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Rischia di tingersi di giallo il motivo per cui la Casa della Salute di Sezze continua ad essere priva del servizio radiologia. Servizio che è invece previsto dalla carta dei servizi erogati dalla stessa struttura secondo il piano Asl. Ad infittire il mistero, arriva la constatazione che il macchinario c’è, ormai da un anno ma non è ancora entrato in funzione.  Neanche la motivazione della mancanza dei tecnici, può essere più plausibile alla luce delle assunzioni effettuate dall’azienda sanitaria nei mesi topici della Pandemia. Per non parlare dell’apposita sala radiologica, allestita all’interno dell’ala nuova della struttura di via San Bartolomeo, accanto al PAT e mancante solo di poche rifiniture. Proprio il Servizio di Radiologia  permetterebbe di ampliare l’offerta dei servizi erogati dalla Casa della Salute setina il cui personale si ritrova altrimenti impossibilitato a fornire diagnosi strumentali basilari anche nella presa in carico di malattie croniche oltre che per quanto riguarda il reparto di degenza infermieristica. L’entrata in funzione di radiologia andrebbe a riempire un vuoto che si è aperto nel 2015, ovvero dal crollo di una porzione dell’ala vecchia dell’ex Ospedale San Carlo che  aveva impedito l’accesso alla vecchia sala raggi situata accanto al Chiostro. Nel 2019, con l’amministrazione Di Raimo, fu la Commissione Capigruppo presieduta da Enzo Eramo ad indirizzare il percorso di ripristino, anche con l'interessamento del consigliere comunale di opposizione Serafino Di Palma. In particolare risultò fondamentale una riunione a dicembre di quell’anno, cui presero parte  il direttore sanitario della Asl Latina, Giuseppe Visconti e il direttore del dipartimento territoriale  Loreto Bevilacqua. Poi arrivò la Pandemia che ha frenato tutto, ma con la fine dell’emergenza sanitaria, il momento della restituzione di un servizio alla comunità, pare maturo. Si spera adesso che finalmente la ASL attivi il servizio in breve tempo.

 

 

Si è svolto domenica scorsa, presso il Centro sociale degli anziani, il primo concorso “L'Olio delle Colline a Norma”, organizzato dal Capol (Centro assaggiatori produzioni olivicole Latina) in collaborazione con l'Ufficio zonale dell'Uci e il patrocinio del Comune di Norma. Questi i vincitori: al primo posto si è piazzata Cecilia Iacomini, al secondo Claudio Ingrao e al terzo Franco Santucci. Cinque le “Gran Menzioni” assegnate: ad Andrea Carosi, Guglielmo Scarsella, Dario Cappelletti, Ilaria Iacomini e a "Verde Diamante” di Antonio Tombolillo. Oltre a quelli locali, al Concorso potevano partecipare anche i produttori dei paesi limitrofi. Inoltre, era rivolto agli olivicoltori non residenti a Norma che producono oli extravergini con olive coltivate nel territorio locale.  Gli otto oli premiati parteciperanno direttamente al XVII Concorso provinciale “L’Olio delle Colline, Paesaggi dell’Extravergine e buona pratica agricola dei Lepini, Ausoni e Aurunci”, in programma il 12 marzo prossimo a Formia, presso il Centro di preparazione olimpica del Coni. A designare i vincitori è stato un Panel guidato da Luigi Centauri, presidente  del Capol, e composto di tredici assaggiatori del Capol: Patrizia Antonetti, Giovanni Della Penna, Igina De Santis, Giuseppe Emanuele, Marina Ficaccio, Antonio Genovesi, Oscar Mastramanno, Marisa Pietrosanti, Gianni Ricci, Antonella  Simonetti, Isabella Spatolisano, Alessandro Trotta e Vittorio Zaottini.  Allo scopo di incentivare il recupero dei terreni olivicoli abbandonati e le piccole produzioni dei territori caratterizzati da un’alta biodiversità, gli organizzatori del Concorso hanno inoltre rilasciato il “Premio Paesaggi” a tre produttori che negli ultimi quattro anni hanno recuperato i propri oliveti. Eccoli: Alviti Rita (Località Malerba), Roberto Coluzzi (località Stillo Medio) e Daniele Iacomini (Località Felletro). Produttori che erano stati selezionati da Filippo Signore. “Quello degli oliveti abbandonati – ha affermato Centauri – è un problema che riguarda tutti i territori olivicoli italiani. Un problema che, oltre al danno economico, provoca la perdita di identità degli stessi territori, ne compromette la stabilità ed erode la biodiversità locale. Ecco perchè è importante il loro recupero e chi li recupera va premiato. Noi lo abbiamo fatto e siamo stati i primi ad averlo fatto”. Questi gli obiettivi del Concorso: valorizzare i migliori extravergini di oliva prodotti a Norma; stimolare gli olivicoltori e frantoiani al miglioramento della loro qualità; incentivare il recupero degli oliveti abbandonati e le piccoli produzioni nel campo della biodiversità; contribuire  alla diffusione e l'accrescimento della professionalità degli assaggiatori di olio; infine, riconoscere l'importanza  dell'olivicoltura nella tutela e conservazione di un ambiente rurale che è storia della comunità locale.  “Questo concorso, che si è tenuto a Norma per la prima volta - ha affermato il sindaco Andrea Dell’Omo - darà vita a un percorso da fare insieme allo stesso Capol. Nell'ottica di una sincera e sentita valorizzazione dell'olio extravergine e dell'oliva da mensa, l'amministrazione comunale intende inoltre porre in essere azioni e interventi volti a migliorare una delle produzioni più importanti del territorio. Questo è stato il primo step a cui ne seguiranno tanti altri”. Quaranta i produttori in gara. A tutti i concorrenti ammessi alla selezione è stato rilasciato un attestato di partecipazione. Alla premiazione era presente Luigi Riva, referente dell'Uci di Norma, che si è occupato della raccolta dei campioni di olio e  dell'organizzazione della stessa premiazione.  

Sabato, 26 Febbraio 2022 19:31

È guerra nel cuore dell’Europa

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Vladimir Putin ha gettato la maschera.
 
L’invasione dell’Ucraina da parte dell’esercito russo, con un impiego massiccio di uomini e mezzi e una potenza di fuoco scioccante, volta a terrorizzare la popolazione civile, a piegare ogni tentativo di resistenza e a rovesciare il governo democratico legittimamente eletto dai cittadini, precipita l’intero continente europeo nella più grave crisi militare dalla fine della seconda guerra mondiale.
 
L’autocrate di Mosca, dopo avere per mesi sostenuto di essere interessato unicamente alla sicurezza del proprio paese ed assicurato agli interlocutori internazionali la disponibilità e l’interesse ad una soluzione negoziale e diplomatica della crisi, ha sferrato un attacco spaventoso e pianificato da tempo fin nei minimi dettagli.
 
I richiami, contenuti nell’ultimo discorso prima di scatenare l’attacco, alla storia, alla cultura, alla religione, peraltro privi di qualsiasi fondamento, sono stati soltanto il tentativo di ipnotizzare l’opinione pubblica mondiale e di edulcorare le brutali intenzioni di lanciare una aggressione militare contro l’Ucraina. Invero il ricorso alla retorica nazionalista è da sempre uno strumento impiegato da Putin. Lo slogan una nazione, un popolo, una storia riassume la sua prospettiva revisionista e allo stesso tempo ipernazionalista e il tema delle minoranze russe o russofone nei territori dell’ex Urss trova terreno fertile in ampi strati dell’opinione pubblica della Russia, la cui maggioranza rimpiange la fine dell’impero sovietico. Inoltre non è la prima volta che Putin afferma che l’Ucraina non esiste, è tutto un equivoco causato dai pasticci alle frontiere combinati dalla creazione dell’Unione Sovietica ed è “una parte inalienabile della nostra storia, della nostra cultura e del nostro spazio spirituale”. Peraltro, quantomeno dall’estate scorsa, il presidente Putin va declamando in ogni occasione la sua verità storica: Russi e Ucraini sono un popolo, una cultura, una nazione. Si tratta di una precisa strategia politica, funzionale a garantire il sostegno popolare alla sua autocrazia fatta di statalismo, centralizzazione del potere e dominio autoritario. Emblematica è poi la sua condanna tanto della Rivoluzione d’Ottobre del 1917, quanto dello scioglimento dell’URSS del dicembre 1991 che non possiede nulla di ideologico, anche se è intrinsecamente e profondamente politica, e al contempo si fa alfiere della retorica della continuità dell’en Iimpero zarista con l’esperienza sovietica, così come di un sincretismo simbolico che mette insieme aquile bicefale e stelle rosse, icone ortodosse e la falce e martello. La denuncia dello smembramento della Russia storica, che recentemente è giunto addirittura a identificare con l’Unione Sovietica tutta serve da una parte a proporsi come colui che è predestinato a rimediare all’errore storico rappresentato dalla perdita dello status di potenza dell’URSS e dall’altra a sopprimere qualsiasi forma di dissenso e a giustificare la persecuzione degli oppositori politici, additandoli come nemici della nazione. La sovranità delle ex repubbliche sovietiche è accettata solo e soltanto se fortemente asservita all’interesse nazionale russo (come accade in Bielorussia).
 
C’è poi nella politica di Putin un’ossessione per il contagio da democrazia, la convinzione (condivisa anche dalla Cina) del declino dei sistemi liberaldemocratici e l’obiettivo di ridisegnare la mappa dell’Europa, di ridefinirne l’architettura della sicurezza, di creare aree d’influenza attraverso stati cuscinetto, non facendosi scrupolo di ricorrere alle armi e alla guerra. L’Ucraina è solo una pedina di un gioco assai più grande, nel quale il vero nemico sono le democrazie e i valori occidentali. Insomma il problema per Mosca è più politico che militare. Un’eventuale entrata di Kiev nell’Alleanza Atlantica e il dispiegamento di forze americane sul suo territorio costituirebbero certamente una minaccia militare per la Russia ma, pur non sottovalutando questa dimensione dell’attuale crisi creata artatamente dal Cremlino in Ucraina, dobbiamo considerare l’elemento politico. La Russia ha vissuto una breve stagione democratica agli inizi degli anni ’90. Con l’ascesa di Putin, i barlumi di democrazia si sono spenti. Un’Ucraina euroatlantica, liberaldemocratica, attiva partecipante dei processi politici e dell’integrazione europea è una minaccia ben più seria dei reparti militari della NATO schierati a Kiev. Infatti il contagio democratico proveniente dall’Ucraina potrebbe riaccendere le proteste anti-governative russe e i rischi che Putin intravede sono la possibilità della sua cacciata, la fine del suo regime e la riapertura di processi disgregativi nelle aree periferiche della Federazione Russa, che potrebbero portare ad una sua parziale disintegrazione.
 
Il ricorso alla forza militare è diretto non solo a dividere l’Ucraina, destabilizzarla, demilitarizzarla, indebolirne le istituzioni e trasformarla in uno stato vassallo, come risulta evidente anche dall’invito rivolto da Putin ai militari ucraini di prendere il potere con un golpe, destituendo il presidente, esautorando il Parlamento ed instaurando un governo fantoccio con cui solo è disponibile a trattare, ma soprattutto di dimostrare agli altri paesi dell’Est Europa che la Russia è nuovamente una superpotenza con cui fare i conti. Insomma Kiev è un assaggio, il prologo di una offensiva militare e geopolitica più ambiziosa che ha tra i suoi principali obiettivi la Polonia, i paesi baltici e la destabilizzazione dei Balcani, riacutizzando i conflitti etnici e indebolendo l’Unione Europea attraverso l’arma micidiale delle masse di profughi che fuggono dai conflitti armati.    
 
La condanna dell’aggressione militare, lo stop immediato delle ostilità, il ritiro delle truppe russe occupanti, la cessazione d’ogni interferenza interna all’Ucraina e la protezione umanitaria dei civili sono una priorità assoluta. Lo strumento delle sanzioni è il più appropriato per affrontare la situazione ed evitare qualsiasi pensiero di soluzioni militari che potrebbero essere un’avventura senza ritorno, vista la mole degli armamenti a disposizione delle parti e la loro distruttività. Bisogna colpire il potere politico ed economico, le istituzioni finanziarie, fermare le tecnologie avanzate e congelare i capitali esteri degli oligarchi russi.
 
La soluzione duratura dovrà passare attraverso il ripudio del militarismo e il disarmo cibernetico, specie quando riguarda infrastrutture critiche che colpiscono la vita dei civili, affidando alle Nazioni Unite il compito di gestire e risolvere i conflitti tra Stati con gli strumenti della diplomazia, del dialogo, della cooperazione e del diritto internazionale.
 
Una utopia probabilmente ma senza alternative, pena il moltiplicarsi dei conflitti.

 

 

"Sono davvero preoccupato di ciò che ho appreso dai social qualche giorno fa, parlo dell'ipotesi di realizzazione di un impianto di compostaggio nel nostro territorio. Queste pseudo-provvidenze che ci pervengono dall’alto, senza che ci siano a latere dei necessari filtri, assomigliano a dei diktat che non hanno alcunché di democratico, un’assurda violenza perpetrata agli inermi cittadini che compongono l’aggregato sociale. Gli egregi signori che albergano nelle stanze del Potere, molte volte dimenticano che essi sono l’espressione del popolo ed è, oltremodo poco dignitoso, considerarlo irrilevante nella conduzione della cosa pubblica". Esordisce così Andrea Santucci di Europa Verde di Sezze in merito alla delibera di Giunta approvata per la richiesta di finanziamenti al fine di realizzare un impianto di compostaggio a Sezze Scalo. "Ho espresso qualche tempo fa il necessario coinvolgimento dei membri  della comunità, alla cogestione di opere importanti che possono ridare un volto nuovo al panorama urbano. E’ estremamente importante che il cittadino si avvicini alle Istituzioni, dato il rapporto abbondantemente incrinato, per le pregresse vicende giudiziarie, che hanno affollato la platea del teatrino della vita pubblica setina. Mi auspicavo una trasformazione radicale - afferma ancora Santucci - una riconciliazione epocale che potesse accelerare quel processo di integrazione da troppo tempo atteso e mai realizzato. Non si consideri quanto esposto una catilinaria , ma delle osservazioni pacate, per cercare di stemperare eventuali incomprensioni che potrebbero ingenerare potenziali conflitti".

Per Santucci "è  opportuno chiarire il procedimento di compostaggio che si configura come un processo di riciclaggio dei rifiuti organici, dal quale si ricava un ottimo fertilizzante naturale, chiamato compost. Naturalmente l’impianto può raccogliere solo rifiuti della frazione umida e chiaramente gli scarti devono essere rigorosamente differenziati, per avere un prodotto finito all’altezza. Quindi è significativo che i rifiuti vadano preventivamente controllati, ad evitare possibili commistioni, che risulteranno pregiudizievoli, per il buon esito del metodo di lavorazione, e il relativo riversarsi nell’atmosfera di polveri inquinanti altamente nocive. E’ indubbio che, quanto summenzionato, non deve dare delle false indicazioni, circa il demonizzare questo tipo di lavorazione dei rifiuti, confido invece che le Istituzioni approntino un tavolo operativo, dove verrà vivisezionato il PROBLEMA, magari con il concorso di autorevoli Personalità Competenti, che potranno disquisire in maniera illuminante sull’argomento, le cui risultanze dovranno essere sottoposte al vaglio dei cittadini componenti la Comunità di Sezze, che in totale unanimità e senza pregiudizio alcuno, autorizzeranno o rigetteranno il progetto! Voglio sperare di essere stato abbastanza esaustivo e che, quanto proposto, possa avere una giusta ECO, che fermamente mi auspico porti a riflettere!". 

 

 

Ieri la lista elettorale Identità Setina ha deciso di avviare ufficialmente la costituzione di associazione politica attraverso un’assemblea che ha votato Gianni Antonucci Presidente, Livia Spatarella Vice-Presidente, Emanuele Ceccano come consigliere politico, Riccardo Panico tesoriere e Daniele Giancarlo Piccinella come segretario politico dell’associazione. “Con la costituzione di Identità Setina come soggetto politico  - afferma Piccinella - continua il percorso cominciato da Lidano Lucidi. Identità Setina vuole essere un partito inclusivo, moderno e riformista, capace di ascoltare i giovani, di creare spazi di confronto condiviso senza nessun pregiudizio o dogma politico. Una forza fatta da persone che vogliono aggiungere valore alla nostra società, con una progettualità che ha l’ambizione di andare oltre i confini di Sezze e proprio in questi giorni stiamo avviando incontri e tavoli di lavoro con le altre forze politiche civiche presenti nella provincia di Latina per dare vita ad una nuova visione politica”. L'associazione politica IS aggiunge: "Il 18 ottobre del 2021 i cittadini di Sezze hanno scelto in maniera chiara di porre la fiducia in Lidano Lucidi come Sindaco della città e nella sua coalizione. La vittoria elettorale al ballottaggio è stata netta ed ha rappresentato una svolta politica storica nel paese. Le liste civiche che hanno sostenuto Lidano Lucidi, Identità Setina, Lucidi Sindaco, e Progetto Sezze 2000 hanno raccolto il maggior consenso elettorale frutto di un grande lavoro di squadra, di una visione nuova, condivisa e apprezzata da migliaia di persone che hanno espresso con il loro voto la voglia di cambiamento. Identità Setina ha rappresentato, con il 17,18% delle preferenze alle urne, la prima forza politica del paese superando di gran lunga i partiti tradizionali. Per il valore che le persone hanno dato a questa forza politica, per supportare l’attuale amministrazione e i cittadini per le sfide che ci vengono poste. È doveroso da parte nostra ringraziare i rappresentati di Identità Setina al governo della città per il grande lavoro che stanno svolgendo."

 

 

 

Ieri è stato firmato in Provincia di Latina, alla presenza della Regione Lazio, l’atto d’impegno dell’Accordo di Programma che approva il Piano di Azione del Contratto di Fiume Ufente. Un percorso iniziato nel 2018, partecipato da 17 enti pubblici e privati, che vede il Comune di Sezze soggetto responsabile. Il Contratto di Fiume è uno strumento volontario di programmazione strategica e partecipata riconosciuto a livello nazionale e regionale, finalizzato alla gestione integrata delle politiche di bacino, alla tutela e valorizzazione dell’ambiente e del paesaggio. Il Contratto di Fiume Ufente ha un ambito di intervento di circa 189 km2 che ricade principalmente all’interno dei comuni di Bassiano, Sezze, Pontinia, Priverno. L’ambito interessato è connotato da un contesto culturale, ambientale e socioeconomico con grandi potenzialità di fruizione per il turismo sostenibile grazie alla presenza di sentieri, aree umide, corridoi ecologici e percorsi eco-turistici. Il Piano di Azione dell’Ufente prevede 37 azioni di sviluppo attuate da 17 soggetti diversi per un ammontare complessivo di 73 milioni di euro. Sarà compito del Comune di Sezze e di tutti i soggetti attuatori concorrere alla reale implementazione dei progetti che conformano il piano di Azione anche mediante il reperimento di nuovi finanziamenti pubblici regionali, nazionali ed europei.

 

Lidano Lucidi, Sindaco di Sezze: Arriviamo a compimento di un lungo processo del quale si sono interessate anche le precedenti consiliature. E tra quelli che hanno permesso di arrivare a questo importante risultato, mi sento in dovere di citare Giovanni Bernasconi, nel suo duplice ruolo di consigliere comunale e consigliere provinciale, che si è sempre interessato a questa importante opportunità per il territorio.

 

Lola Fernandez, Assessore allo Sviluppo Locale del Comune di Sezze: Il Contratto di Fiume è inoltre uno strumento di fundraising pubblico con logiche di sistema. Non più interventi singoli finanziati a pioggia, ma programmazione integrata degli interventi che concorrono ai finanziamenti gestiti in modo condiviso, con un approccio bottom up. Sezze ha bisogno di un cambiamento culturale, di essere più aperta al mondo circostante, di trovare le giuste modalità di collaborazione e di cooperazione territoriale con le istituzioni e portatori di interesse. Il Contratto di Fiume può servire a promuovere il dialogo interdisciplinare di cui hanno bisogno tutte le politiche di sviluppo locale.

 

 

 

SEZZE

Domenica 27 febbraio si terrà a Sezze il congresso dei Giovani Democratici, per l’istituzione del circolo cittadino. I vertici del partito hanno deciso di presentare una candidatura unitaria, quella di Giovanni Sorano. "La nascita di una nuova realtà politica giovanile nella comunità setina  - afferma il futuro segreatio dei Giovani Democratici di Sezze - è stato un obiettivo che mi sono prefissato durante la campagna elettorale passata. Il fine è quello di creare un gruppo di ragazzi pronti a dar voce ai bisogni della comunità giovanile del paese, un gruppo che riporti la politica locale e di partito ai livelli adeguati di elaborazione e di confronto, portando avanti temi come la legalità, i diritti e il rispetto per l’ambiente"

 

 

 

 

SEZZE.

Riflettori ancora accesi sulla delibera di Giunta in merito all’impianto di Compostaggio che l'amministrazione comunale setina vorrebbe realizzare a Sezze Scalo, in località via Degli Archi. I consiglieri comunali di opposizione, per scongiurare questo scempio del territorio, hanno firmato e protocollato una mozione per chiedere la revoca della delibera di Giunta. Nella mozione di Sergio Di Raimo, Armando Uscimenti, Serafino Di Palma, Orlando Quattrini, Alessandro Ferrazzoli e Dorin Briciu si legge: “Con deliberazione di Giunta comunale n. 33 del 11 febbraio 2022 veniva approvato lo studio di fattibilità tecnica ed economica denominato “Realizzazione impianto di Compostaggio”. Con la predetta delibera veniva disposto di candidare il progetto all’avviso M2C Linee di intervento B emesso dal Mite. Noi consiglieri comunali di minoranza non siamo assolutamente d’accordo né per il contenuto dell’iniziativa né per i metodi adottati. Riteniamo che sia impensabile dare attuazione alla delibera. Pertanto si chiede al sindaco e alla Giunta di procedere all’immediata revoca della delibera e di comunicare la rinuncia all’istanza di ammissione al finanziamento”.

 

 

“Il Carnevale setino è una nostra tradizione che va portata avanti e preservata. Non potevamo lasciare i nostri bambini senza l’allegria e i colori del Carnevale ed è per questo che abbiamo stabilito che, non potendolo organizzare in piazza e nelle periferie con il consueto format, sarà il Carnevale ad andare dai bambini direttamente a scuola”. Così Michela Capuccilli, vicesindaco e assessore ai Servizi Sociali, Sport, Cultura, Scuola e Associazionismo del Comune di Sezze. Diverse le iniziative in programma per il 1 marzo, giorno in cui si festeggia il Carnevale.

Il programma prevede il coinvolgimento degli asili nido, della Scuola dell’Infanzia e della materna, per la quale adesione lo stesso assessore ha ringraziato le dirigenti scolastiche. “Siamo felici di poter garantire un momento di divertimento ai bambini  - afferma la Capuccilli - che ancora una volta sono i più colpiti dalle privazioni alle quali la pandemia ci ha messo di fronte”.

Inizialmente l’Ente aveva stabilito di concentrare le attività alla giornate del 24 febbraio (giovedì grasso) e a quella dell’1 marzo, ma le tante adesioni hanno spinto a svolgere iniziative anche il 28 febbraio, al fine di consentire a tutti i bambini un sano e gioioso divertimento. A capo dell’animazione ci sarà l’associazione La Macchia che, con mascotte, palloncini, spettacoli di magia e lo spettacolo teatrale dal titolo “Il carnevale da salvare” riservato ai bambini della primaria, coinvolgerà i bambini di tutte le età  direttamente a scuola sfruttando anche gli spazi esterni. Il 25 febbraio alle 17 presso il museo archeologico di Largo B.Buozzi, si terrà un convegno a cui l'assessore Capuccilli tiene moltissimo. Si parlerà di “Ludoteca Orso Rosso. Retrospettive e prospettive a cura dei giovani di ieri e di oggi”, dedicato alle figure di Umberto “Farza” De Angelis e Rosolino Trabona. Al convegno interverranno alcuni ex bambini frequentatori della Ludoteca, verrà ripresentato il Libro “Il carnevale di Sezze origini mitologiche di Peppalacchio” di Rosolino Trabona e Umberto De Angelis e ci sarà una proiezione DVD “Carnevale di Sezze Peppalacchio e Peppa antiche maschere setine”. Lo stesso assessore ha spiegato: “Sarà un momento davvero importante per la città, doveroso nei confronti di due figure che attraverso il gioco e la socializzazione hanno cresciuto intere generazioni di ragazzi e ragazze di Sezze. Sarà un modo per ricordarli e anche per ragionare affinché il loro importante lavoro possa avere un seguito e non essere dimenticato dalle nuove generazioni”.

 

 

"La raccolta e il conseguente smaltimento dell’immondizia, unitamente alla chiusura del ciclo integrato dei rifiuti, è una questione fondante che ogni sistema territoriale dovrebbe affrontare ponendosi l’obiettivo dell’autonomia e della sostenibilità ambientale. La gestione dei rifiuti determina la qualità della vita di una comunità e dovrebbe essere l’aspetto determinante di ogni programma di governo serio e lungimirante, sia in termini ambientali che finanziari: è la base fondante della visione di una città moderna, sostenibile, tecnologica". L'ex consigliere comunale Rinaldo Ceccano si interroga seriamente sulla gestione dei rifiuti, tema al centro di polemica a Sezze dopo la delibera di Giunta Lucidi relativa allo studio di fattibilità di un impianto di Compostaggio a Sezze Scalo. Ceccano parla delle opportunità offerte dal Pnrr, "strategiche e indispensabili per il nostro territorio - afferma -  e che non possono essere inseguite a caso". In merito aggiunge: "Serve un piano organico nel quale alle criticità esistenti siano applicate soluzioni avanzate, definite, finanziabili, facenti parti di una idea complessiva di città. Sarebbe stato eticamente corretto che un piano di sviluppo organico, con una idea di città, con una identità definita, fosse stato redatto prima delle elezioni. Purtroppo non è stato redatto neanche ad elezione avvenuta. Il nuovo corso targato Lucidi  - aggiunge ancora Ceccano - si è perfettamente inserito nella piena continuità amministrativa del passato, mutuandone metodi e modi di governare, anche fisicamente con il  richiudersi  a Palazzo". A quattro mesi dall'insediamento delle nuova amministrazione comunale per Ceccano è ormai chiaro cosa ci aspetta. "Una amministrazione priva di una visione generale, alla rincorsa di opportunità, spesso slegate tra loro, senza alcuna valutazione di costi e benefici, priva di un ordine di priorità e di una idea forte intorno alla quale programmare gli interventi necessari.
Una amministrazione che insegue gli avvisi regionali o europei, o il Pnrr, senza programmare e indirizzare, incapace di partecipare ai tavoli di programmazione, che gestisce in continuità ciò che è stato lasciato in eredità, tipo il contratto di fiume, che “buca” completamente quello che era stato bucato prima, ad esempio gli interventi per la via Francigena e la Latium Experience, azienda misto pubblica privata per la promozione del territorio. La delibera inerente l’impianto di compostaggio - rincara la dose l'ex amministratore setino -  è l’ennesimo atto che evidenzia palesemente i limiti complessivi della proposta politica dell’amministrazione Lucidi zavorrata dall’assenza di una visione complessiva". Eppure la questione rifiuti deve esseere coscienziosamente affrontata. "Si può e si deve parlare di chiudere il ciclo dei rifiuti. Potrebbe essere persino una opportunità di sviluppo del territorio. A patto però - sottolinea Rinaldo Ceccano - di aver esaminato le tecnologie migliori, di aver studiato il piano dei rifiuti regionali e colto le opportunità insite, di aver ragionato senza pregiudizi ideologici e dopo aver verificato i vantaggi che tanti sistemi territoriali hanno colto da progetti di siffatta portata.  E soprattutto ciò deve avvenire con una visione complessiva, una discussione con la città, dopo aver preparato una proposta organica, dopo aver ragionato ove allocare il sito, dopo aver fatto sedimentare nei cittadini la proposta come opportunità.   La delibera, priva di questo necessario contorno, appare purtroppo  solo un modo per continuare a pagare parcelle. Proprio come hanno fatto  “quelli di prima” ".

 

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