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Sabato, 04 Giugno 2022 06:39

Un partito di lotta e di governo

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Partito di lotta e di governo: un vecchio slogan attribuito, negli anni settanta a Enrico Berlinguer. Non all'insegna della ambiguità e del tenere il piede in due staffe, né al tentativo di accattivarsi il favore della fazione " governista" del partito e della società. . Berlinguer era un grande uomo e non si prestava a questi giochetti e tatticismi. Ed è proprio in questi termini che ritengo ancora calzante e attuale il suo messaggio, tenendo conto ovviamente delle mutate condizioni sociali ed economiche. Essere forza di lotta e di governo costituisce un modo di essere e di agire di ogni forza politica che vuole cambiare l'ordine esistente delle cose e agire in modo propositivo e riformista in una società in evoluzione. Non bisogna mai assuefarsi al potere se non si vuole rischiare di smarrire la spinta propulsiva al cambiamento. Il potere affascina e corrode. È quanto, in piccolo, è successo qui a Sezze, dove, dopo molti anni di buon governo ci si è appiattiti in una ordinaria amministrazione. Gli elettori hanno dato un segnale chiaro e preciso, di protesta e di discontinuità affinché si potessero trarre gli opportuni insegnamenti. In democrazia chi vince ha l'obbligo di governare e chi perde di fare opposizione: è la regola fondamentale della dialettica democratica. I richiami lusinghieri che potrebbero indurre a  un ammorbidimento e un avvicinamento dell'opposizione alla attuale maggioranza civica non hanno nessun fondamento e non sono all'ordine del giorno. Semmai la questione è un'altra: quale opposizione, perché e come? Bisogna riflettere sulle contraddizioni della società, sui nuovi bisogni ed esigenze, su uno sviluppo sempre più caotico e incerto, determinato dalla pandemia e dalla guerra in Ucraina. La Sinistra, a Sezze, non è stata in grado di capire il mutamento radicale in atto e , negli ultimi anni, si è rassegnata alla ordinaria amministrazione. Non ha saputo mantenere il suo radicamento e la sua vicinanza alla gente. I risultati ottenuti, nel recente passato,  nei servizi sociali e sanitari, nella scuola e nello sport, nell'impegno civile e solidale sono stati  messi nel dimenticatoio. La civiltà nelle campagne (acqua, fogne, luce, scuole, strade…) sono conquiste dimenticate o date per scontate. L'opportunità di farsi la casa, la civiltà nelle campagne abbandonate erano l’obiettivo lungimirante di un tessuto civile e democratico di una città avanzata e progressista. Il riscatto dalla povertà, l'esempio di moralità e di onestà apprezzato da tutti ha costituito l'esempio e il modello per tanti anni. Da qui occorre ripartire con lo sguardo proiettato in avanti, puntando sulle nuove tematiche della formazione, della innovazione tecnologica, della riconversione ecologica, di una assistenza dignitosa ai poveri e ai bisognosi, della cura dell'ambiente. Ciò richiede studio e passione civile, impegno e lungimiranza. Non serve fare l'occhiolino a qualcuno, serve fare squadra, serve un nuovo partito. Bisogna incalzare la maggioranza di governo della città, ribattere colpo su colpo, essere intransigenti e rigorosi ma anche propositivi e costruttivi, affinché i cittadini comprendano che esiste un altro modo di governare rispetto alla mediocrità e alla inadeguatezza presente. Occorre intervenire pubblicamente mettendo in evidenza la loro inadeguatezza e i loro errori. È, del resto, nel loro interesse prendere atto della complessità dei problemi e della necessità fare scelte coraggiose e chiare. È nell'interesse della città non restare isolati in un contesto comprensoriale, provinciale e regionale. Le questioni politiche si risolvono a contatto con la gente e con i cittadini. Bisogna, come partito, riaprire un canale di confronto con il territorio, con le Associazioni, con le categorie sociali. Non dobbiamo rinchiuderci nelle segrete stanze e   isolarci nella ZTL (zona a traffico limitato). 

 

 

"La parata del 2 Giugno, aperta dai sindaci, è la panoramica fedele dell'Italia di oggi. Proprio quei sindaci imposti con una legge perversa che consente, fra l'altro, il controllo totale e sistematico del voto, sono la massima espressione dell'italica democrazia. Legge che ha disatteso perfino l'esito del referendum popolare sulla preferenza unica, teso ad evitare controlli, passato con il 95,57 % dei voti, usando le donne solo per farle diventare inconsapevole strumento di controllo". Esordisce così Luigi Gioacchini del movimento di Iniziativa Sociale di Sezze. Il suo è un sfogo soprattutto derivato dalla considerazione che l'attuale legge non permette una vera rappresentatività dei sessi. " Dalle coalizioni di liste, alla preferenza multipla, tutto è teso, in maniera magistrale, ad esercitare il controllo totale dei cittadini. Ed è un fatto inoppugnabile che, da quando questa legge è stata imposta, le zone del territorio nazionale, cadute nelle mani delle mafie, sono aumentate in misura esponenziale. La Mafia, oggi, è presente, e agisce, in luoghi impensabili fino a qualche anno fa. Se avessero veramente voluta la rappresentatività dei sessi, e non garantire esclusivamente i centri di potere locali o localizzati, dando loro un'arma in più per il controllo - si legge ancora nel comunicato stampa di Gioacchini -  sarebbe bastato prevedere, nella composizione dei consigli comunali, una percentuale che garantisse la presenza di entrambi i sessi che con questa legge nemmeno è garantita. Ma sempre con la preferenza unica. Ma non era certo la rappresentatività che si voleva. E se all'apertura della Parata avrei visto meglio i presidenti delle province, quelli si "squisita" spartizione di questo potere, i sindaci, ne sono certo, faranno di tutto per essere all'altezza della situazione".

 

 

Dopo le prime tre edizioni riservate a poeti dialettali di ogni età e provenienza, quest’anno il Premio letterario “Antonio Campoli” ha rinnovato il suo regolamento e coinvolto esclusivamente i giovani studenti delle scuole superiori setine, grazie alla collaborazione tra l’Associazione "Tibbo Tabbo" e l’I.S.I.S.S. Pacifici e De Magistris di Sezze che si sono avvalsi del patrocinio concesso dal Comune di Sezze e dalla Compagnia dei Lepini.

Rispetto alle passate edizioni - di cui le ultime due organizzate in collaborazione con il Comune di Bassiano che hanno visto la partecipazione di concorrenti da tutte le regioni italiane - il bando della 4ᵃ edizione prevedeva tre diverse sezioni che avevano lo scopo prioritario di stimolare le nuove generazioni allo studio ed alla conoscenza del dialetto. Ciò attraverso l’opera letteraria di Antonio Campoli, autore di numerosi componimenti in vernacolo setino tra cui la poesia Il progresso, scritta nel 1960 e indicata dagli organizzatori per svolgere le seguenti prove:

Sezione A -  Commento  alla poesia

Sezione B - Traduzione della stessa dal dialetto all’italiano;

Sezione C - Componimento in dialetto sullo stesso tema della poesia indicata.

 

Pubblicato il bando a fine gennaio 2022, gli studenti, supportati dalla dirigente scolastica Anna Giorgi e dai rispettivi docenti dell’Istituto superiore di Sezze, hanno risposto in modo soddisfacente, con elaborati iscritti ad ognuna delle tre sezioni. I lavori presentati, sono stati poi sottoposti alla valutazione della giuria composta da: Laura Matilde Campoli, Giancarlo Loffarelli, Franco Abbenda, Sara Carlesimo e Vincenzo Faustinella. Presidente onorario, l’attore Maurizio Maturani in arte “Martufello”. I nomi dei vincitori della 4ᵃ edizione del Premio letterario “Antonio Campoli” si conosceranno nel corso della cerimonia di premiazione che si terrà martedì 7 giugno p.v., alle ore 11,00, presso l’Aula Magna dell’I.S.I.S.S. Pacifici e De Magistris di Sezze, in via dei Cappuccini.

Oltre ai saluti della dirigente scolastica Anna Giorgi, sono previsti gli interventi del sindaco del Comune di Sezze, Lidano Lucidi, del presidente della Compagnia dei Lepini, Quirino Briganti, dello storico delle tradizioni locali, Luigi Zaccheo e dell’artista “Martufello”.

 La manifestazione si svolgerà nel rispetto delle norme attuali sul Covid19 riguardanti i plessi scolastici.

 

 La Presidente                                                                                

Associazione Tibbo Tabbo Sezze                                                 

 Laura Matilde Campoli     

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La Dirigente Scolastica

ISISS Pacifici De Magistris di Sezze

Anna Giorgi                                                                           

       

 

 

 

Grandi appuntamenti per nuove e importanti sfide, quelle sfide dove la componente mentale e spirituale si libera poi nel corpo. Importanti risultati per il Team del Maestro di Karate Carlo Tosto selezionato la scorsa settimana al Team Italia WKA, una competizione sportiva valevole anche per il Campionato mondiale WKA che si terrà a novembre in Irlanda. Impegni nazionali ed internazionali per gli allievi della palestra e scuola di Karate di Sezze Scalo, impegnati per l’estate e poi in autunno. Tre i cadetti setini che rappresenteranno il Team al mondiale: Benedetta Forcina, Enrico Malandruccolo e Manuel Tosto, ragazzi motivati e consapevoli di partecipare a gare sportive di un altissimo livello. Passione, cuore e tanto lavoro, tutti elementi che il Maestro Tosto riesce a trasmettere ai suoi atleti e dai quali riceve altrettanta forza ed entusiasmo per crescere e migliorarsi nelle discipline Gokuhi, Okuden e Karate Du. Complimenti ragazzi e in bocca al lupo!

Il Maestro Tosto con i suoi allievi durante una dimostrazione di Karate

 

 

 

Martedì scorso presso l’aula Consiliare “Di Trapano” si è svolto ufficialmente un incontro istituzionale tra i Dirigenti della Asl di Latina, gli amministratori Locali e Regionali, per parlare del futuro della Sanita setina e dell’intero comprensorio dei Monti Lepini. Il Presidente della commissione Socio-Sanitaria, il Consigliere Luigi Rieti, alla presenza del Sindaco Lucidi, del Presidente del Consiglio Comunale Pietro Del Duca, ha dato inizio alla discussione della seduta, che aveva come tema principale “l’offerta Sanitaria territoriale alla luce del PNRR, la riapertura dei PAT h 24, la realizzazione della RSA Setina”.

Tra gli invitati presenti, la dott.ssa Ida Ciamarra Direttore del Distretto Monti Lepini ed il Consigliere Regionale Salvatore La Penna. Grande assente il Direttore Generale della ASL di Latina. In aula diversi consiglieri di maggioranza, di minoranza ed alcuni assessori dell’attuale Giunta.

Soddisfatto il consigliere Rieti per il "clima disteso e collaborativo" della commissione, dove sono stati ribaditi alcuni concetti fondamentali, ovvero la disponibilità economica data dai fondi del PNRR per modernizzare e rinnovare le apparecchiature di diagnostica-strumentale, la rete della telemedicina, il rafforzamento del servizio di emergenza territoriale.

Sulla riapertura del PAT h24 la dott.ssa Ciamarra ha affermato:" I PAT verranno riaperti h 24, erogheranno servizi assistenziali di base, ma non dovranno più essere considerati luoghi in cui fornire servizi ad alta intensità di cura ossia le urgenze”.  Verranno comunque garantiti i servizi di “emergenza base” supportati sempre dalla rete del 118. Affianco al PAT h24, la creazione dell’Ospedale di Comunità che affiancherà la Casa della Salute, l’apertura della Centrale Operativa Territoriale, la realizzazione della RSA SETINA.

Per Salvatore La Penna "le strutture che nasceranno nel nostro territorio, creeranno un’offerta sanitaria che potrà soddisfare a pieno i bisogni della popolazione setina e dell’intera Comunità Lepina”.  Il Consigliere Di Palma invece ha rimarcato la necessità di avere un pronto soccorso "funzionante" nel nostro territorio, che "rispetto ad altre aree della Provincia di Latina ha subito i maggiori disagi legati ai tagli alla sanità, che hanno portato alla chiusura di ben tre ospedali". Da segnalare infine due problematiche molto importanti, più volte segnalate dal Sindaco e dai Consiglieri di maggioranza Rieti e Del Duca, ovvero la necessità di apertura del III sportello CUP presso la Casa della Salute, "nonché il completamento della stanza radiologica, ancora in attesa di essere ultimata per la mancanza del lettino radiologico". A tale proposito il Direttore di Distretto Monti Lepini ha promesso di risolvere in brevissimo tempo le richieste che andrebbero a migliorare la rete dei servizi sanitari locali.    

 

 

No grazie! Non incamminiamoci presso sentieri ripidi e scoscesi che potrebbero portare ad un’altra opera incompiuta come successo in passato per l’Anfiteatro di Sezze. Non ne abbiamo proprio bisogno. Sperare di ottenere (forse) un finanziamento di 300 mila euro grazie al Bando distrettuale “Percorsi di autonomia per persone con disabilità” per una struttura che va solo rasa al suolo perché completamente pericolante non servirebbe a nulla. Servirebbe solo, appunto, a creare una nuova incompiuta, come la Casa dei Giovani, ad esempio, a due passi dai locali della vecchia USL-ASL dei Cappuccini. Questa struttura, più volte individuata per progetti sociosanitari, e per i quali le passate amministrazioni hanno pagato progettisti, è purtroppo poco più di un rudere: questa occasione di ottenere, forse, un finanziamento distrettuale, è come avere liquidità per ripulire due stanze dentro un pollaio. Avventurarsi poi in richieste di finanziamenti ben più importanti (oltre 2 milioni di euro) ma condizionate da progetti preliminari onerosi non so se sia il caso per un Comune sull’orlo di un dissesto economico-finanziario. L’amarezza di non poter far parte di quei Comuni virtuosi e che avranno attenzioni maggiori per la disabilità è immensa. Ma tenere accesa la luce su tutte le possibilità che ci saranno per il mondo della disabilità è un impegno che il Sindaco deve prendersi, senza se e senza ma. Chi vive e chi ha vissuto la disabilità capirà questa mia personale riflessione, spero anche chi avrà altri tipi di interessi.

Domenica, 29 Maggio 2022 06:09

Era di maggio. In memoria di Luigi Di Rosa

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28 maggio 1976.
La giornata è afosa.
In città da giorni il clima è carico d’attesa e di tensione.
Quella sera in piazza IV Novembre è in programma il comizio di Sandro Saccucci. Le elezioni politiche di giugno sono imminenti e lo scontro fra i partiti è forte.
Gran parte dei cittadini di Sezze, storica roccaforte della sinistra comunista, considera il comizio del deputato del MSI – Destra Nazionale, ex paracadutista e militante dell’organizzazione neofascista Ordine Nuovo, coinvolto nelle indagini per il tentato golpe Borghese, una sgradevole provocazione, un insulto alla tradizione democratica e antifascista della città.
In tanti si preparano a contestare il deputato missino e c’è il sentore che possano scoppiare disordini. Basta una scintilla e la situazione può degenerare. Nei giorni precedenti si sono moltiplicati gli appelli alla calma, a non cedere alle provocazioni dei fascisti. Alcuni dirigenti missini di Latina hanno invitato Saccucci a recedere dal suo intento, ma le loro sollecitazioni restano inascoltate.
A parte il ristretto manipolo di fedelissimi che l’accompagna ovunque vada, nessuno conosce le reali intenzioni del deputato missino, il quale ha insistito per includere i paesi abbarbicati sui Monti Lepini nel suo tour elettorale. Apparentemente vuole affermare il pieno diritto dell’estrema destra a tenere iniziative anche in quei paesi da sempre politicamente ostili, in realtà il suo intento è mettere in atto una provocazione, non escludendo di causare disordini e di arrivare allo scontro fisico.
Congetture? Fantasie senza fondamento? Niente affatto.
Il tour elettorale nei paesi dei Monti Lepini viene pianificato da Saccucci e dai suoi sodali nei minimi dettagli durante una cena in un ristorante di Aprilia. I convitati non si limitano a discorsi revanscisti e a smargiassate da nostalgici del fascismo, ma evocano apertamente il ricorso alla violenza armata. Uno dei presenti tira fuori e mette sul tavolo una pistola, dicendosi pronto ad usarla qualora i cittadini dei paesi dei Monti Lepini si azzardassero a inscenare contestazioni o a reagire alle loro ingiurie. L’obiettivo è infliggere loro una violenta lezione per il solo fatto di essere da sempre fieramente democratici e antifascisti.    
Il centro più importante tra quelli ricompresi nel tour elettorale è Sezze, non solo perché è il più popoloso ma perché rappresenta il fronte politicamente più caldo per la forza elettorale e la capacità di mobilitazione della sinistra democratica.
La sera del 28 maggio 1976 lo schieramento di forze di polizia e carabinieri in Piazza IV novembre è consistente, sufficiente comunque ad impedire che le opposte fazioni vengano a contatto e a scongiurare possibili scontri. Nonostante le contestazioni dei militanti della sinistra presenti in piazza, rimaste nei limiti accettabili e leciti delle intemperanze verbali, il comizio di Saccucci si svolge regolarmente. Il suo discorso è un crescendo di provocazioni mirate a produrre la reazione della piazza. Terminato il comizio Saccucci e i suoi non sono soddisfatti, vogliono portare a casa qualcos’altro, uno scalpo da esibire come un trofeo agli altri camerati. All’improvviso tirarono fuori le armi e le puntano contro il gruppo dei contestatori presenti in piazza. Il deputato missino esplode alcuni colpi di pistola ad altezza d’uomo. È il panico. Dopo questo atto dimostrativo, schierandosi in perfetto assetto militare, con le automobili posizionate a testuggine e le pistole in pugno, Saccucci e i fascisti che l’accompagnano, si fanno strada tra i vicoli del centro storico per guadagnare l’uscita dalla città. Li guida un agente dei servizi segreti, originario di Sezze e presente al comizio. Lungo il percorso esplodono numerosi colpi di pistola, alcuni anche contro l’abitazione del sindaco comunista della città. Le forze dell’ordine presenti in piazza non intervengono per impedire un simile scempio. Lasciano fare. Probabilmente se fossero intervenuti e avessero sequestrato le armi in piazza, l’epilogo della vicenda sarebbe stato diverso.
Il corteo di macchine e uomini armati, giunto fuori dal centro storico, si ferma per riorganizzarsi. Saccucci e i suoi sodali salgono sulle macchine e riprendono la marcia per lasciare rapidamente Sezze, continuando a sparare all’impazzata dai finestrini aperti in un’orgia di violenza insensata.
E così accade l’irreparabile.
Alcuni colpi esplosi dalla pistola di Pietro Allatta, come stabiliranno le perizie balistiche, feriscono gravemente Luigi Di Rosa, che morirà poco dopo nell’ospedale cittadino, e in modo meno grave Antonio Spirito.
Luigi Di Rosa, giovane militante comunista e antifascista, non un violento, un estremista o un provocatore, nemmeno presente quella sera in piazza al comizio di Saccucci, estraneo alle contestazioni e agli scontri, è vittima casuale ma non per caso del manipolo violento e omicida di squadristi, viene sottratto all’affetto di familiari e amici quella sera di fine maggio, colpevole di essere un cittadino di Sezze, un democratico e antifascista, valori professati con mitezza e garbo, con passione mai sopra le righe e rispetto dell’altrui sentire e pensare.
La verità giudiziale sul barbaro omicidio di Luigi Di Rosa e sul ferimento di Antonio Spirito è stata sancita nei tre gradi di giudizio, ma non è stata fatta né chiarezza né giustizia su quanto accadde il 28 maggio 1976. Tuttavia accanto alla verità processuale esiste una verità storica incontrovertibile, che inchioda alle proprie responsabilità ideatori, autori materiali e complici di questo gravissimo fatto di sangue che ha ferito profondamente un’intera comunità.
Quella sera a far ricorso alla violenza e a usare le armi furono soltanto i fascisti. Ogni altra fantasiosa ricostruzione è una mistificazione indegna, un insulto intollerabile alla memoria di Luigi Di Rosa e ai suoi familiari che hanno trascinato e continuano a trascinare le loro esistenze oppressi da un dolore insopportabile.   

 

 

 

Il “Regolamento sulla collaborazione tra cittadini e amministrazione per la cura, la rigenerazione e la gestione condivisa dei beni comuni” approvato di recente dal Consiglio Comunale promuove la cittadinanza attiva e all’art. 2, lett. c) definisce attivi tutti i soggetti, singoli, associati o comunque riuniti in formazioni sociali, anche informali, che indipendentemente dai requisiti riguardanti la residenza o la cittadinanza, si attivano, anche per periodi di tempo limitati, in modo personale, spontaneo e senza fine di lucro, per la cura, la rigenerazione o la gestione condivisa dei beni comuni urbani ai sensi del presente regolamento.

In occasione della Sagra del Carciofo edizione 2022 tutti siamo passati in Via San Carlo a visitare gli spazi allestiti da cittadini e associazioni locali e ci siamo immersi nella cultura popolare, abbiamo incontrato arti e mestieri scomparsi, abbiamo ammirato gli interni di una casa dell’epoca e dialogato con personaggi  in abiti tradizionali. Insomma abbiamo vissuto il vero spirito della Sagra, che racconta la nostra storia. Abbiamo incontrato i cittadini attivi che poi avrebbero trovato dignità nel Regolamento.

Personalmente ho ripensato allo spontaneismo del mio vicinato, il primo che allestì scene di vita popolare nella piazzetta di Vicolo della Tinta, con la pura e semplice finalità di far conoscere ai visitatori come eravamo nel nostro passato. Sì, siamo stati cittadini attivi ante litteram.

Guardo il rendiconto delle spese effettuate dall’Amministrazione per la Sagra e scopro con stupore l'assenza di molte associazioni locali. E l’ammirazione raddoppia, perché ho visto pulire cantine, caricare il materiale e rimanere tutto il giorno negli spazi allestiti con l’orgoglio di essere sezzesi.

Immagino che non tutte le associazioni abbiano richiesto un contributo. E mi chiedo: e se lo avessero chiesto un contributo, in quale cifra sarebbe stato tradotto?

Nell’Avviso pubblico di Manifestazione di Interesse pubblicato dal Comune si legge, in grassetto a voler sottolineare il concetto,  “In questi casi (per attività di spettacolarizzazione, animazione e svago per i visitatori) potrà essere prevista l’erogazione di un contributo che dovrà essere preventivamente concordato tra le parti prima dello svolgimento della manifestazione. Tale contributo, se riconosciuto, sarà determinato dalle risorse disponibili in rapporto all’entità e qualità del servizio offerto”. Praticamente: care associazioni, proponete, indicateci un prezzo, poi vediamo quanti soldi abbiamo e se li avete meritati.

Da anni ormai nelle Amministrazioni si lavora su bandi e avvisi pubblici: si presentano progetti, si indicano le spese previste sulla base di un massimale indicato dall’avviso stesso e poi si viene valutati con parametri oggettivi. Nell’avviso del Comune non si capisce bene come dovrebbe essere valutata la “qualità del servizio offerto”:  ex ante o ex post? Se ex ante, da una autovalutazione dell’Associazione che poi deve incontrare il benestare degli uffici? Se ex post, visto che non si indicano modalità valutative, che metodo potrebbe essere utilizzato? Un questionario di customer satisfaction (quanto va di moda ormai questa espressione!) da somministrare  ai visitatori? O una giuria selezionata che alzi palette con i voti? O un applausometro, e gridometro aggiungerei, come nella vecchia  e famosa Corrida di Corrado?

Premesso che sono solo esempi tratti dalle determine pubblicate e premesso che il valore del servizio offerto da queste associazioni è di gran lunga superiore alla cifra riconosciuta, perché, ad esempio un’associazione locale vale 400 euro e un’altra 200? Per il numero delle persone coinvolte? Per il numero delle esibizioni? Per la capacità di coinvolgimento di altri soggetti, ad esempio le scuole? Per il progetto stesso? Per una delle voci che normalmente danno punteggio nei bandi normali? Boh.

Cambiano i dirigenti, ma le modalità di gestione dei finanziamenti per la cultura sono copia e incolla dal passato e i pur volenterosi e giovani politici non riescono ancora a imprimere la svolta che vorrebbero.

Il cambiamento che il nuovo Consiglio è chiamato a dare deve essere reale e deve riguardare anche gli aspetti che sembrano prassi consolidata, normale routine amministrativa.

Coraggio! Siate cambiamento!

 

"Apprendo con grande piacere l’azione dei Carabinieri locali guidati dal Maresciallo Ordinario Ilaria Somma che hanno denunciato diverse persone che percepivano indebitamente il reddito di cittadinanza. Un lavoro che anche gli uffici comunali hanno supportato perché in questo momento storico non è più accettabile che gli aiuti vengano dati a chi non ne ha diritto e se mai non vengono dati a chi ne ha veramente bisogno. Ci sono altre posizioni che vengono monitorate e quotidianamente che i carabinieri della stazione stanno curando. Abbiamo dato la massima disponibilità dell’amministrazione al sostegno di queste azioni e così come riguarda l’evasione dei tributi locali andremo avanti, perché con un bilancio comunale così disastrato come quello di Sezze, non è più possibile accettare chi non paga le tasse anche se può e chi percepisce redditi non dovuti, mentre chi lavora paga per tutti. Invito di nuovo, soprattutto chi ha debiti rilevanti, a contattare gli uffici della SPL perché nei prossimi mesi partirà la seconda tranche di accertamenti contestualmente al lavoro dei carabinieri sul reddito di cittadinanza". Queste le dichiarazione del primo cittadino di Sezze Lidano Lucidi

 

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IL COMUNICATO STAMPA DELL'ARMA DEI CARABINIERI

 

INDEBITA PERCEZIONE DEL REDDITO DI CITTADINANZA: DENUNCIATE 6 PERSONE DAI CARABINIERI DI SEZZE

 

 

“Indebita percezione del reddito di cittadinanza” è il reato di cui dovranno rispondere 6 persone (di cui 4 donne e 2 uomini) di età compresa fra i 28 anni e i 52 anni, di origini straniere e residenti a Sezze, denunciati in stato di libertà dai Carabinieri della Stazione di Sezze congiuntamente a personale del Nucleo Ispettorato del Lavoro dei Carabinieri di Latina, nell’ambito di un’attività di polizia giudiziaria finalizzata a contrastare efficacemente la fenomenologia. In particolare, i militari deH’Arma dei Carabinieri, dopo accurate verifiche volte ad accertare il possesso dei requisiti previsti dalla normativa del D.L. n.4/2019 convertito in Legge n.26/2019 in materia di reddito di cittadinanza e di pensioni attraverso l’esame incrociato dei dati documentali e delle informazioni acquisite nel corso di specifici servizi di controllo del territorio con quelli fomiti dal Comune di residenza, appuravano che i sei soggetti fornendo false dichiarazioni avevano nel tempo percepito fraudolentemente il sussidio. Gli esiti dei controlli venivano comunicati all’Autorità Giudiziaria e all’INPS per 1 interruzione dell’elargizione del beneficio e il recupero delle somme indebitamente percepite. Continueranno i monitoraggi dei Carabinieri finalizzati a contrastare efficacemente gli abusi, registrati nel corso del tempo, da parte di soggetti che non versano nelle condizioni giustificatrici del percepimento del reddito di cittadinanza e che con la loro condotta non solo commettono reato, ma sviliscono la ratio dell istituto giuridico del beneficio".

 

 

 

Oltre 10 mila euro tra contributi alle associazioni locali e spese varie. Questi, al momento, gli impegni di spesa presenti nelle determine di settore pubblicate sull’albo pretorio del Comune di Sezze per la realizzazione della 51esima Sagra del Carciofo di Sezze. Somme importanti per un Comune in crisi economica e finanziaria ma, soprattutto, somme elargite in base a quale criterio? Nell’avviso pubblico “Manifestazione di Interesse” tra i punti si leggeva: “…potrà essere prevista l’erogazione di un contributo che dovrà essere preventivamente concordato tra le parti prima dello svolgimento della manifestazione”. Molte sono state le associazioni aderenti al grande evento, poche invece quelle considerate sul libro paga dell’amministrazione comunale. In base a quale valutazione sono stati elargiti i contributi? Ad oggi ancora non esiste un regolamento comunale relativo e si presume, quindi, che l’elargizione dei contributi sia stata ancora a discrezione degli organizzatori dell’evento. E' stato premiato l'evento più simpatico? Più figo? Più importante? Più coinvolgente? Più lungo? Ai posteri l'ardua sentenza. Viva Dio che Sezze pulluli - nonostante tuttto - di cittadini attivi a prescindere... L’associazionismo è passione, è amore per la città. E’ condivisione di spazi, di storia e tradizioni locali. E’ una merce rara non quantificabile economicamente… eppure c’è chi ha i superpoteri di dare valore economico e giudizio critico a questo o a quell’evento, a questa o a quella associazione, creando ulteriore divisioni e scollamento sociale e culturale.

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