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In una nota diramata qualche minuto fa il Comune di Sezze conferma un caso di positività Covid19 di un dipendente dell'ufficio anagrafe. L'ente comunale comunica che si è proceduto al tampone antigenico rapido per tutto il personale dell'ufficio e vista la negatività riscontrata domani l'ufficio riaprirà regolarmente secondo il normale orario. Sempre nella giornata di oggi tutti i dipendenti comunali presenti si sono sottoposti al sierologico. Intanto in Provincia di Latina salgono i casi: sono 42 i nuovi positivi.

 

Domenica, 11 Ottobre 2020 05:11

Il fascino indiscreto dell'autoritarismo

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La democrazia è relativistica, non assolutistica. Essa, come istituzione di insieme e come potere che da essa promana, non ha fedi o valori assoluti da difendere, ad eccezione di quelli sui quali essa stessa si basa: nei confronti dei principi democratici, la pratica democratica non può essere relativistica. La democrazia deve cioè credere in se stessa e non lasciar correre sulle questioni di principio, quelle che riguardano il rispetto dell’eguale dignità di tutti gli esseri umani e dei diritti che ne conseguono e il rispetto dell’eguale partecipazione alla vita politica e delle procedure relative” (Gustavo Zagrebelsky)

I principi di libertà, uguaglianza e solidarietà costituiscono il substrato sostanziale di ogni autentico ordinamento democratico e dovrebbero ispirare l’agire politico, essere sottratti all’opportunismo e alle convenienze, alle logiche di schieramento e alla partigianeria, costituire un elemento unificante e di condivisione, pur nel rispetto del pluralismo di idee e posizioni, da difendere senza retro pensieri e distinguo e da attuare progressivamente da quanti sono investiti di compiti e responsabilità amministrative e di governo della cosa pubblica.

Il rifarsi ai principi democratici, se non è un mero esercizio retorico, una ipocrita perorazione astratta e un formalismo senz’anima, definisce e caratterizza l’identità di quanti ad essi si richiamano e richiede di essere declinato concretamente nelle scelte individuali e nell’agire collettivo. Contrariamente è solo un insieme di parole vuote e suoni inutili, destinati a dissolversi senza lasciare traccia e ricordo di sé.

I principi che definiscono e modellano la nostra democrazia sono racchiusi nella Costituzione della Repubblica, la quale non è semplicemente un documento scritto e proclamato solennemente che disciplina l’organizzazione e il funzionamento degli organi supremi dello Stato e riconosce una serie di diritti e di doveri ai cittadini, ma un corpo vivo, un programma da tradurre in scelte capaci di generare cambiamenti, il progresso sociale, culturale ed economico, non solo all’interno della nostra comunità ma anche nell’ambito delle relazioni internazionali. È questo un punto ineludibile, un passaggio fondamentale, decisivo e qualificante l’agire dei partiti e movimenti che si presentano ai cittadini, affermando appunto di riconoscersi nella Costituzione e, perlomeno a parole, di perseguire il bene comune.

Pertanto al di là delle simpatie per l’uno o l’altro raggruppamento politico, delle legittime diversità di opinioni e sensibilità culturali, il credere nei fondamentali principi che ispirano la nostra carta costituzionale mi porta a stigmatizzare fermamente la scelta compiuta da due forze politiche del nostro paese nel Parlamento Europeo. Qualche settimana fa gli eurodeputati hanno approvato a larga maggioranza una risoluzione di condanna della Russia per l’avvelenamento di Alezei Navalny, oppositore del presidente Vladimir Putin, non nuovo a ricorrere alla persecuzione e alla eliminazione fisica degli avversari politici, con cui si chiedeva anche l’applicazione di sanzioni, in cui spicca il voto contrario della Lega, opposizione palesata peraltro anche con la decisione di non approvare nemmeno la risoluzione di condanna del presidente bielorusso, assai vicino a Mosca, accusato di ricorrere alle intimidazioni e all’uso della forza nei confronti dei propri concittadini che manifestano pacificamente da settimane per la libertà e la democrazia e contro i brogli perpetrati nelle recenti elezioni presidenziali, nella quale si affermava di non riconoscere il risultato dello scrutinio e Alexander Lukashenko come presidente rieletto, chiedendo di conseguenza nuove elezioni, la fine del blocco di internet e dei social e schierandosi dalla parte dei cittadini bielorussi. A pensarla come i deputati della Lega sono stati i francesi di Rassemblement National, i tedeschi di Alterantive fur Deutschland, gli austriaci dell’FPO, insomma l’estrema destra e gli euroscettici europei. Il Movimento 5 Stelle ha votato a favore della risoluzione contro il dittatore bielorusso e si è astenuto invece su quella di condanna di Mosca. Peraltro i grillini non sono nuovi a certe simpatie. Basta ricordare la mancata condanna del regime di Maduro in Venezuela, responsabile di gravi violazioni delle libertà e della democrazia, oltre ad aver ridotto il popolo alla fame e averlo privato persino dei medicinali. 

Va precisato che le deliberazioni del Parlamento europeo non producono effetti immediati e per essere operanti necessitano del via libera dei governi dell’Unione, nel caso specifico del Consiglio Europeo dei Ministri degli Esteri, e che i rappresentati della Lega hanno motivato la loro scelta affermando che le eventuali sanzioni avrebbero danneggiato le aziende italiane. Si tratta di motivazioni che, seppur in parte fondate, non cancellano la gravità della scelta compiuta da questi due movimenti politici, i cui esponenti ricoprono importanti responsabilità di governo o aspirano a dirigere l’Italia. È giusto tener conto degli interessi economici, ma è inaccettabile voltarsi dall’altra parte e fingere di non vedere le sistematiche violazioni dei diritti e delle libertà delle persone perpetrate da questi regimi antidemocratici, i cui leader, autoritari e senza scrupoli, ricorrono ad ogni genere di abuso, alla carcerazione illegale, alla repressione violenta del dissenso e all’assassinio politico.

Sarebbe un errore gravissimo sottovalutare quanto accaduto nel Parlamento europeo, minimizzare la portata delle scelte della Lega e del Movimento 5 Stelle, relegarle nell’ambito dei normali tatticismi politici che caratterizzano i rapporti tra i gruppi parlamentari europei o addirittura considerarle prezzi inevitabili da pagare nella gestione delle complesse relazioni internazionali. Quando non si condanna il ricorso alla violenza nella politica, si entra in una visione autoritaria della società. Il fascismo nasce quando si accetta il ricorso alla violenza fisica contro il diverso e l’avversario politico, quando si arrestano, perseguitano e uccidono gli oppositori per eliminare il dissenso. È la storia dell’inizio di tutte le dittature e non è affatto una esagerazione.

È impossibile dirsi a parole democratici ed essere amici dei dittatori, o quantomeno più o meno velatamente simpatizzare per loro.

 

 

La Ditta Enrico Baratta si è aggiudicata la gara di appalto per il trasporto pubblico locale del Comune di Sezze. Ieri la commissione di gara, presieduta dal Dott. Lidano Caldarozzi, ha deliberato l’aggiudicazione alla ditta locale che gestisce il servizio da oltre 30 anni. Escluse la Cialone Tour e la Schiaffini Travel, per motivazioni diverse. “Abbiamo confermato l’esclusione della Ciaolone Tour mentre alla Schiaffini Travel, avevamo chiesto giustificazioni in merito alla sua offerta anomala. Seppur prodotte – afferma Caldarozzi - la commissione non le ha ritenute congrue per il Comune di Sezze e abbiamo proceduto alla sua esclusione. Sulla base dei risultati della gara  - conclude il presidente di gara - abbiamo quindi aggiudicato alla ditta Baratta Enrico  la gara e trasmesso le carte al Rup”. Le ditte escluse potranno fare ricorso, in caso diverso o se eventualmente respinto, fino al 31 dicembre 2021 il servizio resta alla ditta Baratta.

L’ARCHEOLOGO

 

Nel biennio 1704-1705, quale esperto archeologo, pubblica i due volumi (in tre distinti libri) del celebre “Latium Vetus Profanum et Sacrum”, opera monumentale caratterizzata da analisi scientifica capace di sezionare le “viscere” e tutto il “corpus” sostanzioso della storia del Lazio. Per questa rilevante caratteristica tale dotta produzione diviene un testo fondamentale per tutti gli eruditi e gli archeologi, sia di allora sia di questi nostri tempi.  L’opera venne subito ricolma d’elogi dagli esperti del tempo quale fonte preziosa e chiara per gli archeologi affascinati dalle antichità del Lazio, sia sacro sia profano. L’autore, nel primo volume, illustra le vicende dei primitivi coloni del Lazio mentre nel secondo narra le storie locali degli abitanti di Sezze e del Circeo. I due volumi furono arricchiti da artistiche e pregevoli riproduzioni riguardanti monumenti di Sezze e opere pubbliche d’altre città laziali.  Tutta la variegata raccolta costituì subito una fonte preziosa per la ricostruzione analitica delle famose ventitré città pontine scomparse (quelle citate da Plinio), per la ricostruzione topografica (in territorio setino) delle ville di Marco Antonio,di Augusto, di Mecenate …d’Attilio, di Vitellio, di Cornelia… ed infine per una probabile ricostruzione genealogica del poeta Valerio Flacco e delle altre estinte famiglie locali.  Il Corradini analizza con affetto anche alcuni resti archeologici di siti religiosi pagani e cristiani: per primo descrive i ruderi del monastero eretto nella palude di Sezze (nell’anno mille) da San Lidano abbate, futuro patrono della città; è quindi analizzato il tempio della dea fortuna di Praeneste e quello di Giove (“Jovis Anxuris”) di Terracina.  Non mancano ulteriori indagini su un tempio di Saturno in Sezze e di quello dorico dedicato ad Ercole nella città di Cori. l’archeologo Corradini, per sopraggiunti onerosi impegni presso la “Santa Sede”, dovette interrompere l’opera intrapresa ed affidarne il completamento al gesuita padre Rocco Volpi che chiuse il lavoro aggiungendogli altri ricchi volumi d’arte e di storia laziale. Questa pregiatissima ricerca sul Lazio archeologico è segnalata ancor oggi dall'enciclopedia Treccani che così la contraddistingue: “l’opera è tutta di prima mano, frutto di sopralluoghi accurati e di un diretto esame dei documenti, grazie al quale il Corradini entrò nel numero degli archeologi ed eruditi settecenteschi”.  Tutti i dati raccolti saranno un valido strumento di ricerca per molti studiosi italiani e stranieri, tra i quali citiamo Goethe e Chateaubriand, Gregorovius e Andersen, tutti affascinati dalla conoscenza delle pietre e della razza “latina”.

 

 IL “FEDELE” AVVOCATO DI SANTA ROMANA CHIESA 

 

Il nostro Corradini, diviso tra la passione umanisticoarcheologica e quella di natura giuridica, sempre più attratto in ciò da complesse problematiche dello stato pontificio, lascia lo stesso “le creature della sua terra latina” e si dedica fortemente alla soluzione di questioni di diritto, per la cui finalità compone ulteriori pregevoli lavori, tra i quali ricordiamo, a mero titolo esemplificativo, il   “De primariis precibus imperalibus”  (Pubblicato nel 1706 con lo pseudonimo di Corrado Oligenio) e la “Relatio iurium sedis apostolicae in Civitatem Comaclensem” (pubblicata anonima in Roma nel 1711).  Nel primo lavoro l’animo del giurista, che sente di dover perseguire innanzitutto il bene comune della sua chiesa, si erge a difesa del papato ( negli anni 1705-1711) contro varie ingerenze politiche e militari di Giuseppe I d'Austria, che con la forza del suo esercito persegue continue rivalse e arbitrii contro lo stato pontificio: l’imperatore,che pretendeva di imporre quale vescovo di Hildesheim ( senza il placet di Clemente XI ) il suo favorito Ugone Francesco Fustenberg, si ritrova sconfitto da questa giuridica controffensiva corradiniana.  La difesa del Corradini farà sì che Clemente XI abolirà il privilegio delle cosiddette “primariae preces”, che per anni aveva causato i soprusi ecclesiatico-religiosi degli imperatori e dei principi tedeschi. Il secondo lavoro giuridico fu composto dal Corradini a difesa dell’autorità pontificia sulle terre di Comacchio, indebitamente occupata da truppe imperiali nel corso della guerra di successione spagnola (ai tempi di Giuseppe I, Carlo II e Carlo VI…) in vista di un sostanzioso sfruttamento di appetitosi terreni di coltivazione ittica.     Ritornando alla sua “carriera” religiosa ricordiamo che il Corradini, dopo essere stato ordinato sacerdote, in seguito è eletto arcivescovo titolare d’Atene. Più tardi, nel concistoro tenutosi il 12 maggio 1712, egli è nominato “cardinale di Santa Roma Chiesa”, sotto il titolo di San Giovanni a Porta Latina, alla cui carica è ritenuto degno soprattutto per il suo essere persona pia ed integerrima.  Dei 17 nuovi cardinali, infatti, un terzo era stato proposto al papa dai sovrani mentre gli altri erano chiamati a tale onore solo per il loro disinteressato servizio alla Chiesa e allo Stato del Vaticano. Nello stesso concistoro, fra l’altro, fu proclamato cardinale il famoso siciliano Giuseppe Maria Tomasi di Lampedusa, legato da stima ed amicizia con il nostro Corradini che gli resterà sempre legato. Lo studioso Gioacchino De Sanctis, nel suo poderoso studio, ricorda che fra i diciotto nuovi cardinali due di loro, Corradini e Tomasi, manifestarono l’intenzione di rinunciare alla porpora cardinalizia ma furono obbligati ad accettarla “per obbedienza” verso il papato. L’anno successivo il neo porporato, in qualità di “Ponente della causa“ sostiene l’iter per la beatificazione di fra’ Benedetto da Palermo, un moro di origine etiope, nato a San Fratello sui monti Nebrodi, la cui figura aveva già suscitato un vivo interesse già presso i suoi contemporanei.  In quest’anno sembra che il nostro neo cardinale abbia collaborato alla redazione della “Unigenitus Dei Filius”, bolla papale dell’8 settembre 1713 nella quale Clemente XI espresse la ferma condanna di 101 tesi ereticali ricavate dalle “Rèflexions morales sur les Evangiles” di Pasquier Quesnel (1634-1719).

 

Il Comitato Acqua e Gestione Pubblica di Sezze, per bocca del suo portavoce Paolo Di Capua, ha protocollato una richiesta di incontro urgente per affrontare la questione del depuratore unico, realizzato a Sezze Scalo per un importo di 5,2 milioni di euro. Nella nota inviata al sindaco e a tutti i consiglieri comunali di Sezze il portavoce scrive: “Nella lettera inviata nel luglio scorso si evidenziavano le criticità per le zone collegate alla rete fognante ma non servite in quanto non ancora collegate al collettore. Nella stessa lettera si sollecitava questa amministrazione comunale a sottoscrivere un protocollo d’intesa specifico con Acqualatina al fine di applicare la delibera di Giunta regionale n. 668 del 3 agosto del 2007 per scorporare, compensare, rimodulare al ribasso la tariffa di depurazione”. Nella lettera si chiede quindi un incontro per definire l’azione a favore dei cittadini utenti per sottoscrivere con il gestore il protocollo d’intesa. “I cittadini di Sezze – si legge nella richiesta – hanno pagato in 5 anni 7,8 milioni di euro per la depurazione e 3,8 milioni per la componente partite pregresse”.

 

Paolo Di Capua

 

“Anche quest’anno l’A.N.D.O.S. Comitato di Sezze è vicina alle donne nel mese dedicato alla prevenzione e conoscenza del tumore al seno.  Per ricordare a tutti quanto sia importante prevenire, in occasione dell’Ottobre Rosa, in linea con quanto accade in molte città del mondo, la città di Sezze illumina con questo colore il Monumento Della Pace sito in via Marconi. Nondimeno da quest’anno il Rosa abbraccerà anche il Lavatoio delle Fontane, in località Zoccolanti. Un luogo simbolico per le donne setine, che per secoli è stato un punto di incontro e di condivisione. Il Lavatoio è situato in una zona strategica della viabilità locale, nei pressi della quale si snodano le strade che interessano molta parte del territorio di Sezze. Questo faro rosa ci permetterà di diffondere ancora meglio il messaggio della campagna di prevenzione". Anna Maria De Renzi, presidente A.N.D.O.S. Comitato di Sezze, lancia con queste parole la Campagna Ottobre Rosa, un appuntamento fondamentale con la prevenzione e per la dura lotta contro il tumore al seno. Un’altra bella iniziativa di sensibilizzazione, in continuità con gli anni precedenti, che dimostra tenacia, forza e determinazione per lanciare un messaggio di speranza perché, come sostiene la De Renzi, “il tumore non va in quarantena, pertanto è importante non abbassare mai la guardia”. Per tale iniziativa l’A.N.D.O.S. ringrazia sia l’Amministrazione comunale e G.B. Rosella, presidente della SPL, per la sensibilità mostrata al riguardo. Ringrazia inoltre Giuseppina Campagna, l’AVIS di Sezze, che in segno di vicinanza e sostegno alla campagna di prevenzione della malattia effettuata da A.N.D.O.S., donerà a tutte le attività commerciali setine un fiocco rosa. “Purtroppo quest’anno lo screening, a causa dell’epidemia da Covid e delle misure restrittive adottate si prenoterà in maniera differente – annuncia la De Renzi - Le mammografie gratuite elargite dalla Regione Lazio- ASL-Latina, che coprono la fascia di età che va dai 45 ai 49 anni, non potranno più essere fissate dalle Associazioni presenti sul territorio, ma andranno prenotate direttamente alla Regione Lazio. Per prenotare una mammografia nel mese “OTTOBRE ROSA” bisogna rivolgersi al numero di telefono 06.164161840 attivo dal lunedì al venerdì dalle ore 8:30 alle ore19:30, il sabato dalle 7:30 alle 13:00. Per prenotare bisogna essere in possesso della prescrizione medica riportante il codice di esenzione D01-Campagna di screening regionale. L’A.N.D.O.S ricorda  che si rende disponibile a fornire tutte le informazioni   possibili e che tutte le socie sono a disposizione delle donne che chiameranno al 392-3283461”. 

Anna Maria De Renzi

 

 

Importante sopralluogo questa mattina da parte dei tecnici Enel presso località Colli a Sezze per definire gli ultimi dettagli dell’intervento che verrà realizzato in zona a beneficio dei residenti. Si tratta di un potenziamento della linea elettrica grazie ad una minibox da 400 Kilowatt/ampere che servirà oltre 700 utenti e avrà utilità anche per individuare i guasti tecnici per il futuro. Insomma un intervento – già annunciato - che risolverà molti problemi e disagi ai residenti. A breve è prevista anche una nuova linea lungo via Colli che renderà ancora più efficiente il potenziamento in fase di realizzazione. Presenti al sopralluogo i residenti di zona ed il consigliere comunale Mauro Calvano che, da oltre un anno, sta seguendo questo intervento. “Ringrazio l’Enel, l’ing. Valerio Di Meo, l’ing. Guglielmo Di Filippo, l’ing. Maurizio Nobilia e l’ing. Luigi Valleriani per la serietà e per aver rispettato gli impegni soprattutto in condizioni di emergenza. Su tutto il territorio di Sezze – aggiunge l’avvocato – sono stati portati a termine interventi di potenziamento e nuove linee che hanno risolto vecchie problematiche alle utenze. La mini box che verrà installata qui ai colli è frutto di un lungo lavoro svolto dai tecnici d’intesa con i residenti”.

 

La minibox che verrà installata ai Colli di Suso

 

 

Topi nel centro storico di Sezze. In molti ci hanno segnalato e documentato con foto la presenza nei vicoli di ratti di grandi dimensioni. Il fenomeno è presente lì dove i rifiuti organici vengono abbandonati per strada a tutte le ore del giorno, causa principale di odori nauseabondi e rischi per l’igiene pubblica. Nel centro storico sono state installate foto trappole! Ma a cosa servono se non è possibile sanzionare i trasgressori perché non esiste ancora un regolamento? Il sindaco dovrebbe tutelare i suoi cittadini e in primis i bambini che giocano per le vie del centro storico. Ma da quanto tempo non viene fatta una derattizzazione? E’ il caso che si intervenga subito per evitare il proliferare di colonie di topi.

 

 

La Chiesa non è immune da conflitti personali, carrierismi, interessi materiali e scandali. È questa una constatazione certamente amara perché investe un’istituzione millenaria, a cui il fondatore, Gesù Cristo, ha affidato la missione di essere veicolo di salvezza per l’umanità, considerata da quanti hanno fede non un consorzio meramente umano, ma una realtà spirituale e trascendente. L’emergere di malefatte e corruzione ha creato sconcerto e disorientamento soprattutto tra i fedeli. Tuttavia non si tratta di fatti inediti, effetto di un decadimento di costumi legato all’inquietudine e all’incertezza valoriale che attanaglia i nostri tempi, quanto di fenomeni purtroppo ricorrenti, a causa dei quali in passato si sono consumati scontri dolorosi e divisioni devastanti. Luce e tenebre, vizi e virtù, disonestà e rettitudine abitano la Chiesa al pari di tutte le altre esperienze umane calate nella concretezza della storia, di fronte a cui sarebbe errato chiudere gli occhi, disonesto ed ipocrita imboccare la strada del sopire, celare e coprire errori e malversazioni di cui taluni si sono resi responsabili, e con le quali invece è indispensabile misurarsi e fare i conti fino in fondo.

Il clamoroso allontanamento del Cardinale Giovanni Angelo Becciu è solo l’ultima puntata di una vicenda di più ampia portata, un caso personale ma emblematico che racconta il persistere di un nodo ancora irrisolto del pontificato di Papa Francesco, costituito dalla sfida di restituire credibilità alla Curia e alle finanze del Vaticano.

Alla vigilia del Conclave che elevò Jorge Mario Bergoglio al soglio di Pietro nel marzo del 2013, la situazione all’interno della Chiesa era grave. Pedofilia, documenti riservati trafugati e dati alla stampa, scandali finanziari, indagini sullo IOR e sulla gestione dei beni della Santa Sede e di Propaganda Fide, malversazioni nelle strutture sanitarie cattoliche avevano contrassegnato gli ultimi anni di pontificato di Benedetto XVI°. Dopo l’epocale rinuncia del Papa tedesco, nelle discussioni tra i cardinali durante le Congregazioni venne approntata un’agenda riformatrice e nel Conclave fu eletto Papa un estraneo alla Curia Romana con il compito di affrontare gli scandali, rilanciare l’azione della Chiesa e mettere ordine nelle finanze. Era evidente a tutti che l’impresa non sarebbe stata facile, avrebbe richiesto tempi lunghi e un lavoro tenace, ci sarebbero state fortissime resistenze e il cammino sarebbe stato disseminato di ostacoli e tentativi di screditare l’azione riformatrice e la persona stessa del Pontefice. Infatti si trattava di scardinare un sistema di potere consolidato, fatto di sacche di privilegi e rendite di posizione, di posti ricoperti senza meriti e spesso sottratti a qualunque controllo, di meccanismi opachi e autentici saccheggi delle casse vaticane, di silenzi e coperture di scandali gravissimi come la pedofilia.   

Papa Francesco, persona intelligente, carismatica e dotata di visione strategica non comune, però non ha ridotto il proprio pontificato nel ristretto ambito della lotta agli scandali ed è stato capace di imporsi nella Chiesa e a livello internazionale con una agenda spirituale, culturale e politica di notevole spessore, che va dall’ecologia ad una rinnovata pastorale familiare, dal ruolo dei laici nella Chiesa all’emigrazione e allo sviluppo economico equo e solidale. Al contempo ha cercato di mettere in campo una riforma seria della Curia Vaticana. Gli scandali emersi sono effetto da una parte della sua azione di contrasto e riformatrice, intessuta anche di inevitabili errori, e dall’altra della scelta della trasparenza come criterio guida del suo operare.

Un primo tentativo di riforma è stato condotto dal Cardinale George Pell, australiano, il cui obiettivo era fare pulizia nella Curia, sgomberando il campo da prelati, broker, avvocati d’affari e personaggi discussi che affollavano i dicasteri pontifici, influenzavano e condizionavano le scelte dei responsabili per lucrarne personalmente e perseguire interessi estranei alla Chiesa, soprattutto centralizzare la gestione delle risorse finanziarie e patrimoniali per evitare il ripetersi di scandali. George Pell si è fatto parecchi nemici in particolare tra i presuli italiani (tra cui proprio Becciu), per i modi spicci e perché riteneva si dovesse unicamente puntare su competenza e integrità nell’attribuzione di ruoli e responsabilità. E pazienza se gli italiani sarebbero stati pochi. Peraltro se è vero che non tutti i prelati italiani sono coinvolti negli scandali, è altrettanto vero che non c’è stato scandalo in cui non è stato coinvolto un italiano. Il tentativo di Pell non è andato in porto anche perché è dovuto tornare in Australia per rispondere in tribunale delle accuse di pedofilia, dalle quali dopo 400 giorni di carcere però è stato scagionato.

Il Cardinale Giovanni Angelo Becciu, ex sostituto della Segreteria di Stato, ovvero numero tre nella catena di comando vaticana, Prefetto delle Cause dei Santi, ha dovuto dimettersi e Papa Francesco gli ha tolto tutti i diritti connessi al cardinalato. Una misura estrema che lascia intendere la gravità delle accuse mossegli e la consistenza delle prove raccolte contro di lui. Al termine delle indagini vedremo quali reati gli verranno contestati dall’autorità giudiziaria vaticana e da quella italiana, le quali entrambe lo stanno indagando insieme ad altri per peculato e favoreggiamento, speculazioni e ruberie. Tutto lascia presagire che le sue responsabilità siano gravi.

Il dato rilevante è la severità di Papa Francesco nel perseguire i responsabili di tali condotte riprovevoli e illecite, senza fare sconti di sorta e garantire coperture ad alcuno e la risolutezza di proseguire nelle riforme.

È mia ferma convinzione però che si debba intervenire radicalmente su un aspetto che sta a monte dei vari scandali e riguarda la selezione di quanti entrano a far parte delle gerarchie ecclesiastiche con compiti pastorali e responsabilità di amministrazione della Chiesa. Occorre un vaglio attento e approfondito della sincerità della vocazione, delle ragioni ultime che spingono le persone ad una simile scelta. In tanti, in troppi, per la superficialità o per il complice favoritismo di quanti sono investiti di compiti di discernimento e vigilanza, hanno fatto della Chiesa un ridotto delle proprie ambizioni e un’occasione di realizzazione personale, dimenticando che la chiamata a vivere il Vangelo è radicale e in particolare la vocazione sacerdotale è esattamente l’opposto di comodità e sicurezze materiali. Il Vangelo va annunciato non solo con la bocca ma soprattutto con i comportamenti e le scelte quotidiane di uomini e donne credibili.

Papa Francesco possiede visione pastorale e carisma per perseguire con forza anche questa riforma fondamentale e ormai indifferibile.

Sabato, 03 Ottobre 2020 08:19

Liste civiche a Sezze

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Il passaggio dell'avv. Mauro Calvano all'opposizione, in Consiglio comunale a Sezze, è una occasione per una riflessione sulla eventuale presenza e importanza delle liste civiche nella prossima competizione elettorale per il rinnovo della massima assise democratica della città. A tal fine si avverte in giro un lavorìo, sottotraccia, ma consistente. Ancora manca più di un anno e mezzo alle elezioni fissate per la primavera del 2022 ma già fervono i preparativi e si muovono le prime pedine. Non è la prima volta che questo accade ma questa volta si avverte qualcosa di nuovo e più consistente. La debolezza dei partiti, l'incertezza del domani, in molti casi resa drammatica dal coronavirus, rafforzano l'idea che alcuni personaggi noti e rappresentativi potrebbero mettersi in gioco in prima persona e candidarsi con il sostegno di liste civiche e di settori della città. Sarebbero autonomi rispetto ai partiti, con un programma circoscritto e ben definito di cose da fare soprattutto a livello locale e territoriale, nell'intento di risollevare il prestigio perduto della città, secondo il loro parere. Il fenomeno delle liste civiche non è un episodio solo locale ma ormai è diffuso in tutta la Nazione. La personalizzazione della politica ha attecchito e in tutta la penisola e sta diventando uno strumento per coinvolgere molti cittadini disaffezionati e spaesati. Costituisce un richiamo alla democrazia partecipata come alternativa alla democrazia rappresentativa. Molte di queste liste si richiamano al carisma incondizionato del leader. Non c'è, dunque, da scandalizzarsi e da gridare al lupo se ciò dovesse capitare pure da noi. Si tratta, invece, di capirne il perché e come uscirne a testa alta, nel solo intento di fare del bene alla democrazia e alla nostra città. C'è un mondo, fuori, che si sente poco o per nulla rappresentato dai partiti: associazionismo, volontariato, comitati spontanei, ambientalismo. I cittadini vogliono partecipare in forme nuove, più dirette e più incisive. La società, purtroppo, si è spoliticizzata, facendo capire che non vuole più le vecchie intermediazioni e che le questioni è più facile risolverle rivolgendosi direttamente al capo. Il senso di appartenenza a una idea, a una storia, a certi valori si è notevolmente affievolito, sta scomparendo. La prima cosa da fare, allora, è orientare gli italiani a tornare alla passione e all'impegno politico. Ma se i partiti diventano una tribù e si trasformano in macchine elettorali, allora bisogna aspettarsi brutti momenti. Il messaggio è chiaro: i partiti devono cambiare. Ciò premesso, a Sezze, intanto, in preparazione della prossima tornata elettorale, è compito della Sinistra ricondurre a unità ciò che appare diviso e frammentato. Si tratta, a mio parere, di elaborare, con coraggio e umiltà, una base programmatica di valori e di progetti concreti e realizzabili, lavorando alla costituzione di una "rete civica"che individui un orizzonte e una cornice democratica e progressista, fondata sul confronto e sul dialogo. Certo: le liste civiche, se ci saranno, non saranno tutte uguali. Nessuna discriminazione! Ma  su alcuni princìpi bisogna essere chiari e irremovibili, non bisogna fare confusione. Occorre capire in quale campo esse si schiereranno. Destra e Sinistra ancora esistono e sono ben identificabili!

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