Alessandro Mattei
Sezze è in un pantano, sull'orlo del precipizio. L'affondo di Serafino Di Palma
“Sezze è in un pantano. La crisi è ancora in atto ed è più forte di prima. Si tratta di una crisi politica, amministrativa e finanziaria”. Nell’ultimo consiglio comunale non sono mancate le osservazioni da parte della minoranza. Uno per tutti, Serafino Di Palma, della coalizione Biancoleone, decano del consiglio comunale, sempre schietto e senza peli sulla lingua. Nel suo intervento a margine delle comunicazioni del sindaco, Di Palma ha snocciolato quella che, secondo il suo parere, è la situazione grave in cui versa il Comune di Sezze. Una città sull’orlo del precipizio per grossi problemi finanziari e dove molte illegittimità non vengono affrontate. “Non c’è meritocrazia. Chi crea problemi - ha affermato Di Palma - resta seduto e incollato alla sedia mentre chi merita viene mandato a casa”. Il riferimento è al vice sindaco Antonio Di Prospero e ai tre assessori che per logiche politiche e “per un cartello elettorale e interessi di pochi” hanno dovuto lasciare l’esecutivo. Il Di Palma non risparmia nemmeno il Pd. “Il Pd era il partito della rottamazione, oggi invece a Sezze è diventato il partito della restaurazione, un partito che doveva essere il faro della città e che invece sta creando solo disordini e malumori. E’ un partito - ha aggiunto nel suo intervento in aula - che non dà segnali di serietà e che sta portando Sezze in un pantano. In questi 2 anni questa minoranza vi ha sempre sollecitato attraverso atti e documenti, anche su illegittimità ma voi imperterriti – ha concluso - siete andati avanti causando la crisi. La crisi però, prima di essere politica e amministrativa, è finanziaria ed è nata nel 2014 con il problema della SPL e oggi ci troviamo sull’orlo del precipizio”.
Giovanni Bernasconi, quasi vice sindaco e quasi leader
Ha fatto scalpore la decisione di Giovanni Bernasconi di passare all’opposizione, una scelta – come abbiamo sempre sostenuto – coerente con la linea politica dell’ex dem e coraggiosa perché presa in piena autonomia e con tutte le responsabilità che la stessa avrebbe comportato. E’ stata una doccia fredda per il Pd, per il gruppo consigliare e per la maggioranza stessa. Nessuno pensava che alla fine il Bernasconi passasse tra i banchi della minoranza, soprattutto perché Giovanni è da sempre il primo e più convinto sostenitore del sindaco Sergio Di Raimo, perché Giovanni dai primi passi è stato al fianco di Sergio Di Raimo e perché Giovanni è stato anello fondamentale di quella regia che ha partorito la coalizione e quindi tutti gli accordi pre-elettorali sottoscritti e che poi hanno permesso al candidato sindaco di vincere le elezioni amministrative al primo turno. Se negli ambienti politici e partitici la scelta di Bernasconi è stata “criticata”, sui social l’ex presidente della Provincia di Latina è stato acclamato quale personaggio politico coraggioso e controcorrente rispetto alla nuova “preistoria” messa in campo dal sindaco in fase di rimpasto di Giunta. La coerenza ed il coraggio sono fuori discussione se leggiamo le recenti carte della politica locale. Ma se analizziamo tutti i passaggi di questa inversione di tendenza, emerge con chiarezza che il caro Giovanni inizia a cambiare opinione sulla maggioranza alla scadenza del suo mandato in Provincia, e soprattutto quando capisce che il sostegno politico del consigliere regionale Enrico Forte, suo mentore, per un eventuale ricandidatura alle provinciali, inizia a scricchiolare. O meglio quando capisce che le garanzie per nuove elezioni non sono certissime, quei voti che gli permettono di essere eletto non ci sono più. Infatti, a giochi e alleanze fatte per le nuove elezioni provinciali, il giorno dopo, e cioè il 30 marzo, in aula consigliare Bernasconi chiede l’azzeramento della Giunta e la nomina di due nuove dirigenze in Comune. Sarà solo una coincidenza ma le date combaciano: venerdì 29 marzo le candidature vengono decise in Provincia e il 30 marzo Bernasconi cambia posizione a Sezze. Da questa data in poi il suo atteggiamento verso il sindaco e verso l’amministrazione comunale cambia.
Il divorzio politico con Di Raimo
IN GIUNTA NO IN GIUNTA SI’
Giovanni Bernasconi nel 2017 è uno dei più votati nel Pd. Il sindaco gli propone subito di entrare in Giunta come suo braccio destro ma lui non accetta perché avrebbe perso il posto da consigliere provinciale. Scelta giusta e favorita dalle dimissioni di Eleonora Della Penna. Il 13 dicembre del 2017, sei mesi dopo la vittoria Di Di Raimo, il presidente della Provincia di Latina prima di rassegnare le dimissioni dalla carica di sindaco di Cisterna a seguito dell’inchiesta Touch Down, lo nomina infatti vice presidente revocando l’incarico a Gerardo Stefanelli, sindaco di Minturno. Fino al 26 aprile, quindi per un anno e mezzo, Giovanni guida l’Ente provinciale con brillanti risultati, ottiene finanziamenti e lavora di lena per tutto il territorio. Tutto bene e in linea con il Pd di Sezze e con quello provinciale fino a quando capisce che la sua riconferma in provincia non è certa. Inizia quindi il suo pensiero di entrare in Giunta, sfruttando strategicamente il momento propizio. Inizia quindi il suo percorso politico alla luce del sole, contro gli assessori operai (prima tanto apprezzati) e contro gli assenteisti tecnici (ora serve una squadra politica), contro una maggioranza politicamente eterogenea, dimenticando però che in Provincia la sua di maggioranza non era così diversa. Il suo cruccio ormai è quello di entrare in Giunta: chiede l’azzeramento, dà la sua disponibilità, vuole prima dentro Enzo Eramo e Ernesto Di Pastina, poi Mauro Calvano e Francesca Barbati. Quando tutto sembrava sistemato e in ordine, il Bernasconi tira fuori dal cilindro il suo vero obiettivo, e cioè fare il vice sindaco con delega ai lavori pubblici.
Il passaggio di consegne in Provincia di Latina
BERNASCONI FUTURO LEADER DI UNA NUOVA COALIZIONE?
La politica è fatta di ambizioni, chi non è ambizioso non può fare il politico. E alla fine Bernasconi ha fatto bene a fare quello che ha fatto. In politica cambiano anche le idee e le posizioni e i passaggi di Giovanni anche per questo non vanno criticati. Anzi va ammirata la sua voglia di cambiare passo con o senza il suo ex partito. E’ stato manovrato da qualcuno per destabilizzare la maggioranza? Non è dato sapere ma la faccia Bernasconi ce l’ha messa e questo gli va riconosciuto senza se e senza ma. Sarà il futuro leader di una coalizione civica per le prossime elezioni? Vedremo, oggi è tra i banchi dell’opposizione, potrebbe portare con sé altri consiglieri comunali e mandare a casa Di Raimo. Avrà la forza per fare questo? Gli altri avranno il suo stesso coraggio di passare la barricata? Dai fatti non sembra proprio. Non è nemmeno escluso che possa tornare a canossa. Ma questa storia deve essere ancora scritta.
Il divorzio, il bla bla bla e le contraddizioni
Come era stato annunciato e come era prevedibile ieri in aula consigliare ci sono stati dei passaggi politici inevitabili. Il rimpasto di Giunta aveva prodotto maldipancia e ieri ha decretato lo stato di inutile e passeggera agitazione di altri. Un mostrare i muscoli che muscoli non sono, un atto di coraggio quando il coraggio non c’è, un essere autonomi nelle scelte quando si nasce gregari e tali si rimane per natura. Fatto sta però che il consigliere comunale Giovanni Bernasconi è passato all’opposizione, portando a compimento il suo piano politico. Armando Uscimenti ha motivato la sua scelta di dimissioni da capogruppo per delusione sul mancato ingresso in Giunta e la consigliere comunale Francesca Barbati ha mostrato i denti e il muso duro solo per mezzo secondo. E ancora il consigliere Ernesto Di Pastina non ha proferito parola e insieme a Senibaldo Roscioli e Giovanni Bernasconi sono andati via non votando i punti all’ordine del giorno. Per Ernestino non è certamente una novità esimersi dal voto, mentre per il buon Senibaldo la sua sarà stata un’altra nuvola passeggera di rottura provvisoria con Enzo Polidoro ma ha già assicurato di restare in maggioranza. In tutto questo marasma di contraddizioni fatte in persona, la posizione del sindaco è stata lineare. Sergio Di Raimo, per scoraggiare il bla bla bla, ha voluto solo ricordare la processione dei consiglieri di maggioranza subito dopo le sue dimissioni, tutti proni e disperati per il rischio di tornare a casa. Nelle parole del primo cittadino è stata chiara anche la delusione verso chi in aula non ha motivato la sua posizione parlando di programmi disattesi o di esigenze tradite della collettività, ma solo e ancora una volta di interessi personali, di posizioni politiche egoistiche basate su questa o quella ambizione da raggiungere, questo o quel nome da proporre in giunta. Un concetto questo ripreso dal presidente del consiglio comunale per il quale il gioco con le istituzioni deve finire. Eramo ha detto chiaramente che se qualcuno pensa di scaricare le responsabilità su altri, sarà lui stesso a raccogliere le firme per tornare alle urne. È stato insomma una seduta simile a quelle processioni a cui faceva riferimento Di Raimo e che hanno preceduto la fine delle crisi, con posizioni di chi continua a demonizzare qualche gruppo, non ricordando però di essere stato l’artefice dello stesso, o di chi critica le scelte politiche di altri dimenticando le maggioranze allargate oltre i confini comunali.
Il sindaco e gli assessori Siddera e Campoli
Scosse di assestamento nel Pd. E se Eramo dovesse lasciare la Presidenza?
Grande attesa per il consiglio comunale di oggi, la prima seduta consigliare dopo il rimpasto di giunta. Tra i punti all’ordine del giorno l’approvazione del disavanzo di amministrazione relativo all’esercizio 2018, la salvaguardia degli equilibri di bilancio e variazione di assestamento. Aspetti sicuramente importanti e su cui si dibatterà ma ciò che incuriosisce oggi saranno anche i nuovi equilibri in seno alla maggioranza. Il post crisi ha avuto già degli strascichi che in parte si consumeranno oggi e chissà... altri potrebbero esserci con la ripresa dei lavori subito dopo la pausa estiva. È praticamente certa oggi la dichiarazione di “indipendente” del consigliere comunale Giovanni Bernasconi. L’ex presidente facente funzione della Provincia di Latina, in quota al Pd, lascerà il gruppo consigliare dem per dichiararsi indipendente, cosa che automaticamente (per regolamento del partito) lo metterà fuori dagli organismi dirigenziali. Lo stesso Bernasconi non nasconde di essersi allontanato da quella che per molti anni è stata la sua casa politica, il suo unico luogo di formazione e poi il trampolino di lancio per incarichi istituzionali ricoperti successivamente. Non è escluso che lo stesso Bernasconi, proprio in linea con la sua posizione di non condivisione delle scelte del sindaco, possa passare all’opposizione, passaggio questo però molto più ardimentoso e rischioso per lui e per il suo futuro politico. Oltre al Bernasconi il post crisi è stato caratterizzato dalle dimissioni da capogruppo del Pd da parte del consigliere Armando Uscimenti, sempre per delle scelte non condivise in fase di rimpasto. Ma non è detto che l’assetto politico della maggioranza sia ristabilito così. Come un sisma che ha le sue continue scosse di assestamento, nel mese di settembre potrebbero esserci ben altri e più significativi cambiamenti nel gruppo del Pd e di conseguenza per gli equilibri della maggioranza. Potrebbe esserci, ad esempio, una dinamica di cambiamento che potrebbe riguardare l’attuale presidente del consiglio comunale Enzo Eramo. Il primo eletto dei consiglieri comunali potrebbe decidere di lasciare quel ruolo istituzionale e di garanzia che lo ha contraddistinto in questi primi due anni, abbandonare questa carica per un ruolo più politico, incisivo e diretto nelle commissioni consigliari. Eramo potrebbe dimettersi come Presidente della massima assise cittadina per tornare ad essere elemento centrale per l’azione politica del gruppo Pd in aula. L’ex capogruppo del Pd in Provincia (2009/2014) potrebbe decidere di smettere i panni di garante istituzionale per indossare la maglia del capitano di una squadra disorientata e soggetta a continue ingerenze da parte di politici bianchi o neri a seconda dei casi. Insomma libertà di azione e schemi di gioco aperti alla rinfrescata.
Giovanni Bernasconi, il leader solitario in cerca di alleati
Solo contro tutti. E nonostante ciò ha tenuto in “scacco” il Pd e la maggioranza consiliare per 45 giorni fino alla fine. Ad un certo punto l’asticella dei risultati che aveva raggiunto era arrivata al 90 %, ma lui voleva arrivare al 100%. Ed ecco allora che le cose si sono complicate ulteriormente e quella percentuale si è ribaltata a suo sfavore. In sostanza è rimasto con il 10% in tasca ed il restante 90% se lo è ripreso il Sindaco ed il Pd. Ha tenuto banco però, mantenendo fede ad una sua linea politica di completo rinnovamento all’interno della Giunta comunale. Coerente e duro. Per questo aveva chiesto l’azzeramento dell'esecutivo non in una riunione di partito ma in aula, davanti ai cittadini e all’intero consiglio comunale. Il tira e mola e le varie richieste avevano preso una strada irta e complicata sin dall’inizio, poi il sentiero si era addolcito ma alla fine si è interrotto bruscamente. Perché il consigliere comunale Giovanni Bernasconi voleva e vuole fuori dalla Giunta il vice sindaco Antonio Di Prospero in quota al consigliere Enzo Polidoro. Perché il consigliere Giovanni Bernasconi aveva aperto la crisi soprattutto per questo settore che nel corso dei primi due anni, secondo lui, aveva dato “pensieri” e "gratta capi" all’amministrazione comunale. Perché il consigliere comunale Giovanni Bernasconi non voleva che questa maggioranza si assoggettasse ad accordi personali e pre-elettorali. E perché il consigliere comunale Giovanni Bernasconi chiedeva una fase politico/amministrativa diversa, nuova. Alla fine cosa resta della sua battaglia? Niente! 45 giorni bianchi e quelle stesse deleghe assegnate a Di Prospero, con Enzo Polidoro politicamente più forte di prima, lì a dettare la linea del suo gruppo. Bernasconi al prossimo consiglio comunale che si terrà il 23 di luglio dovrebbe dichiararsi indipendente, come atto finale della sua battaglia politica. Non è detto che passi all’opposizione e non è dato sapere se uscirà dal Partito Democratico: una cosa è certa però, non partecipa più alle riunioni. C’è chi lo vede come futuro candidato di un gruppo civico che sta prendendo forma negli ambienti di Sezze Scalo. In aula, dalla sua parte, ha certamente più di un consigliere che gli strizza l’occhio, sia tra i banchi dell’opposizione che della maggioranza. Ad oggi però resta un leader solitario in cerca di alleati. Chissà…
Francesco nel cuore di tutti noi. Il ricordo del Sindaco di Sezze
Tutto pronto per il primo evento dedicato a Francesco Sagnelli. E' tanta l'emozione che nasce dal ricordo di un ragazzo che ci ha lasciati tragicamente un anno fa. Questa sera la comunità di Sezze Scalo e la città tutta lo vogliono ricordare con un memorial di calcio che si terrà a partire dalle ore 20 presso lo stadio “Tornesi” di Sezze scalo. In campo molti amici e anche amministratori e politici locali. Il sindaco di Sezze, Sergio Di Raimo, in una nota diramata poco fa, ricorda il giovane di Sezze e parla del vuoto che ha lasciato in tutti noi e del suo ricordo indelebile. Ecco le parole del primo cittadino: "Un vivo ringraziamento a tutti coloro che hanno voluto ricordare Francesco Sagnelli attraverso questi due momenti di condivisione, quello di stasera e di domenica. È la dimostrazione che Francesco, nella sua breve esistenza, ha saputo vivere in modo profondo e intenso tanto da entrare dentro l'animo di chi ha avuto il piacere di conoscerlo e frequentarlo e tanto da catturare la simpatia di chi non lo ha frequentato. Francesco è una persona speciale e vive nel cuore e nella mente di tanti amici e conoscenti. Questa è la Sezze che deve emergere: un paese pieno di emozioni, con il forte senso del rispetto e della vicinanza alla sofferenza. Grazie ancora".
Domenica altro appuntamento con la sfilata di moda con abiti firmati da Francesco dal titolo “La notte di Plus”, uno spettacolo che si terrà nel Piazzale della Stazione a partire dalle ore 21.
Uscimenti si dimette da capogruppo del Pd. Inizia la resa dei conti
E' iniziata la resa dei conti. Il consigliere comunale del Pd di Sezze, Armando Uscimenti, ha reso noto oggi di aver rassegnato le sue dimissioni da capogruppo del Partito Democratico di Sezze. In una nota protocollata lo scorso 12 luglio (due gionri dopo la nuova Giunta) scrive che si dimette da capogruppo “per motivazioni personali”. Contestualmente Uscimenti “coglie l’occasione per augurare a chi gli subentrerà nell’incarico di svolgere proficuamente il lavoro per garantire l’attività politica da lui avviata”. Dietro questa decisione, molto probabilmente, si cela la non condivisione dell’ex capogruppo per come il sindaco Di Raimo abbia gestito il rimpasto di Giunta comunale. Uscimenti era stato tra coloro i quali, sin da subito, avevano dato massima disponibilità per subentrare in Giunta, lasciando l’incarico di consigliere comunale. Una opzione questa inizialmente scelta dal sindaco ma poi naufragata per l’impossibilità di giungere a dama per via di continui ripensamenti e decisioni diverse prese dal collega di partito Giovanni Bernasconi. L’ingresso in Giunta di Uscimenti, infatti, era condizionato dall’accettazione di Bernasconi, e poi di Francesca Barbati, di dimettersi per entrare nella squadra del sindaco, ma alcune caselle e richieste non hanno fatto scopa con gli equilibri e con l’idea di Giunta che aveva in mente Sergio Di Raimo. Oltre ad Uscimenti si è in attesa ora della decisione di Giovanni Bernasconi di dichiararsi indipendente, in linea con il suo ragionamento politico in fase di rimpasto. L’esponente dem avrebbe già dichiarato, in via ufficiosa, di passare all’opposizione e lasciare quindi il Pd di Sezze. Gli strascichi del dopo crisi sono appena all’inizio. Non è escluso nemmeno che ci sia una resa dei conti all’interno della lista Sezze Protagonista con Di Raimo. Il capogruppo Alessandro Ferrazzoli pare che non abbia affatto gradito la subalternità politica della Barbati a Bernasconi, proprio nella fase di rimpasto, un atteggiamento politico più vicino al Bernasconi che al suo gruppo consigliare. Potrebbero esserci delle novità quindi anche all'interno di questo gruppo, cambiamenti che andranno a ridefinire i confini politici della maggioranza consigliare e gli equilibri stessi dell’amministrazione comunale di Sezze.
Incendi dolosi sui Monti Lepini. Non aspettare chiama il 112 prima che sia tardi
Diversi incendi e molti ettari di vegetazione mediterranea andati già in fumo. Anche sulle nostre colline la conta dei danni purtroppo è avvenuta per tre grandi incendi divampati la scorsa settimana. Il primo il 10 luglio scorso in località Antignana e poi di nuovo domenica in via Quarto La Macchia in località Casali e in via Sorana ai Colli, due focolai appiccati contemporaneamente di natura dolosa. A questi si aggiungono altri roghi di plastica e materiale vario segnalati anche ieri sera a Sezze Scalo, roghi tossici e nocivi per l’ambiente, nonché pericolosi per l’alto rischio di propagazione. Ma è tutta la Provincia di Latina che già paga caro il prezzo di danni all’ambiente causati da incendi sempre dolosi, provocati dall'uomo, come avvenuto al Parco Nazionale del Circeo e altri episodi che hanno interessato altre zone del nostro capoluogo. In prima linea, a combattere le fiamme i Vigili del Fuoco, i Carabinieri della Forestale e i Volontari della Protezione Civile. Per le zone colpite dalle fiamme in questi giorni a Sezze abbiamo visto il VVA Protezione Civile di Latina e Sezze, i P.C. Luci dei Lepini e Latino 8, lì pronti a rischiare la vita per difendere il territorio e non permettere che in poche ore venisse distrutto un patrimonio ambientale inestimabile e prezioso per l’intero comprensorio dei Monti Lepini. Ma non basta l’impegno e il sacrificio dei volontari, serve la collaborazione, occorre che ognuno di noi sia protagonista nella lotta contro la piromania. La collaborazione dei cittadini in questo è veramente preziosa e si concretizza con una semplice telefonata, denunciando tempestivamente se si osservano comportamenti strani e prime avvisaglie di un possibile incendio boschivo: la maggior parte degli incendi boschivi è causata da mano umana, da comportamenti superficiali quindi dolosi. Si invitano tutti i cittadini a chiamare i numeri 112 o 115, ad essere parte attiva di un cambiamento comportamentale e civico.
I volontari della Protezione Civile in azione
Sezze, siamo alle solite...manca acqua ovunque. Eramo scrive al Prefetto
Siamo alle solite. Nel fine settimana gli sms di Acqualatina sono diventati un tormentone. Gli sms che annunciano abbassamento o interruzione idrica su tutto il territorio, su parte del territorio, in questa e quella frazione. Non se ne può più. Scarsità idrica dovuta per lo più da guasti nella condotta o presso l'impianto di Mole Muti. Anche questa mattina, per buona parte della giornata tutta Sezze, ad eccezione di Sezze Scalo questa volta, mancherà acqua o ci sarà un filo della stessa nei rubinetti. In realtà tutti gli utenti/clienti setini soffrono di crisi idrica sempre durante tutta la settimana, e fortunati sono coloro i quali hanno avuto le possibilità economiche di installare una piccola cisterna con pompa di rilancio nelle proprie abitazioni. Ogni estate la stessa storia, eppure di acqua ne è caduta per tutto l'inverno e per la primavera inoltrata. E nonostante ciò manca acqua per le condutture preistoriche e per degli impianti obsoleti che, a questo punto, immaginiamo vadano a carbon fossile. La società che gestisce l'ATO 4, anche lo scorso anno, aveva promesso all'amministrazione comunale di Sezze investimenti su tutta la rete idrica, annunciati più volte e mai realizzati. Il consigliere comunale Armando Uscimenti, in un post di pochi minuti fa, chiede "una presa di posizione forte da parte del sindaco Sergio Di Raimo" e chiede "scusa alla cittadinanza per i disagi e per l'ennesimo disservizio". L'assessore Antonio Di Prospero, fresco di nomine rinnovate, è il delegato del sindaco in merito all'acquedotto comunale. Gli investimenti sono stati decisi a tavolino ma non sono mai arrivati, a differenza delle bollette salate e sempre puntuali. L'assessore Di Propero dovrebbe attivarsi affinché dalle parole si passi ai fatti, gli investimenti sul territorio sono dovuti e necessari. I disservizi sono all'ordine del giorno e le toppe con copertoni e mastice risalgono ai tempi dei fontanieri, i quali nonostante i pochi mezzi a disposizione riuscivano però a garantire il servizio a tutti.
GLI ANTEFATTI... CON ENZO ERAMO CHE AVEVA CHIESTO DI NON VOTARE IL BILANCIO DI ACQUALATINA
Lo scorso marzo, il sindaco, in conferenza dei sindaci, dopo una lunga mediazione con gli esponenti del consiglio comunale di Sezze, si è astenuto durante la votazione del bilancio di Acqualatina su espressa richiesta del presidente del consiglio comunale di Sezze, Enzo Eramo, il quale aveva chiesto di non votare proprio il bilancio. Gli antefatti ci riconducono ad una riunione a Latina, nella sede dell’Ato 4, nell’ottobre del 2018 (quasi un anno fa) dopo la grave crisi idrica estiva che aveva colpito Sezze, dove il sindaco Di Raimo, Il presidente dell’assise cittadina Eramo e i consiglieri comunali Serafino Di Palma e Rita Palombi avevano sottoscritto un accordo nel quale Acqualatina si impegnava ad effettuare due importanti interventi strutturali: il primo sulla condotta di Mole Muti/Villa Petrara e il secondo su Via Veneto a Sezze Scalo. A distanza di un anno nulla è cambiato, gli accordi sono stati disattesi. Domani il presidente del consiglio comunale scriverà al Prefetto di Latina “A marzo scorso – afferma Eramo -invitai il sindaco a non votare il bilancio di Acqualatina perché questa società non aveva rispettato gli accordi in una riunione a Latina. Sono venuti meno gli accordi sottoscritti e non è più possibile accettare uno sbilanciamento d’investimenti da parte di questa società, non c’è equità nella distribuzione degli investimenti ma vi è solo una logica politica. Il Partito democratico – aggiunge Eramo – deve avere una voce univoca su questa problematica, senza accordicchi fini a se stessi. Il PD senza compromessi deve salvaguardare gli interessi dei nostri cittadini”.
Enzo Eramo
LA NOTA DEL SINDACO
Sezze non ne può più di queste interruzioni. Troppe e troppi disservizi. Possiamo capire il guasto improvviso e sporadico, MA QUANDO IL GUASTO DIVENTA LA REGOLA e i cittadini soffrono la mancanza di acqua (per lo più durante l'estate), allora c'è qualcosa che non va. L'acqua la paghiamo, e anche salata, quindi NON ACCETTIAMO PIÙ SCUSE; ACQUALATINA SPA deve fare gli interventi strutturali necessari a garantire il rispetto della convenzione e garantire l'efficienza del servizio. Quest'anno non abbiamo votato il BILANCIO come forma di protesta; O CI VIENE GARANTITO UN ADEGUATO SERVIZIO o siamo disposti ad andare oltre la semplice non approvazione del bilancio. Vogliamo risposte e oltre alle parole i fatti. Intanto convocheremo i vertici per la prossima settimana...DEBBONO METTERCI LA FACCIA.
Pareri e progetti incomprensibili. Sui lavori al Belvedere Rita Palombi non molla
VERBA VOLANT SCRIPTA MANENT
Continua lo scambio di missive in merito alla realizzazione del monumento di San Lidano nel belvedere di Santa Maria di Sezze. Il consigliere comunale di Sezze Bene Comune, RITA PALOMBI, non ci sta proprio su quanto affermato e trasmesso con nota dal Funzionario Arch. Lorenzo Mattone e della Soprintendente Dott.ssa Paola Refice, nella quale si comunica l’inesistenza di presupposti ragionevoli per l’accoglimento del riesame ed eventuale annullamento del parere. La Palombi non retrocede di un passo e in contrapposizione rispetto a quanto esposto dalla Soprintendenza, entra nei dettagli tecnici e procedurali di tutto l’iter dei lavori iniziati e posti sospesi al Belvedere , inviando una nuova pec.
Rita Palombi
I SOGGETTI A CUI LA PALOMBI HA INVIATO UNA NUOVA LETTERA
- Al Ministero dei beni e delle attività culturali
- DIREZIONE GENERALE ARCHEOLOGIA, BELLE ARTI E PAESAGGIO Direttore Generale Dott. Gino FAMIGLIETTI
- Servizio II – Scavi e tutela del patrimonio archeologico Dirigente: dott.ssa Elena CALANDRA
- Servizio III – Tutela del patrimonio storico, artistico e architettonico Dirigente: arch. Alessandra MARINO
- Servizio V – Tutela del paesaggio Dirigente: arch. Roberto BANCHINI
- Servizio VI – Tutela del patrimonio demoetnoantropologico e immateriale Dirigente: dott. Leandro VENTURA
- Funzionario responsabile: arch. Lorenzo MATTONE
- Soprintendente: dott.ssa Paola REFICE
- Sindaco di Sezze: dott. Sergio DI RAIMO
- Presidente del Consiglio Comunale: sig. Enzo ERAMO
- Responsabile del Settore Patrimonio: dott.ssa Maria Carla COLUZZI
- Responsabile dell’Ufficio Tecnico Comunale: dott. Vincenzo BORRELLI RUP e al geom. Paolo SIBILIO
- Responsabile dei Settori Produttivi Salvatore MOLINARI
- Comandante dei Vigili Urbani: dott. Lidano CALDAROZZi
TUTTA LA DOCUMENTAZIONE CHE MANCA!
Riguardo l’affermata regolarità procedurale della documentazione a corredo della richiesta del Parere Paesaggistico trasmessa dal Comune di Sezze alla Soprintendenza dei Beni Ambientali e Architettonici del Lazio della Provincia di Latina, per la Palombi risulta mancante:
1) Titolarità del Richiedente o atto di assenso del proprietario dell’immobile, ovvero nel caso di specie dell’amministrazione comunale, in quanto la richiesta è intestata ad un soggetto privato. Al contrario, se fosse stata un’opera pubblica, sarebbe stato necessario l’atto di approvazione del progetto dei lavori
2) Per la procedura semplificata, sarebbe stata inoltre necessaria l’attestazione da parte del Comune della Conformità dell’intervento alle prescrizioni urbanistiche ed edilizie o in alternativa dichiarazione asseverata del tecnico abilitato firmatario del progetto
3) Oltre a tutte le altre dichiarazioni previste ed obbligatorie a corredo della pratica.
MANCANO ANCHE GLI ELABORATI PER LO SMALTIMENTO DELLE ACQUE
Il parere paesaggistico rilasciato in data 19.04.2018 prot. 9377 non prevede negli elaborati tecnici la revisione del sistema di smaltimento delle acque pluviali, pertanto, nella valutazione in ordine alla compatibilità dell’intervento che definisce il “Progetto di riqualificazione della Piazza del Duomo e del Monumento di San Lidano” come intervento urbanistico rientrante nella manutenzione e nell’adeguamento funzionale delle opere di urbanizzazione primarie esistenti (peraltro inesistenti in quanto lo smaltimento delle acque meteoriche avviene naturalmente a dispersione sul terreno), si fa riferimento solo ed esclusivamente alla posa della statua come se essa stessa fosse opera di urbanizzazione primaria;
NON C’E’ CONSERVAZIONE DEL PATRIMONIO E DELLE VISUALI
“Lo stesso parere favorevole incomprensibilmente – scrive ancora la Palombi - viene giustificato come miglioramento della fruizione del centro storico attraverso la riqualificazione spaziale e spirituale di tutto il belvedere del sacrato della cattedrale. Il comma 7 dell’art. 29 delle N.T.A del P.T.P.R. indica in maniera categorica “La tutela dell’integrità fisica attraverso la conservazione del patrimonio e dei tessuti storici nonché delle visuali da e verso i centri antichi, anche mediante l’inibizione di trasformazioni pregiudizievoli alla salvaguardia”, pertanto la considerazione che l’opera sia riconducibile ad un intervento di valorizzazione dell’identità culturale del luogo è un’opinione personale e non una applicazione normativa del caso. Oltretutto, la condizione che un elemento puntuale costituisca un punto focale che porta il visitatore ad avvicinarsi, non può giustificare la collocazione della statua di un Santo su uno dei luoghi che esprime già una forte carattere identitario storico e riconosciuto universalmente da diverse generazioni (basti vedere la protesta popolare per la difesa del Belvedere)"
i lavori sospesi al belvedere
… AL CONTRARIO L’INTERVENTO E’ DEQUALIFICANTE
Si ritiene, inoltre, che l’intervento in sé sia fortemente dequalificante per la piazza e nettamente in contrasto con l’art. 29 comma 7 delle N.T.A. del P.T.P.R. che in maniera inequivocabile esprime il concetto di tutela dell’integrità fisica. Anche sull’aspetto identitario non è stata presa in considerazione l’antropologia del luogo che rappresenta un vero e proprio unicum nel suo genere;
Il progetto della Statua di San Lidano
IL BELVEDERE SOTTRATTO ALLA COMUNITA’ E LA NUOVA RICHIESTA DELL’ANNULLAMENTO DEL PARERE
Nei fatti il Belvedere è stato sottratto alla collettività senza “alcuna razionalità nell’interpretazione normativa e senza alcuna sensibilità per il Bene Comune. Ad oggi, i lavori sono bloccati a causa delle irregolarità tecnico-amministrative che, confermano come quest’opera, nata senza alcuna condivisione e con presupposti errati , possa risultare una “forzatura” sotto tutti i profili”. Per tutte queste motivazioni la Palombi è tornata a chiedere l’annullamento del parere rilasciato.
Il belvedere nella sua naturalezza
LA POSIZIONE DEL SINDACO DI SEZZE: DECIDERA’ IL CONSIGLIO COMUNALE
Raggiunto telefonicamente il primo cittadino Sergio Di Raimo torna a ribadire che sarà il consiglio comunale "sovrano" ad esprimersi sulla vicenda in un consiglio comunale ad hoc. Il sindaco non può entrare nel merito degli aspetti tecnici e procedurali della vicenda ma, dal punto di vista politico della vicenda, i consiglieri comunali dovranno votare la donazione dell’opera da parte di Don Massimiliano Di Pastina. “La vicenda della donazione della Statua dovrà essere approvata dall’intero consiglio comunale che è sovrano. Aspettiamo che il presidente del consiglio Enzo Eramo convochi una seduta straordinaria per discutere dei lavori sul belvedere di Santa Maria. Dal punto di vista tecnico - afferma Di Raimo - non posso, ovviamente, esprimere il mio parere ma saranno gli uffici competenti a verificare tutte le procedure e a prendersi le responsabilità del caso. I consiglieri comunali invece dovranno esprimersi sulla donazione”. Il sindaco fa intendere che ci potrebbero essere anche le condizioni per spostare la statua in un posto diverso rispetto al progetto originario. “Quando dico che si parlerà dei lavori a 360 gradi parlo anche del fatto che il consiglio comunale potrebbe decidere di spostare il monumento in altro luogo o cambiare ubicazione rispetto al progetto iniziale”.
l'aula consigliare nell'ultimo consiglio sui lavori al Belvedere