Ci sono notti che pensiamo tranquille al caldo delle mura di sasso della nostra casa, sono quelle notti che riservano sorprese che non scarti fino al mattino. Questa mattina una nostra concittadina ha avuto un brutto risveglio, la sicurezza di quelle mura è stata violata. Violata la libertà e la serenità di una casa pensata propria e sicura. Una donna sola in casa, una donna spaventata, ma fortunata, se consideriamo che l’evento non ha avuto esiti violenti. Soffermandoci a pensare solo alla violenza fisica possiamo parlare di fortuna. Sfortunata, spaventata e traumatizzata per la violenza psicologica ed il rischio corso di cui non poteva aver misura. L’emergenza sicurezza nel nostro paese non è una novità, l’emergenza del centro storico è novità degli ultimi anni, furti in appartamenti, pestaggi in casa sono cronaca a cui stiamo facendo una brutta abitudine, soprattutto stiamo facendo l’abitudine a non denunciare. Nulla di tutto ciò oggi, oggi lei, come poteva accadere ad una qualunque di noi, si è confrontata con lo stupore dello spazio violato da uno sconosciuto, straniero in questo caso, ma questo è elemento indicativo solo per la difficoltà aggiuntiva di comunicazione. Svegliarsi e trovarsi in casa uno sconosciuto denudato, disorientato, confuso, probabilmente sulla scia degli esiti di una notte brava, inquieta e parecchio. Lo stato di confusione, di cui era intriso, è un’aggravante, apre all’incognita sull’evoluzione della situazione. Chi si chiama in questi casi? Chi si pensa possa corre in soccorso? Prima di tutti un’amica. Pensare che nel nostro paese d’istinto non si cerchino le istituzioni, ma gli amici, regala la misura di quanto ci si senta smarriti ed insicuri della prontezza dello stato. Questa donna ha fatto da se ed ha fatto il meglio possibile, lo ha spinto a rivestirsi gli ha ceduto un giubbino del figlio, lo ha fatto uscire di casa con fatica, si rifiutava. Le amiche sono donne benedette, fortuna che ci sono. La sua è corsa in aiuto hanno fotografato e postato sui social lo smarrimento e le lacrime di paura. Ora bisogna avere il coraggio di confrontarsi con le forze dell’ordine e denunciare, non basta segnalare. Va denunciata la violazione di domicilio, va denunciata la messa a rischio della sicurezza, va segnala l’assenza di controlli, verificato lo stato di soggiorno di questa persona, vanno controllate le strade di notte. NON VA SMINUITO IL RISCHIO CORSO, NON VA SMINUITO IL GRIDO D’AIUTO DI UNA DONNA. NO! NON SI FA! Non si fa se pensiamo di dover far crescere in cultura di genere il nostro paese, se pensiamo ai processi di integrazione consapevoli come fattibili, se riteniamo che un cambiamento sia possibile deve essere un cambiamento che coinvolge tutti. Occorre consapevolezza e vigilanza per favorire la libertà che deve avere in sé confini che non sono limiti, ma civiltà. Non si tace perché oggi è andata bene, ma non sempre va così. A dieci giorni dal 25 novembre questo evento vuole forse farci notare la differenza sostanziale tra le parole, gli slogan e la realtà. Ascoltare è lavoro difficile, ascoltare comporta assumersi la responsabilità del bisogno, questa dovrebbe essere la prima tra le regole di chi si occupa di sicurezza e di chi risponde della sicurezza di un paese. Questa vicenda apre ad un altro grande problema, un fenomeno in crescita sul nostro territorio, l’abuso di alcol ed il degrado che ne consegue. Il 25 Novembre va celebrato come giornata di prevenzione, di denuncia e di solidarietà. Io ti abbraccio perché la tua paura è la paura di tutte noi, perché non ti senta sola e che non ti senta costretta a tacere. No, non si fa! Credo che le donne di questo paese non possano far altro che condividere il tuo smarrimento.
Sezze 15 Novembre 2021 in attesa che la storia cambi.
Riceviamo e pubblichiamo una lettera aperta del comitato spontaneo di quartiere Santa Maria - Aringo - Vaccareccia
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Siamo tutti consapevoli dell’esigenza di regolamentare i parcheggi nel centro storico, nelle piazze della città e nei vicoli di Sezze. C’è differenza però tra un parcheggio regolamentato e un parcheggio selvaggio e irrispettoso come spesso accade in Piazza del Duomo. Dal giorno in cui sono terminati i lavori di ripristino sul belvedere, non del tutto completati per l’assenza ancora di un paletto dissuasorio e delle panchine pre esistenti, per qualcuno il belvedere sta diventando luogo esclusivo di sosta. Capita sempre più spesso, infatti, di vedere auto parcheggiate direttamente dentro il belvedere o altre macchine e pulmini ostacolare del tutto la piazza. In attesa che venga trovata al più presto una soluzione per tutti i residenti del centro storico, torniamo a chiedere all’amministrazione comunale di completare definitivamente il ripristino dello stato dei luoghi al belvedere, per evitare così soste selvagge dentro il Belvedere, e che i parcheggi in Piazza di Santa Maria vengano regolamentati e disciplinati quantomeno per i residenti. Non è più tollerabile che a tutte le ore questo luogo meraviglioso diventi quasi un deposito di auto, pulmini e camion senza alcun rispetto. Alleghiamo alla presente richiesta alcune foto di auto in sosta sul belvedere.
Il comitato spontaneo Santa Maria – Aringo – Vaccareccia
Falsa indicazione
“Confine, diceva il cartello.
Cercai la dogana. Non c’era.
Non vidi, dietro il cancello,
ombra di terra straniera”. (Giorgio Caproni)
Dodici paesi dell’Unione Europea (Austria, Cipro, Danimarca, Grecia, Lituania, Polonia, Bulgaria, Repubblica Ceca, Estonia, Ungheria, Lettonia e Repubblica Slovacca), hanno inviato qualche settimana fa una lettera alla Commissione di Bruxelles chiedendo alle istituzioni comunitarie di finanziare un sistema di protezione delle frontiere, dei muri, per impedire l’accesso ai migranti ed evitare di dover affrontare le conseguenze di un sovraccarico delle strutture e di un esaurimento della capacità di accoglienza. Sostengono che: “Queste soluzioni europee dovrebbero mirare a salvaguardare il sistema comune di asilo riducendo i fattori di attrazione (‘pull factors’)”. L’altro giorno il Cancelliere austriaco in una intervista a Repubblica ha ribadito questa posizione a favore della costruzione di muri alle froniere.
Qualcosa di grave sta accadendo in Europa e finora è mancata una risposta veramente forte a questa visione allucinata e populista del mondo e delle relazioni tra i popoli.
In Europa sono ormai oltre mille i chilometri di recinzioni realizzate lungo i confini, che stanno trasformando gli stati in fortini: lasciano passare le merci ma sbattono la porta in faccia alle persone che fuggono da guerre, miseria, cambiamenti climatici. In molti paesi europei l’emergenza migranti è però solo una scusa per perseguire altri obiettivi, per limitare l’esercizio dei diritti civili e politici dei cittadini e imbavagliare l’informazione indipendente e non asservita al potere.
Ad iniziare è stata la Grecia, che nel 2013 ha realizzato un muro al confine con la Turchia per impedire l’arrivo dei profughi siriani che fuggivano dalla guerra civile. L‘Ungheria di Viktor Orban, emblema di sovranismo, identitarismo e nazionalismo tra i più deleteri e beceri, ha costruito una recinzione al confine con Serbia e Croazia per impedire il passaggio dei rifugiati. Una posizione estrema che ha avuto un effetto domino sull’intera regione. La Slovenia ha realizzato un muro per difendere la propria sovranità nazionale, la propria sicurezza e tutelarsi dall’invasione dell’islam. L’Austria ha eretto una barriera al confine con l’ex Stato iugoslavo. Nel 2017 la Bulgaria ha portato a termine un muro al confine con la Turchia per gli stessi motivi. Estonia, Lettonia e Lituania hanno costruito una recinzione al confine con la Russia per impedire l’accesso ai profughi siriani, afghani e iracheni, che seguono la rotta del Mar Nero. Un flusso assai scarso invero, tant’è che il reale obiettivo è impedire l’ingresso a tanti russi che carezzano il sogno di una libertà negata nel loro paese. Al di là della propaganda, della scusa dell’invasione dei migranti alcuni Paesi hanno colto l’occasione per prendere le distanze da vicini troppo ingombranti e da cui li dividono ostilità storicamente sedimentate. Dietro la difesa dei confini insomma vanno riprendendo fiato le logiche nazionali e nazionalistiche, c’è il tentativo di svincolarsi dall’Unione Europea, minandone le fondamenta ideali e culturali e mettendo in discussione le istituzioni comuni.
Costruire muri è una stupida illusione. I muri non proteggono e non proteggeranno le piccole patrie, le quali saranno erose internamente dalla crisi demografica e non riusciranno a fronteggiare la sfida della globalizzazione e di una economia controllata da giganti come la Cina. Una Europa che segue la strada del dominare gli spazi, più che generare processi d’inclusione e trasformazione, del trincerarsi nel proprio ristretto ambito, nega se stessa e la sua storia, che si è realizzata superando la logica dei muri, della difesa delle proprie coste, del proprio piccolo mondo ed esplorando l’ignoto, conquistando territori, commerciando prodotti, incontrando popoli e culture.
L’Europa di fronte al movimento migratorio, che spinge milioni di persone a ricercare lontano dai paesi d’origine il benessere loro negato e una vita migliore, rischia di farsi guidare dalla paura, da un allarmismo funzionale solo a logiche politiche deleterie e ad alimentare narrazioni falsificate della realtà. Gli stati devono garantire la sicurezza, sentiamo ripetere continuamente, ma “sicurezza” è una parola logora, abusata, piegata alla logica del potere. Si parla di diritto alla sicurezza e invece dovremmo parlare di sicurezza dei diritti per tutti. È la giustizia lo snodo fondamentale. La crescente diseguaglianza genera miseria ed emarginazione all’interno delle nostre società e nelle relazioni internazionali. La vera minaccia non sono i migranti ma l’individualismo, l’egoismo, malattie dell’io che ci fanno perdere il senso di umanità, ci rubano la speranza, la dignità e la libertà. Serve urgentemente una legge europea sull’immigrazione per aiutare i migranti nei loro paesi e da noi, politiche chiare per combattere il mercato degli esseri umani e la violenza perpetrata contro uomini, donne e bambini, per promuovere politiche di accoglienza condivise da tutti i paesi europei. Dobbiamo avere il coraggio di pronunciare parole di verità a cominciare dal fatto che gli stranieri non ci rubano affatto il lavoro, ma immettono aria fresca nelle nostre economie in declino e ci sostengono demograficamente. Dovremmo raccontare anche le storie riuscite di integrazione, non solo quanto accade di negativo. Se la cultura è decisiva per l’integrazione di chi viene in Europa, anche per noi europei sono necessarie cultura e informazione e non allarmismo.
Massimo Franco scrive nel suo libro L’Assedio: “Oscuramente, con fastidio, s’intuisce che c’è più speranza in quella disperata ricerca di futuro di chi anela all’Europa, che nei muri freschi di cemento e nelle barriere di filo spinato... La sindrome dell’assedio è solo il paraocchi per non vedere che il nostro continente è entrato non in un altro millennio ma in un’altra era”.
Abbiamo bisogno di nuove visioni politiche e consapevolezze e soprattutto di speranza. Occorre ritornare all’Europa dei padri fondatori, della carta costitutiva, del Trattato di Roma. L’Europa autentica è quella dell’inclusione, che non innalza muri, non chiude i porti, non respinge, non reprime e non marchia i reietti.
L’Europa dei sovranisti senza umanità non ci appartiene.
In questa Europa non ci riconosciamo e non ha da esistere.
Il capogruppo del Pd di Sezze Armando Uscimenti, contestualmente ai consigliere Sergio Di Raimo (Pd) e Alessandro Ferrazzoli e Briciu Dorin della lista Sezze Futura, hanno inviato una nota al sindaco Lucidi e al presidente del consiglio comunale Del Duca, per chiedere un monumento commemorativo per le vittime del covid19. “A Sezze come in altri paese – si legge nella nota – il covid 19 ha strappato tanti affetti, giovani e meno giovani, lasciandoci sgomenti, tristi e senza la possibilità di un ultimo abbraccio e saluto. Riteniamo doveroso dedicare un monumento commemorativo in omaggio a tutti i nostri concittadini vittime del covid affinché possano essere ricordati sempre”. I consiglieri propongono un monumento tridimensionale “le cui caratteristiche e collocazione potranno essere oggetto di trattazione in sede di commissione consiliare”.
Un Istituto scolastico sempre al top! Una eccellenza per l’intera provincia di Latina. Ieri l’open day dell’ I.S.I.S.S. "Pacifici e De Magistris" – Sezze ne ha dato ulteriore dimostrazione. Una offerta formativa incredibile che riesce a coniugare esperienza e formazione continua. La preside prof.ssa Anna Giorgi ne va giustamente fiera, come tutto il corpo docente. “Cosa cerchiamo in una scuola? Docenti preparati, continuità ma soprattutto persone che sappiano ascoltare i bisogni e le esigenze dei ragazzi. Per questo abbiamo scelto di organizzare un incontro con un clima festoso e rilassato per poterci incontrare faccia a faccia e parlare, scambiare idee e opinioni. La formazione dei ragazzi ci sta a cuore quanto la loro crescita personale e vogliamo che questa idea vi giunga dalla viva voce di ognuno”. Liceo classico, liceo economico sociale, liceo scientifico, Tecnico economico Sia e Afm (diurno e serale), Alberghiero (diurno e serale). Una scelta incredibile per i nostri ragazzi, per Sezze, per i Monti Lepini e l’intera provincia. Una indagine di Eduscopio di qualche anno fa, tra l’altro, ottenuta analizzando il percorso degli studenti che arrivano alla maturità in cinque anni, senza dunque bocciature o ritiri, poneva il Pacifici e De Magistris di Sezze al primo posto tra le scuole più inclusive della provincia di Latina, dove per il liceo Classico la percentuale di ragazzi che arriva alla maturità seguendo un regolare percorso arrivava al 91,4%, per lo scientifico all’80%. Seguiva l’istituto il Pollione che arrivava all’84,5%, e il liceo scientifico Grassi con il 79,8%. La maglia nera, secondo lo studio, al Ramadù di Cisterna: solo il 59,5% di studenti arriva alla maturità senza bocciature. Insomma un istitituto da vivere. A gennaio orientativamente le iscrizioni. Buon lavoro ragazzi.
Il Pd va a congresso, che si celebrerà come da regolamento provinciale tra il 15 e il 30 gennaio 2022. Dopo il commissariamento i dem provinciali e tutti i circoli locali dovranno eleggere il nuovo segretario per aprire una stagione di rinnovamento. Per il centro sinistra di Sezze sarà un momento molto importante di riflessione, di analisi e si spera di reale rinnovamento. Il Pd setino si trova a fare i conti con un risultato elettorale senza precedenti, con un quadro dirigenziale pressoché annullato, con forti diatribe interne e con carboni di divisioni ancora incandescenti. Il Pd e tutta la sinistra a Sezze sono stati sconfitti, né il civismo né altri partiti di sinistra hanno raccolto consensi. Molti elettori di centro sinistra hanno scelto di candidarsi altrove non condividendo più vecchie logiche, personalismi e individualisti che di fatto hanno decretato la fine di un’era politica per la città. Si spera che il congresso sia veramente occasione di cambiamento e che le vecchie logiche che fino a qualche tempo fa avevano comunque risconti e consenso elettorale, vengano definitamente messe da parte. È fondamentale che il Pd e tutta la sinistra setina avvii un processo di rinnovamento del quadro dirigenziale, senza richiami nostalgici o ritorni a Canossa dettati da chissà quali ambizioni. Il Pd deve farsi portavoce di un nuovo processo di rigenerazione collettiva, occorre spalancare le porte al cambiamento e cambiare aria per permettere al nuovo di entrare. Dal congresso dovrebbe uscire un nuovo partito sdoganato da centralismi e da becere tattiche pre-elettorali. Se il Pd e tutta la sinistra non riuscirà a superare questa prova sarà definitivamente considerato un vecchio cartello elettorale inutile e senza futuro.
Riconoscimento al merito Covid 19 per Pietro D’Alonzo, conosciuto da tutti come Peppo, deceduto un anno fa a causa del covid. La Giunta comunale di Sezze, riunitasi nei giorni scorsi, ha deliberato di partecipare, quale Ente, all’Avviso di cui alla determinazione della Regione Lazio del 13 ottobre 2021, n. G 12490, recante il Riconoscimento al Merito denominato “ Covid 19 “ conferito dalla Regione Lazio ai Comandi/ Servizi e/o ai singoli operatori di Polizia del Lazio che si siano resi particolarmente meritevoli per lo straordinario impegno dimostrato nella prevenzione e gestione dell’emergenza epidemiologica da Covid-19. Nelle premesse la Giunta presieduta dal sindaco Lidano Lucidi scrive: “Ritenuto che il Comando di questo Comune rientri nei criteri sopra indicati avendo, da una parte, svolto un lavoro e attività di controllo sul territorio con pattugliamenti, controlli e supporto alla popolazione e, dall’altra, avendo avuto un decesso nell’ambito del servizio dell’op. di P.L. sig. D’Alonzo Pietro per cui nella domanda di partecipazione vengono indicati il Comandante della P.L., in rappresentanza di tutto il Corpo e l’op. deceduto”.
50 casi nell’ultimo mese. È questo il numero dei contagiati a Sezze nel periodo che va dal 6 ottobre al 10 novembre, un dato molto preoccupante considerato anche il forte rialzo dei contagiati in tutta la Provincia di Latina. Ieri, infatti, i contagi sono nuovamente saliti a 110 solo nelle ultime ventiquattrore e tra questi 7 per il Comune di Sezze. I bollettini diramati ogni giorno dalle ASL parlano chiaro, stiamo attraversando una nuova ondata con i rischi di reinfezione per i vaccinati e soprattutto per i contagi in aumento a causa di chi ancora non si vaccina. In ogni realtà comunale dovrebbe essere avviato un monitoraggio serio sulla reale situazione dei vaccinati e dei non vaccinati. La pandemia non si ferma e nonostante la maggior parte dei cittadini vaccinati,e in attesa della terza dose, giorno dopo giorno il virus si alimenta senza tregua. Il Covid fa ancora paura e non va preso sotto gamba. L’amministrazione di Sezze dovrebbe – se non lo ha già fatto - riattivare una cabina di controllo su tutto il territorio in stretto contatto con gli operatori sanitari e con le forze dell'ordine. I protocolli e le prescrizioni in questa fase andrebbero inaspriti, è urgente una nuova fase di verifica. Chi ha un ruolo istituzionale dovrebbe dare il buon esempio.
Nel suo primo intervento il neo presidente del consiglio comuale di Sezze, Pietro Del Duca, apre a tutti i consiglieri e alla città. Cita papa Francesco e auspica che ci sia dialettettica ma soprattutto collaborazione costruttiva tra le parti. La comunità si aspetta un cambiamento ed il prestigio e la dignità dell'intera città passa attraverso le sensibilità e i comportamenti dell'intera assise cittadina. Ecco le parole del presidente del consiglio comunale Pietro Del Duca. "Essere presidente del consiglio comunale della mia città mi riempie di orgoglio. Svolgerò il mio ruolo di presidente dell’assemblea cittadina senza alcuna distinzione cercando di garantire una democratica dialettica tra i consiglieri comunali di maggioranza e di minoranza. Il mio impegno sarà dedicato alla necessità di tutelare i diritti e le prerogative di tutti i consiglieri comunali e garantendo l’esercito effettivo delle nostre funzioni nell’osservanza e nel rispetto delle leggi del nostro statuto e del regolamento comunale. Sento molto questa grande responsabilità e l’affronterò con orgoglio e umiltà, con passione e determinazione ma soprattutto con onestà intellettuale. I cittadini hanno grandi aspettative e noi dobbiamo rappresentarli nel migliore dei modi possibili. Auspico che con la collaborazione di tutti si sviluppi una dialettica anche serrata ma corretta e sempre rivolta ad affrontare concretamente e in maniera risolutiva tutte le questioni più importanti che interessano la nostra comunità. La famosa frase di Papa Francesco: “Dobbiamo creare ponti e non muri” deve caratterizzare il mio e il nostro modo di agire. Il prestigio e la dignità di questa assemblea sono affidate alle nostre sensibilità e ai nostri comportanti".
Altro...
E’ convocato, per venerdì 19 novembre 2021 alle ore 21.00 presso l’Auditorium San Michele Arcangelo di Sezze, il Congresso della sezione ANPI di Sezze con il seguente ordine del giorno: 1. Elezione di: Presidente del Congresso, Segretario/a del Congresso, Commissione elettorale; 2. Relazione del Presidente uscente; 3. Bilancio economico consuntivo; 4. Eventuali saluti di autorità e associazioni presenti; 5. Dibattito; 6. Votazione di eventuali emendamenti al Documento congressuale nazionale; 7. Elezione del nuovo Comitato esecutivo di sezione; 8. Nomina, da parte del nuovo Comitato esecutivo, degli incarichi dirigenziali della sezione; 9. Elezione dei delegati al Congresso provinciale; 10. Discorso programmatico del nuovo Presidente della sezione.
Ho letto con molto interesse un articolo di Ezio Mauro su La Repubblica che mi ha ispirato questa breve riflessione che sottopongo alla vostra attenzione. Le recenti elezioni amministrative, a Sezze, hanno segnato una sconfitta netta delle liste del PD e delle civiche che facevano riferimento al centrosinistra. Hanno vinto, invece, le tre liste " trasversali " che facevano riferimento al nuovo sindaco Lucidi. "Nulla questio", gli elettori, in democrazia, hanno sempre ragione. Ma, mi domando, fino a quando si potrà vivere in politica in maniera trasversale? Il sistema politico e istituzionale vigente si articola in tanti partiti che, però, appartengono a due campi diversi e opposti: centrodestra e centrosinistra. Chi si pone al contro appare ininfluente e ostaggio dell'una o dell'altra parte. Certo, le cause della sconfitta del centrosinistra meritano un profondo esame e sono il risultato di errori compiuti, del distacco dal paese reale e dai suoi bisogni materiali e immateriali, di un voto quasi sempre "familiare" che antepone il cugino, il compare all'ideale. Un voto di convenienza e non di appartenenza. Se poi consideriamo le difficoltà di comunicazione con gli elettori a causa del covid e della pandemia e, infine, la triste vicenda del cimitero, abbiamo davanti a noi un quadro abbastanza indicativo del risultato finale. È doloroso ricordare lo sciacallaggio compiuto sulla vicenda del cimitero da parte dei candidati trasversali. Speculazioni indegne e indecorose, che hanno reso la nostra città bersaglio preferito da alcuni mass media, definendoci mafiosi e pedofili. Basta guardare in pianura per capire dove sta nascosta la vera mafia! "Statevi attenti, che se escono i morti dalle tombe, vi ammazzano di botte": si è sentito dire persino questo, in campagna elettorale. Ma lasciamo i morti in pace e provvediamo a sistemare una questione che, purtroppo, risale a tanti anni fa e che ha trovato il suo culmine recentemente. Il tempo è galantuomo. Ebbene, dicevo all'inizio: fino a quando si potrà amministrare la città senza riferimenti istituzionali e ideali, senza orientamenti, senza indirizzi politici, senza una filiera amministrativa? Sembrano mancare nel Consiglio comunale, convocato l'altro giorno, la tensione e lo sforzo culturale di andare oltre l'ordinario; sembrano mancare i requisiti che preparano una nuova stagione politica. Alcuni assessori non rappresentano il nuovo, avendo fatto lo stesso mestiere in passato con Giunte di altro colore! Altri assessori sono alle primissime armi. Sembra mancare soprattutto una autorità morale e politica che, per la sua esperienza e notorietà, possa rappresentare tutto il paese. Fino a quando? Siamo di fronte all'anno zero, a una lunga fase di transizione senza la certezza di un approdo sicuro. Una bussola vuota, senza punti cardinali. Mi auguro che i nuovi amministratori ci riflettano un poco, nell'interesse della città. Poiché in politica non esistono scorciatoie, nel centrosinistra e soprattutto nel PD locale, che ha vinto dovunque tranne che a Sezze, si apra una discussione per ricostruire una rete di rapporti con i cittadini, sulla base della partecipazione, utilizzando le nuove tecnologie dell' informazione e della comunicazione che sono disponibili. Oggi la democrazia è soprattutto comunicazione e informazione.
Le prime impressioni contano e hanno un valore in qualsiasi situazione e contesto. Se nella prima seduta consiliare è andata in scena una sorta di improvvisazione generale, basata quasi per tutti sul presappochismo e sull’inosservanza quasi generale del regolamento comunale (ad esempio un assessore non può prendere parola durante una discussione come avvenuto nella prima seduta ma solo se interrogato; oppure l'inosservanza dei protocolli anti covid basato sull'uso delle mascherine), altrettanto vale l’impressione che abbiamo avuto sulle opposizioni consiliari, molto eterogenee e difficilmente compatte nei ruoli. Dai banchi delle minoranze sono emerse differenze di vedute difficilmente colmabili, con un Serafino Di Palma ad esempio che dovrebbe condividere adesso un percorso comune con chi ha politicamente criticato per anni. Questa però non è l’unica criticità emersa. Le posizioni di Di Raimo e Uscimenti sono sembrate un tantino distanti, con il primo incredibilmente accomodante e fin troppo collaborativo, mentre il secondo critico e fermo sulle sue posizionI quando lo ha ritenuto necessario ma non necessariamente chiuso al confronto. In stand by invece Ferrazzoli. Da una prima idea sembrerebbe, insomma, che pochi saranno i punti in comune su cui tutta l’opposizione potrà fare squadra, o almeno questo sembra essere il primo segno lasciato ai più. Vedremo se come già accaduto ci sarà un gruppo granitico, una opposizione compatta su temi e battaglie da portare avanti, o se al contrario ognuno andrà per la sua strada. Ricordiamo la passata opposizione, unita in più occasioni e su disparati temi, anche se lo stesso gruppo poi è andato in frantumi nel momento della decisione delle candidature da mettere in campo.
Riceviamo e pubblichiamo un intervento politico di Vittorio Accapezzato, ex amministratore comunale di Sezze.
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Nei giorni scorsi, presso l’aula consiliare Alessandro Di Trapano, si è insediato il nuovo consiglio Comunale. L’eletto Lidano Lucidi ha prestato giuramento alla Costituzione Italiana assumendo a pieno titolo la funzione di Sindaco. L’etimologia della parola “sindaco” rimanda al greco Sýndikos, che significa “amministratore di giustizia”. Di conseguenza, il primo compito del Sindaco è di amministrare in modo giusto per garantire equità a tutti i suoi concittadini. Questo vuol dire mettere da parte favoritismi e gestione personalistica dei servizi. E’ compiere scelte che sappiano andare nella direzione del bene comune e della cura di chi è più debole. In pratica si tratta di mettere in essere il criterio comportamentale della “diligenza del buon padre di famiglia”. Un buon padre si preoccupa di dare una vita serena, agiata alla propria famiglia, di dare educazione e istruzione ai figli proteggendone la loro salute e sviluppando il loro futuro senza fare differenze e tutelando i più deboli. Nel caso specifico Il Comune con il territorio è la casa di tutti i cittadini. Amministrare un territorio è costruire e promuovere il "bene comune", che va tutelato e difeso. La nostra cittadinanza, consapevole dell’inesperienza di gran parte degli eletti sa attendere speranzosa che un nuovo sindaco e una moderna maggioranza impari le leggi, regole, faccia pratica, apprenda a conoscere i meccanismi della burocrazia, trovi un suo equilibrio e riparta velocemente ad amministrare. I cittadini chiedono in primis la vivibilità della cittadina, di non essere ulteriormente tartassati, di non avere sorprese, cioè aumenti di Imu e Tari, che non si accrescano i costi dei servizi comunali e di avere tutti conti del loro Comune in ordine e chiari. In particolare, si potranno intervenire subito, al risanamento e alla scarsa igiene delle strade cittadine e al rispetto e decoro dell’ambiente al degrado intollerante dei giardini; alla situazione caotica del traffico urbano, più attenzione e maggiore controllo alla tutela del territorio. Per rilanciare la nostra comunità bisogna conoscere a fondo i problemi che la travagliano e saper trovare i nodi scioglierli con delle scelte saggie. Bisogna saper capire e convincersi che con la vittoria elettorale non si diventa padroni o proprietari della Città: se ne diventa, piuttosto, servitori umili e si applicano le regole della meritocrazia e non scambi di voti. Si dovrà prefiggersi che ogni obiettivo può essere raggiunto con un grande rigore nel controllo della spesa e applicare massima attenzione nel praticare il risparmio. Risparmiare vuol dire anche fare di più e meglio in minor tempo e soddisfare i cittadini offrendo servizi migliori e risposte più celeri. Bisognerà rivolgere maggior impegno ai bisogni di chi vive in difficoltà e mirare al sostegno di quelle categorie appartenenti alle attività produttive che si trovano in disagio economico. Così operando Sezze potrà divenire la città dei diritti, una città sicura, una città intelligente, una città attenta alle spese, una città trasparente, una città per i giovani, dei bambini dei vecchi .