Il nubifragio che ha colpito tutto il territorio setino poco fa ha creato disagi e diversi danni in alcune zone periferiche della città. Grandine e fiumi di acqua si sono riversati abbondantemente sulla città. Tra i disagi provocati anche l’allagamento dei locali del Punto di Primo Intervento dell’ospedale San Carlo di Sezze. Sul posto, per verificare l’accaduto, il presidente del consiglio comunale Enzo Eramo, il Comandante della Protezione Civile Lidano Caldarozzi e i volontari ANVVFC ancora al lavoro per ripristinare la normalità. Si stanno verificando eventuali danni alle apparecchiature ma è anche probabile che si tratti solo di un allagamento dei locali. In altre zone della città fossi e canali straripati. Nel quartiere Casali tanta paura per torrente Brivolco in piena. Qui è tornato alla mente l’esondazione del torrente del lontano 1995 quando i danni per un nubifragio furono molti.
Nei giorni scorsi ci ha lasciato Enrico Toti, una grande persona, un uomo perbene legato alla sua comunità e forse uno degli attori più rappresentativi della Passione di Cristo di Sezze. Enrico era anche consigliere dell'associazione della Passione di Cristo di Sezze. Riportiamo il ricordo del regista Piero Formicuccia, a nome dell'intera associazione setina.
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"Il 28 maggio 2020 si è spento Enrico Toti, detto pizzamesa, o meglio ancora conosciuto come il Cristo sotto la croce della Sacra Rappresentazione di Cristo di Sezze. E già, Enrico è stato il testimone vivente di tante rappresentazioni, dagli anni ’50, fino al 2019 (quest’anno per i motivi legati al Covid 19 la Passione di Cristo non è stata rappresentata) e lo sarebbe stato ancora quest’anno nelle vesti del profeta Daniele, ruolo che ha interpretato negli ultimi anni. Ricordo con emozione la sua recitazione a Luordes nell’aprile del 2017, quando dopo la proclamazione delle visioni del profeta Daniele, nonostante la sua bella età (73 anni) e sotto una pioggia battente ha di nuovo indossato I panni del Cristo, Ecce Homo, nella colonna della flagellazione. In questi tanti anni di Passioni, ha sempre svolto il suo compito di attore e consigliere dell’Associazione della Passione di Cristo con umiltà senso del dovere, e ricoperto con dignità professionale e senso di attaccamento ai valori della Sacra Rappresentazione i vari personaggi interpretati, lo sposo nel Cantico dei Cantici agli inizi degli anni ’80, il profeta Amos, l’Ecce Homo, per indossare, per quasi 20 anni la rossa tunica, lacerata dalle tante frustrate del fustigatore, del Cristo sotto la croce. Ricche di emozioni e di pathos sono state le sue tante interpretazioni recitative, i dialoghi con le pie donne di Gerusalemme e con la Veronica durante la sua ( del Cristo) conduzione al Calvario , e qualche anno prima nel dialogo con la donna samaritana. Ricordo ancora quando nella seconda metà degli anni ’80 ha interpretato il Cristo nella crocifissione che eccezionalmente fu realizzata per tre anni consecutivi, la prima volta in Piazza S. Pietro, poi a Porta Romana ed infine a Porta Pascibella. Le sue furono interpretazioni davvero magistrali, che seppero commuovere ed emozionare le migliaia di persone che gremivano le piazze. In questi tanti anni di militanza nell’organismo associativo è stato da esempio a tanti giovani che si sono avvicinati alla Passione di Cristo, trasferendo loro I valori di questa bella tradizione che ha fatto conoscere ed apprezzare Sezze in tutto il mondo, e che grazie anche a persone come Enrico può continuare a essere veicolo di valori religiosi, sociali e culturali".
Enrico Toti durante la Sacra Rappresentazione di Cristo
Il regista Piero Formicuccia
Un vivaio di piccoli artisti che non si è arreso di fronte al lockdown. Nel corso di questi tre lunghi mesi di reclusione, la prima A della scuola primaria Melogrosso ha messo in atto interpretazioni varie nelle scenografie casalinghe. Hanno interpretato poesie, balli e canti e a conclusione dell’anno scolastico, messo in scena una originale recita, sulle note di "Ma Il cielo è sempre piu’ blu” di Rino Gaetano. Alla melodia i piccoli alunni hanno aggiunto con stile rap una poesia scritta da ognuno di loro. Cameramen per l’occasione le loro mamme, che con pazienza e diletto hanno preparato i propri bambini provetti ad esibirsi per il saluto di fine anno. Sul finale si sono unite al coro le loro insegnanti Antonietta, Loredana, Luciana e Antonella. L’iniziativa vuole essere un messaggio di speranza e anche un segno di affetto nei confronti delle insegnanti e della preside Carolina Gargiulo. Nonostante il distacco dall’ambiente scolastico e dai loro amici, i piccoli alunni setini hanno voluto e cercato di mantenere in vita una quotidianità scolastica bruscamente interrotta dalla pandemia. Ma il cielo è sempre più blu e oltre le nuvole il sereno: loro infatti non vedono l’ora di tornare tra i banchi di scuola.
ecco il link del video, buona visione a tutti!
https://www.facebook.com/lanotiziacondivisa/videos/261124695104536/
A Settembre riaprono le scuole: serve un check up per Sezze
Scritto da Vincenzo Mattei
Finalmente! Speriamo che a Settembre riaprano le scuole! La didattica a distanza, imposta dal coronavirus, ha cercato di rimediare a una situazione di emergenza. E c'è riuscita, grazie alla dedizione dei docenti, all'impegno delle famiglie e degli studenti. Quattro mesi di interruzione sarebbero stati intollerabili e irrecuperabili. Ma una scuola chiusa non è scuola. La trasmissione delle notizie e delle informazioni non basta. La scuola è vita, è contatto fisico e psichico, è cultura della cittadinanza e del confronto. Non ci sono scorciatoie. Occorre ripartire da qui, tenendo conto della fase 2 e della fase 3 del virus. Occorre ripensare il modello scolastico, facendo tesoro della quarantena, per garantire protezione e massima sicurezza agli alunni e ai docenti. Abbiamo compreso che non si può fare a meno del supporto degli strumenti tecnologici, ma anche che essi non possono sostituirsi alle persone. Per questioni di brevità mi permetto di fare un elenco delle questioni da tener presenti: le ore di lezione saranno di 40 minuti; l'ingresso degli alunni a scuola sarà scaglionato; pur mantenendo l'unità della classe è opportuno lavorare per piccoli gruppi di alunni, in base ai loro interessi e al loro grado di apprendimento, con l'obiettivo di non far restare nessuno indietro; si possono (si devono) utilizzare spazi diversi dalle aule come la biblioteca, il museo, i giardini e gli spazi aperti; lo scambio dei docenti nel gruppo classe deve essere considerato una normalità e non una eccezione; l'uso dei mezzi tecnologici devono fare da supporto a ogni alunno; lo studio a casa deve essere considerato tempo di lezione normale, etc. Tutto ciò presuppone la ristrutturazione e l'adeguamento degli spazi alle nuove metodologie e modalità di studio. Ogni gruppo classe deve necessariamente essere fornito di una sala -computer e di lavagna luminosa. Bisogna provvedere a fornire un computer agli studenti sprovvisti. Insomma, per farla breve, si tratta di una trasformazione profonda della scuola che deve essere ricollocata al centro della vita e della ricostruzione civile ed economica del paese, dopo la tragedia del coronavirus. Non deve essere il mercato e la situazione economica e familiare di provenienza a determinare il futuro dei ragazzi, ma le loro attitudini e il loro impegno. La scuola deve offrire a tutti pari opportunità. Se dunque, a Settembre, ci attende questo profondo cambiamento, come ci prepariamo? Cosa può e deve fare a mio parere, una buona Amministrazione comunale e provinciale? Non c'è tempo da perdere. Suggerisco, modestamente, di convocare, al più presto, una Assemblea generale per fare un check up della scuola setina. Alla presenza dei consiglieri comunali, dei dirigenti scolastici, dei docenti, degli esperti e dei rappresentanti degli alunni, l'assessore alla scuola faccia il punto della situazione e definisca un piano condiviso di azioni e di interventi, di regole da rispettare. Si definisca, soprattutto, un Piano educativo e didattico per assicurare in sicurezza la riapertura e per rilanciare la Scuola come priorità assoluta del nostra città.
Luigi Di Rosa è figlio di Sezze, una terra ricca di storia, laboriosa e accogliente. I suoi genitori erano persone semplici, modeste, temprate dal lavoro e animate dal desiderio di riscatto. La sua è la vicenda di un giovane mite e generoso, estraneo ad estremismi e violenze, vittima di un raid fascista brutale e premeditato, diretto a colpire un’intera comunità. Raccontare quanto accadde è esercizio doveroso di memoria per disperdere le parole infamanti di quanti cercano di infangarne la storia, ricorrono alla falsità per occultare e negare le colpe delle mani assassine, è rendergli quella giustizia che nelle aule giudiziarie non gli è mai stata pienamente riconosciuta.
28 maggio 1976. È un venerdì. Le elezioni politiche del 20 giugno sono ormai vicine. Lo scontro è aspro, il risultato è considerato decisivo, quasi un nuovo appuntamento con la storia, dopo il successo del PCI alle amministrative dell’anno precedente.
A Sezze, cittadina di tradizione antifascista e amministrata da sempre dalla sinistra comunista, c’è grande tensione perché in serata è previsto il comizio di Sandro Saccucci, deputato uscente e ricandidato nelle liste del Movimento Sociale, ex parà e fascista, sospettato d’aver partecipato nel 1970 al tentato colpo di Stato organizzato da Junio Valerio Borghese. La scelta di Sezze è una provocazione. Ci sono fondati timori di incidenti. Il comandante della Stazione dei Carabinieri ha chiesto rinforzi.
Dopo aver fatto dei comizi in alcuni paesi vicini, verso le 20:30, con oltre un’ora di ritardo Saccucci, scortato da diverse auto, arriva a Sezze e si dirige a Piazza IV Novembre, nel cuore del centro storico. L’accompagnano circa 15 persone, militanti di Roma ma anche della zona di Latina e provincia. Giorni prima con alcuni di loro, durante una cena, ha pianificato la sortita e studiato le contromisure di fronte alla prevedibile ostilità delle persone del posto. Pietro Allatta, uno dei presenti alla cena, ha mostrato la pistola in segno di sfida ai commensali. La piazza è presidiata dalle forze dell’ordine, impegnate a tenere lontani i militanti di Lotta Continua e della FIGC ed evitare che vengano a contatto con i simpatizzanti dell’MSI, pochi invero, raccolti sotto il palco. I due gruppi si fronteggiano a distanza: al grido A Sezze sono tornate le camice nere e al canto di Faccetta nera e Roma divina dei fascisti, gli altri rispondono a pugno chiuso e intonano l’Internazionale e Bandiera rossa. La situazione appare sotto controllo. Dopo le presentazioni gli animi si placano. Saccucci inizia a parlare. Lo circondano diversi camerati armati di bastoni e pistole. Tra loro ci sono Pietro Allatta, Gabriele Pirone e Angelo Pistolesi, l’autista di Saccucci. I Carabinieri lasciano fare, restano in disparte. Per circa venti minuti il comizio si svolge regolarmente, malgrado i toni provocatori, fino a quando Saccucci non innesca la scintilla dello scontro, addebitando all’estremismo di sinistra le stragi fasciste di Milano, Brescia e dell’Italicus e affermando testualmente: “Noi abbiamo le mani pulite”. La piazza ribolle ed esplode, la reazione dei militanti di sinistra, le cui fila si sono parecchio infoltite, è durissima. Volano fischi, cori e insulti. Da sotto il palco del comizio i missini lanciano sassi, bottiglie e bastoni. Gli altri reagiscono facendo altrettanto. Lo scontro si mantiene comunque a distanza. L’ex parà termina regolarmente il comizio e scende dal palco. Un missino, presente in piazza, tira fuori la pistola ed esplode dei colpi. Saccucci, dopo un breve conciliabolo con i suoi, avanza di corsa, estrae la pistola e, gambe divaricate e braccia tese in avanti, scarica l’intero caricatore in direzione dei contestatori. Subito dopo scatta il piano di ritirata. Per ordine di Saccucci sulle autovetture salgono solo i conducenti, gli altri, armi in pugno, procederanno a piedi affiancandole. Il corteo di uomini e auto è guidato dal maresciallo dei carabinieri e agente del SID Francesco Troccia, originario di Sezze e presente al comizio, e risale verso la parte più alta della città, procedendo lentamente attraverso i vicoli stretti e tortuosi per uscire dal centro storico e guadagnare la strada per Latina. Durante il percorso alcuni componenti del corteo esplodono diversi colpi di pistola allo scopo di terrorizzare la popolazione inerme. Raggiunta Porta Pascibella, appena fuori il centro storico, l’ex parà e i suoi si fermano per riorganizzarsi. Poi salgono tutti in macchina e ripartono. Qualche centinaio di metri più avanti, a Ferro di Cavallo, li aspetta un folto gruppo di militanti di Lotta Continua e della FIGC intenzionati a disturbarne la fuga. Hanno solo sassi e bastoni. Dalla macchina su cui viaggia Saccucci partono dei colpi di pistola che feriscono Antonio Spirito, militante di Lotta Continua, e molto più seriamente Luigi Di Rosa, il quale dopo due ore di agonia nell’ospedale cittadino muore, risultando vano ogni tentativo di salvarlo. Il commando fascista si allontana da Sezze, lasciandosi alle spalle un morto e un ferito.
Sandro Saccucci alle elezioni del 20 giugno è rieletto. Il 27 luglio 1976 la Camera dei Deputati autorizza il suo arresto con le pesanti accuse di omicidio di Luigi Di Rosa, cospirazione politica e istigazione all’insurrezione armata per il golpe Borghese. Il parlamentare sfugge all’arresto e ripara prima nel Regno Unito, poi in Francia, in Spagna e infine in Argentina.
Mani criminali, nei mesi successivi al raid sanguinario, fanno saltare con una bomba il monumento eretto sul luogo dell’omicidio di Luigi Di Rosa dall’Amministrazione Comunale e la sua tomba viene profanata.
L’iter giudiziario, lento e tortuoso, tra mille cavilli, intralci e depistaggi si snoda nei tre gradi di giudizio e si conclude con la sola condanna della persona che quella sera impugnava la pistola da cui partirono i colpi che ferirono Antonio Spirito e uccisero Luigi Di Rosa: Pietro Allatta riconosciuto colpevole, viene condannato a tredici anni di carcere, di cui solo otto scontati effettivamente. Sandro Saccucci, condannato in primo e in secondo grado per concorso morale, è assolto per questa accusa in Cassazione e riconosciuto colpevole solo per alcuni reati minori ormai prescritti.
Concludo facendo mie le parole di Mariella, la sorella di Luigi: “La cosa che mi lascia più sgomenta e mi addolora è la certezza che mio fratello non ha avuto giustizia fino in fondo. Responsabilità e complicità non sono state acclarate completamente. I responsabili della tragica morte di Luigi Di Rosa sono stati portati in giudizio e processati, ma alla fine tutto si è risolto con pene lievi, assurdamente sproporzionate alla gravità del gesto compiuto”.
Riportiamo integralmente l'intervento del presidente del consiglio comunale di Sezze Enzo Eramo sulla discussione nata attorno alla realizzazione del monumento di San Lidano a Santa Maria. Il prossimo 10 giugno si terrà il consiglio comunale e quello del presidente dell'assise è un ulteriore tentativo al dialogo e al confronto per trovare un compromesso che non sia dannoso per la città e politicamente per l'amministrazione comunale.
"Vorrei sgomberare subito il campo dagli equivoci. Non ho nulla in contrario nel collocare una statua in ricordo di San Lidano. Il patrono è "cosa" di tutta la città. Da guida della assemblea consiliare dove è rappresentata, non una maggioranza o una minoranza, ma l'intero sentire della città ritengo opportuno intervenire sul metodo di una scelta e sul suo significato politico. Ancor di più quando parliamo di un luogo identitario della città. In questi confronti non vanno perseguite maggioranze ma condivisione collettiva, in una città che è di tutti. La città non è rossa o nera, di cattolici o di anticlericali, neanche della somma di queste parti. Noi siamo chiamati a custodire i luoghi e a farli evolvere certo, ma in questo caso solo con la condivisione di tutti. Non c'è una questione "se passa o non passa in consiglio", se è scelta divisiva, non è la scelta giusta per me. Dal punto di vista politico questo confronto ha un grande valore; ma è un confronto che, proprio per la sua natura, non può avvenire nell’ambito chiuso di una maggioranza consiliare né tantomeno può essere termometro di equilibri interni. Non c'è nel programma del Sindaco, è tema di coscienza di ciascuno. Non è una prova di sostegno ad un percorso politico. Lo dico da persona che, insieme ad altri, è sempre stata leale con la maggioranza approvando negli anni tutti gli atti compresi quelli in cui delle volte si è stati minoranza nella...maggioranza. Le statue uniscono. Non debbono dividere e ringrazio chi è generoso. Da uomo di sinistra ricordo che proposi insieme ad altri amministratori di intitolare il primo asilo nido pubblico della città ad un sacerdote, Don Milani. Vengo al dunque. Il Santo patrono è elemento distintivo di tutta la comunità e qui vengo ai toni: non mi sono piaciuti quelli usati in questo confronto, ma non posso accettare neanche di far passare un elemento identitario in un fatto di personalismo. C'è un problema di sintesi politica e tutto non può essere ricondotto al con me o contro di me. Ci sono cose che non sono a favore o contro, ma sono questioni di coscienza, di senso della cosa pubblica. La statua deve essere se è condivisa, non può essere un colpo della maggioranza, il peso di una maggioranza politica. Stiamo parlando di un pezzo di patrimonio collettivo, è dovere conservarlo è in discussione non un fatto banale, ma la nostra radice che è cristiana ma anche laica, anche umana, anche di spazi urbani. Discutiamo tutto, anche se collocarla, in altri posti o anche in altri luoghi della stessa Santa Maria. Se l'obiettivo è posizionare la statua perché allora non valutare altre possibilità?"
C’è chi fa politica alla luce del sole, e non parla a nuora perché suocera intenda. C’è chi diffida dei giochetti di potere o di chi, nonostante le criticità, continua a giocare al mercante in fiera. C’è poi chi le carte le dà e chi le riceve passivamente, zitto e mosca al suo posto nonostante il suo ruolo. Non è certamente così per le consigliere comunali di opposizione, Rita Palombi ed Eleonora Contento, intervenute in aula sulla discussione al bilancio di previsione. Molti i temi trattati da Sezze Bene Comune, tanti i dubbi sollevati a cui nessuno ha saputo dare risposte. Nella relazione al Bilancio non votato da SBC si pone l’accento, ad esempio, sul parere dell’organo di revisione sulla proposta di Bilancio di Previsione 2020-2022. “Nella parte relativa alla verifica degli equilibri 2019 – affermano le consigliere - i revisori rilevano che ci sono debiti fuori bilancio insorti negli esercizi precedenti, che devono essere necessariamente coperti. Nella relazione al bilancio 2018, i precedenti revisori, prestano molta più attenzione a questo problema e citano l’art.194 e 193, comma 2 (equilibri di bilancio) del TUEL, e l’articolo 36 del regolamento di contabilità del comune di Sezze”. Se si va a leggere gli articoli del TUEL e del regolamento di contabilità, la situazione appare allarmante. L’articolo 36 del regolamento di contabilità dice: “I debiti fuori bilancio devono essere sottoposti a deliberazione consiliare, tutte le volte che si manifesta la necessità, entro e non oltre il 31 dicembre, relativamente ai debiti che si sono manifestati entro la data del 30 novembre dell’anno stesso”. SBC evidenzia che “ci sono debiti fuori bilancio per € 55.286,92 segnalati in data 26 gennaio 2018”. L’ articolo 193 del TUEL prevede che “la mancata adozione, da parte dell’ente, dei provvedimenti di riequilibrio previsti dal presente articolo è equiparata ad ogni effetto alla mancata approvazione del bilancio di previsione di cui all’articolo 141, con applicazione della procedura prevista al comma 2 del medesimo articolo”. Per Palombi e Contento quindi “la situazione appare molto preoccupante, chiediamo dei chiarimenti in merito - affermano - ed il perché i revisori non abbiamo approfondito questo problema”. Insomma perché ad oggi il consiglio ancora non è stato convocato per il riconoscimento dei suddetti debiti? Ad oggi a quanto ammontano i fondi stanziati al capitolo di 1786 “ Debiti Fuori Bilancio”? “Nella relazione al rendiconto anno 2017, i carissimi vecchi revisori – afferma ancora SBC - scrivevano che il capitolo di spesa 1786 ammontava ad € 94.000,00. Non ci scordiamo che una parte di quel capitolo di spesa è stata utilizzata per la copertura dei debiti fuori bilancio nei confronti della cooperativa La Mimosa per € 9.614,40, ed € 76.023,00 per ripianare la perdita anno 2016 della SPL SPA. Nella relazione al bilancio di previsione 2020-2022 i nuovi revisori, segnalano i debiti fuori bilancio, ma non ci dicono a quanto ammonta il capitolo 1786”. In sintesi…un vero mistero!
La peccarola
La Sezzese mette le pecche
e lo fa con battute secche.
Lei non risparmia proprio nessuno
che sia biondo, rosso o bruno!
Se vede uno bello vestito
lei lo chiama 'i porco pulito'.
Se vede uno un poco sciattone,
non c'è dubbio che sia un barbone!
Se vede una tutta truccata pensa che sia una carnevalata!
Se invece indossa la minigonna, della famiglia è una vergogna!
Fanno eccezione tra questi feriti:
madre, sorelle e delle figlie i mariti.
La perfezione è solo la figlia
perché a lei tutta somiglia!
Altro...
Il Bilancio di Previsione 2020-2022 del Comune di Sezze è stato approvato ieri sera con 11 voti della maggioranza consiliare, mentre l’opposizione è uscita dall’aula. L’approvazione è arrivata dopo lunga discussione proficua, che ha visto finalmente maggioranza e opposizione compatte su molti temi e anche sul futuro delle opere incompiute. Sia dai banchi dell’opposizione (Giovanni Bernasconi, Serafino Di Palma, Paride Martella, Eleonora Contento e Rita Palombi) che da quelli della maggioranza (Federica Fiorini, Mauro Calvano, Enzo Polidoro e Armando Uscimenti) è stato anche affrontato il problema di portare a compimento quelle opere pubbliche iniziate e mai terminate, prime fra tutte l’Anfiteatro di Sezze. Un ragionamento che è stato sintetizzato dal presidente del consiglio comunale Enzo Eramo e condiviso ovviamente anche dal sindaco Sergio Di Raimo, un ragionamento che ha trovato l’intero consiglio concorde in una operazione di recupero, completamento e riqualificazione di ciò che è stato iniziato e poi abbandonato. Oltre all’Anfiteatro di Sezze, per il quale potrebbero essere accesi dei nuovi mutui per completarlo, l’idea generale è quella di completare il Tensostatico di via Roccacorga, in questo caso non si escluderebbe nemmeno il ricorso ad una sinergia tra pubblico e privato come avvenuto per i campi rossi di via Piagge Marine. Nei vari interventi è stata posta l’attenzione anche sulla riqualificazione del Parco delle Rimembranze di Sezze, per il quale in bilancio sono stati stanziati 50 mila euro. L’obiettivo è quello di ripristinare la fontana come era prima della realizzazione della indecente fioriera e realizzare ancheun tappeto di gomma armonico con il parco nell’area giochi senza snaturare l'intera area. Sempre in merito alle "opere" incompiute, il prossimo 10 Giugno sarà convocato il consiglio comunale per affrontare la questione della statua a San Lidano nel belvedere.
Una bella notizia, speriamo confermata dai fatti concreti. Il sindaco di Sezze Sergio Di Raimo, nel corso del consiglio comunale tenutosi oggi sull’approvazione del bilancio, ha annunciato una svolta per quanto concerne i lavori di messa in sicurezza della scuola Valerio Flacco di Sezze Scalo. “Rispetto alle diverse soluzioni avanzate in passato e anche recentemente – ha detto il primo cittadino – tra cui quella di utilizzare i risparmi derivanti dall’emergenza Covid19, c'è una svolta che fa superare tutte le soluzioni avanzate finora. Nel rispetto della normativa, come Giunta, abbiamo approvato la rinegoziazione dei mutui che ci farà risparmiare solo per il 2020 circa 650 mila euro”. Per la Cassa Deposito e Prestiti, infatti, il Comune di Sezze avrebbe dovuto pagare quote in capitale di circa 700 mila euro ma, grazie alla rinegoziazione, l’Ente dovrà versare solo due rate di circa 23 mila euro. “Quindi - ha aggiunto Di Raimo -ci sono tutte le condizioni per coprire tutte le somme necessarie per l’intero progetto di messa in sicurezza della Valerio Flacco”. Nei prossimi giorni, la variazione di bilancio, verrà ufficializzata dalla Giunta dopo l’ok della Cassa Deposito Prestiti. “Nel giro di qualche giorno – ha annunciato il sindaco – ci sarà l’accettazione da parte della cassa deposito e prestiti, per cui gli uffici potranno lavorare per definire tutto l’iter necessario”. Si spera che questa sia l’ultima e vera soluzione al problema della Flacco che, ricordiamo, si trascina dal lontano 2012 come ha ricordato bene Serafino Di Palma per il BiancoLeone ed Eleonora Contento di Sezze Bene Comune. Si spera che prima della fine dell’estate i lavori di messa in sicurezza siano conclusi, e questo potrà verificarsi solo se, da parte del Comune di Sezze, ci sarà celerità e una corsa contro il tempo per fare una gara, affidare i lavori, iniziarli e concluderli prima dell’inizio del nuovo anno scolastico.
Luigi Di Rosa è un martire innocente che rappresenta il nostro passato e dà luce al nostro futuro
Scritto da Vincenzo Mattei
Forse in questo tragico momento in cui viviamo addolorati e frastornati dal coronavirus, che miete migliaia e migliaia di vittime, potrebbe passare sotto silenzio la data del 28 maggio 1976, anniversario dell'uccisione del giovane Luigi Di Rosa. Sarebbe umanamente comprensibile che nella tragedia collettiva che ci sovrasta, ognuno di noi si ritraesse nel suo guscio in cerca di sicurezza e di protezione. Sarebbe comprensibile ma non giustificabile di fronte alla nostra memoria e alla nostra coscienza! Luigi Di Rosa è un martire innocente che rappresenta il nostro passato e dà luce e speranza al nostro futuro. Esempio fulgido di innocenza e di coscienza democratica e antifascista, impresso con il sangue sui volti straziati di una madre e di un padre. Un dolore infinito e inconsolabile. Eppure dopo il buio c'è la luce, dopo la morte c'è la resurrezione. Per i credenti, c'è il trionfo del disegno della Provvidenza, per i non credenti c'è il coraggio di una testimonianza e di una battaglia civile e democratica. Nessuna vendetta, ma il dovere politico e morale di garantire un futuro migliore ai nostri giovani, ai nostri ragazzi. Perché la violenza e la barbarie siano sconfitte e trionfi la giustizia e la fratellanza. Non dimentichiamoci di Luigi Di Rosa!
Luigi Di Rosa
Le consigliere comunali di Sezze Bene Comune Rita Palombi ed Eleonora Contento propongono all'amministrazione comunale una festa di fine anno scolastico. "L’attuale situazione emergenziale del Covid19 ha accentuato molte problematiche legate all’isolamento di tanti bambini e ragazzi che, dal giorno alla notte - scrivono le consigliere - si sono dovuti “adattare” ad una nuova vita caratterizzata dal “distanziamento sociale. La loro sofferenza è stata relegata dentro le mura di casa, lontano dai compagni di scuola che, fino a qualche tempo fa, rappresentavano una componente determinante ed essenziale nella loro quotidianità. E’ attuale il dibattito sulla possibilità di “regalare l’ultimo giorno di scuola” ai bambini e ragazzi dei tanti comuni d’Italia e la proposta arriva dalla Vice Ministra all’Istruzione". Per un immediato riscontro e per compiere un piccolo passo in avanti, nella direzione di una città a misura di bambino, Palombi e Contento lanciano l'idea di programmare un evento per gli alunni. "Siamo convinte che sia giusto coinvolgere tutti i bambini e ragazzi del paese per l’ultimo giorno di scuola e siamo certe che si possa trovare insieme una soluzione per organizzare una festa di fine anno scolastico con la massima sicurezza e in virtù di questo tema, vogliamo proporre un incontro dei bambini in tutti i parchi e zone verdi del paese". Speriamo che questa proposta sia ben accolta dalla Giunta Di Raimo e fatta propria dall'intero consiglio comunale di Sezze.
Contento e Palombi di Sezze Bene Comune