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Domenica, 22 Maggio 2022 06:38

Ucraina. Urge una trattativa per la pace

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Il pericolo di un conflitto nucleare non è mai stato così grave ed incombente come in questi ultimi mesi a causa della guerra criminale scatenata dalla Russia contro l’Ucraina. Putin è un despota feroce e senza scrupoli. Avendo dimostrato in Cecenia e in Siria cosa è capace di fare, bisogna prendere sul serio la minaccia che rappresenta, ancor più che la Russia dispone di un enorme arsenale atomico e spingere la comunità internazionale ad un maggiore esercizio di responsabilità, evitando dichiarazioni che possono fomentare le tensioni e attivandosi per porre fine alla guerra e ristabilire la pace attraverso lo strumento insostituibile della trattativa. 
 
Gli stupri e le stragi di civili di cui si è reso responsabile l’esercito russo impongono un intervento immediato, forte e risoluto. A nulla rileva che analoghe atrocità sono state commesse anche in altre guerre, alcune delle quali scatenate dall’Occidente: questa non può essere una giustificazione per tollerare dei crimini contro l’umanità.
 
Ricercare la pace non significa tralasciare che la Russia è l’aggressore. Moralmente e politicamente non possiamo che schierarci dalla parte degli aggrediti e sostenerne le ragioni nella trattativa per ottenere la cessazione dell’invasione e del conflitto armato. Tuttavia la grande ipocrisia dei governi occidentali e in generale del dibattito in corso sulla guerra è che tutti sanno e tutti fanno finta di non sapere che dietro l’aggressione dell’Ucraina c’è in realtà lo scontro in atto tra Russia e Nato. È per questo che al tavolo dei negoziati per la pace Europa e Stati Uniti dovrebbero affiancare l’Ucraina e non lasciarla sola con il suo aggressore: sarebbe il vero atto di solidarietà verso il popolo ucraino e un’assunzione di responsabilità, in grado non solo di porre fine alla guerra, vista la forza negoziale di cui dispone l’Occidente, ma anche di scongiurare il pericolo di un suo allargamento incontrollato.
 
La sede dei negoziati deve essere l’Assemblea Generale e il Consiglio di Sicurezza dell’Onu, sia perché la finalità delle Nazioni Unite è mantenere la pace e conseguire con mezzi pacifici la soluzione delle controversie internazionali, sia perché nel Consiglio di Sicurezza siedono, come membri permanenti e tutti dotati di armi atomiche Russia, Cina, Stati Uniti, Regno Unito e Francia, il cui peso politico e militare è fondamentale e decisivo. Fare dell’Assemblea Generale e del Consiglio di Sicurezza i luoghi della trattativa sarebbe una decisione senza precedenti, di grande valore politico e simbolico, che varrebbe sia a segnalare la gravità del pericolo incombente sull’umanità, sia a rilanciare la funzione dell’Onu e sia ad impegnare tutti gli stati in una riflessione sul futuro del mondo, prendendo finalmente sul serio il principio della pace stabilito dallo Statuto dell’istituzione di cui sono membri. 
 
L’alternativa al negoziato è l’escalation della guerra, con la terrificante prospettiva di un conflitto nucleare, o almeno la sua prosecuzione con gli inevitabili nuovi massacri e devastazioni a scapito dei cittadini inermi e di una crescita e istituzionalizzazione della logica bellicistica amico/nemico, una costruzione propagandistica funzionale ai populismi e ai regimi autoritari che sta contagiando anche le nostre democrazie.
 
Qualora anche l’umanità in questo frangente riuscisse a scampare il pericolo del conflitto atomico, gli esisti della guerra potranno essere o la corsa a sempre maggiori armamenti, in attesa della prossima guerra e con il rischio nucleare sempre presente, oppure un risveglio della ragione con la presa di coscienza finalmente della necessità di un progressivo disarmo, che dovrebbe concludersi con la definitiva messa al bando delle armi di distruzione di massa. La prima soluzione, benché miope, è la più probabile visto l’aumento delle spese militari varato dalle democrazie occidentali e il ricorso ad un linguaggio sempre più violento, che rischiano di minare o almeno di rendere difficili i negoziati con Putin, ben capace di optare per l’allargamento della guerra e far precipitare il mondo in un conflitto generale.
 
La scelta più saggia è quella pacifista, che implica l’impegno dell’intera comunità internazionale a fermare la guerra, ricercando un compromesso che non umili nessuno, rispetti il diritto all’autodeterminazione dei popoli e faccia emergere la necessità di una rifondazione, mediante l’introduzione di idonee garanzie in tema di limitazioni della sovranità degli Stati, del patto di convivenza pacifica stipulato con la creazione dell’ONU. Nessuno nega il legittimo diritto dell’Ucraina a difendersi, così come la solidarietà verso la sua popolazione martoriata, ma limitarsi ad inviare armi e tecnologie belliche non può essere l’unica opzione e questo a prescindere dalla condivisibilità o meno di tale scelta. Al riguardo siamo in presenza di un vero dilemma morale, esistono valide ragioni a sostegno e contro e non hanno senso le accuse e le invettive reciproche dei sostenitori delle due opzioni. 
 
Per costruire una pace duratura serve dare applicazione alle dichiarazioni universali dei diritti dell’uomo e alle convenzioni internazionali. Non possiamo continuare a parlare di difesa della democrazia, dei principi d’uguaglianza, di dignità delle persone e di universalismo dei diritti umani minacciati dalle autocrazie, fino a quando restano privilegio di pochi paesi, mentre per il resto del mondo sono solo discorsi retorici e privi di riscontro concreto.
 
La guerra, e prima la pandemia, hanno dimostrato la drammatica inadeguatezza delle istituzioni internazionali, il pericolo rappresentato dal vuoto di garanzie nei confronti dei poteri selvaggi degli Stati sovrani e dei mercati globali e perciò la necessità di un radicale cambio di passo. Occorre introdurre funzioni e istituzioni globali di garanzia e puntare al disarmo di tutti gli Stati, alla messa al bando di tutte le armi da considerarsi beni illeciti e al superamento degli eserciti nazionali, come auspicato più di due secoli fa da Kant.
 
Non si tratta di una utopia, ma dell’unica risposta razionale e realistica al medesimo dilemma affrontato quattro secoli fa da Thomas Hobbes: la generale insicurezza causata dalla libertà selvaggia dei più forti, oppure il patto razionale di sopravvivenza e di convivenza pacifica basato sul divieto della guerra e sulla garanzia della vita.

 

 

Grande successo ieri per il Liceo Classico “Pacifici e De Magistris” di Sezze.  Il Liceo più antico della provincia di Latina si è ripreso la scena rappresentando al centro sociale Calabresi di Sezze la commedia teatrale Le Rane di Aristofane nell’ambito del progetto “Educare con il teatro” con costumi e oggetti di scena di AnnaGrazia Benatti e adattamento e regia di Giancarlo Loffarelli. Soddisfatta e orgogliosa la preside Anna Giorgi, la quale ha ringraziano i tanti alunni che ieri hanno dato vita ad uno spettacolo teatrale di altissimo livello e i docenti che li hanno guidati in questa bellissima esperienza.

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Le rane di Aristofane fu messa in scena per la prima volta ad Atene, in occasione delle feste Lenee del 405 a.C. e risultò vincitrice. Nel 405 a.C. Atene stava attraversando uno dei periodi più difficili della sua storia: la guerra del Peloponneso stava per finire e la polis era sul punto di perdere la propria supremazia sul mondo greco.

 

 

“Il ricordo è l’impronta di vicende ed esperienze del passato, basta un profumo, una musica e si torna indietro nel tempo: è così che è nata “La locanda della felicità” da racconti, raccolti in famiglia o in paese. La consapevolezza di voler conservare la memoria di fatti realmente accaduti. E’ un ritorno e un bisogno di far conoscere persone, eventi e luoghi di una Sezze che è stata protagonista di stralci di vita quotidiana che si svolgeva nella semplicità del tempo fino a subire una grande tragedia.”( l’Autrice Anna Maria Bovieri)

La commedia è ambientata nel famoso locale delle “Colonne di Titi” aperto negli anni 35-40 da Giuseppe Titi, carabiniere a cavallo,  e da Teresa Ceci sua moglie, che pur non essendo di Sezze, erano ben inseriti nel contesto del paese, erano benvoluti da tutti anche per le opere di bene che spesso facevano. All’epoca tanti matrimoni venivano festeggiati alla locanda, dove nonna Teresa metteva a disposizione le preziose porcellane bianche firmate “R. Ginori”, fatte arrivare da Ferrara, paese natale di nonno Giuseppe.

Ogni personaggio dà un senso originale all’insieme della commedia, dove s’intrecciano emozioni profonde, tutti sembrano essere protagonisti di un unico grande racconto e ciò che li accomuna è la semplicità del vivere.

Siamo negli anni del dopoguerra dove ancora vive il ricordo di un conflitto che segnò la vita delle persone di Sezze; il bombardamento del maggio 1944 e il difficile ritorno alla normalità…

Il bisogno di ritrovare le persone amate, l’ospitalità data a una famiglia ebrea e la storia della piccola Anna. Minuti condivisi con le persone care ci rivelano i valori e il senso della vita, dopo aver attraversato momenti dolorosi.

Una commedia da vedere, affinché nulla vada perduto e resti impresso nella memoria di ognuno…un momento di commemorazione per i caduti del 21 maggio 1944 nel bombardamento della Chiesa di Sant’Andrea a Sezze.

Sabato 21 maggio ore 21 e domenica 22 maggio ore 18 presso la struttura del Cineteatro Evado, Associazione Culturale “ La Macchia” a Sezze in via Melogrosso. Costo biglietto 7,00 euro. Prevendita e informazioni ai n.349-7706127 oppure 349-6923350.

 

 

L’amministrazione comunale di Sezze ha deciso, come già accaduto nel periodo prima delle festività natalizie, di aprire un tavolo di confronto con le tante associazioni culturali impegnate nel territorio, con lo scopo dichiarato di organizzare nel migliore dei modi l’edizione 2022 dell’Estate Setina. A parlarne nel dettaglio è l’assessore Michela Capuccilli delegata alla Cultura, allo Sport e all’Associazionismo.  “Il prossimo 27 maggio alle 18:30 ci troveremo all’interno dell’auditorium San Michele Arcangelo per iniziare a ragionare su quello che speriamo possa essere un calendario ricco di eventi e con la maggiore partecipazione possibile, soprattutto dopo il lungo periodo di restrizioni che siamo stati costretti a dover vivere. Come amministrazione comunale – ha spiegato il vicesindaco di Sezze – riteniamo sia fondamentale ragionare con i tanti sodalizi presenti sul territorio setino, autentico motore culturale della città. Inutile, di contro, imporre scelte calate dall’alto, che inevitabilmente scontenterebbero chi invece vuole mettersi a disposizione per realizzare il cartellone degli eventi”. Una linea politica su come dovrà essere la prossima edizione dell’estate setina c’è già, come spiegato dallo stesso assessore Capuccilli: “Mi piacerebbe, e lavoreremo in questo senso, che dalle associazioni arrivino stimoli e proposte che possano coinvolgere ogni zona della città, ogni quartiere. E, ci tengo tanto, che nel cartellone delle iniziative spicchino quelle dedicate ai più piccoli, a quei bambini che più degli altri hanno bisogno di un ritorno alla normalità dopo questo periodo complicato”.

Mercoledì, 18 Maggio 2022 06:12

La crisi della politica e dei partiti a Sezze

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Qualcuno aveva previsto che la sconfitta del PD alle elezioni comunali di Ottobre 2021 avrebbe segnato un colpo finale ad una lunga stagione politica e l'inizio della liquefazione dei partiti. Così è stato! Più passa il tempo e più la città di Sezze scivola verso una deriva di disimpegno e di indifferenza. Bisogna mettere in conto, certamente, i duri contraccolpi provocati dalla pandemia, la tragedia senza fine dell'invasione crudele e sanguinosa della Russia in Ucraina. Ma ciò non basta a giustificare il clima di apatia e di disinteresse che si respira, né si intravvedono spiragli in fondo al tunnel. I cittadini sembrano rassegnati a una mediocre routine amministrativa e a uno scenario sempre più asettico e deludente. Si vive alla giornata, rincorrendo le emergenze e la quotidianità, senza una apparente alternativa a questo stato di cose. La crisi dei partiti coinvolge tutto il panorama politico locale. I partiti e i movimenti politici si sono trasformati in comitati elettorali. La tattica e la strategia politica appartiene a pochi e la mobilitazione è frutto di correnti politiche collegate a personaggi che conducono le danze in nome del decisionismo e del leaderismo, che sono l'altra faccia del populismo. L'avv. Luigi De Angelis ha giustamente sostenuto che la politica è una cosa seria e che non si può ridurre a spot pubblicitari né affidare nelle mani di incompetenti e sprovveduti. Che c'è bisogno di sapere e di fare, di concretezza e di idealità, di impegno a risolvere le questioni e i bisogni dei cittadini ma anche di saper alzare lo sguardo oltre il proprio naso, alla ricerca di un profilo alto e di un rinnovato modello sociale ed economico. La politica ha bisogno di studio e di riflessione per poter interpretare le nuove tematiche del lavoro, della formazione, della transizione ecologica, delle aspettative dei giovani. Invece regna un silenzio assordante che avvolge l'attività dei partiti e comprime ogni forma di vita associata. Le assemblee pubbliche, le riunioni di contrada, a volte accese, costituivano nel recente passato il rito quotidiano della nostra esistenza e del nostro comune sentire. I tempi sono cambiati, è vero. Il dominio incontrastato degli strumenti tecnologici ci ha resi muti e solitari e molto spesso ci accontentiamo di notizie e di informazioni superficiali e senza alcun fondamento. Neanche di fronte al genocidio degli Ucraini c'è stato, a Sezze, un sussulto di rabbia e di protesta e un appello alla mobilitazione, ma solo qualche lodevole testimonianza dei sindacati e di Associazioni antifasciste. Ciò evidenzia il basso livello di sensibilizzazione e di coscienza civile della nostra Comunità. Il PD deve reagire a questo stato di inerzia e di abbandono. La strada è in salita. La democrazia ha bisogno di passione e di partecipazione perchè è l'unica arma per combattere e sconfiggere le oligarchie di ogni specie, le dittature, le ingiustizie e le diseguaglianze. Il noto filosofo Gustavo Zagrebelsky sostiene che i politici di oggi tendono ad essere una casta di meri esecutori di ordini che vengono dall'alto, di fedeli funzionari e di opportunisti che si fanno trascinare dagli eventi piuttosto che determinarli. Che il loro mestiere più in voga è quello di galleggiare, subire e favorire il fascino del trasformismo. Si tratta di un giudizio severo e tranciante che però ci deve mettere in guardia e ci deve vaccinare da pericolosi scivolamenti verso l'opportunisno e il qualunquismo. Qui, a Sezze, bisogna ripartire con coraggio dall'ascolto e dal territorio, non anteponendo mai il proprio tornaconto agli interessi generali. Il nuovo Direttivo ce la dovrà mettere tutta per segnare una svolta. Saranno le nuove generazione infatti,  a riconquistare la fiducia persa e a tradurre in azioni concrete l'esigenza di un futuro migliore.

 

 

“L’approvazione del regolamento sui beni comuni ci ha permesso di individuare le modalità concrete per consentire ai cittadini di farsi parte attiva e non semplice destinatari passivi di decisioni adottate altrove. Il Regolamento sulla gestione dei beni comuni approvato dal consiglio mette al centro dell’attenzione la cittadinanza attiva relativamente ai temi legati ai beni comuni, quali la rigenerazione dei quartieri, la lotta alle discriminazioni, il recupero del patrimonio culturale e paesaggistico di immobili in disuso o abbandonati, la cura per l’ambiente. L’obiettivo, sicuramente ambizioso ma concreto  è quello di dotare il Comune di Sezze di una fonte regolamentare che proponga un modo innovativo di gestione dei beni, facendo uscire il concetto di cura dalla dimensione unicamente domestica e privata, in cui è stata finora relegata, per riconoscerle invece un ruolo come nuovo paradigma culturale, su cui fondare una vera e propria società della cura”. Così Vincenzo Cardarello, assessore all’Urbanistica e al Patrimonio Vincenzo Cardarello relativamente al regolamento approvato nelle scorse settimane. In merito invece all'approvazione degli adeguamenti alle leggi regionali sul fronte della rigenerazione urbana (articoli 4 e 5 della L.R. n. 7 del 18 luglio 2017), l'assessore afferma: “Le nuove disposizioni sono finalizzate ad incentivare la razionalizzazione del patrimonio edilizio esistente, promuovere la riqualificazione di aree urbane degradate e di tessuti edilizi disorganici o incompiuti e riqualificare edifici a destinazione residenziale e non residenziale mediante interventi di demolizione e ricostruzione, adeguamento sismico e efficientamento energetico”. Importante per l'assessore il contributo della commissione “Urbanistica e Ambiente” e gli uffici comunali di Settore. 

 

 

A detta di Antonio Veneziani, poeta e saggista, “Di bugie campano tutti” è un gran bel libro, profondo e leggero, tagliente e smussato, e questi aforismi incidono fino a far uscire sangue e animo. Roberto Campagna, romanziere, giornalista e sociologo, si è assunto un compito ingrato: quello di vedere il mondo con una lente di ingrandimento e con poche parole raccontarcelo, lasciando il lettore perplesso, per un attimo, ma facendolo sempre emozionare e pensare”. Il libro verrà presentato, sabato 21 maggio alle ore 18,00, a Norma, nella sede dell'Associazione culturale  “Domusculta”, e, venerdì 10 giugno alle 17,30, a Segni, nella Biblioteca comunale. Oltre all'autore e allo stesso Veneziani, interverranno Claudio Marrucci, scrittore e poeta, e Antonella Rizzo, poetessa, performer e giornalista. L’aforisma,  dal greco aphorismos, è un genere letterario che annovera grandi autori da Karl Krauss, uno dei massimi scrittori del secolo passato (1874-1936), a Novalis, da Giacomo Leopardi a Guido Ceronetti… solo per citarne qualcuno. È proprio Krauss a scrivere: «Uno che sa scrivere aforismi non dovrebbe disperdersi a fare dei saggi». In particolare, l'aforisma è parente stretto della massima, della sentenza, ed è  vicino al proverbio. Capace di unire forma e contenuto, di cementare generale e parziale, è  dilettevole e piacevole al tempo stesso. Tornando al libro, è la seconda  raccolta di aforismi di  Campagna: la prima ne contava 185, questa 200. E anche in questa seconda raccolta c’è tutto e il contrario di tutto: la saggezza popolare, spesso rischiosamente collimante col “senso comune”, e la distillazione faticosa della sintesi intellettuale, “filosofica”. Scrivere aforismi è impresa ardua perché occorre trovare e inventare ogni volta, nel giro di poche parole, un’affermazione illuminante e rivelatoria. “Roberto Campagna  - scrive Gino Ruozzi, docente di Letteratura italiana all'Università di Bologna - senza inutili fronzoli e logoranti attese va subito al cuore dei problemi, cercando di denudarci delle maschere che così spesso amiamo indossare. I suoi aforismi sono minuscole lapidarie lezioni di vita, tanto più preziose perché contengono esperienze meditate e riscontrate di persona.  Il tutto - conclude Ruozzi -  condito di sagaci sali epigrammatici, divertenti giochi di parole, sorprendenti facezie linguistiche”.  Roberto Campagna, sociologo, giornalista e scrittore, di mestiere fa il comunicatore. Direttore della rivista “Noi/Altri”, scrive per il quotidiano “Latina Oggi” e “Le Monde Diplomatique - Il Manifesto”. Tra i suoi libri: “Alle fontane - Storie di panni di paese” (racconto breve), “E così fu” (racconti), “101 filastrocche in fila per 1”, “A Via Fontana dell’Oro” (fiabe), “Il Palato della Memoria” (romanzo), “Meglio povero che poveraccio” (aforismi) e “Le storie non volano” (romanzo). Suoi racconti compaiono nelle antologie “Buon Anno e Felice Anno Nuovo”, “Sorridi Siamo a Roma” e “Del Sacro e Del Profano”. Infine, è un esperto di enogastronomia: diversi i libri che ha pubblicato su questo argomento.

                                                                                         

 

 

 

Tra i 100 profili che Euroconference e TeamSystem, con il supporto di Forbes Italia, ha selezionato all’interno della lista “100 Best in Class”, scelti per competenza, crescita, Innovazione digitale e Valore economico e businnes, compare lo studio commercialista di un setino. Stiamo parlando dello Studio Parente di Italo Parente con sede a Latina pesso la Torre Pontina. La lista dei migliori 100 è stata pensata per valorizzare le eccellenze italiane nella comunità dei professionisti economici e dei giuristi di impresa. I profili scelti sono stati selezionati da una commissione formata da consulenti del lavoro, responsabili dell’amministrazione del personale, dottori commercialisti e manager con importanti esperienze lavorative. Insomma, tra le 100 eccellenze italiana per l'Innovazione Digitale, figura lo studio Parente, specializzato in pianificazione fiscale strategica, ottimizzazione del carico fiscale, controllo di gestione per garantire la crescita delle marginalità aziendali e consulenza internazionale. Complimenti Italo, ad majora.

 

Nella foto il commercialista Italo Parente

 

 

Sabato, 14 Maggio 2022 19:20

C'è bisogno di politica seria

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L’urbanità è la grande assente nel mondo in cui viviamo. La volgarità è stata completamente sdoganata, il turpiloquio è il nuovo galateo, l’insulto è la forma più diffusa del dialogo. Volgarità nelle assemblee politiche, nelle risse ai talk show televisivi, nei confronti ideologici che diventano ingiurie, non meno rozze ma meno schiette e autentiche di quelle all’osteria”. (Claudio Magris).
 
 
Il dibattito politico, in questi ultimi tempi soprattutto a livello locale, ha imboccato le modalità dell’imbarbarimento spinto, dell’invettiva personale e dell’insofferenza alle critiche.
 
Il dato preoccupante è che non si tratta di episodi isolati, ma di una prassi che ormai sembra aver preso piede, dilaga particolarmente sui social, anche se non solo. Gli insulti, gli sberleffi, l’offesa nei confronti dell’avversario politico o semplicemente di chi esprime un pensiero critico sono continuamente all’ordine del giorno.
 
Nella tanto bistrattata prima repubblica il dibattito politico e il confronto duro delle posizioni, a tutti i livelli, non è mai degenerato nella mancanza di rispetto e nell’insulto e, se la discussione assumeva toni particolarmente vivaci, subito o al più tardi il giorno dopo, ci si scusava con il proprio interlocutore. Invece più passa il tempo e più il linguaggio diventa cattivo, offensivo e la cifra del confronto è scandita dalla pesantezza del lessico cui si fa ricorso, dalle nefandezze di cui si accusano gli altri, tutti espedienti utili a scaldare gli animi delle opposte tifoserie in campo e fidelizzarne il sostegno e non importa se poi sono montagne di falsità, bieche strumentalizzazioni e accuse di perseguire interessi personali totalmente infondate.
 
La netta sensazione è che il vuoto di visione imperante e la pochezza delle idee sono sistematicamente sostituiti dal linguaggio truculento, a scapito del ragionamento e del confronto rivolto a trovare le migliori soluzioni per i problemi che affliggono la nostra comunità.     
 
Tutti conosciamo l’antico adagio per cui si esibiscono pubbliche virtù per meglio praticare vizi privati, cioè mostrarsi saggi e integerrimi davanti agli altri per essere stolti e cattivi nella vita privata. Un tempo specialmente i personaggi pubblici stendevano un velo di ipocrisia sulla propria vita, magari degradata, ammantandola di pubbliche virtù per ricevere lodi e onori, ma oggi il velo è caduto e l’adagio si è rovesciato. Le virtù sono rinviate al privato, quando le si posseggono ovviamente, e i vizi e le aggressioni si ostentano, si praticano apertamente e senza vergogna specie quando servono ad ostentare il livello di potere raggiunto. Sovente si tratta al più di qualche strapuntino, un posto di seconda fila, ma tanto basta per appagare un certo egocentrismo smisurato.   
 
Rischiamo l’assuefazione a tale degenerazione e proprio per questo è imprescindibile un supplemento di riflessione. La convivenza politica democratica richiede sempre una solidarietà minima che non può essere sacrificata sull’altare di qualsiasi egoismo o interesse di bottega. È necessaria una politica seria che combatta il populismo, patrimonio identitario non solo di quei partiti e movimenti che a livello nazionale ne sono orgogliosi propugnatori, ma anche di tanti altri, a chiacchiere fieramente distanti ma che nei fatti ne costituiscono l’espressione peggiore per protervia, qualunquismo e intolleranza, inquinando il clima, i rapporti e la convivenza civile. Le forze politiche serie, il Partito Democratico, l’intero centrosinistra della nostra città sono chiamati ad una prova di responsabilità e di capacità di innovazione culturale e politica senza precedenti, avanzando critiche forti e senza sconti ove necessario, ma accuratamente evitando di farsi trascinare in certe forme sguaiate di confronto soprattutto via social. Con lo sguardo al futuro e ai bisogni della comunità, occorre lo sforzo importante e non più procrastinabile di mettere al centro dell’azione politica il dialogo incessante con i cittadini per ricostruire un tessuto di partecipazione, individuare spazi di impegno personale senza vincoli e condizionamenti, senza egoismi e individualismi per superare lo spaesamento che ha provocato e provoca disaffezione e disorienta.
 
Nell’incertezza che regna sovrana c’è la necessità per quanti amministrano o si vogliono proporre come amministratori della nostra città di rivestirsi d’umiltà e tornare a studiare la politica. Improvvisazione e approssimazione sono dannosi da chiunque provengano e a prescindere dal colore politico di cui ci si ammanta.
 
Studiare la politica vuol dire mettere al centro di ogni progetto amministrativo e di governo la cultura, il rispetto delle istituzioni, la capacità di analisi e di riflessione, la lungimiranza di avanzare progettualità fondate sulla comprensione delle dinamiche sociali ed economiche, ispirandosi a valori definiti ed avendo come obiettivo la trasformazione incessante, vera e non di facciata, della società, il perseguimento insomma del bene comune.
 
Serve dare risposte sagge alle domande giuste, senza cedere ad impulsi più o meno perversi, combattere i piccoli vizi che presto rischiano di ingigantirsi, riattivare l’amore per le virtù pubbliche che ridanno dignità ai cittadini e alle istituzioni che li governano.

 

 

E' stata celebrata oggi l’Assemblea costitutiva di Anffas “Monti Lepini”, l'associazione che ha sede a Sezze e che abbraccia tutte le famiglie e le persone con disabilità intellettiva e disturbi del neurosviluppo del Comprensorio dei Monti Lepini. La nuova associazione entra così a far parte di Anffas Regione Lazio e della rete associativa di Anffas Nazionale l''Associazione di famiglie e persone con disabilità presente ed operante dal 1958 sull’intero territorio nazionale che conta ad oggi 250 enti e oltre 700 strutture all’interno delle quali trovano quotidianamente risposta oltre 30.000 persone con disabilità. "Anffas  - si legge nella nota - oltre a promuovere i diritti umani, civili e sociali opera per difendere la dignità delle persone con disabilità e per garantire alle stesse ed ai loro famigliari la migliore qualità di vita possibile; ha dato vita anche a strutture dove protagoniste sono le stesse famiglie e persone con disabilità che garantiscono attività abilitative/riabilitative, servizi diurni e residenziali, servizi per promuovere le autonomie, la vita indipendente e le attività di socializzazione e gestione del tempo libero nonché per la promozione di strutture per il “durante e dopo di noi”. Il Presidente Antonio Petricca, unitamente a tutto il Consiglio Direttivo della neo-costituita realtà locale, esprimono grande soddisfazione ed apprezzamento per questo primo passo. «Sono molti le situazioni in cui le persone con disabilità, specie intellettive e del neurosviluppo, e le loro famiglie sentono di essere sole ed abbandonate a loro stesse, senza alcun punto di riferimento» affermano da Anffas Monti Lepini. «Proprio per questo motivo abbiamo deciso di costituire una nuova associazione che abbia come obiettivo proprio quello di supportare le persone con disabilità e i loro familiari garantendo attività che, in linea con la mission dell’intera rete associativa, siano atte a promuovere l’inclusione sociale, scolastica e lavorativa, la vita indipendente e la piena partecipazione all’interno della comunità delle persone con disabilità nonché dare informazioni, accoglienza ed orientamento sui diritti.» Il tutto avviando una stretta collaborazione con le diverse associazioni, enti ed istituzioni operanti nel territorio del Comprensorio dei Monti Lepini.

“Anffas Monti Lepini, anche sulla scorta dei risultati conseguiti con il progetto “Liberi di scegliere… dove e con chi vivere” promosso da Anffas Nazionale, quale primo obiettivo si prefigge di aprire a Sezze uno “sportello” che si occuperà della redazione dei Progetti di Vita individuali per garantire una vita indipendente alle persone con disabilità.”

Attraverso l’auspica collaborazione con le Istituzioni locali Anffas Monti Lepini si prefigge di mettere a sistema strutture e servizi di qualità che, nel rispetto del Progetto di Vita Individuale e personalizzato di ognuno, siano in grado di disporre sul territorio di alte professionalità e adeguati sostegni che permettano alle persone con disabilità intellettive e del neurosviluppo di diventare cittadini attivi e realmente inclusi all’interno della comunità in condizioni di pari opportunità con gli altri cittadini.

Anffas Monti Lepini, sebbene costituita principalmente da genitori, familiari, coniugi ed affini, tutori, curatori ed amministratori di sostegno di persone con disabilità intellettiva e con disturbi del neurosviluppo, è un’associazione aperta a TUTTI partendo dall’assunto che fare rete e instaurare relazioni con i territori è l’unico modo per superare i pregiudizi e lo stigma sociale.

«Il nostro percorso è appena iniziato – conclude il Presidente - abbiamo bisogno del supporto di tutti per realizzare i progetti che più ci stanno a cuore e per cercare di dare un futuro più sereno ai nostri figli. Perché è la diversità che ci rende unici, ognuno con la propria storia e le proprie abilità. Perché è questo che arricchisce la società e la nostra comunità: “La diversità è ricchezza”».

Per maggiori informazioni è possibile contattare l’associazione via WhatsApp al numero 3516984580 o inviando una mail all’indirizzo: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

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