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Si sperava che, con la nomina  ad assessore del prof. Pietro Bernabei, in cambio delle improvvise e incomprensibili dimissioni della consorte Franca Pernarella, le cambiali elettorali del sindaco fossero state tutte estinte. Non è stato così. Il sindaco Lucidi ha voluto farci un'altra sorpresa, ha voluto regalarci un uovo di Pasqua, nominando assessore al bilancio, ai tributi e al personale il dott. Mauro Rezzini, una vecchia conoscenza, da parecchi anni addentro ai Conti del Comune di Sezze in qualità di Revisore e di membro del Collegio sindacale. Come si può immaginare, si tratta indubbiamente di due figure altamente esperte e professionali ma che non rappresentano il "nuovo" tanto sbandierato in campagna elettorale. Anzi, qualcuno maliziosamente dice che si tratta di minestra riscaldata. Ambedue, infatti, hanno ricoperto incarichi e funzioni importanti nelle passare Amministrazioni, di ben altro colore politico. Sono andate deluse, così, le promesse, sbandierate in tanti manifesti pubblicitari di voler cancellare il passato e di gettare alle ortiche il vecchio modo di amministrare: "Ora o mai più", era scritto sui manifesti delle liste civiche dell'allora candidato Lucidi. Ebbene, alla luce di queste nomine, è lecito pensare a un mea culpa o a un sofferto dietrofront dei nuovi amministratori. Non è mai troppo tardi! Una volta catapultata al Governo della città, la nuova Giunta si è resa conto della complessità della gestione della cosa pubblica e, contestualmente, della propria inadeguatezza, a tal punto di dover fare ricorso a esperti delle passate amministrazioni. Nessuno scandalo, salvo il dovere morale di dichiarare pubblicamente la propria inadeguatezza. Oppure, come seconda ipotesi, si potrebbe supporre che sia prevalsa la vecchia e consolidata logica delle spartizioni, del ricambio di favori agli amici degli amici, in barba al rinnovamento e agli elettori che, desiderosi del cambiamento, hanno votato in un certo modo. Comunque sia, è stato tradito il responso elettorale che ha  espresso la volontà di una svolta, sia nel metodo che nel merito. Sono trascorsi diversi mesi, infatti, dall'insediamento della nuova maggioranza consiliare, ma  non si è avuto il coraggio né si è minimamente tentato di coinvolgere le minoranze consiliari e la cittadinanza sulle questioni più rilevanti della città, se non post factum. Sarebbe, questa, una occasione importante per riavvicinare le istituzioni ai cittadini e per ricreare fiducia e responsabilità collettiva. Nel merito, poi, buio assoluto. Quel poco di buono che si sta vedendo è frutto e lascito della passata Amministrazione e del lavoro della Provincia e della Regione. Insomma, si naviga a vista e non si ha il coraggio di scelte di campo precise e urgenti sia a livello amministrativo che politico. Invece è questo il momento di schierarsi e di prendere posizione, altrimenti poi è troppo tardi!  

 

I consiglieri comunali di opposizione di Sezze firmano un documento di denuncia contro la decisione della ASL di lasciare il Pat aperto solo 12 ore al giorno. A nulla sono servite le battaglie di questi mesi. Armando Uscimenti, Sergio Di Raimo, Serafino Di Palma, Orlando Quattrini, Alessandro Ferrazzoli e Dorin Briciu hanno sottoscritto un documento nel quale prendono le distanze anche dai consiglieri regionali "assenti" anche su questa vicenda.

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Niente da fare: una maggioranza chiusa in se stessa che non riesce a dialogare a nessun livello. A inizio febbraio 2022 presentammo una mozione, poi votata da tutto il consiglio all'unanimità, con la quale davamo mandato al Sindaco di porre in essere tutte le azioni necessarie affinchè il PAT (Punto di assistenza territoriale) potesse tornare a operare H24 anzichè H12. A distanza di oltre due mesi,nel silenzio assoluto di questo Sindaco e di questa maggioranza,veniamo a sapere dai quotidiani locali che il PAT rimarrà aperto H12. Se quanto riportato dai media fosse vero,e non abbiamo motivo di dubitare, vogliamo esprimere tutto il nostro dissenso nei confronti della Dirigenza Asl che ritiene di portare avanti tale decisione, in netto contrasto con quanto era stato dichiarato dai precedenti organi dirigenziali che intendevano riaprire H24 non appena fosse finita l'emergenza epidemiologica. Il nostro dissenso nei confronti degli organi politici regionali che permettono di mantenere questo stato di cose;
Il nostro dissenso nei confronti di questa maggioranza che per ben due mesi,e oltre, ha mantenuto un silenzio assordante,non ha riferito sul mandato conferito ed ha permesso che del dato tratto ne venissimo a conoscenza dai giornali, oltre al fatto che era stato preso l'impegno di fare un incontro con la dirigenza Asl,alla presenza anche di Sindaci di comuni limitrofi, e anche questo non si è concretizzato. Il PAT di Sezze,come anche gli altri presenti in provincia,deve necessariamente riaprire 24 ore su 24. I politici Regionali, di qualsiasi colore politico, si facciano carico di questa necessità e creino le condizioni per una risposta concreta e immediata.

 

 

 

"Era dicembre 2019 quando l'ultima messa veniva celebrata nella piccola Chiesetta di Casalbruciato. Dopo settant'anni di storia, migliaia di Battesimi, Comunioni, Cresime, Matrimoni, Funerali, Catechismo, Azione Cattolica, due Chiese costruite interamente con il sudore ed il denaro dei fedeli, si chiudevano le porte del luogo simbolo della cristianità per un intera comunità, donata in cambio di tutte quelle funzioni che avrebbero fatto diventare buoni cristiani i figli di questo fertile luogo strappato alla palude". A distanza di quasi tre anni, dopo tantissimi e vani tentativi di mediazione per riportare le funzioni e quel ruolo di centralità sociale e spirituale che questo luogo aveva, torna a parlare della chiusura della chiesetta il consigliere comunale di FDI Orlando Quattrini, unendo le forze per tentare la riapertura con il consigliere comunale Serafino Di Palma. Nei giorni scorsi i due consiglieri comunali sempre vicini alle istanze del territorio, sono stati ricevuti dal Vicario del Vescovo della diocesi di Latina. Si è trattato di un incontro necessario spiegano i due esponenti politici "per fare chiarezza sulle effettive volontà che riguardano il futuro di Casalbruciato e della sua comunità, un futuro oggi assente che ha allontanato ragazzi e famiglie, dirottandoli in altre Chiese, creando un disagio sociale che alimenta distacchi territoriali ed identitari". "Le motivazioni ricevute dal Vicario, che ringraziamo per averci ricevuto  riguardo alla chiusura ed alla cessazione di tutte le funzioni nella piccola Chiesa a S.Lidano intitolata - spiegano Quattrini e Di Palma - sono riconducibili alla mancanza di sacerdoti che la Chiesa tutta sta attraversando, tanto da sobbarcare di lavoro i pochi sacerdoti, i quali non riuscirebbero a garantire questa doppia funzione. Prendiamo atto di tali dichiarazioni, le rispettiamo, ma non le condividiamo, non potremmo mai condividere una decisione che ha generato e continua a generare non poche sofferenze, da quella che è invece la religione della gioia. In qualità di uomini, cittadini, cristiani ed anche amministratori di questa città continueremo a batterci per il nostro territorio, le centinaia di istanze raccolte, il malcontento generale per le decisioni prese a riguardo, unite alle quasi cinquecento firme raccolte, ci spingono ad andare avanti, a continuare la nostra battaglia, non escluderemo nessuna via percorribile, che sia in grado di far tornare a brillare gli occhi di un intera comunità,  comunità che non può accettare muri perché è essa stessa capace di costruire ponti, come dimostrato in settant'anni di storia".

 

I consiglieri Quattrini e Di Palma

Domenica, 17 Aprile 2022 04:46

Secondo Ponzio Pilato

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Il sole tiepido della primavera accarezza Gerusalemme. Strade e slarghi sono animati da turisti e pellegrini. Ponzio Pilato mi ha dato appuntamento alla fortezza Antonia, i cui resti si trovano nel lato settentrionale della spianata del Tempio.   
 
La città è molto cambiata – esordisce con tono piatto vedendomi arrivare.
 
Sei stato prefetto della Palestina tantissimi anni fa – gli faccio notare.
 
Una smorfia si disegna sul suo volto. – Detestavo questa terra e i suoi abitanti -.
 
- Il tuo mandato di prefetto della Palestina durò dieci anni, mentre solitamente non andava mai oltre i tre -.
 
L’Imperatore Tiberio pensava fossi la persona giusta per governare la Palestina -.
 
Dicono che sei stato un amministratore competente, ma intransigente e spietato -.
 
Mio compito era far rispettare le leggi di Roma e la volontà dell’Imperatore – ribatte – Peraltro gli ebrei non facevano altro che lamentarsi di tutto -.
 
Avresti potuto sforzarti di capire la loro religione e le loro tradizioni -.
 
Cosa avrei dovuto capire?- sorride sarcastico.
 
La gente si lamentava delle tue continue vessazioni, delle esecuzioni di prigionieri senza condanna né processo e della tua crudeltà -.
 
Scuote la testa: – La tolleranza è segno di debolezza -.
 
La legge ebraica proibiva le rappresentazioni umane, anche quella dell’Imperatore, che si proclamava dio e così offendeva Yahweh. Tu provocavi continuamente gli ebrei, come quando ordinasti ai soldati di portare in città le insegne con l’effigie dell’imperatore e le facesti appendere sulle mura del palazzo di Erode?-.
 
Non c’era motivo di trattare gli ebrei in modo diverso rispetto a tutti gli altri popoli assoggettati a Roma. E poi a me non importava nulla della loro assurda religione -.
 
Come avvenne l’incontro con Gesù di Nazareth?-.
 
Cosa vuoi sapere esattamente?-.
 
I farisei e i capi del popolo decisero di rivolgersi a te per sbarazzarsi di lui -.
 
I suoi insegnamenti, il suo ingresso trionfale a Gerusalemme, il tentativo di espellere mercanti e cambiavalute dal Tempio e tanti altri suoi gesti eclatanti avevano suscitato scalpore in città e potevano innescare una rivolta contro di loro -.
 
Si servirono di te per risolvere un loro problema dunque -.
 
In quanto rappresentante dell’Imperatore, ero l’unico legittimato a far rispettare la legge e ad imporre eventualmente la pena capitale. Le autorità ebraiche lo accusarono di aver sobillato la folla, di essersi opposto al pagamento dei tributi all’imperatore e di aver affermato di essere il Messia. Le loro diatribe religiose non mi interessavano, per me contava mantenere soltanto l’ordine nella provincia -.
 
L’impressione è che tu fossi convinto dell’innocenza di Gesù e cercasti di salvarlo -.
 
Avevo raccolto informazioni sul suo conto. Tanti lo seguivano, ma era innocuo e non mi risultava che stesse organizzando una rivolta contro Roma -.
 
Ordinasti l’arresto di Gesù,  cedendo alle loro pressioni -.
 
Cercai di evitare l’ennesimo scontro -.
 
Se il potere di decidere era solo tuo, perché spedisti Gesù da Erode con la scusa che era Galileo?-.
 
Erode era un re da burla, non contava nulla – sorride divertito – Cercavo di prendere tempo per vedere se le acque si calmavano -.
 
Processasti Gesù in modo sbrigativo, con una cognitio extra ordinem, un giudizio abbreviato che prevedeva la presentazione delle accuse, la replica dell’imputato e la sentenza immediata -.
 
Conosci bene le leggi di Roma – osserva – A me interessava evitare una rivolta e possibilmente infliggere uno smacco alle autorità ebraiche -.
 
Gli domandasti in modo beffardo se era il re dei Giudei -.
 
Quell’uomo dall’aria mite e dignitosa mi incuriosiva. Era diverso da tutti gli altri con cui avevo avuto a che fare. Si definì, re ma non di questo mondo - si ferma e poi riprende – Ricordo ancora il suo sguardo penetrante e la sua voce calma, pacata -.
 
Cosa vuoi dire?-.
 
Ebbi l’impressione che volesse rivelarmi qualcosa che andava al di là delle mie conoscenze. Comunque la sua regalità non costituiva una minaccia per Roma, non parlava e agiva contro qualcosa o qualcuno, ma si poneva al di sopra delle miserie umane, come l’amore lo è sull’odio, la libertà sulla schiavitù, la verità sulle bugie –.
 
Lo incalzasti con le domande -.
 
Volevo capire. La mia formazione culturale mi porta a respingere ciò che la ragione non riesce a dimostrare, a considerarlo superstizione, ma Gesù cercava di metterlo in discussione, mi sollecitava a compiere un passo verso qualcosa che ignoravo -.
 
- Gli domandasti cosa fosse la Verità. Era davanti a te e non la riconoscesti?-.
 
La verità. Cos’è la verità? Dovevo governare quella provincia e non avevo tempo certo di mettermi a filosofeggiare -.
 
Avevi veramente intenzione di liberare Gesù?-.
 
Mi appellai alla folla e chiedendo di scegliere tra lui e Barabba, un assassino. Preso atto che non avevo alternative, ordinai di eseguire la condanna -.
 
Prima lo facesti fustigare. Perché?-.
 
Speravo che la folla si accontentasse di quella punizione esemplare -. 
 
Ti sei sempre fatto vanto di non cedere a pressioni, ma la scelta di mettere a morte Gesù è stata tutt’altro che tua -.
 
Ho fatto la cosa più giusta nell’interesse di Roma e nel mio interesse -.
 
Mandare a morte un innocente….-.
 
Non è stato il primo e non sarà l’ultimo ad essere sacrificato -. 
 
I farisei e i capi del popolo ti chiesero di mettere sotto sorveglianza perfino il sepolcro di Gesù e tu acconsentisti -.
 
Avevano paura di lui anche da morto – scuote la  testa.
 
I discepoli credono che Gesù sia risorto. Tu che ne pensi?-.
 
Credo soltanto a quello che vedo – risponde lapidario Pilato.
 
Dicono che ti sei convertito al cristianesimo?-.
 
Sono state scritte e dette molte cose su di me – sorride.
 
Senza aggiungere altro Ponzio Pilato mi rivolge appena un cenno di saluto e si allontana con passo veloce, sparendo rapidamente dalla vista, inghiottito nel dedalo di viuzze del cuore antico di Gerusalemme.

 

 

Il sindaco del Comune di Sezze Lidano Lucidi, con apposita ordinanza, vieta per la sera della Processione, ai fini della tutela della sicurezza urbana e della incolumità pubblica, la vendita di bevande alcoliche e super alcoliche per asporto, dalle ore 19.00 alle ore 24.00, e la somministrazione e mescita di bevande alcoliche e super alcoliche dalle ore 19.00 alle ore 24.00. Il divieto è esteso a tutte le attività presenti nel centro abitato di Sezze Centro. Venerdì come da tradizione, si svolgerà la Sacra Rappresentazione del Venerdì Santo e il primo cittadino, in qualità di prima autorità locale di pubblica sicurezza, deve prevenire e contrastare le situazioni urbane di degrado o di isolamento che favoriscono l’insorgere di fenomeni criminosi e i fenomeni di violenza legati anche all’abuso di alcool. Nell’ordinanza si vieta inoltre la cottura e somministrazione di alimenti all’esterno dei locali e sulla pubblica via. E’ richiesta massima collaborazione da parte dei titolari di attività commerciali. La violazione dell’ordinanza è punita con la sanzione amministrativa di un minimo edittale di € 50,00 ad un massimo di € 500,00.

 

 

Arriva dal presidente del consiglio comunale di Sezze, dott. Pietro Del Duca, un appello teso ad abbassare i toni che si sono creati tra le forze che compongono la maggioranza consiliare e quelle che siedono tra i banchi delle opposizioni. Queste ultime, dopo la decisione di modificare gli accessi al protocollo elettronico impedendo di svolgere da remoto queste operazioni, hanno infati deciso di disertare le commissioni consiliari, in aperto contrasto nei confronti di una scelta che ritengono sia contraria ai principi di trasparenza e che, sempre secondo i membri delle minoranze, impedirebbe loro di assolvere ai compiti di controllo dell’operato dell’amministrazione comunale. La scorsa settimana il presidente del consiglio comunale ha deciso di convocare una commissione Capigruppo proprio per ragionare insieme ai componenti delle opposizioni in un clima decisamente meno infuocato rispetto a quello che si respira da tempo in consiglio comunale. Sul tavolo il presidente della massima assise cittadina aveva deciso di portare proprio due punti cardine, quello utile a ragionare su una regolamentazione condivisa degli accessi al protocollo telematico e quello relativo ad alcune modifiche da applicare al Regolamento del consiglio comunale, per opportuni aggiornamenti. Ma, anche in questa occasione, gli esponenti delle opposizioni (ad eccezione di Dorin Briciu delegato a sostituire Alessandro Ferrazzoli per la lista di Sezze Futura) hanno deciso di disertare la seduta: “Pur rispettando le decisioni assunte dai consiglieri comunali, resto particolarmente deluso – ha spiegato Pietro Del Duca – dall’ atteggiamento che alcuni esponenti delle opposizioni in consiglio hanno deciso di perseguire. Da parte mia, come il mio ruolo impone, c’è chiaramente disponibilità a ragionare sui regolamenti e sulle loro eventuali modifiche. Ed è per questo motivo che mi aspettavo una partecipazione di tutti alla seduta. Chiedono, legittimamente, che vengano riconosciuti loro i diritti propri della loro carica  e poi, però, quando si tratta di sedersi a ragionare per trovare soluzioni preferiscono evitare il confronto. Mi sento rammaricato e spero che possano tornare sui loro passi, anche perché la disponibilità c’è e non è mai mancata, ma come amministrazione abbiamo l’obbligo di rispettare le norme vigenti e, in questo caso specifico, qualcosa nel vecchio modo di accedere al protocollo telematico doveva essere modificato. Resto ovviamente a disposizione – ha concluso il presidente del consiglio comunale – per tutti i confronti necessari a superare questo momento di imbarazzo e mi auguro di cuore che i rapporti tra le forze in consiglio comunale possano essere incentrati sul rispetto, solo nell’interesse della crescita della città”.

 

 

A detta di Roberto Campagna, scrittore e giornalista,  quelli di strada sono tutti quei cibi che si possono mangiare senza posate… a morsi e bocconi. Così s'intitola il suo ultimo libro (Nuove Edizioni Aldine di Bevagna). È un viaggio sui Lepini e in Agro Pontino alla scoperta di tali cibi. Il libro, illustrato con foto di Alessandro di Norma,  è frutto di una ricerca che lo stesso Campagna ha realizzato per conto della Cooperativa Utopia 2000 onlus nell'ambito del progetto  “Convivium Monti Lepini - Simposi, mense, tavole, produzioni, protagonisti e saperi. Storia, arte e culture  enogastronomiche nel territorio lepino” della Compagnia dei Lepini.  l cibi di strada hanno origini antichissime: si consumavano già all’epoca dei Greci e dei Romani. E fu proprio nell’antica Roma che si diffuse l’usanza di imbottire due fette di pane. E da allora il panino è diventato l’emblema di tale abitudine alimentare. Il nome di Panisperna, la via romana diventata famosa per il gruppo di giovani fisici italiani, che presso il Regio Istituto di Fisica dell’Università, assieme a Enrico Fermi, contribuirono alla scoperta dei neutroni lenti che permise di realizzare il primo reattore nucleare, pare che derivi da “panis et perna”, ossia pane e prosciutto, che i frati della Chiesa di San Lorenzo in Panisperna usavano offrire ai poveri il giorno della festa dello stesso santo. E proprio pane e prosciutto è uno dei cibi di strada segnalati in questo libro. Due i prosciutti descritti: quello di Bassiano e il cotto di Cori. I cibi di strada sono diffusi in ogni zona d’Italia e i Monti Lepini e l'Agro Pontino ne sono molto ricchi. “Il territorio lepino e della Provincia di Latina - ha scritto nella presentazione del libro Quirino Briganti, presidente della Compagnia dei Lepini -  oltre a possedere un ingente patrimonio  artistico e naturalistico, ha dei cibi che suscitano suggestioni, profumi e sapori, espressione di un retaggio culturale millenario”.  Questo territorio, oltre ai prodotti di montagna, come per l’appunto i prosciutti di Bassiano e Cori, i salumi di bufala, i formaggi, le castagne e le olive, conta anche prodotti ittici e ortaggi. Circa questi ultimi, i fiori di zucca fritti, i cocomeri a fette e i carciofi fritti dorati sono altre tre delle ventotto “tappe” di questo gustoso viaggio gastronomico. Viaggio che all’arte bianca, in particolare ai dolci, riserva uno spazio di tutto rispetto. A proposito di dolci, sono stati riportati soltanto i più significativi, con una storia dietro, quelli che identificano il luogo dove nascono. Sono state invece tralasciate le pizze, i gelati e certi fritti come i supplì, le crocchette, i filetti di baccalà e la mozzarella in carrozza, perché non rappresentano il territorio: si trovano dappertutto. “Il cibo - ha scritto Alessandro Di Norma nella nota fotografica  -  è storia, è rito, è tradizione, è insieme di gesti caratterizzati dalle abitudini che si perdono nei gangli della quotidianità più remote, ma trapelano, senza troppo fatica, anche in quella attuale, veloce ed effimera, legata alle contemporanee tecnologie di comunicazione. Fotografando il cibo si è dato vita a un racconto di sensazioni che ritornano, e restano, nella mente come radici secolari”. Secondo la Fao, quelli di strada sono cibi che vengono preparati e venduti in strada per l’appunto, nei mercati e nelle fiere da commercianti ambulanti. Ma si trovano ormai anche in alcuni locali come le paninoteche, le piadinerie o i pub, nei chioschi o, per esempio, nelle fraschette dei Castelli Romani.

 

 

 

Immagini e testimonianze provenienti dai territori dell’Ucraina, abbandonati dagli invasori russi, raccontano la tragedia di una guerra che si sta consumando nel cuore dell’Europa. La ritirata dell’esercito russo sta rivelando centinaia di esecuzioni di civili, interrogatori, torture efferate e stupri inflitti persino ai bambini, cadaveri depredati e abitazioni saccheggiate. Le violenze inaudite perpetrate nei confronti di persone inermi ci mettono di fronte ad un orrore senza limiti, che impietrisce e lascia sgomenti, senza parole.

Le analisi di specialisti e luminari di politica internazionale, la stigmatizzazione degli errori e delle responsabilità dei vari leader mondiali nell’aver determinato con le loro scelte sbagliate lo scenario di crisi in atto, se pur vere e condivisibili, non possono che cedere il passo allo sgomento, alla rabbia e alla condanna senza appello di tanta disumanità e certamente in alcun modo giustificarla.

I sottili distinguo e gli equilibrismi dialettici di quanti si ostinano a non condannare in modo chiaro e fermo l’aggressione subita in queste settimane dal popolo ucraino, ne auspicano ripetutamente la resa incondizionata e arrivano perfino ad affermare che è meglio per i bambini vivere sotto una dittatura piuttosto che sotto le bombe, rappresentano un ulteriore oltraggio alle vittime della brutalità cieca e rivoltante dell’esercito invasore.

Nel mondo alla rovescia in cui i guerrafondai sono quanti sostengono sia giusto aiutare gli aggrediti e sanzionare l’aggressore in modo durissimo per indurlo a recedere da un intervento militare ingiustificato e in aperta violazione del diritto internazionale, mentre i pacifisti sono quanti affermano la necessità di lasciare a se stessi gli aggrediti, nemmeno i massacri documentati con filmati, foto, rilevazioni satellitari e testimonianze dirette dei sopravvissuti, subito dopo il ritiro dell’esercito russo, bastano a rappresentare per alcuni attori dell’informazione e non uno spartiacque, i quali anzi si sentono autorizzati ad affermare che non è vero quanto documentato o quantomeno al momento non si possono trarre conclusioni certe circa i responsabili.

Cos’altro deve accadere?

Quali altre prove occorre portare all’attenzione di questi scettici di professione?

I corpi martoriati di persone disseminati qua e là lungo le strade, negli scantinati, sotto le macerie dei palazzi distrutti, fatti sparire per sempre nei forni crematori portatili, che un tempo popolavano le cittadine intorno a Kiev, sono lì e non mentono. Certamente per individuare i responsabili saranno necessarie indagini approfondite, ma difficilmente potrà essere smentito ciò che appare già a prima vista ed è descritto nelle cronache di giornalisti indipendenti e nelle prime ricostruzioni delle autorità locali e cioè che siamo in presenza di crimini di guerra, perpetrati ai danni di civili inermi e crimini contro l’umanità, aventi carattere di sistematicità e pianificazione su vasta scala, al punto da poter integrare l’ipotesi dello sterminio.

Se è innegabile che i massacri che vanno emergendo man mano che le città ucraine vengono liberate dagli invasori russi confermano l’urgenza di porre fine all’orrore della guerra, altrettanto evidente è la barbarie delle truppe di Putin, la normalità che per esse costituisce abbandonarsi ai crimini di guerra. Di fronte all’impossibilità di prevalere sulla strenua resistenza del popolo ucraino e alla necessità di ripiegare perché cacciati dalla resistenza eroica dell’inferiore esercito di Kiev, gli invasori russi riversano sui civili inermi una violenza bestiale conseguente alla frustrazione per essere considerati indesiderati anziché liberatori, la rabbia di pensarsi invincibili e di scoprirsi invece sconfitti e respinti.

La responsabilità di questi delitti orrendi è non solo degli autori materiali, ma anche di quanti ricoprono posizioni di autorità militare e o civile rispetto agli esecutori materiali per non averli impediti e non averli puniti, in palese violazione del dovere delle forze occupanti di proteggere i civili. Naturalmente spetterà al Tribunale internazionale dell’Aja condurre le indagini e raccogliere le prove sulla colpevolezza dei vari ufficiali e soldati e sicuramente non potrà essere opposta la giustificazione, avanzata a suo tempo dai criminali nazisti, della necessità di obbedire agli ordini dei superiori. I tribunali internazionali sui crimini di guerra di tali giustificazioni, quantomeno per comandanti e alti ufficiali, hanno fatto da tempo giustizia. In ogni caso il primo che dovrà rispondere di tutta questa bestialità è Vladimir Putin, un personaggio agghiacciante, che vive chiuso nel suo sogno imperialista e di potenza, per il quale le vite delle persone, comprese quelle dei militari russi mandati consapevolmente al massacro, non hanno alcun valore e sono sacrificabili.

Concludo facendo mie le parole di Michele Serra: “E’ vero, tutti hanno facoltà di non credere. Ma questo vuol dire, anche, che tutti abbiamo la facoltà di credere. E di non chiudere gli occhi. In questo conflitto tra empatia e diffidenza (e tra umiltà e presunzione) sta il futuro del mondo”.

 

 

Giovedì 7 aprile 2022 si è tenuta a Sezze presso il Tennis Club la prima assemblea pubblica di Identità Setina con i membri costituenti e diverse persone che seguono con interesse il nuovo partito politico di Sezze. Presenti anche i Consiglieri di Maggioranza e il Sindaco di Sezze Lidano Lucidi. L’assemblea è stata aperta dal Presidente Giovanni Antonucci che ha illustrato il processo che ha portato alla conversione da lista civica a partito politico di Identità Setina seguito dall’intervento del segretario politico Daniele Piccinella il quale ha delineato i valori del partito.

 

 

 

Si è svolto a Tecchiena nella provincia di Frosinone il 1° campionato Regionale 2022  Lazio Csen settore karate. La manifestazione sportiva ospita nel palasport circa 700 atleti giunti da tutta la regione Lazio appartenenti a 51 società affiliate. L’ ente di promozione sportiva Csen persegue uno scopo promozionale e di propaganda sportiva di alto valore socialem, contribuisce allo sviluppo della pratica sportiva ed alla realizzazione dell’obiettivo di uno sport per tutti e di tutti; crea inoltre le condizioni di un più largo sviluppo della educazione fisica, dello sport e della salute. Tutte le gare si sono svolte in due giornate, sabato 2 e domenica 3 Aprile, grazie alla professionalità degli organizzatori nonostante il momento storico  ha ottenuto ottimi risultati. Il  maestro Grassucci Nilde,  regolarmente iscritta per l’anno 2021/2022 all’ente sportivo sopracitato, di cui ne è responsabile provinciale Latina del settore karate e responsabile regionale Lazio di stile,  ha partecipato con la sua squadra sportiva Setia Sport Karate Grassucci, con la collaborazione dell’allenatore Tuzi Francesca. Il Team Grassucci si è portata a casa 24 medaglie. Una nuova straordinari affermazione. 

  • Oro

Mastrantoni Pietro , Orsi Enrico, Murgea Matteo ,Pecorilli Gabriele,Venditti Chiara,Basile Luna,Regine Vincenzo,Tuzi Francesca,Fabbri Caterina,Pierotti Aaron.

  • Argento

Santamaria Nicole,Fiore Samuele,Cavaricci Diego,Mattei Nicolas,Rossi Christian, Mattei Aurora.

  • Bronzo

Palma Gabriele, Pellegrini Alice,Pellegrini Valeria , Battisti Aurora, Bevilacqua Matteo , Santamaria Sofia, Lippi Syria, Felici M.Stella.

 

Fieri del risultato il team si prepara già per la prossima coppa Nazionale Csen che si terrà a Parma il prossimo 6-7-8 Maggio 2022. Nel frattempo la Setia Sport è impegnata ad organizzare  il “memorial  Grassucci” dedicato alla famiglia, previsto il 28-29 maggio presso il tensostatico comunale di sezze intitolato alla sorella Linda Grassucci. "Un ringraziamento - afferma Nilde Grassucci -  va anche al contributo attivo degli sponsor: M.C.Auto (Sezze scalo) di Michael Consoli e BMM Motors (Sezze Scalo) di Roccasecca Bruno".

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