Sezze Elezioni 2021; c’era una volta la rotazione degli affidamenti, dei fornitori e dei servizi?
Rotazione degli affidamenti, degli incarichi, dei fornitori e dei servizi; normale routine ovunque, non sempre a Sezze leggendo alcune sequenze di conferimenti; quelle che rappresentano la quotidianità della macchina amministrativa di un Ente Locale, sembrano pratiche che all’interno del Comune di Sezze sono venute “a volte” negli ultimi anni. A Sezze si è troppo spesso proceduto con affidamenti diretti e proroghe; e con una successione quasi sistematica, ciò ha significato per l’Ente, problemi e contenziosi.
Il caso Logos, la gestione Dondi, la vicenda A&G ancora in corso, tutta la bagarre per il TPL locale, i tira e molla per il servizio mensa scolastiche, il servizio raccolta rifiuti, gli stessi servizi cimiteriali, sono tutte voci che richiamano a problemi generati dall’incapacità di far funzionare la macchina amministrativa lì dove un appalto ben fatto, avrebbe potuto risolvere il problema. Cosa si intende per un appalto ben fatto? Un appalto che già nel bando fissa alla perfezione i paletti del servizio che l’Ente ha intenzione di esternalizzare.
Li fissa fissando degli standard qualitativi alti e precisi e procede poi all’aggiudicazione seguendo il criterio di maggior economicità per le casse comunali.
La stessa SPL può essere sottoposta da regolamento a doversi “sudare” gli affidamenti da parte del Comune a fronte di offerte qualitativamente elevate ed economicamente equilibrate.
Perché se è normale che i servizi alla persona, specialmente quelli diretti a soggetti fragili, possano essere in perdita in quanto costituiscono un investimento di umanità fatto dall’Ente, non lo è altrettanto che servizi che devono far scaturire guadagni, non riescono nemmeno ad andare in pari.
Tali rotazioni, senza favori, senza parenti, senza amici, senza riguardi, dovranno essere nell'agenda del prossimo sindaco, chiunque esso sia. E' un atto dovuto per ripristinare la normalità. Costi quel che costi. Anche al prezzo di perdere consensi e simpatie.
Lancio una proposta, partendo dalla premessa che non esiste nessuna limitazione legislativa in merito e quindi nessun obbligo di sorta.
Dati nazionali sembrerebbero certificare che lì dove dei medici decidono di candidarsi in politica, soprattutto a livello locale, durante la campagna elettorale, le prestazioni sanitarie erogate segnano un aumento.
Sarebbe interessante verificare se ciò stia accadendo anche in queste settimane, in paesi che, come Sezze, sono attesi al voto il prossimo 3 e 4 ottobre, e che, come a Sezze, vedono impegnati come candidati consiglieri parecchi medici.
In caso si potesse certificare la veridicità di questo dato in aumento, le considerazioni sarebbero molteplici a partire dalla motivazione stessa che muove l’aumento.
Riguardo le conseguenze è facile ipotizzare: aumento conseguente del costo sostenuto dal Sistema Sanitario Nazionale che viene pagato dai contribuenti/cittadini; intasamento delle liste di attesa delle prestazioni erogate come esami e visite specialistiche con tempi dilatati ulteriormente per chi ne ha effettivamente bisogno.
Per cui, potrebbe essere auspicabile, anche in assenza di una legge che lo prevede esplicitamente, una sorta di "gentlemen agreement" per tenere fuori dalle liste elettorali i medici.
Anche perché, detto in maniera burbera e grossolana: aprendo i cordoni delle prescrizioni a favore dei propri pazienti, i medici potrebbero avvantaggiarsi facilmente nel carpire la loro benevolenza elettorale, rispetto agli altri candidati.
P.S.
La considerazione è valida in quanto Sezze, paese con più di 15000 abitanti, prevede coalizioni di liste e doppio turno.
Vittorio Accapezzato, amministratore setino negli anni '80, riflette sul futuro di Sezze e sulle imminenti elezioni amministrative. In una nota invita il futuro sindaco a voltare pagina e ad affrontare le problematiche annose presenti in città.
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"La nostra comunità, vive un momento economico e sociale particolarmente delicato. Per ridurre questo stato di cose, è necessario lavorare e costruire tutte le condizioni idonee ad ostacolare l’impatto negativo della crisi e si rilanci il tessuto economico, sociale e culturale della città. In questi ultimi anni la cittadinanza ha solo avute illusioni e tante delusioni causate da una politica locale alla ''casareccia''. Sezze ha bisogno di modificare questo modo di fare politica. Si deve tornare a parlare del suo prossimo futuro di cui ancora oggi non è stato disegnato. I problemi della nostra comunità sono “incancreniti” per non averli mai affrontati con coraggio amministrativo. È necessario da parte di chi si presenta come candidato sindaco, un impegno forte per ricostruire un paese sepolto da debiti e da imperante degrado. Sezze ha bisogno di tornare ad essere un paese capace di amare il progresso, fare comunità, diventare più attrattiva, creare opportunità per tutti e prendersi cura del bene comune. La nuova amministrazione che uscirà dalle urne, dovrà essere trasparente e aperta alla società, dovrà abbattere tutte le condizioni negative, le disparità fiscali, ridurre le spese, le aliquote massime per poter ripartire e crescere nel benessere sociale potenziando nel contempo la vivibilità e la sostenibilità ambientale. Con le prossime elezioni è giunto il momento di voltare pagina e scrivere una nuova storia per Sezze, dove sia bello vivere".
Il PD di Sezze, con il voto a maggioranza del Comitato Direttivo, candida come Sindaco, il dott. Sergio Di Raimo, alle prossime elezioni comunali del 3 e 4 Ottobre. Una scelta democratica, svolta alla luce del sole e nel pieno rispetto delle regole dello Statuto, nella convinzione di poter vincere e continuare a governare la nostra città. La scelta ha diviso il Direttivo, una minoranza ha votato contro. Intanto occorre premettere che nessun altro candidato (Serafino Di Palma per la lista Biancoleone, Lucidi Lidano per Identità setina, Palombi Rita per Sezze Bene Comune) ha ricevuto l’investitura dalla base del loro partito. Sono stati nominati dai loro vertici. Una bella differenza. Nel PD, in verità, la discussione sul candidato sindaco, seppure sotto traccia, si è protratta dal lontano aprile, dopo le dimissioni dell’ex sindaco, a seguito dei gravi fatti del cimitero, che, peraltro, non lo hanno minimamente sfiorato. Una brutta e "permissiva” gestione che si protraeva da qualche anno, per vecchie e consolidate abitudini. Il lockdown, il rinvio delle primarie per la mancata presentazione di altre candidature alternative a Sergio Di Raimo, le difficoltà di confronto e di sintesi, la campagna elettorale iniziata da molto tempo dagli altri candidati della Destra (Lucidi e Di Palma) hanno spinto il segretario del Pd ad accorciare i tempi e a convocare il Direttivo. Una convocazione, forse, un po' frettolosa ma nelle intenzioni rivolta a superare l’impasse che appariva senza via di uscita. Certo, il modo e i tempi della convocazione possono essere criticati, ma in certe circostanze conta la sostanza e il rispetto comunque del regolamento. A maggior ragione, quando, come in questo caso, una parte dei membri del Direttivo, presenta una mozione da discutere e da votare con la candidatura di Sergio Di Raimo. Operazione del tutto legittima, prevista dallo Statuto. La segreteria, precedentemente, non era stata ferma ma aveva presentato un Manifesto di valori, approvato all’unanimità dal Direttivo, e aveva pubblicato una bozza di Programma che non aveva avuto alcun riscontro, né positivo né negativo. Arrivati al 9 agosto, in considerazione del Decreto Ministeriale che fissa le elezioni in data ¾ ottobre, si è proceduto. La votazione finale, dopo una discussione alla presenza del Commissario provinciale del partito, è stata rinviata alle ore 18 del giorno successivo, per consentire agli assenti di esprimere il loro voto. Risultato finale: 22 Sì, 2 No.
Subito dopo, alcuni componenti del Direttivo hanno obiettato sul metodo e sui tempi della convocazione, ritenendola illegittima, denotando così scarsa fiducia e stima nei confronti del segretario. Questa è la cronaca di quanto è accaduto. Prima di chiudere, mi preme fare alcune considerazioni del tutto personali, alla luce del documento pubblicato di recente da alcuni membri del Direttivo. L’intento è quello di trovare ciò che ci unisce e non che ci divide. Rimettere, adesso, tutto in discussione per eventuali vizi od errori, mi sembra un suicidio politico. La questione, infatti, riveste un carattere amministrativo ma, soprattutto, politico. Tutti siamo consapevoli di percorrere un tornante molto insidioso e pericoloso, per le profonde ferite inferte alla democrazia e alla Sinistra europea e italiana, dai sovranisti e populisti, dai fascioleghisti. Per questo il nuovo Segretario nazionale E. Letta ha avviato una profonda riflessione in vista di un Congresso di svolta e di identità. L’assalto della Destra no-vax ,no-tav si articola in ogni paese e anche a Sezze, servendosi dei “nipotini” di Salvini e della Meloni. Brave persone, per carità, ma asserviti alle logiche dei loro Capi e capetti. La vittoria e la sconfitta del nostro candidato sindaco non riguarda una sola persone, se il Pd sarà presente e forte, ma riguarda tutti noi e la nostra storia. Non sarebbe male se autorevoli esponenti del partito democratico si candidassero nella litra Pd, in segno di unità e di appartenenza. Non possiamo perdere. Non dobbiamo perdere. Dobbiamo restare uniti, pur nella legittima posizione di ognuno di noi. Il segretario Daniele Marchetti va sostenuto e incoraggiato, perché, insieme ad altri ragazzi e ragazze ha portato nuova linfa e ha riaperto, dopo quasi sette anni, la sezione in via della Resistenza. Un’occasione da non perdere. In democrazia e nel Pd le decisioni prese a maggioranza valgono per tutti. In futuro, maglio ragionare da vivi che ragionare da morti.
Vincenzo Mattei, membro della segreteria Pd di Sezze
Anche nel Comune di Sezze il 3 e 4 ottobre si svolgeranno le elezioni amministrative per il rinnovo del Consiglio comunale, con eventuale turno di ballottaggio per l'elezione diretta dei sindaci nei giorni di domenica 17 ottobre e di lunedì 18 ottobre. Una delle novità rispetto al passato è l’entrata in vigore della Legge 9 gennaio 2019, n. 3, recante “Misure per il contrasto dei reati contro la pubblica amministrazione, nonché in materia di prescrizione del reato e in materia di trasparenza dei partiti e movimenti politici”. Ai sensi di tale legge, in particolare dell’art. 1, comma 14, entro il quattordicesimo (14) giorno antecedente la data delle competizioni elettorali di qualunque genere, i partiti e i movimenti politici, nonché le liste di cui al comma 11 hanno l'obbligo di pubblicare nel proprio sito internet il curriculum vitae fornito dai loro candidati e il relativo certificato penale rilasciato dal casellario giudiziale non oltre novanta giorni prima della data fissata per la consultazione elettorale. Per poter avanzare la candidatura insomma è obbligatorio che ciascun candidato produca:
- il Curriculum Vitae
- certificato penale del casellario giudiziale (art. 24 T.U.) non più vecchio di 90 giorni dalla data delle elezioni (i certificati prodotti ai sensi di altri articoli del T.U. non saranno presi in considerazione).
- certificato dei carichi pendenti (art. 27 T.U.) non più vecchio di sei mesi rispetto alla proposta di candidatura.
I candidati a conoscenza di indagini o procedimenti penali dovranno produrre anche il certificato rilasciato ai sensi dell’art. 335 del c.p.p., nonché i documenti relativi ai fatti contestati ed una breve relazione illustrativa dei fatti con autorizzazione espressa alla pubblicazione di tali atti nell’ambito dello spazio riservato a ciascun candidato.
Se non ci saranno colpi di scena o alleanze dell’ultimo minuto, le coalizioni che si presenteranno al voto sono quella guidata dal Partito Democratico e altre liste civiche con Sergio Di Raimo candidato sindaco, quella del centrodestra con Lega e Fratelli d’Italia e altre liste civiche guidata da Serafino Di Palma candidato sindaco, quella del movimento Identità Setina con altre liste civiche guidata da Lidano Lucidi candidato sindaco e quella del movimento civico Sezze Bene Comune guidata da Rita Palombi candidata sindaco.
Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa firmato da Sesa Amici, Alessandro Colonna, Luigi De Angelis, Anna Maria De Renzi, Marzia Di Pastina, Federica Fiorini, Francesca Leonoro, Giancarlo Loffarelli, Vincenzo Lucarini, Cinzia Ricci, Anna Rita Vertecchi.
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La decisione assunta dal Partito democratico di Sezze, del cui Direttivo facciamo parte, di aderire alla candidatura a sindaco di Sergio Di Raimo è avvenuta con il voto della maggioranza del Direttivo e con il nostro dissenso (espresso con voto contrario da alcuni di noi e con la non partecipazione al voto da altri).
Poiché finora abbiamo espresso le nostre posizioni all’interno del Partito e talvolta esse sono state riportate dagli organi di stampa con la sintesi a cui spesso sono costretti, riteniamo possa essere utile esprimere pubblicamente le ragioni di questa nostra posizione.
Fin da quando all’interno del Partito Democratico di Sezze si è cominciato a parlare di come affrontare queste elezioni amministrative, la nostra posizione non ha mai posto attenzione al nome del candidato sindaco quale questione primaria, convinti come siamo che prima vengono le idee e i programmi e soltanto alla fine i nomi delle persone che meglio possano incarnare quelle idee e quei programmi.
Fin dall’inizio abbiamo posto una questione di metodo: cercare innanzitutto di creare una coalizione di centrosinistra che si riconoscesse in valori e idee patrimonio comune della tradizione socialista e del cattolicesimo democratico, ancora presenti in singoli cittadini, in associazioni, liste civiche e partiti politici con i quali condividere un percorso; con queste forze elaborare un programma per il rilancio della nostra città, un programma che non comprendesse tutto, cioè l’impossibile che si promette in occasione di ogni campagna elettorale, ma individuasse le priorità e la loro effettiva realizzabilità alla luce della situazione concreta delle disponibilità amministrative; con queste stesse forze, infine, e soltanto infine, andare a individuare e scegliere le persone che meglio potessero realizzare il progetto elaborato nei ruoli di consiglieri comunali, assessori e sindaco.
Questa linea è stata formalmente accolta dal Partito attraverso la stesura di un documento approvato all’unanimità dei presenti alla riunione del Direttivo in cui se ne discusse. Ma, di fatto, le modalità con cui il percorso è stato intrapreso (mancato coinvolgimento delle associazioni e dei cittadini) e i tempi lentissimi adottati hanno svuotato di senso quanto programmato.
E infatti, nell’ultima riunione del Direttivo svolta in presenza, il tema posto è stato esclusivamente se aderire o non aderire come Partito alla candidatura di Sergio Di Raimo già appoggiata da due liste civiche. Nuovamente in quell’occasione abbiamo ribadito che per noi non si trattava di aderire o non aderire alla scelta di un nome, che non si trattava di scegliere una persona al posto di un’altra ma di tentare ancora una scelta politica di coinvolgimento delle forze di centrosinistra, anziché limitarsi ad accogliere potenziali “portatori” di voti, poiché vincere le elezioni non è un fine ma un mezzo per amministrare bene una città.
Infine, in occasione della riunione decisiva del Direttivo, convocata online con sole 20 ore di anticipo, il segretario ha proposto di votare un documento, ancora oggi non sappiamo redatto da chi, certamente non dai componenti della segreteria nel quale il Partito sceglieva come candidato sindaco Sergio Di Raimo, ribadendo una linea esattamente opposta a quella formalmente approvata nel documento iniziale: prima il nome e poi il programma, le idee e i valori (di cui, infatti, ancora non si discute).
Riteniamo in questo momento di dover continuare a dare il nostro contributo al Partito democratico attraverso i due aspetti che la scelta compiuta dalla maggioranza del Direttivo ha tralasciato: le idee e il coinvolgimento dei cittadini. E riteniamo di poterlo fare utilizzando uno strumento che il Partito democratico nazionale mette a disposizione di tutti, cioè le Agorà, luoghi di confronto fra cittadini, iscritti e non iscritti al Partito sui temi concreti ritenuti di rilevanza strategica. Crediamo che soltanto in questo modo un’eventuale vittoria elettorale possa effettivamente garantire una buona amministrazione, capace di dar voce ai cittadini, di affrontare e risolvere le questioni strategicamente prioritarie per un reale sviluppo della nostra città.
Il candidato civico di centrodestra Serafino Di Palma, dopo aver incassato i simboli di Fratelli d'Italia e Lega, viene ufficialmente sostenuto anche dal movimento Impronta Setina. "Dopo anni di battaglie generate dal corto circuito amministrativo prodotto dalle gestioni politiche dell’ormai dimessa maggioranza Di Raimo, in un territorio storicamente gravato, da politiche disfattiste e opportuniste - si legge nel comunicato stampa - Impronta Setina chiede ai cittadini di sollevarsi in un moto di orgoglio, e di votare il candidato sindaco Serafino Di Palma. Unico oppositore a quel sistema di convergenze “parallele” che in un ventennio hanno affossato il più grande paese della pianura pontina e dei monti Lepini. Tra le varie “vergogne” vedasi la gestione dei servizi cimiteriali, oggi ci risulta impossibile accettare la riproposizione politica, in termini elettorali, di candidati cui spettava il “DOVERE” di controllare. Giuste, dunque, le loro dimissioni! Riteniamo, pertanto, necessario, in questo particolare momento storico del nostro paese, prendere parte alla prossima tornata elettorale e ci sembra ancor più giusto farlo appoggiando quello che, senza ombra di dubbio, è l’uomo con il più elevato grado di esperienza politica, competenza e conoscenza amministrativa delle dinamiche sociali che hanno generato la distorsione delle politiche gestionali dell’apparato politico setino, l’unico in grado di guidare il rinnovamento della classe politica setina, attraverso il reale e concreto apporto di giovani volenterosi e competenti. Impronta Setina non nasce oggi: siamo stati presenti sul territorio negli ultimi quattro anni, mettendoci al servizio della nostra comunità con iniziative sociali di vario genere. La sfida è ardua, ne siamo consapevoli. Perché il sistema ha generato bisogni e i bisogni si pagano! Nei prossimi giorni presenteremo il nostro programma, integrandolo nel programma generale della coalizione a sostegno di Di Palma. Metteremo a sua disposizione una lista di candidati eterogenea, fatta di professionalità e personalità che possano emergere e dare un contributo all’interno della futura amministrazione. Che ci auguriamo di poter condurre con il placet di tutti i cittadini di Sezze. Siamo fiduciosi! Già da oggi inizieranno i nostri incontri ufficiali, nei quali ci confronteremo con la cittadinanza, con l’obiettivo di rappresentarne al meglio le esigenze". Al momento il candidato sindaco è sostenuto da Lega, Fratelli d'Italia, Biancoleone e Impronta setina.
Riceviamo e pubblichiamo una seconda lettera aperta di Franco Abbenda, cittadino che si riconosce nei valori del centrosinistra.
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Il 30 aprile scorso, alla luce della chiusura anticipata dell’esperienza amministrativa della giunta Di Raimo, terremotata dalle indagini e dagli arresti richiesti dalla magistratura per la questione cimitero, implosa per le dimissioni dei consiglieri comunali, in primis alcuni del partito di maggioranza relativa, avevo scritto una lettera aperta al PD setino.
Oggi, 13 agosto stesso anno, il Sindaco uscente è stato dichiarato quale nuovo candidato ufficiale del PD, secondo quanto riportato dalla stampa locale, pur non avendo potuto leggere ancora un comunicato ufficiale del neo candidato sindaco Di Raimo, torno a riflettere sulla questione, da cittadino che si riconosce nei valori del centrosinistra, non come iscritto ribadisco.
Chiudevo il mio precedente appello un po’ malignamente - in cui avevo auspicato ingenuamente l’apertura generosa di quel Partito ad una candidatura a Sindaco esterna, in modo da rinnovare ed allargare veramente la coalizione - in questo modo: “Se non rinnovato ed aperto all’esterno, il PD rischierebbe davvero di ripetere errori già fatti, dando ragione ai critici e più ostici avversari politici che malignamente sostengono l’impossibilità di un loro vero cambiamento; costoro sostengono, parafrasando la celebre citazione da Il gattopardo di Giuseppe Tomasi Lampedusa, che “I piddini (i siciliani, nel testo originale) non vorranno mai migliorare per la semplice ragione che credono di essere perfetti”.
Un mese dopo, il segretario del PD locale Daniele Marchetti, in un comunicato ufficiale in cui preannunciava l’avvio di una serie di incontri con altre forze civiche e di centrosinistra, in quel periodo caratterizzato da vicende giudiziarie, crisi politiche, strumentalizzazioni di sorta e radicate crisi valoriali, aveva precisato tra l’altro: “Ci siamo confrontati tra di noi, abbiamo ascoltato la voce dei nostri concittadini, ci siamo messi in discussione, sia come partito che individualmente, e siamo giunti alla conclusione che l’unico modo per mettere fine a una crisi è cogliere le opportunità di cambiamento che essa porta con sé, valorizzando ciò che di buono è stato fatto negli ultimi anni e facendo tesoro delle problematiche emerse recentemente nella nostra comunità”.
Dopo qualche giorno, incontrandolo al campo Le Fontane, discutendo amichevolmente di politica, cantautori e derby calcistici, avevo scommesso una birra con l’amico Daniele: io ero sicuro, comunque, che il prossimo candidato a Sindaco del PD sarebbe stato ancora una volta Di Raimo. Questo non perché io sia preveggente, ma perché so bene che alcune svolte sono difficili da percorrere, andrebbero attuate come prassi politica sul campo, a partire dalla discussione politica di sezione, non sbandierate nel quasi nulla dei comunicati ad effetto di quel periodo dove si cercava di non parlare dell’affaire cimitero. E contemporaneamente salvare capra e cavoli, contenere le diverse anime del partito, lanciando proposte a tutto e tutti all’esterno, senza aver mai però chiuso le analisi e i conti con la deludente esperienza amministrativa precedente.
Si sussurra che alcune delegazioni che hanno incontrato il PD dopo quell’invito, abbiano effettivamente aperto ad una qualche forma di intesa programmatica, richiedendo però un cambio di passo con una nuova candidatura a Sindaco, niente che avesse a che fare con la precedente. Non se n’è fatto più nulla, sembrerebbe, evidentemente non erano maturi i tempi…
Queste sono soltanto mie riflessioni, mi piace ragionare di politica ma non voglio convincere nessuno della verità e bontà di questo ragionamento, né avevo mai pensato di propormi io come candidato a sindaco della coalizione di centrosinistra, come malignamente qualcuno che non mi conosce bene mi ha rinfacciato. Non è così, non ero interessato a quella leadership (uno dovrebbe sempre tener presenti i propri limiti personali per evitare di commettere sfracelli), semmai avrei potuto dare una mano attivamente, mi sarei impicciato anch’io come richiesto da amici, ma solo nel caso in cui la strada del rinnovamento fosse stata praticata nei fatti, per cambiare finalmente facce, comportamenti e contenuti alla proposta di governo di un nuovo (anche nelle liste sostenitrici) fronte progressista, inderogabile dopo la triste chiusura anticipata di un’esperienza che passerà alla storia del paese ma non per meriti.
La democrazia interna al partito, le regole del PD, gli uomini che frequentano attivamente quella sezione - dopo acceso dibattito interno estivo, tra dirette online e mascherine anti-contagio, in cui pare sia emersa una importante quota di iscritti che non ha votato il documento politico alla base della ricandidatura mai proponendo un nome di candidato alternativo - si sono contati e hanno scelto Di Raimo. W la democrazia, è sempre un buon segno votare le proposte, in altri partiti si procede per acclamazione urlata, senza discussione e mozioni, con votanti perlopiù sconosciuti ad alzare la mano e apparsi all’ultimo minuto per l’occasione.
Ora si passa ad un’altra fase, alla formazione delle liste del partito e della coalizione, sotto la regia del nuovo candidato, ex Sindaco; poi sarà propaganda elettorale, legittima come sempre ma più dura e impegnativa questa volta, probabilmente attenta come non mai nel proporre letture alternative e glissare sui quattro anni di giunta precedente (diversi cambi di assessori, perdita di consenso con passaggio di consiglieri di maggioranza alla minoranza, diversi passaggi tecnico-amministrativi dubbi o addirittura nefasti, vice sindaco indagato, questione rifiuti drammatica, viabilità delle periferie insicura, un paese regredito in tutto e per tutto, anche nei toni della protesta), per un partito a storica vocazione di governo come il PD locale.
Certo, sarà un’impresa titanica dei comunicatori e dei pater familias piddini, ancora alle prese con il commissariamento provinciale per i noti fatti ASL in cui è rimasto incagliato e indagato a sua volta l’ex-segretario provinciale, quasi impossibile far passare come nuova e in controtendenza questa “non svolta”, quando anche i protagonisti annunciati e reggenti delle liste amiche sembrerebbero essere gli stessi già visti in azione da anni, indistruttibili e coerenti con il loro ruolo di primedonne, bravi a muoversi nell’ombra dei più disparati ambiti privati e associativi ma sempre senza prese di posizione o proposte illuminanti per la comunità. Staremo a vedere se dalla lista del PD usciranno nomi nuovi, giovani attivisti emergenti, sostenitori storici del Sindaco uscente e magari anche i suoi avversari dichiarati, anche da questi particolari si giudicano le liste di un partito di sinistra…
Al di là di come andrà la tornata elettorale, che prevedo dura e senza esclusione di colpi come non mai, io mi auguro sinceramente che Sezze migliori, che possa rinascere, che cambi prospettiva e possa ripartire, chiunque indosserà la fascia tricolore. Spero inoltre che da novembre prossimo si continui a parlare di politica, non già di candidati, leadership e voti che tanti dicono di avere in dote, chissà con quali meriti speciali poi… Si parli di idee, di futuro, di innovazione, di prospettive, magari con molti giovani, i veri assenti della discussione politica. E questo non solo nel PD ma anche in altri contesti associativi, magari ancora da costituire e da far progredire, ma aperti ai molti delusi.
Perché al di là dell’umoristico appello “vota Antonio” di cinematografica memoria, sintesi dell’impegno attivo ai tempi supplementari, una comunità può migliorare solo se la politica rimane attiva sempre, fondata sull’incontro/scontro di idee tra uomini e donne che si impegnano alla costruzione di una città migliore, quella che dovrà diventare da qui a venti anni, nel rispetto continuo della Costituzione, delle leggi, senza interessi personalistici né gestione vecchio stampo del potere.
PS.
Mi aspettavo di più, molto di più dal PD locale nella promessa di rinnovamento, non lo nego, avevo sperato davvero. Mi accontenterò di una bella birra ghiacciata, offerta gentilmente dal segretario Marchetti, che magari mi racconterà qualche retroscena, a bocce ferme.
"Il Comune deve essere una vera e propria casa di vetro per la cittadinanza. Meno scontato, viceversa, è che il territorio diventi di vetro per chi amministra la città. Ed è proprio questa la sfida che come coalizione vogliamo lanciare ai cittadini che decideranno di affidarci questo incarico. La sfida di amministrare un territorio che si conosce alla perfezione e del quale si conoscono pregi e criticità, per riuscire a dare soluzioni a queste ultime". Esordisce così Lidano Lucidi, candidato sindaco del movimento civico Identità Setina. Lucidi dice che questa idea trae spunto proprio dai dettami contenuti all’interno dello Statuto del Comune di Sezze che, nell’area tematica della partecipazione attiva della cittadinanza alla res pubblica, spiega nel dettaglio come "l’amministrazione sia tenuta a sostenere le forme associative tra cittadini favorendo la partecipazione alle attività di promozione dello sviluppo civile, sociale ed economico della comunità, all’esercizio delle relative funzioni ed alla formazione ed attuazione dei propri programmi". Il candidato alla carica di primo cittadino afferma che "se ce ne verrà data la possibilità lavoreremo proprio in questo senso, spendendoci affinché tutti i quartieri setini possano avere un comitato che possa raccogliere le varie istanze dei residenti e sottoporle all’attenzione dell’amministrazione comunale". Collegato a questo, il tema dei rappresentati di collegamento tra Ente e territorio. "Molto spesso in passato qualcuno arrivava in Comune e parlava con il primo che si rendeva disponibile ad ascoltare, sindaco, assessore, consigliere o funzionario comunale che fossero. In questo modo, molto spesso - afferma Lucidi - le questioni restavano appese perché non si sapeva che risposte fornire e si creava una situazione di circolo vizioso tra competenze e responsabilità, tante volte anche a causa di un non chiaro indirizzo politico. Noi vogliamo cambiare anche in questo senso ed istituire deleghe esterne, tra le quali quella che gestirà i rapporti tra ente e quartieri, confrontandosi continuamente con i loro referenti ed avendo ben chiari quali siano i problemi da affrontare e che tipo di soluzioni poter mettere in campo, senza inutili perdite di tempo e passaparola che alla fine allontanano ulteriormente il cittadino alla politica e alla gestione amministrativa. Gli strumenti ci sono e noi vogliamo utilizzarli nel migliore dei modi. La delega ai rapporti con i quartieri, in questa ottica, ci permetterà di avere un quadro sempre aggiornato sull’intera città e trattare i cittadini allo stesso modo, elemento che in passato è stato oggetto di critiche".
Altro...
Il disservizio della raccolta indifferenziata che ha colpito tante città tra cui Sezze, e che oggi fortunatamente è terminato con la ripresa del regolare servizio su tutto il territorio comunale, ci ha insegnato che basta poco per mandare in tilt una comunità. Nel corso di queste settimane abbiamo constatato quanto sia importante essere cittadini virtuosi e quanto sia importante e doveroso rispettare i regolamenti ed essere così buoni cittadini. In tanti hanno dimostrato che si può conferire i rifiuti in maniera corretta, in tanti si sono impegnati a fare sistema e comunità . Purtroppo però non è bastato e la collaborazione di tanti è stata vanificata da chi ancora non rispetta il nostro territorio, la nostra città, la comunità di cui fa comunque parte. Abbiamo visto scene indimenticabili e vergognose, cumuli di immondizia nei vicoli, ai bordi delle strade, nelle stazioni di sosta e nelle campagne di Sezze. Abbiamo assistito ad un degrado senza precedenti di cui ci siamo vergognati e reagito con giusta disapprovazione e disgusto. Chi più chi meno ha capito che va cambiato necessariamente il modo di gestire il controllo dei rifiuti domestici. È urgente definire dei parametri di valutazione verso chi dimostra di essere un cittadino virtuoso e contro chi non rispetta le regole. A partire dai controlli casa per casa, per appurare il giusto o sbagliato conferimento e premiare con sgravi chi rispetta l’ambiente e i regolamenti e punire con sanzioni chi se ne frega. La nuova amministrazione, ad esempio, potrebbe pensare ad una “tessera del buon cittadino”. Probabilmente in altre città esiste già, copiare qualcosa di buono non è reato ma è improrogabile vista la situazione setina. Diversamente dovrebbero essere penalizzati coloro i quali non differenziano e non pagano i tributi comunali, nessuno escluso. Durante queste settimane, nonostante tutto, sono riuscito anche ad intravedere azioni e gesti spontanei che fanno ben sperare e che accendono un lume di speranza per il futuro di questa città. In diversi quartieri del centro storico e nella periferia tanti cittadini si sono rimboccati le maniche e con scope e palette hanno ripulito le loro zone, i rioni, costruendo legami forti di vicinato. Altri ancora hanno ridato vita ad aiuole e messo a dimora fiori e piante abbellendo angoli cari e preziosi della nostra città. Questa è la strada giusta. Non aspettiamoci che siano sempre gli altri a farlo, prima di giudicare siamo giudici di noi stessi. Rimbocchiamoci le maniche e diamo l’esempio, attiviamoci nei fatti per il bene comune.
Il candidato sindaco del Pd è Sergio Di Raimo. Nella riunione del direttivo terminata poco fa, oltre il 70 per cento dei componenti ha votato un documento politico dando il via libera alla candidatura del sindaco uscente. L'investitura dell'ex sindaco è ufficiale e nei prossimi giorni lo stesso partito renderà pubblica la notizia. Il documento di sostegno alla ricandidatura del Sindaco uscente ha ottenuto una maggioranza schiacciante dei membri del direttivo. Nessuna candidatura alternativa è stata presentata nei modi, nei tempi e nelle forme previsti dall’art. 16 dello Statuto del Partito Democratico del Lazio. Le voci di altre possibili candidature sono rimaste tali. Nel direttivo di poco fa, alla presenza anche del commissario dem on. Matteo Mauri, la candidatura di Sergio Di Raimo è risultata, in questa fase e in questo contesto, la più idonea a garantire un campo largo progressista e democratico e una coalizione ampia, competitiva ed inclusiva. Nell’ultima riunione del direttivo tenutasi il 30 Luglio lo stesso Commissario della Federazione Mauri, prendendo atto del dibattito, aveva ribadito con chiarezza nelle sue conclusioni che l’unica candidatura in campo era quella di Sergio Di Raimo e aveva invitato il Segretario del circolo Daniele Marchetti a promuovere sessioni di incontro e confronto sui temi politici e programmatici fra il candidato e gli organismi del partito locale. Inoltre, all’indomani dello scioglimento anticipato del consiglio comunale di Sezze, il Sindaco uscente Sergio Di Raimo aveva dichiarato la sua disponibilità alla ricandidatura, diverse volte ribadita nelle riunioni del direttivo di circolo. Il PD di Sezze ha proceduto quindi ad una serie di incontri con forze politiche e liste civiche a seguito della elaborazione di un documento politico-programmatico. I soggetti civici che hanno governato insieme al centrosinistra nelle ultime consiliature, e in maniera specifica le liste che facevano parte della coalizione di centrosinistra nell’ultima esperienza amministrativa (assommando circa il 35% dei voti alle elezioni del 2017), hanno evidenziato la ferma e compatta disponibilità al sostegno della ricandidatura di Di Raimo. Il Pd, in questo periodo, ha svolto incontri anche con la lista civica Sezze Bene Comune, all’opposizione nell’ultima consiliatura e con Art. 1 che hanno espresso la loro contrarietà all’ipotesi di eventuali primarie di coalizione. Archiviata la fase delle primarie e concluso il percorso interno alla scelta del candidato sindaco, adesso il Pd locale deve recuperare terreno proponendosi alla città con un programma realizzabile e con la ferma e necessaria intenzione di fare tesoro degli errori commessi in passato, per evitarne degli altri, partendo dai bisogni e dalle esigenze concrete della comunità setina.
Nonostante l’afa di questi giorni, paradossalmente, si incominciano ad intravedere gli scenari in vista delle prossime elezioni amministrative. Si naviga a vista? Saranno i fatti a dimostrarlo. Per il momento diamo per buono ciò che leggiamo e osserviamo dai social e dalle iniziative e incontri pubblici e privati promossi dalle nascenti coalizioni. Sul fronte delle aggregazioni cosiddette civiche, il gruppo di Identità Setina guidato dal candidato sindaco Lidano Lucidi, sta procedendo nell'ultima definizione delle sue liste. Le componenti che fanno parte del gruppo di Identità Setina sono eterogenee e costituite anche da rappresentanti che faranno a meno del proprio simbolo di partito. Va dato atto a IS di aver giocato di anticipo e ora sta lavorando spedito nella fase di ascolto dei cittadini e delle loro istanze attraverso incontri di zona. Il progetto di Lucidi al momento è sostenuto da 4 liste civiche. Sempre nell’alveo dei civici è molto probabile che l’ex consigliere comunale e provinciale Rita Palombi scenderà in campo con il suo movimento Sezze Bene Comune candidandosi alla carica di sindaco. La Palombi probabilmente correrà da sola. Nel centro destra la figura che pare abbia messo tutti d’accordo è quella di Serafino Di Palma, ex consigliere comunale di opposizione. Sembrerebbe che Serafino abbia incassato i simboli di Fratelli d’Italia e della Lega, oltre - ad oggi - al movimento di Impronta Setina che lo segue e sostiene da anni nelle sue battaglie. In casa Pd qualcosa si muove dopo la stasi dei mesi scorsi. Forze appartenenti nell’area di centro sinistra hanno avviato da tempo un confronto per costruire un progetto basato su un manifesto di valori condivisi ma il vero scoglio da superare era quello del candidato sindaco. E’ molto probabile che non ci saranno le primarie come auspicato da molti, considerando che ad oggi non è pervenuta nessuna candidatura ufficiale. L’unico nome resta quella dell’ex sindaco Sergio Di Raimo, altri non hanno trovato riscontro. E’ ovvio che il partito democratico dovrà recuperare terreno perso sul confronto e sul dibattito aperto alla città. Mancano meno di due mesi alle amministrative. La comunità senza una guida è smarrita e in confusione. Il futuro sindaco dovrà voltare pagina e ricostruire un tessuto sociale a dir poco sfilacciato. Occorre responsabilità e concretezza, umiltà e tanto coraggio. Il nuovo sindaco dovrà volare basso ed evitare di planare in velocità. La città può solo ripartire dai bisogni reali, solo dall’unità dei piccoli agglomerati quali potrebbero essere i quartieri. E da qui ridefinire una visione d’insieme complessiva.
“Io credo che eticamente tutti debbano prendere il vaccino, è un’opzione etica, perché tu ti giochi la salute, la vita, ma ti giochi anche la vita di altri (…) Non so perché qualcuno dice: ‘no, il vaccino è pericoloso’, ma se te lo presentano i medici come una cosa che può andare bene, che non ha dei pericoli speciali, perché non prenderlo? C’è un negazionismo suicida che io non saprei spiegare, ma oggi si deve prendere il vaccino”. Papa Francesco
La pandemia si è abbattuta sulle nostre vite come una tempesta, ha sconvolto assetti e convinzioni consolidate, ha fatto emergere carenze strutturali dello Stato, a iniziare da quelle sanitarie, ma anche la debolezza culturale di tanti, la facilità di manipolarne le opinioni. Grazie ai vaccini abbiamo la possibilità di uscire dall’emergenza, di recuperare la normalità, anche se sarà sicuramente differente da quella che abbiamo conosciuto. Tuttavia sono molti gli italiani attendisti o che si stanno sottraendo a tale dovere etico per noncuranza, sottovalutazione del problema o contrarietà. I no vax militanti, pur rumorosi sui social, sono numericamente pochi, ma l’impressione è che certe loro teorie, per quanto inverosimili e irragionevoli, hanno fatto breccia o quanto meno hanno contribuito al formarsi di opinioni sbagliate.
Il vaccino non è vero che non si sa come è fatto. Basta andare sul sito dell’AIFA o anche su siti scientifici indipendenti per scoprire che non contiene né i 5G, né metalli pesanti, né cellule di feti morti, ma soltanto lipidi, acqua, sali minerali e particelle di mRNA, che in particolare hanno la funzione di stimolare la produzione delle proteine e non sono certo vettori che modificano il DNA. Se poi contiene solo acqua distillata, come qualcuno dotato di fervida fantasia afferma, allora non c’è nulla da temere.
Il vaccino è stato sperimentato su un numero ampio di persone e sono state seguite tutte le procedure previste dai protocolli. I tempi rapidi di realizzazione dipendono dal fatto che, per la prima volta, i governi hanno investito ingenti risorse nella ricerca scientifica per debellare una malattia che ha ucciso centinaia di migliaia di persone in tutto il mondo. Indubbiamente vaccinarsi comporta un margine sia pur piccolissimo di rischio e possibili effetti collaterali, ma non maggiori o diversi rispetto a qualsiasi altro farmaco che assumiamo quando abbiamo malattie banali o anche importanti.
Le teorie complottiste per le quali praticamente la totalità di scienziati e medici, con l’esclusione di qualche lupo solitario, propugnatore di idee scientificamente infondate e non provate con dati sperimentali certificati, sono al soldo e fanno gli interessi delle grandi case farmaceutiche mondiali sono inverosimili, a meno di pensare che siamo in presenza di una grande cospirazione ai danni dell’intera umanità, ordita così bene da non lasciare spazio a sbavature, crisi di coscienza e pentimenti.
È scientificamente dimostrato che il vaccino è uno strumento indispensabile per combattere e debellare malattie devastanti e mortali, che hanno fatto milioni di vittime nel corso della storia, dal vaiolo alla poliomelite, dal morbillo alla difterite, dalla rosolia alla parotite, dalla pertosse al tetano, dall’epatite B a tante altre ancora e che non esiste alcuna correlazione tra vaccini e autismo.
Le case farmaceutiche non sono esempi luminosi di etica e di perseguimento degli interessi generali, ma ora è prioritario salvare milioni di persone, la cui vita è messa a rischio direttamente o indirettamente dal Covid-19. La battaglia per la moralizzazione dell’industria farmaceutica è sacrosanta, ma l’impegno deve valere sempre, anche quando acquistiamo l’aspirina o magari il viagra. Peraltro la stessa propaganda contro i vaccini è spinta da interessi economici. Un rapporto del Center for Countering Digital Hate, un’organizzazione no profit, ha dimostrato che l’informazione no vax parte sempre da un numero definito di individui o di siti, i quali guadagnano enormi somme dalla grande pubblicità e dalla vendita di prodotti e trattamenti alternativi.
Vaccinarsi è un dovere civico e morale. L’etica deve sempre guidare le decisioni che coinvolgono gli interessi della collettività e non solo di colui che prende la decisione. Attraverso la vaccinazione proteggiamo gli altri, soprattutto i fragili. Il rischio e il costo individuale sono assai ridotti, mentre il danno che si può prevenire è grande: c’è perciò proporzione tra quanto si richiede al singolo e il beneficio pubblico dell’immunità di gregge o comunque di un livello alto di immunità collettiva. Il dovere personale di vaccinarsi è una responsabilità verso la comunità, che origina dall’esigenza etica di distribuire gli oneri equamente tra tutti i membri. Quanti si sottraggono al vaccino non cooperano all’uscita dalla crisi, ma beneficiano del fatto che gli altri lo fanno. Se nessuno si vaccinasse, ci sarebbe un costo collettivo aggiuntivo (da lockdown, per le conseguenze da Covid-19 o da entrambi) che anche chi rifiuta il vaccino pagherebbe.
L’obbligo vaccinale è assolutamente legittimo secondo la Costituzione che prevede all’art. 16 limiti alla libertà di circolazione per ragioni sanitarie e all’art. 32 la tutela del bene fondamentale della salute come interesse della collettività. Certo è meglio persuadere piuttosto che obbligare, ma la libertà di scelta è giusto accompagnarla con interventi diretti alla ricerca e alla convinzione dei riluttanti, a disincentivare le esternalità negative di quanti si mettono in condizione di danneggiare gli altri. Andare al ristorante, a teatro, allo stadio da vaccinato significa non mettere a rischio l’incolumità degli altri, anzi garantirla. I non vaccinati, frequentando luoghi pubblici, invece mettono a rischio la salute e ledono la libertà degli altri, che così non possono usufruire senza impedimenti degli spazi pubblici. I no vax e quanti non si vaccinano impongono la propria scelta agli altri. Vietare l’accesso ad alcune attività senza passaporto vaccinale è certo una limitazione, ma in una comunità i diritti e le libertà non sono assoluti, vanno sempre bilanciati e contemperati con il bene comune, con i doveri morali e con le esigenze di salute pubblica.
Peraltro l’emergenza sanitaria ci ha costretti a rinunciare a quote di autonomia in cambio della tutela della salute, ad accettare condizionamenti e un ridisegno mediante le restrizioni della sfera dei diritti e delle libertà che, pur restando beni assoluti e fondamentali della nostra civiltà, sono comprimibili in casi eccezionali. La scelta di non vaccinarsi comporta un costo, come il rischio minimo per chi lo fa: non può e non deve sorprenderci o scandalizzarci. Nella misura in cui c’è libertà di scegliere e le condizioni della scelta sono giustificate da ragioni di salute pubblica e di bene comune, ognuno è chiamato ad assumersi la responsabilità anche relativamente alle conseguenze della decisione assunta.
Nel mese di agosto la rubrica sarà sospesa. Riprenderà regolarmente a settembre.