In questi giorni, a seguito di libere elezioni fatte con regole liberamente scelte dal precedente parlamento liberamente eletto nelle precedenti elezioni liberamente svolte, sono state liberamente scelte ed elette alle alte cariche dello Stato due persone alquanto invise alla parte avversa.
Ora, pur comprendendo tutte le motivazioni addotte, resta il fatto che tutto è avvenuto nell’ambito delle regole democratiche che le parti hanno tra loro condiviso nel tempo. Scrivo ciò poiché non riesco a tacere perché non riesco a comprendere e condividere gli atteggiamenti messi in campo dalla parte a cui il sottoscritto ha sempre guardato e tuttora guarda come punto di riferimento politico e morale. Tutto mi è incomprensibile per vari motivi. Partiamo dall’ultimo episodio che si è verificato, ovvero dalle scritte offensive alla sede di FdI. Se questo gesto è stato compiuto da persone d’area di sinistra resterei, soprattutto in questo momento, allibito. Resterei allibito naturalmente per l’intolleranza, per il non rispetto delle regole democratiche, per aver calpestato il pluralismo. Tutte cose che predichiamo. Ma poi? Se davvero è questa l’area che ha commesso tale aggressione resterei allibito, soprattutto adesso, visto che non passa giorno senza che quest’area politica, la nostra area, scenda in piazza per gridare a gran voce: PACE! E poi? Chiediamo agli ucraini, aggrediti, massacrati da Putin, un gesto di pace e poi, basta che ci baleni il semplice pensiero che l’altro ci possa aggredire che lo massacriamo!? Dobbiamo allora ammettere che siamo di nuovo al punto di partenza: possiamo manifestare per la Pace se dentro di noi cova aggressività, intolleranza e odio per l’altro? Altro motivo che mi lascia alquanto perplesso è questo quotidiano, incessante e reiterante argomentare sul pericolo fascista, xenofobo e integralista. Comprendo perfettamente che le forze chiamate al governo e le persone elette alle alte cariche sono figlie di queste culture. Però, queste persone, non hanno forse detto in Parlamento che si impegnano a rispettare e favorire lo svolgimento della vita democratica? Non hanno forse detto di voler operare per una pacificazione? Si dirà che molte cose che avrebbero potuto ancor di più aiutare non le hanno dette. È vero. Ma, se veramente vogliamo anche noi favorire una pacificazione, cosa che è nell’interesse di tutti, non conviene partire ed amplificare le cose positive che hanno enunciato? O i nostri parlamentari rispondono che non credono a quanto detto? Se non si crede alle parole pronunciate nel parlamento a cosa serve il Parlamento se non parlare e prendere atto di quanto si afferma? Poi si dovrà verificare se le azioni sono consequenziali. Ovviamente. Ma ciò lo si può verificare solo nel durante e dopo. Sforzandosi di mettere da parte il pre-giudizio. Il Presidente La Russa ha pronunciato questa frase: “Non dirò frasi ad effetto, non è giusto, saranno le mie azioni a parlare”. Quindi? Cosa gli rispondiamo? Non ti crediamo? E allora cosa vogliamo fare? Adesso.
Adesso penso che la politica ha immense responsabilità:
1. Intanto, adesso, assumersi la responsabilità della gestione egoista e autoreferenziale, da scempio, fatta nel corso dei decenni;
2. Parlare. Adesso si che deve parlare. Ma deve spendere parole che guidino alla pacificazione di un popolo completamente sbandato. Letteralmente. E nel contempo vigilare che i diritti fondamentali e le conquiste democratiche, come indicate da Liliana Segre, non vengano affossate. Ma per fare ciò la politica e i politici devono essere credibili.
3. Essere di esempio. Appunto. E lo possono essere solo se dimostrano coerenza tra il dire che vogliono il bene del popolo (e non solo il loro) e il fare. Faccio un esempio di uomo e politico per me credibile in quanto ha incarnato ciò che predicava: Aboubakar Soumahoro. Ecco, da persone di tal fatta si potrebbe prendere ispirazione e, magari, consegnargli un ruolo di guida morale;
4. Ultima, ma non ultima: La PACE. La Pace è innanzitutto un processo di pacificazione di se stessi. Ci illudiamo se pensiamo che basti gridare PACE nelle piazze e sventolare bandiere arcobaleno. Come spesso viene detto, bisogna ESSERE operatori di pace. Non PRETENDERE la pace. E i politici che vogliono guidare davvero una Comunità dovrebbero evitare di cavalcare movimenti improbabili ma essere operatori di Pace con le parole e con le azioni.
La responsabilità che la classe politica oggi ha, è quella di seminare il buon senso per non alimentare la stupidità e l’ignoranza che cova dentro ognuno. L’ignoranza non è di destra e non è di sinistra. L’ignoranza non risiede in coloro che non hanno un titolo di studio o nei poveri, l’ignoranza si trova anche comodamente sdraiata nei laureati, negli onorevoli e nei ricchi.
L’ignoranza è una Potente Regina. Una Tiranna. E non ha nessuna intenzione di mollarci e di mollare il suo Alto Scranno. Quindi, meglio non alimentarla. Neanche per il proprio tornaconto. Se lo facessimo saremmo stupidi. E ignoranti.
Buon Cammino. In Comunità. Possibilmente senza astio e né astice.
“Indebita percezione del reddito di cittadinanza” è il reato di cui dovranno rispondere 11 persone (di cui 8 donne e 3 uomini) di età compresa fra i 23 anni e i 70 anni, di origini straniere e residenti a Sabaudia, denunciati in stato di libertà dai Carabinieri della Stazione di Sezze congiuntamente a personale del Nucleo Ispettorato del Lavoro dei Carabinieri di Latina, nell’ambito di un’attività di polizia giudiziaria finalizzata a contrastare efficacemente la fenomenologia. In particolare, i militari dell’Arma dei Carabinieri, dopo accurate verifiche volte ad accertare il possesso dei requisiti previsti dalla normativa vigente in materia di reddito di cittadinanza e di pensioni attraverso l’esame incrociato dei dati documentali e delle informazioni acquisite nel corso di specifici servizi di controllo del territorio con quelli fomiti dal Comune di residenza, individuavano elementi che consentivano, allo stato, di ritenere che gli undici soggetti fornendo dichiarazioni relative ad una residenza in Italia da 10 anni, che appare non veritiera, avevano nel tempo pereepito il sussidio senza che ve ne fossero le condizioni. Gli esiti dei controlli venivano comunicati all’Autorità Giudiziaria e all’INPS per l’interruzione dell’elargizione del beneficio e il recupero delle somme indebitamente percepite per un totale di 54.327,67 Euro. Continueranno i monitoraggi dei Carabinieri finalizzati a contrastare efficacemente gli abusi, registrati nel corso del tempo, da parte di soggetti che non versano nelle condizioni giustificatrici del percepimento del reddito di cittadinanza e che con la loro condotta non solo commettono reato, ma sviliscono la ratio dell’istituto giuridico del beneficio.
Sinistra Italiana Sezze accoglie con interesse la notizia che sul territorio comunale è stata inaugurata una moschea.
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"Tutti hanno diritto di professare liberamente la propria fede religiosa in qualsiasi forma, individuale o associata, di farne propaganda e di esercitarne in privato o in pubblico il culto, purché non si tratti di riti contrari al buon costume." Con l’articolo 19 della Costituzione, l’Italia riconosce a tutti i cittadini il diritto di professare la propria fede. Dopo la catastrofe del regime fascista, la libertà religiosa ed il principio di laicità dello stato integravano un nucleo di diritti civili e sociali, costruito sulle fondamenta della resistenza a tutela di una società che, ripudiando la violenza, l’odio, la guerra, sceglieva l’accoglienza, l'inclusione e la solidarietà sociale come stelle polari. Da un lato si tutelano quindi i cittadini tutti da indebite ingerenze sulle loro scelte e convinzioni personali, dall'altro le religioni possono costituire un luogo non solo di espressione nel rispetto degli altri ma anche di aggregazione e proposta nell'ambito di una società pienamente democratica. A chi paventa la pericolosità di uno spazio di aggregazione per i fedeli di una delle principali religioni al mondo, dalle articolazioni e differenze spesso ignorate dalla vulgata dominante (basti pensare che a combattere l'ISIL c'erano miliziani curdi di fede islamica), rispondiamo che i fondamentalismi religiosi attecchiscono dove la società non sa offrire speranze di riscatto nella vita terrena, spesso fomentati da chi nasconde le disparità sociali come polvere sotto il tappeto. È su questo terreno che devono concentrarsi gli sforzi Ci auspichiamo fin da subito un dialogo con le istituzioni religiose per facilitare l'emersione nel dibattito e nella politica locale delle problematiche che vivono comunità ancora troppo invisibili, comunità composte in gran parte da quei lavoratori essenziali che hanno assicurato la tenuta della filiera agricola durante la pandemia ma soprattutto di persone con le loro necessità ed aspirazioni e non solo di braccia.
Si è svolta ieri l’inaugurazione delle aule Green presso l’istituto I.C. Pacifici Sezze-Bassiano del plesso di San Bartolomeo. Si tratta di strutture realizzate grazie ai fondi EX Art. 58 c.4 D.L. 73/2021 e che ospiteranno gli studenti per attività scolastiche ed extrascolastiche. Le aule Green installate in un’area prospiciente l’istituto scolastico sono state fortemente volute dal Dirigente Scolastico, dott.ssa Fiorella De Rossi, che ha seguito l’iter fin dall’inizio in sinergica con i docenti ed il personale amministrativo della scuola. La tenacia e la determinazione della dott.ssa De Rossi è stata premiata, soprattutto in un momento dove il mondo scuola soffre di risorse e disponibilità economiche. Per le aule green inaugurate ieri alla presenza degli amministratori locali, nell’ambito di una giornata all’insegna dell’arte e della musica come solo sa fare questa scuola, sono stati finanziati circa 25 mila euro. A breve però arriveranno altri finanziamenti ministeriali per la scuola primaria grazie alla partecipazione ai bandi PON Edugreen e altri importanti finanziamenti, circa 75 mila euro, per la scuola dell’infanzia. La soddisfazione della preside è tanta, così come per i docenti e per gli alunni. Insomma.. piccoli grandi sogni che si sono realizzati. Grazie!
La Preside De Rossi durante l'inaugurazione della aule green
Un piano che servirà a gestire meglio le emergenze territoriali nel Comune di Sezze. La commissione consiliare ambiente e territorio, questa mattina, ha votato l'aggiornamento del piano di Protezione Civile (PEC). Si tratta di un atto amministrativo che permetterà di dare seguito alle procedure operative di intervento per fronteggiare una qualsiasi calamità, uno strumento utile che consentirà all’amministrazione comunale di predisporre e coordinare al meglio gli interventi di soccorso a tutela della popolazione e dei beni a rischio. Il presidente della commissione, Gianluca Calvano, sottolinea l’importanza dell’atto approvato. “Il PEC - afferma - è un piano importante che serve per la comunità e soprattutto per chi deve gestire l'emergenza. Era atteso da quattro anni, ora sarà portato al prossimo consiglio comunale per essere votato. Ringrazio il Comando della Polizia Locale e i tecnici comunali che hanno lavorato per questo, così come i componenti della commissione per tutto il lavoro svolto”.
Nella foto il consigliere comunale Gianluca Calvano
L’Ucraina può essere aiutata a liberarsi dall’aggressione della Russia edificando la Pace? “Tutte le guerre hanno origini da ingiustizie” Papa Francesco. Se così è (e sicuramente è così), allora penso che la cosa più semplice da fare sia deporre tutto il nostro armamentario di egoismo, ipocrisia, indifferenza e aggressività che quotidianamente lustriamo. Chi ha responsabilità di governo e responsabilità dirette in questo (come in ogni altro) conflitto, dovrebbe chiedersi: “dove io e la mia comunità abbiamo sbagliato? Quali ingiustizie noi abbiamo commesso e quali sofferenze noi abbiamo originato?”. A queste semplici domande ogni parte in causa dovrebbe rispondere, e dovrebbe farlo pubblicamente. Perché? Perché le armi cesseranno. Come ogni cosa cessa su questa dimensione, anche le armi cesseranno. E la pace tornerà. Ma se non si sono comprese le cause che hanno provocato e condotto al conflitto, non sarà Pace ma semplicemente tregua, in attesa del momento opportuno per consumare la vendetta. Ecco perché coloro che, ai vari livelli, hanno responsabilità di governo, hanno il compito e il dovere di esternare pubblicamente le risposte. Per aiutare ogni membro della comunità a riflettere, ad interrogarsi a prendere coscienza affinché la consapevolezza che aiuteranno a far emergere possa essere foriera di pacificazione per ogni cuore e, quindi, Pace fra i popoli. Questo processo di presa di coscienza potrebbe davvero essere liberatorio. E lo potrà essere nella misura in cui si comprenderà che si è stati vittima di un atroce ed efferato abbaglio che ha condotto sia se stessi che comunità intere dentro un baratro colmo di sofferenze. Condurre alla consapevolezza e aiutare le comunità a prendere coscienza di tutto ciò e aiutarle anche a liberarsi dall’ormai inutile (se non addirittura deleterio) senso di colpa è il primo passo verso la Pace. Non si tratta di assolversi con leggerezza ma comprendere che ad agire non è stata l’essenza della nostra intelligenza ma l’essenza della nostra stupidità. Il perdonare e il perdonarsi sarà semplicemente un’ovvia conseguenza. Il perdono non può essere bigotto, esso può agire solo se si è compresa la sofferenza prodotta agli altri e a se stessi. La Via verso la Vita, verso la Verità non può essere percorsa ad occhi chiusi rischiando così di travolgere, magari inconsapevolmente, chi è sullo stesso cammino. Per essere discepoli della Pace non basta scendere in piazza, sventolare una bandiera e gridare “Pace” e non basta neanche genuflettersi, battersi il petto e dire “io credo”. Dobbiamo renderci conto che tutti percorriamo il medesimo sentiero, che tutti siamo alla ricerca della felicità e che non la possiamo certo realizzare a discapito dell’altro. Dobbiamo essere consapevoli di ciò che siamo e di ciò che agiamo. Dobbiamo effettuare, con fede, il salto che ci conduce dal credere cieca-mente al comprendere chiara-mente. Questa è, secondo me, la via che porta alla Pace. Ognuno di noi è chiamato a percorrerla e chi ha responsabilità nelle Istituzioni, se la Pace l’ha veramente a cuore, è chiamato a rendere questa via percorribile.
Orazio Ananda Mercuri
(Lidia Ravera)
Già nell’ultima seduta consigliare era intervenuto. Adesso lo fa con la stessa maniera, sollecitando l’amministrazione comunale di Sezze. Il capogruppo del Pd Armando Uscimenti chiede al sindaco di Sezze e alla Giunta comunale di trovare delle risorse nel bilancio comunale da destinare ai commercianti del centro storico di Sezze in difficoltà anche a causa dei lavori pubblici che stanno interessando via Diaz. Uscimenti sollecita il sindaco Lucidi a fare qualcosa per le attività presenti nel cuore del paese, già in difficoltà per il caro bollette e in crisi per quanto accaduto a causa della pandemia. “Se i lavori in via Diaz sono necessari e importanti per il centro storico – afferma Uscimenti – altrettanto importante è la sopravvivenza delle attività in centro, già in difficoltà per l’aumento delle bollette e per la crisi del settore. Dobbiamo sostenere in tutti i modi chi ha avuto il coraggio di investire nel centro storico. I lavori purtroppo hanno già fatto chiudere momentaneamente dei negozi e da un mese altri esercizi soffrono i disagi legati ad essi. Chiedo al sindaco di trovare urgentemente delle risorse nel bilancio per aiutare economicamente i commercianti e tutti gli operatori del centro storico. Dobbiamo sostenerli e cercare in tutti i modi di non far morire l’economia del centro storico”. In centro ci sono negozi di abbigliamento, ristoranti, Bar e Pub che non devono sentirsi abbandonati. E' in questi momenti che le amministrazioni comunali devono intervenire.
Andrea Del Monte è “Autore dell'anno”. Con il libro “Puzzle Pasolini” il giovane cantautore pontino vince questo riconoscimento speciale che ogni due anni l'Associazione “Artisti Lepini” assegna nell'ambito del Premio biennale letterario internazionale dei Monti Lepini. Riconoscimento, da precisare, intitolato a Franco Caporossi, uno dei fondatori della stessa Associazione scomparso alcuni anni fa. All'inizio, tale Premio biennale era itinerante, ma da alcuni anni si svolge a Segni. Giunto alla diciannovesima edizione, ha dunque quarant'anni. È nato con lo scopo di incrementare e promuovere la letteratura italiana e dialettale, gli studi storici e la saggistica. È aperto anche agli italiani residenti all'estero. Queste le sue sezioni:poesia inedita, poesia in lingua edita, poesia dialettale edita e/o inedita, narrativa edita, narrativa inedita, saggistica storia e tesi di laurea triennale o magistrale. La premiazione dei vincitori si è svolta domenica scorsa. Patrocinato dal Comune di Segni, Regione Lazio, Città Metropolitana di Roma Capitale e Compagnia dei Lepini. Il Premio è stato realizzato con la collaborazione della Banca di Credito Cooperativo di Roma e il periodico “Cronache Cittadine” di Colleferro. Circa il libro “Puzzle Pasolini”, è composto da ventuno interviste, undici canzoni e tre racconti. Pubblicato dalla Edizioni Ensemble, in occasione del centenario della nascita del poeta, quelli di Del Monte sono contributi, inediti e interessanti, di personaggi straordinari della cultura contemporanea che, come tessere di un puzzle per l'appunto, provano a ricostruire insieme l’immagine di uno degli intellettuali più controversi del Novecento. È un libro “musicale” poiché le undici canzoni si possono ascoltare dal Qr code di Spotify posto nella bandella della quarta di copertina dello stesso libro o dai Qr code messi sotto i testi delle stesse canzoni. Canzoni che non sono altro che le poesie scritte da altrettanti poeti che Del Monte ha poi musicato e cantato. Alla realizzazione delle musiche hanno collaborato John Jackson, che nei suoi trascorsi vanta una lunga collaborazione con Bob Dylan, e Roberto Cardinali, chitarrista nel film ‘Loro’ di Paolo Sorrentino. Circa le interviste, sono state rilasciate da una quarantina fra scrittori, attori, registi e ricercatori, alcuni dei quali hanno conosciuto Pasolini personalmente o hanno lavorato con lui, altri invece lo hanno solo studiato per i suoi romanzi, per i suoi film o per i suoi ‘scritti corsari’. Le loro parole lasciano sulle pagine del libro tracce per approfondire e fare luce su questa icona della letteratura italiana. Da precisare che il libro era uscito nel 2015, in occasione del quarantennale della morte di Pasolini, con un altro titolo. Ora, oltre a essere stato rivisto, è stato arricchito con tre racconti: “Un uomo generoso” di Franco Tovo, “La sua passione per il calcio” di Silvio Parrello e “La sua solitudine” di Renzo Paris. Franco Tovo è stato uno degli attori del film “Mamma Roma”, mentre Silvio Parrello è “Er pecetto” del romanzo “Ragazzi di vita”. I tre ricordano in particolare i loro incontri con il poeta. Si tratta, in definitiva, di un libro e di un album per capire meglio Pasolini perché a cento anni dalla sua nascita, continua a rappresentare un enigma da risolvere, un rompicapo nella storia della cultura italiana, un “puzzle” i cui incastri sono resi difficoltosi dalla sua immagine sfaccettata e dai misteri che ha lasciato irrisolti. Da questo libro lo stesso Del Monte ha poi ricavato l'omonimo spettacolo di letteratura, musica e teatro che, con il contributo della Compagnia dei Lepini, ha portato in tour sui Monti lepini. Andrea Del Monte è chitarrista, cantautore e compositore di Latina. Nel 2007, con il singolo “Il giro del mondo” (brano ispirato dal film “Il Grande Dittatore” di Charlie Chaplin) vince il Premio della critica al Festival “Il Cantagiro”. A luglio di quest'anno invece, presso il Campidoglio, gli è stato conferito il “Microfono d'Oro”, considerato l'oscar delle radio italiane. Al suo primo omonimo EP collabora John Jackson, storico chitarrista di Bob Dylanm e l'etnomusicologo Ambrogio Sparagna. Con questo disco, raggiunge la Top 20 di iTunes. Nel 2016, musica e canta la poesia “Supplica a mia madre” di Pier Paolo Pasolini. Infine nel 2919, pubblica il disco-libro “Brigantesse – Storie d'amore e di fucile”, in cui l'album si apre con la lettura di una brano da parte di Sabrina Ferilli.
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Il funerale si recita per i morti, non per i vivi
Scritto da Vincenzo Mattei
Non sono stato mai indulgente verso di me e nei confronti della vita, perché ho sempre dovuto andare in salita, fin dalla nascita, a causa delle condizioni familiari che non sono state molto generose. Eppure ciò non mi ha impedito di sperare che "adda ‘finì la nuttata" e che prima o dopo risplenderà la luce in fondo al tunnel. Ma gran parte di questa speranza dipende da noi e dalla "fortuna", o meglio dalle condizioni favorevoli che incontriamo sul nostro cammino. Questa premessa mi induce pensare che, anche questa volta, nonostante la brutta sconfitta elettorale del 25 Settembre scorso, molto dipenderà dalle risorse e dalla tenacia che metterà in campo il PD. E' purtroppo vero che negli ultimi anni (decenni) siamo rimasti ossessionati dal desiderio di stare a tutti i costi al Governo del Paese suscitando nell'elettorato una ripulsa nei nostri confronti, considerati la casta e il potere, sempre e a tutti i costi, il partito dei ministeri, delle amministrazioni pubbliche, degli assessorati. Ci eravamo convinti di essere i "salvatori della patria" e di poter sacrificare, in nome della responsabilità, la nostra identità e la nostra presenza tra la gente. Certo, in molti c'è stata buona fede, ma ciò non giustifica la nostra estraneità e lontananza dai più bisognosi, dai più poveri, dai lavoratori. E' anche vero che il 19% degli elettori ha continuato a darci la fiducia ma ciò non può giustificare il nostro modo di essere, l'assenza di una militanza, la difficoltà di reperire gli scrutatori ai seggi elettorali, una certa puzzetta sotto il naso a dimostrare di essere sempre i migliori. Le sezioni non costituiscono più il luogo del confronto e dell'approfondimento della realtà presente, ma il luogo dove ogni tanto si vota per quella o quell'altra corrente. Un partito moderno e progressista ha assoluto bisogno di princìpi condivisi e di una forte organizzazione, soprattutto in questa fase storica in cui stanno venendo al pettine i guasti profondi che abbiamo inferto alla natura, una guerra folle da parte di Putin in Ucraina, un individualismo selvaggio, un appiattimento generale della coscienze. Ora più che mai c'è bisogno di un partito che sappia produrre idee e le faccia vivere nelle lotte per il lavoro, la solidarietà, l'onestà, un partito europeista. La sconfitta elettorale non è stato un brutto episodio qualunque ma la spia di un offuscamento e di un declino dei valori e degli ideali democratici, fondati sulla Resistenza e sull'antifascismo. Purtroppo nel partito contano sempre di più solo i leader e i "caporali; se cade il leader crolla il partito e si passa, indifferentemente, per vie interne, da un capo all'altro. Per ogni prova elettorale andata male, si cambia cavallo (Bersani, Renzi, Letta). Manca la coralità, la lealtà, le regole condivise e rispettate anche dalle minoranze. Ma tutto ciò (e scusate se è poco!) non deve indurci al lamento e alla flagellazione, e tantomeno allo scioglimento del Partito. Occorre, semmai, coraggio e passione per ricostruire, salvando le fondamenta e la storia di un popolo, di una comunità che ha salvato l'Italia dal Fascismo, dal terrorismo, dalla mafia, restituendo dignità e fierezza a enormi masse di poveri, di operai, di diseredati, di giovani. L'asse fondante della classe operaia si è frastagliata e dispersa in mille rivoli, ma i lavoratori, gli operai, i disoccupati, le persone fragili e indifese sono sotto i nostri occhi, nelle strade che percorriamo, nei quartieri che abitiamo. Bisogna, allora, parlare chiaro e forte, senza se e senza ma, senza rinviare le questioni, senza compromessi e senza pastrocchi. Dobbiamo gridare no alla guerra no alle ingiustizie, no agli extra-profitto, all'evasione fiscale, no alla deturpazione del territorio, no alle disuguaglianze scandalose che gridano vendetta al cospetto di Dio. Ma dobbiamo altresì gridare Sì alla pace, al Reddito di inclusione, al salario minimo, alla scuola gratuita per tutti, alla scuola a tempo pieno, alla riapertura h.24 degli ospedali territoriali, alla Sanità pubblica, agli asili nido, a una vita dignitosa per tutti. Insomma non bisogna arrendersi e impegnarci davvero a ricostruire un Partito democratico, europeista e del lavoro.
Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa del sindaco di Bassiano Domenico Guidi relativo ad un episodio che sarebbe accaduto ieri in Municipio.
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Oggi (ieri, ndr) – spiega il primo cittadino di Bassiano -, all’interno degli uffici comunali, si è verificato un episodio estremamente grave e tale da mettere a rischio lo svolgimento delle primarie funzioni comunali. I tre consiglieri di minoranza, Giuseppe Fonisto, Ruggero Cacciotti, Marco Lorenzi, sono entrati con fare prepotente ed arrogante nell’ufficio del Responsabile del Servizio Economia e Finanze, da me nominato con decreto del 29 settembre 2022, intimandogli di andare via da quell’ufficio e dal Comune perché non titolato ad occupare il posto (secondo le loro farneticanti opinioni) e, stando alle prime voci raccolte sul posto, minacciandolo di denuncia ove non avesse accettato di lasciare l’ufficio e le funzioni”.
Al verificarsi di questa situazione di violenza verbale nei confronti del Funzionario, in adempimento delle mie funzioni primarie e al fine di assicurare la serenità del funzionario e la continuità dell’azione amministrativa messe a rischio da tale comportamento, – prosegue Guidi – sono stato costretto ad interpellare le forze dell’Ordine, nello specifico il Maresciallo dei Carabinieri della Stazione di Bassiano, che ha prontamente inviato una squadra sul posto al cui sopraggiungere i tre consiglieri di minoranza sono andati via cosicché l’intervento della pattuglia è stato poi revocato. Ho peraltro preannunciato al Maresciallo della locale stazione dei Carabinieri che mi adopererò prontamente per sporgere regolare denuncia riguardo l’accaduto“.
“Il Comune, che mi onoro di guidare, – conclude Guidi – non tollera comportamenti del genere, non li ha mai tollerati e mai lo farà. La Comunità bassianese è fatta di gente per bene, rispettosa dei valori di serietà, onestà e responsabilità. La violenza, l’arroganza, la disonestà non fanno parte del nostro bagaglio culturale e, pertanto, saranno respinte con ogni mezzo”.
Giornata impegnativa quella di ieri per i volontari di Plastic Free. Diversi gli appuntamenti in tutta la Provincia: da Latina a Fondi, da Pontinia a Priverno, da Roccagorga a Maenza. Circa 200 volontari hanno setacciato e ripulito coste e luoghi della nostra provincia raccogliendo immondizia varia e rifiuti ingombranti. Un bilancio sicuramente positivo per l’ambiente che viviamo e per le attività di volontariato ma che fotografa ancora una volta la triste realtà dell’abbandono scriteriato dei rifiuti in ogni dove. Molte zone di periferia sono diventate ostaggio di zozzoni che continuano a inquinare il territorio, mettendo a rischio l’eco sistema e rendendo a dir poco squallide aree meravigliose del nostro territorio. Ancora un grazie quindi ai volontari di Plastic Free e avanti tutta ragazzi.