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Alessandro Mattei

Alessandro Mattei

 

Crescono di giorno in giorno le adesioni a tutela del Belvedere di Santa Maria di Sezze. L’iniziativa social lanciata dal Comitato “MurodellaTèra” con la Cartolina “#Iosonounodeicinquanta” sta raccogliendo condivisioni straordinarie sui social a conferma che tanti cittadini sognano una Sezze diversa dove ancora esiste il rispetto della storia, delle tradizioni e di luoghi che fanno parte della nostra comunità. Goccia dopo goccia, ognuno a suo modo, sta esprimendo con passione e forza il desiderio di non vedere stravolto il Belvedere di Santa Maria. Pian piano, anche i meno appassionati, stanno rivedendo le loro posizioni e nelle ultime ore stanno capendo e dimostrando di tenere molto a quello che rappresenta, nella sua semplicità, l’ultimo baluardo di una Sezze che sta per essere completamente cancellata, insieme a vestige di un passato che tutti insieme dobbiamo tutelare e valorizzare. Uniti non saremo mai soli. La conservazione intatta del Belvedere rappresenta oggi l’emblema di un riscatto sociale rispetto ad un passato dove scelte politiche sbagliate hanno purtroppo cancellato buona parte della nostra storia, delle nostre radici. Semplici cittadini, docenti, operai, artigiani, cantanti, musicisti, alunni, pensionati si stanno unendo in una battaglia pacifica e trasparente contro quello che potrebbe rappresentare un nuovo scempio perpetrato ai danni della nostra città, come lo è stato in passato per l’Anfiteatro, per la Piazza dei Leoni, per Porta Pascibella, per il centro storico e per altri luoghi simbolo della nostra città. Non sapremo come andrà a finire, perché non saranno certamente i cittadini a potere e dover decidere se mettere o meno il Monumento di San Lidano al centro del Belvedere, ma certamente un bel giorno potremmo ben dire che siamo stati tra coloro i quali, ad un certo punto, hanno detto di No a gran voce.

La Cartolina del Comitato Murodellatèra

Domenica, 17 Novembre 2019 18:50

#SonounodeiCinquanta. Belvedere libero

 

#Sonounodeicinquanta. Una cartolina che nella sua bellezza e semplicità raffigura quello che era il Belvedere di Santa Maria. Il Comitato Murodellatèra ha promosso una iniziativa tutta social volta a sensibilizzare ulteriormente l'opinione pubblica sulla tutela di un patrimonio artistico e paesaggistico che fa parte della nostra storia, della nostra comunità, della nostra vita. Nessuna guerra, nessuna iniziativa contro qualcuno o qualcosa ma solo a favore del Belvedere, di uno dei luoghi più affascinanti di Sezze che merita di essere conservato così come i nostri avi ce lo hanno trasmesso. Alle ore 18 in punto di oggi, il comitato e tanti cittadini hanno postato sui loro profili facebook questa immagine che vuole essere anche una risposta al primo cittadino Sergio Di Raimo il quale, nell'ultimo consiglio comunale, in merito ai lavori, e rispondendo ad un consigliere comunale, aveva apostrofato la domanda dicendo appunto che non saranno cinquanta cittadini a fermare i lavori iniziati e sospesi al belvedere. Il sindaco di Sezze, Sindaco di tutti, così facendo, ha scelto di ignorare una parte dei cittadini che, a più riprese, hanno cercato di capire quale fosse veramente l'interesse di questa amministrazione nel fare proprio al centro del Belvedere il monumento dedicato al nostro amato Santo Patrono. Senza entrare nei dettagli dell'iter il senso di appartenenza è stato comunque ignorato. Il sindaco, infatti, ha scelto la strada dell'esclusione, della non considerazione di una richiesta di confronto sempre trasparente e legittima. Saranno Dieci, Cinquanta, Cento, Mille i cittadini contrari a quel progetto, ma sono pur sempre cittadini che pagano le tasse, rispettano le leggi ed esprimono il loro voto elettorale. Fare la conta, contarsi, facendo divisioni e sottrazioni, non è stato mai elegante né aiuta a ricucire oggi un tessuto sociale sfilacciato e in piena crisi. Promuovere cultura come ha detto bene il sindaco recentemente è anche ascoltare, confrontarsi e capire le istanze dei cittadini e del cittadino. Saranno dieci, cento, cinquanta, sempre cittadini sono. La cultura è tradizione, storia, passato... ma nei fatti.

 

 

 

Nuovamente imbrattate le mura ciclopiche di Sezze. In questi giorni anche sui social sono state pubblicate foto che denunciano scritte con bombolette spray apparse sulla cinta muraria di Sezze sotto il Guglietto. La fortificazione della città risalente al IV° secolo a.C. nel corso degli anni non è la prima volta che viene imbrattata. Ne abbiamo viste di peggio, come quando un privato -  come se nulla fosse - sbancò il terreno sotto le mura per effettuare uno sterro non autorizzato. Per carità nulla di grave – come qualcuno subito dirà anche oggi – di tanti problemi adesso stiamo anche a focalizzare l’attenzione su una simile sciocchezza, su scritte infantili. Certo, ma di sciocchezze in sciocchezze, la sottovalutazione miope e vergognosa di quanto progressivamente sta avvenendo sta creando danni difficilmente recuperabili in futuro, detto diversamente si sta "bruciando" una nuova generazione di ragazzi. Il degrado sociale è in forte crescita e di tanto in tanto palesi indizi vengono alla luce. Atti vandalici contro una donna indifesa, immondizia gettata ovunque, incendi dolosi, segnali preoccupanti di nuove droghe tra i giovanissimi, furti in abitazione in pieno giorno, prostituzione, tutto fa parte di una trasformazione in negativo della società che sfugge a chi dovrebbe investire sulla cultura e sul rispetto delle regole. Tutte bravate per carità, nulla di grave. Intanto il degrado avanza.

 

Lo scavo del 2015 denunciato dal Gruppo in difesa dei Beni Archeologici di Sezze

 

 

 

E’ di nuovo abbandonato, dimenticato, lasciato nell’oblio che quasi quasi potrebbe uscirci nuovamente “il monaco”, quella che nei primi anni ’90 a Sezze è stata la versione casereccia e maschile dell’attuale buffonata chiamata Samara. L’ex Monastero della Clarisse, l’antichissimo stabile nel cuore del paese che per secoli ha ospitato le suore appartenenti all'ordine delle Clarisse Innocenziane, è ridiventato un “fuori contesto”, una cattedrale nel deserto che non interessa più a nessuno, non interessa alle istituzioni e alla politica a tutti i livelli. Infatti sono passati altri 10 anni dall’ultimo interessamento, dal quel convegno promosso dall’allora consigliere provinciale, capogruppo del PD, Enzo Eramo, alla presenza del presidente Armando Cusani, dell’allora sindaco di Sezze Campoli, del deputato Sesa Amici e altri rappresentanti istituzionali. In quel tempo si parlò di un cronoprogramma di azioni, di una destinazione d’uso, di valutazione di progetti e soprattutto di opportunità. Un concorso di idee che però tale è rimasto anche perché la Provincia perse poi quei pieni poteri dopo la riforma sulle Province. Dopo i lavori di ristrutturazione esterna e di consolidamento, realizzati proprio dalla Provincia di Latina, la stessa amministrazione provinciale ha consegnato al Comune di Sezze l’intero stabile, un immenso patrimonio architettonico di oltre 15 mila metri cubi. Molte le proposte e idee valide venute fuori dal Convegno: una delle più accreditate lanciata da Eramo e da Titta Giorgi fu quella di istituire nel monastero la sede della Facoltà di Agraria, per rilanciare un territorio a vocazione agricola e per fungere da volano per un possibile e sostenibile turismo a Sezze. Eramo parlò anche di una sede per corsi di specializzazione per fare dell'immobile un polo multi funzionale. Purtroppo sono rimaste belle ma inutili proposte e la stessa amministrazione comunale guidata dall’ex sindaco Andrea Campoli è rimasta per lunghi sette anni a guardare le stelle senza muovere un dito né per intercettare ulteriori fondi da destinare per completare i lavori interni né per sollecitare idee e proposte di sviluppo. Per non parlare della scarsa attenzione avuta dalle successive amministrazioni provinciali. Dell’ex monastero delle Clarisse non risulta essersi occupato nemmeno l'ex presidente facente funzione Giovanni Bernasconi né tanto meno sembra che se ne stia interessando il neo eletto consiglio provinciale. E i consiglieri regionali locali eletti? Non pervenuti. Il Monastero resta lì in bella vista, immensamente vuoto nei suoi locali da riqualificare, clamorosamente dimenticato e abbandonato alle ortiche. Altre amministrazioni farebbero carte false per aver una simile struttura, colossale e predominante su tutta la pianura pontina. Alla attuale politica setina, invece, sembra non interessare. Si pensa ad altro, si pensa di investire per snaturare ciò che di poco meraviglioso ci resta. Il belvedere di Santa Maria ne è un attuale esempio.  

 

ANTICHISSIME ORIGINI, OSPITO' LE MONACHE DI CLAUSURA

Le origini dell'ex monastero di Santa Chiara risalgono al 1313. Ha ospitato per secoli le suore appartenenti all'ordine delle Clarisse Innocenziane, fra i rami più antichi dell'ordine, in cui si seguiva la regola dell'anno 1253, cioè quella di Santa Chiara che, oltre ai voti di obbedienza, povertà e castità, comprende l'obbligo più rigido: la clausura. Negli anni Novanta del secolo scorso di fronte ad una progressiva crisi delle vocazioni e a una struttura che necessitava di un ingente restauro, le suore decisero di venderla per trasferirsi a Latina in una nuova sede più confortevole. Il monastero di Sezze passò nelle mani dell'amministrazione provinciale e dopo qualche anno cominciarono i lavori per il suo restauro.

 

La facciata dall'immobile da via Cavour

 

Alcune immagini del convegno del 2010 e la locandina

 

 

 

 

E' stato bello ed importante ritrovarsi ieri presso l'auditorium Mario Costa di Sezze. E' stato soprattutto utile sostenere la ricerca e la prevenzione del tumore al seno. Nel mese dell'ottobre rosa, mese Internazionale della Prevenzione del Tumore al Seno, ancora una volta, il comitato di Sezze dell'ANDOS (Associazione Nazionale Donne Operate al Seno), si è fatto promotore di diverse iniziative e campagne di sensibilizzazione in sinergia con Regione Lazio, ASL e Amministrazione comunale. Ieri una bella iniziativa per raccogliere fondi necessari, grazie allo spettacolo teatrale messo in scena dalla esilarante compagnia Nemeo. "L'Amore non ha età", con testi in dialetto di Arianna Bernasconi e la regia di Luigi Costantini, è stato un vero successo di critica e pubblico. La Compagnia dialettale, fondata da Luigi Costantini, Anna Maria Bovieri e Tony Piccaro, è riuscita a colmare il Costa, pieno in ogni ordine di posti. La commedia originale e spiritosa della Nemeo, ha fatto divertire ma ha fatto anche riflettere sull'importanza della vita di tutti i giorni e sull'amore, unico sentimento che dà senso alla nostra effimera esistenza. Bravi tutti gli attori in scena, brillanti nei ruoli Giulia Berti, Michela Capuccilli, Iole Costantini, Isabella Baratta, Cristiana Di Lenola, Loretta Cassoni e ovviamente Tony Piccaro, Anna Maria Bovieri e Luigi Costantini; per una commedia sommersa a più riprese delle risate e dagli applausi del pubblico. In apertura di serata bella la lettura di poesie di Lucia Fusco e utili gli interventi dei responsabili della ASL e del sindaco di Sezze Sergio Di Raimo. Grazie allo spettacolo, l'Andos di Sezze è riuscita a portare "leggerezza" come ha detto bene Anna Maria De Renzi ad una tematica e una malattia affrontata, ancora e purtroppo, oggi con vergogna e solitudine. Il messaggio lanciato è forte: insieme si superano molti ostacoli e si generano forze e coraggio impensabili. Complimenti a tutti. 

 

 

 

 

 

La scuola resta l'unica Istituzione dove i bambini possano crescere e sviluppare sapere, educazione e conoscenza critica. La Scuola è l’istituzione adatta solo se resta un luogo vivo, accogliente, una casa comune dove si sta bene, si sta sicuri, si impara e si gioca, in una parola dove si cresce. Sulle condizioni in cui versa l'istituto scolastico Valerio Flacco di Sezze Scalo, l'amministrazione comunale ha il dovere di garantire sicurezza agli alunni, di dare loro tranquillità e garanzie. I genitori dello Scalo hanno fatto bene a costituirsi in un comitato di monitoraggio e verifica dei lavori. E' un loro diritto pretendere non solo sicurezza dei locali ma accoglienza, serenità, rispetto. Le parole del primo cittadino Di Raimo non aiutano in tal senso, anzi alimentano polemiche e aumentano quelle distanze di una frazione setina che si sente già abbandonata dalle istituzioni. Quando si parla di alunni, un sindaco dovrebbe evitare di leggere politicamente una iniziativa popolare, dovrebbe evitare di pensare a secondi fini. Le sue parole colpiscono più delle poche criticità strutturali esistenti nella scuola, perché mostrano una sorta di distacco da quelle che sono le richieste della comunità di Sezze Scalo, da quelle che sono richieste di maggiore presenza e sensibilità. Ecco alcuni passaggi delle dichiarazioni del sindaco Sergio Di Raimo anche su La Notizia Condivisa. "Capisco l'aspetto politico della questione e ritengo che la vera motivazione per la quale si vuole creare questo allarmismo è appunto una motivazione politica di chi sta cercando quel minimo di visibilità per prendere voti alle prossime elezioni. Purtroppo stanno cercando visibilità a spese di tutti quei genitori che,in buona fede, seguono i loro interventi e le loro iniziative". Lo stesso sindaco però, nel mese di maggio, aveva inviato una lettera alla Regione Lazio sollecitandola di finanziamenti per mettere in sicurezza l'Istituto scolastico, avanzando anche l'ipotesi di chiudere la scuola se non ci fosse stato un segnale da parte dell'Ente regionale. Se l'atteggiamento dell'amministrazione comunale in merito è stato "diligente" come afferma il Sindaco, noi gli siamo tutti grati e riconosciamo un senso del dovere e quella richiesta di maggiore sensibilità e vicinanza da parte delle nostre istituzioni che chiedono i residenti di Sezze Scalo. Aggiungere però che "quello di altri non ci pare perché ci sembra si voglia speculare sui bambini per fini squisitamente politico/elettorali" certamente non aiuta anzi peggiora ulteriormente il clima di nervosismo e di apprensione su quanto sta avvenendo alla Valerio Flacco di Sezze Scalo.

 

 

Il funzionario Posizione Organizzativa dei Settori Produttivi del Comune di Sezze, Salvatore Molinari, nei giorni scorsi ha pubblicato sull’Albo Pretorio la rendicontazione generale delle spese per la 50 Sagra del Carciofo svoltasi a Sezze lo scorso Aprile. L’amministrazione comunale complessivamente ha speso oltre 27 mila euro tra contributi vari alle associazioni culturali, liquidazioni di service, pubblicità e diritti d’autore. Una somma considerevole viste le ristrettezze economiche dell’Ente comunale. Beneficiari dei contributi diversi sodalizi setini che hanno dato il loro prezioso contributo per la realizzazione della kermesse più importante della città e alcune ditte e società chiamate per servizi vari e che giustamente andavano pagate. Ovviamente questi non sono gli unici contributi dati alle associazioni, ce ne sono degli altri per eventi specifici, per l'estate setina e altre manifestazioni svolte nel corso dell'anno e che sono ormai considerati appuntamenti attesi dalla città. Il problema però rimane sempre lo stesso e non riguarda assolutamente il ruolo delle associazioni e di chi presta la propria professionalità. Anzi questi ruoli  restano sacrosanti in una fase di ricucitura di un tessuto sociale sfilacciato e in grande crisi di idee e valori. Però, non essendoci ancora un regolamento tanto richiamato in passato e puntualmente disatteso, le associazioni e le ditte investite da un ruolo per questa o quella manifestazione restano a discrezione degli uffici comunali e dell’assessorato competente. Manca quindi quella necessaria e doverosa trasparenza in tutti quelli che sono i passaggi amministrativi che vede spesso, ad esempio, in un sodalizio essere privilegiato rispetto ad altri. Detto diversamente: come vengono scelti i sodalizi? Tramite progetti presentati? Attraverso una telefonata di un dipendente comunale? Ad oggi ancora non è dato sapere ma lo sforzo che il sindaco sta facendo è apprezzabile e si spera che non sia vano come altre idee lasciate senza un seguito. Infatti, attraverso una serie di incontri con le associazioni avuti recentemente, e mediante un avviso pubblico, proprio il sindaco Sergio Di Raimo (che ha tenuto per sé la delega alla cultura) ha chiesto alle associazioni l’adesione per i futuri eventi comunali, a partire da Natale Setino, attraverso però proposte e progetti da presentare agli uffici competenti e che saranno valutate dagli stessi o da una commissione ad hoc. Si spera, però, vivamente che a breve ci sia un regolamento e regole certe per tutti, per le associazioni indipendenti, e per quelle che hanno voluto aderire al nuovo tentativo di costituire la Consulta delle Associazioni di Sezze e per tutti quei professionisti che possono e vogliono dare il loro contributo.

La rendicontazione pubblicata sull'Albo comunale

 

 

Meglio tardi che mai. Ammettere di aver fallito un'impresa è sempre molto difficile ma è pur sempre un atto di responsabilità e un primo passo per cambiare rotta. Esattamente 10 anni fa (ottobre 2009) l’allora sindaco del Comune di Sezze, Andrea Campoli, attraverso un opuscolo annunciava alla città l’avvio del progetto raccolta differenziata porta a porta a Sezze Scalo. “La mia scelta e dell’amministrazione comunale intera di investire sull’ambiente su questo territorio realizza in pieno il programma del mio governo che dell’ambiente è sempre stato uno strenuo difensore e fautore” scriveva il sindaco.

 

L'opuscolo del 2009 di Campoli

 

Nell’ultimo consiglio comunale convocato su richiesta delle opposizioni, finalmente la certificazione di un insuccesso da parte degli amministratori della città, la certificazione di un progetto che a distanza di un decennio vede Sezze ad una percentuale di raccolta differenziata al 23,35 %, numeri che fanno ridere rispetto ad altri centri dei Monti Lepini (Roccagorga 80/81% - Cori 72% - Sermoneta 67 % ). Nel progetto tecnico-finanziario del 2017 redatto dalla PMF (Project Management & Finance) per conto della SPL SEZZE era tutto già chiaro, ma sono passati altri due anni senza che nulla sia cambiato. Adesso finalmente c’è la volontà di pensare a nuovi progetti e di puntare al 65 % di differenziata entro la fine del 2020: si vorrebbe puntare ad un obiettivo eccellente in soli 24 mesi.  Le proposte per “svoltare” restano quelle del 2017: raccolta differenziata porta a porta “spinta” su tutto il territorio comunale o raccolta ingegnerizzata, ossia porta a porta circoscritto al centro storico e distribuzione di isole ecologiche in periferia.

L'ultima seduta consigliare del 4 ottobre 2019

 

LA PROPOSTA DELL'AMMINISTRAZIONE COMUNALE

La Giunta comunale, come bene ha descritto l’assessore Giancarlo Siddera, punta al primo modello di rinascita, grazie al lavoro di tutti gli operatori ecologici impiegati sul territorio e all’incremento di automezzi, il tutto alla luce dei nuovi finanziamenti provinciali (circa 800 mila euro). Nel modello rilanciato da Siddera è incluso il compostaggio di prossimità per i rifiuti organici sia per i residenti del centro storico attraverso 2 compostiere di comunità, sia per le zone di Suso con compostiere individuali nei terreni privati.

Esempio di compostiera di Comunità

 

LA PROPOSTA DELL'OPPOSIZIONE

Le opposizioni invece punterebbero sul modello ingegnerizzato o delle isole ecologiche che prevede una spesa iniziale (da 1,5 mln a 2,5 mln) non sostenibile per le casse della SPL ma ricompensati a regime nel giro di 3/5 anni e con un costo di gestione annuo però molto inferiore rispetto al primo modello, con un risparmio di circa 500 mila euro l’anno rispetto al Porta a Porta.  Insomma due soluzioni per uscire dal vergognoso 23% che vede Sezze fanalino di coda di tutti i paesi della Provincia, soluzioni proposte ma che per il momento non hanno trovato un accordo comune.

Le Isole ecologiche proposte dalle opposizioni

 

LA PREOCCUPAZIONE DEL SINDACO

Nel suo intervento il sindaco di Sezze Sergio Di Raimo ha espressamente avallato il modello descritto dal suo assessore per un rischio che il primo cittadino non vuole proprio correre. La soluzione proposta dalle opposizioni, infatti, comporterebbe la perdita di 22 unità lavorative della SPL Sezze perchè il risparmio deriverebbe proprio dal taglio dei posti di lavoro e da una spesa iniziale per l'acquisto delle isole ingegnerizzate insostenibile.

IL RISCHIO MAGGIORE

Il rischio da evitare è che si passi da una proposta ad un'altra senza decidere nulla, restando così come siamo. La politica quindi deve decidere e subito, senza ulteriori rinvii e senza rimpalli. Tra i pochi dati positivi emersi nell'ultima seduta consigliare, quelli relativi alle sanzioni amministrative elevate grazie alle foto-trappole. Da marzo ad oggi sono stati "beccati" 47 cittadini fotografati mentre gettavano rifiuti per strada. La sanzione per ognuno di loro è stata di 600 euro, per un totale di circa 30 mila euro.

 

 

 

 

 

 

Il Partito Democratico di Sezze riparte da Daniele Marchetti, psicologo di professione e già coordinatore di zona del partito. Sabato 21 settembre, a partire dalle ore 15 presso il centro sociale “U. Calabresi”, si svolgerà, infatti, il Congresso per l’elezione del Direttivo e del Segretario di circolo. Il coordinamento locale proporrà Marchetti quale guida dei dem setini, punta su un giovane di qualità e disponibile a rilanciare l’azione di un partito che nel corso degli ultimi anni non è stato un partito ma solo una scatola vuota e un cartello elettorale. L’obiettivo principale è quello di ricostruire un rapporto stretto con i cittadini e con i reali bisogni della comunità. Stare tra la gente e ascoltare le loro istanze è il primo passo che il Pd di Sezze deve fare per raccogliere e rilanciare una eredità storica partitica e ideologica che sta scomparendo. Per fare questo si sono resi disponibili storiche figure del partito di Sezze che, in questi mesi, hanno fatto proposte e dato consigli a chi intende prendere le redini del partito. Il direttivo che sarà eletto dovrà rappresentare ogni settore della società ed esprimere quindi esperienze diverse, senza esclusioni e senza pretese. Il Pd di Sezze deve ripartire dal basso con umiltà se vuole ricostruire un legame con i cittadini, e deve farlo guardando agli errori clamorosi che sono stati fatti nel passato senza alcuna giustificazione, evitando di sottovalutare ciò che non è stato in grado di fare e organizzare. Servono nuove leve ma occorre necessariamente anche l’esperienza e la maturità per non commettere altri sbagli. Il Partito Democratico, però, innanzitutto, deve essere il partito dell’inclusione e non dell’esclusione come a molti è apparso negli ultimi tempi, azioni e obiettivi necessari per avere credibilità in futuro.

 

 


L'obsoleta rete idrica setina, in questi giorni torridi, sta mostrando tutta la sua fragilità. Una serie di guasti hanno interessato il centro della città. Nell'ultima settimana sia nel centro storico che nel centro abitato periferico, le perdite di acqua sono state numerose, dovute sempre a guasti nella condotta. Una falla dopo l'altra, come in un gioco comico, hanno mandato in tilt le condutture, le quali evidentemente non supportano più la pressione idrica. Riparata una falla in via Corradini, ecco spuntarne un'altra in via Roma; riparata la falla in via Roma ecco spuntarne un'altra in via Fanfara; riparata la falla in via Fanfara ecco spuntarne un'altra nuovamente in via Corradini. il sistema idrico locale sta cedendo in ogni punto. Questa mattina gli operai di Acqualatina stanno lavorando per un grande e serio guasto a Sant'Andrea. Si tratta, in questo caso, di un intervento tampone perché proprio per questa criticità si dovrà a brevissimo intervenire con un nuova condotta via strada che da Sant'Andrea porta i servizi idrici fino all'incrocio di via Ninfina - via Bassiano. Questo perché molte condotte sono state "soffocate" dalla realizzazione di case e palazzi e in questi casi non si può più intervenire. La dispersione di acqua non è solo quella che vediamo nei casi di guasti su strada ma molta e maggiore è quella che si incanala nei terreni e direttamente nelle condotte di acque nere. La rete idrica comunale è seriamente compromessa perché datata e danneggiata dagli innumerevoli interventi fatti alla "carlona" negli anni passati. L'acqua è un bene primario, i cittadini-utenti non possono subire disservizi e disagi un giorno sì e un giorno no. Servono investimenti urgenti.

 

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