Non è una novità, ne è la prima volta. Il diavolo, simbolo della malvagità e della corruzione, è sempre dietro l’angolo e si nasconde dentro di noi, in una lotta irriducibile contro l’angelo del bene. La sua vittoria o la sua sconfitta dipendono sempre da noi uomini e mai dal caso o dal destino. In questi tempi il diavolo spadroneggia in Vaticano, nelle sacre stanze dove vive il Vicario di Cristo, il Papa. I giornali raccontano di milioni di euro investiti, da parte di alti prelati, per l’acquisto di immobili di lusso o depositati in paradisi fiscali, dove ingrassano cardinali, vescovi e faccendieri. I soldi raccolti e destinati alla beneficenza dei poveri e degli indigenti, l’8 per mille versato dai fedeli, finiscono nelle tasche dei mediatori, di finanzieri senza scrupoli e di astute segretarie. La Santa Sede è una struttura complessa con relativi costi per gli uffici, il personale, un corpo di polizia, persino un apparato militare. È uno Stato indipendente e sovrano che ha rapporti diplomatici con tutto il mondo. È evidente che il denaro serve, ma è altrettanto evidente che, per opera degli uomini e del diavolo, i soldi si possono utilizzare in maniera impropria e illegale. Il potere temporale della Chiesa risale alla Donazione di Costantino (315 d.C.), che forse non s’era mai sognato di dare al Papa il dominio di Roma che, successivamente, si è esteso in gran parte dell’Italia, fino al 1870 (Porta Pia). “Ahi Costantin, di quanto mal fu parte/non la tua conversion ma quella dote/che da te prese il primo ricco patre/.”esclama dolorosamente Dante Alighieri nell ’Inferno,(canto xix). Un grosso macigno, il potere temporale della Chiesa, che costrinse papa Celestino v (Pietro da Morrone) al” gran rifiuto”, papa Albino Luciani a morire di crepacuore, Joseph Ratzinger alla resa e, infine, papa Francesco a una indicibile sofferenza nell’intento di porre rimedio a questa situazione scandalosa e invertire la tendenza per ricondurre la Chiesa alla pratica del Vangelo. Lunga vita a Papa Francesco, affinché con la sua infinita bontà e misericordia, ma anche con la sua grande determinatezza e coraggio, possa riuscire a scacciare il diavolo dal Vaticano!
IL FONDATORE DI COMUNITA’ RELIGIOSE
Sempre in questo periodo, tenendo presente l’animo pastorale del cardinale, ricordiamo che il nostro Corradini , su proposta di padre Pietro Francesco Valle, da suor Angela Rossi e da Bartolomeo Rota, e facendosi co-promotore della causa, sollecitò il breve papale “Ad Apostolicam Dignitatis” ( che papa Clemente XI emise in data 11.06.1717) con il quale si approvava la fondazione e l’erezione del Conservatorio della Sacra Famiglia di Sezze. Tale istituzione traeva la sua origine da una congregazione femminile che colà alimentava la vocazione di religiose votate al sostegno materiale e spirituale d’umili fanciulle. Il collegio, diretto da due monache, era, in effetti, una casa di formazione per le giovani che si avviavano al matrimonio o alla vocazione religiosa. Con questa fondazione, e con l’apertura delle “Scuole delle fanciulle d’ogni età e condizione” (Sezze, 17.08.1717) il Corradini portò a compimento un caritatevole ma lungimirante progetto a lungo meditato dalla propria madrina Caterina Savelli. La pia istituzione era da considerarsi un’emanazione di due congregazioni religiose : da una parte essa ereditò le norme del “SS. Bambino Gesù di Roma” e dall’altra mise a profitto l’ordinamento disciplinare delle cosiddette “Scuole Pie della città di Viterbo”. Paterna è l'attenzione del Corradini che segue la comunità nei suoi bisogni: cenacolo che presto si moltiplica in molti luoghi. Nel 1741, allorché Benedetto XIV invia alle suore e alle ragazze della congregazione una “lettera apostolica”, i collegi corradiniani si sono diffusi grandemente in varie parti d’Italia, soprattutto in Sicilia. In Palermo, nel 1721, fu eretto il primo dei collegi siciliani (detto dell’Olivella): a questo si affiancarono quelli di Torretta, Palma di Montechiaro, Biancavilla, Racalmuto, Marineo, Centuripe, Santo Stefano di Camastra, Caltanissetta, Sortino, Castelvetrano…, tutti benedetti dai vescovi dell’isola e tutti in rapporto con la casa di Sezze, Naturalmente i collegi risentono in modo sostanziale del “carisma” del proprio fondatore. La Sicilia deve molto a questo cardinale, che a Palermo e nelle diverse province avvia un'opera la quale penetra la struttura sociale, diffondendosi in città e campagne, coinvolgendo donne e uomini nella donazione di sé agli altri, divenendo punto di riferimento, da oltre due secoli e mezzo, delle famiglie protese alla ricerca del sacro e del senso dell'esistere. La Congregazione della Sacra Famiglia varca i confini dell’Italia e d’Europa approdando perfino in alcuni paesi dell’Africa, sempre convogliando energie locali per la creazione di scuole, oratori e centri culturali: citiamo a proposito le missioni delle collegine di Enfield-Londra, della polacca Kielce, e di quelle sparse in Africa a Migoli,Iringa e Morogoro ( tutte e tre in Tanzania ). Nel 1718 il nostro prelato è designato “Prefetto della Sacra Congregazione” del Concilio di Trento, per l'applicazione delle norme dogmatico-disciplinari decretate in quella sessione dei vescovi. Corradini, in questo pregevole incarico è affiancato, nel lavoro di segreteria, dal promettente giovane Prospero Lambertini, futuro papa Benedetto XlV. L’attività del nostro cardinale si svolge per lunghi anni sempre alle dipendenze della Curia Vaticana, in diretto contatto con i pontefici romani, sotto i quali egli riveste incarichi sempre più complessi. A questo periodo (1718-1734) risalgono i procedimenti processuali verso gli abusi nella diocesi di Benevento e la soluzione delle pendenze giuridiche con i “Savoia” e i Sovrani di Spagna. Nel 1734 è nominato Vescovo di Frascati, dove dirime subito le controversie fra il capitolo della cattedrale e l'amministrazione cittadina con spirito evangelico, dando inizio ad una forte azione pastorale.Visita monasteri, parrocchie, chiese, oratori invitando il clero e i laici allo studio del concilio e alla sua attuazione, consapevole che il rinnovamento “degli animi” passa attraverso l'ascolto della parola. Resasi vacante la sede apostolica per la morte di Benedetto XIII, il Corradini entra nel conclave del 1730: molti porporati, nel corso delle votazioni per l’elezione del nuovo papa, si esprimono favorevolmente per eleggerlo “Pontifex Maximus”. Le eminenze Bentivoglio e Cianfuegos si oppongono, rendendo manifesto il veto di Carlo VI d'Austria. La serenità con cui il cardinale accetta l’esclusione dal papato rivela lo spessore della sua nobile vita cristiana. Dieci anni dopo, scomparso Clemente XII, Pietro Marcellino Corradini è ancora in conclave ed è indicato nuovamente, dai cardinali “zelanti”, quale “Pastore” della chiesa universale. Adesso appare sicura la sua elevazione alla cattedra di Pietro poiché non sussiste più il veto dell'imperatore. Il quasi ottuagenario cardinale però, preoccupato solo del bene della chiesa, ringrazia i padri che lo designano a tanto ruolo e subito rifiuta, sostenendo la necessità di un pontefice fresco d’energie. Al suo posto è chiamato il Lambertini che assume il nome di Benedetto XIV, il quale affida all'antico maestro l’incarico di avviare il Concordato con il Regno di Napoli, che sarà portato a compimento nel breve giro di qualche mese. Questo è l’ultimo atto del Corradini giureconsulto, la cui vera vocazione è il ministero della carità, che egli esercita negli stessi decenni dell'impegno diplomatico.
Nuovi sviluppi nella vicenda del cantiere al Belvedere di Sezze. Il committente dei lavori, Don Massimiliano Di Pastina, ha depositato presso il Tar la richiesta di ricorso per l’annullamento, previa sospensione cautelare, degli atti impugnati e in modo particolare della delibera n° 81 del 4 settembre scorso relativa alla richiesta di demolizione delle opere in cantiere da parte del Comune di Sezze. In sostanza il Don chiede al Tribunale Amministrativo Regionale di fissare una udienza in camera di consiglio al fine di emettere un provvedimento cautelativo urgente di sospensione dell’atto comunale. Nell’atto firmato dal responsabile dell’Ufficio Tecnico Vincenzo Borrelli si chiedeva al committente la demolizione delle opere, il ripristino dello stato dei luoghi e la restituzione dell’area del demanio civico alla pubblica fruizione. L’ordinanza ripercorreva tutta la vicenda amministrativa della Statua e seguiva la diffida allo stesso risalente al 24 luglio scorso che invitava il sacerdote a smantellare il cantiere. Proprio ieri era avvenuto il sopralluogo della Polizia Locale per verificare l’inottemperanza dell’ultima ordinanza e adesso arriva il ricorso al Tar. Insomma la vicenda già tormentata si ingarbuglia ancora di più. Da oltre 17 mesi l’area del belvedere di Santa Maria di Sezze è occupata da un cantiere abbandonato che adesso rischia di diventare come la fabbrica di San Pietro e soprattutto priva di un bene pubblico unico e straordinario una intera città e non si sa per quanto tempo ancora.
Don Massimiliano
“La discussione e il confronto politico sono principi che riteniamo fondanti per una sana e trasparente dialettica. Con questo spirito abbiamo accettato di buon grado l'invito ad un confronto con una delegazione della segreteria del Partito Democratico. Apprendiamo da una nota stampa del segretario comunale del PD di Sezze pubblicata su diversi Quotidiani online il giorno 13.10.2020 di un ipotetico asse d’intenti tra PD ed SBC. Aver accettato l'invito del segretario del Partito Democratico a sederci intorno ad un tavolo per uno scambio di opinioni non significa che sia nato un asse tra il nostro movimento ed il PD. Le differenze che ci hanno portato a concorrere nella tornata amministrativa del 2017 con un programma ben definito, oggi si sono ulteriormente ampliate e possiamo affermare con chiarezza che l'azione amministrativa messa in atto dall'attuale maggioranza ha aumentato le distanze tra il Partito Democratico ed SBC”. Taglia corto il movimento civico SBC chiarendo inoltre che “se i contenuti della discussione possono aver soddisfatto il Partito Democratico a tal punto da ipotizzare un possibile percorso insieme, lo stesso non è stato da parte nostra: non abbiamo condiviso i tempi e le modalità. In prossimità della scadenza elettorale ci è sembrato più una rincorsa al rincalzo, forse sollecitata dall’abbandono di due consiglieri passati dai banchi della maggioranza a quelli dell’opposizione”. Il Presidente Fabrizio Bonne-Année chiarisce inoltre che “nella disamina è stato ritenuto opportuno trattare temi di ordine strettamente politico e non discutere dell’azione amministrativa che ha caratterizzato questi tre anni, tanto che abbiamo avuto l'immediata conferma che dietro ai roboanti enunciati di principio ci fosse solo il nulla”. SBC ci tiene poi a sottolineare delle vicende attuali. “Per il Partito Democratico setino il ripristino del Belvedere, la gestione del verde e dell’arbitrario taglio degli alberi, la gestione del cimitero, la raccolta dei rifiuti solidi urbani il metodo di nomina degli scrutatori, tanto per citarne qualcuno, sono problemi irrilevanti e temi che non riguardano "affinità e sensibilità politiche". Per dovere di cortesia siamo rimasti ad ascoltare cosa avesse ancora da esprimere il PD locale. Abbiamo appreso che Il candidato Sindaco alle prossime amministrative sarà quello uscente, ovvero Sergio Di Raimo, perché è regola che il secondo mandato non viene negato al sindaco uscente ma, di contro, l'attuale maggioranza si avvia ad una conclusione aprendo nuove e future prospettive. Non è stato chiarito - si aggiunge nella nota -il motivo per cui la regola del secondo mandato non vale per il comune di Latina, o per quello di Roma, ma sia imperativa solamente dove il sindaco uscente è del Partito Democratico. Inoltre, non è dato sapere per quale motivo si debba pensare ad una maggioranza diversa da quella attuale considerando che l'attuale maggioranza ha sempre sostenuto e ratificato tutte le decisioni del Sindaco e della sua Giunta”. La nota del movimento rappresentato in aula consiliare da Rita Palombi ed Eleonora Contento chiude con una domanda: “Perché ipotizzare percorsi insieme a Sezze Bene Comune che, diversamente, ha sempre votato contro? Abbiamo ribadito al Partito Democratico che richieste di collaborazione mascherate esclusivamente da volontà di campagna acquisti dovevano essere rivolte altrove. Possiamo confermare, nella massima trasparenza e chiarezza, che il nostro percorso politico sarà alternativo all’amministrazione attuale”.
Tra poco meno di un anno e mezzo Sezze torna al voto e gli schieramenti iniziano a scaldare i motori con incontri e accordi. Il Pd di Sezze in merito fa alcune precisazioni su un incontro avuto con Sezze Bene Comune. "L’incontro tra le delegazioni delle segreterie del PD di Sezze e SBC - così nella nota Pd - non ha avuto lo scopo di trovare nuove alleanze per poi ragionare sui nomi e non è stata messa in discussione la candidatura dell’attuale sindaco Sergio Di Raimo per le prossime elezioni amministrative. Il confronto si è svolto su un piano strettamente politico cercando di evidenziare i valori, le sensibilità e le idee che accomunano le due forze. La nostra intenzione è quella di avviare la costruzione di un campo largo che includa tutte le forze politiche, civiche progressiste ed europeiste. Per il PD occorre costruire una prospettiva unitaria dove le differenze non siano ostacoli da rimuovere ma ricchezze da valorizzare. Per costruire alleanze non solo “elettorali” c’è bisogno di aprire un confronto sulle idee e coinvolgere tutta la Comunità". Il democratici setini, per bocca del segretario locale Daniele Marchetti annuncia che la sezione ha già pensato di organizzare una conferenza programmatica “il laboratorio delle idee” e nei prossimi giorni, nel rispetto delle norme anticovid, inizieranno incontri per mettere in circolo idee ed elaborare proposte utili per la nostra città.
In una nota diramata qualche minuto fa il Comune di Sezze conferma un caso di positività Covid19 di un dipendente dell'ufficio anagrafe. L'ente comunale comunica che si è proceduto al tampone antigenico rapido per tutto il personale dell'ufficio e vista la negatività riscontrata domani l'ufficio riaprirà regolarmente secondo il normale orario. Sempre nella giornata di oggi tutti i dipendenti comunali presenti si sono sottoposti al sierologico. Intanto in Provincia di Latina salgono i casi: sono 42 i nuovi positivi.
Il fascino indiscreto dell'autoritarismo
Scritto da Luigi De Angelis
“La democrazia è relativistica, non assolutistica. Essa, come istituzione di insieme e come potere che da essa promana, non ha fedi o valori assoluti da difendere, ad eccezione di quelli sui quali essa stessa si basa: nei confronti dei principi democratici, la pratica democratica non può essere relativistica. La democrazia deve cioè credere in se stessa e non lasciar correre sulle questioni di principio, quelle che riguardano il rispetto dell’eguale dignità di tutti gli esseri umani e dei diritti che ne conseguono e il rispetto dell’eguale partecipazione alla vita politica e delle procedure relative” (Gustavo Zagrebelsky)
I principi di libertà, uguaglianza e solidarietà costituiscono il substrato sostanziale di ogni autentico ordinamento democratico e dovrebbero ispirare l’agire politico, essere sottratti all’opportunismo e alle convenienze, alle logiche di schieramento e alla partigianeria, costituire un elemento unificante e di condivisione, pur nel rispetto del pluralismo di idee e posizioni, da difendere senza retro pensieri e distinguo e da attuare progressivamente da quanti sono investiti di compiti e responsabilità amministrative e di governo della cosa pubblica.
Il rifarsi ai principi democratici, se non è un mero esercizio retorico, una ipocrita perorazione astratta e un formalismo senz’anima, definisce e caratterizza l’identità di quanti ad essi si richiamano e richiede di essere declinato concretamente nelle scelte individuali e nell’agire collettivo. Contrariamente è solo un insieme di parole vuote e suoni inutili, destinati a dissolversi senza lasciare traccia e ricordo di sé.
I principi che definiscono e modellano la nostra democrazia sono racchiusi nella Costituzione della Repubblica, la quale non è semplicemente un documento scritto e proclamato solennemente che disciplina l’organizzazione e il funzionamento degli organi supremi dello Stato e riconosce una serie di diritti e di doveri ai cittadini, ma un corpo vivo, un programma da tradurre in scelte capaci di generare cambiamenti, il progresso sociale, culturale ed economico, non solo all’interno della nostra comunità ma anche nell’ambito delle relazioni internazionali. È questo un punto ineludibile, un passaggio fondamentale, decisivo e qualificante l’agire dei partiti e movimenti che si presentano ai cittadini, affermando appunto di riconoscersi nella Costituzione e, perlomeno a parole, di perseguire il bene comune.
Pertanto al di là delle simpatie per l’uno o l’altro raggruppamento politico, delle legittime diversità di opinioni e sensibilità culturali, il credere nei fondamentali principi che ispirano la nostra carta costituzionale mi porta a stigmatizzare fermamente la scelta compiuta da due forze politiche del nostro paese nel Parlamento Europeo. Qualche settimana fa gli eurodeputati hanno approvato a larga maggioranza una risoluzione di condanna della Russia per l’avvelenamento di Alezei Navalny, oppositore del presidente Vladimir Putin, non nuovo a ricorrere alla persecuzione e alla eliminazione fisica degli avversari politici, con cui si chiedeva anche l’applicazione di sanzioni, in cui spicca il voto contrario della Lega, opposizione palesata peraltro anche con la decisione di non approvare nemmeno la risoluzione di condanna del presidente bielorusso, assai vicino a Mosca, accusato di ricorrere alle intimidazioni e all’uso della forza nei confronti dei propri concittadini che manifestano pacificamente da settimane per la libertà e la democrazia e contro i brogli perpetrati nelle recenti elezioni presidenziali, nella quale si affermava di non riconoscere il risultato dello scrutinio e Alexander Lukashenko come presidente rieletto, chiedendo di conseguenza nuove elezioni, la fine del blocco di internet e dei social e schierandosi dalla parte dei cittadini bielorussi. A pensarla come i deputati della Lega sono stati i francesi di Rassemblement National, i tedeschi di Alterantive fur Deutschland, gli austriaci dell’FPO, insomma l’estrema destra e gli euroscettici europei. Il Movimento 5 Stelle ha votato a favore della risoluzione contro il dittatore bielorusso e si è astenuto invece su quella di condanna di Mosca. Peraltro i grillini non sono nuovi a certe simpatie. Basta ricordare la mancata condanna del regime di Maduro in Venezuela, responsabile di gravi violazioni delle libertà e della democrazia, oltre ad aver ridotto il popolo alla fame e averlo privato persino dei medicinali.
Va precisato che le deliberazioni del Parlamento europeo non producono effetti immediati e per essere operanti necessitano del via libera dei governi dell’Unione, nel caso specifico del Consiglio Europeo dei Ministri degli Esteri, e che i rappresentati della Lega hanno motivato la loro scelta affermando che le eventuali sanzioni avrebbero danneggiato le aziende italiane. Si tratta di motivazioni che, seppur in parte fondate, non cancellano la gravità della scelta compiuta da questi due movimenti politici, i cui esponenti ricoprono importanti responsabilità di governo o aspirano a dirigere l’Italia. È giusto tener conto degli interessi economici, ma è inaccettabile voltarsi dall’altra parte e fingere di non vedere le sistematiche violazioni dei diritti e delle libertà delle persone perpetrate da questi regimi antidemocratici, i cui leader, autoritari e senza scrupoli, ricorrono ad ogni genere di abuso, alla carcerazione illegale, alla repressione violenta del dissenso e all’assassinio politico.
Sarebbe un errore gravissimo sottovalutare quanto accaduto nel Parlamento europeo, minimizzare la portata delle scelte della Lega e del Movimento 5 Stelle, relegarle nell’ambito dei normali tatticismi politici che caratterizzano i rapporti tra i gruppi parlamentari europei o addirittura considerarle prezzi inevitabili da pagare nella gestione delle complesse relazioni internazionali. Quando non si condanna il ricorso alla violenza nella politica, si entra in una visione autoritaria della società. Il fascismo nasce quando si accetta il ricorso alla violenza fisica contro il diverso e l’avversario politico, quando si arrestano, perseguitano e uccidono gli oppositori per eliminare il dissenso. È la storia dell’inizio di tutte le dittature e non è affatto una esagerazione.
È impossibile dirsi a parole democratici ed essere amici dei dittatori, o quantomeno più o meno velatamente simpatizzare per loro.
La Ditta Enrico Baratta si è aggiudicata la gara di appalto per il trasporto pubblico locale del Comune di Sezze. Ieri la commissione di gara, presieduta dal Dott. Lidano Caldarozzi, ha deliberato l’aggiudicazione alla ditta locale che gestisce il servizio da oltre 30 anni. Escluse la Cialone Tour e la Schiaffini Travel, per motivazioni diverse. “Abbiamo confermato l’esclusione della Ciaolone Tour mentre alla Schiaffini Travel, avevamo chiesto giustificazioni in merito alla sua offerta anomala. Seppur prodotte – afferma Caldarozzi - la commissione non le ha ritenute congrue per il Comune di Sezze e abbiamo proceduto alla sua esclusione. Sulla base dei risultati della gara - conclude il presidente di gara - abbiamo quindi aggiudicato alla ditta Baratta Enrico la gara e trasmesso le carte al Rup”. Le ditte escluse potranno fare ricorso, in caso diverso o se eventualmente respinto, fino al 31 dicembre 2021 il servizio resta alla ditta Baratta.
L’ARCHEOLOGO
Nel biennio 1704-1705, quale esperto archeologo, pubblica i due volumi (in tre distinti libri) del celebre “Latium Vetus Profanum et Sacrum”, opera monumentale caratterizzata da analisi scientifica capace di sezionare le “viscere” e tutto il “corpus” sostanzioso della storia del Lazio. Per questa rilevante caratteristica tale dotta produzione diviene un testo fondamentale per tutti gli eruditi e gli archeologi, sia di allora sia di questi nostri tempi. L’opera venne subito ricolma d’elogi dagli esperti del tempo quale fonte preziosa e chiara per gli archeologi affascinati dalle antichità del Lazio, sia sacro sia profano. L’autore, nel primo volume, illustra le vicende dei primitivi coloni del Lazio mentre nel secondo narra le storie locali degli abitanti di Sezze e del Circeo. I due volumi furono arricchiti da artistiche e pregevoli riproduzioni riguardanti monumenti di Sezze e opere pubbliche d’altre città laziali. Tutta la variegata raccolta costituì subito una fonte preziosa per la ricostruzione analitica delle famose ventitré città pontine scomparse (quelle citate da Plinio), per la ricostruzione topografica (in territorio setino) delle ville di Marco Antonio,di Augusto, di Mecenate …d’Attilio, di Vitellio, di Cornelia… ed infine per una probabile ricostruzione genealogica del poeta Valerio Flacco e delle altre estinte famiglie locali. Il Corradini analizza con affetto anche alcuni resti archeologici di siti religiosi pagani e cristiani: per primo descrive i ruderi del monastero eretto nella palude di Sezze (nell’anno mille) da San Lidano abbate, futuro patrono della città; è quindi analizzato il tempio della dea fortuna di Praeneste e quello di Giove (“Jovis Anxuris”) di Terracina. Non mancano ulteriori indagini su un tempio di Saturno in Sezze e di quello dorico dedicato ad Ercole nella città di Cori. l’archeologo Corradini, per sopraggiunti onerosi impegni presso la “Santa Sede”, dovette interrompere l’opera intrapresa ed affidarne il completamento al gesuita padre Rocco Volpi che chiuse il lavoro aggiungendogli altri ricchi volumi d’arte e di storia laziale. Questa pregiatissima ricerca sul Lazio archeologico è segnalata ancor oggi dall'enciclopedia Treccani che così la contraddistingue: “l’opera è tutta di prima mano, frutto di sopralluoghi accurati e di un diretto esame dei documenti, grazie al quale il Corradini entrò nel numero degli archeologi ed eruditi settecenteschi”. Tutti i dati raccolti saranno un valido strumento di ricerca per molti studiosi italiani e stranieri, tra i quali citiamo Goethe e Chateaubriand, Gregorovius e Andersen, tutti affascinati dalla conoscenza delle pietre e della razza “latina”.
IL “FEDELE” AVVOCATO DI SANTA ROMANA CHIESA
Il nostro Corradini, diviso tra la passione umanisticoarcheologica e quella di natura giuridica, sempre più attratto in ciò da complesse problematiche dello stato pontificio, lascia lo stesso “le creature della sua terra latina” e si dedica fortemente alla soluzione di questioni di diritto, per la cui finalità compone ulteriori pregevoli lavori, tra i quali ricordiamo, a mero titolo esemplificativo, il “De primariis precibus imperalibus” (Pubblicato nel 1706 con lo pseudonimo di Corrado Oligenio) e la “Relatio iurium sedis apostolicae in Civitatem Comaclensem” (pubblicata anonima in Roma nel 1711). Nel primo lavoro l’animo del giurista, che sente di dover perseguire innanzitutto il bene comune della sua chiesa, si erge a difesa del papato ( negli anni 1705-1711) contro varie ingerenze politiche e militari di Giuseppe I d'Austria, che con la forza del suo esercito persegue continue rivalse e arbitrii contro lo stato pontificio: l’imperatore,che pretendeva di imporre quale vescovo di Hildesheim ( senza il placet di Clemente XI ) il suo favorito Ugone Francesco Fustenberg, si ritrova sconfitto da questa giuridica controffensiva corradiniana. La difesa del Corradini farà sì che Clemente XI abolirà il privilegio delle cosiddette “primariae preces”, che per anni aveva causato i soprusi ecclesiatico-religiosi degli imperatori e dei principi tedeschi. Il secondo lavoro giuridico fu composto dal Corradini a difesa dell’autorità pontificia sulle terre di Comacchio, indebitamente occupata da truppe imperiali nel corso della guerra di successione spagnola (ai tempi di Giuseppe I, Carlo II e Carlo VI…) in vista di un sostanzioso sfruttamento di appetitosi terreni di coltivazione ittica. Ritornando alla sua “carriera” religiosa ricordiamo che il Corradini, dopo essere stato ordinato sacerdote, in seguito è eletto arcivescovo titolare d’Atene. Più tardi, nel concistoro tenutosi il 12 maggio 1712, egli è nominato “cardinale di Santa Roma Chiesa”, sotto il titolo di San Giovanni a Porta Latina, alla cui carica è ritenuto degno soprattutto per il suo essere persona pia ed integerrima. Dei 17 nuovi cardinali, infatti, un terzo era stato proposto al papa dai sovrani mentre gli altri erano chiamati a tale onore solo per il loro disinteressato servizio alla Chiesa e allo Stato del Vaticano. Nello stesso concistoro, fra l’altro, fu proclamato cardinale il famoso siciliano Giuseppe Maria Tomasi di Lampedusa, legato da stima ed amicizia con il nostro Corradini che gli resterà sempre legato. Lo studioso Gioacchino De Sanctis, nel suo poderoso studio, ricorda che fra i diciotto nuovi cardinali due di loro, Corradini e Tomasi, manifestarono l’intenzione di rinunciare alla porpora cardinalizia ma furono obbligati ad accettarla “per obbedienza” verso il papato. L’anno successivo il neo porporato, in qualità di “Ponente della causa“ sostiene l’iter per la beatificazione di fra’ Benedetto da Palermo, un moro di origine etiope, nato a San Fratello sui monti Nebrodi, la cui figura aveva già suscitato un vivo interesse già presso i suoi contemporanei. In quest’anno sembra che il nostro neo cardinale abbia collaborato alla redazione della “Unigenitus Dei Filius”, bolla papale dell’8 settembre 1713 nella quale Clemente XI espresse la ferma condanna di 101 tesi ereticali ricavate dalle “Rèflexions morales sur les Evangiles” di Pasquier Quesnel (1634-1719).
Altro...
Il Comitato Acqua e Gestione Pubblica di Sezze, per bocca del suo portavoce Paolo Di Capua, ha protocollato una richiesta di incontro urgente per affrontare la questione del depuratore unico, realizzato a Sezze Scalo per un importo di 5,2 milioni di euro. Nella nota inviata al sindaco e a tutti i consiglieri comunali di Sezze il portavoce scrive: “Nella lettera inviata nel luglio scorso si evidenziavano le criticità per le zone collegate alla rete fognante ma non servite in quanto non ancora collegate al collettore. Nella stessa lettera si sollecitava questa amministrazione comunale a sottoscrivere un protocollo d’intesa specifico con Acqualatina al fine di applicare la delibera di Giunta regionale n. 668 del 3 agosto del 2007 per scorporare, compensare, rimodulare al ribasso la tariffa di depurazione”. Nella lettera si chiede quindi un incontro per definire l’azione a favore dei cittadini utenti per sottoscrivere con il gestore il protocollo d’intesa. “I cittadini di Sezze – si legge nella richiesta – hanno pagato in 5 anni 7,8 milioni di euro per la depurazione e 3,8 milioni per la componente partite pregresse”.
Paolo Di Capua
“Anche quest’anno l’A.N.D.O.S. Comitato di Sezze è vicina alle donne nel mese dedicato alla prevenzione e conoscenza del tumore al seno. Per ricordare a tutti quanto sia importante prevenire, in occasione dell’Ottobre Rosa, in linea con quanto accade in molte città del mondo, la città di Sezze illumina con questo colore il Monumento Della Pace sito in via Marconi. Nondimeno da quest’anno il Rosa abbraccerà anche il Lavatoio delle Fontane, in località Zoccolanti. Un luogo simbolico per le donne setine, che per secoli è stato un punto di incontro e di condivisione. Il Lavatoio è situato in una zona strategica della viabilità locale, nei pressi della quale si snodano le strade che interessano molta parte del territorio di Sezze. Questo faro rosa ci permetterà di diffondere ancora meglio il messaggio della campagna di prevenzione". Anna Maria De Renzi, presidente A.N.D.O.S. Comitato di Sezze, lancia con queste parole la Campagna Ottobre Rosa, un appuntamento fondamentale con la prevenzione e per la dura lotta contro il tumore al seno. Un’altra bella iniziativa di sensibilizzazione, in continuità con gli anni precedenti, che dimostra tenacia, forza e determinazione per lanciare un messaggio di speranza perché, come sostiene la De Renzi, “il tumore non va in quarantena, pertanto è importante non abbassare mai la guardia”. Per tale iniziativa l’A.N.D.O.S. ringrazia sia l’Amministrazione comunale e G.B. Rosella, presidente della SPL, per la sensibilità mostrata al riguardo. Ringrazia inoltre Giuseppina Campagna, l’AVIS di Sezze, che in segno di vicinanza e sostegno alla campagna di prevenzione della malattia effettuata da A.N.D.O.S., donerà a tutte le attività commerciali setine un fiocco rosa. “Purtroppo quest’anno lo screening, a causa dell’epidemia da Covid e delle misure restrittive adottate si prenoterà in maniera differente – annuncia la De Renzi - Le mammografie gratuite elargite dalla Regione Lazio- ASL-Latina, che coprono la fascia di età che va dai 45 ai 49 anni, non potranno più essere fissate dalle Associazioni presenti sul territorio, ma andranno prenotate direttamente alla Regione Lazio. Per prenotare una mammografia nel mese “OTTOBRE ROSA” bisogna rivolgersi al numero di telefono 06.164161840 attivo dal lunedì al venerdì dalle ore 8:30 alle ore19:30, il sabato dalle 7:30 alle 13:00. Per prenotare bisogna essere in possesso della prescrizione medica riportante il codice di esenzione D01-Campagna di screening regionale. L’A.N.D.O.S ricorda che si rende disponibile a fornire tutte le informazioni possibili e che tutte le socie sono a disposizione delle donne che chiameranno al 392-3283461”.
Anna Maria De Renzi
Importante sopralluogo questa mattina da parte dei tecnici Enel presso località Colli a Sezze per definire gli ultimi dettagli dell’intervento che verrà realizzato in zona a beneficio dei residenti. Si tratta di un potenziamento della linea elettrica grazie ad una minibox da 400 Kilowatt/ampere che servirà oltre 700 utenti e avrà utilità anche per individuare i guasti tecnici per il futuro. Insomma un intervento – già annunciato - che risolverà molti problemi e disagi ai residenti. A breve è prevista anche una nuova linea lungo via Colli che renderà ancora più efficiente il potenziamento in fase di realizzazione. Presenti al sopralluogo i residenti di zona ed il consigliere comunale Mauro Calvano che, da oltre un anno, sta seguendo questo intervento. “Ringrazio l’Enel, l’ing. Valerio Di Meo, l’ing. Guglielmo Di Filippo, l’ing. Maurizio Nobilia e l’ing. Luigi Valleriani per la serietà e per aver rispettato gli impegni soprattutto in condizioni di emergenza. Su tutto il territorio di Sezze – aggiunge l’avvocato – sono stati portati a termine interventi di potenziamento e nuove linee che hanno risolto vecchie problematiche alle utenze. La mini box che verrà installata qui ai colli è frutto di un lungo lavoro svolto dai tecnici d’intesa con i residenti”.
La minibox che verrà installata ai Colli di Suso
Topi nel centro storico di Sezze. In molti ci hanno segnalato e documentato con foto la presenza nei vicoli di ratti di grandi dimensioni. Il fenomeno è presente lì dove i rifiuti organici vengono abbandonati per strada a tutte le ore del giorno, causa principale di odori nauseabondi e rischi per l’igiene pubblica. Nel centro storico sono state installate foto trappole! Ma a cosa servono se non è possibile sanzionare i trasgressori perché non esiste ancora un regolamento? Il sindaco dovrebbe tutelare i suoi cittadini e in primis i bambini che giocano per le vie del centro storico. Ma da quanto tempo non viene fatta una derattizzazione? E’ il caso che si intervenga subito per evitare il proliferare di colonie di topi.