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Domenica, 21 Marzo 2021 06:49

Una città ferita nel profondo

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È difficile trovare le parole per esprimere il disagio, la sofferenza e il dolore che ferisce nel profondo la nostra comunità. Un colpo al cuore che toglie il respiro ci è stato inferto, una umiliazione, un oltraggio alla nostra storia, alla nostra civiltà millenaria, alla dignità di tutti e di ciascuno. I sentimenti prevalenti sono sconcerto e rabbia per una vicenda il cui clamore ha superato i ristretti ambiti della nostra città, ma i cui contorni restano ancora da essere definiti con certezza, così come le responsabilità individuali.

Tutti avremmo preferito che ad attirare l’attenzione di media e informazione nazionale e locale sulla nostra città fossero state le grandi ricchezze storiche, culturali e gastronomiche che possediamo, ma dobbiamo fare i conti con una realtà diversa, che non ci piace e soprattutto non ci rappresenta.

La giustizia deve fare il suo corso e lo farà, seguendo le sue regole, le sue procedure e solo alla fine emetterà il verdetto, completamente spoglio dalle emozionalità del momento e fondato su dati obiettivi, accertati processualmente. In questo momento ogni giudizio, soprattutto se ultimativo, sarebbe sbagliato, ingiustificato ed inopportuno. Nessuno può e deve ergersi a giudice ed emettere sentenze, condannare alla gogna ed esporre al pubblico ludibrio. Il principio della presunzione di innocenza, uno dei cardini della Costituzione della Repubblica, rappresenta una conquista irrinunciabile della civiltà giuridica e di ogni stato democratico: nessuno può essere considerato colpevole fino alla sentenza definitiva di condanna, non più appellabile e riformabile. Questa è la giustizia ed è sacrosanto che sia così, perché i diritti dei cittadini non sono suscettibili di mercimonio, di contrattazione, di negazione, di sottrazione o di rinuncia da parte di alcuno e per nessuna ragione.

A tempo debito verranno celebrati i processi, ci sarà un’accusa e ci saranno le difese. Ogni parte processuale porterà le sue prove e farà valere le sue ragioni davanti ad un giudice terzo, il quale giudicherà con cognizione, coscienza ed equità i fatti che verranno accertati e provati. Insomma a tutti sarà concessa la possibilità di dimostrare la propria estraneità rispetto ai fatti e la propria innocenza.

La giustizia umana non è una ordalia, un giudizio di Dio, come praticata dai popoli germanici nell’Alto Medioevo e avente la forma ora del duello giudiziario, ora della prova del fuoco, dell’acqua e della croce. Sicuramente i processi sono demandati a persone erranti come tutti, le quali giungono a volte anche a conclusioni e assumono decisioni sbagliate, frutto di convincimenti personali e interpretazioni degli accadimenti fuorviati. Menar scandalo e strapparsi le vesti per questo è esercizio ipocrita. Siamo uomini e donne, non dobbiamo dimenticarlo, la perfezione non ci appartiene in nessun modo, è solo di Dio. Tuttavia nelle aule di giustizia, lo sa bene chi le frequenta, non è certo l’errore a prevalere. Il sistema giudiziario possiede meccanismi e strumenti di garanzia valevoli per tutti, nessuno escluso, perfino per il colpevole certificato e più incallito. La forza del diritto e della legge sta nella sua capacità di cercare la giustizia e non la vendetta, di garantire l’equità e non il sopruso. È questo l’insegnamento che ho ricevuto da un grandissimo maestro del diritto, uno dei padri del nostro codice di procedura penale e uomo di cultura illimitata e straordinaria, il Prof. Franco Cordero, che ho avuto l’onore di incontrare, di averlo come insegnante e soprattutto come correlatore della mia tesi di laurea in giurisprudenza e al quale cerco di ispirarmi quotidianamente nell’esercizio della mia professione di avvocato.               

Il doveroso rispetto per gli operatori della giustizia e l’obbligo morale, mi sia consentito affermarlo con nettezza, di astenersi da giudizi sommari e ultimativi verso quanti direttamente o indirettamente sono coinvolti nella vicenda del cimitero, non può e non deve però esimerci dall’esprimere fortemente la nostra costernazione, farci dimenticare che la nostra città è ferita profondamente e attonita, soprattutto perché ad essere coinvolto e colpito è un luogo simbolo della nostra storia e della memoria collettiva degli affetti. Prescindendo totalmente dal fatto di essere o meno credenti, la sacralità del cimitero sta nel suo essere il luogo dell’accoglienza ultima e definitiva dei resti mortali di quanti abbiamo amato, con i quali abbiamo camminato fianco a fianco, costruito percorsi essenziali e indimenticabili delle nostre vite. Anche semplicemente dubitare che i loro resti possano essere stati oltraggiati, vilipesi e profanati ci avvilisce profondamente, suscita in noi rabbia e indignazione.

La scelta di celebrare l’Eucaristia nella cappella del cimitero da parte di tutti i parroci della nostra città costituisce un gesto simbolico importante, che siamo credenti o non, perché restituisce sacralità al nostro cimitero, ce lo fa riappropriare integralmente.    

Senza dimenticare quanto accaduto e soprattutto senza fare sconti sulle eventuali colpe, che pretendiamo vengano accertate in ogni ambito e ad ogni livello, dobbiamo avere la forza di reagire a tutto questo, trasformare il sentimento prevalente di abbattimento e frustrazione in energia positiva per restituire vitalità al tessuto sociale della nostra città, superare il trauma e farlo diventare uno stimolo importante per ricostruire una identità comune fin qui dispersa in mille rivoli di individualismo, di interessi personalistici e di egoismi e trasformare il tutto in un’occasione di rinnovata partecipazione. Troppo spesso abbiamo scrollato le spalle, ci siamo voltati dall’altra parte per non vedere e non sapere, ci siamo accodati acriticamente all’andazzo generale, anestetizzando la nostra coscienza e il nostro senso civico.

È il tempo dell’assunzione delle responsabilità da parte di tutti, ad ogni livello. La mia, sia ben chiaro, non è una chiamata di correità generalizzata per cui tutti sono colpevoli e pertanto alla fine non lo è nessuno, ma il prendere atto che correggere gli errori per ripartire è la grande sfida che abbiamo davanti. Dobbiamo dimostrare di esserne all’altezza, di saperla affrontare e vincere per noi e per i nostri figli.

 

Nella giornata di ieri, nel contesto dell’ indagine convenzionalmente denominata “OMNIA 2019” nella quale sono state tratte in arresto, lo scorso 18 marzo, 11 persone a vario titolo indagate per molteplici imputazioni ed altre 15 raggiunte da rispettivi avvisi di garanzia, in relazione all’illecita gestione del cimitero comunale, i carabinieri del nucleo investigativo di latina, procedevano al sequestro preventivo di 12 loculi e 2 cappelle. La misura cautelare reale è stata disposta dal tribunale di latina su richiesta della locale procura della repubblica segnatamente ai citati loculi e cappelle, ceduti illegalmente in concessione dal custode dello stesso cimitero e dal funzionario comunale  responsabile, in  favore di 11 residenti.         

 

 

Questa mattina, alle ore 9, tutti i parroci di Sezze si recheranno presso il cimitero di Sezze per pregare e per benedire il camposanto. Padre Damiano, Don Raffaele, Padre Gregorio, Don Pierluigi e Don Giammarco, il vicario foraneo, hanno preso questa iniziativa dopo i fatti di cronaca accaduti all’interno del camposanto setino e balzati nelle cronache nazionali. La comunità religiosa setina è scossa per quanto avvenuto, dopo aver letto delle profanazioni di tombe e di quel “mischiare le ossa” per fare soldi. I parroci invitano la comunità a pregare per tutti i defunti in un momento così doloroso per tutta la nostra città.

 

 

Tre mazzi di fiori con messaggi davanti il Palazzo comunale sono stati deposti poco fa da un gruppo di cittadini senza colore politico, indignati e ancora sotto choc per quanto successo. Nei messaggi lasciati nel portone di via Diaz si legge “Ormai la vergogna è in tutti noi. Andate tutti a casa non meritate di rappresentarci. E' venuta a mancare la dignità di Sezze”. Si tratta di un gesto simbolico ma molto rappresentativo del clima che si respira in città dopo gli 11 arresti per lo scandalo del cimitero. 

 

 

 

Anche il gruppo consiliare Biancoleone interviene sullo scandalo al cimitero chiedendo le dimissioni del Sindaco Sergio Di Raimo. Ecco la nota firmata dai consiglieri comunali Serafino Di Palma e Paride Martella.

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Il gruppo di Minoranza Biancoleone a seguito del terremoto giudiziario sulle vicende del Cimitero di Sezze, fa presente che l'operato del Sindaco Di Raimo Sergio è fallito. In questi quattro anni si è caratterizzato per gravi inadempienze ai più elementari dettami di correttezza e buona gestione politico amministrativa, oltre che per gravi inadempienze programmatiche. Le inchieste giudiziarie in corso dimostrano questo dato di fatto incontrovertibile. Balza immediatamente agli occhi come l'attività politico amministrativa è pesantemente ingessata, che gli Uffici Comunali non riescono oramai a dare risposte ai bisogni elementari dei nostri concittadini, anche in ordine a richieste di ordinaria amministrazione. Gli atti fondamentali della vita amministrativa non sono stati mai prodotti nei tempi prescritti dalla legge. Nonostante le numerose interrogazioni del gruppo Biancoleone sul personale non è stato mai effettuato un controllo, tanto che è dovuta intervenire la magistratura su situazioni scabrose venutosi a creare all’interno del Cimitero di Sezze. Regna il Caos e mancano i controlli, incombono sulla città di Sezze inchieste giudiziarie della magistratura penale e contabile. La mancanza di programmazione ha portato il comune di Sezze ad essere fuori da tutte le più importanti linee di progettazione legate ai fondi europei, ministeriale e regionali. Il coinvolgimento del Vice-Sindaco come indagato nella inchiesta sul Cimitero, può generare una situazione ulteriore impasse della nostra città, con conseguente danno sulla gestione amministrativa. Il quadro politico frammentato dal passaggio di molti consiglieri dai banchi della maggioranza a quelli dell’opposizione, testimonia la dissoluzione del vincolo fiduciario che ha legato i consiglieri al Sindaco al momento dell’elezione. In ultimo perfino l’esclusione da finanziamenti da destinare ad investimenti relativi ad opere pubbliche di messa in sicurezza degli edifici e del territorio, il Consiglio Comunale non può ulteriormente assistere passivo, solo per tutelare egoisticamente la propria sopravvivenza, ad un così grave degrado senza farsi complice di una inaccettabile inerzia delle Istituzioni, a tutto danno della comunità e dei cittadini che in noi hanno riposto le proprie naturali esigenze ed aspettative per una crescita culturale e sociale. All'orizzonte non s'intravede una soluzione all'attuale situazione di caos amministrativo che rischia di protrarsi fino alla fine della consiliatura, arrecando ulteriori gravi danni all'intera cittadinanza. A questo punto la permanenza nelle funzioni del Sindaco e della sua Giunta, non può che determinare, un’inevitabile e dolorosa situazione di stallo e caos amministrativo. Alla mancanza di capacità nella gestione dell’apparato amministrativo si è aggiunta l’assoluta carenza di considerazione delle ragioni dell’opposizione. Non è stata presa in nessuna considerazione la interrogazione del gruppo Biancoleone sulla gestione dei servizi cimiteriali, senza il rispetto dei pur minimi diritti delle opposizioni. Dietro gli assordanti silenzi della Giunta e la mancanza di risposte appariva chiara la debolezza delle loro ragioni e la paura di dover giustificare alla cittadinanza il fallimento delle posizioni assunte. La mancanza di visione nella gestione della cosa pubblica, mette “a nudo il re”. Diverse sono state le circostanze nelle quali questa Giunta e questo Sindaco hanno ignorato le principali regole che deve rispettare un amministratore. Come è possibile non condividere queste considerazioni ed essere, coerentemente, consequenziali chiedendo al capo dell’amministrazione di fare un passo indietro per il bene della collettività. 3 Non si può consentire ulteriormente che il lento ed inevitabile crepuscolo politico di una Giunta produca una lunga agonia del nostro paese che, con una radicale inversione di rotta e con una presa di coscienza collettiva, deve ritrovare invece la forza morale, la coesione sociale, lo slancio, l'entusiasmo, le risorse intellettuali e gli uomini per garantire a Sezze ed ai suoi cittadini un futuro diverso e migliore, ricco di prospettive e di ottimismo, attraverso una nuova classe dirigente animata da competenza, entusiasmo, passione civile, dove non sia preponderante l'orientamento politico ma il livello etico e morale delle scelte che dovranno essere fatte, nell'interesse ed a beneficio dell'intera comunità. Sindaco dimettiti!

 

 

Serafino Di Palma

Riportiamo la nota del Gruppo consiliare Sezze Bene Comune a firma delle consigliere comunali Rita Palombi ed Eleonora Contento

 

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Il terremoto giudiziario che ha coinvolto la gestione del cimitero le cui indagini hanno ipotizzato una serie di reati perpetrati a danno di molti cittadini e di riflesso a tutta la cittadinanza, stanno dimostrando profonde responsabilità nella gestione politica dell’Ente. Non è nostro compito sostituirci agli inquirenti ed alla magistratura che dovranno accertare ulteriormente tutte le vicende, ma non possiamo non rilevare che i reati prospettati dagli inquirenti e suffragati da intercettazioni e filmati, hanno creato sgomento all’intera città. La cruda descrizione delle pratiche che da anni avvenivano all’interno del cimitero prive del minimo rispetto per i defunti ci ha lasciato sconvolti ed ha evidenziato ancora una volta come questa amministrazione sia lontana dai cittadini e abbia precise responsabilità nella gestione della cosa pubblica. Pensavamo che con la perdita di possibili finanziamenti per oltre duemilioni di euro avessimo toccato il fondo della inefficienza e della incapacità di questa Amministrazione di svolgere il compito che gli elettori gli avevano affidato, ma le attuali vicende avvenute nella gestione cimiteriale, individua responsabilità dirette a questa amministrazione e dimostra che la nostra città sta ancora sprofondando nella melma e nell’inettidudine. Da non sottovalutare sono anche i rilievi della Corte Dei Conti Sezione Controllo Regionale del Lazio 22 dicembre 2020 con Delibera n. 142/2020. E’ ormai evidente il fallimento della Giunta Di Raimo. Fallimento evidente negli interventi necessari per una corretta e trasparente gestione amministrativa. Alla mancata capacità nella gestione dell’apparato amministrativo si è aggiunta l’assoluta carenza di ragione nell’operare con leale proposizione da parte dell’opposizione, considerato che non sono state prese in esame nessuna delle interrogazioni dei gruppi consiliari di minoranza sulla gestione dei servizi cimiteriali, senza il rispetto dei pur minimi diritti delle opposizioni. Dietro i silenzi della Giunta e la mancanza di risposte appariva chiara la debolezza delle loro ragioni e la paura di dover giustificare alla cittadinanza il fallimento delle posizioni assunte. Per quanto esposto, non si può consentire ulteriormente che il lento ed inevitabile crepuscolo politico di una Giunta produca  una lunga agonia del nostro paese che, con una radicale inversione di rotta e con una presa di coscienza collettiva, deve ritrovare invece la forza morale, la coesione sociale, lo slancio, l'entusiasmo, le risorse intellettuali e gli uomini per garantire a Sezze ed ai suoi cittadini un futuro diverso e migliore, ricco di prospettive e di ottimismo, passione civile, dove non sia preponderante l'orientamento politico ma il livello etico e morale delle scelte che dovranno essere fatte, nell'interesse ed a beneficio dell'intera comunità. Invitiamo i colleghi Consiglieri Comunali a dimettersi manifestando un atto d’amore verso la città di Sezze e nel rispetto di tutti i cittadini.

 

Rita Palombi

 

Furto in piena notte ai danni dell’Ottica Nardi a Sezze Scalo in piazza delle Regioni. Una banda di malviventi ha agito indisturbata scassando la saracinesca del locale e poi le vetrine. Una volta dentro i ladri hanno fatto razzia di tutto, hanno praticamente ripulito il locale rubando occhiali, macchine fotografiche e altra merce in vendita. Il proprietario si è accorto del furto solo questa mattina quando è andato ad aprire la serranda. Il locale si trova in pieno centro abitato, nessuno ha sentito e visto niente. Presentata regolare denuncia presso la caserma dei Carabinieri di Sezze. Il danno del furto ammonta a circa 50 mila euro. Un “bel” regalo per la festa del papà.

COMUNICATO STAMPA  PROCURA DELLA REPUBBLICA presso il Tribunale di LATINA

 

Alle prime ore dell’alba, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Latina hanno dato esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP del Tribunale dello stesso capoluogo su richiesta del Procuratore Aggiunto Dr. Carlo Lasperanza e del  Sostituto Procuratore della Repubblica Dr. Valerio De Luca,  nei confronti di 11 persone (delle quali due sono state associate in carcere e le restanti nove agli arresti domiciliari). 

I reati di cui dovranno rispondere, a vario titolo, gli indagati, riguardano imputazioni per:

  • corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, in concorso e continuato;
  • induzione indebita a dare o promettere utilità;
  • distruzione, soppressione o sottrazione di cadavere, in concorso e continuato;
  • peculato continuato;
  • concussione in concorso;
  • tentativo di minaccia o violenza in concorso per costringere a commettere un reato;
  • esecuzione di lavori in assenza del titolo abilitativo e in violazione del regolamento di polizia mortuaria.

L’indagine, iniziata nel febbraio del 2019, si è sviluppata mediante attività di natura tecnica (intercettazioni telefoniche, ambientali ed audio video), nonché attraverso la minuziosa analisi di materiale documentale, le cui complesse risultanze consentivano di dimostrare:

  • la corresponsione di denaro conseguite dal custode del cimitero di Sezze, che induceva i privati a versare somme di denaro per assicurare una sepoltura ai propri cari, avvalendosi a tal fine del contributo determinante di un funzionario del medesimo Comune, deputato ad emettere la prevista determina di assegnazione dei loculi o delle tombe, a sepoltura già realizzata;
  • il pagamento di ingenti importi di denaro da parte di imprese interessate ad ottenere dal custode la realizzazione di lavori edilizi e di decorazione delle tombe già spettanti ad una società partecipata dal Comune;
  • la traslazione delle salme che venivano mischiate ai resti di altre tombe, disposte dal custode per consentire la costruzione di nuove tombe da cedere ai cittadini di Sezze;
  • la rivendita dei fiori utilizzati, il giorno precedente per altre cerimonie funebri, e della legna potata nel cimitero dal custode e dal figlio;
  • le minacce nei confronti di coloro che avevano manifestato il desiderio di  ristrutturare la propria  tomba  di famiglia  attraverso ditte edili esterne;
  • le responsabilità di tre degli indagati che, nel febbraio del 2018, avevano costretto un operaio di Sezze a rimettere una querela sporta  nei confronti del  custode del cimitero.

Nello stesso contesto  sono stati notificati 15 avvisi di garanzia ad altrettante persone poichè ritenute responsabili,  a diverso titolo, dei medesimi delitti.

 

 

Undici arresti e quindici indagati. Questi i numeri dell'operazione condotta dai carabinieri del comando provinciale di Latina denominata «Omnia 2». Le accuse: reati a vario titolo contro la pubblica amministrazione, la pietà dei defunti e contro la persona. Le indagini sarebbero collegate ad un’altra inchiesta, quella per prostituzione minorile all'interno del cimitero di Sezze. 

 

Il comune di Sezze ha accolto la richiesta di donazione di un impianto di illuminazione e il rifacimento della fioriera del monumento Statua a S. Carlo a carico di Paolo Di Capua. Il Monumento dedicato al Santo Patrono collocato in piazza Margherita, poco distante dalla chiesa di San Pietro, è stato inaugurato il 24 agosto 2002 e realizzato da un comitato cittadino di cui faceva parte anche Paolo Di Capua. Adesso nel monumento verrà installato un impianto di illuminazione e verranno risistemate le fioriere. Il sindaco di Sezze ed il responsabile dell'ufficio tecnico hanno dato l'ok all'intervento che verrà eseguito nei prossimi giorni. "Una piccola donazione, una grande azione quale stimolo a far ri-partire il senso civico della comunità, ricucire la società - afferma Paolo Di Capua - che per tanti motivi si era ed é sfilacciata. Un angolo della città si abbellisce, prende luce, si qualifica. Una promessa che a fine lavori si dirà "mantenuta, realizzata." In voga una protezione dai Santi Patroni, S. Carlo e S. Lidano sull'intera comunità".

 

 

 

 

 

 

 

 
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