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Caos e disagi presso il nosocomio San Carlo di Sezze. Una cittadina ci scrive per denunciare il dissevizio presso la struttura della ASL in merito alle pratiche amministrative relative ad esenzioni, revoca medico di famiglia ed altro.

Ecco la lettera

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Da utente e cittadina di Sezze manifesto il mio disagio, condiviso tra tutti gli altri utenti, di fronte la modalità di gestione dell'accoglimento delle pratiche amministrative (richieste esenzioni, cambio medico, ecc). Oggi 28 settembre 2021 alle ore 8,30 erano terminati i preziosi 30 numeri che è possibile servire due volte a settimana. Per un'utenza di circa 25.000 persone (limitandomi al territorio di Sezze) solo in 60 possono essere servite la settimana in un orario di apertura al pubblico dalle 9.00 alle 12.00. È una situazione a dir poco imbarazzante anche per chi è costretto a mandar via persone di ogni età, situazione fisica e lavorativa (donne in gravidanza, lavoratori che hanno preso inutilmente permessi di lavoro, anziani, sono solo alcuni degli esempi più rappresentativi). Le problematiche interne all'ufficio, qualora ve ne fossero, non possono ricadere sugli utenti. Da utente e cittadina di Sezze chiedo una rapida soluzione del problema sia per il servizio in presenza che per la modalità online che specialmente per la richiesta esenzioni sembra non essere disponibile in assoluto. È nelle competenze e nei doveri di un dirigente appositamente scelto e giustamente pagato risolvere queste problematiche. Prego una rapida risposta. Porto il problema all'attenzione della stampa locale e dei rappresentanti locali prossimi al rinnovo. 
 
Distinti saluti
Claudia Marchionne

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa del movimento Sezze Bene Comune a sostegno di Rita Palombi sindaco di Sezze.

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«La scelta di presentarci con una lista e un comitato civico di sostegno al progetto SBC è stata condivisa da tutto il gruppo, contrariamente alla solita tecnica di “saturazione delle candidature” utilizzata nelle campagne elettorali amministrative: un candidato per ogni famiglia». A dichiararlo è la candidata sindaca Rita Palombi.

«Il rischio di questo modus operandi sono le solite dinamiche legate a veti e ricatti incrociati che genererà da una parte una notevole difficoltà sulle nomine della squadra dell’esecutivo, e dall’altra le scelte da intraprendere come governo del territorio con il conseguente stallo amministrativo. – continua Rita Palombi -  Insieme ai nostri candidati e al Comitato Civico, come segnale di cambiamento negli obiettivi, nei contenuti e nel metodo, proponiamo, con la massima trasparenza, parte dei nomi della squadra dell’esecutivo. Inoltre, faranno parte della squadra altre figure che, con deleghe finalizzate a temi specifici per la città, comporranno un quadro articolato di competenze che determineranno un lavoro di qualità finalizzato ad uscire dal pantano in cui versa il paese.

Tre nomi su cinque dell’esecutivo saranno: Roberta Filigenzi, Andrea Santucci e Giampiero Minniti

Ci saranno, poi,  figure che su temi specifici coadiuveranno il lavoro della Giunta: il geologo Daniele Raponi, con delega sul Geoparco e sistema geologico del paese; e Salvatore Grecco, con delega mobilità dolce e viabilità».

 

«Se i cittadini vorranno riservare la loro fiducia a ciò che proponiamo,  – conclude la candidata sindaca – siamo certi che queste figure, insieme al resto della squadra che verrà definita e resa nota subito dopo le elezioni amministrative, facciano parte di un disegno e di un nuovo modo di operare con trasparenza, coraggio, determinazione, competenza e grande passione per la nostra Comunità».

 

 

Innocue o rancorose, sono anime che vagano in cerca di giustizia o attendono che il dolore per un amore spezzato si trasformi in gioia, legate al luogo (il castello, la città, il maniero, il palazzo, il borgo) dove hanno dimorato in vita e nel quale ritornano. 80 casi in tutt'Italia, tra i 10 e i 60 anni: serve, imperatrici, borghesi, brigantesse e partigiane, che bramano di comunicare con i viventi. Per queste donne è stato coniato un nuovo appellativo: fantasme. E Fantasme s’intitola il libro di Claudio Marrucci e Carmela Parissi (Fefè Editore, pagg. 262, euro 16.00). Donne che attraversano l'Italia, da nord a sud, dal passato al presente, come recita il sottotitolo: “da Messalina a Giorgiana Masi, dove e come incontrarle”.   I fantasmi, affermano i due autori, «sono anime inquiete che tornano o restano nei luoghi terreni del loro supplizio. Spesso per una vendetta impossibile o per una paura che continua o per un amore mai terminato nonostante tutto. Vittime che restano vittime oltre la loro vita terrena, vittime che nella gran parte dei casi erano e sono donne. Oltre al nuovo nome, ci è sembrato giusto indagarle». I due autori hanno contato più di un migliaio di “fantasme” in tutta Italia. Questo libro ne riporta ottanta, delle quali venticinque sono state immortalate dalle illustrazioni di Carmela Parissi, mentre Claudio Marucci ne ha romanzato la storia. «Fantasme antiche e moderne, buone o cattive, fantasme che tornano, fantasme evocate e fantasme infestanti: tante, troppe - scrive nella prefazione Carmela Parissi - per poter dare a ognuna lo spazio di un racconto esauriente. La decisione di selezionarne alcune e lasciarne altre all’oblio mi attanagliava la mente. Un'opera di cesoia che non volevo e non potevo compiere. Eppure le necessarie costrizioni di tempo e di spazio insite nella narrazione dovevano a tutti i costi trovare un epilogo». Alcune di queste “fantasme” sono note in tutta Italia, come Beatrice Cenci o la Baronessa di Carini; altre, come Filomena di Dolceacqua e Bianca Maria Aloisia, sono conosciute perlopiù̀ localmente; ci sono quelle legate a personaggi illustri, come ad esempio Lucrezia Borgia, Artemisia Gentileschi o la Contessa Lara, e le fanciulle decedute in tenera età, che non si rassegnavano a lasciare questa terra (per questo definite “dame bianche”), come Biancamaria Martinengo, Azzurrina o Igea da Agrigento; infine, di alcune di loro, come  Gaia Lavinia Volumnia, Angelica de Falconibus e Carlina, è nota solo la leggenda, mentre altre, come Isabella de’ Medici, Violante Carroz, Anna Carafa della Stadera,  appartenevano a nobili casate rinascimentali dalla storia ben consolidata. Si tratta in particolare di “fantasme” greche, etrusche, romane, “vichinghe”, cattoliche, ebree, libertine, serve, imperatrici, nobildonne, borghesi, brigantesse, regine, partigiane e studentesse. “Fantasme” che coprono un arco di tempo che va dalla Magna Grecia fino agli anni di piombo. Per questo, il libro è anche una storia d’Italia “al femmnile”. Ogni “fantasma” è legata a un luogo particolare: al castello, al palazzo, alla chiesa o al borgo. E in ogni regione d'Italia ne è presente almeno una, tanto da suggerire itinerari alternativi alla ricerca del brivido paranormale. Oltre a quella romanzata, c’è una parte del libro, per così dire, informativa: per le venticinque “fantasme” trattate, Marcucci ha realizzato cinque schede: Nel ricordo degli uomini in cui riporta la versione della loro storia tramandata dal potere maschile; Sussulti, fremiti, brividi dove ricorda le leggende delle loro apparizioni; Il luogo infestato in cui descrive i luoghi dove hanno vissuto o dove appaiono; Per evocare la fantasma dove dà indicazioni per farle apparire con l'aiuto di una ricetta tipica del posto; Sulle tracce delle fantasma in cui dà i riferimenti per recarsi sul luogo infestato.      

CLAUDIO MARRUCCI, scrittore, traduttore da spagnolo e inglese, poeta. Ha pubblicato il romanzo Ammettiamo che l’albero parli (Fahrenheit 451), la silloge poetica Miles-poesia in presa diretta (Fusibilialibri), il libro di critica letteraria Antonio Veneziani (Coniglio Editore).

CARMELA PARISSI, sue le 25 immagini a tutta pagina delle FANTASME. Graphic designer/illustrator per l'advertising commerciale, illustratrice scientifica e naturalistica, disegnatrice di reperti archeologici, illustratrice d'arte, con clienti nel pubblico e nel privato.

                                                                                           

 

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa del M5S di Sezze.

 

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Al termine di una riunione tenuta nei giorni scorsi evidenziamo l’elezione come nostri Organizer e co-Organizer di Serena Fiaschetti e Giovanni Votolo, già candidati nella lista “Identità Setina” per le prossime amministrative del 3 e 4 ottobre. Avranno il compito di traghettare il gruppo legato al Movimento 5 Stelle di Sezze nella rifondazione avviata dal Presidente Conte con il nuovo Statuto. A questo proposito Serena Fiaschetti afferma che: “Il Movimento 5 Stelle ha finalmente riaperto le iscrizioni con il nuovo sito ed il nuovo Statuto, nonché la Carta dei Principi e dei Valori, e che pertanto tutti gli attivisti o simpatizzanti potranno tornare a dare un contributo concreto al Movimento 5 Stelle tornando a far sentire la propria voce con le votazioni che si terranno online. In più la novità assoluta, per la quale stiamo lavorando sia io che Giovanni Votolo, sarà la costituzione del gruppo territoriale permanente che potremo richiedere giunti alla soglia dei 50 iscritti. La nostra candidatura con Identità Setina, una lista civica, non è in contrasto con il nostro lavoro all’interno del Movimento del quale siamo espressione nella lista stessa.” Ricordiamo che l’iscrizione al Movimento 5 stelle potrà avvenire iscrivendosi sul sito www.movimento5stelle.eu Damiano Risi, organizer uscente, augura ai nuovi nominati un in bocca al lupo per il loro importante lavoro e la sua disponibilità a continuare il percorso del gruppo insieme. A tal proposito dichiara “Siamo andati a sentire il nostro Presidente, Giuseppe Conte, a Pontinia il 24. Abbiamo incontrato il Vice Presidente del Parlamento Europeo Fabiomassimo Castaldo che ci ha spronati ad andare avanti dopo questi ultimi 2 anni faticosissimi. Penso che sia Serena che Giovanni possano far tornare agli attivisti di Sezze la voglia di mordere l’asfalto ed essere l’anima intransigente ma leale al Movimento 5 Stelle di Sezze. Un in bocca al lupo ad entrambi.” Durante l’incontro del 24 il Presidente Conte è stato omaggiato con un vassoio di pastarelle di Sezze al quale il gruppo ha voluto allegare un biglietto di ringraziamenti.

 

Una giornata ecologica riuscita quella organizzata dalla onlus Plastic Free. Molti volontari ieri mattina si sono rimboccati le manche per ripulire il tratto dismesso della ex SS 156 nei pressi del lago Mole Muti e Pani: una discarica a cielo aperto in uno dei luoghi più affascinanti di Sezze. "E’ stato deciso di tornare su questo tratto - dicono gli organizzatori - vista l’enorme mole di rifiuti che quotidianamente viene abbandonato da chi non sa che con tali gesti commette un reato: oggi sono stati rimossi 25 quintali di rifiuti sia su strada sia sul fiume Ufente  da volontari in canoa. Il tratto dismesso ss 156 è un vero e proprio parco naturale sul quale insiste la villa romana LE GROTTE, il Vecchio tracciato ferroviario del Toppitto, i 2 Laghi Mole e Pani, la centrale idroelettrica costruita nel 1911, il mulino dell’acqua e il corso del fiume UFENTE". Diverse le associazioni culturali e le società coinvolte nell'evento, a cui va il ringraziamento delle promotrici: :la SPL che gestisce la raccolta dei rifiuti a Sezze, l’associazione Memoria Storica e il suo presidente Roberto Vallecoccia, l’associazione Setia Plena Bonis, i volontari Guardia Nazionale Ambientale distaccamento di Sezze, l’associazione Colli tutto l’anno, l’Eco museo dell’agro pontino. Si ringrazia altresì la Provincia di Latina che con la presenza del vicepresidente Domenico Vulcano ha fatto sentire vicinanza alla tutela ambientale del territorio Sensibile ai temi ambientali anche Acqualatina che nella persona del Presidente Dottor Michele Lauriola ha permesso ai  volontari di visitare la Centrale Muti e donato 50 borracce  per disincentivare all’uso delle bottigliette di plastica. I volontari hanno potuto ammirare l’antica centrale Muti e l’archeologia industriale. Soddisfazione da parte di tutti i partecipanti che chiedono maggiore sensibilità affinché quei luoghi vengano tutelati e custoditi.

 

 

 


Martedì 28 alle ore 16 presso un noto ristorante di Sezze ci sarà l’importante presenza dell’Assessore alla Sanità e alla integrazione socio-sanitaria della Regione Lazio Alessio D’Amato al fianco del candidato Sindaco di Sezze Sergio Di Raimo e della coalizione a suo sostegno. Si discuterà di salute e territorio insieme ai Consiglieri Regionali del PD Salvatore La Penna ed Enrico Forte. Una importante occasione per fare il punto su strutture, investimenti e nuove prospettive per un nuovo modello di rete nell’ambito della sanità territoriale. Fra i punti più importanti di discussione il finanziamento di 4,5 milioni di euro per la RSA pubblica presso l’Ex Ospedale di Sezze, il potenziamento dei servizi della Casa della salute, le nuove opportunità offerte dal PNRR, il punto sulla brillante campagna vaccinale anti-Covid della Regione Lazio.

Sabato, 25 Settembre 2021 20:44

Il potere non ama cultura e intellettuali

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Il potere, di cui fa parte anche certa informazione che ama frasi ad effetto, iperboli e provocazioni, che irride e svilisce trincerandosi dietro un’indipendenza parolaia, generalmente detesta cultura e intellettuali, si rapporta a loro in modo strumentale, per trarre vantaggi dalla loro forza persuasiva, dalla loro utilità nella formazione e mantenimento del consenso, per consolidare uno zoccolo di lettori e ascoltatori, ma in fondo li considera un incomodo specialmente quando rivendicano la libertà di plasmarsi e strutturarsi dal basso, nel sociale e non sotto la sua ala protettrice, si sottraggono al suo controllo, parlano con indipendenza, autorevolezza e competenza e perfino osano mettersi di traverso rispetto ai suoi progetti ed obiettivi.

La cultura è incessante acquisizione di coscienza critica, che consente alle persone di affrancarsi da ogni asservimento, dal sonno della ragione che le rende irresponsabili e indifferenti a quanto accade.

Pensare per il potere e i suoi incensatori di professione è pericoloso perché significa non accettare acriticamente quanto elargisce e vuole farci credere, ma porre domande e cercare risposte. Partiamo da noi, dalla nostra vita, dalla nostra esperienza e poi allarghiamo la riflessione, coinvolgiamo gli altri e non ci accontentiamo di risposte preconfezionate.

Il potere non è un monolite, non è circoscritto ad un campo esclusivo ma è poliedrico, si manifesta in varie forme, possiede una struttura diffusa, articolata, stratificata, opera dalla politica all’economia e all’informazione, è in incessante trasformazione e il suo fine è la salvaguardia e la perpetuazione di sé contro ogni possibile antagonista.

Nei regimi autoritari, in quelli che solo formalmente sono democrazie, in tanti stati anche dell’Europa governati da autocrati che si professano orgogliosamente illiberali, la cultura e gli intellettuali sono avversati, i loro spazi di intervento e influenza sono ridotti, silenziati, avvolti in una cortina di invisibilità e costretti alla clandestinità, sono spesso anche destinatari di persecuzioni morali e fisiche.

Nelle nostre democrazie, forti e strutturate, il potere è soggetto a limiti e contrappesi, ma la sua insofferenza verso la cultura e gli intellettuali è parimenti presente, solo si manifesta con modalità più subdole, sovente non esplicite anche se altrettanto efficaci. Politici affabulatori e intolleranti si proclamano unici interpreti della volontà del popolo e non accettano dissenso e critica. Prediligono le masse osannanti ai cittadini consapevoli. La cultura è tra i loro bersagli preferiti, la etichettano come arrogante, elitaria, l’additano al pubblico disprezzo. Definiscono gli intellettuali freddi, ciarlieri, sentenziosi, moralisti, arroganti, antipopolari, snob per il fatto di possedere un titolo di studio e perciò inutili e dannosi. Abili nel manipolare il consenso e distogliere l’attenzione dai problemi veri, si propongono come risolutori e interpreti di un futuro di progresso e di sviluppo, spingendo le persone a mantenere una mediocre forma mentis, concentrata solamente nel proprio particolare, a credere che tutto dipende dalla personalità del potente di turno cui sono affidate le leve del comando e non invece dalle coscienze individuali.

In alcuni periodi storici la priorità è stata riconosciuta al pensiero e l’agire è stato considerato figlio della cultura, della riflessione. Secondo una tradizione risalente a Socrate l’azione giusta presuppone la conoscenza, l’ingiusta invece è conseguente all’ignoranza. La nostra è invece un’epoca attivistica, conta realizzare quanto tecnicamente possibile senza domandarsi se sia giusto e saggio. La ricerca, la conoscenza, la sperimentazione e soprattutto la critica appaiono inutili perdite di tempo. Il sapere viene diffuso, le coscienze si formano e la partecipazione si realizza attraverso i media, i social, internet. L’idea imperante è che trattasi di mezzi egualitari, che ponendosi sullo stesso piano e usando lo stesso linguaggio delle persone comuni, si prestano ad essere compresi da tutti senza sforzo, sono adatti ad una società di grandi numeri e sono perciò pienamente democratici. Invero è soltanto una grande illusione, funzionale al mantenimento dello status quo: è una democrazia falsa quella che si rappresenta, che si nutre di messaggi semplicistici e anestetizzanti.    

La democrazia autentica è critica, come insegna Gustavo Zagrebelsky, capace cioè di mettere in discussione se stessa, che non si appaga di quanto raggiunto, riconosce i propri limiti, corregge i propri errori, persegue un bene che è tale in relazione al momento e al contesto particolare, è sempre in ricerca del meglio. La democrazia è veramente tale se non si considera infallibile, se ritiene un cedimento inammissibile a un’ideologia sbagliata affermare che la maggioranza ha sempre ragione. Ovviamente questo non significa che la maggioranza ha presumibilmente torto, come sostiene un pensiero antidemocratico ed elitario che distingue nella società i migliori, una ristretta minoranza cui spetta assumere il governo e compiere le scelte, dai peggiori, la gran parte delle persone, destinate alla subalternità. La questione fondamentale è che in democrazia non esiste ragione e torto, ma diversità di idee, valutazioni e soluzioni. La maggioranza ha diritto di decidere cercando di coagulare il più ampio consenso e la maggiore condivisione, consapevole che la sua è una assunzione di responsabilità nei riguardi di tutti. Solo così le decisioni superano la dimensione della tutela del particolare e diventano perseguimento del bene comune. Se il criterio di giudizio è ragione / torto, la conclusione è che la minoranza, avendo torto, non ha nemmeno ragione di esistere, sono lecite instaurare la dittatura della maggioranza e la sua eliminazione anche fisica.

La democrazia ha bisogno della cultura e degli intellettuali. Alimentare le facoltà critiche e nutrire le coscienze individuali contro l’appiattimento non è un lusso ma un’esigenza vitale. Dobbiamo contrastare quanti cercano di allontanare da noi il dubbio e l’inquietudine, quanti vorrebbero la delega a pensare al posto nostro, quanti in nome dello stare in pace a curare i nostri affari e interessi vorrebbero privarci della coscienza e trasformarci da soggetti in oggetti.            

 

Il comune di Sezze con determina dirigenziale ha affidato il progetto di Videosorveglianza alla ditta elettronica EFFEMME SRL di Roma.  Nella determina pubblicata oggi si legge: “Gli Uffici del Comune di SEZZE, in linea con le azioni indicate nell’avviso, hanno elaborato all’uopo una proposta progettuale intitolata “SEZZE-VIDEOSORVEGLIANZA TERRITORIALE E SICUREZZA” finalizzata alla implementazione del SISTEMA Attuale per il rafforzamento del controllo del territorio comunale ai fini della sicurezza urbana”.  Il Progetto è finalizzato al controllo ed alla vigilanza del Territorio, alla prevenzione di atti di criminalità e di inciviltà urbana, al contrasto dei fenomeni di devianza e di degrado urbano. La realizzazione delle attività di cui al progetto richiamato possa rappresentare un fondamentale strumento per: aumentare la vivibilità del territorio del Comune di SEZZE ; prevenire e contrastare i fenomeni di inciviltà urbana e di criminalità; incrementare nel cittadino la percezione di prossimità delle istituzioni. Nel quadro economico la spesa generale ammonta a 54 mila euro.  

 

 

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa del movimento Sezze Bene Comune a sostegno di Rita Palombi sindaco.

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La valorizzazione del settore agricolo in chiave innovativa, ecologica e inclusiva è al centro del programma elettorale di Sezze Bene Comune.

 

«Oggi si parla di Agricoltura 4.0 ed è doveroso immaginare come questo nuovo modello economico debba confrontarsi con la sostenibilità ambientale. – ha dichiarato la candidata a sindaco SBC, Rita Palombi - Siamo un paese che, storicamente, ha esportato prodotti agricoli di eccellenza come il carciofo, ma il confronto con il mercato globale ha fatto perdere queste peculiarità, esponendo i piccoli e medi imprenditori agricoli ad un mercato "aggressivo" e di produzione intensiva.

 

Anche in questo settore, i principi fondamentali sono la formazione e l'innovazione, perché le sfide post Covid premieranno solo coloro che riusciranno a stare al passo con i tempi.

La sfida futura dovrà rispondere alle esigenze di qualità  dei prodotti che immettiamo sul mercato, e per noi, piccola comunità, è necessario da subito investire sulle nuove tecnologie che permettono di ottimizzare la produzione, minimizzare l’impatto ambientale, a partire proprio dal risparmio delle risorse idriche. Tutto questo per avere aziende sempre più specializzate e capaci di affrontare e vincere la sfida di un mercato sempre più globale, con i nostri prodotti di eccellenza.

 

L'amministrazione gioca un ruolo determinante nei rapporti istituzionali per garantire la giusta riuscita di questo processo di sviluppo economico, che vede il settore agricolo al centro di un circolo virtuoso con importanti benefici di carattere ambientale, sociale ed economico. Un settore capace di creare ponti con le diverse realtà del territorio, come l'istituto alberghiero e le associazioni di promozione sociale che si occupano della tutela delle fasce deboli della popolazione.

 

Nel nostro programma, inoltre, prevediamo l'organizzazione di una mensa scolastica con prodotti a km0 per la salute e il benessere dei bambini, attraverso la promozione di una corretta abitudine alimentare e stili di vita “sani”. E’ importante sottolineare che, purtroppo, nel nostro territorio i dati sull'obesità infantile e sulle malattie cardiovascolari sono allarmati».

 

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa della lista civica Sezze Cambia a sostegno di Serafino Di Palma sindaco.

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Otto Macro Temi per rilanciare il Paese, un  programma chiaro e fattuale per Sezze. Riorganizzazione della Macchina Amministrativa, Equità Sociale, Rifiuti, Acqua Pubblica, Sanità, Sicurezza, Turismo.  L'unica Guida è Serafino di Palma uomo di grandissima esperienza della macchina amministrativa Setina motivato da grande passione politica e onestà intellettuale.
 
Il Primo tema per Sezze Cambia è il rinquadramento del rapporto sussistente con il nuovo gestore dei servizi idrici e fognari del Comune di Sezze: Acqualatina. 
Nello specifico cercheremo di ottenere per i cittadini di Sezze una riduzione tariffaria a titolo di compensazione per le servitù derivate dallo sfruttamento dei pozzi delle Sardellane. Terza stazione di emungimento nel Lazio. Porremo al centro del dibattito politico il tema delle progettualità  connesse con il risanamento  della rete idrica a supporto della riduzione delle perdite (stimate per oltre il 65%); dell’efficientamento del sistema di captazione per la riduzione degli emeungimenti che producono impoverimento delle falde acquifere e dissesto idrogeologico.
 
Il Secondo tema che SezzeCambia affronterà anche a supporto dell’intero Distretto socio-sanitario dei Monti Lepini sarà la concreta riqualificazione e potenziamento della Casa della Salute, con annessa riapertura del Punto di Primo Intervento h24 e dei reparti a bassa intensità, inclusa la riapertura delle sale di chirurgia per i piccoli interventi, ambulatorio di Oncologia e riattivazione di posti letto dedicati alla Geriatria.
Il modello di sanità distrettuale per Sezze va ripensato e rimodulato, non accetteremo delibere calate dall’alto per far comodo ai soliti noti.
 
Il Terzo tema sono le politiche di risanamento  e riqualificazione del tessuto urbano che dovranno essere sottoposte ad una doverosa quanto ormai non più rinviabile progettazione di opere primarie. Si dovranno creare rete di connessione per lo sviluppo CONCRETO  di sistemi di mobilità integrata favoriti proprio dalla naturale condizione del paese che si divide tra collina e pianura. Da queste ne discenderà un innalzamento della qualità della vita dei cittadini e la fruizione di quei beni oggi sottratti alla Comunità.
Spazi urbani che saranno luoghi di cultura permanenti e che consentiranno ai giorvani di esprimere tutte le loro potenzialità. Trasformeremo Sezze in una città connessa, non solo digitalmente ma attraverso una mobilità sostenibile ne faremo un modello di resilienza in ossequio ai principi della “green economy”. 
Non perderemo più un posto di lavoro, al contrario creeremo opportunità di sviluppo permanente attraverso il rilancio culturale e turistico del paese, che non sconterà più le arrettratezze derivate dall’assenza di servizi di eccellenza.
 
Il Quarto tema investe il controllo funzionale del territorio per una riconquistata sicurezza del cittadino. Terremo sotto controllo le locazioni del centro storico e delle periferie riattivando censimenti finalizzati a ridurre le devianze e prevenire l’abbandono scolastico tra le giovani generazioni dei molti stranieri oggi residenti a Sezze con le loro famiglie di origine.
Ci apriremo al dialogo multireligioso e multirazziale con disciplina e coerenza, posto che finora si è lasciato all’arrembaggio dei più scaltri il tema dell’integrazione sociale.
 
Il Quinto tema che affronteremo sarà la verifica puntuale degli Asset patrimoniali del Comune, che dovrebbero essere stati censiti dalla Giunta Campoli attraverso l’assessore Pietro Bernabei. Opereremo verifiche al fine di restituire alla fruizione pubblica immobili quali: l’Ospedaletto, il Conservatorio Corradini, la Chiesa di Sant’Antonio, l’area dell’ex Aereoporto civile di Sezze scalo,  le Mole Muti.
 
Il sesto punto. Su quello precedente s’innescano inevitabilmente le opere incompiute della città, lautamente pagate dai contribuenti ma da decenni interdette alla fruibilità.
Sarà dunque nostra ferma volontà porre mano a situazioni incancrenite dalla politica che le ha generate. Basti ricordare il Monastero delle Clarisse, l’Anfiteatro, Palazzo Pitti, la Casa dei Giovani, i parcheggi della Vallicella e di Porta Sant’Andrea, l’RSA, il Depuratore, il Centro sportivo delle Fontanelle e quello di Sezze scalo.
 
Il Settimo punto. Scandaglieremo la situazione contabile e le risorse esistenti e potenziali, progettando in funzione del nuovo PNRR.
 
L'ottavo punto. Per fare tutto questo occorre avere una macchina amministrativa, veloce e competente, quindi il riassetto strutturale per competenze dovrà essere garanzia dei processi amministrativi che porremo in essere.
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