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SEZZE.

Riflettori ancora accesi sulla delibera di Giunta in merito all’impianto di Compostaggio che l'amministrazione comunale setina vorrebbe realizzare a Sezze Scalo, in località via Degli Archi. I consiglieri comunali di opposizione, per scongiurare questo scempio del territorio, hanno firmato e protocollato una mozione per chiedere la revoca della delibera di Giunta. Nella mozione di Sergio Di Raimo, Armando Uscimenti, Serafino Di Palma, Orlando Quattrini, Alessandro Ferrazzoli e Dorin Briciu si legge: “Con deliberazione di Giunta comunale n. 33 del 11 febbraio 2022 veniva approvato lo studio di fattibilità tecnica ed economica denominato “Realizzazione impianto di Compostaggio”. Con la predetta delibera veniva disposto di candidare il progetto all’avviso M2C Linee di intervento B emesso dal Mite. Noi consiglieri comunali di minoranza non siamo assolutamente d’accordo né per il contenuto dell’iniziativa né per i metodi adottati. Riteniamo che sia impensabile dare attuazione alla delibera. Pertanto si chiede al sindaco e alla Giunta di procedere all’immediata revoca della delibera e di comunicare la rinuncia all’istanza di ammissione al finanziamento”.

 

 

“Il Carnevale setino è una nostra tradizione che va portata avanti e preservata. Non potevamo lasciare i nostri bambini senza l’allegria e i colori del Carnevale ed è per questo che abbiamo stabilito che, non potendolo organizzare in piazza e nelle periferie con il consueto format, sarà il Carnevale ad andare dai bambini direttamente a scuola”. Così Michela Capuccilli, vicesindaco e assessore ai Servizi Sociali, Sport, Cultura, Scuola e Associazionismo del Comune di Sezze. Diverse le iniziative in programma per il 1 marzo, giorno in cui si festeggia il Carnevale.

Il programma prevede il coinvolgimento degli asili nido, della Scuola dell’Infanzia e della materna, per la quale adesione lo stesso assessore ha ringraziato le dirigenti scolastiche. “Siamo felici di poter garantire un momento di divertimento ai bambini  - afferma la Capuccilli - che ancora una volta sono i più colpiti dalle privazioni alle quali la pandemia ci ha messo di fronte”.

Inizialmente l’Ente aveva stabilito di concentrare le attività alla giornate del 24 febbraio (giovedì grasso) e a quella dell’1 marzo, ma le tante adesioni hanno spinto a svolgere iniziative anche il 28 febbraio, al fine di consentire a tutti i bambini un sano e gioioso divertimento. A capo dell’animazione ci sarà l’associazione La Macchia che, con mascotte, palloncini, spettacoli di magia e lo spettacolo teatrale dal titolo “Il carnevale da salvare” riservato ai bambini della primaria, coinvolgerà i bambini di tutte le età  direttamente a scuola sfruttando anche gli spazi esterni. Il 25 febbraio alle 17 presso il museo archeologico di Largo B.Buozzi, si terrà un convegno a cui l'assessore Capuccilli tiene moltissimo. Si parlerà di “Ludoteca Orso Rosso. Retrospettive e prospettive a cura dei giovani di ieri e di oggi”, dedicato alle figure di Umberto “Farza” De Angelis e Rosolino Trabona. Al convegno interverranno alcuni ex bambini frequentatori della Ludoteca, verrà ripresentato il Libro “Il carnevale di Sezze origini mitologiche di Peppalacchio” di Rosolino Trabona e Umberto De Angelis e ci sarà una proiezione DVD “Carnevale di Sezze Peppalacchio e Peppa antiche maschere setine”. Lo stesso assessore ha spiegato: “Sarà un momento davvero importante per la città, doveroso nei confronti di due figure che attraverso il gioco e la socializzazione hanno cresciuto intere generazioni di ragazzi e ragazze di Sezze. Sarà un modo per ricordarli e anche per ragionare affinché il loro importante lavoro possa avere un seguito e non essere dimenticato dalle nuove generazioni”.

 

 

"La raccolta e il conseguente smaltimento dell’immondizia, unitamente alla chiusura del ciclo integrato dei rifiuti, è una questione fondante che ogni sistema territoriale dovrebbe affrontare ponendosi l’obiettivo dell’autonomia e della sostenibilità ambientale. La gestione dei rifiuti determina la qualità della vita di una comunità e dovrebbe essere l’aspetto determinante di ogni programma di governo serio e lungimirante, sia in termini ambientali che finanziari: è la base fondante della visione di una città moderna, sostenibile, tecnologica". L'ex consigliere comunale Rinaldo Ceccano si interroga seriamente sulla gestione dei rifiuti, tema al centro di polemica a Sezze dopo la delibera di Giunta Lucidi relativa allo studio di fattibilità di un impianto di Compostaggio a Sezze Scalo. Ceccano parla delle opportunità offerte dal Pnrr, "strategiche e indispensabili per il nostro territorio - afferma -  e che non possono essere inseguite a caso". In merito aggiunge: "Serve un piano organico nel quale alle criticità esistenti siano applicate soluzioni avanzate, definite, finanziabili, facenti parti di una idea complessiva di città. Sarebbe stato eticamente corretto che un piano di sviluppo organico, con una idea di città, con una identità definita, fosse stato redatto prima delle elezioni. Purtroppo non è stato redatto neanche ad elezione avvenuta. Il nuovo corso targato Lucidi  - aggiunge ancora Ceccano - si è perfettamente inserito nella piena continuità amministrativa del passato, mutuandone metodi e modi di governare, anche fisicamente con il  richiudersi  a Palazzo". A quattro mesi dall'insediamento delle nuova amministrazione comunale per Ceccano è ormai chiaro cosa ci aspetta. "Una amministrazione priva di una visione generale, alla rincorsa di opportunità, spesso slegate tra loro, senza alcuna valutazione di costi e benefici, priva di un ordine di priorità e di una idea forte intorno alla quale programmare gli interventi necessari.
Una amministrazione che insegue gli avvisi regionali o europei, o il Pnrr, senza programmare e indirizzare, incapace di partecipare ai tavoli di programmazione, che gestisce in continuità ciò che è stato lasciato in eredità, tipo il contratto di fiume, che “buca” completamente quello che era stato bucato prima, ad esempio gli interventi per la via Francigena e la Latium Experience, azienda misto pubblica privata per la promozione del territorio. La delibera inerente l’impianto di compostaggio - rincara la dose l'ex amministratore setino -  è l’ennesimo atto che evidenzia palesemente i limiti complessivi della proposta politica dell’amministrazione Lucidi zavorrata dall’assenza di una visione complessiva". Eppure la questione rifiuti deve esseere coscienziosamente affrontata. "Si può e si deve parlare di chiudere il ciclo dei rifiuti. Potrebbe essere persino una opportunità di sviluppo del territorio. A patto però - sottolinea Rinaldo Ceccano - di aver esaminato le tecnologie migliori, di aver studiato il piano dei rifiuti regionali e colto le opportunità insite, di aver ragionato senza pregiudizi ideologici e dopo aver verificato i vantaggi che tanti sistemi territoriali hanno colto da progetti di siffatta portata.  E soprattutto ciò deve avvenire con una visione complessiva, una discussione con la città, dopo aver preparato una proposta organica, dopo aver ragionato ove allocare il sito, dopo aver fatto sedimentare nei cittadini la proposta come opportunità.   La delibera, priva di questo necessario contorno, appare purtroppo  solo un modo per continuare a pagare parcelle. Proprio come hanno fatto  “quelli di prima” ".

 

 

La delibera di Giunta Lucidi sullo studio di fattibilità di un impianto di compostaggio a Sezze Scalo continua ad infiammare il dibattito in città. Prende parte alla discussione anche Luigi Gioacchini di Iniziativa Sociale, il quale replica alle precisazioni della maggioranza in merito. 

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Rilasciare una dichiarazione per dire tutto e niente, in linea con la collaudata "ricetta locale" della frittata senza rompere le uova, a Sezze si può. Alcune osservazioni su quanto dichiarato e sottoscritto dalla maggioranza politica del Comune riguardo la scelta dell'impianto di compostaggio sul proprio territorio.


1) "Abbiamo inviato l'istanza ... non si poteva perdere l'opportunità. Ma non è vincolante". Allora, innanzitutto, l'avviso pubblico è del 15 ottobre 2021e la sua scadenza 14 febbraio 2022. In questo lasso di tempo, non potevano (i nuovi sapiens) organizzare incontri pubblici, come hanno fatto per il "Natale setino", al fine di parlarne e raffrontarsi con la Comunità? O temevano di perdere "l'opportunità" se si fossero dapprima confrontati con la cittadinanza ed in Consiglio? In secondo luogo, che significa "ma non è vincolante"? Significa che il Comune di Sezze può ritirare la sua istanza, sempre ed in qualunque momento, senza eventuale "penale"? Che può, eventualmente, se il progetto dovesse rientrare "nei requisiti" per il finanziamento, rifiutarlo? Ma se presentano istanza, e, allo stesso tempo, "tranquillizzano" che non sia vincolante, che senso ha? Che i "nuovi" stiano giocando ad amministrare la cosa pubblica?!Vorremmo capire;


2) " È un indirizzo politico della giunta, in autonomia (..)". Se cosi è, va affrontato a priori dell'istanza inviata e non dopo, a fatto compiuto. Non confondiamo il ruolo della Giunta comunale con quello del Consiglio comunale;


3) " È uno studio di fattibilità ". Certo, è stato necessario, perché è necessario, se si vuole partecipare all' avviso di cui sopra come, infatti, hanno partecipato. Ed è stato pagato ben 8mila euro circa.


Quindi spendono soldi pubblici per una loro scelta unilaterale (alias per un indirizzo politico intrapreso dalla Giunta, in autonomia, che la maggioranza intende seguire) ma non deve essere raffrontato con la Comunità ed in Consiglio, prima, perché tanto "non è vincolante"(?);


4) A coloro che dicono: "ma non vi sarebbe stato bene ugualmente?"

La risposta è: Che cosa? Risolvere il problema dello smaltimento dei rifiuti? Certo che si vuole risolvere! Risolvere significa analizzare tutte le opzioni che oggi si offrono. E non lasciare decidere, unilateralmente, la Giunta - come " indirizzo politico" in autonomia" - senza un previo raffronto con la Comunità né discussa in Consiglio, richiedere uno studio di fattibilità (pagato con soldi pubblici), partecipare all'avviso, e, poi (QUINDI SOLO DOPO) "ne parleremo". E questo sarebbe un concetto di "scelte liberamente condivise", come ripetutamente detto in campagna elettorale!?

 

 

 

La decisione della Giunta Comunale di Sezze di dare avvio, in fretta e furia, alla realizzazione di un impianto di compostaggio, sta suscitando una forte reazione tra la cittadinanza, le forze politiche e gli eletti nel consiglio comunale che sono i legittimi, ma ignorati, titolari dell’argomento. Senza entrare in un ambito discrezionale, esprimendo giudizi e valutazioni soggettive, vorremmo porre l’attenzione su elementi e documenti che possano invece aiutare i cittadini a farsi un’opinione in piena autonomia, ricostruendo in maniera succinta l’iter di un progetto scottante sulla base di atti amministrativi disponibili sul webside comunale. 

  • In data 15 ottobre 2021 il Ministero per la Transizione Ecologica pubblica bandi per la presentazione di proposte volte al miglioramento della raccolta e smaltimento dei rifiuti. Gli interventi devono articolarsi lungo due linee: Linea di intervento A, per miglioramento e meccanizzazione della rete di raccolta differenziata dei rifiuti; e la B per la realizzazione di nuovi impianti di gestione rifiuti ecc.. ecc..
  • Nonostante che l’Amministrazione vanti di avere in giunta esperti o sedicenti tali per intercettare i flussi di finanziamenti si accorge tardi dei suddetti
  • Infatti solo in data 07.02.2022 la Giunta Comunale con deliberazione n. 23 decide di aderire al bando per le linee d'intervento A e linee d'intervento B. Incarica il Settore V “Lavori Pubblici” di procedere alla predisposizione degli atti necessari per avviare l’iter di partecipazione al bando. Il testo della delibera stranamente non è pubblicato. E’ pubblicata invece la successiva delibera n.33. Non si sa perché!
  • In data …… (la data non è indicata negli atti, forse potrebbe il giorno 8) prot. n. 3627/2022, il Settore V ha chiesto all’Ing. Alessandro Angelini di presentare un’offerta economica. Negli atti non si dice perché si sceglie il tale e non talaltro.
  • In data …… (anche qui la data non è indicata negli atti) prot. n. 3693/2022, l’Ing. Alessandro Angelini trasmette il preventivo di spesa per il suo incarico. Con un’espressione popolare diremmo che è stato una frezza.
  • In data 9.2.2022 con determina n. 68 il Settore Servizi di Lavori Pubblici affida all’Ing. Alessandro Angelini l’incarico professionale per la redazione dello studio di fattibilità sia per partecipare agli interventi di cui alla Linea A che a quelli della Linea B, impegnando la somma di € 8.600,63, quale compenso.
  • Negli atti pubblicati non si dice quando avviene la consegna degli elaborati tecnici, ma sicuramente l’incaricato è stato più veloce di una frezza. Tant’è che in meno di 2 giorni consegna gli atti progettuali, che forse aveva già pronti in tasca, costituiti da una quindicina di elaborati. La sola relazione consta di 49 pagine.
  • In data 11.2.2022 la Giunta comunale con delibera n.33 approva il Progetto di fattibilità redatto dall’ing. Alessandro Angelini riferito alla Linea di intervento B. La linea A scompare, senza che nulla si dica. Inoltre mentre il dirigente dei Lavori Pubblici approva ed impegna una spesa per l’importo di € 6.778,56, oltre CNPAIA (4%) ed IVA al (22%), per un totale di € 8.600,63 (relativa evidentemente a due studi di fattibilità), la Giunta dice che la spesa ammonta ad € 4.793,57, oltre IVA (22%) e CNPAIA (4%) (relativa evidentemente ad un solo studio di fattibilità). Nessuno dice niente né dà una motivazione.

Il risultato è che si decide di avviare la realizzazione di un impianto ad alto impatto ambientale a confine con un’importante arteria stradale qual è via degli Archi di San Lidano, di cui conosciamo l’intensità del traffico. Nel giro di due giorni tutto è pronto, senza che nessuno venga interpellato o consultato. Gli stessi consiglieri di maggioranza sembrano recitare la parte delle belle statuine.

Non è un mistero che la competenza su un tale argomento dalla legge è affidata al Consiglio comunale. Lo stesso tecnico incaricato dice che c’è bisogno di una variante al PRG tanto che gli elaborati annoverano la Tav 5 dal titolo “Proposta di variante puntuale al PRG vigente”. La Giunta dunque è informata e dovrebbe sapere che della materia urbanistica se ne occupa il Consiglio. Anche per le opere pubbliche (impianto di compostaggio) e per il Piano dei rifiuti la competenza è del Consiglio comunale. Ma non dice niente, non dà nessuna spiegazione della sua scelta e decide di andare avanti. Poteva anche scegliere di presentare una candidatura per la Linea A e scegliere di migliorare i servizi di raccolta nel territorio. Vai a capire perché! E’ meglio il silenzio.

Purtroppo prima o poi ci si dovrà rendere conto che procedendo in questo modo non si fa altro che danneggiare il patrimonio e la credibilità dell’Ente. La maggioranza prima o poi dovrà rendere e rendersi conto di una scelta improvvida.  Si è chiesto il voto dicendo che “L’ambiente e il territorio devono essere considerati beni primari appartenenti alla comunità” e che “La collaborazione tra cittadini e amministrazione comunale si estrinseca nell'adozione di atti amministrativi di natura non autoritativa ecc. ecc.” e poi, una volta al governo, espropria in un batter d’occhio la cittadinanza di quei beni decidendo nelle segrete stanze su temi tanto delicati quanto impattanti per l’opinione pubblica.

 

Francesco Petrianni

 

Un impianto di compostaggio

 

 

 

Ricorrendo ad una metafora calcistica, è come se al termine di una partita decisiva e piuttosto combattuta per le sorti del campionato l’arbitro fosse sceso in sala stampa a spiegare le decisioni prese, i falli fischiati, i rigori dati e negati, le ammonizioni e le espulsioni inflitte ai giocatori e i gol annullati e convalidati. Abituati agli stringati comunicati di un tempo, la vivace conferenza stampa del Presidente della Corte Costituzionale, Giuliano amato, segna un cambio di passo per quanto riguarda la comunicazione di un organo fondamentale di garanzia nell’assetto democratico del nostro Paese. A ben vedere però non c’è da meravigliarsi. Giuliano Amato, professore, giurista e politico di lungo corso, due volte Primo Ministro, non può che interpretare il proprio ruolo di Presidente della Consulta al modo di chi da oltre cinquant’anni è un protagonista della scena pubblica del nostro Paese. Il suo presentarsi per spiegare ai giornalisti, e per il loro tramite ai cittadini, le ragioni delle decisioni assunte sui quesiti referendari si inserisce in una recente tradizione, un’innovazione positiva, quantomeno in termini di trasparenza e conoscenza dell’attività svolta dai giudici costituzionali, di attenzione a relazionarsi con l’opinione pubblica, di tentativo di colmare il fossato purtroppo assai profondo esistente tra cittadini e istituzioni. Il rischio tuttavia è quello di alimentare un’immagine pubblica fin troppo semplificata della Consulta e soprattutto di esondare dai confini istituzionali, andando oltre con le spiegazioni, sconfinando in valutazioni ultronee e inopportune per la funzione di garanzia svolta e venendo meno alla necessità che i pronunciamenti siano contenuti esclusivamente nelle sentenze. Tanto è vero che il tweet, nel quale venivano riportate le dichiarazioni del Presidente Amato circa la necessità che nel giudizio sui quesiti referendari non ci si fossilizzasse troppo, non si andasse a cercare il pelo nell’uovo, è stato considerato da più parti se non altro inopportuno perché ha ingenerato false aspettative, l’idea che potesse esserci una valutazione dei quesiti proposti non strettamente legata ai limiti rigorosi delle attribuzioni costituzionali della Consulta. È vero che si è trattato di una dichiarazione generica, priva di significato giuridico e sicuramente non anticipatoria del giudizio finale, tanto più che in concreto non ha impedito ai giudici costituzionali di dichiarare inammissibili proprio i referendum più sentiti a livello d’opinione pubblica. Tuttavia ha ingenerato aspettative infondate, ha lasciato sperare in un esito diverso e di conseguenza la delusione degli esponenti dei comitati promotori e dei sostenitori dei referendum è stata forte e per certi versi comprensibile. Il dato fondamentale è che in un sistema democratico quanti ricoprono incarichi istituzionali devono accompagnare al rispetto delle regole formali uno spiccato senso delle istituzioni e non sono pensabili scorciatoie, anche se investono semplicemente il piano della mera opportunità. Questo ovviamente non significa mettere la mordacchia o sacrificare le legittime opinioni, ma far prevalere gli interessi generali e il rispetto delle istituzioni democratiche sulle aspirazioni personali.
 
La Costituzione della Repubblica affida alla Corte Costituzionale il giudizio di legittimità, fissando chiaramente ambiti e limiti nell’esercizio di questo potere e non ci si può spellare le mani quando produce sentenze gradite, rivoluzionarie, come quella sulla depenalizzazione del suicidio assistito e poi tacciare i medesimi giudici di conservatorismo miope, finalizzato al mantenimento dello status quo quando le decisioni hanno carattere e contenuti non graditi.  
 
Al di là delle valutazioni tecnico-giuridiche che hanno portato alla dichiarazione di inammissibilità di tre quesiti referendari, riguardanti materie peraltro assai sentite dall’opinione pubblica come il fine vita e la depenalizzazione delle droghe leggere, il dato che emerge è che siamo passati dai grandi referendum, relativi alle scelte di civiltà, come aborto, divorzio, nucleare, acqua bene comune, a quesiti caratterizzati da un tecnicismo esasperato, poco comprensibili ai cittadini e comunque a questioni come il funzionamento del Csm, la separazione delle carriere, la valutazione dei magistrati, che fanno parte della proposta di riforma della ministra della Giustizia Cartabi presentata in Parlamento. Ad ogni buon conto essendo stata chiusa la possibilità di far esprimere i cittadini su questioni di grande rilevanza, il rischio è che finisca per esasperarsi la distanza tra il palazzo e l’opinione pubblica e soprattutto che resti irrisolto l’annoso problema della collocazione degli istituti di democrazia partecipativa all’interno di una democrazia parlamentare.
 
Sebbene il Parlamento non sia tecnicamente obbligato a rispondere alle domande poste dai cittadini attraverso l’iniziativa referendaria con un intervento normativo adeguato e rispettoso della volontà popolare, a prescindere se i quesiti abbiano o meno superato il vaglio della Consulta, sarebbe terribile non farlo, anzi costituirebbe l’ennesima dimostrazione dell’inadeguatezza e della delegittimazione dell’intera classe politica. Certamente se guardiamo al passato, anche quello relativamente recente, non solo il Parlamento non ha dato prova di raccogliere i segnali profondi provenienti dal Paese, ma addirittura in alcune occasioni ha di fatto depotenziato e inibito gli esiti delle scelte referendarie. Un esempio eclatante è la stagione referendaria del 2011 che portò una straordinaria vittoria sul tema dell’acqua bene comune e sul nucleare che però non ha avuto decisive conseguenze. Infatti il no al nucleare è stato rimesso in discussione proprio in questi giorni da esponenti politici di alcune forze politiche e da autorevoli ministri, mentre la vittoria sull’acqua bene comune è stata contrastata appena un mese dopo con un decreto che si proponeva di far venire meno gli effetti del referendum stesso e dando origine ad una vicenda assai controversa e non ancora conclusa.
 
La decisione della Corte Costituzionale accresce in misura esponenziale la responsabilità del Parlamento, essendo rimasto l’unico luogo di rappresentanza politica del popolo e sarebbe necessario che le Camere dimostrassero di saper dare risposta alle esigenze sociali che si sono manifestate con chiarezza nel corpo vivo della nostra società. Se al contrario continuerà a restare inerte e insensibile o addirittura proseguirà sulla strada della non considerazione della volontà espressa dai cittadini, alla crisi della democrazia diretta si sommerà quella della democrazia rappresentativa, con il rischio che ad entrare in crisi nel nostro Paese sarà la democrazia tout court.

 

 

SEZZE. Seduta consigliare frizzantina quella di ieri. Fino a tarda sera sono proseguiti i lavori in aula per discutere ed approvare diversi punti. Giusta la cittadinanza onoraria a Sami Modiano, sopravvissuto ai campi di concentramento nazisti, doverosa e fondamentale per ricordare la tragedia dell’olocausto alle future generazioni. Dopo l’approvazione all’unanimità la seduta è stata caratterizzata da discussioni accese sulla riapertura del Pat h24. Una discussione animata spesso da parole fuori posto e poco istituzionali e lontane da una dialettica politica a cui altre generazioni sono state abituate; parole grosse che hanno spinto il presidente dell'assise Pietro Del Duca a sospendere la seduta consigliare per diversi minuti. Altro punto di accesa discussione quello relativo alla riqualificazione energetica e allo studio di fattibilità discusso e approvato per cedere la gestione della pubblica illuminazione per 15/20 anni ad una società esterna. Se la maggioranza punta a un risparmio del 60% e ad un abbattimento dei costi di gestione, per l’opposizione l’utile dovrebbe restare al casse del Comune di Sezze e si dovrebbe evitare un contratto di così lunga data. Interventi a parte, il dato politico da sottolineare è stata la spaccatura al momento della votazione dell’opposizione. I consiglieri di Sezze Futura, Alessandro Ferrazzoli e Dorin Briciu, hanno votato a favore del progetto presentato e discusso in aula, dando una sostengo politico e numerico (non necessario) alla maggioranza del sindaco Lidano Lucidi. Non è la prima volta che la lista civica dell’ex consigliere Enzo Polidoro faccia capolino tra i banchi della maggioranza, un sostegno che potrebbe significare qualcosa per il futuro, o forse niente a seconda dei punti di vista. Vedremo. Intanto carta canta e la consiliatura è solo all’inizio e in 5 anni tutto può succedere, tutto è possibile, anche salti della quaglia. 

 

 

Tutti i consiglieri comunali di maggioranza firmano un documento dopo le polemiche relative alla delibera per la realizzazione dell'impianto di compostaggio. Per i consiglieri comunali di Sezze, Luigi Rieti, Pasquale Casalini, Federica Pecorilli, Gianluca Calvano, Daniele Piccinella, Pietro Del Duca, Rosetta Zaccheo, Gianluca Lucidi, Federica Lama e Orlando Santoro si tratta solo di un primo passo, di un indirizzo verso un discorso più ampio. 

Ecco il comunicato congiunto:

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Il clamore mediatico suscitato dalla decisione della giunta comunale di deliberare l’approvazione di uno studio di fattibilità per la realizzazione di un impianto di compostaggio necessita di alcuni chiarimenti da parte della maggioranza consiliare a sostegno del sindaco Lidano Lucidi. Innanzitutto crediamo sia doveroso rassicurare i cittadini circa lo spirito con il quale si è deciso di affrontare questo tema. L’opportunità offerta dal Ministero della Transizione Ecologica di finanziare per intero l’opera ci ha spinto a presentare questa istanza, che non è affatto vincolante. Rispettiamo ed amiamo questo territorio, consapevoli delle sue criticità e non metteremmo in campo alcuna azione che possa arrecare danni alla collettività e soprattutto alle attività agricole che insistono sull’area dello scalo. Però sulla questione della gestione dei rifiuti non possiamo e non vogliamo più mettere la testa sotto la sabbia. Abbiamo una raccolta differenziata con percentuali ridicole, tra le più basse nell’intera provincia e spendiamo un patrimonio sullo smaltimento dell’immondizia. Questo non permette da una parte di avere una città pulita come vorremmo, dall’altra di avere tariffe sui rifiuti che non gravino pesantemente sulle tasche dei nostri concittadini e delle attività commerciali che insistono sul nostro territorio. Non consideriamo affatto il quartiere di Sezze scalo come “sacrificabile”, ma semplicemente non possiamo ignorare che il problema rifiuti continua a danneggiarci e ad impedire la crescita della città. Quello approvato in giunta è un atto di indirizzo, un primo passo verso un discorso più ampio che questa maggioranza intende affrontare nelle sedi competenti, commissioni consiliari e consiglio comunale, come prevedono le leggi della democrazia. Però il problema esiste e stonano gli atteggiamenti degli esponenti delle vecchie maggioranze consiliari che adesso criticano. Loro, Di Raimo in primis, non hanno mai seriamente ragionato del problema rifiuti, sebbene i dati non siano mai mancati nella loro disponibilità di amministratori. La differenziata è salita in maniera esigua per anni e non si è fatto altro che riempirsi la bocca con frasi sulla “tariffa puntuale”, senza aver mai la capacità di spiegare come arrivarci. Solo per lo smaltimento della frazione organica il Comune di Sezze spende 300mila euro l’anno. Una cifra spropositata che noi abbiamo l’obbligo di abbassare. Sosteniamo, in conclusione, lo spirito che ha spinto la giunta, nella sua piena autonomia, a fornire questo indirizzo politico, consapevoli che la questione è seria e non si risolve semplicemente con la richiesta di un finanziamento, ma con un’azione mirata e ragionata che dovrà coinvolgere tutti i componenti dell’amministrazione comunale di Sezze.
I consiglieri comunali
Luigi Rieti
Pasquale Casalini
Federica Pecorilli
Gianluca Calvano
Daniele Piccinella
Pietro Del Duca
Rosetta Zaccheo
Gianluca Lucidi
Federica Lama
Orlando Santoro

 

"È di dominio pubblico la delibera d’indirizzo politico votata dalla giunta dell'amministrazione setina, con lo studio di fattibilità che prevede la localizzare di un impianto di compostaggio in un’area a destinazione d’uso agricolo e a ridosso del centro abitato di Sezze Scalo. I dubbi che in molti si stanno ponendo sono legati sia all’aspetto delle “competenze” sulla scelta esercitata dalla Giunta, anziché dal Consiglio Comunale sia sulla mancata partecipazione da parte della città ad un processo decisionale così importante disattendendo la promessa fatta in campagna elettorale sul coinvolgimento degli abitanti di questo territorio". Rita Palombi di Sezze Bene Comune interviene sulla polemica esplosa all'indomani della delibera di Giunta sullo studio di fattibilità per la realizzazione di un impianto di compostaggio a Sezze Scalo. L'ex consigliera comunale parla di scelta senza una logica. "Se volessimo analizzare il punto sulla visione strategica e di gestione territoriale, si potrebbe aggiungere un contributo, affermando che la scelta di collocare un impianto di compostaggio a ridosso della stazione ferroviaria e di un centro abitato, ingresso della città, non trova una logica di sviluppo sostenibile avendo omesso le conseguenze che graverebbero sulla qualità della vita degli abitanti del vicino centro. Il terreno individuato per la potenziale realizzazione dell’impianto di compostaggio in questione  ricade nell’area dove, in un ottica virtuosa, andrebbe concepito un nodo intermodale di mobilità sostenibile con servizi a supporto di un piano di recupero urbano in cui rientra la valorizzazione del Monumento Naturale del Brivolco con le relative Orme di Dinosauro e il Contratto di Fiume Ufente allargato al Contratto di Costa Provinciale.  Siamo indietro di 20 anni rispetto ai Paesi dove la mobilità dolce è diffusa in maniera capillare garantendo il  giusto equilibrio tra ambiente e sociale. Ad oggi, non è dato sapere quali siano i progetti per sviluppare una mobilità sostenibile e come le scelte fatte in questo periodo plasmeranno la città in futuro, quando sarà obsoleto possedere macchine di proprietà privata". Per SBC, tornando alla gestione del ciclo integrato dei rifiuti, "il primo fondamento giuridico dovrebbe concretizzarsi con l'istituzione dell'EGATO per meglio definire priorità e strategie Provinciali e permettere una pianificazione organica della raccolta differenziata, superando così le frammentate supremazie locali con decine di partecipate comunali che nella realtà contabile sono di fatto fallite. Successivamente - afferma ancora Palombi -  si dovrebbero individuare il perimetro e le aree entro le quali riorganizzare il trattamento dei rifiuti, ottimizzando la differenziata così da trasformare lo scarto in risorsa". "La comunità setina è già abbondantemente provata dalla storia delle precedenti opere incompiute. Non dimentichiamo l’Anfiteatro e il milione e trecentomila euro da restituire alla Regione, il Mega Depuratore senza allaccio della zona Casali, la 156 dei Monti Lepini sulle Sorgenti delle Sardellane e via dicendo...  Ancora una volta si rischia di fare scelte schizofreniche dettate dall’esigenza imperante “d’intercettare” il finanziamento di turno con il conseguente stravolgimento delle condizioni di vita dei cittadini. Un paese senza una visione di sviluppo del proprio territorio, con interventi spot, senza programmazione e regole certe sull’uso del suolo, rischia di continuare un percorso a ribasso senza poter sperare in un futuro migliore". 

 

 

 

 

Un racconto tra realtà storica e finzione letteraria.  Con il romanzo “La signora M” (Edizioni Croce di Roma), Maurizio Valtieri, scrittore di Nettuno, ripercorre alcuni momenti della vicenda esistenziale dello scrittore e drammaturgo Ercole Luigi Morselli (1882-1921), attraverso i ricordi della moglie Bianca, come recita il sottotitolo del libro. “Raccontare - scrive nella postfazione Walter Zidarič   - la difficile vita di Morselli attraverso il filtro dei ricordi, dei deliri, delle sofferenze ma anche delle aspirazioni, dei sogni e delle gioie di colei che fu tutto per lui, un tutto indissociabile e cioè compagna, moglie, sorella, madre, musa ma anche infermiera, segretaria, agente artistica, non è un’agevole impresa”. Ma Valtieri ci è riuscito benissimo. Bianca Bertucci, vedova Morselli, nel 1925 si trova nel convento di San Giovanni Rotondo, dove ha deciso di ritirarsi insieme alla figlia Giuliana, dopo la morte del marito. Qui rievoca la sua vita insieme a Ercole Luigi, concentrandosi in special modo sugli anni 1905 e 1906, periodo in cui si sono conosciuti, innamorati e, infine, sposati. Lei promettente pianista romana, allieva del maestro Sgambati a Santa Cecilia, condividerà le sorti alterne del suo amato con ostinata abnegazione. Lui giovane intellettuale pesarese, elegante, avventuroso e pronto a conquistare il mondo, si avvicinerà più volte al successo e altrettante precipiterà nel fallimento artistico. Solo nel 1919, quando il suo Glauco trionfa al Teatro Argentina di Roma, verrà celebrato come nuovo astro nascente della drammaturgia italiana.  Non avrà però il tempo di godersi la fama, poiché due anni dopo morirà di tubercolosi. Tuttavia, Bianca gli sopravvive a lungo conservando nella propria anima e nel proprio corpo le stigmate di un amore assoluto che la condurrà alle soglie della follia. “Ed è proprio di questo - precisa Walter Zidarič - che il libro di Maurizio Valtieri parla al lettore, facendolo penetrare con grande abilità narrativa nell’intimità della mente alterata di Bianca attraverso il lungo monologo interiore che ripercorre le varie fasi della sua esistenza nell’ombra di un marito ingombrante e pur sempre presente. Dando la parola a Bianca, permettendole cioè di raccontare la propria vicenda intima dall’interno, dal proprio punto di vista, Maurizio Valtieri - conclude Zidarič - ha saputo delineare in modo originale, convincente e, non da ultimo, rispettoso la traiettoria di un artista che merita senza alcun dubbio di essere riscoperto e rivalutato”. Da ricordare che Walter Zidarič, professore ordinario di Letteratura e Civiltà italiana presso l’Università di Nantes, è tra i maggiori esperti di Ercole Luigi Morselli del quale, tra il 2017 e il 2021, ha raccolto e curato in due volumi tutte le opere. Tornando al romanzo, si procede avanti e indietro nel tempo (il presente 1925 e gli anni ricordati), tra lucidi ricordi e deliri onirici. In esso, oltre ai protagonisti, si muovono personaggi di contorno realmente esistiti e non (da Marinetti a Pertini, da Butch Cassidy a Mussolini, oltre a re, papi e altri).

Maurizio Valtieri è docente presso il Pantheon Institute - Penn State University in Rome. Inizia a scrivere in qualità di autore teatrale. L’opera più significativa rappresentata è Solitudini, Luigi Tenco e Dalida, a Roma presso il Tetro Greco.  Nel 2007 pubblica il suo primo romanzo 120, nel 2013 il romanzo L’albero dei rosari, nel 2017 la raccolta di racconti Confini di pelle e nel 2019 il romanzo La conversione dell’arcobaleno. 

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