, abbandonata per inseguire il suo grande amore dieci anni prima, la quale è arrabbiata per la sua scelta e non sembra intenzionata a recuperare quanto è stato perduto, e con la ex moglie Mary, in un viaggio a tappe e senza sconti.
 
The Whale è un film intimo e sincero che indaga sui dubbi, sulla moralità, sui desideri e sul rapporto tra amore, sofferenza e società. Il filo che lega i diversi incontri con il presente, con il passato e dà senso alle cose è la lettura di Moby Dick che rappresenta tutto quello in cui Charlie crede: la libertà di esistere, di essere, di esprimersi. Una libertà non sempre facile, che richiede un costo da pagare, a volte troppo alto, soprattutto quando ha come conseguenza il crollo dei legami familiari e la sofferenza delle persone amate. Sfruttando in maniera brillante il suo rapporto con la parola, Charlie trasforma l’analisi del testo di Moby Dick, attraverso le tesine dei suoi studenti, in un racconto allegorico nel quale riesce trattare con misura l’obesità, i problemi di salute, la paura della morte e l’impatto sociale della sua condizione, ma anche il desiderio di chiudere il cerchio della sua vita e riabbracciare la sua famiglia.
 
The Whale è un film insidioso, perché parla di corpi, di senso di colpa, di rimpianti, di solitudine e abbandono, tutte tematiche che il regista esplora sul filo sottilissimo tra riflessione e ossessione, tra trasporto sincero ed estetizzazione estrema, riuscendo a trovare un punto di equilibrio, per niente semplice e scontato, e a mantenere una misura abbastanza rigorosa per tutta la sua durata. Far indossare ad un attore un’armatura di un corpo di oltre 250 chili senza rischiare di finire sui binari del patetismo e della retorica spicciola non è impresa facile.
 
Brendan Fraser nel ruolo di Charlie è straordinario, non è una esagerazione dire che si tratta di una delle migliori prove della sua carriera, se non la migliore, e soprattutto appare evidente che siamo in presenza di un attore dal talento finora davvero poco sfruttato. Ci sono momenti di recitazione intensissima, nei quali è possibile cogliere il grande lavoro che Fraser ha fatto per dare vita a questo personaggio così pesante, melodrammatico e sbagliato. Riesce a comunicare la profonda umanità di Charlie attraverso il modo in cui usa gli occhi, gli sguardi ingenui e candidi, la mimica facciale e i silenzi, che rivelano dolore, paura, disprezzo verso sé stesso, speranza, autocommiserazione, disperazione, un finto senso di allegria e un vero senso di gioia spirituale. Soprattutto ci dona il ritratto di una persona incredibilmente simpatica, non nel senso dell’ironia e della piacevolezza, ma nella misura in cui è facile entrare in consonanza con lui, la sua storia e la sua vita.
 
Ellie, la figlia adolescente, ribelle e arrabbiata, è il metronomo emotivo del film, è il contraltare perfetto di Charlie, porta all’interno della storia uno sguardo cinico e realista, devia il discorso sull’amore verso direzioni affascinanti, preferendo all’accettazione della condizione il cammino della comprensione. Si tratta della stessa strada percorsa da Liz, la quale per il rapporto personale e il ruolo che è chiamata a svolgere, ci permette di sbirciare negli alti e bassi della vita del professore.
 
Nell’arco di tempo ridotto di una settimana, mentre fuori piove quasi incessantemente, come fosse in corso un nuovo diluvio universale, la fine del mondo da cui è ossessionato il giovane predicatore Thomas, The Whale riesce con empatia a raccontare la complessità e l’imprevedibilità dei rapporti umani, l’incontro con l’altro,  l’attesa di un abbraccio che mancherà, attorno a cui ruota tutto il centro emotivo di questo film bello e straziante.
 




 

 

"Ho appena ricevuto una Pec dalla Corte dei Conti, con la quale mi viene ingiunto di pagare più di 500.000 euro per il danno cagionato per aver approvato la delibera di Giunta per il secondo stralcio funzionale dell'ex Anfiteatro. Opera che era già iniziata da tempo e per la quale tentammo di mettere "una pezza" ad uno scempio già ampiamente avvenuto. Col senno del poi avremmo dovuto fermarci di fronte a quest'opera non voluta da noi, anzi osteggiata, e portare tutte quelle carte in procura. esserci portati per certe cose. Certamente mi difenderò insieme a tutti gli altri amministratori e tecnici coinvolti per far valere le nostre ragioni. Se questo non accadrà, vorrà dire che troverò, insieme alla mia famiglia, il modo per pagare questo debito. A Testa alta Guardando dritto in faccia gli sciacalli che sempre e solo tali rimarranno". Così in un post l'ex sindaco di Sezze Andrea Campoli in merito alla vergognosa vicenda che vide nel giugno 2005 l'inizio dei lavori che distrussero il vecchio Teatro Italiano presso l'Anfiteatro di Sezze. I lavori vennero sospesi pochi mesi dopo e non sono mai stati terminati in quanto il progetto approvato dall'allora amministrazione comunale non aveva niente a che vedere con il progetto precedentemente approvato. Oggi a distanza di quasi 20 anni il luogo è diventato simbolo di degrado e rappresenta uno dei tanti ecomostri abbandonati e presenti in Italia.

 

 

 

Aprilia ha la “sua” casa editrice. Verrà presentata domenica 10 dicembre, alle 17.00, presso della Sala Minerva dell’Hotel Enea. Interverranno gli editori Maria Romano e Luca Mercato (madre e figlio) e il direttore editoriale Maurizio Valtieri; coordinerà l’incontro Giampiero Fontana. Le Edizioni del Roveto nascono su iniziativa di una famiglia siciliana, i cui membri sono da sempre appassionati di poesia e letteratura, ma soprattutto sono convinti che la diffusione della cultura rappresenti la vera trincea ultima, contro l’imbarbarimento sociale. Il nome, lo deve all’amore e all’attaccamento che gli stessi editori, nutrono nei confronti della propria terra e del proprio territorio d’origine. «Se ci capita di vedere un roveto, in un istante - affermano gli editori - ci ritroviamo a viaggiare indietro nel tempo e a rivivere storie passate. Basta la semplice visione di una pianta dalle more scure e rosse, piccoli frutti dolci, aciduli e speziati a cui era impossibile resistere, a far riaffiorare bellissimi ricordi dei momenti passati in campagna. Fu proprio il nonno - continuano - a spiegarci nel suo accento sempre frettoloso e siciliano che “li ruvietta comu laa scippare”, perché sì le radici dei rovi sono profonde, scavano e nutrono le piante in superficie che tornano a fiorire, a crescere e ad aggrovigliarsi ogni primavera. Ci piace pensare che le nostre storie, i racconti, le grandi e piccole narrazioni - concludono - siano in parte come un roveto, con radici profonde che scavano dentro ognuno di noi, per nutrirci e per riportarci nel corso del tempo a ciò che abbiamo sentito e letto, a quei momenti dolci, acidi e perché no, anche speziati». In particolare, l’intento della casa editrice è quello di creare uno spazio editoriale nel quale le voci, la sensibilità e la scrittura di nuovi autori possano esprimersi al massimo, unitamente alla riedizione di opere importanti contemporanee o del passato, senza dimenticare la letteratura per l’infanzia e i grandi temi sociali. Sei le collane: “Uni-versi” (Poesia), “Cartoline” (Racconti), “Gran Tour (Narrativa), “Ypsilon A” (Young Adult), “Girandole” (Letteratura Bambini) e “Sapiens” (Storie Sociali). Quest’ultima è dedicata al disagio sociale e alle più svariate esperienze di vita, per mostrare e spiegare tutti i sommovimenti dell’animo umano che da sempre abitano l’Homo Sapiens. Quella sulla poesia invece è rivolta ai poeti, vecchi e nuovi, affermati o esordienti, dove i versi raccontano mondi interiori, che nascendo da esperienze particolari, si fanno messaggi universali. Circa i racconti, come le cartoline, che rispetto alle lettere necessitano di un sentito lavoro di sintesi, essi condensano, in un numero relativamente breve di pagine, intere storie. È un genere che in Italia patisce troppo spesso il pregiudizio degli editori, ma che a questa nuova casa editrice piace coltivare e valorizzare. Mentre la collana sul romanzo apre le porte a nuovi scrittori, senza tralasciare gli autori importanti e i classici che hanno segnato la storia della letteratura. Tra gli intenti delle “Edizioni del Roveto” c’è anche quello di scoprire o riscoprire autori e autrici talvolta dimenticati. “Grand tour” perché attraverso i libri il lettore possa compiere un viaggio meraviglioso alla scoperta di nuove esperienze e conoscenze. Invece la “Ypsilon A” è una collana pensata per quei lettori che hanno lasciato l’infanzia e si incamminano verso l’età adulta. L’idea è quella di rompere lo schema che vede la letteratura per ragazzi come letteratura minore, puntando sulla qualità delle opere e degli autori. Grande attenzione anche nella scoperta di nuovi autori esordienti. L’ultima, quella per i bambini, è dedicata alla letteratura illustrata o meno per l’infanzia, affinché a qualunque età si possa essere aiutati a sviluppare un sincero e costante amore per la lettura. Infine, verranno presentate le prime due pubblicazioni; una silloge e una raccolta di racconti. In programma anche un intrattenimento musicale. L’incontro si chiuderà con una degustazione di vini dell’Azienda agricola Casale del Giglio de Le Ferriere.   

COMUNICATO STAMPA ARMA DEI CARABINIERI

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I Carabinieri della Compagnia di Latina continuano a mantenere costante l’opera fondamentale di controllo preventivo del territorio del Comune di Sezze, garantendo la propria presenza soprattutto nelle ore serali e notturne, per fronteggiare il fenomeno dei furti in abitazione. I militari hanno eseguito un “servizio coordinato di controllo del territorio” serale attenzionando i luoghi notoriamente frequentati dai giovani. In particolare, sono state controllate le zone di maggiore aggregazione giovanile e sono state controllate 73 persone e 51 veicoli. Nel medesimo contesto sono stati controllati n. 4 esercizi commerciali. Specifici servizi continueranno soprattutto durante “i fine settimana” per prevenire i fenomeni delittuosi e reprimere i reati predatori.

Riceviamo e pubblichiamo una nota di Pietro Panfilio, membro del direttivo Pd di Sezze.

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Ricorderete che nel mese di aprile 2023 fu nominato l'ORGANISMO DI VIGILANZA della SPL SEZZE SPA che ha funzioni di controllo sulle procedure interne della società. Si scelse di nominare, con un incarico triennale, un organismo monocratico in sostituzione di quello collegiale composto di tre persone.
Pensavamo che questa scelta fosse dettata dalla volontà di ridurre i costi della società e invece rimanemmo delusi quando scoprimmo che il compenso riconosciuto al professionista era il doppio di quanto dato all'intero collegio sostituito. Tutto questo scatenò polemiche, discussioni e anche interrogazioni consiliari. In data 26 ottobre 2023, a soli 6 mesi dalla nomina, il consulente nominato rassegna le sue dimissioni.
Cos'è successo è quali sono le motivazioni delle dimissioni?
Era una nomina illegittima?
Non riuscivamo a fare i controlli previsti dalla normativa oppure unicamente motivazioni personali sopraggiunte?
Sono domande legittime alle quali il Sindaco con la maggioranza che governa Sezze, sono tenute a rispondere per il principio della trasparenza amministrativa.

PIETRO PANFILIO
MEMBRO DEL DIRETTIVO PD CIRCOLO DI SEZZE

 
Oggi 3 dicembre ricorre la Giornata mondiale delle persone con disabilità . Tutti siamo chiamati a riflettere e ad impegnarci affinché vengano garantiti i diritti di ogni cittadino e soprattutto i diritti delle persone in condizioni di fragilità. Le difficoltà dei disabili ancora oggi restano purtroppo a carico della famiglia, poche le strutture veramente ricettive e le politiche di integrazione e sostegno in tal senso. «C'è ancora bisogno di un forte cambiamento nelle politiche, nelle pratiche e nei servizi che riguardano i cittadini con disabilità intellettiva e disturbo del neurosviluppo affinché questi ultimi siano realmente messi nella condizione di poter partecipare su base di uguaglianza con tutti gli altri», commento Speziale, Presidente Anffas nazionale. 

“Uniti nell'azione per tutelare e raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile per, con e da parte delle persone con disabilità”: questo il tema della Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità (International Day of Persons with Disabilities - IDPD 2023) di quest 'anno.
Anffas Monti Lepini +393516985480
Mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Domenica, 03 Dicembre 2023 08:10

Prossima fermata Lollobrigida

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Quando c’era il Duce i treni arrivavano in orario, ora che c’è Francesco Lollobrigida fanno fermate ad personam.
 
Il primo cognato d’Italia è imbarazzante, è emblema di una destra priva di senso delle istituzioni, che si muove nelle stanze del potere con la grazia di un elefante in una cristalleria. 
 
Se per un momento tralasciamo che siamo nell’Italia del 2023 e il treno era ad alta tecnologia, con carrozze ad apertura automatizzata e non trainate da locomotive a vapore, gli ignari passeggeri del Freccia Rossa avranno creduto di trovarsi in una di quelle scene da film western, in cui i convogli erano presi d’assalto dai cattivi e bloccati in aperta campagna. Solo che nei western quanti fermavano il treno stavano in genere a terra, al più a cavallo e non erano seduti in classe Executive.
 
Lollobrigida si è mosso con piglio sorprendente. Avvezzi come siamo ad avere a che fare con politici solennemente accomodati sugli scranni del Parlamento o impegnati in sonnolente assemblee dai tempi indefiniti, l’agire risoluto del ministro non può lasciarci indifferenti. Nessuno se ne dispiaccia, ma in mente tornano certe immagini virili, immortalate dall’Istituto Luce, che ritraggono un Capo del Governo che trebbia il grano a torso nudo. Il caso vuole che ci sia un sottile filo rosso, o meglio nero, agricolo a legare le due vicende.
 
Sebbene la confusione sia la cifra caratterizzante l’attività ministeriale del primo cognato d’Italia, non è da escludersi che la fermata fuori programma possa essere stata determinata dal voler appurare, personalmente e in piena flagranza, le ragioni dell’imperdonabile infrazione alle rigorose tabelle di marcia del traffico ferroviario. Si sa l’ineffabile Matteo Salvini, ministro dei trasporti e delle infrastrutture, è facile a distrarsi, ad occuparsi d’altro e Lollobrigida ha pensato bene di andargli in soccorso. 
 
In ballo però potrebbe esserci anche la ristorazione a bordo dei Freccia Rossa che, a giudizio di molti, non rispecchia l’eccellenza gastronomica del Bel Paese. Nell’attesa e per ingannare il tempo il ministro avrà acquistato un paino e si sarà accorto che era di gomma e il prosciutto di plastica, come ben sanno i viaggiatori. Vista la recente legge del Parlamento che vieta il cibo sintetico, tale riscontro empirico avrà fatto scattare l’istintiva reazione del responsabile del dicastero della Sovranità Alimentare. Il “Fermi tutti”, intimato con piglio decisionista, sarà stato male interpretato dal macchinista, il quale andando oltre i desiderata di Lollobrigida ha permesso che scendesse per porre rimedio all’intollerabile affronto al tradizionale buon cibo italico.
 
Qualcuno infine maliziosamente potrebbe ritenere che tale vicenda abbia invece ben più futili motivi. Lollobrigida, probabilmente poco esperto di trasporti pubblici, potrebbe aver pensato che sui Freccia Rossa funziona come sui bus urbani ed è sufficiente schiacciare l’apposito pulsante per le fermate a richiesta.
 
Al di là della facile ironia è bene riflettere sulla singolare vicenda.
 
Il ministro ha giustificato la propria richiesta di fermare il treno e scendere alla prima stazione utile con la motivazione di essere atteso a Caivano per l’inaugurazione di un parco urbano, simbolo della presenza dello Stato e della società civile in quella terra martoriata da criminalità organizzata e degrado, e che non sarebbe stato rispettoso per le persone in attesa arrivare in ritardo o addirittura disertare.
 
Il Freccia Rossa, partito da Torino e diretto a Salerno, aveva accumulato due ore di ritardo per un guasto sulla linea ferroviaria e il ministro ne era a conoscenza quando è salito a bordo, dal momento che risultava dai tabelloni della Stazione Termini ed era stato oggetto dei ripetuti annunci di Trenitalia. Nonostante ciò ha scelto di viaggiare in treno, probabilmente per dimostrare la propria vicinanza alla gente comune. Un gesto popolare o meglio populista che lo ha messo in difficoltà. Ed allora ha pensato di cambiare in corsa, facendo valere posizione e ruolo, i privilegi dell’essere parte della nomenclatura e ha fatto ricorso alla genialata della fermata straordinaria alla stazione di Ciampino. Una volta sceso dal treno con il suo seguito di collaboratori ed assistenti, è tornato a Roma Termini, ha preso l’auto blu ed ha raggiunto l’agognata meta. Proprio per non disattendere ai tanto sbandierati doveri istituzionali invero su quel treno il ministro, sapendone il ritardo, non doveva salire e doveva raggiungere Caivano usando i mezzi a disposizione del dicastero. Nessuno avrebbe menato scandalo o si sarebbe azzardato a contestarne l’utilizzo. 
 
Come era prevedibile sono scoppiate le polemiche.
 
È irrilevante che la fermata straordinaria del Freccia Rossa a Ciampino poteva essere usufruita da tutti, come da annuncio diffuso sul treno, non abbia causato disservizi o costi aggiuntivi, come neppure rischi o ulteriori ritardi o che Trenitalia realizzerebbe fermate straordinarie al ricorrere di eventi particolari come le emergenze sanitarie, di ordine pubblico, di coincidenza / riprotezione dei clienti derivanti da gestione di anormalità o di circolazione perturbata. In ragione del proprio ruolo avrebbe dovuto astenersi e basta, anche per rispetto ai milioni di lavoratori e studenti, che ogni giorno ne passano di tutti i colori sui treni regionali e non possono nemmeno lamentarsi.
 
Il vero problema è che la classe politica oggi al governo non si sente amministratrice pro tempore ma padrona dell’Italia, tanto da credersi in diritto di bloccare i treni. Peraltro se si dovesse adottare il principio per cui è possibile fermare un treno come se fosse un taxi da parte di ministri, politici e amministratori o anche di comuni cittadini che hanno un appuntamento, importante e non rinviabile, e rischiano di arrivare in ritardo per guasti e disservizi, il sistema ferroviario si trasformerebbe in un caos. Senza infine considerare che la fermata straordinaria ed a richiesta di Francesco Lollobrigida odora, anzi puzza, terribilmente di privilegio.

 

Determinazione, impegno e passione. Questi gli ingredienti che hanno premiato Chiara Caiola "Chiaretta" che lo scorso 25 novembre presso il Palabandinelli di Velletri  ha superato gli esemi di primo Dan ottenendo così la tanto ambita cintura nera federale. Soddisfazione e orgoglio per il Team Grassucci che segue Chiaretta dall'età di 6 anni.  “Dietro ogni impresa di successo c’è qualcuno che ha preso una decisione coraggiosa”, queste le parole della sua maestra di karate Nilde Grassucci del Team Grassucci della società sportiva karate Grassucci - Setia Sport. Complimenti e ad majora a chiaretta anche dalla nostra redazione.

 

 

 

 

A parte l’aggettivo “coltivata”, da sempre appartenuto alle coltivazioni agricole, sarebbe più opportuno ed onesto chiamarla “carne sintetica” perché prodotta in laboratorio dai bioreattori. La verità è che si tratta di una tecnologia ancora agli albori, e al momento non è chiaro se sarà mai conveniente sul piano della sostenibilità economica ed ambientale.

Tra i molti traguardi portati a casa dall’attuale governo Meloni c’è il divieto di produrre e distribuire carne coltivata nel nostro Paese e l'uso di nomi come “bistecca” o "salame" per indicare alimenti a base vegetale, ma soprattutto, vieta di produrre, consumare e mettere in commercio alimenti prodotti in laboratorio da cellule animali. E’ una legge fortemente voluta da Coldiretti, che attraverso una raccolta firme a livello nazionale ha ricevuto il sostegno dei cittadini consumatori e di gran parte dei Comuni e Regioni italiane.

Coldiretti è impegnata nell’interesse del Paese a sostenere la candidatura della cucina italiana a patrimonio dell’Unesco ed il Made in Italy dal campo alla tavola conta ben 4 milioni di lavoratori in 740mila aziende agricole, 70mila industrie alimentari, oltre 330mila realtà della ristorazione e 230mila punti vendita al dettaglio. Una rete diffusa lungo tutto il territorio che quotidianamente rifornisce i consumatori italiani, ai quali i prodotti alimentari non sono mai mancati nonostante la pandemia e la guerra.

Non è un caso che le esportazioni alimentari Made in Italy nel 2023 hanno fatto registrare un record storico dell’8%, secondo l’analisi della Coldiretti sui dati Istat sul commercio estero relativi ai primi otto mesi dell’anno che indicano un ulteriore balzo sul primato di sempre di 60,7 miliardi fatto registrare nel 2022. Tra i principali Paesi, ad essere cresciute di più nel 2023 sono le esportazioni alimentari verso la Francia, con un balzo del 14% davanti alla Germania (+11%) e alla Gran Bretagna (+11%) anche se arretra leggermente per la prima volta negli Stati Uniti (-3%).

E’ un record tutto italiano trainato da un’agricoltura che è la più green d’Europa con la leadership Ue nel biologico. Conta 80mila operatori ed il maggior numero di specialità Dop/Igp/Stg riconosciute (325), 526 vini Dop/Igp e 5547 prodotti alimentari tradizionali. I mercati di Campagna Amica di Coldiretti sono la più ampia rete dei mercati di vendita diretta degli agricoltori.

L’agricoltura è una grande pilastro e una forte componente dell’economia italiana che non possiamo permetterci di perdere e la candidatura Unesco della cucina italiana è un riconoscimento dell’immenso valore storico e culturale del patrimonio enogastronomico nazionale che è diffuso su tutto il territorio e dalla cui valorizzazione dipendono molte delle opportunità di sviluppo economico e occupazionale del Paese.

A differenza delle emissioni industriali, ”il metano prodotto dagli allevamenti è riassorbito in tempi rapidi dalle piante e rientra nel ciclo vitale", scrivono in una nota Coldiretti e Filiera Italia, proseguendo: "Dopo circa dieci anni, il metano atmosferico (Ch4) è scomposto in acqua (H2o) e anidride carbonica (Co2): quest’ultima molecola verrà riassorbita proprio dalle piante, le stesse che diventeranno nutrimento per i bovini, per riattivare il ciclo". In questo consisterebbe la principale differenza con le emissioni derivanti dall’attività industriale, che "si accumulano in atmosfera e vi permangono anche per 1000 anni". Viene poi citata la nuova misurazione del Global Warming Potential, che sottolinea la breve durata della permanenza del metano in atmosfera.

Dall’altra parte i potenti della terra come Mark Zuckerberg, Richard Branson e Kimbal Musk (fratello di Elon) stanno investendo enormi capitali per impadronirsi dell’agroalimentare mondiale. La loro millantata “tutela della salute umana e del patrimonio agroalimentare” ha ben poco a che fare con la coltivazione in laboratorio di bistecche, hamburger, cotolette e polli, ma i rischi di veder arrivare in tempi rapidi sulle tavole mondiali prodotti di questo tipo in tempi rapidi e soprattutto a costi competitivi sono pressoché inesistenti.

Come molte tecnologie innovative, che la carne sintetica si possa rivelare non solo economicamente sostenibile, ma anche realmente meno inquinante degli allevamenti tradizionali, al momento è ancora tutto da dimostrare.

Nonostante gli investimenti miliardari, gli esempi concreti in campo commerciale sono ancora pochissimi: le piccole start-up statunitensi, producono modeste quantità di carne coltivata a prezzi proibitivi per i consumatori, lavorano  in perdita, pur di ritagliarsi visibilità sul mercato.

Quindi, calcolare quanto si possa inquinare per produrre carne sintetica la scienza che appoggia i potenti della Terra ha ancora difficoltà ad esprimersi, perché ovviamente è solo passando all’economia di scala che si può valutare il reale impatto di una nuova tecnologia.

In alcuni ristoranti statunitensi ed israeliani dove è possibile consumare questa carne sintetica, i costi sono altissimi e oltretutto, come ho avuto modo di appurare personalmente, fanno firmare una liberatoria circa i rischi sulla salute immediati e futuri.

Quel che è certo è che anche la carne coltivata produce, e produrrà necessariamente anche in futuro, emissioni: infatti i bioreattori in cui vengono coltivati i tessuti cellulari, così come gli ingredienti utilizzati e tutti i macchinari coinvolti nel processo produttivo, producono sostanze inquinanti e richiedono energia per essere alimentati e in buona parte del pianeta, questa energia la produciamo ancora oggi bruciando combustibili fossili, e quindi emettendo CO2.

Inoltre, trasformare l’intero genere umano in una specie vegana non è necessariamente la risposta migliore né la più semplice perché alimentare a vegetali 8 miliardi di persone che tra non molto diventeranno 10 miliardi presenta le sue difficoltà.

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