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In un comunicato stampa il movimento di Identità Setina parla delle sfide del futuro e dell'occasione di cambiare il modo di governare la città. Ecco la nota del movimento civico di Sezze. 

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La vera rivoluzione, nel nostro paese, sarà la riconquista della normalità. Pensiamo, infatti, che la manutenzione ordinaria delle strade, non avere discariche sul territorio, pulire i fossi, avere parchi vivibili e così via, sia normale. Non è normale occuparsi di cose ordinarie e farle passare per straordinarie. Tagliare l’erba, o intitolare una strada, non si possono considerare alla stregua della Rivoluzione Industriale. Riteniamo normale che siano gli uffici preposti a occuparsi della richiesta di un certificato e che non debba essere il politico di turno a fare da filtro per poi far passare quello che è un sacrosanto diritto, pagato con le tasse, come un favore. Il clientelismo si nutre di queste cose, ma è questo andamento che ha prodotto la decadenza della politica. Noi vogliamo costruire una coalizione di forze che ritenga la manutenzione ordinaria come normalissima gestione della cosa pubblica, che non abbia bisogno dell’applauso per aver adempiuto al proprio dovere. Sono valori ai quali non rinunceremo. La sfida non è vincere le elezioni, ma vincerle per governare e cambiare il paese. Ci interessa dialogare e allargare il confronto politico e amministrativo con le altre forze in campo su questi aspetti. Non abbiamo alcun interesse verso il tipico “carrozzone elettorale” impossibilitato, poi, ad amministrare.  Eviteremo le accozzaglie politiche: non desideriamo sentirci sotto scacco di chi è convinto che sistemare una buca o riparare un semaforo meritino la stessa risonanza dello sbarco dell’uomo su Marte.

 

 

Il Presidente della SPL Sezze, Gian Battista Rosella, comunica che a seguito di una convenzione stipulata tra la società partecipata del Comune di Sezze e la Società Soloil Italia, è partito il servizio di prelievo e recupero degli oli vegetali esausti provenienti delle utenze domestiche, attività commerciali e artigianali di Sezze. Del servizio se ne occuperà direttamente la società Soloil Italia. “Per le utenze domestiche sono stati installate 7 colonnine-contenitori di 120 litri in diverse zone – afferma Rosella – in modo da coprire l’intero territorio comunale. Mentre per le utenze commerciali e artigianali sarà cura della Soloil Italia distribuire in comodato d’uso appositi bidono-fustini di capacità variabile in relazione alle esigenze dell’utente”. Il servizio sarà effettuato in maniera gratuito. Per l’avvocato Rosella “l’importanza di tale servizio è rilevante poiché attraverso lo stesso si elimina una pericolosità che viene spesso ignorata o sottovalutata in quanto se disperso nell’ambiente l’olio esausto è inquinante per la flora, per i laghi e per i fiumi. Inoltre – conclude Rosella – la raccolta dell’olio esausto contribuisce alla riduzione di emissione CO2”.  La SPL invita alla collaborazione tutti i cittadini. Esiste una planimetria concordata con l'ufficio tecnico e con la Polizia Locale. Tra le colonnine installate, ad esempio, una è presente a Porta Pascibella di fronte la Farmacia, un'altra ai Colli e una a Melogrosso nei pressi della rotonda. 

 

Domenica, 04 Aprile 2021 05:13

Il punto di vista di Giuda

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È notte. Le strade e i vicoli di Gerusalemme sono deserti. Il richiamo di un animale notturno lacera il silenzio che avvolge la città, per poi smorire in lontananza. Giuda mi ha dato appuntamento in uno slargo male illuminato, delimitato da edifici vetusti e malandati, a pochi passi dalla porta di Damasco. Un blindato di soldati israeliani percorre lento la strada principale e poi sparisce dalla vista. Mille pensieri affollano la mia mente, le molte domande che vorrei rivolgergli. Improvvisamente in una delle stradine laterali un’ombra si materializza, prende corpo e si avvicina a passi rapidi verso di me. È Giuda. I lineamenti del suo viso si confondono nella penombra, non riesco a distinguerli con nettezza.

- Non amo farmi vedere in giro – dice a giustificarsi per quest’incontro nel cuore della notte - Giuda è per tutti sinonimo di tradimento, un insulto –. Mi scruta con i suoi occhi scuri per qualche istante e poi mi domanda: - Perché mi hai cercato?-.

- Vorrei che mi parlassi di Gesù – rispondo prontamente – del tuo rapporto con lui e delle ragioni del tuo abbandono –.  

– E’ complicato….– . La sua voce è poco più di un sussurro. –  Gesù sapeva toccare il cuore delle persone e i suoi insegnamenti erano rivoluzionari. Ne rimasi anch’io affascinato e, quando mi propose di seguirlo, lasciai tutto e mi unii agli altri. Credevo fosse il Messia, colui che ci avrebbe guidati nella rivolta contro i romani e che sarebbe salito sul trono di Davide, restaurando il regno di Israele e invece fu solo una grande illusione -.

- Pensavi fosse un Messia politico quindi….-.

- Era il sogno di tanti, di Pietro, Giacomo, Giovanni e anche il mio. Fantasticavamo spesso tra noi sull’insurrezione, sul ruolo che avremmo avuto nel nuovo regno e anche su come ridimensionare il potere dei sommi sacerdoti -.

- Gesù lo aveva ripetuto molte volte e in modo chiaro che il suo Regno non era di questo mondo e che non avrebbe guidato nessun esercito contro i romani -.

- Pensavamo lo dicesse per tenerci buoni, in attesa che i tempi fossero maturi per la rivolta, ma lui continuava a parlare solamente di amore e di perdono. Dopo un po’ capii che effettivamente il regno di cui vagheggiava non era quello che credevamo e non avrebbe portato né gloria né potenza a nessuno di noi che lo seguivamo -. 

- Avresti potuto semplicemente andartene, senza vendere Gesù ai sommi sacerdoti -.

- I suoi insegnamenti li infastidivano e, pur temendo la reazione della folla, da tempo cercavano una scusa per arrestarlo. Rimuginai a lungo sul da farsi e alla fine decisi di giocare un azzardo. In città c’erano moltissime persone arrivate per la festa di Pesach, il suo arresto poteva essere la scintilla per scatenare la rivolta, considerato anche come era stato accolto dalla folla al suo arrivo a Gerusalemme -.

- Volevi usare il suo arresto per raggiungere i tuoi obiettivi rivoluzionari -.

- Esatto. La cosa più importante era cacciare i romani dalla nostra terra -.

- I sommi sacerdoti ti dissero che avevano intenzione di ucciderlo?–.

– Eravamo d’accordo che si sarebbero limitati ad arrestarlo e che non gli avrebbero torto un capello. Sbagliai a fidarmi. Io non volevo la morte di Gesù –.

– E i soldi? Te li offrirono loro o fosti tu a stabilire il prezzo del tradimento?–.  

– Che importanza ha? Dovevano servire per la rivolta. Se poi le cose non fossero andate bene, sarei tornato a casa, al lavoro che avevo lasciato per seguirlo e li avrei usati per me – scuote la testa – Beati i poveri in spirito…. Belle parole, ma la vita di ogni giorno è un’altra cosa -.

- Banalizzi gli insegnamenti di Gesù per giustificare il tuo tradimento - sottolineo.

- Mi sembra che i suoi seguaci, a iniziare dai capi, non hanno imparato molto da lui. Non vorrai negarlo?-.

- Il punto non è questo. Tutti commettiamo errori, anche…..-.

– Beh, meno male! Allora non sono l’unico traditore!– mi interrompe, mentre un sorriso sarcastico si disegna sul suo viso. 

- E’ vero che rubavi dalla cassa comune?-.

– Pensi che Gesù mi avrebbe consentito di continuare a tenerla sapendo che rubavo? Gli altri mi hanno sempre guardato con sospetto, disprezzato e hanno cercato di screditarmi. Lui invece è sempre stato buono con me ed io credevo in lui. Durante la cena di Pesach diede a me il primo boccone intinto nel piatto comune. Mi riservò un gesto di grande amicizia e intimità, anche se sapeva che lo avevo tradito -.

- Tu comunque non avesti ripensamenti -.

- Ero offuscato dalla rabbia e dal risentimento. Tutto era perduto ormai. Quella sera, prima di metterci a tavola, Gesù ci lavò addirittura i piedi come l’ultimo dei servi. Diventare il re di Israele non rientrava nei suoi progetti e non aveva senso continuare a stare con lui. Scappai via dal cenacolo e raggiunsi i sommi sacerdoti per farmi consegnare il denaro e concordare gli ultimi dettagli del piano, compreso il bacio con cui, nel buio del Getsemani, avrei indicato alle guardie del Tempio la persona da arrestare -.

- Gesù si lasciò catturare senza opporre resistenza. Non considerasti che i discepoli avrebbero potuto reagire?-.

- Ero sicuro che Gesù li avrebbe fermati, ma se fosse accaduto tanto meglio. Tuttavia vedendolo così inerme, attorniato dalle guardie e incatenato, mi resi conto che avevo commesso un errore grandissimo. I sommi sacerdoti poi aizzarono la folla, la istigarono ad ottenere da Pilato la liberazione di Barabba e la condanna a morte di Gesù. Corsi allora al Tempio, gettai le monete ricevute nella cassa delle offerte e usci fuori città per farla finita. Non potevo sopportare il peso di quella colpa -.

- Se per te contavano solo la rivolta e i soldi, cosa te ne importava di Gesù?-    

- Lo amavo, anche se in me c’è qualcosa di oscuro che non riesco a controllare -.

- Hai mai pensato di essere stato solo una pedina nella mani di altri?-.

- Una pedina?- sorride – Non ho mai avuto padroni e mai li avrò -.

- Gesù avrebbe potuto perdonarti come fece con Pietro -.

- Non ci può essere pentimento e perdono per uno come me – ribatte e poi soggiunge perentorio: - Il nostro incontro finisce qui e non cercarmi mai più -. Senza aggiungere altro si allontana e la sua ombra torna a dissolversi nell’oscurità della notte.

Nello slargo silenzioso e mal illuminato vicino alla Porta di Damasco restano a farmi compagnia il senso di vuoto e il silenzio di tante parole non pronunciate.

 

 

Seppur ancora stordita dagli eventi del cimitero, la città di Sezze, inevitabilmente, dovrà fare i conti con le prossime e probabilmente imminenti elezioni comunali. Sei mesi dal voto sono pochi, un lasso di tempo concentrato che richiederà agli aspiranti candidati uno sforzo maggiore ma necessario per ridare al più presto un governo alla città. Se alcune liste civiche hanno già avviato la campagna elettorale in solitaria, dopo il fallito tentativo di creare una grande coalizione alternativa al centro sinistra, i partiti del centro destra tacciono strategicamente in attesa delle mosse del Partito Democratico di Sezze, nell’occhio del ciclone dopo le dimissioni e lo scioglimento del consiglio comunale. Proprio ai dem il compito di ricucire un tessuto sociale e politico sfilacciato, il compito di contenere avanguardie strumentali dei fatti accaduti e mire ambiziose e fanatiche che potrebbero trovare terreno fertile nelle debolezze di una comunità ferita nel profondo. E’ sicuramente inevitabile che questa volta a scegliere il candidato sindaco dovrà essere la comunità. E lo strumento più democratico che abbiamo a disposizione sono le primarie, previste anche da statuto del Pd. Gli aspiranti candidati della coalizione di centrosinistra dovranno necessariamente passare per questa strada, ai cittadini dovrà essere data la possibilità di scegliersi il candidato sindaco attraverso questa competizione aperta a tutti i partecipanti di coalizione. Solo da questa manifestazione democratica il paese può ripartire e scommettere sul futuro della città.  

 
 
Grande attesa a Sezze e non solo per una edizione della Sacra Rappresentazione della Passione di Cristo, che la sera del Venerdì Santo non sfilerà per le vie del centro storico ma sarà in edizione televisiva. La speranza, in realtà, è che già dal prossimo anno lo storico evento setino possa tornare nella sua tradizionale forma processionale lungo le vie di Sezze.  
 
Ma intanto l’attesa è tutta per il film documentario realizzato nei giorni scorsi e che andrà in onda la sera di venerdì santo 2 aprile, alle ore 21,15, su Lazio TV, canale 12 del digitale terrestre. Nei giorni successivi, poi, saranno messe in onda diverse repliche su varie emittenti locali e nazionali, con una trasmissione satellitare e in streaming che consentirà la visione da ogni parte del mondo.
 
Il film documentario, dal titolo: “Sacra Rappresentazione della Passione di Cristo di Sezze. Valorizzazione di un patrimonio culturale della Regione Lazio”, è una produzione originale dell’Associazione della Passione di Cristo, in collaborazione con la Regione e il Comune di Sezze. Si tratta di un percorso storico e artistico che vede anche il contributo di varie testimonianze video, con il cuore costituito dalle 33 scene girate nelle scorse settimane in alcuni dei luoghi più suggestivi di Sezze, dal centro storico al Teatro Sacro Italiano. Anche in questo video, la Sacra Rappresentazione della Passione di Sezze si mostra come una scultura in movimento, una sorta di opera d’arte vivente. Lo si nota in molte delle scene rappresentate, dalla natività alla crocefissione fino all’imponente figura di Mosè, che nei suoi abiti e nelle movenze ricorda l’opera di Michelangelo.    
 
Il film documentario è dedicato a tutti i cittadini di Sezze che dal 1933 hanno partecipato e contribuito alla crescita della Sacra Rappresentazione della Passione di Sezze. Questa edizione sotto forma di film documentario vede la partecipazione di circa 150 attori e figuranti. Per ovvi motivi legati alla pandemia, l’Associazione della Passione di Cristo non ha potuto coinvolgere e rendere protagoniste tutte le persone (circa 700) che ogni anno, fino al 2019, hanno reso possibile lo svolgimento della Sacra Rappresentazione nella sua forma storica e tradizionale. Le abbiamo sentite comunemente e moralmente partecipi, e a loro va il nostro sentito ringraziamento per il sostegno che hanno comunicato e per l’impegno dimostrato negli anni passati.

 

Una rissa tra rumeni si è verificata ieri mattina a Sezze in località Porta Sant’Andrea. Un gruppo di ragazzi, per motivi in fase di accertamento da parte delle forze dell’ordine, se la sono data di santa ragione. Ad avere la peggio un giovane che pare abbia sbattuto violentemente la testa a terra. Rimasto per molti minuti privo di sensi è stato necessario l’intervento dell’ambulanza. Il giovane è stato ricoverato presso l’ospedale civile Santa Maria Goretti di Latina e tutt’ora si trova in prognosi riservata per le ferite riportate. Ieri sera la squadra mobile e i Carabinieri del Ris sono tornati a Sezze e hanno svolto rilievi sul posto per capire la dinamica di quanto successo, la scientifica con il supporto degli agenti della polizia locale di Sezze ha acquisito le immagini e sono in corso indagini a 360 gradi. Non è la prima volta che accadano fatti del genere. L’ingresso del paese, Porta Sant’Andrea, è spesso teatro di episodi simili e luogo di degrado.

Si è tenuto ieri, 27 marzo, il Congresso comunale del Partito Democratico di Priverno.

Un momento unitario, una rinascita attesa e voluta dal Segretario Provinciale Claudio Moscardelli e dagli esponenti del partito provinciale Salvatore La Penna ed Enrico Forte, dall’assessore regionale Enrica Onorati, di intesa con la Sindaca Bilancia. Perché la politica e la buona amministrazione vanno raccontate, poste al centro dell’agorà democratica, messe in circolo per non lasciare spazio a sentimenti populisti e sovranisti ma rispondervi contrapponendo i sentimenti di comunione, solidarietà, fiducia, passione e condivisione.

Si è svolto in forma virtuale, nel pieno rispetto delle misure anticovid, il congresso del centro lepino accompagnato da un momento di confronto e di interventi da parte del Segretario Moscardelli, dell’Assessora regionale Onorati, della Sindaca Bilancia, del consigliere regionale La Penna,e dal candidato Giulio Federici insieme ad altri componenti della sua squadra.

Presenti in collegamento, tra glia altri, anche il garante Andrea Ferro della segreteria regionale, i segretari dei comuni limitrofi Francesco Scacchetti, Stefano Sperduti e Giacomo Bernardini.

Nei saluti iniziali è emersa una volontà, unanime e trasversale, di voler sostenere e promuovere la rinascita del luogo delle democratiche e dei democratici di Priverno, è stata sottolineata l’importante esperienza amministrativa di governo della città, sulla quale è necessario continuare a lavorare per il sostegno alla riconferma della Sindaca Bilancia e della squadra.

Una comunità forte delle sue radici, ricca di patrimonio artistico, culturale, naturale e umano a cui in tanti guardano come modello e laboratorio di idee, azioni e iniziative. Una sfida quella del noi contro individualismi e antagonismi resa ancora più necessaria nel momento storico così difficile.

La relazione proposta da Giulio Federici, decisamente appassionata e generosa, come lui ne racchiude intenti e visioni: “…questo è il tempo di ritrovarsi con slancio e fiducia nella ricostruzione di una comunità politica, sociale e culturale. Ma per fare questo c’è bisogno di un partito forte e unito, fatto di donne e uomini che sappiano, con intelligenza e generosità, mettere da parte le incomprensioni del passato ed impegnarsi, ognuno facendo la propria parte, per un futuro comune. Serve un partito che migliori la sua logica interna dando spazio ad una naturale transizione generazionale e si elevi ad una condizione culturale in cui contano più le funzioni che i ruoli. A noi interessa riprendere le redini di questo Pd e rilanciarlo, ma per farlo dobbiamo cambiare e questo cambiamento di cui parlo, ci riguarda tutti. Questi lunghi e duri mesi di pandemia, hanno messo in evidenza la crisi del sistema di welfare, che non è solo di tipo economico. Quello che rischia di andare in crisi è il legame sociale della solidarietà ed il principio etico della reciprocità che sta alla base delle relazioni sociali. Il territorio necessita di un protagonismo nuovo nella capacità di prendersi cura dei disagi e di prendere in carico i più fragili dal punto di vista socio-sanitario nel suo senso più ampio. Come candidato alla segreteria del circolo del Partito Democratico di Priverno sono ben consapevole delle responsabilità e delle difficoltà politiche che eredito ma sono anche consapevole di poter assumere questo ruolo in una città che negli ultimi 5 anni ha conosciuto, grazie ad un’ amministrazione da noi guidata, una rinascita civile sotto tutti i punti di vista. Un lavoro condotto con passione, competenza, generosità che ha risollevato il nostro comune rimettendolo, come merita per storia e condizione, al centro del dibattito politico comprensoriale e provinciale. Il mio impegno non è finalizzato solo a dare una nuova struttura organizzativa al Partito ma è teso ad immaginare attraverso un nuovo PD una nuova idea e visione di comunità e di futuro per il nostro Paese. Abbiamo di fronte il tempo e le condizioni giuste per lavorare e favorire una transizione generazionale che ci consenta di liberare quelle energie utili a contribuire alla crescita ed al benessere del nostro amato comune. Stare nel Partito, sostenerlo, è fondamentale per sostenere l’amministrazione e continuare a lavorare per migliorare la nostra città. Riorganizzare il Partito non è solo una questione di organismi ma è principalmente allevare e costruire una classe dirigente capace di qualificare i propri obiettivi. Dobbiamo lanciare nuove sfide. Dobbiamo essere in grado di parlare al futuro proiettando la nostra azione al domani senza paura e con la convinzione di cambiarerealmente le cose. Oltre alla segreteria daremo vita ad un esecutivo basato su deleghe d’impegno e di lavoro e soprattutto cercheremo di attivare, da subito, una grande campagna di ascolto e confronto con forze politiche, associative e cittadini. La nostra è una società fortemente individuale e il primo sforzo sarà proprio nel riaffermare il noi al posto dell’io, la comunità al posto dell’individuo. Organizzare eventi sui temi più sentiti dai cittadini, essere presenti e partecipi nell’associazionismo, farsi carico dei bisogni della città. Produrre documenti contenenti le linee politiche che possano aiutare e sostenere i nostri amministratori e per questo attivare dei focus group tematici per trasmettere la nostra visione, la nostra capacità di proposta. Il Partito al centro delle alleanze. Noi siamo impegnati in una comune missione per un comune destino che in questo caso passa indiscutibilmente per la riconferma della nostra maggioranza nelle amministrative 2021”.

Eletto per acclamazione Giulio Federici verrà affiancato nel suo compito da Luisella Fanelli, Fabio Guadagnoli, Dolores Capodilupo, Emilio Rossi, Federica Avvisati, Girolamo Paniccia, Silvia Campoli, Gianluca Aversa, Nicoletta D’amici, Manno Palluzzi, Luigia Piccirilli e Antonio Brusca.

 

 

 

In una comunità come la nostra la conoscenza e le relazioni personali costituiscono l’ordito del vivere quotidiano, rendono inutili certe maschere che amiamo indossare e ci costringono a fare i conti con noi stessi e gli altri, senza scuse e in autenticità.

Una riflessione seria che ci aiuti a metabolizzare lo sgomento per la terribile vicenda del cimitero cittadino richiede l’onestà di farci carico di indifferenze, manchevolezze, errori e omissioni che hanno costituito il brodo di coltura, il terreno fertile in cui hanno proliferato il bubbone dell’illegalità e del sopruso, la speculazione sul dolore per la morte di una persona cara, la mala pianta di condotte eticamente e moralmente riprovevoli. Siamo turbati e scossi e dobbiamo ringraziare inquirenti e magistratura che hanno fatto emergere questa realtà scomoda e amara, questa turpitudine desolante che infestava Sezze.

Lungi da me difendere, giustificare o assolvere alcuno, ma nemmeno intendo unirmi al coro di quanti gridano allo scandalo, si strappano le vesti e fanno dei politici il solo capro espiatorio, accusandoli tutti indiscriminatamente di sapere del mercimonio all’interno del cimitero, di essere conniventi o comunque di essersi voltati dall’altra parte, perché questo significa fare un pessimo servizio all’accertamento della verità, oltre a rappresentare una comoda ipocrisia. Se tutti sapevano, come si sente ripetere ormai da giorni, non possiamo autoassolverci, non riconoscere che quantomeno allora abbiamo dimostrato uno scarso senso civico e un inesistente amore per Sezze.

Mi indigna profondamente che la nostra città sia stata dipinta come un covo di fuorilegge e finanche di mafiosi nel corso di una trasmissione televisiva su una rete locale, usando toni scandalistici e finalizzati solo all’audience. Le responsabilità individuali saranno stabilite dai giudici, comprese le eventuali omissioni, inerzie e complicità di cui hanno goduto gli accusati, ma certi giudizi e certe valutazioni lasciamole alla magistratura. Per parte mia rivendico con orgoglio che la gran parte dei miei concittadini, politici compresi, sono persone perbene, che hanno fatto e fanno il proprio dovere, rispettano la legge, assolvono ai compiti loro demandati con dignità, onore e trasparenza e si adoperano per il bene comune.

A riprova poi che di questa vicenda alcuni ne stanno facendo un uso strumentale sta il fatto che costoro non hanno speso finora una parola per stigmatizzare la condotta di quanti in questi anni hanno cercato di ottenere e spesso hanno ottenuto quanto loro non spettava, calpestando leggi, regolamenti e diritti altrui. Non tutti sono stati vittime, costretti o ricattati, tanti hanno scelto le scorciatoie, la strada dell’illegalità, del favoritismo e della convenienza e perciò sono stati complici, dimenticando i propri doveri civici e disdegnando l’onestà. Questi non hanno responsabilità e nulla da rimproverarsi? Vanno assolti? Il moralismo da arruffa popolo, il dire solo quello che fa comodo e liscia il pelo al populismo e alla demagogia sono inaccettabili.

È questa la verità scomoda che dobbiamo dirci se insieme vogliamo ricostruire, con ruoli e responsabilità diverse, il tessuto sociale della nostra città. Altrimenti passata la burrasca della momentanea indignazione, quanto accaduto sarà solo una spiacevole parentesi che non avrà innescato processi virtuosi di cambiamento e torneremo bellamente ai soliti giochi, a ricercare unicamente l’interesse personale.

In tanti, in troppi in questi giorni si sono poi elevati a censori e castigatori di costumi, si sono cimentati nell’arduo compito di emettere sentenze, di giudicare quanti sono rimasti impigliati nella rete della giustizia e saranno chiamati a rispondere di accuse penalmente gravi, senza peraltro conoscere i fatti e preoccuparsi che le responsabilità vanno accertate concretamente, non si fondano su interpretazioni personali, scriteriate e distorte dei pochi atti delle indagini resi noti dalle autorità inquirenti e sul sentito dire. Lasciamo che la giustizia faccia il suo corso, che la vicenda sia dipanata dalla magistratura, unica legittimata per competenza e ruolo ad accertare le colpe e ad infliggere le pene a quanti nei processi saranno riconosciuti colpevoli. La macchina della giustizia ha i suoi tempi e le sue regole ed è essenziale non solo non ostacolarla ma anche aiutarla. Nessuno dei suoi automatismi è superfluo, inutile o stravagante, ma ognuno concorre ad evitare che all’ingiustizia si aggiunga il sopruso, all’illegalità si sommi l’abuso, alle vittime sia associato l’innocente condannato. A noi cittadini è richiesto l’esercizio delle virtù della prudenza e della pazienza, l’intelligenza di non cedere al giustizialismo, di non cadere nella trappola delle illazioni e dell’infamia del non detto, altrimenti prevarrà il qualunquismo, l’alleato migliore dei colpevoli, il nemico più acerrimo della verità, lo strumento più utile a intorbidire e confondere le acque, a coprire e nascondere, a far sì che tutto cambi in apparenza e invero nulla muti per davvero e ad assicurare l’impunità.

Quanto avvenuto può e deve rappresentare poi uno spartiacque sotto il profilo politico. Le dimissioni del sindaco e dei consiglieri comunali non sono l’ammissione di una correità rispetto a quanto accaduto, ma segnano la fine di un modo di intendere e di fare politica nella nostra città. Un’epoca si è chiusa e si apre una opportunità preziosa e nuova, un tempo di riflessione, di ascolto e di riconnessione con il sentire profondo dei cittadini, di ricerca insieme di risposte alle domande che salgono dal corpo vivo della società setina, avviando un cammino alla riscoperta dell’identità appannata e dei valori fondativi della nostra comunità, del senso del nostro essere e andare. In questa manciata di mesi che ci separano dal passaggio elettorale, occorre elaborare e mettere in campo progettualità politico-amministrative coerenti e coese, innovative e radicali, sostenute da gruppi politicamente affini ed omogenei che abbiano a cuore lo sviluppo sociale, culturale ed economico di Sezze partendo dalle sue grandi risorse e potenzialità, coniugare esperienza e innovazione, favorire l’emergere di una nuova classe dirigente aperta, dotata di visione politica e competenza. L’individualismo esasperato, l’utilizzo delle liste elettorali come carrozzoni su cui salire per farsi eleggere e da abbandonare appena occupato lo scranno, facendo un uso spregiudicato dei consensi raccolti, hanno provocato danni gravissimi alla credibilità delle istituzioni, ne hanno impedito il pieno funzionamento ed è necessario archiviarli definitivamente.  

Se ripartiremo dal rispetto della funzione pubblica, dalle idealità e da un rapporto sano tra politica e cittadini, Sezze avrà sicuramente un futuro degno della sua storia straordinaria e della sua grande tradizione democratica.

 

 

Il duro colpo che si è abbattuto sulla città di Sezze, causato dalle dolorose e inaudite vicende del Cimitero, ha provocato sgomento e sdegno e ferito profondamente la memoria dei nostri cari defunti.  Il guscio della moralità che come sezzesi indossavamo come una corazza e che ci faceva orgogliosamente considerare inattaccabili e diversi dagli altri ha subìto una grave ferita.  Si sta diffondendo tra la gente un sentimento di scoramento e di delegittimazione. Un malessere e una sfiducia di cui da diverso tempo si avvertivano i sintomi. Adesso si parla apertamente di tradimento della tradizione e delle storie del paese.  In questo clima torbido si potrebbe logorare e spezzare ulteriormente il rapporto di fiducia e di stima reciproca tra le istituzioni e la cittadinanza. A vantaggio dei garantisti a fasi alterne e degli opportunisti disfattisti che finalmente possono sguazzare nel loro brodo, ovviamente completamente ignari della triste vicenda! La ferita, in verità, ancora sanguina e ci vorrà del tempo per rimarginarla. Bisogna, però, reagire! I cittadini democratici e perbene devono mobilitarsi. La prima cosa da fare, dopo una attenta riflessione sui fatti, è informare l’opinione pubblica, nella maniera più chiara, più esauriente e documentata su quanto è accaduto, senza fare come lo struzzo, individuando possibilmente (se ci sono) eventuali responsabilità politiche e morali. Sì, civili e morali, perché a quelle giudiziarie ci pensano i giudici!Tutto quello che si fa come Amministrazione pubblica appartiene anche agli altri. “Noi siamo inevitabilmente ed esistenzialmente esseri morali”, afferma Z. Bauman. L’etica pubblica tradizionale obbligava ad obbedire alle regole scritte; oggi, in più, si richiede ad ognuno di assumersi la responsabilità che deriva non solo dalle norme ma anche e soprattutto dal proprio comportamento e dalla propria coscienza. Si può anche sbagliare non ascoltando la propria coscienza, ma ciò non vuol dire necessariamente essere correi e complici. Con la drammatica vicenda del cimitero, si è toccato con mano l’insufficienza di una concezione minimalista di un vecchio modo di amministrare a fronte delle novità sconvolgenti nei comportamenti e nelle abitudini della gente. Occorre fare un passo in più, allora, e chiedersi se sono ancora sufficienti i comportamenti e i fondamenti etici sui quali si è retta fino ad ora la buona amministrazione. Occorre elaborare un nuovo codice di etica pubblica e di prassi amministrativa per poter continuare ad essere all’altezza della situazione. La parentesi del Commissariamento prefettizio ci deve spingere a fornire la massima collaborazione, a rielaborare il lutto e a fornire alla città un progetto, una nuova prospettiva di crescita e di sviluppo. Senza rinnegare il passato ma adeguandolo alla situazione presente. Nel merito ciò vuol dire che non serve più affidarsi alle buone intenzioni degli uni e degli altri; che non servono più le paccate confidenziali sulle spalle; che non si può più lasciar correre qualunque irregolarità, anche la più piccola; che si deve promuovere solo il merito e non la clientela; che occorre avere sempre gli occhi aperti. Oggi è difficile amministrare una comunità  perché occorre equilibrio, duttilità e saggezza. Ma la questione morale deve costituire un atto fondativo intorno al quale realizzare un’alleanza di forze e di movimenti democratici e di sinistra, ambientalisti e riformisti, affidando alle giovani generazioni il compito di governare la città.

 

 

Finiscono i voli pindarici e le ipotesi da manuale Cencelli sulla fine anticipata della prima consiliatura guidata dal sindaco Sergio Di Raimo. Nel pomeriggio di oggi 9 consiglieri comunali di Sezze hanno protocollato un documento unico di dimissioni alla segretaria comunale Clorinda Storelli che, con quelle di Eramo e Roscioli protocollate in sede comunale, si arriva a 11 consiglieri. Cosa sicuramente diversa rispetto alla forma di ieri, quando le dimissioni erano arrivate per via Pec e in maniera individuale ma, nella sostanza, uguale perché il dato politico non cambia e non è cambiato. Nei prossimi giorni, quindi, verrà nominato il commissario Prefettizio, probabile dalla prossima settimana e, a differenza di quanto si pensava, potrebbe restare in carica solo fino ad ottobre e non per un anno come si era ipotizzato inizialmente. Dalla prossima settimana allora al via la campagna elettorale? Pochi mesi ci separano dalle elezioni amministrative. Chi saranno i candidati? Quali gli schieramenti?  

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