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In una comunità come la nostra la conoscenza e le relazioni personali costituiscono l’ordito del vivere quotidiano, rendono inutili certe maschere che amiamo indossare e ci costringono a fare i conti con noi stessi e gli altri, senza scuse e in autenticità.

Una riflessione seria che ci aiuti a metabolizzare lo sgomento per la terribile vicenda del cimitero cittadino richiede l’onestà di farci carico di indifferenze, manchevolezze, errori e omissioni che hanno costituito il brodo di coltura, il terreno fertile in cui hanno proliferato il bubbone dell’illegalità e del sopruso, la speculazione sul dolore per la morte di una persona cara, la mala pianta di condotte eticamente e moralmente riprovevoli. Siamo turbati e scossi e dobbiamo ringraziare inquirenti e magistratura che hanno fatto emergere questa realtà scomoda e amara, questa turpitudine desolante che infestava Sezze.

Lungi da me difendere, giustificare o assolvere alcuno, ma nemmeno intendo unirmi al coro di quanti gridano allo scandalo, si strappano le vesti e fanno dei politici il solo capro espiatorio, accusandoli tutti indiscriminatamente di sapere del mercimonio all’interno del cimitero, di essere conniventi o comunque di essersi voltati dall’altra parte, perché questo significa fare un pessimo servizio all’accertamento della verità, oltre a rappresentare una comoda ipocrisia. Se tutti sapevano, come si sente ripetere ormai da giorni, non possiamo autoassolverci, non riconoscere che quantomeno allora abbiamo dimostrato uno scarso senso civico e un inesistente amore per Sezze.

Mi indigna profondamente che la nostra città sia stata dipinta come un covo di fuorilegge e finanche di mafiosi nel corso di una trasmissione televisiva su una rete locale, usando toni scandalistici e finalizzati solo all’audience. Le responsabilità individuali saranno stabilite dai giudici, comprese le eventuali omissioni, inerzie e complicità di cui hanno goduto gli accusati, ma certi giudizi e certe valutazioni lasciamole alla magistratura. Per parte mia rivendico con orgoglio che la gran parte dei miei concittadini, politici compresi, sono persone perbene, che hanno fatto e fanno il proprio dovere, rispettano la legge, assolvono ai compiti loro demandati con dignità, onore e trasparenza e si adoperano per il bene comune.

A riprova poi che di questa vicenda alcuni ne stanno facendo un uso strumentale sta il fatto che costoro non hanno speso finora una parola per stigmatizzare la condotta di quanti in questi anni hanno cercato di ottenere e spesso hanno ottenuto quanto loro non spettava, calpestando leggi, regolamenti e diritti altrui. Non tutti sono stati vittime, costretti o ricattati, tanti hanno scelto le scorciatoie, la strada dell’illegalità, del favoritismo e della convenienza e perciò sono stati complici, dimenticando i propri doveri civici e disdegnando l’onestà. Questi non hanno responsabilità e nulla da rimproverarsi? Vanno assolti? Il moralismo da arruffa popolo, il dire solo quello che fa comodo e liscia il pelo al populismo e alla demagogia sono inaccettabili.

È questa la verità scomoda che dobbiamo dirci se insieme vogliamo ricostruire, con ruoli e responsabilità diverse, il tessuto sociale della nostra città. Altrimenti passata la burrasca della momentanea indignazione, quanto accaduto sarà solo una spiacevole parentesi che non avrà innescato processi virtuosi di cambiamento e torneremo bellamente ai soliti giochi, a ricercare unicamente l’interesse personale.

In tanti, in troppi in questi giorni si sono poi elevati a censori e castigatori di costumi, si sono cimentati nell’arduo compito di emettere sentenze, di giudicare quanti sono rimasti impigliati nella rete della giustizia e saranno chiamati a rispondere di accuse penalmente gravi, senza peraltro conoscere i fatti e preoccuparsi che le responsabilità vanno accertate concretamente, non si fondano su interpretazioni personali, scriteriate e distorte dei pochi atti delle indagini resi noti dalle autorità inquirenti e sul sentito dire. Lasciamo che la giustizia faccia il suo corso, che la vicenda sia dipanata dalla magistratura, unica legittimata per competenza e ruolo ad accertare le colpe e ad infliggere le pene a quanti nei processi saranno riconosciuti colpevoli. La macchina della giustizia ha i suoi tempi e le sue regole ed è essenziale non solo non ostacolarla ma anche aiutarla. Nessuno dei suoi automatismi è superfluo, inutile o stravagante, ma ognuno concorre ad evitare che all’ingiustizia si aggiunga il sopruso, all’illegalità si sommi l’abuso, alle vittime sia associato l’innocente condannato. A noi cittadini è richiesto l’esercizio delle virtù della prudenza e della pazienza, l’intelligenza di non cedere al giustizialismo, di non cadere nella trappola delle illazioni e dell’infamia del non detto, altrimenti prevarrà il qualunquismo, l’alleato migliore dei colpevoli, il nemico più acerrimo della verità, lo strumento più utile a intorbidire e confondere le acque, a coprire e nascondere, a far sì che tutto cambi in apparenza e invero nulla muti per davvero e ad assicurare l’impunità.

Quanto avvenuto può e deve rappresentare poi uno spartiacque sotto il profilo politico. Le dimissioni del sindaco e dei consiglieri comunali non sono l’ammissione di una correità rispetto a quanto accaduto, ma segnano la fine di un modo di intendere e di fare politica nella nostra città. Un’epoca si è chiusa e si apre una opportunità preziosa e nuova, un tempo di riflessione, di ascolto e di riconnessione con il sentire profondo dei cittadini, di ricerca insieme di risposte alle domande che salgono dal corpo vivo della società setina, avviando un cammino alla riscoperta dell’identità appannata e dei valori fondativi della nostra comunità, del senso del nostro essere e andare. In questa manciata di mesi che ci separano dal passaggio elettorale, occorre elaborare e mettere in campo progettualità politico-amministrative coerenti e coese, innovative e radicali, sostenute da gruppi politicamente affini ed omogenei che abbiano a cuore lo sviluppo sociale, culturale ed economico di Sezze partendo dalle sue grandi risorse e potenzialità, coniugare esperienza e innovazione, favorire l’emergere di una nuova classe dirigente aperta, dotata di visione politica e competenza. L’individualismo esasperato, l’utilizzo delle liste elettorali come carrozzoni su cui salire per farsi eleggere e da abbandonare appena occupato lo scranno, facendo un uso spregiudicato dei consensi raccolti, hanno provocato danni gravissimi alla credibilità delle istituzioni, ne hanno impedito il pieno funzionamento ed è necessario archiviarli definitivamente.  

Se ripartiremo dal rispetto della funzione pubblica, dalle idealità e da un rapporto sano tra politica e cittadini, Sezze avrà sicuramente un futuro degno della sua storia straordinaria e della sua grande tradizione democratica.

 

 

Il duro colpo che si è abbattuto sulla città di Sezze, causato dalle dolorose e inaudite vicende del Cimitero, ha provocato sgomento e sdegno e ferito profondamente la memoria dei nostri cari defunti.  Il guscio della moralità che come sezzesi indossavamo come una corazza e che ci faceva orgogliosamente considerare inattaccabili e diversi dagli altri ha subìto una grave ferita.  Si sta diffondendo tra la gente un sentimento di scoramento e di delegittimazione. Un malessere e una sfiducia di cui da diverso tempo si avvertivano i sintomi. Adesso si parla apertamente di tradimento della tradizione e delle storie del paese.  In questo clima torbido si potrebbe logorare e spezzare ulteriormente il rapporto di fiducia e di stima reciproca tra le istituzioni e la cittadinanza. A vantaggio dei garantisti a fasi alterne e degli opportunisti disfattisti che finalmente possono sguazzare nel loro brodo, ovviamente completamente ignari della triste vicenda! La ferita, in verità, ancora sanguina e ci vorrà del tempo per rimarginarla. Bisogna, però, reagire! I cittadini democratici e perbene devono mobilitarsi. La prima cosa da fare, dopo una attenta riflessione sui fatti, è informare l’opinione pubblica, nella maniera più chiara, più esauriente e documentata su quanto è accaduto, senza fare come lo struzzo, individuando possibilmente (se ci sono) eventuali responsabilità politiche e morali. Sì, civili e morali, perché a quelle giudiziarie ci pensano i giudici!Tutto quello che si fa come Amministrazione pubblica appartiene anche agli altri. “Noi siamo inevitabilmente ed esistenzialmente esseri morali”, afferma Z. Bauman. L’etica pubblica tradizionale obbligava ad obbedire alle regole scritte; oggi, in più, si richiede ad ognuno di assumersi la responsabilità che deriva non solo dalle norme ma anche e soprattutto dal proprio comportamento e dalla propria coscienza. Si può anche sbagliare non ascoltando la propria coscienza, ma ciò non vuol dire necessariamente essere correi e complici. Con la drammatica vicenda del cimitero, si è toccato con mano l’insufficienza di una concezione minimalista di un vecchio modo di amministrare a fronte delle novità sconvolgenti nei comportamenti e nelle abitudini della gente. Occorre fare un passo in più, allora, e chiedersi se sono ancora sufficienti i comportamenti e i fondamenti etici sui quali si è retta fino ad ora la buona amministrazione. Occorre elaborare un nuovo codice di etica pubblica e di prassi amministrativa per poter continuare ad essere all’altezza della situazione. La parentesi del Commissariamento prefettizio ci deve spingere a fornire la massima collaborazione, a rielaborare il lutto e a fornire alla città un progetto, una nuova prospettiva di crescita e di sviluppo. Senza rinnegare il passato ma adeguandolo alla situazione presente. Nel merito ciò vuol dire che non serve più affidarsi alle buone intenzioni degli uni e degli altri; che non servono più le paccate confidenziali sulle spalle; che non si può più lasciar correre qualunque irregolarità, anche la più piccola; che si deve promuovere solo il merito e non la clientela; che occorre avere sempre gli occhi aperti. Oggi è difficile amministrare una comunità  perché occorre equilibrio, duttilità e saggezza. Ma la questione morale deve costituire un atto fondativo intorno al quale realizzare un’alleanza di forze e di movimenti democratici e di sinistra, ambientalisti e riformisti, affidando alle giovani generazioni il compito di governare la città.

 

 

Finiscono i voli pindarici e le ipotesi da manuale Cencelli sulla fine anticipata della prima consiliatura guidata dal sindaco Sergio Di Raimo. Nel pomeriggio di oggi 9 consiglieri comunali di Sezze hanno protocollato un documento unico di dimissioni alla segretaria comunale Clorinda Storelli che, con quelle di Eramo e Roscioli protocollate in sede comunale, si arriva a 11 consiglieri. Cosa sicuramente diversa rispetto alla forma di ieri, quando le dimissioni erano arrivate per via Pec e in maniera individuale ma, nella sostanza, uguale perché il dato politico non cambia e non è cambiato. Nei prossimi giorni, quindi, verrà nominato il commissario Prefettizio, probabile dalla prossima settimana e, a differenza di quanto si pensava, potrebbe restare in carica solo fino ad ottobre e non per un anno come si era ipotizzato inizialmente. Dalla prossima settimana allora al via la campagna elettorale? Pochi mesi ci separano dalle elezioni amministrative. Chi saranno i candidati? Quali gli schieramenti?  

 

Questa che segue vuole essere una riflessione personale esclusivamente sull’uso del linguaggio che in questi ultimi giorni ha riempito i nostri canali social, scatenati in seguito agli ultimi avvenimenti per i brutti fatti del cimitero e che hanno portato poi alla crisi amministrativa e alle dimissioni del Sindaco Di Raimo.

 “Chi parla male, pensa male e vive male. Bisogna trovare le parole giuste: le parole sono importanti!”. Così Michele Apicella (Nanni Moretti) nel film Palombella Rossa (1989) rispondeva alla giornalista a bordo piscina, riprendendola di brutto per l’uso decisamente approssimativo e sgarbato di alcune forme linguistiche espresse in italiano. Ognuno di noi, quando decide di intervenire pubblicamente in un dibattito pubblico, in questo caso solo virtuale, dovrebbe avere sempre l’obiettivo di essere il più chiaro possibile e di usare parole cristalline, senza troppi giri di parole fumose e senza essere troppo offensivo delle posizioni o diritti altrui, usando al meglio la lingua italiana e la tempestività della comunicazione.

Per sintesi, ne è scaturita una pagella, un po’ semiseria (non sparate al tastierista da strapazzo), con tanto di voti che lasciano il tempo che trovano.

Per ulteriore chiarezza, non voglio con questo esprimere giudizi di merito sulle indagini, né sulla prassi amministrativa o sulle prese di posizione politiche dei diversi attori scesi in campo; è solo una riflessione sui diversi stili comunicativi, sulle parole più o meno controllate che sono state usate e per provare a non pensare alla drammaticità di altre parole, quelle scolpite nei provvedimenti della Procura della Repubblica.

  1. I commenti social incivili:

Leggendo i commenti alle notizie in questione condivise su Facebook dai locali giornali online o singoli cittadini, ci si imbatte troppo spesso in parole (non più di 4 o 5) in un italiano sgrammaticato e con epiteti irripetibili, offese personali dirette a destra e manca, quasi sempre oltre i limiti della decenza pubblica. Come se si fosse aperta la gara a chi la spara più grossa, senza controllo e filtro alcuno, anche da parte di persone che solitamente non commentano mai e non postano alcunché, leoni da tastiera per un giorno a rischio vero di querele della controparte offesa. Torna alla mente la frase di Umberto Eco: "I social network sono un fenomeno positivo ma danno diritto di parola anche a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Ora questi imbecilli hanno lo stesso diritto di parola dei Premi Nobel". Tutti hanno il diritto di commentare ed intervenire in un dibattito che si è aperto per questi fatti di Sezze, ma lo si faccia con decenza e riflettendo bene prima di scrivere, magari articolando meglio il pensiero con le giuste parole e senza pensare di essere immuni da peccati, ricordando che in quella gogna pubblica potremmo finirci tutti prima o poi. Voto 0 (zero)

 

  1. I comunicati di associazioni varie:

Diverse associazioni setine non hanno perso l’occasione per battere un colpo ed intervenire nel dibattito con interventi perlopiù ben scritti e composti, anche con riferimenti dotti e alti. Alcune di queste, più politicizzate, hanno approfittato per togliersi vecchi sassolini dalle scarpe e aprire in largo anticipo la campagna elettorale verso Palazzo De Magistris; altre associazioni con critiche inappuntabili su quanto accaduto tendono a sottolineare come la perdita dei valori etici della politica rappresenti una piaga costante della vita sociale e politica; altre ancora, solitamente afone, impegnate in un continuo letargico soliloquio nel proprio enclave, che invitano la cittadinanza alla riscoperta del valore della legalità pubblica, mentre in altre recenti occasioni in cui lo stesso alto valore della legalità era stato parimenti minacciato, si erano distinte per l’assenza, distratte o in conflitto intimo: Voto 4 (la media tra 6, 4 e 2).

 

  1. I quotidiani online

In genere hanno riportato le notizie nude e crude, quasi sempre asetticamente, senza commenti di redazione o riflessioni più approfondite sui dettagli più personali o sulla politica. Hanno dato spazio a tutti coloro che hanno avuto da dire sulla vicenda – anche persone singole senza organizzazioni strutturate alle spalle – quasi sempre virgolettando i comunicati ed evitando di scrivere corsivi dai toni giustizialisti. Qualche direttore più navigato, rifugiandosi nell’alveo del terreno favorito, ha preferito cavalcare lo stile ironico della satira, tra dialetto e citazioni di canzone d’autore. Un plauso sincero, in altri tempi pre-social saremmo stati tutti in attesa delle voci di corridoio o del quotidiano in edicola del giorno dopo, invece siamo stati aggiornati praticamente in tempo reale, come succede durante le crisi del Governo nazionale (sono mancate le dirette video, ma in tempo di Covid ci possiamo accontentare) Voto 7+.

 

  1. I comunicati dei gruppi consiliari e dei singoli consiglieri

Un po’ in ritardo rispetto ai tempi rapidi della comunicazione moderna e alle attese dei cittadini, sono arrivati anche i comunicati dei consiglieri comunali (non tutti a dire il vero). Sono stati scritti con calma a tavolino, riflettendo e pesando le parole, a tratti eleganti e senza traccia di rabbia, sono percepiti dal lettore medio quasi tutti simili però: un po’ a scusarsi di non aver saputo vigilare l’incresciosa situazione, poi a ricordare i princìpi ispiratori della propria illuminata azione e infine a rivendicare gli sforzi profusi, i successi e i risultati amministrativi ottenuti (?!?!). Tutti d’accordo (o quasi) nel ritenere ormai chiusa l’esperienza amministrativa iniziata nel 2017 con l’elezione del Sindaco Di Raimo (ringraziato, come dovere istituzionale da tutti). Una annotazione critica e cattivella: queste lettere pubbliche risultano confezionate con uno stile ed una chiarezza comunicativa molto ben superiore alla qualità media degli interventi in aula, quelli declamati a voce durante le sedute pubbliche del Consiglio comunale, spesso difficili da capire, disordinati, infarciti di frasi fatte in politichese, battute e cadute di stile fuori luogo. Voto 6.

 

  1. Comunicati degli Assessori, vice Sindaco escluso.

Non pervenuti, d’habitude… S.V.

 

  1. Comunicato del partito del Sindaco

Chi lo ha visto? Nonostante le molte penne in servizio permanente effettivo, ben avvezze a comunicare e commentare sui social con costanza bulgara anche il minimo spostamento d’aria dalle parti della Pisana, non risulta finora pervenuto alcun commento ufficiale scritto; solo voci di corridoio e tanti si dice. Voto: N.V.

 

  1. Comunicati del Sindaco

Tre (o quattro, cinque) in tutto: il primo neutro, di prassi, senza anima, subito dopo gli arresti dichiarando di essere come Autorità a disposizione della magistratura (e vorrei vedere…). Il secondo, tardivo e improprio, arrivato solo per comunicare non le sue ma le dimissioni del vice Sindaco; poi quello in cui era annunciata la volontà di dimettersi, invitando anche tutti i consiglieri a fare altrettanto: insolito nella sostanza oltre che nella forma, troppo sibillina per un Sindaco nel guado di un passaggio cruciale (dimissioni sì o no?). Tanto che subito dopo, quando tutto il paese parlava ormai di dimissioni del Sindaco come un dato assodato, c’è stato bisogno di una precisazione, non equivalendo sostanzialmente la prima lettera a vere e proprie dimissioni. Infine, con l’aumento del numero delle dimissioni ufficializzate dai singoli consiglieri, la lettera di dimissioni vera e propria, una resa incondizionata, con il linguaggio povero e freddo degli armistizi di guerra. In questo ultimo atto – ancora sub judice per 20 giorni - non si è percepita la stessa forza espressiva usata verbalmente in altri momenti della sua azione politica amministrativa, quando era sembrato un retore di altri tempi in difesa di un’operazione non andata poi a buon fine: Voto: 5, aumentato per il ruolo istituzionale rivestito.

 

  1. L’orologio della piazza

Profilo anonimo Facebook, diventato col tempo una vera e propria spina nel fianco dell’Amministrazione Di Raimo – a volte con toni e modalità espressive riprovevoli ai limiti dell’offesa personale – ha percorso costantemente il sentiero della critica irriverente più feroce - un po’ come le vignette di Charlie Hebdo – presentando video-animazioni artigianali di famose scene cinematografiche (quasi sempre di autori e pellicole ben scelte) riadattandole al contesto politico attuale e ai relativi protagonisti. In questi ultimi giorni ha regalato piccoli gioielli minori che hanno fatto sorridere un po’ il pubblico dei social, molto meno i diretti interessati spesso indignati e furibondi per l’anonimato dietro cui si nascondono gli autori. Sulla scia dello slogan sessantottesco “La fantasia distruggerà il potere ed una risata vi seppellirà!”, questa profilo ha rappresentato, comunque la si pensi, una novità assoluta per coerenza di stile e sintesi comunicativa: Voto 8.

 

P.S.

6 bis – Comunicato del Partito del Sindaco, circolo di Sezze, segretario provinciale e segretario regionale.

Nel pomeriggio del 24 marzo, dopo che questo articolo era stato inviato per la pubblicazione il giorno successivo, è arrivato (siglato con 3 firme) il tanto atteso comunicato del partito che impone un’appendice a quanto già scritto. Nel lungo comunicato si evidenzia che nessun esponente né amministratore del partito sia coinvolto nelle indagini in corso. La linea sembra quella di sempre in casi di inchieste di questo tipo: non cercate i colpevoli tra di noi. Poi i ringraziamenti di rito per lavoro, impegno e sensibilità al Sindaco uscente, ai loro assessori, al Presidente del Consiglio comunale, alle loro consigliere e ai loro consiglieri che pur non essendo in alcun modo coinvolti nelle indagini (repetita iuvant) hanno responsabilmente rimesso il loro mandato istituzionale. Poi anche un plauso di sfuggita agli altri consiglieri di maggioranza che hanno sostenuto sempre (o quasi) la giunta setina, senza nessun accenno all’assessore coinvolto nelle indagini che per 4 anni è stato il vice sindaco, unico sempre presente in giunta insieme a Di Raimo dal 2017. Passano gli anni, i giorni e se li conti anche i minuti ma lo stile sembra quello già letto e sentito altrove, sì c’è stato qualche problema ma ripartiamo più forti e coesi che pria, Sezze ha bisogno della nostra presenza. Francamente non aggiunge nulla se non una difesa di parte, autocritica di facciata e sembra scritto rimirando il proprio ombelico, più che guardando alla Comunità e prospettando un’alternativa diversa.

Voto: insufficiente.

 

Finale

Merito anch’io un voto basso – datelo voi -, non ce l’ho fatta a far finta di niente, non riesco a perdere il vizio di dire sempre e comunque la mia dall’alto della sicumera che mi rimproverano anche i miei amici più cari: Excusez-moi, si vous pouvez.

In una nota firmata dal circolo PD di Sezze, dal segretario provinciale Pd di Latina Claudio Moscardelli e dal segretario regionale Pd Lazio Bruno Astorre, il partito democratico interviene sui fatti avvenuti all'interno del cimitero di Sezze.

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In questi giorni la comunità di Sezze è stata sconvolta da una forte ondata emotiva e da un sentimento di amarezza e sgomento. Abbiamo vissuto questi giorni con i medesimi sentimenti e guidati dal senso di responsabilità ed amore per la nostra comunità. Vogliamo evidenziare come nessun esponente né amministratore del PD sia coinvolto nelle indagini che stanno segnando la nostra città riguardo a fatti e funzioni relativi a 2 anni fa e da tempo superati con atti amministrativi compiuti dalla stessa amministrazione di Sezze, come il passaggio della gestione dei servizi cimiteriali alla SPL e l’affidamento ad altre posizioni organizzative della responsabilità del settore. Vogliamo ringraziare per il lavoro, l’impegno e la sensibilità dimostrata il Sindaco Sergio Di Raimo, i nostri assessori, il Presidente del Consiglio Enzo Eramo, le nostre consigliere e i nostri consiglieri che, con un atto non dovuto e pur non essendo in alcun modo coinvolti nell’indagine, hanno rimesso il loro mandato. Sono persone la cui serietà nei comportamenti è dimostrata nei loro atti quotidiani e nella storia del loro percorso amministrativo, politico ed umano. Un ringraziamento anche alle consigliere e i consiglieri delle forze civiche di coalizione che hanno condiviso con il PD questo percorso amministrativo nell’interesse della città. Il gesto delle dimissioni è un atto di apertura nei confronti di una comunità che ha bisogno di avviare una grande riflessione sulla sua identità e sui valori, che ha necessità di ritrovare serenità ed orgoglio. Un gesto che parte dalla consapevolezza di non poter portare avanti con la coesione, l’entusiasmo e la serenità necessaria il lavoro amministrativo e lo svolgimento del ruolo istituzionale. Abbiamo apprezzato le riflessioni che da più parti sono arrivate in questi giorni, finalizzate a un ragionamento articolato sullo stato e sul futuro della comunità di Sezze; respingiamo invece alcuni beceri tentativi di strumentalizzazione e speculazione politica che forze ed esponenti esterni ed estranei alle vicende e ai sentimenti di Sezze stanno tentando di mettere in campo con modalità offensive e deplorevoli. A noi le strumentalizzazioni non interessano in queste ore così difficili, soprattutto da parte di chi non si è mai interessato alle sorti della città. Esprimiamo piena fiducia nell’operato della magistratura, a cui spetterà il compito di individuare le responsabilità. Il PD continuerà a lavorare con impegno e determinazione per il futuro di Sezze, con la consapevolezza delle grandi risorse, dei talenti e delle potenzialità che la città ha sempre dimostrato di avere.

 

 

 

Giardini inclusivi a scuola. Si è tenuta questa mattina, presso l’ISISS “Pacifici e De Magistris” di Sezze, una bella e significativa iniziativa rivolta a ragazzi e ragazze diversamente abili. L’Istituto diretto dalla prof. Anna Giorgi ha accolto un gruppo di ragazzi e, grazie ad un progetto educativo e di integrazione, è stato possibile svolgere delle attività all’aperto e visitare i locali dell’alberghiero. Con il sostegno e la guida dei docenti e dei collaboratori scolastici è stato possibile realizzare delle aiuole con fiori e piante ornamentali, i ragazzi hanno preparato il terreno e piantato fiori di stagione. Si tratta di un progetto inserito in un percorso didattico inclusivo che ha permesso ai partecipanti di acquisire competenze diverse, utili per la realizzazione di un progetto comune, e ha dato l'opportunità agli alunni con bisogni educativi speciali di partecipare attivamente e di acquisire nuove esperienze. I ragazzi hanno anche visitato i locali dell’alberghiero, le nuove cucine allestite e visto dal vivo le attività dell’istituto. La preside Anna Giorgi ha ringraziato tutti i partecipanti e ha sottolineato l’importanza di tali progetti che, in maniera naturale, permettono di aiutare e sviluppare l’inclusione e la capacità di collaborazione di tutti gli alunni coinvolti.

 

 
L'ANPI sezione di Sezze promuove un incontro con tutte le associazioni locali per discutere del futuro di Sezze, del suo tessuto sociale sfilacciato, dei progetti e del contributo che la società civile può e deve dare alla comunità setina per risollevarsi dopo una fase precaria e dolorosa per l'intera città. L'incontro è stato fissato per lunedì 29 marzo alle ore 21 sulla piattaforma Avaya spaces.
Di seguito il testo della lettera aperta rivolta a tutti i sodalizi della città.
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Cari amici, dopo lo sgomento per la terribile vicenda intorno al cimitero di Sezze, crediamo che sia sorta in tutti la domanda “che fare?”
Sappiamo che ognuno ha compiti diversi: la Magistratura dovrà individuare e punire i responsabili, i Partiti e le Liste civiche che vorranno amministrare Sezze dovranno individuare i progetti e le persone migliori per farlo, i singoli cittadini giudicheranno, valuteranno e agiranno secondo la propria coscienza.
Pensiamo che anche le Associazioni, oltre quanto già fanno ognuna nel proprio settore, possano portare un proprio contributo a riconnettere un tessuto sociale che nella nostra amata città si è, forse da tempo, sfaldato.
Non sappiamo come questo contributo, in concreto, possa essere portato, ma sappiamo che, se qualcosa si potrà fare, i tempi per vederne i risultati saranno inevitabilmente lunghi.
Forse da qui potremmo cominciare: dall’umiltà di essere consapevoli di non avere ricette già pronte, dalla pazienza di saper attendere i tempi necessari senza stancarsi e dalla determinazione di voler fare qualcosa.
Per questo vi proponiamo d’incontrarci per cominciare a riflettere su tutto questo. Vi proponiamo una data (lunedì 29 marzo alle ore 21) e un luogo, per ora a distanza (questo link:
 
 
Ci auguriamo davvero di poter essere in tanti per provare a guardare al futuro con più speranza, memori degli errori del passato e impegnati ad agire nel presente.
Anpi sezione di Sezze

 

 

Arrivano anche le dimissioni del Presidente del Consiglio comunale di Sezze Enzo Eramo, in contemporanea con quelle di Federica Fiorini, Eleonora Contento, Enzo Polidoro e Alessandro Ferrazzoli e ai consiglieri comunali che hanno protocollato le loro dimissioni questa mattina.  Con il sindaco Sergio Di Raimo e con i sopra citati si sono già dimessi infatti Marzia Di Pastina, Rita Palombi, Francesca Barbati, Giovanni Moraldo mentre Senibaldo Roscioli e Paolo Rizzo le stanno protocollando. Mancano all’appello solo i consiglieri Mauro Calvano, Serafino Di Palma e Giovanni Bernasconi ma per andare a casa e per sciogliere il consiglio comunale bastano già i dimissionari. Nei prossimi giorni quindi il Prefetto di Latina nominerà il terzo commissario della storia di Sezze. L’ultimo in ordine di tempo fu Leopoldo Falco, nominato e in carica dal 21/4/2006 al 6/6/2007 dopo la sfiducia all’ex sindaco Lidano Zarra. Il nuovo commissario traghetterà il Comune di Sezze direttamente alle prossime elezioni amministrative previste per maggio/giungo 2022.

LE DICHIARAZIONI DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO COMUNALE

Il presidente dell'assise cittadina commenta l'accaduto con queste parole: "Non possiamo nasconderci dietro un dito. Non possiamo neanche assumerci colpe che non abbiamo. Rivendico l'idea di una politica fatta per la gente, fatta con il senso del collettivo e non per ambizione o tornaconto. Per me fare politica è fare un asilo nido dove non c'era, fare una pista di atletica allo stadio, fare un indirizzo scolastico dove non c'era, difendere i diversamente abili aumentando le risorse per i servizi sociali, aprire campi da tennis che erano dimenticati, stare vicino agli operai della Corden che rischiavano il posto di lavoro. Questa è la mia storia e quella di altri amministratori con cui ho condiviso tutto ciò. Certamente con tutti i limiti. Oggi vedo tra la nostra gente sgomento, riprovazione, si sentono feriti e non possiamo far finta di niente. Lo sconcerto, come la ferita a Sezze, non è cosa di altri, è cosa di tutti noi. Io, sono, mi sento, prima di ogni cosa cittadino di Sezze. Per questo ci si pone davanti una scelta che non è "cosa è meglio per l'amministrazione", ma "cosa è meglio per Sezze". Io credo che sia meglio, che i cittadini stringano un nuovo patto con la propria rappresentanza. Se ai giudici spettano le sentenze, a tutti noi come comunità l'obbligo di una riflessione. Sono e sarò sempre dalla stessa parte, dalla parte di Sezze".

 

Nessun ripensamento. Anzi. Il sindaco di Sezze, raggiunto telefonicamente, conferma di aver protocollato le sue dimissioni. Anche altri consiglieri lo stanno facendo, mentre altri le hanno protocollate questa mattina. Il testo della lettera inviata alla segretaria D.ssa Clorinda Storelli.

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Il sottoscritto Sergio Di Raimo , in qualità di Sindaco di questo paese , rassegna le proprie dimissioni irrevocabili. Le motivazioni di tali dimissioni sono legate alla situazione politica che non permette di poter andare avanti e poter governare questo paese nel migliore dei modi : Andare avanti nonostante le defezioni non ha nessun senso e non porterebbe da nessuna parte ,soprattutto in un momento come questo. Il paese ha bisogno di una maggioranza solida, compatta e convinta che oggi, ma già da qualche tempo ,mi pare non ci sia. Penso sia stato fatto tanto, nonostante le tante difficoltà incontrate, e certamente si poteva fare ancora molto in questo scorcio di tempo rimasto , ma di fronte a questa fragilità politica ritengo giusto non impuntarsi a voler per forza governare e quindi ho chiesto a tutti i consiglieri di voler rassegnare le dimissioni insieme alle mie qui presenti. Ringrazio tutti per il lavoro fatto insieme

Sezze, li 23 marzo 2021

 

Anche la consigliere comunale di Sezze Bene Comune Rita Palombi ha rassegnato le sue dimissioni. Poco fa ha protocollato la lettera inviata a tutto il consiglio comunale. Tra le righe scrive: " Sono stata orgogliosa di aver ricoperto questa carica durante questi anni e di essermi impegnata, nei limiti delle mie possibilità, nel dare il mio contributo a questa importante assemblea elettiva. Purtroppo, a seguito dei fatti accaduti, ci siamo resi conto in tanti che non ci sono più le condizioni per andare avanti ed arrivare alla fine della Consiliatura prevista nel 2022. Ringrazio il Sindaco per aver accolto la richiesta d’invito a porre fine a questa Consiliatura e per aver invitato i Consigliere di maggioranza e minoranza a rassegnare le proprie dimissioni così da rendere irreversibile la conclusione del mandato. Ringrazio tutti coloro che mi hanno sostenuta ed hanno riposto in me la loro fiducia per la difesa del Bene Comune. Ringrazio la mia collega Eleonora Contento con cui ho condiviso tante battaglie e una importante esperienza all’interno dell’Ente. Auspico che “l’infranto” rapporto nato tra cittadini, istituzioni e politica si possa ricucire con un lavoro di generosità e d’impegno da parte di tutti".

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