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Tra i premiati del ‘Microfono d’Oro 2022’ che vanno da Lillo Greg ad Andrea Delogu, da Annalisa Minetti ad Antonello Dose, da Danilo Brugia ad Aida Yespica, da Dominika Zamara a Ema Stokholma, da Ezio Luzzi a Federico Vespa, da Rossella Brescia a Silvia Salemi c’è il giovane cantautore pontino Andrea Del Monte. La premiazione si è tenuta a Roma, martedì 12 luglio nella Sala Protomoteca del Campidoglio, tra il numeroso pubblico era presente anche il giornalista Bruno Vespa che ha espresso apprezzamento verso il libro musicale 'Puzzle Pasolini' del giovane cantautore di Latina. Il premio è dedicato in particolare ai conduttori radiofonici, ma da sempre viene assegnato anche ai personaggi della musica, come per l'appunto Silvia Salemi, Annalisa Minetti e Andrea Del Monte. Al giovane cantautore pontino è stata attribuita la “Menzione Speciale”.  “Orgoglioso - ha affermato Fabrizio Santori, consigliere comunale di Roma e uno dei promotori e ideatori del Premio -     di aver ospitato in Campidoglio il 'Microfono d’Oro', ormai divenuto l’Oscar delle radio romane e nazionali, evento istituzionale giunto alla dodicesima edizione. Questo appuntamento è una tradizione a cui tengo in modo particolare, un onore che mi accompagna da molti anni e mi permette ogni volta di sottolineare l’effervescenza, la professionalità e la qualità delle trasmissioni radiofoniche delle emittenti, dei giornalisti, dei musicisti e dei vari professionisti, che le animano e le rendono interessanti e gradite al grande pubblico. Un fondamentale riconoscimento -  ha concluso Santori -  va all’organizzatore dell’evento e promotore del Premio, Fabrizio Pacifici, per la sua capacità di fare rete e per la sua profonda attività di promozione della Capitale nel mondo”. Andrea Del Monte è chitarrista, cantautore e compositore di Latina. Nel 2007, con il singolo “Il giro del mondo” (brano ispirato dal film “Il Grande Dittatore” di Charlie Chaplin) vince il Premio della critica al Festival “Il Cantagiro”. Al suo primo omonimo EP collabora John Jackson, storico chitarrista di Bob Dylan e l'etnomusicologo Ambrogio Sparagna. Con questo disco, raggiunge la Top 20 di iTunes.   Nel 2016, musica e canta la poesia “Supplica a mia madre” di Pier Paolo Pasolini. Nel 2015, sempre al poeta friulano, dedica il libro-disco “Caro Poeta, caro amico” e nel 2019 pubblica il disco-libro “Brigantesse – Storie d'amore e di fucile”, in cui l'album si apre con la lettura di un brano da parte di Sabrina Ferilli. Quest'anno infine ha aggiornato il libro-disco dedicato a Pier Paolo Pasolini arricchendolo con tre racconti e attribuendogli il nuovo titolo: “Puzzle Pasolini”.

 

 

Fumata nera per il pre-dissesto e per gli usi civici. Ieri i lavori del consiglio comunale di Sezze sono stati rinviati per mancanza di numero legale. L’opposizione consiliare compatta non ha fatto da stampella alla maggioranza zoppa a causa di diverse assenze. Già dal primo punto all’ordine del giorno, quello relativo alla permuta di un appezzamento di demanio civico in località Monte Trevi, la maggioranza che sostiene il sindaco Lucidi non ha potuto votare nulla ed il presidente del consiglio comunale è stato costretto a rinviare la seduta in seconda convocazione per lunedì 18 luglio. Assenti in aula per motivi personali i consiglieri comunali Calvano, Rieti e Lama, mentre per le minoranze Ferrazzoli e Quattrini. Oltre agli usi civici, materia molto delicata in tema di urbanistica e su cui bisogna avere molte accortezze e tenere accesi i riflettori, vi era tra i punti il ricorso alla procedura di riequilibrio di bilancio pluriennale. Un punto questo dove obbligatoriamente occorre una maggioranza qualifica per essere approvato in aula. Vedremo cosa accadrà lunedì. Intanto dai banchi dell’opposizione strategie condivise per mettere all’angolo l’attuale maggioranza consiliare. Nessuno sconto estivo e saldi di inizio stagione. 

 

 

Oggi pomeriggio si torna in aula. I consiglieri comunali di Sezze a partire dalle ore 17 si incontreranno per dibattere su diversi punti all’ordine del giorno. Tra tutti quello più importante è quello relativo al ricorso di riequilibrio finanziario pluriennale, art. 243 bis d.leg 267/2000.  Con questo tipo di procedura l’amministrazione comunale comunica che è a rischio dissesto finanziario e per tale motivazione si assume l’impegno di ridurre tutte le spese che si ritengono superflue e aumentare le entrate provenienti dai tributi locali. Con il ricorso a questa procedura l’Ente comunale avrà la possibilità di spalmare in più anni il disavanzo e alcuni debiti. E’ inevitabile che ci saranno delle conseguenze. La coperta è corta e i conti non tornano mai. E’ probabile che ci saranno aumenti nelle tariffe di quei servizi coperti con il bilancio comunale e ci sarà un forte condizionamento nell’utilizzo delle risorse finanziarie disponibili. Per i prossimi anni quindi l’amministrazione comunale sarà obbligata ad una politica contenuta, con la speranze che questa procedura serva a qualcosa.

 

 

Toppe e rattoppi. La situazione non cambia e siamo in presenza della solita solfa. Anche oggi la società Acqualatina tramite puntuale sms ha comunicato un guasto alla condotta delle Sardellane che causerà una interruzione idrica per tutto il pomeriggio (fino alle 19) per il territorio setino. Questa volta a fare eccezione sarà la pianura. A cosa sono servite le mozioni presentate in aula? E i consigli comunali in presenza di responsabili del servizio? A nulla perché i disservizi sussistono e gli investimenti promessi sulla rete idrica locale non si vedono. Si va avanti però con rattoppi vari lì dove è possibile intervenire ovviamente, mentre le grandi perdite nella conduttura obsoleta continuano ad esserci. Con un clima così torrido saranno sufficienti autobotti in via Bassiano e in via Cappuccini? Siamo veramente uno di quei paesi scarsamente considerati, che oltre al danno subisce di continuo la beffa.

 

L'sms inviato ai clienti del servizio

 

Tanti soldi spesi per avere un impianto che ancora funziona per metà. L’opposizione consiliare di Sezze nei giorni scorsi ha protocollato una mozione relativa ai lavori dell’impianto di depurazione in via Degli Archi a Sezze Scalo. Nelle premesse i consiglieri Serafino Di Palma, Orlando Quattrini, Armando Uscimenti, Sergio Di Raimo, Alessandro Ferrazzoli e Dorin Briciu ripercorrono le fasi che hanno portato all’attivazione del depuratore nel 2020 per il solo territorio di Sezze Scalo e che “per la messa in funzione per la zona di Sezze alta è necessario realizzare altri 150 metri di condotta”. I consiglieri di opposizione chiedono al sindaco di Sezze di porre in essere tutte quelle azioni necessarie per il completamento dell’opera. Si richiede altresì che vengano adottate le giuste tariffe anche in considerazione dei provvedimenti adottati dalla Giunta della Regione Lazio. Quanto bisogna attendere per realizzare 150 metri di condotta? L’impianto approvato dal consiglio comunale nel lontano 2008 venne inseritio nel piano triennale delle opere pubbliche per un importo totale di euro 5.400.000, di cui 4.000.00 provenienti da un finanziamento regionale e la restante somma di 1.400.000 da fondi del bilancio comunale.

 

 

 

L’Estate setina è nel pieno del suo svolgimento, nonostante le difficoltà economiche l’amministrazione comunale di Sezze "non ha voluto fare a meno di una delle manifestazioni storiche di Sezze". L’assessorato alla Cultura e allo Spettacolo ha stilato infatti un calendario di eventi che accompagneranno la calda estate 2022 fino al 23 settembre. Diverse le proposte giunte dalle associazioni locali e da società che promuoveranno spettacoli ed eventi vari in tutto il territorio comunale. Il vice sindaco Michela Capuccilli, assessore alla cultura, ci tiene a sottolineare lo scopo della manifestazione che dal 1976 a Sezze offre ai cittadini e turisti  un calendario ricco di eventi ed iniziative, con l'obiettivo di "rivitalizzare le serate estive del territorio". Per l’assessore è anche l’occasione per “favorire la conoscenza del patrimonio storico, artistico, paesaggistico e gastronomico della città di Sezze”. Già iniziata lo scorso 21 giugno, l’Estate Setina 2022, "non mancherà di offrire molte altre iniziative, di carattere sociale, culturale, artistico e sportivo". Diverse le location degli eventi: dal centro sociale Calabresi all’auditorum San Michele Arcangelo, dal campo Tornesi di Sezze Scalo ai Campi da Tennis di Sezze, dal centro storico sino ai quartieri periferici della città. Insomma... racconti, musica, incontri con l’autore, serate in dialetto e molto altro. Da sottolineare ad esempio l’evento “Re-popul-art” Festival di rinascita Culturale della Periferia Setina” che si terrà a Fontanelle o anche il Festival dello Sport (16-17-18 settembre) a chiusura della carrellata di eventi.

 

Nella foto il vice sindaco Michela Capuccilli

 

 

Chi opera in agricoltura ha percepito già da qualche decennio e forse ancor prima di altri che il clima stava lentamente cambiando. Gli eventi meteo che una volta erano eccezionali o di emergenza, sono diventati  sempre più frequenti, sino a diventare di ordinaria amministrazione. Ma cos’è l’emergenza? Come tutti sappiamo è la capacità di far fronte ad una situazione straordinaria. Ma quando lo straordinario inizia a diventare ordinario, perché in un semestre si susseguono fenomeni di assenza di precipitazioni con temperature troppo al di sopra delle medie stagionali, significa che dobbiamo cominciare a ragionare in termini non emergenziali.  Il clima è diventato rovente, dissecca colture e piante e la prolungata assenza di piogge  inaridisce i fiumi. Impressionante vedere i nostri maggiori corsi d’acqua, il Po in testa, attraversabili in secca per lunghi tratti come se fossero strade sterrate di campagna!

Allora cosa fa il buon padre di famiglia sapendo che ci sarà un lungo inverno senza provviste? Mette da parte le scorte di acqua, perché quell’acqua che cade dal cielo sarà sempre più preziosa e la dobbiamo conservare gelosamente all’interno di laghi naturali ma anche di invasi e bacini naturali che dovremmo costruire a tale scopo. E’ un po' quello che facevano i romani con l’impluvium  ed il compluvium nelle domus,  quello che facevano i nostri nonni raccogliendo l’acqua piovana nelle cisterne sotto casa, in tempi  certamente non sospetti ma privi di tecnologie di sollevamento e di trasporto nelle condutture.  Ebbene quelle acque andranno conservate, non bisognerà lasciare che possano evaporare o scorrere verso il mare. E’ una tecnologia che già esiste e non dobbiamo inventarci nulla.

Israele, i Paesi Arabi, gli Emirati, il sud degli USA, hanno tecnologie idonee alla raccolta e alla conservazione delle acque. In Italia viene sprecata dal 30 al 50% delle acque che viaggia nelle condutture, in Israele solo il 3%.  Anzi, qui l’86% dell’acqua destinata all’irrigazione dei campi è acqua recuperata e filtrata, proveniente dai grandi centri cittadini, poi raccolta in enormi piscine. Ma la grande sfida Israele l’ha vinta per assicurare ai suoi cittadini l’acqua potabile. Oggi, più dell’80%  dell’acqua per uso domestico è acqua desalinizzata. Acqua di mare ed acqua recuperata: nulla viene disperso  e i campi coltivati nel deserto stanno a dimostrarlo da circa mezzo secolo.

Non ci dobbiamo arrendere, la Terra sa cosa darci  in ogni stagione ma si deve pianificare in anticipo, sapendo che viviamo in  un’era di ordinarie calamità. Dobbiamo vedere cosa fanno gli altri Paesi  e seguirne l’esempio.

In Italia tutto questo è mancato nei decenni scorsi, ma oggi abbiamo la capacità di trasformare la grande minaccia in opportunità, con la grande differenza che non siamo in un deserto. Siamo in un Paese che ringraziando Dio l’acqua ancora ce l’ha. Secondo le statistiche cadono da noi in media  circa 300 – 350 miliardi mc di acqua, anche se mal distribuita nel corso dell’anno. Il problema è che l’89%  la sprechiamo, la mandiamo al mare, mentre invece dovremmo raccoglierla con un piano bacini, che sia la risposta per guardare al futuro in maniera programmata.

Il sistema dei Consorzi di Bonifica ha messo a disposizione del Paese un progetto di 10.000 invasi tra piccoli  e medi, non impattanti coni fiumi e con l’ambiente, da realizzarsi entro il 2030, cioè entro i prossimi otto anni. Finora ne sono pronti 233 per raccogliere l’acqua quando è troppa e  metterla a disposizione quando manca, per un uso potabile,  elettrico e per l’agricoltura. E’ ancora troppo poco ma confidiamo che i restanti  9767 progetti non restino solo sulla carta ma che vengano realizzati  entro i tempi programmati, perché sarebbe veramente  un grande disastro non solo per l’agricoltura ma  per tutti.

Lunedì, 11 Luglio 2022 07:20

C'era una volta l'Estate Setina

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Non si è mai verificato, in passato, che l'Estate trascorresse senza un programma di iniziative culturali, sportive, ricreative da parte della Amministrazione comunale. Tutto è stato lasciato alle iniziative, alla creatività e alla buona volontà (che per nostra fortuna non manca!) dei gruppi locali, delle numerose Associazioni che hanno degnamente supplito a questa assenza e alla evanescente sponsorizzazione del Comune. Ben altro ci si attendeva dopo la interminabile quarantena dovuta alla pandemia. Ben altra aria si respirava in passato, con il Cartellone estivo pieno di iniziative e di attività rivolte ai bambini e ai giovani, nelle piazzette del Centro storico e nelle diverse contrade sempre pullulanti di cittadini a manifestare la soddisfazione di stare insieme, di partecipare, di godersi una serata tranquilla e serena. L'estate setina era nata non solo per la voglia dell'effimero, ma per spezzare la monotonia delle lunghe serate, per rinsaldare il vincolo dell'amicizia, per mettere in mostra le tante professionalità musicali, teatrali e artistiche locali, per attirare l'attenzione di turisti e di forestieri intorno alle tradizioni locali, alle nostre bellezze naturali, al nostro territorio a un passo dalla Sempreviva e non molto distante dal mare. C'era un'idea e un progetto per città e per i Monti Lepini, perché non diventassero periferia della pianura ma punto di riferimento e occasione di sviluppo ambientale e territoriale. Qui, da noi, invece, non si è trovato né il tempo né il denaro per festeggiare la festa dei Santi Patroni. Il Torneo internazionale Femminile di Tennis, in via Piagge Marine, ristrutturato e rimesso a nuovo dopo un lungo abbandono, resta un bel ricordo, a memoria delle tante atlete che hanno dato lustro e prestigio alla città e allo sport. "I soldi non ci sono", è stata la risposta degli amministratori, come se prima di soldi ce ne fossero a iosa e piovessero dal cielo. I soldi per la città vanno ricercati attraverso contatti istituzionali e attraverso le sponsorizzazioni di privati. Ma per ottenere ciò bisogna darsi da fare e faticare le famose sette camicie. La questione ancora una volta è politica. A metà luglio ancora non si mette mano al bilancio di previsione 2022 per definire un Piano di ammortamento dei debiti, di rientro dei crediti, di investimenti per il territorio. In assenza di una visione programmatica, che ha lo scopo di indirizzo e di coordinamento, ci si affida alla buona volontà delle Associazioni locali. L'estate non è solo la stagione del passatempo. È un periodo durante il quale si possono mettere in campo molte iniziative positive a favore dei ragazzi e degli anziani. Qualcuno aveva suggerito di aprire le Scuole, d'intesa con gli Istituti scolastici, per favorire il recupero e il potenziamento di alcune discipline, di consentire incontri e attività sportive per i ragazzi, dopo il disastro provocato dalla DAD e dalla pandemia. Qualcuno aveva suggerito di non lasciare soli i ragazzi disabili ma di coinvolgerli in iniziative concrete, di diffondere l'amore per il teatro e per la musica in tutte le contrade, di far rinascere la Ludoteca nei quartieri. L'elenco sarebbe troppo lungo ma forse inutile per chi non vuol sentire. A costoro si può ricordare che impegnarsi d'estate rientra nei doveri istituzionali e non preclude il diritto di andare in ferie, considerato che in Comune gli assessori possono avvicendarsi e accordarsi. Fatto sta che mentre gli altri Comuni si stanno caratterizzando con iniziative lodevoli e di richiamo, qui tutto scorre sottotono e in sordina. I cittadini meritano di più e hanno l'opportunità di valutare serenamente l'operato dell'Amministrazione e trarne le conclusioni. Non basta la poesia, per governare serve la prosa! Le questioni sono complesse e richiedono impegno, studio ed esperienza.

 

 

«E quelli che ci lasciano la vita, coloro che cadono, a migliaia, sono sempre gli umili, gli anonimi, il popolo che non ha mai voluto le guerre, che non le ha mai capite; mentre desiderava unicamente vivere libero e in pace» (don Primo Mazzolari).
 
Iniziare queste mie riflessioni sul libro dell’amico Lidano Grassucci, Ucraina. La guerra vista da lontano, con le parole di un sacerdote, per quanto figura scomoda e profetica, scrittore e partigiano, uomo insomma di forti idealità e di impegno concreto, che ha combattuto per liberare l’Italia dalla barbarie nazifascista ed ascriverla tra le nazioni libere e democratiche è un po’ una provocazione. Penna acuta, cronista militante, socialista mangiapreti, polemista intelligente e anomalo per questi nostri tempi scoloriti in cui prevalgono accondiscendenza e piacioneria, sono convinto apprezzerà la scelta.
 
Diversi per storie personali e percorsi culturali, socialista lui e cattolico io, ci ritroviamo compagni di viaggio, militanti nell’ANPI, partigiani per definizione. Fieri delle nostre radici, ci unisce la passione per gli ultimi, per quanti sono ai margini ed esclusi e non ce la fanno a tenere il passo dei più fortunati, la ferma convinzione che nessuno vada lasciato indietro e l’utopia di una società veramente democratica, di eguali pur nella diversità. Insieme soltanto possiamo costruire il futuro e nessuno è zavorra inutile da abbandonare lungo il cammino. Dichiararsi di parte è un valore e una scelta di verità. Detesto gli equilibristi, i neutrali e i super partes, quanti si mimetizzano nelle pieghe e preferiscono rimanere nell’ombra, rifuggono il prendere posizione e l’assumersi le responsabilità, non incarnando in ogni gesto e scelta la pienezza delle proprie convinzioni. Riguardo tale schiera mi sovviene una citazione biblica, che sono sicuro non farà venire l’orticaria al laicissimo Lidano: “Ma poiché sei tiepido, non sei cioè né freddo né caldo, sto per vomitarti dalla mia bocca” (Apocalisse 3, 16).  
 
Scrivere un libro sulla guerra in Ucraina, pur non avendo mai messo piede in quella terra martoriata, una guerra insomma vista da lontano, come recita lo stesso titolo, è scelta coraggiosa. È ragionevole pensare che sia impossibile raccontare ciò che non fa parte del proprio bagaglio esperienziale, spiegare quanto non si conosce direttamente, per quanto oggi le informazioni corrano veloci e siamo in grado di conoscere in tempo reale quanto accade in qualsiasi parte del mondo. Smentendo simili pregiudizi Lidano Grassucci ha messo a disposizione dei lettori un contributo apprezzabile per riflettere sulla guerra in Ucraina, partendo da una prospettiva poco praticata nei resoconti di cronaca, nelle discussioni tra esperti di geopolitica, ospiti abituali di trasmissioni televisive e seguitissimi sui social, quello dell’umanità dolente che di ogni guerra è vittima innocente.
 
Nel libro non troviamo argute analisi delle strategie militari, lasciate ben volentieri ai competenti. L’autore, com’è nelle sue corde e nella sua appartenenza ideale, guarda ad altro, prende posizione in modo netto e chiaro, si schiera dalla parte degli aggrediti, il popolo ucraino, contro l’aggressore Putin e i suoi scherani, e soprattutto ci guida in un viaggio nell’orrore della guerra e nella tragica insensatezza del dolore.
 
La verità incontrovertibile è che quella scatenata nel cuore dell’Europa non è una guerra di e tra popoli, ma tra un tiranno, Putin, la ristretta cerchia di oligarchi proni al suo folle disegno di potenza e il popolo ucraino. Dietro il rimando ai principi e ai valori si celano biechi interessi economici e geopolitici che superano di molto il ristretto campo delle relazioni tra Russia ed Ucraina, pedine di un gioco più grande nel quale è difficile distinguere con esattezza ragioni e torti, fatto salvo ovviamente il popolo inerme che di ogni guerra è vittima assoluta e per definizione. 
 
In queste settimane fiumi di parole e immagini hanno raccontato e raccontano il dramma di milioni di ucraini. Mai prima d’ora un conflitto ha avuto così ampia copertura mediatica, ma paradossalmente ne sappiamo poco o comunque non a sufficienza e le occasioni di riflessione sono scarse. Prevale un’inaccettabile retorica bellicistica, quanti si approcciano alla guerra con spirito critico sono guardati con sospetto e vanno manifestandosi con sempre maggiore insistenza nell’opinione pubblica segnali di assuefazione e indifferenza a crudeltà e disumanità.
 
Lidano Grassucci ci sollecita a non cadere in questa trappola, a non smettere di guardare i volti delle vittime, uno sguardo indispensabile per non dismettere la sincera compassione, per scongiurare il rischio di richiuderci in una logica egoistica in cui prevalgono gli interessi economici a scapito dei diritti e delle libertà dei popoli.
 
Le vittime sono sempre orrendamente vittime, anche quando siamo indotti a pensare che i carnefici “non sanno quello che fanno”, pur pretendendo di saperlo ed eseguirlo perfettamente. Le vittime, così numerose da non riuscire a contarle, a cominciare dai bambini, a chi decide e attua la guerra non interessano: sono solo numeri, un effetto collaterale. Conta aggredire, invadere, vincere. È poi rivoltante il mancato resoconto dei militari morti, quasi non fossero persone, uomini, figli, padri, mariti, fratelli, cugini, amici, ma carne da macello, sacrificabile sull’altare dei giochi dei potenti.
 
A differenza di Lidano Grassucci mi definisco e sono pacifista, ma non ho nulla a che fare con i sostenitori dell’arrendetevi subito rivolto agli ucraini per risparmiarsi i lutti della guerra, essendo destinati comunque a perdere la libertà, dello smettere la resistenza per evitare che il conflitto aumenti di intensità, si estenda e coinvolga Paesi mietendo altre vittime innocenti. È necessaria una iniziativa forte che costringa i contendenti a sedersi intorno ad un tavolo e trattare. Non ci sono alternative.
 
La pace è il progetto di una nuova società e di un nuovo mondo, è giustizia, uguaglianza, lavoro per tutti, diritti umani, custodia della casa comune, ma si costruisce soltanto rispettando il diritto all’autodeterminazione dei popoli e non restando equidistanti tra aggressori ed aggrediti.
 

 

 

Il sindaco di Sezze Lidano Lucidi ha emesso una ordinanza nei confronti dei proprietari dei terreni prospicienti il Belvedere di Santa Maria di Sezze. Le ordinanza sono state già notificate agli interessati.  Lungo via dei Templi, infatti, i “fazzoletti” di terra, una volta coltivati e ben curati, sono abbandonati  e incolti da anni e oltre ad essere pericolosi in caso di incendi perché confinanti con le abitazioni, rappresentano un degrado dei luoghi mai visto. L’ordinanza sindacale ordina ai proprietari di bonificare immediatamente i terreni e, in caso di inottemperanza, sarà cura del Comune di Sezze provvedere ai lavori di pulizia e bonifica con successiva richiesta di risarcimento contro i proprietari. Del caso se ne è occupato l’assessore all’Ambiente Pietro Bernabei anche a seguito di diverse segnalazioni e richieste da parte dei residenti del quartiere e di singoli cittadini. Per Bernabei il problema è prima di tutto “culturale” in quanto spesso “manca senso civico” e rispetto. Negli anni precedenti se ne era occupato direttamente il Comune di Sezze, ma non si capisce perché un Ente pubblico deve farsi carico di pulire e provvedere a spese dei contribuenti terreni privati. Nei giorni scorsi, sempre grazie all’interessamento dell’assessore Bernabei, è stata “riqualificata” Piazza del Duomo. Sono state risistemate le panchine oggetto di atti vandalici, sono stati riposizionati i dissuasori nel Belvedere e tutta la piazza è stata ripulita. Mancano ancora dei lavori che saranno a breve realizzati, lavori che andranno a riqualificare lo stato dei luoghi e non a devastarlo come qualcuno in passato aveva in mente di fare. E’ importante che ci sia una giusta attenzione verso i beni pubblici. E’ importante che i cittadini considerino il bene pubblico per quello che realmente è, cioè un bene di tutti. E’ importante che le istituzioni accolgano le richieste da parte di chi ha ancora a cuore il paese perché una politica di rispetto diventa poi una politica di condivisione e di allenza.

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