Cosa succede dentro il Pd di Sezze? Succede che il partito è in grave difficoltà e tradisce una divisione interna già evidente nell’ultimo congresso che ha eletto la nuova segretaria e il direttivo. La delusione per una linea politica scialba e incerta non arriva però dalla cosiddetta minoranza del partito ma proprio da chi ha sostenuto la mozione della segreteria. L’ultima riunione tenutasi pochi giorni fa, infatti, è stata disertata da un gruppo importante di autorevoli esponenti del direttivo che fa pensare (solo pensare) ad una presa di distanza evidente. Una sorta di sfiducia politica verso la segretaria ed il suo primo sostenitore e mentore Salvatore La Penna? Difficile dirlo ma la delusione è sicuramente tanta, i ripensamenti pure, anche perché in politica tra atteggiamenti diplomatici e posizioni ambigue la differenza c’è ed è palese. Il tirare a campare fino alle prossime scadenze elettorali è strategico solo per chi pensa di autogestire liberamente una storia politica in nome di un simbolo di appartenenza popolare. Non è così. Gli anni delle truppe cammellate son finiti e di danni ne ha fatti già abbastanza. Vedremo se passata anche questa buriana tornerà la bonaccia o se invece ci saranno conseguenze.
Alla scoperta degli extravergini e dei prodotti della Ciociaria. Organizzato dal Capol (Centro assaggiatori produzioni olivicole di Latina) in collaborazione con l'Azienda agricola Antonio Genovesi di Boville Ernica e il patrocinio dell'Acap (Associazione Capi panel riconosciuti) si svolgerà, sabato 10 settembre, a Boville Ernica, in provincia di Frosinone, “Oleario”, la rassegna degli oli del territorio. A chiudere la mattinata dell'evento, sarà l'incontro “Un filo d'olio per la nostra salute” in cui il dottor Alessandro Rossi parlerà delle proprietà degli extravergini. Evento che invece inizierà con la visita al Museo dell'olio e dell'olivo. Seguirà “Assaggiatore per un giorno”, un'iniziativa in cui verranno fatti degustare e conoscere gli oli delle varietà Moraiolo, Istrana, Ascolana tenera, Nocellara, Coratina, Marina e Ciera. In pratica, si tratterà di un confronto fra tutti questi extravergini guidato da Luigi Centauri e Giulio Scatolini, due Capi panel. Alcuni di questi oli poi verranno abbinati ai piatti del tipico pranzo che si terrà nel ristorante “Il frantoio”. Tornando al Museo dell'olio e delle olivo si trova nel frantoio dell'Azienda agricola di Antonio Genovesi. Si tratta di una piccola struttura in cui vine custodito un vecchio frantoio del 1952 e alcuni manufatti della cultura olivicola ed agricola ciociara. Ospita anche una a biblioteca agricola, liberamente consultabile, composti di testi che vanno dai primi anni del 1900 ai nostri giorni. Il frantoio di Genovesi si trova nel centro di Boville Ernica ed è l’unico visitabile dei sei frantoi un tempo attivi all'interno del perimetro delle mura del paese. L’attuale sito è stato costruito nei primi anni cinquanta del secolo scorso da Antonio, nonno del titolare dell’Azienda, con le sue sorelle ed il fratello. Dalle ricerche nell’archivio storico della famiglia ed anche in seguito al restauro dei locali, è emerso che esso è il frutto di un ampliamento di un precedente frantoio a trazione animale, già attivo nei primi decenni del millenovecento, con macina a terra e successivamente elettrificato negli anni trenta. L’attività di molitura è stata portata avanti fino ai primi anni Novanta del secolo scorso da Arcangelo, papà del titolare e quindi sospesa. Oggi la struttura è stata totalmente recuperata attraverso un impegnativo restauro conservativo. La rassegna si concluderà con la visita guidata dall'architetto Paola D'Arpino nel centro storico di Boville Ernica.
Una rete ospedaliera in Provincia di Latina
Scritto da Vincenzo Mattei
Ha ragione il consigliere regionale Enrico Forte ad esprimere profonda soddisfazione per il risultato ottenuto, insieme agli altri rappresentanti pontini, per lo stanziamento delle somme necessarie alla realizzazione del Nuovo Ospedale di Latina e per l'attivazione di un nuovo modello socio-sanitario nel territorio pontino. Nella delibera Regionale si fa riferimento, infatti, alla costruzione di un Ospedale di eccellenza nel capoluogo ma anche di una rete ospedaliera territoriale di prossimità. Gli ospedali di prossimità sono strutture intermedie che si integrano e si completano con gli ospedali. La pandemia ha messo in evidenza come ci sia urgente bisogno di un sistema socio-sanitario integrato, più vicino alla gente, più adatto ad affrontare con piccoli e medi interventi la guarigione e la cura dei malati. L'Ospedale di prossimità offre un servizio per i ricoveri brevi e destinati a pazienti che necessitano di interventi di media intensità clinica e per degenze di breve durata. Sono strutture ospedaliere in grado di ospitare fino a un massimo di 40 posti letto e che consentono una riduzione di accessi impropri alle prestazioni specialistiche e ai ricoveri di lunga durata. L'Ospedale di prossimità deve facilitare la transizione del paziente dall'ospedale al proprio domicilio, consentendo alla famiglia di stare vicino al paziente e farlo sentire a suo agio. Questa Delibera regionale andrà incontro agli Ospedali di Sezze e di Priverno che, in questo modo, potranno riacquistare una funzione strategica e prestigiosa sul territorio, con le funzioni di filtro e di complementarità con quelli di Latina e di Terracina. I due Ospedali di Sezze e Priverno hanno, perciò, urgenza di dotarsi del Pronto Soccorso h24. L'esperienza negativa dei due Ospedali Lepini, negli anni recenti, dovuta al loro ridimensionamento per esigenze di risparmio e di razionalizzazione della spesa, devono indurre tutte le persone di buon senso a una radicale revisione delle scelte compiute nel recente passato. Bisogna essere fortunati a non sentirsi male ed evitare di incappare in dolorose esperienze. Sentirsi male, venire trasportati d'urgenza al Pronto soccorso del Goretti; aspettare per giorni di essere assegnati a un reparto che è sempre strapieno; ascoltare gemiti e urla di pazienti gravi; ritrovarsi accanto a persone ferite, nude, senza alcuna protezione, uomini e donne, gli uni accanto alle altre; consumare il pranzo sopra le lenzuola in assenza dell'armadietto; trovare il bagno sempre occupato, avere speranza (inutilmente) nei bravissimi medici e nelle infermiere che lavorano senza un attimo di riposo. Sentirsi, infine, stremato e costretto a firmare l'uscita senza aver combinato niente: credetemi, è avvilente. Ecco perché questi finanziamenti regionali sono la manna dal cielo e possono servire a restituire dignità e efficienza alle Comunità locali e territoriali. Il D.L. 229/99 istituisce i PAT (Piani attività territoriali) per poter localizzare i servizi ed effettuare l'integrazione socio-sanitaria. Due cardini essenziali per l'attivazione del Distretto socio-sanitario. Non basta costruire Ospedali di eccellenza se non sono collegati con il territorio. La suddivisione del territorio in aree omogenee (Sezze e Priverno), di adeguate dimensioni, sono il presupposto per un'analisi epidemiologica della realtà ambientale, clinica e sociale, e per effettuare puntuali attività di prevenzi0one. Ora più che mai occorre il sostegno e l'intervento attivo della popolazione, dei partiti, delle Amministrazioni comunali ai rappresentanti pontini.
Devianze. L'umanità trasformata in propaganda
Scritto da Luigi De Angelis
I fichi sono un frutto davvero prezioso della nostra tradizione contadina. Allietano la tavola con la loro inconfondibile dolcezza, si trovano con facilità tra agosto -settembre e secondo le annate persino ad ottobre avanzato.
Tra giugno e luglio maturano i cosiddetti fioroni, prodotti da piante bifere ( che fruttificano due volte l’anno) ma la loro quantità negli ultimi tempi è molto limitata. Secondo i nutrizionisti, i fichi sono ricchi di potassio, ferro e calcio, oltre che di vitamine B6,vitamine del gruppo A, B1, B2, PP, C. – Possiedono proprietà lassative, energizzanti ed infiammatorie, fanno bene alla pelle, alle ossa e ai denti, quindi non andate a comprare vitamine di sintesi (salvo casi eccezionali) ma nutritevi di frutta fresca di stagione che è molto più salutare.
A Sezze e nei Lepini, nel giardino di ogni casa, laddove è possibile, è sempre esistita almeno una pianta di fico, le varietà sono davvero molte e costituiscono un inno alla biodiversità del nostro territorio, immutata da secoli perché i fichi hanno una vita che può arrivare agli ottanta anni e oltre. E’ da segnalare però che negli ultimi tempi, il temibile punteruolo del fico, di importazione asiatica, sta facendo stragi di alberi in quasi tutti i Lepini, oltre che nel resto d’Italia. Un po come il punteruolo delle palme.
Le ficora nane, così chiamate per il portamento contenuto della pianta,non certo per i frutti, sono le più precoci tra le varietà a buccia verde a giungere a maturazione. Maturano prima delle ficora S. Giovanni (24 giugno) e di quelle a buccia nera dette di San Pietro (29 giugno).
Le ficora monache si distinguono dalle nane per il portamento più alto della pianta e per la buccia di colore verde chiaro. Sono anche chiamate in gergo bianche oppure lazze, come si dice che fossero le monache di clausura dell’ex convento di Santa Chiara.
Tutte queste varietà sono bifere e danno un secondo raccolto a Settembre, ma in questo mese i frutti si presentano di pezzatura mediamente più piccola, quindi molto adatti alla produzione di fichi secchi, come altre varietà tipiche di fine agosto –settembre, ovvero le Verdesche, le Sauci e le Figoronghia.Queste ultime sono così chiamata per i numerosi frutti grandi quanto un’unghia del pollice della mano.
Sui singoli alberi è possibile innestare e diversificare più varietà di fichi, anche secondo una scala di precocità: una pratica assai usata in passato, soprattutto nel territorio superiore di Suso, quando si disponeva di poco spazio e si desiderava godere per un periodo più lungo di questi dolci e deliziosi frutti.
“Rispetto la decisione della maggioranza, non sono contrario alla procedura di riequilibrio in se, ma conoscendone le conseguenze sono contrario ad attuarla senza aver provato a esperire tutte le procedure ordinarie”. Esordisce così l’ex sindaco di Sezze Sergio Di Raimo in merito alla decisione dell’attuale amministrazione comunale di ricorrere alla procedura di riequilibrio di bilancio. Di Raimo, amministratore navigato e commercialista di professione, intravede nella scelta del sindaco Lucidi un percorso insidioso e pieno di ostacoli con gravi ripercussioni nei servizi alla persona che il Comune di Sezze da decenni continua a sostenere nonostante le difficoltà, sulle tasse comunali e sull’economia della città. “L' abilità starebbe nel risolvere pian piano tutte le criticità - aggiunge il consigliere comunale del Pd - senza ricorrere a procedure straordinarie, se non come ultima spiaggia ,senza pesanti contraccolpi per la cittadinanza, facendo scelte di bilancio coraggiose e assumendosi la responsabilità delle scelte fatte. Tutte le amministrazioni precedenti hanno dovuto combattere con una situazione finanziaria difficile che, per lo più, deriva - ci tiene a sottolineare Di Raimo - dai mancati incassi di tributi comunali. D'altronde è ciò che hanno voluto (forse involontariamente ) i nostri Parlamentari e Ministri nel momento in cui, diversi anni fa, hanno deciso di ridurre, gradualmente, i trasferimenti statali costringendo i comuni a gestire con le entrate derivanti dai tributi locali che sono stati e saranno sempre difficili ad incassare”. Sergio Di Raimo esperto del settore spera che non ci siano intoppi ma sarà inevitabile un taglio a servizi e molto probabilmente all’occupazione, a partire dai lavoratori della SPL Sezze. “Spero vivamente che tutto fili liscio, ma la strada è pericolosa e piena di insidi. Verrà imposta una riduzione significativa delle spese correnti e un aumento significativo delle entrate correnti: inevitabilmente ci saranno aumenti di tasse e tariffe, riduzione di servizi, tariffe da pagare per servizi che fino ad oggi sono stati erogati gratuitamente, e forti contraccolpi si potrebbero avere nei confronti della società partecipata ( SPL SEZZE SPA ), che come il comune non gode di buona salute finanziaria, con il rischio che potrebbe perdere alcuni servizi attualmente gestiti, come la raccolta rifiuti e il trasporto scolastico, se non addirittura ritrovarsi in liquidazione con perdita di posti di lavoro”. A margine dell’intervento l’ex sindaco ribadisce ancora una volta un concetto che a più riprese l’attuale maggioranza ha trasmesso alla città eludendo la verità. “Come detto in altre occasioni – chiarisce Di Raimo - questa situazione di criticità non è la conseguenza di gestioni amministrative scellerate o inadeguate, ma la conseguenza di evasioni e morosità nel pagamento dei tributi locali che dovrebbero rappresentare la maggiore fonte di entrata. Per quanto riguarda, nello specifico, le diverse voci che compongono la massa passiva, mentre alcune sarebbero state inevitabili per chiunque, altre possono essere accostate a un nome e cognome”.
Sono scelte politiche e ogni scelta va rispettata, così come ogni scelta però comporta delle responsabilità a cui non ci si può tirare indietro. Martedì scorso la maggioranza che sostiene il sindaco di Sezze Lidano Lucidi ha deciso di portare in aula e approvare (con 9 voti) la procedura di riequilibrio di bilancio. Per 15 anni questa amministrazione comunale proverà a ripianare un debito stimato in 8 milioni di euro, per buona parte derivanti dal mancato incasso dei tributi locali. Per 15 anni dunque Sezze starà a stecchetto. Cosa significa? Significa che ci sono esercenti commerciali, attività di ogni tipo e molti cittadini che non pagano le tasse da anni e ce ne sono altrettanti che sono invisibili ai registri comunali. Nonostante le azioni messe in atto anche in passato l'evasione è aumentata ed il debito adesso è spaventoso. Per tali ragioni il Comune di Sezze ha deciso di “farsi assistere” dalla sezione regionale della Corte dei conti e dal Ministero dell'interno attraverso il piano di riequilibrio che dovrebbe evitare il dissesto. Più comunemente infatti questa procedura viene definita pre-dissesto, proprio perché si considerano gravissime le condizioni economiche dell’Ente al punto che la coperta già corta è stata del tutto tolta. L’amministrazione comunale ha deciso quindi di tenere in considerazione tutte quelle misure correttive per sanare una situazione di grave criticità economica e finanziaria evitando categoricamente impegni di spesa non prioritari e non urgenti nei capitoli di bilancio. La gestione finanziaria dell’Ente dunque resta sotto l’ala protettrice della Corte dei Conti e del Ministero dell’Interno. Detto diversamente la manovrabilità delle casse comunali sarà strettamente controllata da organi superiori. Saranno sicuramente anni di magra, l’amministrazione comunale non avrà pieni poteri sul piano economico e per fare qualcosa dovrà percorrere altre strade e trovare altre forze da mettere in campo per qualsiasi azione amministrative e/o iniziative di ogni tipo. Ripeto… è una scelta politica che va rispettata sperando però che non sia solo uno specchietto per le allodole…
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Non sarebbe politicamente corretto demonizzare l'avversario politico in campagna elettorale. In un sistema democratico maturo, come il nostro, nato dalla lotta di Resistenza contro il regime fascista, non ci dovrebbe essere più spazio per mitizzare e consacrare la storia fino al punto di renderla epica e leggendaria. La storia la fanno gli uomini con i loro limiti e difetti. Ma ciò non autorizza nessuno, che abbia un pò di saggezza e di onestà mentale, a cancellare i misfatti compiuti durante il Ventennio e non distinguere le parti in conflitto e schierarsi dalla parte degli aggrediti e contro gli aggressori, alla parte del diritto e degli uomini liberi. Sono trascorsi più di Settant'anni dalle stragi compiute dai nazifascisti e la Repubblica italiana affonda le sue radici e i suoi valori nella nostra Costituzione. Non è dunque lecito considerare l'eventuale vittoria della Destra alle prossime elezioni politiche del 25 Settembre come la fine della nostra democrazia ancorata saldamente ai principi e valori europei e occidentali, contro i regimi autocratici e dittatoriali della Russia di Putin e della Cina. Tutto ciò premesso è tuttavia doveroso porsi alcune domande in merito ad alcune questioni essenziali in vista del rinnovo del Parlamento. Costituzione, presidenzialismo, diritti civili sono alla base dello scontro in atto nel nostro paese. E a ragione perché essi costituiscono l'architrave e il fondamento di ogni decisione futura. Tali argomenti sono estremamente attuali in considerazione del fatto che in alcuni Paesi europei (Ungheria, Polonia) sta diffondendosi sempre più una visione parziale e riduttiva, nonché fuorviante e pericolosa, dei valori della democrazia e della libertà che possono contagiare e diffondersi anche da noi. Valori e principi non più concepiti come diritti universali ma parziali, che prefigurano un accentramento dei poteri legislativo, esecutivo e giudiziario nelle mani del capo, mortificando e delegittimando la libertà di espressione e di opinione. Una vera metamorfosi della democrazia. Verrebbero così abolite le regole democratiche in nome di una presunta semplificazione dei lacci e dei laccioli burocratici. Una scorciatoia apparentemente innocua ma che porterebbe il nostro sistema in un vicolo cieco, verso il sovranismo e il populismo. Ogni vero sistema democratico ha assoluto bisogno di pesi e di contrappesi, della necessità di verifiche e di controlli da parte del Parlamento e degli organi giudiziari preposti, affinché il potere politico sia rispondente ai principi su cui è incardinato. Diversamente non possiamo parlare più di democrazia e di libertà. In tale ottica anche il Presidente della Repubblica, garante del sistema, è soggetto alla coerenza di ogni suo Atto nei confronti della Costituzione. Ebbene: la fiamma del MSI campeggia ancora sulle liste della Destra di Giorgia Meloni e richiama smaccatamente il simbolo e il ricordo della lampada accesa sulla tomba di Mussolini che ha perseguitato, fatto arrestare e uccidere migliaia e migliaia di cittadini innocenti e indifesi. La nostra Costituzione, in questi decenni, si è mossa in un sentiero di diritti e di libertà vietando e abolendo ogni forma di odio e di discriminazione razziale, sessuale, culturale e religiosa. Perciò i richiami nostalgici a ogni forma di discriminazione e al Ventennio fascista non dovrebbero più avere cittadinanza nella nostra società. Invece non è così! Mai una parola conclusiva e definitiva sulle stragi compite nella resistenza. Mai un no deciso a Putin. C'è allora di che preoccuparsi, è una ossessione di alcuni? E' questo il dilemma che non ha sciolto la destra di Meloni perché vuole tenersi quella larga fascia di nostalgici da sempre nemici della Costituzione. Le elezioni del 25 Settembre interpellano la coscienza ed il senso di responsabilità di ogni sincero democratico. La riforma in senso presidenzialistico della nostra Costituzione non rappresenta in sé un vulnus purché non rappresenti una versione differenziata e populista della democrazia. In tal caso l'elezione diretta del Capo dello Stato minerebbe alle fondamenta la nostra democrazie e significherebbe la via senza ritorno, in compagnia di Orban e di Putin. Questa è la sfida delle elezioni prossime del 25 Settembre. Se vince la Destra ...questa è la vera posta in gioco.
La posizione collinare di Sezze e la relativa lontananza dalle sorgenti, ha sempre rappresentato un ostacolo per l’approvvigionamento idrico della città, almeno sino al 1866, quando Pio IX , su progetto dell’ingegnere Tito Armellini, fece zampillare l’acqua, per la prima volta, nella fontana di piazza De Magistris grazie al - provvido consiglio del R.P. Gesuita Angelo Secchi così chiaro astronomo, come esperto di fisica – come scrisse in una relazione lo stesso Armellini - perché con aver egli in una sola mattina percorso il terreno, mi seppe indicare un cammino, il quale, poiché io l’ebbi studiato in tutte le sue particolarità, mi parve il più opportuno non solo tra quelli che vi erano, ma anche tra quelli che si poteva desiderare, che vi fossero. Egli propose una recentissima maniera di tubi, che si dicono Petit dal nome dell’inventore [1]
L’acqua giunse per caduta e per ferreos tubos dalla sorgente di Monte S. Angelo, nel Comune di Bassiano, a sette chilometri da Sezze.
La fontana di Pio IX, alleviò notevolmente le condizioni igienico sanitarie della città, alle quali la popolazione aveva da sempre cercato di rimediare in diversi modi.
Primo tra tutti la costruzione, ai piani interrati, di grosse cisterne in muratura per la raccolta delle acque piovane, che vi confluivano dal tetto dell’abitazione, a mezzo di tubi in lamiera zincata. Le pareti e il fondo delle cisterne erano intonacate con malta cementizia impermeabile per evitare dispersioni, e sulla sua sommità, un tubo, con pendenza verso la via pubblica o nella fognatura, manteneva costante il livello massimo dell’acqua, impedendo alle piogge particolarmente abbondanti di tracimare ed invadere il piano terra delle abitazioni.
Le cisterne erano chiuse sulla sommità da una volta, e una piccola apertura, per lo più quadrangolare, permetteva di prelevare l’acqua a mezzo di un secchio legato ad una funicella.
Tale apertura, spesso funzionava da livello, e l’acqua che vi tracimava in caso di piogge persistenti, era convogliata nella vicina fognatura attraverso un canaletto aperto di cemento.
Le cisterne avevano una capacità di 8 – 20 metri cubi e l’acqua si prestava a quasi tutti gli usi domestici, ma non ad essere bevuta.
Così prima che l’acqua della sorgente di Monte Sant’Angelo zampillasse nella Fontana di Pio IX, le nostre nonne scendevano dal paese verso le fonti più vicine, con conconi di rame o con arciole in terracotta, portati abilmente sulla testa su di una morbida coroglia, (straccio arrotolato a forma di corolla).
Le fonti più vicine erano quella dell’Oro in località Fontanelle, le Fontane o il Puzziglio in località Zoccolanti.
Nei primi del Novecento, con l’energia elettrica, comparvero in ogni angolo del paese le fontane, e in ognuna delle sue porte di accesso fu costruito un fontanile per l’abbeveraggio degli animali.
Trascorsero altri decenni e quando i rubinetti entrarono nelle abitazioni, le cisterne esaurirono la loro funzione. Furono in parte demolite ed in parte trasformate con alcuni scalini a ripostigli per l’invecchiamento di vini in bottiglia.
Infatti, la profondità delle cisterne, che in alcuni casi superava i tre metri, faceva sì che all’interno la temperatura si mantenesse piuttosto fresca e costante in ogni periodo dell’anno ed ideale per la conservazione del vino. Un vero ambiente con aria condizionata naturale!
E’ stato grazie a questo uso come cantina, se qualcuno di tali manufatti, sfidando il tempo e le modernità, è giunto sino a noi, a testimoniare non solo un passato di difficoltà nell’approvvigionamento idrico, ma anche quanto l’acqua sia importante per la sopravvivenza dell’umanità e di ogni essere vivente.
Un passato che i cambiamenti climatici, caratterizzati da lunghi periodi di siccità, temperature sempre più elevate e piogge scarse o rovinose, sta tornando nuovamente alla ribalta. Il risparmio idrico, gli invasi per la raccolta delle acque, i laghi artificiali, sono il paradigma di questo terzo millennio. Ogni goccia di acqua è preziosa e costitusce una ricchezza da non dissipare.
[1] CIVILTA’ CATTOLICA ANNO DECIMOSETTIMO VOL. VII – DELLA SESTA SERIE – Paragrafo: SCIENZE NATURALI Edito in Roma MDCCCLXVI. Padre Angelo Secchi, direttore dell’Osservatorio del Collegio Romano, giunse a Sezze nel 1852 nel Collegio Gesuitico e formò nel palazzo De Magistris una piccola specula con bella Meridiana, trovando che Sezze ha di altezza sul livello del Mare 304 metri. Purtroppo di questa meridiana non si ha più nessuna traccia. Padre Secchi fu inoltre il primo a fissare la latitudine e la longitudine del paese, oltre all’altitudine sulla chiesa chiesa di San Pietro (319 metri s.l.m.m.)
La Sinistra Italiana di Sezze per bocca del segretario di sezione Michel Cadario condanna l'atto vandalico nei confronti della panchina arcobaleno della diversità in piazza Ferro di Cavallo.
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Purtroppo il costrutto societario influenza le azioni quotidiane, ciò che siamo è il frutto di anni di indottrinamenti culturali basati su un pensiero unilaterale. Inutile nascondersi, il patriarcato influenza ogni giorno le nostre scelte dalle più banali a quelle più complesse. La società, Sezze, andrebbe preparata per parlare di politiche di genere. Ogni giorno nel nostro paese avvengono violenze, forme di bullismo verso chi si trova in una situazione di minoranza. Il "diverso" spaventa, provoca inquietudine, alcuni vedono il diverso come fenomeno da circo. In realtà la nostra società è fondata su un sistema binario che non prevede uno scorrimento centrale. Si ragiona sempre per compartimenti stagni, bianco o nero, uomo o donna, ci si limita sempre ad essere ciò che ci hanno abituato ad essere. "People are strange when you're a stranger Faces look ugly when you're alone". Esordiva così Jim Morrison in una delle sue più celebri canzoni. Le persone sono strane quando tu sei strano e ti guardano brutto. A Sezze qualche campione ha imbrattato una panchina rainbow che stava lì a simboleggiare i diritti LGBTQI+ , diritti di una comunità che lotta dal lontano 1960 in America per essere ciò che si è e non ciò che bisogna essere in ambito sociale e lavorativo. È stata scelta proprio quella panchina in mezzo a tante panchine, non è una scelta casuale e non è una ragazzata, è la manifestazione evidente di uno stato di frustrazione, di rifiuto, a tal punto da deturpare una panchina che non dà fastidio a nessuno se non a qualche omofobo. Noi sapevamo che la messa in posa di quest'opera avrebbe generato polemiche, Sezze non è pronta e non è stata fatta un'opera di sensibilizzazione adeguata a tal proposito. Sensibilizzazione che andrebbe fatta in primis nei luoghi di formazione, ed in seguito nei centri culturali. La sinistra spesso si ispira ad ideali di uguaglianza, ma uguaglianza a tal proposito non basta e non basta perché lo stesso concetto di uguaglianza si fonda su un'uguaglianza sistemica, tutti uguali a chi? Alla concezione di uomo come ci viene data. Invece è fondamentale riconoscere le diversità in tal caso e cominciare a considerare la possibilità di uguaglianza nei diritti ma diversi nel genere ( io sono ciò che sono e mi sento diverso e voglio fortemente rimarcarlo). Voglio essere riconosciuto come non binario e voglio avere gli stessi diritti e pari opportunità lavorative senza essere discriminato dal punto di vista sociale, sessuale, lavorativo. Esprimiamo dunque sostegno a Derek per l'accaduto, ed invitiamo l'amministrazione a ripristinare la panchina rainbow nel più breve tempo possibile e speriamo che il l'imbrattatore venga punto con una sanzione amministrativa.
La sinistra Italiana di Sezze si dichiara disposta ad incontrare le forze politiche progressiste del paese per trattare queste tematiche.
Il piazzale dell’Anfiteatro e via Piagge Marine a Sezze come un circuito da corsa, un vero autodromo. Sono molte le segnalazioni dei residenti preoccupati per quello che potrebbe succedere. Accade infatti che già dalla prima serata macchine, moto e motorini sfrecciano per la strada comunale e lungo il piazzale dell’Anfiteatro come folli. Oltre ai rumori assordanti delle marmitte quello che preoccupa è il rischio che si corre attraversando o passeggiando in questi luoghi. I residenti si chiedono dove sono finiti i controlli da parte della forze dell’ordine e perché nessuno interviene nonostante le numerose segnalazioni. Eppure in passato vi era una oculata sollecitudine di un gruppo di quartiere a denunciare questi pericoli e altre fenomeni che si verificavano in questa zona. Si spera che queste zone siano urgentemente attenzionate e che ci siano controlli soprattutto in serata, dato questi luoghi sono frequentati da persone che ne approfittano per passeggiare e godersi un poco di fresco.