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"Apprendo con grande piacere l’azione dei Carabinieri locali guidati dal Maresciallo Ordinario Ilaria Somma che hanno denunciato diverse persone che percepivano indebitamente il reddito di cittadinanza. Un lavoro che anche gli uffici comunali hanno supportato perché in questo momento storico non è più accettabile che gli aiuti vengano dati a chi non ne ha diritto e se mai non vengono dati a chi ne ha veramente bisogno. Ci sono altre posizioni che vengono monitorate e quotidianamente che i carabinieri della stazione stanno curando. Abbiamo dato la massima disponibilità dell’amministrazione al sostegno di queste azioni e così come riguarda l’evasione dei tributi locali andremo avanti, perché con un bilancio comunale così disastrato come quello di Sezze, non è più possibile accettare chi non paga le tasse anche se può e chi percepisce redditi non dovuti, mentre chi lavora paga per tutti. Invito di nuovo, soprattutto chi ha debiti rilevanti, a contattare gli uffici della SPL perché nei prossimi mesi partirà la seconda tranche di accertamenti contestualmente al lavoro dei carabinieri sul reddito di cittadinanza". Queste le dichiarazione del primo cittadino di Sezze Lidano Lucidi

 

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IL COMUNICATO STAMPA DELL'ARMA DEI CARABINIERI

 

INDEBITA PERCEZIONE DEL REDDITO DI CITTADINANZA: DENUNCIATE 6 PERSONE DAI CARABINIERI DI SEZZE

 

 

“Indebita percezione del reddito di cittadinanza” è il reato di cui dovranno rispondere 6 persone (di cui 4 donne e 2 uomini) di età compresa fra i 28 anni e i 52 anni, di origini straniere e residenti a Sezze, denunciati in stato di libertà dai Carabinieri della Stazione di Sezze congiuntamente a personale del Nucleo Ispettorato del Lavoro dei Carabinieri di Latina, nell’ambito di un’attività di polizia giudiziaria finalizzata a contrastare efficacemente la fenomenologia. In particolare, i militari deH’Arma dei Carabinieri, dopo accurate verifiche volte ad accertare il possesso dei requisiti previsti dalla normativa del D.L. n.4/2019 convertito in Legge n.26/2019 in materia di reddito di cittadinanza e di pensioni attraverso l’esame incrociato dei dati documentali e delle informazioni acquisite nel corso di specifici servizi di controllo del territorio con quelli fomiti dal Comune di residenza, appuravano che i sei soggetti fornendo false dichiarazioni avevano nel tempo percepito fraudolentemente il sussidio. Gli esiti dei controlli venivano comunicati all’Autorità Giudiziaria e all’INPS per 1 interruzione dell’elargizione del beneficio e il recupero delle somme indebitamente percepite. Continueranno i monitoraggi dei Carabinieri finalizzati a contrastare efficacemente gli abusi, registrati nel corso del tempo, da parte di soggetti che non versano nelle condizioni giustificatrici del percepimento del reddito di cittadinanza e che con la loro condotta non solo commettono reato, ma sviliscono la ratio dell istituto giuridico del beneficio".

 

 

 

Oltre 10 mila euro tra contributi alle associazioni locali e spese varie. Questi, al momento, gli impegni di spesa presenti nelle determine di settore pubblicate sull’albo pretorio del Comune di Sezze per la realizzazione della 51esima Sagra del Carciofo di Sezze. Somme importanti per un Comune in crisi economica e finanziaria ma, soprattutto, somme elargite in base a quale criterio? Nell’avviso pubblico “Manifestazione di Interesse” tra i punti si leggeva: “…potrà essere prevista l’erogazione di un contributo che dovrà essere preventivamente concordato tra le parti prima dello svolgimento della manifestazione”. Molte sono state le associazioni aderenti al grande evento, poche invece quelle considerate sul libro paga dell’amministrazione comunale. In base a quale valutazione sono stati elargiti i contributi? Ad oggi ancora non esiste un regolamento comunale relativo e si presume, quindi, che l’elargizione dei contributi sia stata ancora a discrezione degli organizzatori dell’evento. E' stato premiato l'evento più simpatico? Più figo? Più importante? Più coinvolgente? Più lungo? Ai posteri l'ardua sentenza. Viva Dio che Sezze pulluli - nonostante tuttto - di cittadini attivi a prescindere... L’associazionismo è passione, è amore per la città. E’ condivisione di spazi, di storia e tradizioni locali. E’ una merce rara non quantificabile economicamente… eppure c’è chi ha i superpoteri di dare valore economico e giudizio critico a questo o a quell’evento, a questa o a quella associazione, creando ulteriore divisioni e scollamento sociale e culturale.

 

 

Evasione totale, morosità, tributi pagati per metà. Un minestrone di ammanchi che il Comune di Sezze non riesce più a sostenere. Nel consiglio comunale di ieri il sindaco Lidano Lucidi è stato chiaro, parlando di criticità che non possono più essere trascurate. Ci saranno scelte impopolari ma necessarie perché ci sono buchi della cassa del Comune che toccano quasi tutti i settori: dall’immondizia, al traporto scolastico alla mensa. Non c’è un servizio dove l’Ente comunale possa tirare le somme giuste tra crediti e debiti. E’ tutto un ammanco, un passivo che blocca la macchina amministrativa e che non permette quindi rilancio e sviluppo. Solo per la SPL si parla di oltre un milione di euro di ammanco ogni anno, per una percentuale del 25% di morosi. In pratica il Comune di Sezze dovrebbe incassare circa 4 milioni ogni anno ma ne incassa solamente 3. La riconciliazione dei debiti e crediti conclusa ad aprile ha tirato fuori altri 800 mila euro che l’amministrazione dovrà ripianare. Il primo cittadino ha comunicato che sono partiti i primi avvisi di accertamento sull’evasione totale, ossia contro quei cittadini che non sono nemmeno iscritti all’anagrafe, cifre intorno a 240 mila euro annui. Scelte impopolari come già avvenuto in passato, scelte che vedranno furbetti delusi, ma non è giusto che il cittadino onesto debba pagare per il disonesto. Non sarà facile risolvere in tempi brevi il problema dell'evasione, la lotta era già partita in passato ma occorre provarci sempre. Lucidi ha fatto intendere che se fallisce in questo andrà a casa, ma è doveroso farlo.  “Avrei voluto trovare una situazione diversa. Avrei voluto dare risposte diverse ai cittadini – ha affermato Lucidi - ma alcune cose devono e dovevano essere fatte. Se non vinciamo questa battaglia andiamo a casa.  Le problematiche finanziare ed economiche dell’Ente, a partire dall’evasione, sono una piaga da affrontare subito. Non ci sono i soldi a causa degli accantonamenti perché molti cittadini non pagano i tributi, oltre alle morosità. Chi può deve pagare”. Considerare responsabili le parole del sindaco è giusto e saggio, continuare invece ad ascoltare continue scenette moralizzanti da buon finto scolaretto è sinceramente deprimente.

 

   

Secondo la Fao, quelli di strada sono cibi che vengono preparati e venduti in strada per l’appunto, nei mercati e nelle fiere da commercianti ambulanti. Ma si trovano ormai anche in alcuni locali come le paninoteche, le piadinerie o i pub, nei chioschi o, per esempio, nelle fraschette dei Castelli Romani. Sono, in pratica, tutti quei cibi che si possono mangiare senza posate. I Monti Lepini e l'Agro Pontino sono molto ricchi di questi cibi, a cui Roberto Campagna ha dedicato il libro “A morsi e bocconi”. Illustrato con foto di Alessandro di Norma, è frutto di una ricerca che lo stesso Campagna ha realizzato per conto della Cooperativa Utopia 2000 onlus nell'ambito del progetto “Convivium Monti Lepini - Simposi, mense, tavole, produzioni, protagonisti e saperi. Storia, arte e culture enogastronomiche nel territorio lepino” della Compagnia dei Lepini. Verrà presentato a Sezze, venerdì 27 maggio, alle ore 17.300, presso l'ISSIS “Pacifici e De Magistris”. Oltre allo stesso autore e ad Alessandro Di Norma, interverranno il sindaco di Sezze Lidano Lucidi, il dirigente dell'ISSIS Anna Giorgi, il presidente della Cooperativa Utopia 2000 onlus Massimiliano Porcelli, la giornalista Teresa Faticoni, lo storico Luigi Zaccheo e il responsabile dello Slow Food Travel Roberto Perticaroli.  Alla fine della presentazione, alcuni cibi raccontati nel libro verranno fatti degustare. In programma anche un assaggio di oli, di vini e di olive dell'Agro Pontino a cura del Capol (Centro assaggiatori produzioni olivicole di Latina) e della Strada del vino, dell'olio e dei sapori della provincia di Latina.  I cibi di strada hanno origini antichissime: si consumavano già all’epoca dei Greci e dei Romani. E fu proprio nell’antica Roma che si diffuse l’usanza di imbottire due fette di pane. E da allora il panino è diventato l’emblema di tale abitudine alimentare. Il nome di Panisperna, la via romana diventata famosa per il gruppo di giovani fisici italiani, che presso il Regio Istituto di Fisica dell’Università, assieme a Enrico Fermi, contribuirono alla scoperta dei neutroni lenti che permise di realizzare il primo reattore nucleare, pare che derivi da “panis et perna”, ossia pane e prosciutto, che i frati della Chiesa di San Lorenzo in Panisperna usavano offrire ai poveri il giorno della festa dello stesso santo. I cibi di strada sono diffusi in ogni zona d’Italia. “Il territorio lepino e della Provincia di Latina - ha scritto nella presentazione del libro Quirino Briganti, presidente della Compagnia dei Lepini - oltre a possedere un ingente patrimonio artistico e naturalistico, ha dei cibi che suscitano suggestioni, profumi e sapori, espressione di un retaggio culturale millenario”.  Questo libro è un vero e proprio viaggio enogastronomico in questo territorio, le cui “tappe” sono ventotto.  “Il cibo - ha scritto Alessandro Di Norma nella nota fotografica - è storia, è rito, è tradizione, è insieme di gesti caratterizzati dalle abitudini che si perdono nei gangli della quotidianità più remote, ma trapelano, senza troppo fatica, anche in quella attuale, veloce ed effimera, legata alle contemporanee tecnologie di comunicazione. Fotografando il cibo si è dato vita a un racconto di sensazioni che ritornano, e restano, nella mente come radici secolari”. I cibi che verranno fatti degustare, saranno preparati dagli studenti del corso serale dell'Alberghiero dell'ISISS “Pacifici e De Magistris”.

 

 

Martedì 24 maggio a Sezze (LT) presso il Centro Sociale Calabresi dalle ore 17.30, il circolo Legambiente Sezze insieme a Legambiente Lazio, ha organizzato l’appuntamento pubblico dal titolo “I Rifiuti del Lazio, quale Futuro”. L’associazione del Cigno Verde dà così seguito al gran numero di appuntamenti sul ciclo dei rifiuti, per continuare ad accompagnare la diffusione delle buone pratiche e l’individuazione delle strade virtuose in termini di riduzione, riutilizzo, riciclo e recupero. Lo fa a Sezze in provincia di Latina, in una fase nella quale si assiste in questo territorio all’individuazione delle aree potenzialmente idonee ad ospitare la discarica di servizio della Provincia di Latina, ma anche all’apertura del biodigestore anaerobico a Pontinia e quella imminente di Latina Scalo, e in attesa di conoscere l’impiantistica finanziata dal bando PNRR sull’economia circolare. 

“Tra le difficoltà di alcuni territori in termini di raccolta differenziata e le altrettante eccellenze che allo stesso modo cominciano a moltiplicarsi in tutto il Lazio, c’è bisogno di continuare a spingere gli esempi virtuosi e inserire ogni tassello dell’economia circolare ancora necessario, - dichiarano Fabrizio Paladinelli presidente del Circolo Legambiente di Sezze e Roberto Scacchi Presidente di Legambiente Lazio - in particolare in questo territorio pontino dove i parametri di raccolta differenziata possono migliorare in maniera determinante e veloce, con l’impegno della cittadinanza, degli amministratori e delle aziende; trasformando i rifiuti in risorsa e puntando dritti verso le politiche di sostenibilità ambientale”. 

All’appuntamento saranno presenti tra gli altri Circolo, Paolo Rinaldi - Director Of Operations - Italy BOOs - Anaergia, Silvio Ascoli direttore generale ABC LATINA, Stefano Ciafani presidente nazionale Legambiente, Annalisa Muzio Presidente Commissione Sviluppo e Tutela del Territorio Pianificazione Territoriale e Trasporti, Ambiente ed Ecologia Provincia di Latina.

 

Valorizzare il patrimonio naturale e archeologico di Sezze. Il Comune di Sezze per questo ha stipulata una convenzione con la cattedra di Archeologia Preistorica - Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Roma Tor Vergata. "Al nostro patrimonio naturale e archeologico - ha spiegato Lidano Lucidi - serviva un progetto di medio e lungo periodo e per farlo però avevamo bisogno di gettare le fondamenta, ovvero un lavoro nascosto che non si vede agli occhi ma senza il quale non ci sarà mai un progetto duraturo e stabile, solo progetti di brevissimo respiro. Proprio per questo nei mesi passati c’è stata una fitta interlocuzione con la Soprintendenza nella persona del Dott. Francesco Di Mario e dell’Università Tor Vergata con il Prof. Mario F. Rolfo, ovvero i protagonisti degli scavi e dei ritrovamenti a Grotta Guattari a San Felice Circeo, una scoperta di livello internazionale. Questo lavoro ha portato alla stesura di una convenzione tra il Comune di Sezze e la Cattedra di Archeologia Preistorica di Tor Vergata del Prof. Rolfo per far sì che Sezze diventi un centro di ricerca". Affidato all’Università lo svolgimento di attività di ricerca e valorizzazione del patrimonio archeologico preistorico, protostorico e naturalistico nell’ambito delle attività di tutela e conservazione del territorio del Comune, la concertazione delle attività didattiche e divulgative comprendenti anche la preparazione di materiale documentario diretto all’educazione e alla conoscenza delle risorse storico-archeologiche ed ambientali del Comune. Le attività si svolgeranno nel periodo di 60 mesi, periodo che potrà essere rinnovato, i risultati ottenuti e le eventuali scoperte potranno essere oggetto di pubblicazione in accordo tra le parti: "Voglio ringraziare la Soprintendenza nella persona del Dott. Di Mario e l’Università Tor Vergata nella persona del Prof. Rolfo per aver accettato di scommettere sul nostro territorio, un territorio dalle grandi potenzialità ancora inespresse".

Domenica, 22 Maggio 2022 06:38

Ucraina. Urge una trattativa per la pace

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Il pericolo di un conflitto nucleare non è mai stato così grave ed incombente come in questi ultimi mesi a causa della guerra criminale scatenata dalla Russia contro l’Ucraina. Putin è un despota feroce e senza scrupoli. Avendo dimostrato in Cecenia e in Siria cosa è capace di fare, bisogna prendere sul serio la minaccia che rappresenta, ancor più che la Russia dispone di un enorme arsenale atomico e spingere la comunità internazionale ad un maggiore esercizio di responsabilità, evitando dichiarazioni che possono fomentare le tensioni e attivandosi per porre fine alla guerra e ristabilire la pace attraverso lo strumento insostituibile della trattativa. 
 
Gli stupri e le stragi di civili di cui si è reso responsabile l’esercito russo impongono un intervento immediato, forte e risoluto. A nulla rileva che analoghe atrocità sono state commesse anche in altre guerre, alcune delle quali scatenate dall’Occidente: questa non può essere una giustificazione per tollerare dei crimini contro l’umanità.
 
Ricercare la pace non significa tralasciare che la Russia è l’aggressore. Moralmente e politicamente non possiamo che schierarci dalla parte degli aggrediti e sostenerne le ragioni nella trattativa per ottenere la cessazione dell’invasione e del conflitto armato. Tuttavia la grande ipocrisia dei governi occidentali e in generale del dibattito in corso sulla guerra è che tutti sanno e tutti fanno finta di non sapere che dietro l’aggressione dell’Ucraina c’è in realtà lo scontro in atto tra Russia e Nato. È per questo che al tavolo dei negoziati per la pace Europa e Stati Uniti dovrebbero affiancare l’Ucraina e non lasciarla sola con il suo aggressore: sarebbe il vero atto di solidarietà verso il popolo ucraino e un’assunzione di responsabilità, in grado non solo di porre fine alla guerra, vista la forza negoziale di cui dispone l’Occidente, ma anche di scongiurare il pericolo di un suo allargamento incontrollato.
 
La sede dei negoziati deve essere l’Assemblea Generale e il Consiglio di Sicurezza dell’Onu, sia perché la finalità delle Nazioni Unite è mantenere la pace e conseguire con mezzi pacifici la soluzione delle controversie internazionali, sia perché nel Consiglio di Sicurezza siedono, come membri permanenti e tutti dotati di armi atomiche Russia, Cina, Stati Uniti, Regno Unito e Francia, il cui peso politico e militare è fondamentale e decisivo. Fare dell’Assemblea Generale e del Consiglio di Sicurezza i luoghi della trattativa sarebbe una decisione senza precedenti, di grande valore politico e simbolico, che varrebbe sia a segnalare la gravità del pericolo incombente sull’umanità, sia a rilanciare la funzione dell’Onu e sia ad impegnare tutti gli stati in una riflessione sul futuro del mondo, prendendo finalmente sul serio il principio della pace stabilito dallo Statuto dell’istituzione di cui sono membri. 
 
L’alternativa al negoziato è l’escalation della guerra, con la terrificante prospettiva di un conflitto nucleare, o almeno la sua prosecuzione con gli inevitabili nuovi massacri e devastazioni a scapito dei cittadini inermi e di una crescita e istituzionalizzazione della logica bellicistica amico/nemico, una costruzione propagandistica funzionale ai populismi e ai regimi autoritari che sta contagiando anche le nostre democrazie.
 
Qualora anche l’umanità in questo frangente riuscisse a scampare il pericolo del conflitto atomico, gli esisti della guerra potranno essere o la corsa a sempre maggiori armamenti, in attesa della prossima guerra e con il rischio nucleare sempre presente, oppure un risveglio della ragione con la presa di coscienza finalmente della necessità di un progressivo disarmo, che dovrebbe concludersi con la definitiva messa al bando delle armi di distruzione di massa. La prima soluzione, benché miope, è la più probabile visto l’aumento delle spese militari varato dalle democrazie occidentali e il ricorso ad un linguaggio sempre più violento, che rischiano di minare o almeno di rendere difficili i negoziati con Putin, ben capace di optare per l’allargamento della guerra e far precipitare il mondo in un conflitto generale.
 
La scelta più saggia è quella pacifista, che implica l’impegno dell’intera comunità internazionale a fermare la guerra, ricercando un compromesso che non umili nessuno, rispetti il diritto all’autodeterminazione dei popoli e faccia emergere la necessità di una rifondazione, mediante l’introduzione di idonee garanzie in tema di limitazioni della sovranità degli Stati, del patto di convivenza pacifica stipulato con la creazione dell’ONU. Nessuno nega il legittimo diritto dell’Ucraina a difendersi, così come la solidarietà verso la sua popolazione martoriata, ma limitarsi ad inviare armi e tecnologie belliche non può essere l’unica opzione e questo a prescindere dalla condivisibilità o meno di tale scelta. Al riguardo siamo in presenza di un vero dilemma morale, esistono valide ragioni a sostegno e contro e non hanno senso le accuse e le invettive reciproche dei sostenitori delle due opzioni. 
 
Per costruire una pace duratura serve dare applicazione alle dichiarazioni universali dei diritti dell’uomo e alle convenzioni internazionali. Non possiamo continuare a parlare di difesa della democrazia, dei principi d’uguaglianza, di dignità delle persone e di universalismo dei diritti umani minacciati dalle autocrazie, fino a quando restano privilegio di pochi paesi, mentre per il resto del mondo sono solo discorsi retorici e privi di riscontro concreto.
 
La guerra, e prima la pandemia, hanno dimostrato la drammatica inadeguatezza delle istituzioni internazionali, il pericolo rappresentato dal vuoto di garanzie nei confronti dei poteri selvaggi degli Stati sovrani e dei mercati globali e perciò la necessità di un radicale cambio di passo. Occorre introdurre funzioni e istituzioni globali di garanzia e puntare al disarmo di tutti gli Stati, alla messa al bando di tutte le armi da considerarsi beni illeciti e al superamento degli eserciti nazionali, come auspicato più di due secoli fa da Kant.
 
Non si tratta di una utopia, ma dell’unica risposta razionale e realistica al medesimo dilemma affrontato quattro secoli fa da Thomas Hobbes: la generale insicurezza causata dalla libertà selvaggia dei più forti, oppure il patto razionale di sopravvivenza e di convivenza pacifica basato sul divieto della guerra e sulla garanzia della vita.

 

 

Grande successo ieri per il Liceo Classico “Pacifici e De Magistris” di Sezze.  Il Liceo più antico della provincia di Latina si è ripreso la scena rappresentando al centro sociale Calabresi di Sezze la commedia teatrale Le Rane di Aristofane nell’ambito del progetto “Educare con il teatro” con costumi e oggetti di scena di AnnaGrazia Benatti e adattamento e regia di Giancarlo Loffarelli. Soddisfatta e orgogliosa la preside Anna Giorgi, la quale ha ringraziano i tanti alunni che ieri hanno dato vita ad uno spettacolo teatrale di altissimo livello e i docenti che li hanno guidati in questa bellissima esperienza.

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Le rane di Aristofane fu messa in scena per la prima volta ad Atene, in occasione delle feste Lenee del 405 a.C. e risultò vincitrice. Nel 405 a.C. Atene stava attraversando uno dei periodi più difficili della sua storia: la guerra del Peloponneso stava per finire e la polis era sul punto di perdere la propria supremazia sul mondo greco.

 

 

“Il ricordo è l’impronta di vicende ed esperienze del passato, basta un profumo, una musica e si torna indietro nel tempo: è così che è nata “La locanda della felicità” da racconti, raccolti in famiglia o in paese. La consapevolezza di voler conservare la memoria di fatti realmente accaduti. E’ un ritorno e un bisogno di far conoscere persone, eventi e luoghi di una Sezze che è stata protagonista di stralci di vita quotidiana che si svolgeva nella semplicità del tempo fino a subire una grande tragedia.”( l’Autrice Anna Maria Bovieri)

La commedia è ambientata nel famoso locale delle “Colonne di Titi” aperto negli anni 35-40 da Giuseppe Titi, carabiniere a cavallo,  e da Teresa Ceci sua moglie, che pur non essendo di Sezze, erano ben inseriti nel contesto del paese, erano benvoluti da tutti anche per le opere di bene che spesso facevano. All’epoca tanti matrimoni venivano festeggiati alla locanda, dove nonna Teresa metteva a disposizione le preziose porcellane bianche firmate “R. Ginori”, fatte arrivare da Ferrara, paese natale di nonno Giuseppe.

Ogni personaggio dà un senso originale all’insieme della commedia, dove s’intrecciano emozioni profonde, tutti sembrano essere protagonisti di un unico grande racconto e ciò che li accomuna è la semplicità del vivere.

Siamo negli anni del dopoguerra dove ancora vive il ricordo di un conflitto che segnò la vita delle persone di Sezze; il bombardamento del maggio 1944 e il difficile ritorno alla normalità…

Il bisogno di ritrovare le persone amate, l’ospitalità data a una famiglia ebrea e la storia della piccola Anna. Minuti condivisi con le persone care ci rivelano i valori e il senso della vita, dopo aver attraversato momenti dolorosi.

Una commedia da vedere, affinché nulla vada perduto e resti impresso nella memoria di ognuno…un momento di commemorazione per i caduti del 21 maggio 1944 nel bombardamento della Chiesa di Sant’Andrea a Sezze.

Sabato 21 maggio ore 21 e domenica 22 maggio ore 18 presso la struttura del Cineteatro Evado, Associazione Culturale “ La Macchia” a Sezze in via Melogrosso. Costo biglietto 7,00 euro. Prevendita e informazioni ai n.349-7706127 oppure 349-6923350.

 

 

L’amministrazione comunale di Sezze ha deciso, come già accaduto nel periodo prima delle festività natalizie, di aprire un tavolo di confronto con le tante associazioni culturali impegnate nel territorio, con lo scopo dichiarato di organizzare nel migliore dei modi l’edizione 2022 dell’Estate Setina. A parlarne nel dettaglio è l’assessore Michela Capuccilli delegata alla Cultura, allo Sport e all’Associazionismo.  “Il prossimo 27 maggio alle 18:30 ci troveremo all’interno dell’auditorium San Michele Arcangelo per iniziare a ragionare su quello che speriamo possa essere un calendario ricco di eventi e con la maggiore partecipazione possibile, soprattutto dopo il lungo periodo di restrizioni che siamo stati costretti a dover vivere. Come amministrazione comunale – ha spiegato il vicesindaco di Sezze – riteniamo sia fondamentale ragionare con i tanti sodalizi presenti sul territorio setino, autentico motore culturale della città. Inutile, di contro, imporre scelte calate dall’alto, che inevitabilmente scontenterebbero chi invece vuole mettersi a disposizione per realizzare il cartellone degli eventi”. Una linea politica su come dovrà essere la prossima edizione dell’estate setina c’è già, come spiegato dallo stesso assessore Capuccilli: “Mi piacerebbe, e lavoreremo in questo senso, che dalle associazioni arrivino stimoli e proposte che possano coinvolgere ogni zona della città, ogni quartiere. E, ci tengo tanto, che nel cartellone delle iniziative spicchino quelle dedicate ai più piccoli, a quei bambini che più degli altri hanno bisogno di un ritorno alla normalità dopo questo periodo complicato”.

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