In un comunicato stampa il movimento di Identità Setina parla delle sfide del futuro e dell'occasione di cambiare il modo di governare la città. Ecco la nota del movimento civico di Sezze.
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La vera rivoluzione, nel nostro paese, sarà la riconquista della normalità. Pensiamo, infatti, che la manutenzione ordinaria delle strade, non avere discariche sul territorio, pulire i fossi, avere parchi vivibili e così via, sia normale. Non è normale occuparsi di cose ordinarie e farle passare per straordinarie. Tagliare l’erba, o intitolare una strada, non si possono considerare alla stregua della Rivoluzione Industriale. Riteniamo normale che siano gli uffici preposti a occuparsi della richiesta di un certificato e che non debba essere il politico di turno a fare da filtro per poi far passare quello che è un sacrosanto diritto, pagato con le tasse, come un favore. Il clientelismo si nutre di queste cose, ma è questo andamento che ha prodotto la decadenza della politica. Noi vogliamo costruire una coalizione di forze che ritenga la manutenzione ordinaria come normalissima gestione della cosa pubblica, che non abbia bisogno dell’applauso per aver adempiuto al proprio dovere. Sono valori ai quali non rinunceremo. La sfida non è vincere le elezioni, ma vincerle per governare e cambiare il paese. Ci interessa dialogare e allargare il confronto politico e amministrativo con le altre forze in campo su questi aspetti. Non abbiamo alcun interesse verso il tipico “carrozzone elettorale” impossibilitato, poi, ad amministrare. Eviteremo le accozzaglie politiche: non desideriamo sentirci sotto scacco di chi è convinto che sistemare una buca o riparare un semaforo meritino la stessa risonanza dello sbarco dell’uomo su Marte.
Il Presidente della SPL Sezze, Gian Battista Rosella, comunica che a seguito di una convenzione stipulata tra la società partecipata del Comune di Sezze e la Società Soloil Italia, è partito il servizio di prelievo e recupero degli oli vegetali esausti provenienti delle utenze domestiche, attività commerciali e artigianali di Sezze. Del servizio se ne occuperà direttamente la società Soloil Italia. “Per le utenze domestiche sono stati installate 7 colonnine-contenitori di 120 litri in diverse zone – afferma Rosella – in modo da coprire l’intero territorio comunale. Mentre per le utenze commerciali e artigianali sarà cura della Soloil Italia distribuire in comodato d’uso appositi bidono-fustini di capacità variabile in relazione alle esigenze dell’utente”. Il servizio sarà effettuato in maniera gratuito. Per l’avvocato Rosella “l’importanza di tale servizio è rilevante poiché attraverso lo stesso si elimina una pericolosità che viene spesso ignorata o sottovalutata in quanto se disperso nell’ambiente l’olio esausto è inquinante per la flora, per i laghi e per i fiumi. Inoltre – conclude Rosella – la raccolta dell’olio esausto contribuisce alla riduzione di emissione CO2”. La SPL invita alla collaborazione tutti i cittadini. Esiste una planimetria concordata con l'ufficio tecnico e con la Polizia Locale. Tra le colonnine installate, ad esempio, una è presente a Porta Pascibella di fronte la Farmacia, un'altra ai Colli e una a Melogrosso nei pressi della rotonda.
È notte. Le strade e i vicoli di Gerusalemme sono deserti. Il richiamo di un animale notturno lacera il silenzio che avvolge la città, per poi smorire in lontananza. Giuda mi ha dato appuntamento in uno slargo male illuminato, delimitato da edifici vetusti e malandati, a pochi passi dalla porta di Damasco. Un blindato di soldati israeliani percorre lento la strada principale e poi sparisce dalla vista. Mille pensieri affollano la mia mente, le molte domande che vorrei rivolgergli. Improvvisamente in una delle stradine laterali un’ombra si materializza, prende corpo e si avvicina a passi rapidi verso di me. È Giuda. I lineamenti del suo viso si confondono nella penombra, non riesco a distinguerli con nettezza.
- Non amo farmi vedere in giro – dice a giustificarsi per quest’incontro nel cuore della notte - Giuda è per tutti sinonimo di tradimento, un insulto –. Mi scruta con i suoi occhi scuri per qualche istante e poi mi domanda: - Perché mi hai cercato?-.
- Vorrei che mi parlassi di Gesù – rispondo prontamente – del tuo rapporto con lui e delle ragioni del tuo abbandono –.
– E’ complicato….– . La sua voce è poco più di un sussurro. – Gesù sapeva toccare il cuore delle persone e i suoi insegnamenti erano rivoluzionari. Ne rimasi anch’io affascinato e, quando mi propose di seguirlo, lasciai tutto e mi unii agli altri. Credevo fosse il Messia, colui che ci avrebbe guidati nella rivolta contro i romani e che sarebbe salito sul trono di Davide, restaurando il regno di Israele e invece fu solo una grande illusione -.
- Pensavi fosse un Messia politico quindi….-.
- Era il sogno di tanti, di Pietro, Giacomo, Giovanni e anche il mio. Fantasticavamo spesso tra noi sull’insurrezione, sul ruolo che avremmo avuto nel nuovo regno e anche su come ridimensionare il potere dei sommi sacerdoti -.
- Gesù lo aveva ripetuto molte volte e in modo chiaro che il suo Regno non era di questo mondo e che non avrebbe guidato nessun esercito contro i romani -.
- Pensavamo lo dicesse per tenerci buoni, in attesa che i tempi fossero maturi per la rivolta, ma lui continuava a parlare solamente di amore e di perdono. Dopo un po’ capii che effettivamente il regno di cui vagheggiava non era quello che credevamo e non avrebbe portato né gloria né potenza a nessuno di noi che lo seguivamo -.
- Avresti potuto semplicemente andartene, senza vendere Gesù ai sommi sacerdoti -.
- I suoi insegnamenti li infastidivano e, pur temendo la reazione della folla, da tempo cercavano una scusa per arrestarlo. Rimuginai a lungo sul da farsi e alla fine decisi di giocare un azzardo. In città c’erano moltissime persone arrivate per la festa di Pesach, il suo arresto poteva essere la scintilla per scatenare la rivolta, considerato anche come era stato accolto dalla folla al suo arrivo a Gerusalemme -.
- Volevi usare il suo arresto per raggiungere i tuoi obiettivi rivoluzionari -.
- Esatto. La cosa più importante era cacciare i romani dalla nostra terra -.
- I sommi sacerdoti ti dissero che avevano intenzione di ucciderlo?–.
– Eravamo d’accordo che si sarebbero limitati ad arrestarlo e che non gli avrebbero torto un capello. Sbagliai a fidarmi. Io non volevo la morte di Gesù –.
– E i soldi? Te li offrirono loro o fosti tu a stabilire il prezzo del tradimento?–.
– Che importanza ha? Dovevano servire per la rivolta. Se poi le cose non fossero andate bene, sarei tornato a casa, al lavoro che avevo lasciato per seguirlo e li avrei usati per me – scuote la testa – Beati i poveri in spirito…. Belle parole, ma la vita di ogni giorno è un’altra cosa -.
- Banalizzi gli insegnamenti di Gesù per giustificare il tuo tradimento - sottolineo.
- Mi sembra che i suoi seguaci, a iniziare dai capi, non hanno imparato molto da lui. Non vorrai negarlo?-.
- Il punto non è questo. Tutti commettiamo errori, anche…..-.
– Beh, meno male! Allora non sono l’unico traditore!– mi interrompe, mentre un sorriso sarcastico si disegna sul suo viso.
- E’ vero che rubavi dalla cassa comune?-.
– Pensi che Gesù mi avrebbe consentito di continuare a tenerla sapendo che rubavo? Gli altri mi hanno sempre guardato con sospetto, disprezzato e hanno cercato di screditarmi. Lui invece è sempre stato buono con me ed io credevo in lui. Durante la cena di Pesach diede a me il primo boccone intinto nel piatto comune. Mi riservò un gesto di grande amicizia e intimità, anche se sapeva che lo avevo tradito -.
- Tu comunque non avesti ripensamenti -.
- Ero offuscato dalla rabbia e dal risentimento. Tutto era perduto ormai. Quella sera, prima di metterci a tavola, Gesù ci lavò addirittura i piedi come l’ultimo dei servi. Diventare il re di Israele non rientrava nei suoi progetti e non aveva senso continuare a stare con lui. Scappai via dal cenacolo e raggiunsi i sommi sacerdoti per farmi consegnare il denaro e concordare gli ultimi dettagli del piano, compreso il bacio con cui, nel buio del Getsemani, avrei indicato alle guardie del Tempio la persona da arrestare -.
- Gesù si lasciò catturare senza opporre resistenza. Non considerasti che i discepoli avrebbero potuto reagire?-.
- Ero sicuro che Gesù li avrebbe fermati, ma se fosse accaduto tanto meglio. Tuttavia vedendolo così inerme, attorniato dalle guardie e incatenato, mi resi conto che avevo commesso un errore grandissimo. I sommi sacerdoti poi aizzarono la folla, la istigarono ad ottenere da Pilato la liberazione di Barabba e la condanna a morte di Gesù. Corsi allora al Tempio, gettai le monete ricevute nella cassa delle offerte e usci fuori città per farla finita. Non potevo sopportare il peso di quella colpa -.
- Se per te contavano solo la rivolta e i soldi, cosa te ne importava di Gesù?-
- Lo amavo, anche se in me c’è qualcosa di oscuro che non riesco a controllare -.
- Hai mai pensato di essere stato solo una pedina nella mani di altri?-.
- Una pedina?- sorride – Non ho mai avuto padroni e mai li avrò -.
- Gesù avrebbe potuto perdonarti come fece con Pietro -.
- Non ci può essere pentimento e perdono per uno come me – ribatte e poi soggiunge perentorio: - Il nostro incontro finisce qui e non cercarmi mai più -. Senza aggiungere altro si allontana e la sua ombra torna a dissolversi nell’oscurità della notte.
Nello slargo silenzioso e mal illuminato vicino alla Porta di Damasco restano a farmi compagnia il senso di vuoto e il silenzio di tante parole non pronunciate.
Seppur ancora stordita dagli eventi del cimitero, la città di Sezze, inevitabilmente, dovrà fare i conti con le prossime e probabilmente imminenti elezioni comunali. Sei mesi dal voto sono pochi, un lasso di tempo concentrato che richiederà agli aspiranti candidati uno sforzo maggiore ma necessario per ridare al più presto un governo alla città. Se alcune liste civiche hanno già avviato la campagna elettorale in solitaria, dopo il fallito tentativo di creare una grande coalizione alternativa al centro sinistra, i partiti del centro destra tacciono strategicamente in attesa delle mosse del Partito Democratico di Sezze, nell’occhio del ciclone dopo le dimissioni e lo scioglimento del consiglio comunale. Proprio ai dem il compito di ricucire un tessuto sociale e politico sfilacciato, il compito di contenere avanguardie strumentali dei fatti accaduti e mire ambiziose e fanatiche che potrebbero trovare terreno fertile nelle debolezze di una comunità ferita nel profondo. E’ sicuramente inevitabile che questa volta a scegliere il candidato sindaco dovrà essere la comunità. E lo strumento più democratico che abbiamo a disposizione sono le primarie, previste anche da statuto del Pd. Gli aspiranti candidati della coalizione di centrosinistra dovranno necessariamente passare per questa strada, ai cittadini dovrà essere data la possibilità di scegliersi il candidato sindaco attraverso questa competizione aperta a tutti i partecipanti di coalizione. Solo da questa manifestazione democratica il paese può ripartire e scommettere sul futuro della città.
Una rissa tra rumeni si è verificata ieri mattina a Sezze in località Porta Sant’Andrea. Un gruppo di ragazzi, per motivi in fase di accertamento da parte delle forze dell’ordine, se la sono data di santa ragione. Ad avere la peggio un giovane che pare abbia sbattuto violentemente la testa a terra. Rimasto per molti minuti privo di sensi è stato necessario l’intervento dell’ambulanza. Il giovane è stato ricoverato presso l’ospedale civile Santa Maria Goretti di Latina e tutt’ora si trova in prognosi riservata per le ferite riportate. Ieri sera la squadra mobile e i Carabinieri del Ris sono tornati a Sezze e hanno svolto rilievi sul posto per capire la dinamica di quanto successo, la scientifica con il supporto degli agenti della polizia locale di Sezze ha acquisito le immagini e sono in corso indagini a 360 gradi. Non è la prima volta che accadano fatti del genere. L’ingresso del paese, Porta Sant’Andrea, è spesso teatro di episodi simili e luogo di degrado.
Si è tenuto ieri, 27 marzo, il Congresso comunale del Partito Democratico di Priverno.
Un momento unitario, una rinascita attesa e voluta dal Segretario Provinciale Claudio Moscardelli e dagli esponenti del partito provinciale Salvatore La Penna ed Enrico Forte, dall’assessore regionale Enrica Onorati, di intesa con la Sindaca Bilancia. Perché la politica e la buona amministrazione vanno raccontate, poste al centro dell’agorà democratica, messe in circolo per non lasciare spazio a sentimenti populisti e sovranisti ma rispondervi contrapponendo i sentimenti di comunione, solidarietà, fiducia, passione e condivisione.
Si è svolto in forma virtuale, nel pieno rispetto delle misure anticovid, il congresso del centro lepino accompagnato da un momento di confronto e di interventi da parte del Segretario Moscardelli, dell’Assessora regionale Onorati, della Sindaca Bilancia, del consigliere regionale La Penna,e dal candidato Giulio Federici insieme ad altri componenti della sua squadra.
Presenti in collegamento, tra glia altri, anche il garante Andrea Ferro della segreteria regionale, i segretari dei comuni limitrofi Francesco Scacchetti, Stefano Sperduti e Giacomo Bernardini.
Nei saluti iniziali è emersa una volontà, unanime e trasversale, di voler sostenere e promuovere la rinascita del luogo delle democratiche e dei democratici di Priverno, è stata sottolineata l’importante esperienza amministrativa di governo della città, sulla quale è necessario continuare a lavorare per il sostegno alla riconferma della Sindaca Bilancia e della squadra.
Una comunità forte delle sue radici, ricca di patrimonio artistico, culturale, naturale e umano a cui in tanti guardano come modello e laboratorio di idee, azioni e iniziative. Una sfida quella del noi contro individualismi e antagonismi resa ancora più necessaria nel momento storico così difficile.
La relazione proposta da Giulio Federici, decisamente appassionata e generosa, come lui ne racchiude intenti e visioni: “…questo è il tempo di ritrovarsi con slancio e fiducia nella ricostruzione di una comunità politica, sociale e culturale. Ma per fare questo c’è bisogno di un partito forte e unito, fatto di donne e uomini che sappiano, con intelligenza e generosità, mettere da parte le incomprensioni del passato ed impegnarsi, ognuno facendo la propria parte, per un futuro comune. Serve un partito che migliori la sua logica interna dando spazio ad una naturale transizione generazionale e si elevi ad una condizione culturale in cui contano più le funzioni che i ruoli. A noi interessa riprendere le redini di questo Pd e rilanciarlo, ma per farlo dobbiamo cambiare e questo cambiamento di cui parlo, ci riguarda tutti. Questi lunghi e duri mesi di pandemia, hanno messo in evidenza la crisi del sistema di welfare, che non è solo di tipo economico. Quello che rischia di andare in crisi è il legame sociale della solidarietà ed il principio etico della reciprocità che sta alla base delle relazioni sociali. Il territorio necessita di un protagonismo nuovo nella capacità di prendersi cura dei disagi e di prendere in carico i più fragili dal punto di vista socio-sanitario nel suo senso più ampio. Come candidato alla segreteria del circolo del Partito Democratico di Priverno sono ben consapevole delle responsabilità e delle difficoltà politiche che eredito ma sono anche consapevole di poter assumere questo ruolo in una città che negli ultimi 5 anni ha conosciuto, grazie ad un’ amministrazione da noi guidata, una rinascita civile sotto tutti i punti di vista. Un lavoro condotto con passione, competenza, generosità che ha risollevato il nostro comune rimettendolo, come merita per storia e condizione, al centro del dibattito politico comprensoriale e provinciale. Il mio impegno non è finalizzato solo a dare una nuova struttura organizzativa al Partito ma è teso ad immaginare attraverso un nuovo PD una nuova idea e visione di comunità e di futuro per il nostro Paese. Abbiamo di fronte il tempo e le condizioni giuste per lavorare e favorire una transizione generazionale che ci consenta di liberare quelle energie utili a contribuire alla crescita ed al benessere del nostro amato comune. Stare nel Partito, sostenerlo, è fondamentale per sostenere l’amministrazione e continuare a lavorare per migliorare la nostra città. Riorganizzare il Partito non è solo una questione di organismi ma è principalmente allevare e costruire una classe dirigente capace di qualificare i propri obiettivi. Dobbiamo lanciare nuove sfide. Dobbiamo essere in grado di parlare al futuro proiettando la nostra azione al domani senza paura e con la convinzione di cambiarerealmente le cose. Oltre alla segreteria daremo vita ad un esecutivo basato su deleghe d’impegno e di lavoro e soprattutto cercheremo di attivare, da subito, una grande campagna di ascolto e confronto con forze politiche, associative e cittadini. La nostra è una società fortemente individuale e il primo sforzo sarà proprio nel riaffermare il noi al posto dell’io, la comunità al posto dell’individuo. Organizzare eventi sui temi più sentiti dai cittadini, essere presenti e partecipi nell’associazionismo, farsi carico dei bisogni della città. Produrre documenti contenenti le linee politiche che possano aiutare e sostenere i nostri amministratori e per questo attivare dei focus group tematici per trasmettere la nostra visione, la nostra capacità di proposta. Il Partito al centro delle alleanze. Noi siamo impegnati in una comune missione per un comune destino che in questo caso passa indiscutibilmente per la riconferma della nostra maggioranza nelle amministrative 2021”.
Eletto per acclamazione Giulio Federici verrà affiancato nel suo compito da Luisella Fanelli, Fabio Guadagnoli, Dolores Capodilupo, Emilio Rossi, Federica Avvisati, Girolamo Paniccia, Silvia Campoli, Gianluca Aversa, Nicoletta D’amici, Manno Palluzzi, Luigia Piccirilli e Antonio Brusca.
Sezze. Le responsabilità e il riscatto possibile
Scritto da Luigi De Angelis
In una comunità come la nostra la conoscenza e le relazioni personali costituiscono l’ordito del vivere quotidiano, rendono inutili certe maschere che amiamo indossare e ci costringono a fare i conti con noi stessi e gli altri, senza scuse e in autenticità.
Una riflessione seria che ci aiuti a metabolizzare lo sgomento per la terribile vicenda del cimitero cittadino richiede l’onestà di farci carico di indifferenze, manchevolezze, errori e omissioni che hanno costituito il brodo di coltura, il terreno fertile in cui hanno proliferato il bubbone dell’illegalità e del sopruso, la speculazione sul dolore per la morte di una persona cara, la mala pianta di condotte eticamente e moralmente riprovevoli. Siamo turbati e scossi e dobbiamo ringraziare inquirenti e magistratura che hanno fatto emergere questa realtà scomoda e amara, questa turpitudine desolante che infestava Sezze.
Lungi da me difendere, giustificare o assolvere alcuno, ma nemmeno intendo unirmi al coro di quanti gridano allo scandalo, si strappano le vesti e fanno dei politici il solo capro espiatorio, accusandoli tutti indiscriminatamente di sapere del mercimonio all’interno del cimitero, di essere conniventi o comunque di essersi voltati dall’altra parte, perché questo significa fare un pessimo servizio all’accertamento della verità, oltre a rappresentare una comoda ipocrisia. Se tutti sapevano, come si sente ripetere ormai da giorni, non possiamo autoassolverci, non riconoscere che quantomeno allora abbiamo dimostrato uno scarso senso civico e un inesistente amore per Sezze.
Mi indigna profondamente che la nostra città sia stata dipinta come un covo di fuorilegge e finanche di mafiosi nel corso di una trasmissione televisiva su una rete locale, usando toni scandalistici e finalizzati solo all’audience. Le responsabilità individuali saranno stabilite dai giudici, comprese le eventuali omissioni, inerzie e complicità di cui hanno goduto gli accusati, ma certi giudizi e certe valutazioni lasciamole alla magistratura. Per parte mia rivendico con orgoglio che la gran parte dei miei concittadini, politici compresi, sono persone perbene, che hanno fatto e fanno il proprio dovere, rispettano la legge, assolvono ai compiti loro demandati con dignità, onore e trasparenza e si adoperano per il bene comune.
A riprova poi che di questa vicenda alcuni ne stanno facendo un uso strumentale sta il fatto che costoro non hanno speso finora una parola per stigmatizzare la condotta di quanti in questi anni hanno cercato di ottenere e spesso hanno ottenuto quanto loro non spettava, calpestando leggi, regolamenti e diritti altrui. Non tutti sono stati vittime, costretti o ricattati, tanti hanno scelto le scorciatoie, la strada dell’illegalità, del favoritismo e della convenienza e perciò sono stati complici, dimenticando i propri doveri civici e disdegnando l’onestà. Questi non hanno responsabilità e nulla da rimproverarsi? Vanno assolti? Il moralismo da arruffa popolo, il dire solo quello che fa comodo e liscia il pelo al populismo e alla demagogia sono inaccettabili.
È questa la verità scomoda che dobbiamo dirci se insieme vogliamo ricostruire, con ruoli e responsabilità diverse, il tessuto sociale della nostra città. Altrimenti passata la burrasca della momentanea indignazione, quanto accaduto sarà solo una spiacevole parentesi che non avrà innescato processi virtuosi di cambiamento e torneremo bellamente ai soliti giochi, a ricercare unicamente l’interesse personale.
In tanti, in troppi in questi giorni si sono poi elevati a censori e castigatori di costumi, si sono cimentati nell’arduo compito di emettere sentenze, di giudicare quanti sono rimasti impigliati nella rete della giustizia e saranno chiamati a rispondere di accuse penalmente gravi, senza peraltro conoscere i fatti e preoccuparsi che le responsabilità vanno accertate concretamente, non si fondano su interpretazioni personali, scriteriate e distorte dei pochi atti delle indagini resi noti dalle autorità inquirenti e sul sentito dire. Lasciamo che la giustizia faccia il suo corso, che la vicenda sia dipanata dalla magistratura, unica legittimata per competenza e ruolo ad accertare le colpe e ad infliggere le pene a quanti nei processi saranno riconosciuti colpevoli. La macchina della giustizia ha i suoi tempi e le sue regole ed è essenziale non solo non ostacolarla ma anche aiutarla. Nessuno dei suoi automatismi è superfluo, inutile o stravagante, ma ognuno concorre ad evitare che all’ingiustizia si aggiunga il sopruso, all’illegalità si sommi l’abuso, alle vittime sia associato l’innocente condannato. A noi cittadini è richiesto l’esercizio delle virtù della prudenza e della pazienza, l’intelligenza di non cedere al giustizialismo, di non cadere nella trappola delle illazioni e dell’infamia del non detto, altrimenti prevarrà il qualunquismo, l’alleato migliore dei colpevoli, il nemico più acerrimo della verità, lo strumento più utile a intorbidire e confondere le acque, a coprire e nascondere, a far sì che tutto cambi in apparenza e invero nulla muti per davvero e ad assicurare l’impunità.
Quanto avvenuto può e deve rappresentare poi uno spartiacque sotto il profilo politico. Le dimissioni del sindaco e dei consiglieri comunali non sono l’ammissione di una correità rispetto a quanto accaduto, ma segnano la fine di un modo di intendere e di fare politica nella nostra città. Un’epoca si è chiusa e si apre una opportunità preziosa e nuova, un tempo di riflessione, di ascolto e di riconnessione con il sentire profondo dei cittadini, di ricerca insieme di risposte alle domande che salgono dal corpo vivo della società setina, avviando un cammino alla riscoperta dell’identità appannata e dei valori fondativi della nostra comunità, del senso del nostro essere e andare. In questa manciata di mesi che ci separano dal passaggio elettorale, occorre elaborare e mettere in campo progettualità politico-amministrative coerenti e coese, innovative e radicali, sostenute da gruppi politicamente affini ed omogenei che abbiano a cuore lo sviluppo sociale, culturale ed economico di Sezze partendo dalle sue grandi risorse e potenzialità, coniugare esperienza e innovazione, favorire l’emergere di una nuova classe dirigente aperta, dotata di visione politica e competenza. L’individualismo esasperato, l’utilizzo delle liste elettorali come carrozzoni su cui salire per farsi eleggere e da abbandonare appena occupato lo scranno, facendo un uso spregiudicato dei consensi raccolti, hanno provocato danni gravissimi alla credibilità delle istituzioni, ne hanno impedito il pieno funzionamento ed è necessario archiviarli definitivamente.
Se ripartiremo dal rispetto della funzione pubblica, dalle idealità e da un rapporto sano tra politica e cittadini, Sezze avrà sicuramente un futuro degno della sua storia straordinaria e della sua grande tradizione democratica.
Il duro colpo che si è abbattuto sulla città di Sezze, causato dalle dolorose e inaudite vicende del Cimitero, ha provocato sgomento e sdegno e ferito profondamente la memoria dei nostri cari defunti. Il guscio della moralità che come sezzesi indossavamo come una corazza e che ci faceva orgogliosamente considerare inattaccabili e diversi dagli altri ha subìto una grave ferita. Si sta diffondendo tra la gente un sentimento di scoramento e di delegittimazione. Un malessere e una sfiducia di cui da diverso tempo si avvertivano i sintomi. Adesso si parla apertamente di tradimento della tradizione e delle storie del paese. In questo clima torbido si potrebbe logorare e spezzare ulteriormente il rapporto di fiducia e di stima reciproca tra le istituzioni e la cittadinanza. A vantaggio dei garantisti a fasi alterne e degli opportunisti disfattisti che finalmente possono sguazzare nel loro brodo, ovviamente completamente ignari della triste vicenda! La ferita, in verità, ancora sanguina e ci vorrà del tempo per rimarginarla. Bisogna, però, reagire! I cittadini democratici e perbene devono mobilitarsi. La prima cosa da fare, dopo una attenta riflessione sui fatti, è informare l’opinione pubblica, nella maniera più chiara, più esauriente e documentata su quanto è accaduto, senza fare come lo struzzo, individuando possibilmente (se ci sono) eventuali responsabilità politiche e morali. Sì, civili e morali, perché a quelle giudiziarie ci pensano i giudici!Tutto quello che si fa come Amministrazione pubblica appartiene anche agli altri. “Noi siamo inevitabilmente ed esistenzialmente esseri morali”, afferma Z. Bauman. L’etica pubblica tradizionale obbligava ad obbedire alle regole scritte; oggi, in più, si richiede ad ognuno di assumersi la responsabilità che deriva non solo dalle norme ma anche e soprattutto dal proprio comportamento e dalla propria coscienza. Si può anche sbagliare non ascoltando la propria coscienza, ma ciò non vuol dire necessariamente essere correi e complici. Con la drammatica vicenda del cimitero, si è toccato con mano l’insufficienza di una concezione minimalista di un vecchio modo di amministrare a fronte delle novità sconvolgenti nei comportamenti e nelle abitudini della gente. Occorre fare un passo in più, allora, e chiedersi se sono ancora sufficienti i comportamenti e i fondamenti etici sui quali si è retta fino ad ora la buona amministrazione. Occorre elaborare un nuovo codice di etica pubblica e di prassi amministrativa per poter continuare ad essere all’altezza della situazione. La parentesi del Commissariamento prefettizio ci deve spingere a fornire la massima collaborazione, a rielaborare il lutto e a fornire alla città un progetto, una nuova prospettiva di crescita e di sviluppo. Senza rinnegare il passato ma adeguandolo alla situazione presente. Nel merito ciò vuol dire che non serve più affidarsi alle buone intenzioni degli uni e degli altri; che non servono più le paccate confidenziali sulle spalle; che non si può più lasciar correre qualunque irregolarità, anche la più piccola; che si deve promuovere solo il merito e non la clientela; che occorre avere sempre gli occhi aperti. Oggi è difficile amministrare una comunità perché occorre equilibrio, duttilità e saggezza. Ma la questione morale deve costituire un atto fondativo intorno al quale realizzare un’alleanza di forze e di movimenti democratici e di sinistra, ambientalisti e riformisti, affidando alle giovani generazioni il compito di governare la città.
Finiscono i voli pindarici e le ipotesi da manuale Cencelli sulla fine anticipata della prima consiliatura guidata dal sindaco Sergio Di Raimo. Nel pomeriggio di oggi 9 consiglieri comunali di Sezze hanno protocollato un documento unico di dimissioni alla segretaria comunale Clorinda Storelli che, con quelle di Eramo e Roscioli protocollate in sede comunale, si arriva a 11 consiglieri. Cosa sicuramente diversa rispetto alla forma di ieri, quando le dimissioni erano arrivate per via Pec e in maniera individuale ma, nella sostanza, uguale perché il dato politico non cambia e non è cambiato. Nei prossimi giorni, quindi, verrà nominato il commissario Prefettizio, probabile dalla prossima settimana e, a differenza di quanto si pensava, potrebbe restare in carica solo fino ad ottobre e non per un anno come si era ipotizzato inizialmente. Dalla prossima settimana allora al via la campagna elettorale? Pochi mesi ci separano dalle elezioni amministrative. Chi saranno i candidati? Quali gli schieramenti?
Altro...
Questa che segue vuole essere una riflessione personale esclusivamente sull’uso del linguaggio che in questi ultimi giorni ha riempito i nostri canali social, scatenati in seguito agli ultimi avvenimenti per i brutti fatti del cimitero e che hanno portato poi alla crisi amministrativa e alle dimissioni del Sindaco Di Raimo.
“Chi parla male, pensa male e vive male. Bisogna trovare le parole giuste: le parole sono importanti!”. Così Michele Apicella (Nanni Moretti) nel film Palombella Rossa (1989) rispondeva alla giornalista a bordo piscina, riprendendola di brutto per l’uso decisamente approssimativo e sgarbato di alcune forme linguistiche espresse in italiano. Ognuno di noi, quando decide di intervenire pubblicamente in un dibattito pubblico, in questo caso solo virtuale, dovrebbe avere sempre l’obiettivo di essere il più chiaro possibile e di usare parole cristalline, senza troppi giri di parole fumose e senza essere troppo offensivo delle posizioni o diritti altrui, usando al meglio la lingua italiana e la tempestività della comunicazione.
Per sintesi, ne è scaturita una pagella, un po’ semiseria (non sparate al tastierista da strapazzo), con tanto di voti che lasciano il tempo che trovano.
Per ulteriore chiarezza, non voglio con questo esprimere giudizi di merito sulle indagini, né sulla prassi amministrativa o sulle prese di posizione politiche dei diversi attori scesi in campo; è solo una riflessione sui diversi stili comunicativi, sulle parole più o meno controllate che sono state usate e per provare a non pensare alla drammaticità di altre parole, quelle scolpite nei provvedimenti della Procura della Repubblica.
- I commenti social incivili:
Leggendo i commenti alle notizie in questione condivise su Facebook dai locali giornali online o singoli cittadini, ci si imbatte troppo spesso in parole (non più di 4 o 5) in un italiano sgrammaticato e con epiteti irripetibili, offese personali dirette a destra e manca, quasi sempre oltre i limiti della decenza pubblica. Come se si fosse aperta la gara a chi la spara più grossa, senza controllo e filtro alcuno, anche da parte di persone che solitamente non commentano mai e non postano alcunché, leoni da tastiera per un giorno a rischio vero di querele della controparte offesa. Torna alla mente la frase di Umberto Eco: "I social network sono un fenomeno positivo ma danno diritto di parola anche a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Ora questi imbecilli hanno lo stesso diritto di parola dei Premi Nobel". Tutti hanno il diritto di commentare ed intervenire in un dibattito che si è aperto per questi fatti di Sezze, ma lo si faccia con decenza e riflettendo bene prima di scrivere, magari articolando meglio il pensiero con le giuste parole e senza pensare di essere immuni da peccati, ricordando che in quella gogna pubblica potremmo finirci tutti prima o poi. Voto 0 (zero)
- I comunicati di associazioni varie:
Diverse associazioni setine non hanno perso l’occasione per battere un colpo ed intervenire nel dibattito con interventi perlopiù ben scritti e composti, anche con riferimenti dotti e alti. Alcune di queste, più politicizzate, hanno approfittato per togliersi vecchi sassolini dalle scarpe e aprire in largo anticipo la campagna elettorale verso Palazzo De Magistris; altre associazioni con critiche inappuntabili su quanto accaduto tendono a sottolineare come la perdita dei valori etici della politica rappresenti una piaga costante della vita sociale e politica; altre ancora, solitamente afone, impegnate in un continuo letargico soliloquio nel proprio enclave, che invitano la cittadinanza alla riscoperta del valore della legalità pubblica, mentre in altre recenti occasioni in cui lo stesso alto valore della legalità era stato parimenti minacciato, si erano distinte per l’assenza, distratte o in conflitto intimo: Voto 4 (la media tra 6, 4 e 2).
- I quotidiani online
In genere hanno riportato le notizie nude e crude, quasi sempre asetticamente, senza commenti di redazione o riflessioni più approfondite sui dettagli più personali o sulla politica. Hanno dato spazio a tutti coloro che hanno avuto da dire sulla vicenda – anche persone singole senza organizzazioni strutturate alle spalle – quasi sempre virgolettando i comunicati ed evitando di scrivere corsivi dai toni giustizialisti. Qualche direttore più navigato, rifugiandosi nell’alveo del terreno favorito, ha preferito cavalcare lo stile ironico della satira, tra dialetto e citazioni di canzone d’autore. Un plauso sincero, in altri tempi pre-social saremmo stati tutti in attesa delle voci di corridoio o del quotidiano in edicola del giorno dopo, invece siamo stati aggiornati praticamente in tempo reale, come succede durante le crisi del Governo nazionale (sono mancate le dirette video, ma in tempo di Covid ci possiamo accontentare) Voto 7+.
- I comunicati dei gruppi consiliari e dei singoli consiglieri
Un po’ in ritardo rispetto ai tempi rapidi della comunicazione moderna e alle attese dei cittadini, sono arrivati anche i comunicati dei consiglieri comunali (non tutti a dire il vero). Sono stati scritti con calma a tavolino, riflettendo e pesando le parole, a tratti eleganti e senza traccia di rabbia, sono percepiti dal lettore medio quasi tutti simili però: un po’ a scusarsi di non aver saputo vigilare l’incresciosa situazione, poi a ricordare i princìpi ispiratori della propria illuminata azione e infine a rivendicare gli sforzi profusi, i successi e i risultati amministrativi ottenuti (?!?!). Tutti d’accordo (o quasi) nel ritenere ormai chiusa l’esperienza amministrativa iniziata nel 2017 con l’elezione del Sindaco Di Raimo (ringraziato, come dovere istituzionale da tutti). Una annotazione critica e cattivella: queste lettere pubbliche risultano confezionate con uno stile ed una chiarezza comunicativa molto ben superiore alla qualità media degli interventi in aula, quelli declamati a voce durante le sedute pubbliche del Consiglio comunale, spesso difficili da capire, disordinati, infarciti di frasi fatte in politichese, battute e cadute di stile fuori luogo. Voto 6.
- Comunicati degli Assessori, vice Sindaco escluso.
Non pervenuti, d’habitude… S.V.
- Comunicato del partito del Sindaco
Chi lo ha visto? Nonostante le molte penne in servizio permanente effettivo, ben avvezze a comunicare e commentare sui social con costanza bulgara anche il minimo spostamento d’aria dalle parti della Pisana, non risulta finora pervenuto alcun commento ufficiale scritto; solo voci di corridoio e tanti si dice. Voto: N.V.
- Comunicati del Sindaco
Tre (o quattro, cinque) in tutto: il primo neutro, di prassi, senza anima, subito dopo gli arresti dichiarando di essere come Autorità a disposizione della magistratura (e vorrei vedere…). Il secondo, tardivo e improprio, arrivato solo per comunicare non le sue ma le dimissioni del vice Sindaco; poi quello in cui era annunciata la volontà di dimettersi, invitando anche tutti i consiglieri a fare altrettanto: insolito nella sostanza oltre che nella forma, troppo sibillina per un Sindaco nel guado di un passaggio cruciale (dimissioni sì o no?). Tanto che subito dopo, quando tutto il paese parlava ormai di dimissioni del Sindaco come un dato assodato, c’è stato bisogno di una precisazione, non equivalendo sostanzialmente la prima lettera a vere e proprie dimissioni. Infine, con l’aumento del numero delle dimissioni ufficializzate dai singoli consiglieri, la lettera di dimissioni vera e propria, una resa incondizionata, con il linguaggio povero e freddo degli armistizi di guerra. In questo ultimo atto – ancora sub judice per 20 giorni - non si è percepita la stessa forza espressiva usata verbalmente in altri momenti della sua azione politica amministrativa, quando era sembrato un retore di altri tempi in difesa di un’operazione non andata poi a buon fine: Voto: 5, aumentato per il ruolo istituzionale rivestito.
- L’orologio della piazza
Profilo anonimo Facebook, diventato col tempo una vera e propria spina nel fianco dell’Amministrazione Di Raimo – a volte con toni e modalità espressive riprovevoli ai limiti dell’offesa personale – ha percorso costantemente il sentiero della critica irriverente più feroce - un po’ come le vignette di Charlie Hebdo – presentando video-animazioni artigianali di famose scene cinematografiche (quasi sempre di autori e pellicole ben scelte) riadattandole al contesto politico attuale e ai relativi protagonisti. In questi ultimi giorni ha regalato piccoli gioielli minori che hanno fatto sorridere un po’ il pubblico dei social, molto meno i diretti interessati spesso indignati e furibondi per l’anonimato dietro cui si nascondono gli autori. Sulla scia dello slogan sessantottesco “La fantasia distruggerà il potere ed una risata vi seppellirà!”, questa profilo ha rappresentato, comunque la si pensi, una novità assoluta per coerenza di stile e sintesi comunicativa: Voto 8.
P.S.
6 bis – Comunicato del Partito del Sindaco, circolo di Sezze, segretario provinciale e segretario regionale.
Nel pomeriggio del 24 marzo, dopo che questo articolo era stato inviato per la pubblicazione il giorno successivo, è arrivato (siglato con 3 firme) il tanto atteso comunicato del partito che impone un’appendice a quanto già scritto. Nel lungo comunicato si evidenzia che nessun esponente né amministratore del partito sia coinvolto nelle indagini in corso. La linea sembra quella di sempre in casi di inchieste di questo tipo: non cercate i colpevoli tra di noi. Poi i ringraziamenti di rito per lavoro, impegno e sensibilità al Sindaco uscente, ai loro assessori, al Presidente del Consiglio comunale, alle loro consigliere e ai loro consiglieri che pur non essendo in alcun modo coinvolti nelle indagini (repetita iuvant) hanno responsabilmente rimesso il loro mandato istituzionale. Poi anche un plauso di sfuggita agli altri consiglieri di maggioranza che hanno sostenuto sempre (o quasi) la giunta setina, senza nessun accenno all’assessore coinvolto nelle indagini che per 4 anni è stato il vice sindaco, unico sempre presente in giunta insieme a Di Raimo dal 2017. Passano gli anni, i giorni e se li conti anche i minuti ma lo stile sembra quello già letto e sentito altrove, sì c’è stato qualche problema ma ripartiamo più forti e coesi che pria, Sezze ha bisogno della nostra presenza. Francamente non aggiunge nulla se non una difesa di parte, autocritica di facciata e sembra scritto rimirando il proprio ombelico, più che guardando alla Comunità e prospettando un’alternativa diversa.
Voto: insufficiente.
Finale
Merito anch’io un voto basso – datelo voi -, non ce l’ho fatta a far finta di niente, non riesco a perdere il vizio di dire sempre e comunque la mia dall’alto della sicumera che mi rimproverano anche i miei amici più cari: Excusez-moi, si vous pouvez.
In una nota firmata dal circolo PD di Sezze, dal segretario provinciale Pd di Latina Claudio Moscardelli e dal segretario regionale Pd Lazio Bruno Astorre, il partito democratico interviene sui fatti avvenuti all'interno del cimitero di Sezze.
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In questi giorni la comunità di Sezze è stata sconvolta da una forte ondata emotiva e da un sentimento di amarezza e sgomento. Abbiamo vissuto questi giorni con i medesimi sentimenti e guidati dal senso di responsabilità ed amore per la nostra comunità. Vogliamo evidenziare come nessun esponente né amministratore del PD sia coinvolto nelle indagini che stanno segnando la nostra città riguardo a fatti e funzioni relativi a 2 anni fa e da tempo superati con atti amministrativi compiuti dalla stessa amministrazione di Sezze, come il passaggio della gestione dei servizi cimiteriali alla SPL e l’affidamento ad altre posizioni organizzative della responsabilità del settore. Vogliamo ringraziare per il lavoro, l’impegno e la sensibilità dimostrata il Sindaco Sergio Di Raimo, i nostri assessori, il Presidente del Consiglio Enzo Eramo, le nostre consigliere e i nostri consiglieri che, con un atto non dovuto e pur non essendo in alcun modo coinvolti nell’indagine, hanno rimesso il loro mandato. Sono persone la cui serietà nei comportamenti è dimostrata nei loro atti quotidiani e nella storia del loro percorso amministrativo, politico ed umano. Un ringraziamento anche alle consigliere e i consiglieri delle forze civiche di coalizione che hanno condiviso con il PD questo percorso amministrativo nell’interesse della città. Il gesto delle dimissioni è un atto di apertura nei confronti di una comunità che ha bisogno di avviare una grande riflessione sulla sua identità e sui valori, che ha necessità di ritrovare serenità ed orgoglio. Un gesto che parte dalla consapevolezza di non poter portare avanti con la coesione, l’entusiasmo e la serenità necessaria il lavoro amministrativo e lo svolgimento del ruolo istituzionale. Abbiamo apprezzato le riflessioni che da più parti sono arrivate in questi giorni, finalizzate a un ragionamento articolato sullo stato e sul futuro della comunità di Sezze; respingiamo invece alcuni beceri tentativi di strumentalizzazione e speculazione politica che forze ed esponenti esterni ed estranei alle vicende e ai sentimenti di Sezze stanno tentando di mettere in campo con modalità offensive e deplorevoli. A noi le strumentalizzazioni non interessano in queste ore così difficili, soprattutto da parte di chi non si è mai interessato alle sorti della città. Esprimiamo piena fiducia nell’operato della magistratura, a cui spetterà il compito di individuare le responsabilità. Il PD continuerà a lavorare con impegno e determinazione per il futuro di Sezze, con la consapevolezza delle grandi risorse, dei talenti e delle potenzialità che la città ha sempre dimostrato di avere.
Giardini inclusivi a scuola. Si è tenuta questa mattina, presso l’ISISS “Pacifici e De Magistris” di Sezze, una bella e significativa iniziativa rivolta a ragazzi e ragazze diversamente abili. L’Istituto diretto dalla prof. Anna Giorgi ha accolto un gruppo di ragazzi e, grazie ad un progetto educativo e di integrazione, è stato possibile svolgere delle attività all’aperto e visitare i locali dell’alberghiero. Con il sostegno e la guida dei docenti e dei collaboratori scolastici è stato possibile realizzare delle aiuole con fiori e piante ornamentali, i ragazzi hanno preparato il terreno e piantato fiori di stagione. Si tratta di un progetto inserito in un percorso didattico inclusivo che ha permesso ai partecipanti di acquisire competenze diverse, utili per la realizzazione di un progetto comune, e ha dato l'opportunità agli alunni con bisogni educativi speciali di partecipare attivamente e di acquisire nuove esperienze. I ragazzi hanno anche visitato i locali dell’alberghiero, le nuove cucine allestite e visto dal vivo le attività dell’istituto. La preside Anna Giorgi ha ringraziato tutti i partecipanti e ha sottolineato l’importanza di tali progetti che, in maniera naturale, permettono di aiutare e sviluppare l’inclusione e la capacità di collaborazione di tutti gli alunni coinvolti.