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All'indomani del congresso del Pd di Sezze, che ha eletto la nuova segretaria Francesca Barbati ed il nuovo presidente di circolo nella persona di Luigi De Angelis, ecco arrivare una nota congiunta dei nuovi dirigenti. Il Pd vuole aprire una stagione diversa rispetto al passato, e per farlo ha scelto l'unità del partito. Si spera che ci sia piena autonomia nelle scelte politiche e che il partito non rappresenti, al contrario, una strumento nelle mani di qualcuno.

 

Riportiamo la nota firmata da Barbati e De Angelis.

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Il partito democratico di Sezze ha scelto l'unità. La gravissima sconfitta elettorale ci ha messo di fronte alla necessità di avviare un processo di profondo rinnovamento, di uscire dall'autoreferenzialita', di ristabilire la connessione sentimentale con il nostro popolo e di tornare a fare politica in mezzo ai cittadini, ascoltandone le domande e costruendo un percorso e un progetto amministrativo innovativo, adeguato al mutato tessuto sociale e ispirato ai valori della sinistra democratica e progressista.
Sezze ha bisogno di un PD aperto e pluralista, in cui la diversità delle idee e delle posizioni rappresenti una ricchezza e una risorsa all'interno di una visione unitaria e di un progetto politico condiviso e da condividere con i cittadini. Serve il contributo di ognuno.
Abbiamo ascoltato e compreso il messaggio dei cittadini e ne faremo tesoro per tornare ad essere il riferimento e il perno politico nell'amministrazione della nostra città. Ripartiremo dall'attenzione agli ultimi, alle periferie fisiche ed esistenziali, da chi vive il disagio e la difficoltà di trovare lavoro, da chi sperimenta quotidianamente la fatica di industriarsi per creare lavoro, dai giovani, dagli anziani, dalla necessità di governare il fenomeno migratorio e di garantire sicurezza.
Non è più tempo di contrapposizioni. Solo insieme potremo cambiare la nostra città

 

Ecco il nuovo direttivo del PD

Giorgi, Di Raimo, Uscimenti, La Penna, Amici, Siddera, Campoli ,Sorano, Rizzo P., Zeppieri, Salvatori, Panfilio, Valleriani, Proia, Marchionne, Pecorilli V., Perna, Pecorilli S., Rizzo I., Ricci, Carletti, Gschwändler, Eramo, De Renzi, Cherchi, Vertecchi, Loffarelli e Fiorini.

 

 

 

Giunto alla diciassettesima edizione, il concorso “L'Olio delle Colline”  si è tenuto a Formia, sabato 12 marzo 22, presso il Centro di preparazione olimpica del Coni. Nell'ambito di questo stesso concorso si è svolto la sesta edizone  del Premio “L'oliva itrana”.

 

 

Premio Speciale “L’Olio delle Colline” 2022

 Quattrociocchi Americo Bio di  Terracina   

 

 

“CATEGORIA AZIENDA

Fruttato “INTENSO”

1° Classificato: Quattrociocchi Americo Bio di  Terracina

2° Classificato:   Az. Agr. Cosmo Di Russo  Gaeta 

Gran Menzione:

Az. Agr. Masseria Raino Bio Itri, Carroccia Bio Campodimele, Az. Agr. Maselli Giorgio Maenza, Az. Agr. Palombelli Riccardo Cori.

 

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Fruttato “MEDIO”

 

1° Classificato: Az. Agr. Alfredo Cetrone Sonnino

2° Classificato:   Mater Olea Srl Agricola Prossedi 

Gran Menzione:

Tenuta Paola Boffi Sermoneta, Genesio Mancini Srl Itri, Mancini Jhon Itri, Agresti 1902 Soc. Agr. SS Sonnino

 

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Fruttato “LEGGERO”

 

1° Classificato: Az. Agr. Marco Carpineti Cori

2° Classificato:   Cantina Sant’Andrea Terracina 

Gran Menzione:

Pietrapinta Agrijuvenia Scaarl Cori, Az. Agr. Meschino Roberto Itri, Impresa Agricola Diamante Verde Sermoneta.

 

 

“CATEGORIA PRODUTTORE”

Fruttato “INTENSO”

1° Classificato: Altobelli Bernina Sonnino

2° Classificato:  Peppe Antonio Fondi 

Gran Menzione:

Di Girolamo Massimiliano Sonnino, Miele Giovanni Gaeta, Guglietta Rita Lenola, Risi Caterina Sonnino.

 

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Fruttato “MEDIO”

 

1° Classificato: Agresti Maria Grazia Itri

2° Classificato:   Mandarello Daniele Itri 

Gran Menzione:

Bronco Erasmo Gaeta, Spirito Giovanni Lenola, Gianni Marco Sonnino, Lidano Pierina Sonnino, La Casetta Srl Sonnino, Agricola Guglietta Srls Lenola.

 

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Fruttato “LEGGERO”

 

1° Classificato: Cappelletti Clementina Norma

2° Classificato:   Pelliccia Teresa Itri 

Gran Menzione:

De Filippis Vittorio Fondi, Bernabai Bruno Sonnino, Ialongo Renato Itri, Cimaroli Vincenzo Sonnino, Vivaio Valerio Giovanni Formia, Ferro Concetta Gaeta.

 

 

PREMIO “DOP COLLINE PONTINE

 

1° Classificato: Az. Agr. Alfredo Cetrone Sonnino

2° Classificato:  Az. Agr. Cosmo Di Russo  Gaeta

Gran Menzione:

Oscar Soc. Coop. Agricola Rocca Massima, Orsini Paola Bio Priverno, Casino Re di Coletta Filomena Sonnino.

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PREMIO “BIOLOGICO

 

1° Classificato: Masseria Raino Bio Itri

Gran Menzione: Az. Agr. Carroccia Bio Campodimele

 

Il premio “Olio  Biologico” è assegnato al prodotto che avrà ottenuto il punteggio più alto tra gli oli biologici; questa importante categoria è dedicata a quelle aziende, che producono un olio extravergine secondo la disciplina prevista dal  Regolamento  CE 2092/91, che mira a mantenere e valorizzare la biodiversità e l'attività biologica del suolo, con lo specifico obiet­tivo di ridurre le forme di inquinamento.

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Menzione Speciale “GIOVANE OLIVICOLTORE”

1° Classificato: Carroccia Chiara Arianna - Az. Agr. Carroccia Bio Campodimele

E’ prevista l’assegnazione al primo classificato del premio “Giovane Olivicoltore” (titolare rappresentante dell’Azienda con età fino a 40 anni ed iscritto alla Camera di Commercio), che avrà ottenuto il punteggio più alto tra gli oli delle aziende partecipanti.

 

Menzione Speciale “VERDE IN ROSA”

1° Classificato: Boffi Paola – Az. Tenuta Paola Boffi Sermoneta

Premio “Verde in Rosa” alla Azienda produttrice condotta al femminile.

 

Menzione Speciale “OLIVICOLTORE VETERANO”

1° Classificato: Ialongo Renato Itri

Sarà assegnato il riconoscimento  “Olivicoltore Veterano” al produttore partecipante con l’olio extra vergine di oliva di qualità che esercita l’attività di olivicoltore da più anni.

 

Giuria di assaggio Panel:

Scatolini Giulio – Capo Panel

Centauri Luigi   – Capo Panel

Assistenti: Cipriani Alessandro e Pareschi Giorgia (Alternanza scuola-lavoro Istit.Agrario Latina)

Assaggiatori iscritti nell’Elenco Nazionale:

Antetomaso Pietro, D’Ambrosio Francesco,  De Santis Igina, Ficaccio Marina, Manciocchi Catullo, Le Donne Francesco, Marrone Tiziana, Parisella Rocco, Pasciuto Damiano, Pietrosanti Marisa, Simonetti Antonella, Spatolisano Isabella, Zaottini Vittorio.

 

 

GLI OLI IN GARA ERANO 347

VI Concorso “L’Oliva Itrana”

Premio Oliva da mensa “GAETA DOP”

1° Classificato: Oscar Soc. Coop. Agricola  Rocca Massima

2° Classificato:  Cioeta Olive da Tavola  Rocca Massima

Gran Menzione: Az. Agr. Alfredo Cetrone Sonnino, Oleificio Simeone Formia, Terre del Brigante Itri, Az. Agr. Cosmo di Russo Gaeta.

 

Premio Oliva da mensa “ITRANA BIANCA”

1° Classificato: Impresa Agricola Leoni Enzo Sonnino

2° Classificato:  Az. Agr. Cosmo di Russo Gaeta

Gran Menzione: Terre del Brigante Itri, Az. Agr. Alfredo Cetrone Sonnino, Genesio Mancini Srl Itri, Pelliccia Teresa Itri.

Componenti della Giuria:

Scatolini Giulio (coordinatore), Bono Alberto, Cerrito Andrea, De Santis Igina, Ficaccio Marina, Loria William, Mandarello Daniele, Pietrosanti Marisa, Simonetti Antonella, Tomao Giuseppe.

Assistenti: Cipriani Alessandro e Pareschi Giorgia (Alternanza scuola-lavoro Istituto Agrario Latina).

 

 

Menzione Speciale “MIGLIORE CONFEZIONE ED ETICHETTA”

 

1° Classificato: Az. Agr. Albaterra di Cavaterra Lorenzo Sonnino

2° Classificato:  Az. Agr. Cosmo Di Russo  Gaeta

Gran Menzione: Soc. Agr. La Valle dell’Usignolo Sermoneta

 

Componenti della Giuria:

Giornalisti: Campagna Roberto (coordinatore), Briguglio Tiziana;

Ispettori ICQRF MIPAAF: Alimenti Michelangelo e Saragoza Michele;

Agronomo: Bono Alberto;

Grafici pubblicitari: Caputo Gianni e D’Achille Fabio;

Consulente giurista sicurezza alimentare: Stocola Michele.   

 

Riconoscimenti: PAESAGGI DELL’EXTRAVERGINE DEI LEPINI, AUSONI E AURUNCI

Tre commissioni, costituite da tecnici agronomi ed esperti del settore olivicolo, hanno individuato nove aziende, tre per ogni comprensorio, le quali, producendo olio di qualità secondo corrette tecniche agronomiche ed ambientali, mantengono l’efficienza delle sistemazioni idrauliche agrarie, dei terrazzamenti,

          LEPINI:

Marco Carpineti Bio Cori

Giuseppe Palombo (La Valle Dell’Usignolo Bio) Sermoneta

Costantini Michele Sezze

           AUSONI:

    Rossetti Sergio Sonnino

   Vicaro Valter Terracina

  Peppe Marianna Fondi

         AURUNCI:

    Lucci Genoveffa Santi Cosma E Damiano

 Fusco Minelio  Itri

                                       Pecorini Flora Formia

 

Componenti della giuria:

LEPINI: Battisti Mario Pio, Benecchi Ilaria, Perci Antonio, Pietrosanti Marisa, Simonetti Antonella.

AUSONI: Antetomaso Pietro, Bono Alberto, Fasolo Gerardo, Iacoacci Tommaso, La Rosa Gianfranco, Migliori Ernesto, Mirabella Fabio, Parisella Rocco, Pasciuto Damiano, Spatolisano Isabella.

AURUNCI: Buonamano Celestino, Cerrito Andrea, Forcina Pasquale, Mandarello Daniele, Minolfi Maria.

 

 

ORGANIZZATORI

 

Organizzato dal Capol (Centro assaggiatori produzioni olivicole Latina) con il contributo dell'Arsial, il concorso sono patrocinato  dalla Regione Lazio, Provincia di Latina, Camera di Commercio di Frosinone-Latina,  Consorzi di tutela olio delle Colline Pontine dop e oliva Gaeta dop, XIII Comunità Montana dei Lepini-Ausoni, Compagnia dei Lepini, Istituto alberghiero “A  Celletti” di Formia, Consorzio industriale del Lazio, Slow Ford di Latina, Slow Ford Comunità per il turismo sostenibile dei Monti Lepini e Lilt (Lega italiana della lotta contro i tumori)-sezione di Latina.

 

OBIETTIVI DEL CONCORSO “L'OLIO DELLE COLLINE”

 

Scopo del Concorso è promuovere e valorizzare l’olio extra vergine di oliva e diffondere la cultura dell’assaggio professionale.  Oltre a premiare i migliori oli della provincia di Latina, si propone di valorizzare tutti gli extravergini di oliva prodotti nel territorio dei monti Lepini, Ausoni e Aurunci; stimolare gli olivicoltori e frantoiani al miglioramento della qualità; contribuire alla diffusione e valorizzazione a livello provinciale della professionalità degli assaggiatori d'olio d’oliva;  favorire il consumo consapevole dell’olio extravergine di oliva ed evidenziare la funzione dell’olivicoltura nella tutela e nella conservazione dell’ambiente rurale delle colline pontine.  Per meglio selezionare gli oli in gara, sono state organizzate nei mesi scorsi preselezioni presso le aree interessate dallo stesso Concorso (Lepini, Ausoni, Aurunci).

 

IL CONCORSO “L'OLIVA ITRANA”

 

Due le categorie del Concorso: “Oliva di Gaeta Dop” e “Oliva itrana bianca”. È rivolto a olivicoltori, trasformatori e confezionatori, singoli o associati,  iscritti alla Camera di Commercio di Latina - Settore agricolo. Per  poter partecipare alla categoria “Oliva di Gaeta Dop”, il produttore deve essere iscritto all’Organismo di controllo nella categoria trasformatori/condizionatori.

 

 

IL CONVEGNO

 

Anche quest'anno si è tenuto il convegno sull'olivicoltura pontina. Ad aprire i lavori è stato, come al solito, Luigi Centauri. Quattro le relazioni del convegno: “ L’olio di oliva protagonista del mercato dopo la pandemia” di Carlo Hausmann, Direttore generale Agro Camera; “Olio e salute” di Eugenio Lendaro dell'Università “La Sapienza” di Roma-Polo Pontino e di Alessandro Rossi,  medico consulente del Capol; “Innovazione dì processo e qualità degli oli extravergini di oliva” di Maurizio Servili dell'Università degli Studi di Perugia – Dipartimento di Scienze agrarie, alimentari e ambientali;  “Frangiture e frangenti: pericoli ed opportunità per l'olio di qualità dopo il Covid 19” di Giulio Scatolini,  Capo Panel “L’Olio delle Colline”.

                                                                               

 

La Comunità  di Sant' Egidio di Sezze,  insieme  a tutte le associazioni  della Parrocchia di Santa Maria, si unisce all' Appello di Papa Francesco, al dolore da lui espresso per la guerra in Ucraina  e alla richiesta di una risposta che allontani da tutti noi l' orrore di quel deserto di morte, distruzione e miseria. La guerra che sempre ed ovunque colpisce come una follia le persone più  fragili tra i civili: donne,  anziani  e bambini, destabilizzando la convivenza e violando il diritto internazionale. “Fermatevi per favore!”. Sono in sintesi le parole  rivolte ai leader, nei diversi appelli di Papa Francesco, per una risoluzione diplomatica del conflitto. Purtroppo anche nel nuovo secolo abbiamo  conosciuto tante guerre, basti ricordare la Siria, l' Afghanistan, tanti paesi dell' Africa. Forse ci sentivamo però  protetti dall' equilibrio occidentale, creato dopo la seconda guerra mondiale e credevamo di aver appreso la lezione della storia. Invece ci troviamo davanti ad un conflitto alle nostre porte, nel cuore dell’Europa, e questo ci sconvolge ancora di più. Recitiamo a memoria l’ art. 11 della Costituzione: “ L’ Italia ripudia la guerra…”

Ma in un mondo globalizzato nessuno si salva da solo, gli equilibri geopolitici ed economici, che guidano il potere delle nazioni, sono sospesi ad un filo di relazioni internazionali, come se il mondo fosse una scacchiera. Purtroppo la guerra non è un gioco d'azzardo in cui si perdono soltanto denaro e potere. VITE  che appartengono alla stessa FAMIGLIA UMANA  sono spezzate per il virus del male e avanza il deserto. Questo è il mondo che vogliamo? E nel deserto  cosa ci resta? La forza debole della preghiera diventa la nostra forza universale.

Condividiamo questo appello, come un impegno comune e un invito alla speranza. L' incontro di mercoledì 16 marzo alle ore 19  prevede un momento di preghiera e di riflessione in Cattedrale: “ Vi lascio la Pace, vi do la mia Pace…Non come la dà  il mondo…”. Gv 14, 27-31. Poi davanti al belvedere di Santa Maria un gesto simbolico, insieme  ai ragazzi della Scuola della Pace. Si può aderire anche firmando  l'Appello per la Pace in Ucraina sul sito della Comunità  di Sant'Egidio. Sullo stesso sito si possono trovare tutte le iniziative  di solidarietà  e di accoglienza. Saremo grati a tutti per la condivisione.

 

Firma qui l'appello:

 

https://www.santegidio.org/pageID/30284/langID/it/itemID/46781/Andrea-Riccardi-Comunit%C3%A0-di-Sant-Egidio-Un-appello-per-il-cessate-il-fuoco-e-perch%C3%A8-Kiev-sia-proclamata-citt%C3%A0-aperta.html

 

 

 

 

 

Ci si accontenta... quando invece sarebbe urgente cercare l'innovazione e nuove aperture anche per la sanità setina. L'ex amministratore di Sezze Vittorio Accapezzato pensa alla casa della salute che potrebbe essere trasformata in casa delle comunità, con tutti i vantaggi che ne potrebbero derivare. "A Sezze ci accontentiamo che funzionerà la radiologia anziché cercare l'innovazione come trasformare la casa della salute in casa della comunità. La casa della comunità al suo interno -afferma Accapezzato - ha spazi per gli ambulatori dei medici di famiglia, ambulatori specialistici e servizi di diagnostica strumentale; i servizi infermieristici con le attività di assistenza domiciliare; i servizi sociali; spazi per attività di promozione e prevenzione; appositi luoghi di accoglienza e relazione, di partecipazione sociale, ambiti di sostegno alle fragilità, sedi del volontariato; Nella Casa della comunità i cittadini possono, attraverso un lavoro professionale coordinato tra sociale e sanitario - aggiunge - consultare un medico di base e un infermiere durante la giornata; consultare un professionista sanitario che accolga le richieste del cittadino e lo accompagni verso i servizi occupandosi di attivare percorsi sanitari adeguati;  approfondire gli aspetti sociali dei problemi sanitari attraverso il confronto con altre figure come l’assistente sociale; risolvere adeguatamente la maggior parte dei problemi di salute in un unico luogo; gestire le malattie croniche attraverso percorsi assistenziali condivisi e supervisionati". Il prof in pensione, insomma, non ha dubbi: "Le case della comunità saranno le nuove strutture sociali e sanitarie di prossimità che saranno finanziate su scala nazionale con i fondi del Pnrr". La Regione Lazio pare che abbia già predisposto l’elenco delle Case della Salute delle Comunità da attivare in provincia di Latina e per le quali occorreva presentare al Ministero della Salute la richiesta di finanziamento entro il 31 dicembre p.v, un termine forse prorogato. "Si è preferito puntare sulla realizzazione del compostaggio anziché sulla salute del cittadino? Una occasione perduta e forse recuperabile" chiosa Accapezzato.

Nella foto Vittorio Accapezzato

 

 

 

Le scelte politiche e amministrative vanno discusse e condivise con i cittadini, quanti amministrano la città hanno il dovere di ascoltare, di rendere partecipi delle decisioni la comunità intera, senza imposizioni e colpi di mano. Giuramenti solenni, promesse di discontinuità rispetto al passato hanno inondato i social, sono risuonate nelle manifestazioni pubbliche e nei dibattiti che hanno infiammato la campagna elettorale. Presto però gli spiriti si sono placati, le posizioni intransigenti hanno ceduto il passo al grigiore dell’ordinarietà e i vessilli di partecipazione e trasparenza sono stati ammainati, il loro sventolio è durato il tempo breve delle elezioni.
 
Sinceramente stupiscono le reazioni infastidite e le chiusure dell’attuale maggioranza in Consiglio Comunale di fronte a critiche, dubbi e contrarietà manifestate da forze politiche e comuni cittadini avverso la realizzazione di un impianto di compostaggio sul nostro territorio. È noto che il potere è bestia raffinata, è seducente e lusinghiero, ti conquista e ti fa capitolare, si fa ossessione che rende allergici al pensiero critico, insofferenti avverso quanti non si allineano, adombra persino le menti più brillanti, fa dimenticare i principi professati e le promesse fatte in campagna elettorale.
 
In nome dell’opportunità di partecipare al gran banchetto del PNRR, con una buona dose di improvvisazione e in assenza di una seria programmazione amministrativa a medio e lungo termine, si è scelto di rincorrere finanziamenti dell’ultima ora, al solo fine di non perdere l’occasione di accaparrarsi risorse, senza interrogarsi su quale sviluppo ecosostenibile costruire per la nostra città.
 
Una politica seria e una amministrazione responsabile deve interrogarsi su come gestire il ciclo dei rifiuti nel nostro territorio, aguzzare l’ingegno per cercare soluzioni serie ed intelligenti ad un problema che impegna il nostro presente e ancor di più investirà il nostro futuro. Necessitano scelte efficaci, che coniughino responsabilità e lungimiranza e non cedano al richiamo delle sirene di qualunquismo e populismo. Tuttavia è segno di grave miopia politica pensare che le proprie proposte siano le uniche possibili, chiudere ogni spiraglio di confronto e discussione e accusare quanti non si adeguano di non capire, di non avere a cuore gli interessi della collettività. L’investitura popolare da parte della maggioranza dei cittadini legittima ad amministrare, ma si è servitori pro – tempore delle istituzioni e non padroni. 
 
La delibera d’indirizzo politico votata dalla giunta cittadina, con annesso studio di fattibilità per la realizzazione dell’impianto di compostaggio per i rifiuti organici suscita numerosi dubbi sotto il profilo formale delle “competenze”, in quanto adottata dall’organo esecutivo anziché dal Consiglio Comunale e soprattutto lascia perplessi perché esclude totalmente dalla partecipazione i cittadini su una questione di così grande rilevanza. Affermare che si tratta solo di una delibera di indirizzo non vincolante e che, qualora lo studio di fattibilità dovesse ricevere parere favorevole e il progetto fosse finanziato, si aprirebbe la discussione con cittadini, aziende agricole in primis e rappresentanze sociali è un escamotage dialettico neppure tanto efficace, il tentativo di giustificare a posteriori una scelta improvvisata, frutto di una non conoscenza del territorio, adottata in contrastato con il programma elettorale con cui l’attuale amministrazione si è presentata ai cittadini. È pensabile poi che di fronte a un progetto approvato e finanziato, l’amministrazione non darebbe seguito all’opera a causa dell’eventuale opposizione dei cittadini, buttando al vento qualche migliaio di euro speso per redigerlo? La risposta è logica e perfino banale.    
 
Evidente è l’insensatezza di collocare un impianto di compostaggio in un’area con una fortissima presenza di aziende agricole, caratterizzata dalla presenza di falde acquifere, non distante dalla stazione ferroviaria e dal centro abitato, di non tenere minimamente conto della sostenibilità ambientale, dell’impatto sulla qualità della vita dei cittadini e non ultimo della totale assenza del complesso infrastrutturale che deve accompagnare questo tipo di opera, a cominciare dalle strade. Invece di mettere in campo soluzioni virtuose che coniughino tutela dell’ambiente e mobilità sostenibile, si inseguono progettualità incongruenti rispetto almeno al contesto territoriale scelto e in contrasto con il Piano Regolatore Generale e la classificazione di quell’area fatta da Ministero dell'Ambiente, Agenzia del Territorio e della Tutela delle Acque.
 
L’impianto di compostaggio così come pensato rischia così di diventare l’ennesima cattedrale nel deserto, di aggiungersi alle già molte strutture incompiute e ai tanti siti inquinanti che pregiudicano la salute dei cittadini e impediscono lo sviluppo economico industriale del territorio, di non eliminare le mini discariche e di non ridurre la quantità di rifiuti e i relativi costi di gestione. Infatti trattare il ciclo integrato dei rifiuti richiede l’elaborazione di una strategia a livello provinciale e una pianificazione della raccolta differenziata che superi la frammentazione localistica, portandola a raggiungere prioritariamente livelli virtuosi in linea con la normativa vigente e trasformandoli di conseguenza in risorsa per la comunità. È un aspetto questo assolutamente non preso in considerazione dal progetto presentato. Proporre oggi l’impianto di compostaggio è sostanzialmente un rovesciamento metodologico e prima ancora logico a fronte di un livello così basso di differenziazione dei rifiuti. 
 
Su un tema tanto delicato e in grado di ipotecare il futuro della nostra comunità e dell’intero comprensorio occorre evitare scelte schizofreniche, prestare una seria attenzione e avere una capacità d’analisi dei dati oggettivi a partire dalla localizzazione dell’impianto. È fondamentale la disponibilità di quanti rappresentano le istituzioni e sono chiamati a compiere le scelte amministrative a confrontarsi con i partiti e i movimenti politici, le associazioni culturali e di categoria, i professionisti, il mondo del volontariato e i semplici cittadini, senza fare delle diversità di vedute un terreno di scontro ideologico e tra opposte tifoserie, soprattutto scongiurare deleterie prove di forza, prese di posizioni irrevocabili e la testarda chiusura all’ascolto delle ragioni degli altri.
 
Speriamo che alcuni segnali positivi, giunti in questi ultimi giorni dalle fila della maggioranza, di disponibilità al dialogo e al confronto non siano solo frutto di tatticismo.

 

Dopo 3 anni torna la Sagra del Carciofo di Sezze, giunta alla 51esima edizione. Si tratta di uno degli eventi più importanti organizzati dal Comune di Sezze con la collaborazione delle associazioni e produttori locali. La 51° Sagra del Carciofo 2022 verrà realizzata in due spazi  e tempi diversi: il 10 aprile  “Aspettando la 51° Sagra del Carciofo 2022”, nel perimetro stazione ferroviaria-Corso della Repubblica, località Sezze Scalo e il 24 aprile  il grande evento “51° Sagra del Carciofo 2022”, nel perimetro del centro storico. Saranno ospitate esclusivamente iniziative di promozione e vendita che valorizzino la produzione agro-alimentare ed ortofrutticola, l'artigianato, l'arte e la cultura locali e del comprensorio pontino-lepino.

 

Le manifestazioni di interesse potranno essere presentate, entro e non oltre il 20 Marzo 2022, dalle seguenti categorie di operatori, presso gli uffici del Comune di Sezze o inviando la richiesta dal sito del Comune di Sezze:


1 Associazioni regolarmente costituite (con codice fiscale)
2 Associazioni/Comitati spontanei che possono dimostrare di aver svolto attività di somministrazione in occasione di eventi socio culturali locali negli ultimi 3 anni.
3 Produttori Locali
4 Artigiani e hobbisti
5 Commercianti locali
6 Esercenti pubblici locali
7 Altri soggetti preposti alla promozione turistica del territorio.

 

 

 

 

Mentre i cittadini di Sezze sono in apprensione per lo studio di fattibilità approvato per la realizzazione di un impianto di compostaggio che si vorrebbe realizzare a Sezze Scalo, i residenti di Ceriara di Sezze e Priverno sui social lanciano un altro rischio per il territorio, sempre in tema di rifiuti. L’ex cava a Valle Denga, nel territorio di Priverno, confinante con Ceriara di Sezze, infatti, rientrerebbe in quei siti individuati per la realizzazione di una discarica di rifiuti. In merito però non ci sarebbero conferme ma già molti cittadini di Ceriara si stanno mobilitando per prevenire questa scelta scellerata anche se il consiglio comunale di Priverno si è già espresso con un NO. Se ci fosse un ripensamento tutto il territorio sarebbe compromesso e la pianura di Sezze Scalo e la sua comunità si ritroverebbe schiacciata tra un impianto di compostaggio e una discarica. Un territorio a vocazione agricola sarebbe definitivamente trasformato in deposito di immondizia e impianti di lavorazione della stessa. Sarebbe peggio di un incubo.

 

   

 

 

In occasione dell’8 marzo, giornata in cui si ricordano le lotte delle donne per il raggiungimento della parità dei diritti, il CIF ha promosso un incontro, presso la parrocchia di Santa Lucia, da un titolo dalle infinite declinazioni possibili: “Custodire l’Umano”. La presidente del CIF ha ceduto la parola per l’apertura dell’incontro a Laura, una donna Ucraina che da anni vive nel nostro paese, la sua emozione ha travolto tutti i presenti, l’appello per l'aiuto alla sua popolazione ha mozzato il fiato e bagnato lo sguardo di tutti. Ci ha portato diritti nell’aggressione che l’Ucraina sta patendo, a quel bisogno e a quella disperazione che non può lasciare indifferenti. Questa guerra è folle e disumana, sta distruggendo un popolo e lo sta rendendo profugo. A lei e a tutte le donne Ucraine è andato il nostro pensiero, a tutte le donne che lottano quotidianamente per non sentire calpestati i propri diritti e le propria dignità. Dignità è il termine che caratterizza le donne nei momenti di maggiore difficoltà, il nostro paese ha storie di donne forti che hanno superato drammi e periodi di grandi crisi. La donna setina è forte, decisa, che non teme mai il confronto, c’è una forza nelle donne ucraine in cui le donne setine facilmente si rispecchiano.

La seconda guerra mondiale e i suoi vissuti sono ancora un segno nel nostro paese e la follia della guerra è ancora scritta sui muri, le donne sono logiche e concrete e non potrebbero mai giustificare una guerra, MAI. Come si può conservare l’umano in un contesto come quello ucraino oggi? Era inevitabile che ci si soffermasse su quelle immagini che da giorni vediamo scorrere sin tv donne, madri, mogli in fuga nel tentativo di salvare i propri figli. Gli interventi che sono seguiti sembravano legati da un unico filo, si sono sfiorati e tenuti per mano. Si è parlato del custodire e coltivare, quello che nell’universo ci è stato donato, due termini semplici puliti, comprensibili, non so quanto consapevolmente, ma fortemente contemporanei e contestuali rispetto a ciò che si sta discutendo in questi giorni nel nostro paese, come conservare il nostro patrimonio naturale. Siamo in transito su questo mondo e dovrebbe essere nostro compito lasciarlo il più possibile sano, conservarlo e coltivarne le risorse senza deturparlo. Per poter custodire e conservare bisogna educare, educare alla pace, alla consapevolezza ed al rispetto dell’altro e dei contesti. Bisogna educare a non utilizzare l’aggressività come strumento di distruzione, educare a non abusare mai dei ruoli e delle funzioni che ricopriamo. Educare al rispetto delle differenze di opinioni e dell’ambiente. Educare alla pace prevede la capacità di accogliere il contraddittorio. La specie umana è tra le più distruttive dell’ecosistema, è la l’unica specie che riesce ad involvere pur avendo un sistema cognitivo in grado di far comprendere quanto la conservazione possa essere una risorsa. La specie che ha raggiunto la raffinatezza del linguaggio resta quella più pericolosa per i suoi simili e per l’ambiente.

Sono andata all’incontro con le donne del CIF per vicinanza ad alcune mie amiche ed ho scoperto una ricchezza ed una puntualità sulla contemporaneità dei temi trattati affascinante. Il CIF è presente sul territorio con consapevolezza e precisione. Ho molto apprezzato gli interventi, non che la mia valutazione valga qualcosa, ma riesco ancora a sorprendermi quando incontro il bello del mio paese nel mio paese, quando mi confronto con le donne, matrone nello spirito, forti nelle idee e sempre esecutive, pragmatiche. Le donne di Sezze sanno accogliere, gestire e guidare, questo ce lo raccontano le figure di spicco in ruoli strategicamente importanti che nel tempo sono riuscite a conquistare le donne setine. Conquistare perché se per un uomo la carriera è un iter fisiologico per le donne è una lotta tra mille ostacoli. Spero che le conosciate che non debba esser io a citarle. Il successo non si misura nel nostro paese con l’ostentazione, non ostentano né le donne, né gli uomini, si fa il proprio ed al meglio, è questo che ci ha reso eccellenze nel passato ed è questo che fa sì che i professionisti, usciti dal paese vengano riconosciuti, apprezzati e stimati tutti, uomini e donne. Ringrazio il CIF per il pomeriggio offerto tra stimoli e riflessioni. Ringrazio i relatori per la cura messa nei loro interventi. Spero che in futuro vi sia un maggior coinvolgimento della popolazione

 

 

Non entro nel merito dei diversi aspetti tecnici-urbanistici-ambientali della mozione contro la realizzazione di un impianto di compostaggio dei rifiuti a Sezze Scalo. Lo hanno fatto egregiamente e con dovizia di particolari i compagni e gli amici Consiglieri della minoranza, e in particolare Sergio Di Raimo e Serafino Di Palma. La mozione, rigettata dalla maggioranza che sostiene la Giunta Lucidi, è apparsa improvvida e priva di fondate ragioni, per cui, a mio parere, avrebbe bisogno di un ulteriore approfondimento e di buon senso. Occorre, preliminarmente, deporre le armi della polemica e dello scontro, spesso inficiate da interessi di parte e da pregiudizi ideologici, che a volte nascondono interessi di parte. Una pausa di riflessione, dunque, perché le mozioni consiliari non servono solo ad impedire che si faccia o non si faccia qualcosa, ma a individuare insieme, al di là delle reciproche appartenenze, la via migliore per la soluzione di un problema che riguarda il futuro della città. L'urto frontale può generare l'irrigidimento delle posizioni e il prevalere di istanze non rispondenti alla volontà degli elettori e all'interesse dei cittadini. Il confronto, invece, è il sale della democrazia. Se non adesso, quando sarà utile e opportuno fare i conti con l'ambiente, con la transizione ecologica, con la salvaguardia e la salute dei cittadini, con la cura e lo sviluppo della nostra agricoltura? La maggioranza consiliare, in estrema sintesi, sostiene la bontà dell'impianto di compostaggio a Sezze Scalo, per ragioni di convenienza economica e di risparmio futuro per la TARI. Le minoranze, invece, ritengono che la costruzione dell'impianto sia innaturale, improduttivo e insostenibile per i riscontri negativi e i danni che esso comporterebbe. Da un lato si fa ricorso al senso di  responsabilità di scelte coraggiose (neve neve ma non alla vigna mea) che comporta lo stare al  governo; dall'altro l'assenza di una visione e conoscenza del territorio e con il solo desiderio di mettere una bandierina su un'opera e di fare cassa. Non c'è dubbio che questa è l'ora delle scelte coraggiose, a volte apparentemente impopolari, ma è altrettanto vero che la difesa del suolo, della salute, la protezione delle vocazioni ambientali e agricole della nostra pianura, costituiscono un privilegio e una ricchezza unica e insostituibile a livello regionale e nazionale. E che non bisogna prendere in giro i giovani e fare bla-bla-bla quando si discute di ambiente. Non ho alcuna intenzione di giudicare e di condannare né una parte né l'altra. Mi limito a fare una proposta. Perché il Comune di Sezze non si fa promotore, come Comune più popoloso, di una Conferenza "istruttoria" di servizi con gli altri Comuni interessati alla questione e cioè Priverno, Pontinia, Sonnino, Sermoneta, Roccagorga, Maenza? Sarebbe l'occasione per discutere e concordare una linea univoca e che si potrebbe fare in 48 ore? Ci si confronterebbe poi, con la Provincia e la Regione Lazio, che sono per legge gli Enti supercomunali preposti alla questione dei rifiuti, al compostaggio, al  loro smaltimento e al trasferimento. Non è un tentativo pilatesco di gettare la palla in mezzo al campo ma il modo più corretto e più concreto per arrivare a una soluzione condivisa. E' infatti evidente che nessun piccolo Comune sarebbe in condizioni e in grado di attivare e rendere economico e conveniente un impianto di tali dimensioni, a causa della notevole quantità di rifiuti occorrente per un buon funzionamento, a meno che non lo si voglia destinare al servizio di altre città e territori. Sarebbe più corretto dire, allora, che si vuole fare cassa! E' altresì auspicabile che l'impianto non abbia un impatto con la popolazioni vicine e circostanti e che non ricada in superfici da sempre destinate alla agricoltura. Si dovrebbe, pertanto, individuare un'area industriale o artigianale, possibilmente ai confini con i Comuni interessati. La Conferenza costituirebbe, così, l'inizio di un nuovo metodo di consultazione e di confronto tra i Comuni Lepini , superando vecchi campanilismi che tanto hanno danneggiato, in passato, le nostre  piccole Municipalità. Provarci, non costa niente! E ripensarci, se appare necessario e utile, è segno di intelligenza politica e di rispetto della democrazia!

 

 

 

 

Si è  svolto nel pomeriggio dell'8 marzo presso una delle sale della Parrocchia di Santa Lucia in via Sedia del Papa l'evento promosso dal CIF di Sezze e coordinato da una delle socie Valentina Zeppieri. L'iniziativa proposta dall'associazione Nazionale dal titolo “Custodire l'Umano” è  stata declinata a Sezze con argomenti vicino al significato e all'importanza del ruolo della donna approfondendo un tema particolarmente sentito come quello del Conflitto in Ucraina. La riflessione di uno dei primi relatori,  Don Giovanni Grossi, parroco della struttura che ha ospitato l’evento, si è focalizzata sul significato del Custodire e del Coltivare. Entrambe i termini sono stati spunti di riflessione sulla necessità dell’impegno a salvaguardare quel patrimonio naturale che il signore ha donato all’uomo. La seconda relatrice l’Arch. Rita Palombi ha voluto riflettere sull’importanza di diffondere l’educazione alla cultura della pace come metodo pedagogico e come esercizio alla costruzione di ponti tra  varie culture dei popoli. L’educazione in rapporto alla figura femminile in ogni ambito del sociale per formare individui rispettosi del prossimo. L’intervento conclusivo e’ stato del Prof. Giancarlo Loffarelli il quale ha sottolineato l’importanza del significato delle parole e come la custodia dell’agire umano nelle relazioni che si praticano, possono trasformare i processi storici in maniera  irreversibile. Il ruolo di  collante a tutto il dibattito lo ha svolto la Presidente del CIF di Sezze, Alessandra Galant,i che ha espresso note di merito sull’importante iniziativa  del CIF nazionale e come il ruolo delle donne sia un elemento centrale per diffondere la cultura della cura e della pace. Presente anche una cittadina Ucraina che ha testimoniato il difficile momento che attraversa il suo paese. La Presidente ha annunciato anche la richiesta fatta all’Amministrazione Comunale per realizzare un Giardino della Memoria nei pressi della Parrocchia di Santa Lucia. Il Sindaco di Sezze, Dott. Lidano Lucidi, con la metafora dell’acqua come vita ha paragonato la forza genitrice della donna ed ha invitato l’Associazione a partecipare alla giornata di riconsegna del lago mole Muti al Comune di Sezze. Presente anche l’Assessora Dolores Fernandez.

 

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