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"A Sezze c'è un caso positivo ed è per questo che nel pomeriggio di oggi è stato attivato il COC (Centro Operativo Comunale) che potrà essere di aiuto nel caso la situazione futura lo esiga. Chiaramente tutti gli interventi sanitari di controllo, monitoraggio e cura sono gestiti direttamente dalla ASL e non da altri. I cittadini debbono stare tranquilli e rispettare le raccomandazioni che sono state elaborate dalla Presidenza del Consiglio, largamente pubblicizzate in questi giorni e pubblicate anche su questa pagina. Ad oggi non ci sono criticità tali che presuppongano altro se non la prudenza necessaria ad evitare altri contagi". E' il sindaco di Sezze Sergio Di Raimo che poco fa ha ufficializzato la notizia di un primo caso di positività al coronavirus per una donna di Sezze. Di Raimo ricorda che "da qualche giorno è stato istituito presso la prefettura di Latina il CCS (Comitato Coordinamento Soccorsi) con la presenza, tra gli altri, di Prefetto, Questore, Comandante provinciale dei Carabinieri, Comandante provinciale Guardia di Finanza, Direttore Generale ASL". Si tratta di un un comitato che si riunisce due volte al giorno (ore 12 e ore 18) per fare il punto della situazione e coordinare tutti gli interventi necessari a contrastare l'emergenza coronavirus. "La polizia di Stato, i Carabinieri e la Guardia di Finanza  - aggiunge il primo cittadino - controlleranno le notizie postate su facebook che non corrispondono al vero e/o creano allarmismo e i responsabili saranno puniti severamente".

 

 

Molto probabilmente primo caso di coronavirus anche a Sezze, come in altri paesi dei Monti Lepini, anche se l'amministrazione comunale è in attesa giustamente della ufficialità. La notizia non è stata del tutto confermata ma il caso di Sezze potrebbe essere veritiero come in altri paesi della Provincia di Latina dove il contagio si è diffuso. Intanto si invitano tutti i cittadini alla massima calma e a mettere in atto tutti i protocolli di sicurezza presenti nel decreto del Governo.

 

 

 

Giornata particolarmente delicata anche per Sezze, alle prese con l'allarme coronavirus in Provincia e con l'aumento dei contagi nei comuni del Lazio. Anche in città questa mattina un caso sospetto di una donna che aveva accusato sintomi simili al virus, subito trasferita in ambulanza e poi risultata fortunatamente negativa al tampone. Intanto il sindaco Sergio Di Raimo, che sta seguendo passo passo la vicenda a stretto contatto con Asl e Prefettura, poco fa ha diramato le "Misure per il contrasto e contenimento del VIRUS COVID -19, presenti nel DPCM del 4 Marzo 2020. Il sindaco ai sensi dell'articolo 1 del DPCM annuncia che sono sospesi congressi, riunioni,meeting ed eventi sociali in cui è coinvolto personale sanitario. Sono sospese le manifestazioni ed eventi di qualsiasi natura,svolti in ogni luogo,sia pubblico che privato, che comportino affollamento di persone a meno di un metro di distanza. Sono sospesi eventi e competizioni sportive. Sono sospesi fino al 15 marzo 2020 i servizi educativi per l'infanzia,le attività didattiche nelle scuole di ogni ordine e grado e ono sospese le visite guidate e le uscite didattiche. Mentre ai sensi dell'articolo 2 del DPCM "è fatta espressa raccomandazione a tutte le persone anziane o affette da patologie croniche o con multimorbilità ovvero con stati di immunodepressione congenita o acquisita, di evitare di uscire dalla propria abitazione o dimora fuori dai casi di stretta necessità e di evitare comunque luoghi affollati nei quali non sia possibile mantenere la distanza di sicurezza interpersonale di almeno 1 metro".

 

 

Ha fatto bene il consigliere comunale Serafino di Palma a presentare una giusta interrogazione sulla delibera di Giunta comunale relativa al programma triennale delle opere pubbliche approvata nei giorni scorsi. L’esponente della coalizione Biancoleone fa bene a chiedersi perché mai l’allegato B della delibera non risulta compilato, un allegato nel quale l’amministrazione comunale avrebbe dovuto inserire le cosiddette “opere incompiute”. Di Palma, Martella e Moraldo hanno fatto bene a chiedere spiegazioni in merito perché, se nello schema adottato dalla Giunta non figurano opere da completare per il 2020 2021 e 2022, ciò significa che alcune opere, edifici e strutture in attesa di essere completate, per i prossimi tre anni non saranno sicuramente completate, anzi, tra tre anni quello che è stato realizzato sarà ulteriormente deteriorato dal tempo, da possibili atti vandalici o dalla mancata manutenzione. Eppure, nonostante ci siano diverse strutture che aspettano solo di essere completate, la Giunta guidata dal Sindaco Di Raimo, il 28 febbraio scorso ha approvato il programma triennale dei lavori pubblici, lasciando in bianco quello delle opere incompiute. Che ne sarà allora, ad esempio, del mastodontico Monastero delle Clarisse ristrutturato esternamente dalla Provincia di Latina ormai 10 anni fa e consegnato al Comune di Sezze? Stiamo parlando di un immenso patrimonio architettonico di oltre 15 mila metri cubi abbandonato alle ortiche. E la casa dei Giovani? Iniziata e abbandonata dal 2015? Per non parlare poi dell’Anfiteatro e di altre opere rimaste cattedrale nel deserto. Lo schema adottato dalla Giunta Comunale, adesso, dovrà essere ratificato dal consiglio comunale. Si spera che ci sia la sensibilità e la lungimiranza di inserire nell’allegato B delle opere da salvare. Quantomeno avremo la speranza che si possano chiedere dei finanziamenti per iniziare qualche opera di completamento.

https://www.lanotiziacondivisa.it/index.php/in-evidenza/item/445-ex-monastero-delle-clarisse-di-nuovo-abbandonato-che-quasi-quasi-ci-riesce-il-monaco

 

I consiglieri comunali del Biancoleone

L'allegato B non compilato

L'Anfiteatro di Sezze

La Casa dei Giovani

 

 

 

 

 

Raccomandano risposte puntuali e non evasive. I consiglieri comunali della coalizione Biancoleone di Sezze tornano a presentare una serie di interrogazioni che saranno affrontate nel prossimo question time. Tra le diverse protocollate quella relativa agli eco-compattatori sparsi sul territorio comunale. L’amministrazione comunale recentemente è stata protagonista di una passeggiata ecologica voluta anche dalle opposizioni ma nonostante gli sforzi le difficoltà riguardanti la raccolta differenziata sono tante e l’obiettivo della raccolta differenziata al 65% nel nostro Comune resta un miraggio. “L’incentivo utile ad alzare la percentuale di raccolta differenziata sul nostro territorio – si legge nella interrogazione firmata da Serafino Di Palma, Paride Martella e Giovanni Moraldo -  potrebbe essere anche l’utilizzo di box eco-compattatori per la raccolta di bottiglie di plastica e vetro, lattine di alluminio. Mentre l’eco-compattatore per tutte le città italiane è una realtà con concreti riscontri positivi, sul territorio di Sezze sono quasi tutti non funzionanti e deturpano il decoro urbano”. Il Biancoleone in merito chiede il numero degli eco-compattatori sparsi sul nostro territorio e dove sono installati. Si chiede altresì se sono funzionati o meno, anche perchè ne vediamo diversi abbandonati e pieni di immondizia varia. “Esiste un accordo con le attività commerciali al fine di permettere al cittadino, ad integrazione del sistema di raccolta differenziata, di poter conferire negli eco-point, dislocati nel territorio comunale, bottiglie di plastica e vetro, lattine di alluminio, ricevendo in cambio l’emissione di uno scontrino pari ad un tot di centesimi per ogni singolo pezzo, da spendere presso attività commerciali locali convenzionate, facendo in modo che anche le attività commerciali convenzionate abbiano ritorni economici realizzabili attraverso la fidelizzazione della clientela; soprattutto in un momento di forte crisi economica come quello in cui ci troviamo a vivere?”. Sembra al contrario che gli eco compattatori assomiglino ai vecchi secchioni dell’immondizia, ricettacolo di tutto e di più.

 

Serafino Di Palma del Biancoleone

 

 

 

 

 

 

Nel caos delle armi e della devastazione, il campo è perduto e con esso tutti i sogni dei bambini. Sognavamo un paese, una casa, hanno sfregiato la casa dentro di noi. Sognavamo l’amore, hanno sbriciolato l’amore dentro di noi. Amavamo la musica, hanno giocato con le nostre note musicali e l’alfabeto della pace” – Aeham Ahmad, il pianista di Yarmouk, campo profughi alle porte di Damasco.

Abdullah Al-Mohammad e Selva. Un padre, sua figlia e il loro gioco.

È accaduto a Sarmada, città nel distretto di Harem, Governatorato di Idlib nell’estremo nord-ovest della Siria, vicino al confine con la Turchia. Abdullah Al-Mohammad e la sua famiglia sono fuggiti da Saraqib e si sono rifugiati a Sarmada nella casa di un amico, lasciandosi alle spalle i luoghi del loro vissuto, gli affetti e le amicizie, quanto avevano di più caro, profughi nel loro paese a causa della guerra civile che contrappone l’esercito del regime di Bashar al-Assad all’opposizione armata. Un conflitto spaventoso che da anni devasta la Siria. Città ridotte a cumuli di macerie, storie annientate, atrocità. Migliaia di morti, uomini, donne, vecchi e bambini, pedine sacrificabili sulla scacchiera dei giochi di potere e degli interessi dei grandi del mondo, praticamente nel silenzio dei media e nell’indifferenza di noi tutti.

La speranza di allontanarsi dalla guerra si rivela però solo una illusione. I combattimenti e i bombardamenti tra le forze turche e i loro alleati locali da una parte e le truppe governative appoggiate dall’aviazione russa e dagli iraniani dall’altra sono incessanti anche a Sarmada. Nell’infuriare degli scontri che non risparmiano nulla e nessuno, Abdullah Al-Mohammad riesce nella magia di presentare a sua figlia la guerra con gli occhi della pace, di tenerla abbracciata sotto la pioggia devastante di missili e bombe facendole credere che si tratta di mirabolanti fuochi d’artificio, che le armi micidiali sono innocui giocattoli per ingaggiare finte battaglie al ritmo di burle e risate, tenendo viva la fiamma della sua innocenza, cercando di non farla spaventare, di preservarla dall’orrore della violenza e della morte, di risparmiarle traumi che la segnerebbero indelebilmente per tutta la vita e di garantirle, per quanto possibile, una infanzia normale.

“E’ un aereo o un proiettile?” domanda Abdullah Al-Mohammad alla piccola Selva. “Un proiettile” risponde la figlia. “Sì e quando arriverà, rideremo” dice il padre. Ogni volta che una bomba viene lanciata a Idlib la risata di Selva deflagra potente, annulla d’incanto le detonazioni delle armi, riesce per qualche istante a cancellarne la forza maligna e sconfigge la guerra. E Abdullah Al-Mohammad ride con lei. La realtà, come in una bellissima fiaba, si inverte e consente loro di sopravvivere all’orrore.    

L’inventiva di colorare la crudezza della guerra di questo padre coraggioso, che ha trasformato in poesia che spezza il cuore l’atrocità, ha avuto la meglio sulla violenza inaudita e distruttiva che ricopre con la sua coltre funerea e senza speranza il popolo siriano. Le sofferenze e le angosce che hanno sopportato sono oggi per loro un bruttissimo ricordo. Abdullah Al-Mohammad, Selva e la loro famiglia hanno attraversato il confine e sono in salvo in Turchia. Le loro immagini, così cariche di umanità, commoventi e dolcissime, sono rimbalzate in ogni angolo del mondo e hanno conquistato la nostra attenzione grazie ai social, ma la loro storia è solo un piccolo episodio, sia pure importante, di una tragedia di dimensioni enormi.

Milioni di siriani subiscono violenze inaudite, sono costretti a lasciare le proprie case, a prendere le proprie povere cose e fuggire, rischiando in ogni istante di morire per i bombardamenti, i colpi di mortaio e i combattimenti. Le strutture di accoglienza sono al collasso. Centinaia di migliaia di persone, soprattutto donne e bambini, cercano rifugio in campi improvvisati, nei quali patiscono fame, freddo ed epidemie. Un incubo atroce e senza fine. Da dicembre ad oggi, secondo l’Onu, sono circa 948 mila gli sfollati da Idlib a causa dei raid del regime siriano appoggiato dalla Russia e dall’Iran contro il nord-ovest dei ribelli appoggiati invece dalla Turchia, e di questi 569 mila sono minori. Violando il diritto internazionale umanitario l’esercito di Bashar al-Assad attacca deliberatamente ospedali, strutture sanitarie e scuole in nome della riconquista della provincia di Idlib. L’esercito turco, che ha invaso per larghi tratti il territorio siriano con la scusa della lotta al terrorismo jihadista, e le milizie dei ribelli sue alleate non sono da meno quanto ad atrocità, distruzioni e brutalità. La Turchia invero persegue l’annientamento dei curdi e la loro sostituzione etnica nel nord della Siria e, per avere mano libera, non esita a ricorrere alla minaccia di far arrivare in Europa ondate di profughi siriani provenienti dalle zone del conflitto. 

Non esistono parole abbastanza forti per descrivere l’immane tragedia in atto nella provincia siriana di Idlib e soprattutto sembra che nessuno voglia ascoltare, reagire e intervenire.  

In gioco non è solo il destino della Siria, di un popolo, ma dell’intera umanità e non è vero che personalmente siamo impotenti di fronte a quanto accade. Possiamo alzare lo sguardo dalla contemplazione del nostro egoismo, abbandonare le nostre vedute ristrette, l’incattivimento che ci sta rubando l’anima e disumanizzando, che ci induce a negare disponibilità e solidarietà verso gli ultimi e i diversi, a considerare nemici e a respingere quanti cercano di fuggire dalle tragedie, a non provare sentimenti di umana pietà verso chi soffre, e far sentire la nostra voce non solo per rincorrere il futile, l’inutile e le polemiche sterili, ma utilizzare da una parte i tanto amati social come uno strumento forte di pressione verso i potenti che hanno in mano il destino nostro e dell’umanità e dall’altra rivedere tanti nostri comportamenti, dimostrarci capaci di scelte solidali e concrete, combattere i seminatori di odio e fanatismo ad ogni livello con le armi potenti della ragione, dell’umanità e della democrazia.

Anche se la guerra, la violenza e l’intolleranza sembrano far più rumore, l’amore, la solidarietà e l’accoglienza sono più potenti e alla fine prevarranno.         

Sabato, 29 Febbraio 2020 09:18

Coronavirus davanti alla TV

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Siamo in molti, credo, a trascorrere queste ultime giornate di Febbraio incollati alla TV, sempre più in ansia e in attesa di notizie confortanti per i nostri connazionali e per tutti coloro che sono stati contagiati da questo terribile e sconosciuto virus. L'allarme e la psicosi si sono diffusi ovunque. Passano davanti agli occhi smarriti immagini spettrali come paesaggi lunari, città deserte, lunghe file davanti ai negozi. Torna alla mente l'assalto ai forni di manzoniana memoria. Fortunatamente noi siamo fuori e lontano dalle zone rosse. Non siamo in quarantena. Eppure non siamo affatto tranquilli: Il coronavirus è incontrollabile, è incontenibile, può arrivare da un momento all'altro. Non si conosce ancora esattamente il focolaio né tantomeno le cause. Nonostante l'impegno eroico di medici e di scienziati, il vaccino è lontano. Il virus, così, si infiltra nella nostra mente, nel nostro essere umano. E la eventuale infezione si trasforma in morbo, in peste: da allarme si trasforma in panico. Cosa c'è, del resto, di più impalpabile e misterioso? Di più globale e universale? Tutti i Paesi, prima o dopo, vengono in qualche modo contagiati. Esso attraversa mari e monti, si espande da Nord a Sud: non ci sono muri e barriere che lo possano fermare! Eppure, davanti alla TV, il nostro isolamento perde di colpo la sua consistenza. Così viene meno il coraggio e ogni filo di certezza. La prima riflessione che mi passa per la mente, stando davanti alla TV, è che il contagio mette in palese evidenza che nel mondo di oggi le distanze non hanno più nessuna consistenza fisica e materiale, che nessuno di noi uomini può considerarsi totalmente estraneo agli altri. Che la vita umana è avvero fragile se basta un virus a trasformare immediatamente il nostro modo di essere e la nostra esistenza. Ma, in secondo luogo, mi consola il pensiero che nessuno è solo, nel bene e nel male. Neanche restando chiusi in casa o rintanati in un bunker o in un eremo. Il pianeta Terra è diventato un "atomo" come recita il poeta G. Pascoli; sempre più piccolo e fragile. Inutile, quindi, affidarsi alle divisioni in Nazioni, Regioni, Province, Comuni: nessuno di noi è un'isola! Tappati a casa, davanti alla TV, ci si accorge di quanto abbiamo bisogno dell'altro, di quanto ci manchi l'altro: di quanto ci manchi il rumore della quotidianità, il vociare dei bambini, lo sguardo allegro dei nipotini. E allora, per concludere, non serve gridare al lupo al lupo, come ha fatto qualche eccellente uomo politico, se poi si è costretti a fare una grottesca marcia indietro, passando rapidamente dal"chiudere porti e frontiere" al "tana libera tutti." Il cittadino deve   sentirsi tutelato dalla scienza e venire correttamente informato, in modo da poter valutare il fenomeno per quello che è: grave ma non imbattibile. Bisogna far prevalere la scienza sui fantasmi. " Bisogna far prevalere la razionalità sulla irrazionalità!" (Sergio Mattarella, Presidente della Repubblica). 

 

 

"Crescete con i valori con cui è cresciuta lei e questo paese sarà un paese migliore". Una frase che racchiude il pensiero di una intera città che oggi, ricordando Linda Grassucci, le ha voluto intitolare l'impianto sportivo di via Roccagorga. Questa mattina la cerimonia di intitolazione alla presenza delle autorità locali, dei parenti, sportivi e amici della campionessa di karate scomparsa recentemente.  "Oggi abbiamo riportato il nostro pensiero a un giorno triste, il giorno in cui Linda è stata chiamata a portare altrove il suo sorriso, la sua forza, il suo coraggio - ha detto il sindaco a nome di tutta l'amministrazione comunale di Sezze -  ma lo abbiamo fatto con un gesto di memoria, di ricordo per una ragazza che a questo paese ha dato tanto, come donna, come madre e come sportiva. Pensiamo che oggi, nell'intitolare il tensostatico a Linda Grassucci, si sia riconosciuta l'importanza del valore umano che la caratterizzava e il valore e importanza dello sport. È stata, è e sarà, e siamo sicuri che il suo insegnamento rimarrà vivo e sarà per molto tempo stella cometa di tanti giovani che si avvicinano e praticano il Karate e discipline simili. Questa struttura sportiva è la scelta migliore per ricordarla perchè è simbolo di sport, sacrificio, rispetto, condivisione, lealtà, passione. Lasciamo una missione a tutti i giovani che praticano lo sport".

 

 

 

 

 

 

 

L'Amministrazione Comunale di Sezze, nella persona del sindaco Sergio Di Raimo, ha premiato gli alunni della scuola secondaria di primo grado I.C. Pacifici Sezze-Bassiano per la partecipazione alla Finale Provinciale di Corsa Campestre dei Campionati Sportivi Studenteschi di Latina a.s. 2019/2020. La cerimonia di consegna degli Attestati di Merito agli alunni si è svolta ieri. Oltre al primo cittadino, presente la Dirigente Scolastica Fiorella De Rossi e i docenti del Gruppo Sportivo Alessandra Corsetti, Gianfranco De Rocchis e Antonio Tasciotti. Tanta l’emozione per i ragazzi e le ragazze sportive che hanno preso parte alla gara agonistica e grande la soddisfazione della Preside e dei professori che hanno seguito gli studenti durante questa bella e formativa esperienza. Complimenti ragazzi!

 

 

“3 mesi dopo sono qui...è stata dura e continuerà ad esserlo, ma io ci sono per tutte e due e non mollerò mai!”. La campionessa di Karate Nilde Grassucci dedica questa nuova vittoria alla sorella Linda, scomparsa recentemente dopo una lunga malattia, anche lei indimenticabile campionessa del mondo. Il 15 e il 16 febbraio scorso, nel Palagolfo di Follonica, il Team Karate Grassucci ha partecipato alla gara internazionale open di Toscana Fijlkam 2020, a cui hanno preso parte oltre 1600 atlete. Il Team di Sezze ha riconfermato tutte le categorie WKF e riconfermata anche la categoria master di Kata nella quale Nilde Grassucci è salita sul podio con un argento. Altro importante risultato della Setia Sport quello raggiunto da Carlotta Morazzano per il Kata Junior a Velletri lo scorso 2 febbraio. L’atleta è riuscita a passare le qualificazioni regionali Fijlkam e ora si prepara per il campionato italiano che si terrà ad Ostia il prossimo 14 marzo. Ancora complimenti e avanti tutta!

 

Linda Grassucci