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Il Partito Democratico si sta cimentando sul programma elettorale di medio e lungo termine e ha già pubblicato un manifesto che contiene le idee fondamentali di un campo democratico e progressista a Sezze. Un manifesto di svolta per governare la città secondo i princìpi essenziali, largamente condivisi da tutti i progressisti, rivolto a tutte le persone che si collocano nel centrosinistra. La svolta e il balzo in avanti di cui ha bisogno il nostro paese, piantato nella tradizione, affinché non diventi uno sberleffo transitorio ed effimero. L'innovazione non nasce a caso ma dalla padronanza piena della storia. Solo l'ignoranza ha bisogno del nulla alle sue spalle. Il programma elettorale è un elemento essenziale nella lotta politica perché serve a costruire un futuro, una nuova comunità legata da sentimenti r valori comuni, da riferimenti simili, da storie che si amalgamano e crescono insieme. Le scelte amministrative, i progetti, le cose da fare (e che si possono fare!) sono i vincoli di fiducia reciproca tra i cittadini che rinsaldano le istituzioni, richiedono tempi lunghi e stabilità di governo. Molte delle proposte che seguiranno sono il risultato di elaborazioni degli anni precedenti ma che, purtroppo, non hanno trovato attuazione ma esse sono il presupposto e la conditio sine qua non per uno sviluppo moderno del paese.  Non è propaganda né utopia sperare che a Sezze, con l'intervento dei privati, si possa realizzare nei prossimi anni una piscina, o un parcheggio lungo via dei Templi. Se non nei prossini anni, quando? Il ritardo è notevole e perciò occorre ribadire l'impegno e sostenerlo con un nuovo slancio diplomatico, attraverso la ricerca de finanziamenti a livello regionale e nazionale, la perseveranza e con il partenariato dei privati. Mi permetto, di seguito, di dare alcune indicazioni, molto sommarie e stringate, che sottopongo come stimolo e provocazione all'attenzione e alla riflessione di coloro che ancora vogliono "impicciarsi" del futuro della nostra città e che hanno competenza in materia.

 

 1) Legalità e trasparenza

 

 digitalizzazione degli uffici pubblici e delle scuole;

connessione internet in tutto il territorio comunale;

decentramento di uffici amministrativi allo Scalo e a Suso;

assunzioni solo tramite concorso pubblico;

informazione e pubblicazione quotidiana degli atti del sindaco e della giunta;

commissione di controllo, presieduta dall'opposizione consiliare, di tutti gli atti amministrativi

 

2) Ambiente e territorio

 

 riorganizzazione raccolta rifiuti e nuova discarica;

custodia e apertura del Bosco dei Cappuccini e del Monumento;

realizzazione aree verdi a Sezze scalo e in tutte le zone di Suso;

sfalciatura cunette e cespugli stradali durante la stagione   primaverile ed estiva;

riconversione ecologica della agricoltura e dei prodotti locali;

cura e manutenzione delle Coste di Sezze;

ZTL nel centro storico con realizzazione di parcheggi raso terra lungo la strada del Giulietto con rampe di accesso verso il Centro;

manutenzione quotidiana affidata a   Ditta esterna per manutenzione strade comunali;

 

3) Centro storico

 

ristrutturazione vecchi edifici e assegnazione a coppie di giovani a prezzi agevolati e convenienti;

piano colore delle abitazioni;

realizzazione case popolari al centro storico e nei palazzi pubblici abbandonati;

pavimentazione con sampietrini di tutte le strade principali del Centro;

 

4) scuola e cultura

 

tempo pieno o prolungato in tutte le scuole dell'obbligo,

estensione a tutti dell'asilo nido;

realizzazione Centro giovanile ricreativo e culturale presso la Biblioteca Comunale;

trasformazione Palazzo Pitti in Palazzo della cultura e della storia contadina;

circuito culturale itinerante, religioso, storico e artistico nelle chiese sconsacrate del centro;

Anfiteatro: ripristino gradinate e sistemazione entrata per riapertura manifestazioni estive,

promozione Festival regionale e nazionale del " Teatro Sacro;

 

5) Servizi alle persone

 

Centro antiviolenza e parità di genere per le donne;

aiuto e sostegno ai ragazzi meritevoli e bisognosi con la donazione a tutti gli alunni del computer;

centro polivalente per disabili attraverso un percorso di formazione e lavoro;

contrasto alla povertà e ai bisognosi con incentivi e agevolazioni;

assistenza domiciliare estesa a tutti gli anziani;

 

6) Politiche di inclusione

Controllo e regolarizzazione dei cittadini extracomunitari e iniziative a sostegno della loro integrazione e inclusione nella comunità setina attraverso corsi di alfabetizzazione e di educazione civica;

 

 7) Grandi opere:

 Ospedale di prossimità ed RSA presso l'Ospedale S. Carlo di Sezze;

definitiva ristrutturazione Monastero delle Clarisse;

Convitto Corradini: scuola di cucito e ricamo;

Rotonda all'ingresso di Sezze, presso il distributore di Coccia per agevolare il traffico e far ammirare le mura poligonali ;

costruzione piscina con l'intervento e la gestione dei privati,

parcheggi lungo via del Templi;

urbanizzazione e decoro dei centri abitati di Suso e di Sesse Scalo.

 

 

Il programma è ambizioso ma disegna il futuro della nostra città. Spero che non resti sulla carta e che costituisca una base di discussione e di confronto.

 

 

Ha vinto il Premio speciale “Antica Pyrgos” per la poeticità della prosa.  Così come in altri suoi libri, Roberto Campagna, in Le storie non volano (edizionicroce, pagg. 160, euro 15.00) ricorre alla metanarrazione. In pratica, racconta fatti realmente accaduti mischiandoli con altri creati artatamente da lui stesso. Ciò per rendere gli stessi fatti accaduti più credibili e quelli inventati più veritieri. Il romanzo verrà presentato, venerdì 30 luglio alle 18,30, a Segni, nella Piazza della Pretura, Oltre all’autore, interverranno: Piero Cascioli, sindaco di Segni, Quirino Briganti, presidente della Compagnia dei Lepini, Antonella Rizzo, poetessa e scrittrice, e Claudio Marrucci, scrittore e poeta. Letture di Maria Borgese, attrice e danzatrice:         

Quattro i principali protagonisti del racconto, che inizia nel 1985 e finisce nel 2010: tre maschi e una femmina. Più che amici, sono compagni di gioco a carte. Le loro vite sono segnate dalla sfiga e le partite interminabili a briscola e tressette, che spesso non vedono né vinti né vincitori, sono la metafora delle loro stesse vite. Nel quadro narrativo, a fare in qualche modo da cornice, ci sono altre partite: gli scontri elettorali di Borgomanuzio. È qui, in questo borgo medievale, che è incentrato il romanzo di Campagna. “Sembrerà strano, ma l’idea iniziale – afferma l’autore – era quella di raccontare questi scontri elettorali, in particolare quello del rinnovo del Consiglio comunale dell’85, quando avvenne un incomprensibile ‘compromesso storico casereccio’. Ma rendendomi conto che, al di là delle lotte di partito, delle fazioni facinorose e dei tentativi di alleanze, il racconto sarebbe stato, oltre che striminzito, troppo asettico, pieno di numeri, liste e nomi, ho inventato le storie di questi quattro sfortunati personaggi. Quella degli scontri politici, dei canditati, dei rapporti fra i partiti, dei risultati elettorali e degli amministratori locali è diventata così la parte secondaria e storica del libro, a tratti romanzata”. Questo di Campagna è un romanzo esistenzialista. Nelle sue pagine, oltre alla sfortuna, ci sono la depressione, la follia, il tradimento, la prostituzione, l’emarginazione, l’aborto e la morte. Ma anche l’amore, la solidarietà e la comprensione. In tali pagine, così riconoscibili nello stile, l’autore va oltre ciò a cui ha abituato i suoi lettori e lentamente, quasi senza rendersene conto, li spinge dentro i colori più cupi dell’animo umano, in un continuo oscillare tra basso e alto, aridità dello spirito e poetica della vita. Ne Le storie non volano non è prevista redenzione per coloro che ne popolano il racconto. Le vite dei personaggi principali sembrano marchiate da un fato ineluttabile, pronto a stroncare sul nascere ogni velleità di riscatto o di fuga. I quattro amici seguiranno il destino che per loro è stato tracciato, vittime di una tragica catena di cause ed effetti, iniziata prima della loro nascita. Ognuno di loro ha lo stigma del perdente e tali li si considererebbe, se l’autore, attraverso emozionanti flashback, non ce li mostrasse in tutta la loro purezza di angeli caduti. In questo romanzo, per la prima volta, le parole, le frasi, le volute ripetizioni, che Campagna solitamente utilizza nei suoi scritti per costringere il lettore sul sentiero da lui mirabilmente tracciato, si trasformano in messaggio metalinguistico che travalica la razionalità.

 

 

Il presidente della SPL Sezze Gian Battista Rosella interviene in merito ad alcune note di sigle sindacali relative alle condizioni dei lavoratori e lavoratrici del settore trasporto scolastico di Sezze. “La società ha sempre e pienamente rispettato i propri obblighi contrattuali verso i propri dipendenti. I contratti di lavoro che legano tali lavoratori alla società – afferma Rosella – prevedono fisiologicamente che gli stessi interrompano le proprie attività con la chiusura delle scuole nel periodo estivo e riprendano regolarmente con la riapertura delle stesse. L’amministratore unico, che dopo anni di precariato ha provveduto nell’anno 2019 alla stabilizzazione di tali lavoratori, si è anche impegnato, compatibilmente con le concrete esigenze aziendali, ad impiegare tali risorse umane durante il periodo d’interruzione ed in tal senso ha già provveduto ad assegnare tutti gli autisti scuolabus ad altri servizi. Altre riallocazioni temporanee – aggiunge – stanno riguardando gran parte dell’organico del Centro Diurno Carla Tamantini. Si rammenta ad ogni buon conto a tali lavoratori che in tutti i periodi nei quali il loro servizio è stato interrotto a seguito delle disposizioni legate all’emergenza Covid 19, l'azienda ha sempre garantito loro la cassa integrazione e l’anticipazione dellerelative somme. In relazione alle disposizioni legate all’emergenza covid 19 l’amministratore unico – chiude la nota della SPL – ha anche adeguato l’orario di lavoro aumentando le ore contrattuali a tutti i lavoratori del trasporto scolastico. Sono state comunque formalmente convocate tutte le organizzazioni sindacali rappresentative dei lavoratori per il giorno 22 luglio al fine di una eventuale risoluzione ove possibile del problema rappresentato”

 

E' stata approvata questa mattina la delibera di giunta, proposta dall’Assessore alla Sanità Alessio D’Amato, riguardante il programma di investimenti, ripartizione ed assegnazione delle risorse in ambito sanitario per circa 70 milioni di euro. Fra gli interventi previsti su tutto il territorio regionale, anche una nuova Rsa pubblica a Sezze con uno stanziamento di 4,5 milioni di euro. "Avevamo annunciato lo scorso 12 Maggio l’approvazione dello studio di fattibilità tecnica ed economica per la realizzazione e attivazione della Residenza Sanitaria Assistenziale presso l’immobile dell’ex Ospedale di Sezze - afferma il consigliere regionale Salvatore La Penna -  oggi arriva la conferma dello stanziamento delle risorse. Per la struttura ex ospedaliera di Sezze il cospicuo finanziamento può rappresentare una grande opportunità di ricostruzione, riattivazione e rilancio, insieme al potenziamento dei servizi della Casa della Salute. Un altro impegno mantenuto grazie alla collaborazione e sinergia fra territorio, Asl e Regione. Continueremo nei prossimi mesi ad impegnarci affinché questo ed altri importanti obiettivi già programmati per il nostro territorio, su cui abbiamo lavorato con determinazione, si concretizzino in breve tempo".

 

 

Poco più di due mesi al voto e Sezze come altri Comuni si prepara ad eleggere i suoi nuovi rappresentanti istituzionali. Mentre si incominciano a delineare figure che intendono mettersi a disposizione della comunità per affrontare i tanti problemi esistenti, disorganici e confusi - ad oggi - appaiono gli schieramenti.  La sensazione è che si voglia fare squadra senza alcuna idea di città, relegando le soluzioni dei problemi ad un ordine secondario. Ancora una volta sembra che le “ricette” siano un aspetto secondario e che si vogliano fare le nozze con tanti invitati ma con i fichi secchi. Sarebbe auspicabile conoscere in che modo i candidati intendano far uscire la città dal pantano in cui ci troviamo, sarebbe utile per gli elettori capire quali soluzioni e quali giocatori gli aspiranti politici intendano mettere in campo per sostenere una politica di risanamento. E’ sicuramente positivo leggere commenti e aspettative per una Sezze migliore, ma questo rientra nella prassi di ogni campagna elettorale ma senza una obiettività i buoni propositi lasciano il tempo che trovano. Sarebbe più coraggioso e onesto da parte di tutti i candidati al consiglio comunale e alla carica di sindaco dire la sacrosanta verità, e cioè che per i prossimi cinque anni la missione è quella di ristabilire una normalità su cui magari ripartire per compiere piccoli ma significativi passi in avanti. Sarebbe già una grande conquista. Nessuno ha la verità in tasca ma è quello che mi sento di dire a chi vuole governare la nostra città. Buona campagna elettorale a tutti!

Domenica, 18 Luglio 2021 06:39

Costituzione, carcere e utopia rieducativa

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La responsabilità penale è personale.

L’imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva.

Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato.

Non è ammessa la pena di morte”.

(Art. 27 della Costituzione della Repubblica Italiana).

La Costituzione italiana è la più bella del mondo.

È una frase che abbiamo sentito ripetere chissà quante volte. Il dubbio però è che tanti suoi cantori in realtà non l’abbiano neppure letta, di certo da molti viene ignorata e disapplicata. Alcuni apparati dello Stato agiscono spesso al di fuori della legge, si muovono in una sorta di mondo parallelo rispetto ai principi costituzionali e i cittadini subiscono violazioni dei propri diritti a causa di norme inadeguate, di una scarsa e addirittura assente formazione alla legalità dei rappresentanti istituzionali e di scelte politiche sbagliate. L’uso sproporzionato della forza, gli abusi, i veri e propri raid punitivi da parte dei corpi di polizia sono fenomeni allarmanti e tutt’altro che sporadici. La politica invece di assumere iniziative per imporre il rispetto della legge, sanzionare le illegalità e allontanare i responsabili, preferisce schierarsi in opposte tifoserie, dilaniarsi in sterili polemiche tra chi accusa e chi difende a prescindere e così finisce per accumunare in un indistinto i fedeli servitori dello stato e quanti invece lo infangano. L’uso della forza è legittimo unicamente per tutelare democrazia e cittadini e pertanto limitare diritti e libertà, violare la dignità umana arrivando perfino all’omicidio sono atti di gravità inaudita, specie se compiuti ai danni di persone che lo stato ha in custodia nelle proprie strutture, caserme o penitenziari.

In Italia il carcere rappresenta spesso una zona franca, in cui il diritto sembra sospeso, sia per le condizioni dei detenuti che per quelle di lavoro della polizia penitenziaria. I costituenti erano consapevoli della necessità di una riforma profonda per adeguare il sistema carcerario ai valori democratici e fissarono nell’art. 27 della Costituzione i principi dell’umanità della pena, vietando quelle lesive della dignità della persona, e della finalità rieducativa del carcere, il cui obiettivo non è solo punire il reo ma mirare principalmente alla sua rieducazione e al suo reinserimento nella società, che dovevano ispirare e guidare il legislatore ordinario. Si è dovuto attendere a lungo prima che il Parlamento intervenisse. La riforma delle carceri è stata approvata solo nel 1975, ma la situazione concreta è ancora oggi lontana dall’essere in linea con la Costituzione, tanto che il numero dei suicidi tra i detenuti è molto alto, gli istituti di pena sono sovraffollati e per questo l’Italia viene sanzionata continuamente dalla Corte Europea dei Diritti Umani e il tasso di recidiva è del 69%, cioè tornano a delinquere 7 detenuti su 10 che hanno scontato la pena in prigione.

Non occuparci del carcere come istituzione, rimuovere il problema, pensarlo come una realtà che non ci riguarda significa trasformarlo in una torre impenetrabile a tutto e a tutti, farne il lato oscuro e la coscienza sporca della nostra società. In discussione non è la punizione dei delinquenti, ma la perdita del senso di umanità: solo riabilitando alla legalità e non emarginando i condannati possiamo costruire una società sicura e giusta. In questi anni molte sono state le illegalità consumate dietro le sbarre, alcune emerse e tante altre invece rimaste sconosciute. La rivolta avvenuta in molti penitenziari italiani all’inizio del 2020, allo scoppio della pandemia, ha assunto contorni eclatanti, ha fatto emergere l’assoluta fragilità del nostro sistema carcerario e la necessità di una sua seria riforma, è costata milioni di euro in danni alle strutture e soprattutto 13 detenuti morti e moltissimi agenti e reclusi feriti. Le indagini aperte da diverse procure hanno cercato di fare luce sull’accaduto. In particolare è emerso che il 6 aprile 2020, all’interno della casa di reclusione di Santa Maria Capua Vetere, si è consumata “una ignobile mattanza”. Almeno trecento agenti della polizia penitenziaria, gran parte dei quali provenienti da altre carceri della regione, si sono accaniti su decine di detenuti inermi, colpevoli di aver inscenato il giorno prima una protesta rumorosa ed innocua con cui chiedevano l’adozione di misure per prevenire il Covid-19, dopo che un detenuto era risultato positivo. È stato non un intervento per ristabilire l’ordine e la sicurezza, dato che i detenuti dopo la protesta erano rientrati regolarmente in cella, ma una spedizione punitiva, una rappresaglia finalizzata a mettere in chiaro chi comanda, una raggelante punizione esemplare di massa, che ricalca un canovaccio sperimentato a Genova, durante il G8 del 2001. Come accaduto 20 anni fa uomini e donne in divisa hanno agito in modo squadrista, hanno messo in atto una macelleria, ignorato e sospeso i diritti costituzionali, colpito senza pietà persone inermi, mentre erano a terra, svenute e inginocchiate, manganellato persino un uomo in carrozzina. Ebbene sì, anche i detenuti sono titolari di diritti e in uno stato democratico sono altrettanto inviolabili di quelli di ogni altro libero cittadino! A mattanza avvenuta poi gli autori materiali e l’intera catena di comando hanno cercato di falsificare le carte, hanno costruito prove posticce per depistare le indagini e giustificare a posteriori le lesioni alla dignità e all’integrità fisica delle vittime e anche la morte di un detenuto. Il tutto avvallato amministrativamente e politicamente con superficialità e cinismo dagli allora vertici del Ministero della Giustizia e del governo.

Le immagini delle telecamere a circuito chiuso e le testimonianze delle vittime del pestaggio raccontano un oltraggio inaudito ai diritti umani e alla Costituzione Repubblicana, ma soprattutto dimostrano che c’è una bestia che alberga all’interno degli apparati dello Stato, che in particolare negli istituti penitenziari si può cessare di essere esseri umani e diventare “vitelli da abbattere”: così erano definiti i detenuti nelle chat degli agenti.

Il tempo delle parole è finito. Servono interventi radicali, punire i responsabili senza sconti, bonificare gli apparati dello Stato e ripristinare la legalità costituzionale. Occorre urgentemente rimettere mano alla legge Gozzini sull’ordinamento penitenziario, recuperarne lo spirito originario, umano e progressista che ha perduto per lasciare il posto all’idea del carcere come luogo dove scontare gli anni di condanna senza guardare ad una vita nuova da ricostruire per il dopo.

 

E’ stato bello ieri ritrovarsi in Piazza San Lorenzo a Sezze per assistere alla commedia teatrale in dialetto “C’era na ota a Sezze Minestrino”, scritta da Anna Maria Bovieri e portata in scena dalla Compagnia Nemeo. La bella cornice della piazzetta è stata un palcoscenico naturale per rivivere la storia di un nostro compaesano, Alessandro Spirito detto Minestrino, ricordato da molti per la sua vita dedicata alla cura della parrocchia di San Lorenzo. Bravissimi Tony Piccaro, Anna Maria Bovieri e Vittorio Faustinella e tutti i partecipanti alla commedia, belle e perfettamente eseguite le musiche e le poesie recitate. La Nemeo ha proposto scene di vita popolare che ci piacciono, è riuscita nella semplicità a parlare di valori e riscatto di una identità che si sta perdendo. Nei dialoghi scritti dalla Bovieri anche un monito alla comunità, alle giovani generazioni, un consiglio a non disperdere la nostra storia, le nostre tradizioni tanto belle e care. La rappresentazione è inserita nel programma dei festeggiamenti della Festa della Madonna del Carmine. Questa sera dopo la Santa Messa delle 20.30 a San Lorenzo seguirà la fiaccolata per le via del centro storico.  

 
Nota stampa SBC su operatrici Scuolabus.
 
La pandemia, che ancora presenta strascichi a tratti preoccupanti, avrebbe dovuto migliorarci tutti se non altro per il semplice motivo di sentirsi appartenenti ad un contesto privo di confini e barriere sociali. 
L’espressione “mal comune mezzo gaudio” è sicuramente calzante per rendere l’idea della condizione in cui intere comunità versano dopo la devastante ondata pandemica. A tal fine, ognuno, per propria competenza e ruolo, dovrebbe farsi carico di aiutare il prossimo a superare i momenti drammatici che stiamo attraversando.
Non sempre sembra possibile il cammino verso la solidarietà, basti osservare come si stia consumando in sordina la situazione disperata di un gruppo di lavoratori “precari”, alle dipendenze della S.P.L. partecipata del Comune di Sezze, in maggioranza composta da donne.
Proprio le donne rappresentano la categoria sociale che più di ogni altra sta pagando un prezzo troppo elevato sul piano professionale e personale e riteniamo sia importante fare un grande sforzo per arrivare ad una soluzione condivisa e che possa restituire le giuste garanzie a chi lavora onestamente e che si trova oggi a lanciare un grido d'aiuto per una condizione di grave difficoltà e che toglie ossigeno minando la dignità personale.
A tal fine, ci teniamo ad esprimere piena solidarietà nei confronti delle operatrici scuolabus di Sezze che si trovano a vivere una condizione precaria di lavoro in un momento in cui sono acutizzati i disagi causati della pandemia da COVID SARS 19.
"Pane e rose" non dovrebbe mancare a nessuno perché solo la garanzia del lavoro può assicurare l’equilibrio sociale di convivenza e può evitare che sacche malavitose possano sostituirsi ai doveri politici la cui azione deve trasformarsi in concrete azioni istituzionali.
E’ doveroso da parte nostra esprimere, oltre alla solidarietà, l’impegno di coadiuvare la delicata fase con un confronto che possa trovare la giusta soluzione tra sindacati ed istituzioni preposte al fine di garantire una giusta e dignitosa collocazione a questo gruppo di donne e uomini che rappresentano un pezzo della nostra comunità e che non vanno lasciati soli ma vanno supportati perché la la loro storia rappresenta il simbolo di giustizia sociale a cui un progetto politico, che ha a cuore la propria gente, non può sottrarsi.

 

 

Dal 15 luglio al 6 agosto non verrà raccolta l’indifferenziata in tutto il territorio di Sezze. Lo comunica il commissario prefettizio Raffaele Bonanno in un appello sul sito del Comune di Sezze. La causa del disservizio è legata esclusivamente alla chiusura dell’impianto Rida Ambiente per manutenzione dei suoi impianti. Il sito sarà completamente inattivo fino al 2 agosto e parzialmente attivo per i restanti giorni sino al 6 di agosto. Il Comune di Sezze sta valutando soluzioni per tamponare una grave emergenza e un disservizio che potrebbe causare seri problemi di igiene pubblico. Pertanto il Commissario invita la popolazione a differenziare in maniera corretta i rifiuti domestici per scongiurare ulteriori disagi e rischi igienico sanitari. Si invita tutta la popolazione a non esporre l’indifferenziato fuori il portone di casa ma di tenerlo all’interno fino al rispristino del servizio. “Si confida nella buona disponibilità di tutti i cittadini di Sezze – chiude la nota del Commissario – che sapranno dimostrare ancora una volta la propria capacità di far fronte a tale situazione riducendo ulteriormente la quantità di rifiuto non differenziato”. Una delle soluzioni potrebbe essere la creazione di temporanee isole ecologiche ben custodite e in zone delle città poco centrali. Sarebbe anche importante che il Comune di Sezze faccia maggiore comunicazione in merito, senza affidarsi totalmente al web.

Giovedì, 15 Luglio 2021 13:06

Farza, Rosolino, la Ludoteca e tanti ricordi

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Umberto De Angelis, detto Farza, è morto. Insieme all'amico Rosolino Trabona è stato l'inventore della ludoteca, o meglio delle ludoteche in tutta la Penisola. Non ho mai capito, nonostante tanti anni di collaborazione, chi tra i due fosse la mente e chi il braccio. Si integravano talmente così bene che se vedevo l'uno, istintivamente vedevo l'altro. Li animava una vera passione e una qualità innata: stare con i bambini, farli giocare e trasformare il gioco nella più creativa e spontanea attività educativa, formativa e socializzante. Anche Farza, come Rosolino, attraverso gli studi, era diventato professore universitario, richiesto come relatore in tutta la Penisola. Che orgoglio e che riconoscimento per la nostra città di Sezze! Ci hanno insegnato a riscoprire nel gioco il mezzo più spontaneo e più efficace per lo sviluppo sano ed equilibrato dei fanciulli. Come non ricordare il suo naturale attaccamento al suo lavoro, alle maschere che indossava nelle sfilate di Carnevale e Capodanno, con i piccoli alunni delle scuole? Si divertiva, travestiva, si trasformava, diventava un clown, si mescolava con loro. Si sentiva in ciò un predestinato, un fenomeno, nato per far divertire i bambini. Erano gli anni ‘80 e le ludoteche, per merito loro, nacquero e si diffusero rapidamente nelle scuole, nei quartieri, in ogni spazio aperto della città a tal punto che la Regione Lazio emanò una legge a favore delle ludoteche e degli operatori ludotecari. I bambini facevano a gara per incontrarlo e lui si prestava volentieri, trasformandosi in uno di loro, immedesimandosi con loro. Negli ultimi tempi, quando ci incontravamo, brontolava un pò perché la ludoteca pian piano si stava trasformando in un ufficio burocratico, perdendo la sua originalità, sostituita dai computer e dal crescente disinteresse delle famiglie e delle istituzioni pubbliche. Aveva capito che un bambino, rinchiuso tra le quattro mura domestiche davanti a un computer, perdeva la sua creatività e la gioia della spontaneità, subendo il predominio della tecnologia e del mercato. Si trasformava così in un soggetto passivo, condizionato e succube del consumismo e della mercificazione. Io cercavo di spronarlo e di incoraggiarlo ma le forze e l'energia di un tempo non rispondevano più alla sua passione e al suo impeto. Una brutta malattia lo ha portato via troppo in fretta e con lui se ne va anche la ludoteca. Purtroppo anche le cose più belle finiscono. Ma se vogliamo bene davvero a Farza e a Rosolino non possiamo far morire la ludoteca e la lezione che ci hanno lasciato. Dall'attenzione che si ha per i bambini può nascere e svilupparsi un nuovo modello di società, una nuova rimodulazione del territorio e dell'habitat urbano. L'infanzia non ha bisogno di interventi assistenziali frammentari e scoordinati ma di investimenti organici che sappiano indicare il senso di una nuova umanità più solidale e meno anonima e indifferente. Il bambino è un soggetto autonomo, non è né mio né tuo, appartiene a se stesso e l'adulto ha il compito di accompagnarlo a crescere, a venir fuori. non coprendolo di giocattoli, a volte inutili e dannosi, che servono solo a surrogare la mancanza di affetti e di vicinanza di cui hanno bisogno. Di ciò e di altre belle cose parlavo con Farza e Rosolino, negli anni ‘80, quando ci inventammo la ludoteca e cercavamo di dare un contributo alla crescita dei bambini e allo sviluppo solidale della nostra città. Spero, caro Farza, che la tua lezione e la  tua esistenza viva sempre nei nostri cuori. Ciao Farza! Il tuo caro amico e assessore "Nzino Mattei.

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